CULTURA- Pagina 33

Al via la scuola di Politica della Fondazione Amendola

Storia, educazione civica e diritto al centro delle lezioni,
in programma da sabato 20 gennaio nella sede di via Tollegno 52 a Torino.

Domenico Cerabona: “Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli
che comprendano il ruolo della politica nella società
e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”

Una scuola politica, gratuita e aperta a tutti, per approfondire la conoscenza della storia, l’educazione civica, il diritto delle istituzioni repubblicana ed europea: si chiama “Il futuro ha un cuore antico”, è il nuovo progetto della Fondazione Giorgio Amendola, da sempre protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nell’organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano, a Torino.

“La scuola di politica intende mettere a valore il pensiero e l’opera di Giorgio Amendola attualizzando il sentire novecentesco alle nuove e sempre più stringenti richieste della società” spiega il direttore Domenico Cerabona, che continua: “In una società democratica, è fondamentale che i cittadini siano informati, critici e partecipativi. Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli che comprendano il ruolo della politica nella società e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”.

La scuola di politica della Fondazione Amendola, che sarà ospitata nella sede di via Tollegno 52, sarà strutturata in due sezioni distinte: una riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per approfondire i loro percorsi curricolari; l’altra rivolta agli adulti, tra cui studenti dell’Unito, appassionati e semplici cittadini. Corsi, seminari, workshop e conferenze si susseguiranno per 4 mesi, secondo il piano didattico stilato dal comitato scientifico composto da 18 membri di particolare spessore culturale, costituito da docenti universitari, ricercatori, personalità del mondo scientifico, artistico e culturale. Agli studenti saranno forniti diversi tipi di materiale didattico, come libri di testo, articoli, documenti storici, video, documentari e risorse online.

I docenti:

prof. Giovanni Cerchia, professore ordinario di storia presso l’Università del Molise, cui è affidata la direzione didattica scuola di politica della Fondazione Amendola;
prof.ssa Simona Colarizi, docente di storia presso l’Università La Sapienza di Roma;
dott. Giovanni Matteoli, già capo gabinetto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Amendola;
dott. Luca Motto, storico e ricercatore sulla storia di Torino
prof.ssa Francesca Varano, sociologa con dottorato di ricerca presso Unito;
prof. Paolo Borioni, professore ordinario di storia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Le prime lezioni sono in programma sabato 20 gennaio. Al mattino, dalle 10 alle 12, lo spazio dedicato ai ragazzi sul “ventennio fascista”, accompagnato dal docufilm sulla vita di Giovanni Amendola. Al pomeriggio, dalle 14 alle 16, la lezione sulle “società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori”. Iscrizioni aperte fino al 18 gennaio.

Format per adulti – Ogni appuntamento affronterà un argomento specifico mediante una lezione frontale di tre3 ore condotta di volta in volta da un esperto dell’argomento scelto, con la parte finale di ogni incontro dedicata alla discussione.

Lezione 1 (20 gennaio 2024) – Le società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori.

Lezione 2 (17 febbraio 2024) – Il movimento sindacale in Italia con focus su Torino

Lezione 3 – I partiti politici della fine del ‘800

Lezione 4 – La Repubblica italiana dalla resistenza alla costituente

Lezione 5 – La nascita dell’Unione Europea

Format per ragazzi – Il percorso per studenti sarà strutturato in modo divulgativo con l’intento di approfondire i temi riguardanti la storia del Novecento italiano e internazionale. Ad accompagnare il percorso sarà la serie documentaristica che mescola illustrazione, motion design, voce, musica e suono per raccontare la vita di Giorgio Amendola, partigiano, scrittore epolitico italiano tra le personalità più influenti della storia italiana del XX secolo.

Lezione 1 – Il ventennio fascista. Visione episodio 1 – La scelta di vita durata 15 minuti.

Lezione 2 – La seconda guerra mondiale. Visione episodio 2 – Un posto nella storia durata 16 minuti

Lezione 3 – La resistenza e la lotta partigiana. Visione episodio 3 – La resistenza durata 17 minuti

Lezione 4 – La Repubblica e la Costituzione Italiana. Visione episodio 4 – Il Rinnovamento durata 23 minuti

EVENTI, PRESENTAZIONI E MOSTRE ALLA FONDAZIONE AMENDOLA

La scuola di politica si inserisce in un fitto calendario di eventi organizzati dalla Fondazione Giorgio Amendola, tra cui ricordiamo:

Mercoledì 31 gennaio alle 18.30 – Proiezione dello spettacolo multimediale e interattivo “Odissea 2051” presso la sede della Fondazione.
Lunedì 5 febbraio alle 17.30 – Presentazione della docuserie su Giorgio Amendola presso la Sala Giulio Cesare del Campidoglio, a Roma.
Venerdì 9 febbraio alle 18 – Presentazione del volume “Il Sessantotto, il confronto tra PCI e movimento studentesco” con Gianni Cuperlo e Giovanni De Luna, presso la sede della Fondazione.
Giovedì 15 febbraio alle 17.30 – “Picasso a cinquant’anni dalla morte”. Proiezione di parti del film di Clouzot Le mystère Picasso (1956) e analisi del commento di Carlo Levi su La Stampa. Interventi di Pino Mantovani, Cesare Pianciola e Francesco Poli.

Inoltre, nelle sale espositive della sede di via Tollegno 52, sono aperte al pubblico due mostre d’arte:

l’installazione visiva e sonora Scenario”, realizzata da Matilde Ugolini, Matteo Billotto, Leonardo Moiso e Michele Grosso, una riflessione rivolta al futuro, sull’lo e sul Noi(fino al 31 gennaio);
la mostra “La pittura dell’invisibile. Pietro Rambaudi e l’astrattismo torinese tra gli anni ’50 e ‘70”, che mette in luce la figura dell’artista piemontese in dialogo con sei astrattisti: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza (fino al 29 febbraio).

Riapre oggi dopo più di dieci anni il Museo regionale di Scienze Naturali

Con la conferenza stampa di inizio anno del Presidente della Regione Alberto Cirio è stato riaperto di fatto questa mattina lo storico museo torinese.

E’ un protagonista d’eccezione ad annunciare la riapertura il 12 gennaio del Museo regionale di Scienze naturali, finalmente restituito alla cittadinanza dopo oltre dieci anni di lavori resisi necessari dopo l’incendio che nell’agosto 2013 ne ha provocato la chiusura e la realizzazione di opere di ripristino della zona interessata unitamente ad interventi strutturali e di messa in sicurezza e a norma dell’intero edificio di via Giolitti a Torino.

L’elefante Fritz, icona del Museo,  da Stupinigi per le strade di Torino è arrivato  in piazza Castello. Molto ricco il calendario della riapertura e il programma della maratona di talk show «Porte aperte alla scienza», in programma dal 12 gennaio al 2 febbraio ed organizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Circolo dei lettori.

Un evento che porta il presidente Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e Patrimonio Andrea Tronzano ad evidenziare che «il 2024 si apre con la rinascita di uno dei luoghi più̀ iconici del Piemonte» e ricordare che «quando ci siamo insediati questo Museo era chiuso e i lavori bloccati, così abbiamo riattivato il cantiere e individuato le risorse per finanziare i lavori, ricucendo uno strappo doloroso con la comunità piemontese che da anni attende la riapertura del Museo, che torna a essere fruibile per cittadini, turisti, scuole e associazioni».

Per consentire la riapertura di un museo che gode di una fama di livello nazionale per il valore delle collezioni che risalgono alla prima metà dell’Ottocento, la Regione ha investito oltre 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. In particolare, 2,3 milioni sono serviti per la messa a norma degli impianti e l’agibilità tra il 2015 e il 2017, altri 2 milioni per interventi impiantistici ed edili necessari per il rilascio del certificato di agibilità dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia, della Crociera Manica Sud piano terreno e dei locali «Esposizione Permanente Paleontologia».


Il programma di inaugurazione

Venerdì 12 gennaio alle ore 18 la biologa marina Mariasole Bianco condurrà Pianeta oceano”: un viaggio alla scoperta delle sue meraviglie e delle sue problematiche soprattutto nella relazione con l’uomo (prenotazione obbligatoria su https://prenotazioni.circololettori.it/events/event/V7PhxfnN5PQbnG2K4qG9)

Sabato 13 gennaio alle ore 11 il Museo festeggerà il primo weekend di riapertura con uno show di Giovanni Muciaccia, che guiderà grandi e piccoli in un «attacco di creatività» (prenotazione obbligatoria su https://prenotazioni.circololettori.it/events/event/KCMO9RBjkMU8wxM2PNjC)

«Porte aperte alla scienza» continuerà il 19 e 26 gennaio e il febbraio con una serie di talk su scienza e arte curati da Luca Beatrice.

Bottero, il “papà” della Gazzetta del Popolo

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Alla scoperta dei monumenti di Torino / Oggi parleremo del monumento dedicato al giornalista e politico italiano Giovanni Battista Bottero, situato in Largo IV Marzo meglio conosciuta come piazzetta IV Marzo. (Essepiesse)

Su un ampio basamento in pietra al lato del giardino, verso il Duomo, si erge la figura in bronzo di Giovanni Battista Bottero. L’uomo è rappresentato in piedi con una redingote abbottonata (abbigliamento che il giornalista usava abitualmente nelle sue giornate di lavoro), mentre nella mano destra tiene una copia del giornale “La Gazzetta del Popolo” 

La statua poggia su un imponente basamento realizzato in prezioso marmo Botticino e sul cui fronte è posizionata una lastra con sopra delle epigrafi dedicatorie che, essendo posta alle spalle del monumento, funge da elemento architettonico di sfondo. In quest’opera è particolarmente ricercato l’effetto di contrasto tra la patina scura del bronzo e il bianco avorio del marmo del basamento.

Giovanni Battista Bottero nacque a Nizza il 16 dicembre del 1822. Dopo aver conseguito nel 1847 la laurea in medicina, decise di dedicarsi alla carriera giornalistica (sua passione fin da quando era ragazzo) e così il 16 giugno 1848 fondò a Torino, insieme allo scrittore Felice Goevan e al medico Alessandro Bottella, il quotidiano “La Gazzetta del Popolo”.Per Bottero gli anni che seguirono furono impregnati di grande passione politica: essendo il quotidiano più diffuso durante gli anni del Risorgimento, egli riuscì tramite il suo giornale a compiere azioni incredibili, come ad esempio far firmare (il 10 settembre 1849) il proclama agli elettori di Bobbio per la nomina a deputato di Giuseppe Garibaldi, oppure lanciare una sottoscrizione (il 14 gennaio 1850) per consegnare una spada d’onore sempre a Garibaldi che all’epoca si trovava in esilio.

Nel 1855, dopo diverse battaglie “mediatiche” portate a termine dal suo quotidiano, Bottero decise di entrare in politica e si presentò nel collegio elettorale di Nizza, dove vinse con 411 voti su 625 votanti; il 27 giugno 1855 entrò nel Parlamento subalpino. Nonostante si affermò come figura politica, nel 1870 decise di abbandonare la sua carriera all’interno del Parlamento per dedicarsi completamente al suo giornale.Prese la direzione del quotidiano nel maggio del 1861 (quando prese il posto di Govean) e mantenne tale posizione fino al 1897. In quegli anni “La Gazzetta del Popolo” fu un punto di incontro per personaggi di grande rilievo: in campo politico seguì un orientamento liberale, anticlericale e monarchico, appoggiando la politica di Cavour e il programma risorgimentale di unificazione italiana. Il quotidiano svolse inoltre una importante funzione sociale propulsiva e di coordinamento nei confronti dell’intero movimento delle società di mutuo soccorso dello Stato sardo.Giovanni Battista Bottero morì il 16 novembre del 1897 all’età di 75 anni.

A pochi giorni dalla sua morte un Comitato di cittadini presieduto da Tomaso Villa, si attivò per la realizzazione di un monumento alla sua memoria e grazie ad una sottoscrizione pubblica nazionale, vennero raccolti i fondi necessari e fu incaricato lo scultore Odoardo Tabacchi, che lavorò all’opera tra il 1898 e il 1899. Il monumento venne concluso nel settembre del 1899 e si decise di collocarlo proprio in Largo IV Marzo, dove vi era la sede della “Gazzetta del Popolo”; su consiglio di Odoardo Tabacchi e del Sovrintendente dei Giardini municipali, venne posizionato nella parte orientale dell’aiuola IV Marzo, proprio di fronte alla sede del quotidiano.Venne inaugurato e ceduto alla città, il 12 novembre del 1899 con una solenne cerimonia a cui parteciparono centinaia di persone.

Anche per oggi la nostra passeggiata “con il naso all’insù” termina qui. Vi aspetto per il prossimo appuntamento con Torino e le sue meravigliose opere da scoprire.

 (Foto: www.museotorino.it)

Simona Pili Stella

Quaglieni propone per Falzoni la Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura

VENERDÌ 12 GENNAIO ALLE ORE 17 nella sede del Centro Pannunzio in via Maria Vittoria a Torino  il presidente fondatore Pier Franco QUAGLIENI inaugurerà una foto del dott. Gianfranco FALZONI, salvatore della Reggia di Venaria, nella galleria dei soci illustri del Centro Pannunzio. Il dott. FALZONI ebbe il Premio “Francesco De Sanctis”. Nell’occasione Quaglieni proporrà il conferimento a Falzoni della Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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12 – 18 gennaio 2024

VENERDI 12 GENNAIO

 

Venerdì 12 gennaio ore 20:30

Trekking urbano tra le LUCI D’ARTISTA. LA DORA, IL PO E LE LUCI D’ARTISTA – 6,7 km: durata 2,5 ore c.ca

Fondazione Torino Musei – Luci d’Artista

Grazie alla collaborazione tra MetroTrail e Fondazione Torino Musei, per la prima volta quest’anno sono stati proposti 4 itinerari di trekking urbano che abbinano Natura e Luci d’Artista 2023, per un Public Program sempre più ecologico e sostenibile. Una guida escursionistica ambientale accompagna i visitatori a scoprire ambienti ecologicamente rilevanti a Torino – come fiumi, parchi, giardini e semplici aiuole – percorrendo impensabili sentieri urbani verdi, punteggiati dalle installazioni di Luci d’Artista. La silente fauna notturna dei fiumi fa da contrasto con le Luci stesse e la vita della città. Alberi monumentali e giardini segreti segnano la riscossa della Natura sulla metropoli.  Le camminate sono lunghe indicativamente dai 6 ai 7 chilometri e durano circa 2 ore e mezza.

Partenza e arrivo da Largo Regio Parco- Lungo Dora Firenze – Lungo Po (Parco Michelotti) – Via Po – Piazza Castello – Piazza della Repubblica – Borgo Dora

Questo trekking urbano ha il pregio di unire le bellezze fluviali dei due maggiori corsi d’acqua di Torino, il Po e la Dora, con le bellezze urbane del Centro e di Vanchiglia. Quante storie portano le acque dei fiumi di Torino, quanti segreti ormai dimenticati e quanta bellezza nel loro scorrere, che nel tempo ha significato anche alimentare l’operosa crescita della città. Tra parchi, ponti, corsi e piazzette nascoste, ci attendono, per lasciarci a bocca aperta, le installazioni di Luci d’Artista.

Oliviero RINALDI – Flammarion – Largo Regio Parco, Italgas (luce ospite)

Luca PANNOLI – L’amore non fa rumore – Biblioteca Geisser, Parco Michelotti

Joseph KOSUTH – Doppio passaggio – Ponte Vittorio Emanuele I

Luigi STOISA – Noi – Via Po

Mario MERZ – Il volo dei numeri – Mole Antonelliana

Luigi NERVO – Vento Solare – Piazzetta Mollino

Marco GASTINI – L’energia che unisce si espande nel blu, Galleria Umberto I

Grazia TODERI – …?… – Piazza della Repubblica

Michelangelo PISTOLETTO – Amare le differenze – Antica tettoia dell’Orologio

Vanessa SAFAVI – Ice Cream Light – Via Borgo Dora

Durata e tariffe: max 2,5 ore Tariffa intero: € 16,00 / Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 / Bambini under 5: Free. Minimo 4 persone

Info e prenotazioni:

www.metrotrail.it/luci-dartista

info@metrotrail.it

Tel: +39 342 7530853 (anche WhatsApp)

 

 

SABATO 13 GENNAIO

 

Sabato 13 gennaio ore 11

IL CONCERTO DEL SABATO

Palazzo Madama – con l’orchestra del Liceo Classico Musicale C. Cavour

Nell’ambito della mostra Liberty. Torino Capitale i Servizi Educativi di Palazzo Madama presentano tre concerti a cura delle classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino: i concerti sono a ingresso gratuito e immergeranno il pubblico nelle musiche prodotte a cavallo di Otto e Novecento, con una riscoperta della musica da camera.

Il programma (in allegato) presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.

Prossimi appuntamenti

Sabato 13 aprile ore 11

Sabato 11 maggio ore 11

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili

 

 

DOMENICA 14 GENNAIO

 

Domenica 14 gennaio ore 16

IL SOLE, IL SESAMO E GLI AQUILONI. La festa indiana di Makar Sankranti

MAO – attività per famiglie

Passeggiando tra le statue provenienti dall’India e dal Sud-est asiatico, tra rappresentazioni di figure e miti dell’Induismo, scopriremo come si festeggia in diverse parti dell’India – e non solo – la prima festa dell’anno, quando il sole entra nel segno zodiacale del Capricorno e la primavera si avvicina. Nell’attività di laboratorio si potrà sperimentare come costruire un aquilone.

Da 6 anni in su

Prenotazione obbligatorio al 0114436927-8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: bambini € 7 per l’attività, adulti ingresso ridotto in museo

 

 

MERCOLEDI 17 GENNAIO

 

Mercoledì 17 gennaio ore 18

Il patrimonio culturale himalayano fra antico e contemporaneo

TSHERIN SHERPA in dialogo con Davide Quadrio

MAO – talk in museo

Il MAO è felice di ospitare la talk dell’artista nepalese Tsherin Sherpa (Kathmandu, Nepal, 1968) in dialogo con Davide Quadrio, direttore del museo, per una riflessione sulla relazione fra il ricco patrimonio culturale della regione himalayana e una sua rilettura e reinterpretazione in chiave contemporanea.

L’evento, parte del programma #MAOtempopresente, che utilizza l’arte contemporanea come medium e motore di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale, sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il riallestimento della sezione dedicata alle prestigiose thang-ka tibetane appartenenti alle collezioni permanenti del museo, esposte dopo un delicato lavoro di restauro e consolidamento a cura del Centro di Conservazione e Restauro di Venaria.

Il restauro delle opere è stato reso possibile grazie al generoso contributo di UBI Unione Buddhista Italiana, con cui il museo collabora da alcuni mesi.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

L’associazione Caus e i suoi soci festeggiano quest’anno il 40° anniversario

Le “nozze di rubino”

Caro direttore, il 2024 ci porta nel quarantesimo anno di attività, quattro decenni rivolti costantemente all’innovazione, alla gratuità, alla solidarietà e alla costruttiva provocazione.

Un sentimento simboleggiato dal rubino appunto, dall’incessante passione che il Caus ed i suoi iscritti hanno sempre avuto nel concretizzare nuove e coinvolgenti idee.

Il Centro Arti Umoristiche e Satiriche, associazione culturale no-profit, nasce a Torino nel 1984 con la precisa finalità di promuovere l’umorismo e la satira quali strumenti d’analisi, stimolo, critica e formazione in ambito istituzionale, artistico ed educativo in ogni scibile umano. Una biblioteca specializzata fu gestita dai soci fondatori Massimo Tonelli e Claudia Enrico e coordinata da volontari sino al 2012. La sezione web (www.caus.it), nata nel 2008, deve il suo sviluppo all’opera, alla tenacia e alla pazienza di Tullio Macrì, Piero Ferraris, Marino Tarizzo e altri benemeriti volontari.

I fondatori Raffaele Palma e Giorgio Cavallo, unitamente ad Armando Testa e Franco Bruna, riuscirono in breve tempo a riunire un gruppo di umoristi italiani ed internazionali, studiosi, collezionisti e appassionati del settore, catturando l’attenzione dei media e delle istituzioni per la grande innovazione profusa capace di rendere popolare l’umorismo portandolo in campi non ancora esplorati. Una divisione dell’Associazione denominata “Caus per il sociale” attiva sin dalle origini, si è distinta per le proposte solidaristiche confluite in convegni, tour, mostre e progetti dedicati esclusivamente a coloro che hanno problematiche di varia natura.

Negli anni, l’attività del Caus si è sviluppata in differenti indirizzi: artegrafica, calligrafia, cabaret amatoriale, comunicazioneambientearchitettura, toponomastica, didatticapedagogia, nonché alla formazione scolastica grazie a corsi universitari, interventi nelle scuole di ogni ordine e grado e corsi di aggiornamento rivolti al corpo insegnanti. All’attività propriamente formativa e pedagogica, il Centro ha affiancato la divulgazione delle proprie ricerche al settore libri, organizzando inoltre manifestazioni, mostre, percorsi tematici, concorsi, conferenze e dibattiti a carattere nazionale ed internazionale e ha realizzato un inserto satirico intitolato “ Bazar, i guastafeste” del periodico indipendente Osservatore Terziario (1989- 1991 circa, con numerosi vignettisti accreditati). Moltissime sono state le tematiche, tutte nuove ed esclusive dedicate al capoluogo subalpino (oltre 70 percorsi in parte consultabili alla sezione “tours” e “tours virtuali” su www.caus.it), che hanno dato visibilità e pregio a opere artistiche e architettoniche poco analizzate e studiate, argomenti concretizzati in tour gratuiti assai apprezzati dai partecipanti, coadiuvati da pubblicazioni editoriali o tragitti scaricabili dal sito web del Caus, tutti gratuiti.

Numerosi sono stati i problemi da affrontare, per fortuna sempre superati positivamente, causati dalla “sensibilità” di alcuni esponenti di enti pubblici e società private (come non ricordare le interpellanze sulla mostra dedicata a Roland Topor vista da certuni come irrispettosa, volgare e inappropriata, oppure le interrogazioni sulla pubblicazione di alcune vignette ritenute offensive, poi la minaccia di denuncia per aver scoperto, fotografato e fatto pubblicare furti sacrileghi di opere d’arte al Cimitero Monumentale. Ancora: 35 giorni ininterrotti di sciopero della fame da parte del responsabile dell’Associazione per aver visto escludere i corsi d’aggiornamento e i laboratori scolastici dedicati alla didattica dell’umorismo nelle scuole di Torino (vennero esclusi non solo i corsi sull’umorismo e la satira, ma tutti le altre collaborazioni accreditate da numerose associazioni); poi il ritiro del patrocinio pubblico sui tour gratuiti pensati per persone con disabilità motoria e non vedenti e scaricabili gratuitamente dal sito nella sezione “Caus per il sociale” dal titolo “Torino Paratour” – e ancora la facile e scontata vittoria presso il Tribunale di Torino, dopo una denuncia penale di un piccolo tour operator contro il Caus (https://www.caus.it/raffaele-palma/amare-torino-vuol-dire/ )

Molteplici invece sono state le gratificazioni con istituzioni pubbliche e private nel corso dei quattro decenni. L’elenco delle collaborazioni e dei patrocinatori è sterminato e si possono leggere nella sintesi dell’allegato word.

Caus in dialetto piemontese vuol dire “calcio” ed è esattamente ciò che abbiamo fatto in quarant’anni: si sono prese a pedate la staticità delle cose, la banalità delle mode, la sicurezza dell’arroganza, la certezza delle patacche (fake news). Se qualche volta abbiamo scalciato con scarsa energia, promettiamo che in futuro tireremo pedate più forti e decise per cercare di cambiare in meglio cose e persone!

Caus – Centro Arti Umoristiche e Satiriche

Contatti: info@caus.it

Premio di Narrativa “Parole in collina”

Ad Asti la presentazione della seconda edizione dedicata quest’anno al “Monferrato, terra di borghi e di città”

Lunedì 15 gennaio, ore 18

Asti

Obiettivo, occhi e penna sul Monferrato. Un mare di colline, morbide o irrequiete, boschive o selvagge. E poi il paradiso dei vigneti, piccoli borghi e splendide città ricoperte di storia, case chiese e palazzi e i tipici, secolari “Infernot” scavati nella “Pietra da Cantoni” per affinare il vino, paesaggi che vivono nel più poetico dei sogni e che sanno d’infinito e di un “oltre” precluso al reale. “E allora tanto vale stare qui, attendere e guardare la collina. E’ così bella”, scriveva Umberto Eco. E bello sarà anche descriverla a parole impresse su pagina. Sullo scorrere di emozioni che possono farsi, appunto, pagina letteraria, per tramandare storie individuali e di comunità e far conoscere l’incanto di una “terra di borghi e di città” qual é il nostro Monferrato, dal 22 giugno 2014 “Patrimonio Unesco”, insieme a Langhe e Roero, per la sua “unica particolarità” di territorio. Così, raccontare il Monferrato – nei suoi più tipici aspetti paesistici o nelle vicende di donne e uomini che hanno impresso nella storicità di quell’angolo di Piemonte le loro esistenze – è proprio il tema della seconda edizione del Premio di Narrativa “Parole in collina. Monferrato, terra di borghi e di città” che verrà lanciata il prossimo lunedì 15 gennaio (ore 18) ad Asti, presso la “Biblioteca Astense Giorgio Faletti”, in via Luigi Goltieri 3. Nell’occasione verrà presentata anche l’antologia “Monferrato paesaggio vivo”, pubblicata da “Neos edizioni”, che raccoglie i racconti selezionati nella prima edizione del Premio, nel 2023. Saranno presenti gli autori e i fotografi dell’antologia, insieme allo scrittore Gian Marco Griffi (alessandrino di nascita, oggi residente ad Asti) e all’assessore alla Cultura di Asti, Paride Candelaresi, accompagnati dai “vertici” della “Biblioteca Astense”, dall’editore Silvia Maria Ramasso e da Patrizia Monzeglio, responsabile del Comitato organizzatore del “Premio 2024”.

“Come ‘Neos edizioni’ – sottolinea Silvia Maria Ramasso, amministratore unico dell’editrice – da più di vent’anni ci occupiamo di manifestazioni ed eventi culturali legati al territorio, spesso utilizzando la scrittura narrativa per metterne in luce i valori o per dare voce a esperienze poco conosciute. All’interno di questo percorso è nato nel 2023 il Premio di narrativa ‘Parole in collina’, che nella prima edizione ha sviluppato il tema ‘Monferrato, paesaggio vivo’.  Il grande successo del contest e la qualità dei racconti raccolti in un’antologia, ci hanno indotto a proseguire in questo progetto con una seconda edizione del Premio che quest’anno avrà come tema ‘Monferrato, terra di borghi e di città’. Il Premio sarà aperto a chiunque voglia narrare storie, memorie, esperienze, sentimenti ispirati dai borghi e dalle città del Monferrato sotto forma di racconto inedito ambientato in una località del territorio realmente esistente e riconoscibile. I quindici racconti selezionati dalla giuria saranno premiati con la pubblicazione in un’antologia, che costituirà una rappresentazione letteraria del territorio e, al contempo, una sua promozione”. Gli elaborati dovranno essere spediti in 5 copie dattiloscritte ed anonime a “Neos edizioni srl”, in via Beaulard 31, a Torino (tel. 011/7413179), entro il prossimo 15 aprile.

La premiazione avverrà quest’autunno presso il “Salone del Senato” della Biblioteca di Casale Monferrato.

Il Comune in cui sarà ambientato il racconto vincitore verrà premiato con la targa di “Paese narrato 2024” e con l’inserimento di una sua “scheda di visita” all’interno dell’antologia. Inoltre, gli autori dei primi cinque racconti classificati riceveranno la “Targa del Premio 2024”.

Bando visibile su: www.neosedizioni.it

g.m.

Nelle foto:

–       Colline del Monferrato: Vignale vista da Sala, Ph. Eleonora Ceresa, gentilmente concessa dall’Associazione “Club per l’Unesco” di Vignale Monferrato

–       Cover antologia “Monferrato, paesaggio vivo”, Neos edizioni, 2023

–       Silvia Maria Ramasso, amministratore unico “Neos edizioni”

Visitatori in crescita al Museo Nazionale della Montagna di Torino

Nel 2023 quasi 70.000 presenze, oltre 3.000 nelle vacanze di Natale

 Il Museo Nazionale della Montagna di Torino ha registrato un +3.800 di visitatori nel 2023 rispetto all’anno precedente, totalizzando 67.891 presenze, anche grazie a un fitto calendario di mostre e iniziative sotto la guida della direttrice Daniela Berta, in carica dal 2018.

 

Bilancio positivo anche per il periodo natalizio: tra il 23 dicembre e il 7 gennaio sono stati registrati 3.478 visitatori e utenti.

 

Tra le mostre originali prodotte dal Museomontagna fuori sede, ha spiccato “Walter Bonatti. Stati di grazia – Un’avventura ai confini dell’uomo”, inaugurata presso la Galleria Civica di Bolzano l’8 novembre, che dalla sua apertura fino al 7 gennaio ha registrato 3.496 visitatori.

Saluzzo, un borgo romantico

Stradine, piccole piazze, chiese, balconi fioriti, una fortezza arroccata in cima, una atmosfera poetica decorata da storia e arte, questa è Saluzzo; molto di più di quello che ci si aspetta leggendola sulla guida, perché, pur essendo una miniatura, i contenuti sono considerevoli, la posizione suggestiva, grazie al Monviso che la domina, la ricchezza culturale sostanziosa

 Un perfetto set cinematografico, uno scenario dove ambientare film storici, ma anche storie d’amore dal sapore antico o dallo stile contemporaneo.

Una destinazione amata dai piemontesi, a cui generalmente dedicano una gita giornaliera, una meta irrinunciabile per i turisti che visitano il Piemonte.

Il Marchesato di Saluzzo risalente al XII secolo fu rigoglioso e fortunato, Manfredo, figlio di Bonifacio del Vasto diede vita ad una dinastia che durò per 14 regnanti. Il massimo splendore arrivòin seguito nel XV secolo durante il quale l’arte prosperava e si diffondeva floridamente.

Oggi Salusse, in lingua Piemontese,  è un comune di 17.200 abitanti della provincia di Cuneo, uno dei borghi medievali meglio conservati del Piemonte con bellezze urbane e artistiche di altre epoche come la settecentesca e  sofisticata Corso Italia che ci accoglie subito all’arrivo.

In entrata al curato ed elegante centro storico troviamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta, terminata nel 1501 e attuale sede vescovile, semplice nella facciata, abbellita dalle statue di San Pietro e Paolo. E’ all’interno che esprime invece tutta la sua importanza grazie soprattutto ai diversi e magnifici dipinti e una struttura maestosa. Andando avanti verso Piazzetta dei Mondagli troviamo Casa Pellico, dove nacque e visse l’autore de Le mie prigioni. All’interno del museo molti sono i ricordi e i manoscritti appartenuti  famoso letterato e intellettuale dell’800.

Proseguendo in salita per le antiche e deliziose stradine e seguendo le indicazioni che portano  al castello, troviamo il Palazzo Comunale e all’interno la Pinacoteca Matteo Olivero.

Dopo poco finalmente ecco La Castiglia, in posizione dominante, nel punto più alto della città.  Simbolo di Saluzzo e teatro di molteplici vicende storiche, fu il vanto residenziale del Marchesato ma vide anche periodi di degrado e abbandono quando dopo il XV secolo diventò prima caserma e poi prigionefino alla fine del secolo scorso. Oggi ospita tre percorsi museali: quello della Memoria Carceraria, la Civiltà Cavalleresca e l’esposizione permanente delll’IGAV.

Riprendendo il sentiero, suggestivo e di antica bellezza, sono diverse le chiese di storico e artistico interesse che si incontrano,meritano indubbiamente una visita San Giovanni e San Bernardo.

Di singolare fascino ed eloquente per rivivere la ricchezza della vita nobiliare del Marchesato in epoca rinascimentale, è Casa Cavassa, antica residenza di Galeazzo Cavassa oggi Museo Civico.

A completare e deliziare la visita di questo luogo incantato sono le pasticcerie che espongono in vetrina attraenti creazioni e  diversi ristoranti dove gustare le specialità del posto.

A fine primavera e all’inizio dell’estate diverse sono le manifestazioni che animano questo centro artistico e romantico: a maggio la Fiera dedicata all’antiquariato, arte e artigianato, a giugno la festa della birra con C’è Fermento e a luglio il Marchesato Opera Festival, rassegna di concerti ed eventi culturali.

Maria La Barbera

Musei Reali, bilancio di un anno e nuovi progetti

All’alba del nuovo anno, i Musei Reali di Torino guardano al 2023 attraverso i numeri.

Il bilancio che ne deriva conferma la posizione di prestigio dell’istituzione torinese, che risulta tra le più apprezzate e visitate a livello nazionale.

Sono infatti 626.359 le persone che, nel 2023, hanno ammirato le collezioni e le proposte espositive dei Musei Reali, superando di 168.422 (+ 36%) il dato del 2022.

Particolarmente premiata dal pubblico (25.000 visitatori) è stata la mostra A tu per tu con Leonardo. Il genio e il suo tempoche, dal 7 aprile al 9 luglio, ha raccontato la vita e il tempo di Leonardo attraverso il prezioso nucleo della Biblioteca Reale, tredici disegni autografi e il Codice sul volo degli uccelli, affiancati da una preziosa selezione di opere dalle collezioni dei Musei Reali.

Molto gradita è stata anche l’Estate Reale, il programma connesso ai percorsi museali e alle mostre temporaneeattraverso il filo conduttore della musica che ha visto alternarsi, ai Giardini Reali e al Teatro Romano, concerti e performance.

Il successo dei Musei Reali è proseguito anche durante le feste natalizie con 40.908 visitatori tra sabato 23 dicembre e domenica 7 gennaio 2024, che conferma la crescita rispetto a quanto totalizzato nello stesso periodo dello scorso anno. L’esposizione temporanea nelle Sale Chiablese, Africa. Le collezioni dimenticate, è stata ammirata da 2.870 persone e sarà aperta fino al 25 febbraio.

Il 2024 si apre con la prosecuzione della mostra dossier Giulia & Tancredi Falletti di Barolo collezionisti, in occasione del bicentenario della nascita del Distretto Sociale Barolo. Fino al 7 aprile, la rassegna curata dai Musei Reali in collaborazione con l’Opera Barolo, celebra i marchesi Giulia e Carlo Tancredi Falletti di Barolo, personalità di spicco della società piemontese del XIX secolo, illustrandone il gusto collezionistico, le committenze e gli interessi culturali, ricostruendo il nucleo originario della loro raccolta attraverso una selezione tra le 45 opere d’arte anticadonate nel 1864 con lascito testamentario alla Regia Pinacoteca, oggi Galleria Sabauda, esposte in dialogo con dipinti e sculture un tempo parte della stessa collezione.

La primavera ai Musei Reali propone un ricco programma d’iniziative.

 

Dal 23 marzo al 28 luglio, nelle Sale Chiablese si tiene una mostra dedicata al pittore Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, protagonista della scena artistica italiana nella prima metà del Seicento. Perno del percorso espositivo è il nucleo di opere appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, accostate a dipinti, disegni, incisioni in prestito da musei e collezioni italiane e internazionali. In particolare, la mostra sviluppa il tema del mestiere del pittore, nelle sue relazioni con la committenza, con il mercato e con il pubblico, inserendo il percorso creativo e stilistico dell’artista nel quadro più ampio e intrecciato delle dinamiche economiche e sociali del suo tempo. 

Dal 28 marzo al 30 giugno, l’appuntamento con Leonardo da Vinci in Biblioteca Reale è dedicato quest’anno all’Autoritratto, il percorso espositivo, che si giova anche di prestiti prestigiosi, ne delinea la storia dalla sua genesi, quale testamento umano e spirituale, alla sua diffusione a partire dal Cinquecento, quale rappresentazione universale che Leonardo ha scelto di lasciare di sé alle generazioni future, fino a divenire, nell’età contemporanea, icona globale del genio da Vinci.

Per i 300 anni dalla nascita del Museo di Antichità, dal 23 aprile al 10 novembre 2024, lo Spazio Scoperte della Galleria Sabauda ospita l’esposizione La scandalosa e la magnifica. 300 anni di ricerche in Piemonte su Industria e sul culto di Iside, un viaggio attraverso la città romana di Industria, la città “mercato sul Po”, le cui sorti archeologiche hanno accompagnato la storia e le vicende del museo torinese e del casato sabaudo, tra le più antiche attestazioni in Italia del culto di Iside, dea orientale definita “La scandalosa e la magnifica” nell’Inno del III-IV secolo a. C. rinvenuto a Nag Hammadi, in Egitto. Dalla Iside Cabalistica, opera seicentesca presente nelle collezioni del duca Carlo Emanuele I, si approda a Industria-Bodincomagus, città romana alpina dalle forti connotazioni cosmopolite che lega culti locali, orientali, rapporti economici e culturali con l’Egeo orientale.