CULTURA- Pagina 2

Prima Persona Plurale. Il Festival della Vita Indipendente

Sarà “Open. Spazio aperto di diversità”, voluto da “Fondazione Time2”, ad ospitare a Torino il primo evento in Italia dedicato al tema

Da lunedì 5 a mercoledì 7 maggio

Rivolto alle buone pratiche atte a promuovere il cambiamento verso una società più aperta capace di riconoscere il “valore delle diversità” e la “centralità di ogni persona” (con o senza disabilità), l’evento – primo in Italia dedicato al tema – vuole inserirsi nelle celebrazioni dedicate alla “Giornata Europea della Vita Indipendente”, che ricorre appunto il prossimo lunedì 5 maggio, contribuendo a sottolineare l’importanza di questa giornata in un anno, il 2025, in cui in Italia è iniziata la sperimentazione della nuova “Legge Delega in materia di Disabilità”.

“Prima Persona Plurale” (significativo il titolo dato alla rassegna) si articolerà in tre giornate – da lunedì 5 a mercoledì 7 maggio – ideate e ospitate da “Open”, lo spazio aperto di “diversità” aperto due anni fa, in corso Stati Uniti, a Torino, da “Fondazione Time2”, “creatura” (2019) delle sorelle Antonella e Manuela Lavazza, dopo l’apertura di “Casa Mistral” a Oulx, in Valsusa. Tre giornate dal ricco programma fatto di varie attività mirate alla divulgazione, alla riflessione e a un creativo confronto incentrato sul principio di promozione dell’autodeterminazione e della piena partecipazione all’interno del sociale delle persone “con disabilità”.

Dice Antonella Lavazza, vicepresidente “Fondazione Time2”: “Nostro intento è quello di accompagnare le persone con disabilità e le loro famiglie nel passaggio all’età adulta, un momento fondamentale di crescita e autodeterminazione. Diventare adulti significa poter esercitare pienamente la propria cittadinanza: muoversi liberamente negli spazi pubblici, accedere al lavoro, scegliere dove e con chi vivere. ‘Prima Persona Plurale’ nasce proprio per offrire un’occasione di confronto su questi temi e per valorizzare il diritto alla ‘Vita Indipendente’”.

Il via, dunque, lunedì 5 maggio. Alle 18, ad aprire il Festival, sarà Jozef Gjura, attore albanese (Scutari, 1994), diplomatosi alla “Scuola Per Attori” del “Teatro Stabile” di Torino. Vari i film al suo attivo e fra i protagonisti della recentissima serie Tv de “Il Gattopardo”, Gjura racconterà la storia “plurale”  di Giampiero Griffo , casertano, direttore  della “Biblioteca Nazionale” di Napoli, membro del “Consiglio Mondiale Disabled People’s International” e sin dagli anni Settanta attivo nel campo della “difesa e tutela” dei diritti umani e civili dei cittadini con disabilità. A seguire ritroveremo lo stesso Giampiero Griffo in dialogo con Elisa Costantino , attivista disabile ed esperta di “Disability Studies”, in un incontro che esplora l’evoluzione della “Vita Indipendente”. I due analizzeranno le conquiste del passato, le sfide attuali e le prospettive future.

La rassegna ospiterà anche un momento dedicato a reali esperienze di “Vita Indipendente e attivismo”. Martedì 6 maggio, infatti, alle 18, si potranno ascoltare le testimonianze di Marta Migliosi (attivista per la “Vita Indipendente”), Simone Riflesso(“Data Thinker” e “attivista”), Marta Pulimeno (blogger, Autodifensore) e Valentina Perniciaro, attivista, autrice del romanzo “Ognuno ride a modo suo” (Rizzoli, 2021) e fondatrice della “Fondazione Tetrabondi”, che racconteranno le loro storie fatte di sfide e conquiste per promuovere diritti e inclusione.

E, infine, non si mancherà di parlare delle prospettive future. Mercoledì 7 maggio, sempre alle 18, sarà l’occasione di analizzare politiche, servizi e opportunità in un confronto su diritti, accessibilità e modelli di supporto inclusivi con: Jacopo Rosatelli , assessore a “Welfare, Diritti e Pari opportunità” della Città di Torino; Fabrizio Starace , direttore di Psichiatria presso l’ASL TO5; Alice Sodi , vicepresidente “Neuropeculiare APS”, Associazione di Promozione Sociale fondata e diretta da persone autistiche; Monique Jourdan , direttrice “CISS” Pinerolo; Andrea Faini , amministratore delegato di “Coop CVL” e Valeria Carletti , attivista del coordinamento del “Disability Pride”.

Il Festival ospiterà anche uno spazio dedicato ai “Laboratori”, “momenti di creatività, condivisione e advocacy aperti a tutti”. Grazie al Laboratorio Zanna Dura” , il 6 maggioalle 15,30, si realizzerà insieme una “fanzine”(rivista amatoriale) dedicata alla storia del “Movimento per la Vita Indipendente”, mentre mercoledì 7 maggio, alle 15,30, si potrà partecipare al Laboratorio di Uncinetto” dove la manualità diventa “strumento di espressione e affermazione collettiva”. Con l’aiuto di Patrizia Palillo , in arte “UNFILODIGIUSTINA”, “impareremo – spiegano i responsabili – a lavorare all’uncinetto accessori da indossare, mentre apriremo un dialogo su diritti, accessibilità e partecipazione”. Gli eventi di “Prima Persona Plurale” sono aperti a tutti, sono gratuiti e garantiscono la partecipazione di persone “con e senza disabilità”. Saranno inoltre sottotitolati dal vivo, disponibili in LIS e trasmessi in streaming. Per info: “Open”, corso Stati Uniti 62/b, Torino; tel. 011/786545 o www.fondazionetime2.it

g.m.

Nelle foto: Immagine guida della rassegna, Jozef Gjura, Manifesto di intenti “Open”

Il patrimonio svelato. Dietro le quinte della cura e del restauro 

Palazzina di Caccia di Stupinigi

5 maggio – 17 novembre 2025

I lunedì della scoperta: un ciclo di conferenze e visite esclusive ai luoghi della storia

“Il patrimonio svelato” è il nuovo e inedito ciclo di conferenze sulla conservazione del patrimonio della FOM – Fondazione Ordine Mauriziano, che offre al pubblico l’opportunità di scoprire il meticoloso lavoro di tutela e restauro che si cela dietro le quinte di musei e luoghi della cultura. Accompagnati da esperti, storici dell’arte, restauratori e scienziati della conservazione, si scoprirà il complesso processo che permette alle collezioni di rimanere accessibili e in perfetto stato di conservazione. I sei incontri sono in programma nella Sala Camini della Palazzina di Caccia di Stupinigi (uno alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso), il lunedì, durante il giorno di chiusura, per permettere una visita esclusiva ai luoghi e agli ambienti oggetto dell’approfondimento e conoscere gli aspetti tecnici, materici e tutte le curiosità sulle attività di salvaguardia del patrimonio storico e artistico.

Gli incontri sono organizzati da FOM – Fondazione Ordine Mauriziano in collaborazione con CCR – Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

Lunedì 5 maggio, ore 16

Sala Camini, Palazzina di Caccia di Stupinigi

Il cambiamento climatico e la conservazione dei beni culturali

Il primo appuntamento è un viaggio alla scoperta delle attività silenziose e costanti che fanno parte dei programmi di conservazione della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Dalla lotta agli effetti del cambiamento climatico che hanno ripercussioni su arredi e ambienti, alla conoscenza di pratiche come il monitoraggio della presenza di colonie di coccinelle, della qualità dell’aria e delle polveri che forniscono interessanti dati sull’ambiente, sull’inquinamento e sulla necessità di mettere in atto azioni di protezione sui beni culturali.

A seguire, visita nella Palazzina alla scoperta della conservazione programmata e dell’Integrated Pest Management.

Lunedì 26 maggio, ore 16

Sala Camini, Palazzina di Caccia di Stupinigi

L’ascensore della Regina Margherita

Grazie a un restauro sostenuto dalla Fondazione CRT nell’ambito del Bando “Cantieri Diffusi”, la FOM presenta un inaspettato oggetto che riporta il visitatore all’inizio del 1900, periodo in cui la residenza era abitata dalla Regina Margherita e dalla sua Corte. L’ascensore ligneo della Regina Margherita collegava un piccolo ambiente dietro la Sala degli Scudieri con gli appartamenti del primo piano, dove la corte si riuniva per conversazioni e per la vita di tutti i giorni. Gli esperti del CCR La Venaria Reale sveleranno curiosità e funzionamento di questo oggetto, dismesso dall’utilizzo dopo la Seconda guerra mondiale.

A seguire, visita nella Palazzina e presentazione dell’ascensore restaurato con storico dell’arte e restauratore e rievocazione storica del gruppo Le vie del Tempo per rivivere la Palazzina ai tempi della Regina Margherita.

Lunedì 9 giugno, ore 16

Sala Camini, Palazzina di Caccia di Stupinigi

Il restauro dell’aula della Basilica Mauriziana a Torino

Dopo lunghi anni di chiusura, dovuti a problematiche di sicurezza, riaprirà al pubblico la Basilica Mauriziana di via Milano a Torino. Situata in uno dei punti più iconici della città, al vertice del cosiddetto “isolato Mauriziano”, dove aveva sede l’antico ospedale e la Galleria dei Cavalieri, la Basilica Magistrale Mauriziana dona il nome alla via dove è situata, circostanza che testimonia l’alto valore che l’edificio ha rappresentato nel tessuto storico della Torino sabauda. I recenti restauri, oltre a garantire la messa in sicurezza degli intonaci pericolanti, hanno permesso di riscoprire il magnifico dipinto di Paolo Emilio Morgari, il Trionfo della Croce, vero capolavoro dell’800 piemontese. Una riscoperta che affascina, apre a nuove ricerche e ridona alla chiesa una piena fruibilità.

Venerdì 3 ottobre, ore 16

Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso

Conservazione e valorizzazione della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

A seguito di importanti finanziamenti e di un progetto che porterà a una nuova di riqualificazione del sito della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, funzionari, progettisti e restauratori incontrano il pubblico per raccontare un lavoro di ricerca e scoperta su uno dei beni storici più interessanti della Val di Susa. Il capolavoro del gotico internazionale sarà illustrato attraverso il racconto della sua storia e dei suoi cambiamenti nei secoli. I preziosi dipinti murali di Giacomo Jaquerio saranno letti da restauratori, storici e scienziati attraverso l’inedito punto di vista della materia di cui sono composti.

Lunedì 20 ottobre, ore 16

Sala Camini, Palazzina di Caccia di Stupinigi

Gli interventi di restauro nell’appartamento di Re Carlo Felice alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

I vividi colori e le raffinate decorazioni della seconda metà del Settecento caratterizzano lo spettacolare appartamento reale denominato “del Re Carlo Felice”, nell’ala di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Dalle boiserie alle tele, alle volte finemente ornate da disegni dalle tematiche della natura, l’appartamento racconta il gusto e le scelte di arredo dei reali. Attraverso le sontuose anticamere si giunge alle camere da letto, ai gabinetti e all’atrio centrale che, sin dalla porta della prima anticamera, annuncia una continuità ricercata tra interni ed esterni, rafforzata dalle grandi superfici vetrate dei serramenti che sono uno straordinario segno di riconoscimento dell’architettura della palazzina. Si devono a Giovanni Battista Alberoni e Giovanni Franco Cassini gli affreschi della volta della Prima Anticamera, risalenti al 1754. Dello stesso anno sono i lambriggi (zoccolo) e le imposte delle finestre a finti stucchi e nature morte di Francesco Antoniani, autore anche delle tele raffiguranti Marine e Boscherecce che provengono dalla regia Manifattura di arazzi di Torino e che servirono da cartoni preparatori. La Seconda Anticamera conserva invece il prezioso nucleo di tele raffiguranti “Boscherecce” della pittrice torinese Angela Palanca, databili tra il 1740 e 1750, che servirono ugualmente a cartoni per gli arazzi della Regia Manifattura, le sovrapporte del pittore di corte Pietro Domenico Olivero. L’appartamento, interamente restaurato e riallestito, aprirà al pubblico dopo una minuziosa opera che ha coinvolto le parti lignee, i dipinti, i tessuti e il mobilio.

A seguire visita nella Palazzina alla scoperta dei restauri dell’appartamento accompagnati dalle restauratrici Tiziana Carbonati e Barbara Rinetti.

Lunedì 17 novembre, ore 16

Sala Camini, Palazzina di Caccia di Stupinigi

Restauro e conservazione degli arredi storici: l’allestimento dell’appartamento di Re Carlo Felice

Sin dal 1926, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è museo dell’ammobiliamento. Quasi cento anni di storia del museo hanno portato alla conoscenza del grande pubblico l’opera dei più grandi ebanisti e mobilieri del Settecento, che hanno realizzato pezzi di grandissimo valore storico artistico e che hanno rappresentato un punto di riferimento non solo in Italia, ma nell’intera Europa dell’epoca. Il riallestimento dell’appartamento del Re Carlo Felice, nell’ala di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi, ha interessato decine di arredi di grande valore storico artistico, alcuni dei quali sono da considerarsi dei veri capolavori e sui quali sono stati condotti approfonditi studi e operazioni di diagnostica e restauro che condurranno il visitatore a conoscere materiali e tecniche degli ebanisti, anche oltre le superfici del visibile.

A seguire visita nella Palazzina alla scoperta degli arredi insieme ai restauratori.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Turismo dei “ponti”: le festività riempiono i musei torinesi

Quasi 44.000 visitatori durante i ponti tra Pasqua e il weekend del 1 maggio nei musei della Fondazione Torino Musei

Sono 43.485 le persone che hanno visitato, tra sabato 19 aprile e domenica 4 maggio 2025, le collezioni e le mostre in corso alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

Soddisfazione dei visitatori per le mostre appena inaugurate, alla GAM con la “Seconda risonanza”: Fausto MelottiAlice Cattaneo e Giosetta Fioroni, oltre a Exposed e al MAO con l’esposizione Haori e un grande successo di pubblico sta ottenendo Palazzo Madama con Visitate l’Italia!

Nei giorni della Festa della Liberazione, il 25 aprile, e della Festa dei Lavoratori, il 1° maggio, tutti i visitatori hanno colto l’occasione per usufruire della tariffa a ingresso speciale di 1€ per accedere alle collezioni permanenti, oltre che alle esposizioni temporanee.

In particolare, in queste due settimane di festa sono stati 12.568 i visitatori della GAM8.931 quelli del MAO e 21.986 quelli di Palazzo Madama.

I giorni di maggiore affluenza sono stati il 25 aprile per Palazzo Madama con 3.234 visitatori e il 1 maggio per la GAM con 1.407 presenze e il MAO con 1.549 visitatori.

 

Ottimo risultato per il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile nel periodo di feste che comprende il periodo di Pasqua fino ai Ponti di 25 Aprile e Primo Maggio: da venerdì 18 aprile a domenica 4 maggio i visitatori totali di MAUTO e Centro Storico Fiat sono stati 27.870.

Il giorno di maggior affluenza al MAUTO è stato sabato 19 aprile con un totale di 2.246 ingressi. Sul totale, i visitatori paganti sono stati pari a 68% mentre 10% sono gli ingressi con Abbonamento Musei e il 13% con la Torino Piemonte Card. Il rimanente 9% sono gli ingressi gratuiti (bambini sotto i 6 anni, accompagnatori, ospiti, media, partecipanti ad eventi, pubblico GP). Il 24% dei visitatori ha effettuato l’acquisti dei biglietti online.

Chiude oggi la mostra 125 volte Fiat. La modernità attraverso l’immaginario FIAT dedicata all’anniversario della storica azienda e visitata – dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 – da un totale di 1.161 persone.

Fino al 18 maggio sarà possibile visitare anche la mostra C/ART. L’arte di giocare con l’automobile dell’artista Kuśmirowski: una installazione ambientale nella quale l’artista polacco, esponendo automobili giocattolo e vetturette provenienti da diverse collezioni e musei italiani, crea un dialogo inedito tra arte e memoria storica automobilistica.

Da martedì 8 aprile il Museo ha inaugurato SPAZIO FUTURO, una nuova sezione del percorso espositivo ideata in collaborazione con Fondazione LINKS e Herbert Simon Society e pensata per offrire ai visitatori uno sguardo aggiornato e consapevole sulle trasformazioni in atto e per stimolare una riflessione collettiva sulle possibili traiettorie del futuro. Attraverso un allestimento multimediale – progettato da Leftloft – e prototipi all’avanguardia, SPAZIO FUTURO è un ambiente immersivo e flessibile, pensato per accompagnare i visitatori alla scoperta delle tecnologie innovative che stanno ridisegnando la mobilità sostenibile, offrendo loro un’esperienza coinvolgente e stimolante.

Oltre alle due mostre temporanee, le speciali visite guidate, le esperienze sui simulatori e le attività per famiglie proposte dal Museo hanno contribuito ad animarne gli spazi, creando un racconto coinvolgente e modulato sui diversi pubblici.

 

Lettura delle Favole di La Fontaine alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Domenica 4 maggio, ore 15.45

 

 

Il Labirinto di Versailles fu un labirinto nei Giardini di Versailles con gruppi di fontane e sculture a rappresentare le favole di Esopo. André Le Nôtre (giardiniere anche per i Savoia) inizialmente aveva progettato nel 1665 un labirinto disadorno, ma nel 1669 Charles Perrault consigliò a Luigi XIV di includervi all’interno trentanove fontane a rappresentare le favole di Esopo. Il lavoro stimolò l’interesse del re e venne compiuto tra il 1672 ed il 1677. Getti d’acqua spuntavano dalle bocche degli animali per dare l’impressione agli stessi animali di essere parlanti. Inoltre, ogni fontana era accompagnata da un riassunto della favola. Una descrizione dettagliata del labirinto, delle favole e delle sculture viene fornita dallo stesso Perrault nel suo libro Labyrinte de Versailles, illustrato con incisioni di Sébastien Leclerc.

Da questa storia, prende spunto la visita di FAMU – Famiglie al Museo ispirata alla lettura delle fiabe e agli animali che accompagna tutta la famiglia in visita a Stupinigi, domenica 4 maggio. Nelle sale più ampie ed emblematiche verranno lette le fiabe di La Fontaine, in piena sintonia con gli apparati decorativi del percorso di visita.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Domenica 4 maggio 2025, ore 15.45

Lettura delle favole di La Fontaine

Durata: 1 ora e 15 minuti circa

Prezzo: 5 euro, oltre al costo del biglietto

Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto; gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200601

stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

I segreti della Gran Madre

Torino, bellezza, magia e mistero

Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo1: Torino geograficamente magica
Articolo2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo3: I segreti della Gran Madre
Articolo4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo10: Torino dei miracoli

Articolo 3: I segreti della Gran Madre

La città di Torino è tutta magica, ma ci sono dei punti più straordinari di altri, uno di questi è la chiesa della Gran Madre di Dio, o per i Torinesi, ël gasometro. La particolarità del luogo è già nel nome, è, infatti, una delle poche chiese in Italia intitolate alla Grande Madre. L’edificio, proprietà comunale della città, venne eretto per volontà dei Decurioni a scopo di rendere onore al re Vittorio Emanuele I di Savoia che il 20 maggio 1814 rientrò in Torino dal ponte della Gran Madre (la chiesa sarebbe stata edificata proprio per celebrare l’evento), fra ali di folla festante. Massimo D’Azeglio assistette all’evento in Piazza Castello. Il dominio francese era finito e tornavano gli antichi sovrani. Il passaggio del Piemonte all’impero francese aveva implicato una profonda trasformazione di Torino: il Codice napoleonico trasformò il sistema giuridico, abolì ogni distinzione e i privilegi che in precedenza avevano avvantaggiato la nobiltà, la nuova legislazione napoleonica legalizzò il divorzio, abolì la primogenitura, introdusse norme commerciali moderne, cancellò i dazi doganali. La spinta modernizzatrice avviata da Napoleone con il Codice civile fu di grande impatto e le nuove norme commerciali furono fatte rispettare dalla polizia napoleonica con un controllo sociale nella nostra città senza precedenti. Tuttavia il carattere autoritario delle riforme napoleoniche relegava i Torinesi a semplici esecutori passivi di ordini imposti dall’alto e accrebbe il malcontento di una economia in difficoltà. Quando poi terminò la dominazione francese non vi fu grande entusiasmo, né vi fu esultanza per l’arrivo degli Austriaci. L’8 maggio 1814 le truppe austriache guidate dal generale Ferdinand von Bubna-Littitz entrarono in città, e prontamente rientrò dal suo esilio in Sardegna il re Vittorio Emanuele I, il 20 maggio dello stesso anno. Il re subito volle un immediato ritorno al passato, ossia all’epoca precedente il 1789, abrogando tutte le leggi e le norme introdotte dai Francesi. Il nuovo regime eliminò d’un tratto il principio di uguaglianza davanti alla legge, il matrimonio civile e il divorzio, e reintrodusse il sistema patriarcale della famiglia, le restrizioni civili riservate a ebrei e valdesi e restituì alla Chiesa cattolica il suo ruolo centrale nella società. Il 20 maggio 1814 fu recitato un Te Deum nel Duomo di Torino per celebrare il ritorno del re, che si fermò a venerare la Sacra Sindone. L’autorità municipale festeggiò il ritorno dei Savoia costruendo una chiesa dedicata alla Vergine Maria nel punto in cui il re aveva attraversato il Po al suo rientro in città. A riprova di ciò sul timpano del pronao si legge l’epigrafe “ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS”, (“L’autorità e il popolo di Torino per l’arrivo del re”) coniata dal latinista Michele Provana del Sabbione.

La chiesa, di evidente stampo neoclassico, venne edificata nella piazza dell’antico borgo Po su progetto dell’architetto torinese Ferdinando Bonsignore; iniziato nel 1818, il Pantheon subalpino venne ultimato solo nel 1831, sotto re Carlo Alberto. L’edificio ubbidiva all’idea di una lunga fuga prospettica che doveva collegare la piazza centrale della città, Piazza Castello, alla collina. La chiesa è posta in posizione rialzata rispetto al livello stradale, e una lunga scalinata porta all’ingresso principale. Al termine della scalinata vi è un grande pronao esastilo costituito da sei colonne frontali dotate di capitelli corinzi. All’interno del pronao vi sono ai lati altre colonne, affiancate da tre pilastri addossati alle pareti. Eretta su un asse ovest-est, con ingresso a occidente e altare a oriente, essa presenta orientazioni astronomiche non casuali: a mezzogiorno del solstizio d’inverno, il sole illumina perfettamente il vertice del timpano visibile dalla scalinata d’ingresso. Il timpano, sul frontone, è scolpito con un bassorilievo in marmo risalente al 1827, eseguito da Francesco Somaini di Maroggia, (1795-1855) e raffigura la Vergine con il Bambino omaggiata dai Decurioni torinesi. Ai lati del portale d’ingresso sono visibili due nicchie, all’interno delle quali si trovano i santi San Marco Evangelista, a destra, e San Carlo Borromeo, a sinistra. Fanno parte dell’edificio due imponenti gruppi statuari, allegorie della Fede e della Religione, entrambi eseguiti dallo scultore carrarese Carlo Chelli nel 1828. Sulla sinistra si erge la Fede, rappresentata da una donna seduta, in posizione austera, con il viso serio, sulle ginocchia poggia un libro aperto che tiene con la mano destra, con l’altra, invece, innalza un calice verso il cielo. Spunta in basso alla sua destra un putto alato, che sembra rivolgersi a lei con la mano sinistra, mentre nella destra tiene stretto un bastone. Dall’altro lato si trova la Religione, raffigurata come una matrona imperturbabile e regale: stringe con la mano destra una croce latina e sta seduta mentre guarda fissa l’orizzonte, incurante del giovane che la sta invocando porgendole due tavole di pietra bianca. I capelli sono ricci, e sulla fronte, lasciata scoperta dal manto, vi è una sorta di copricapo, come una corona, su cui compare un simbolo: un triangolo dal quale si dipartono raggi. Spesso, con un occhio al centro del triangolo, il simbolismo è usato in ambito cristiano per indicare l’occhio trinitario di Dio, il cui sguardo si dirama in ogni direzione, ma anche in massoneria è un importante distintivo iniziatico. Perfettamente centrale, ai piedi della scalinata, è l’imponente statua di quasi dieci metri raffigurante Vittorio Emanuele I di Savoia. La torre campanaria, munita di orologio, venne costruita sui tetti dell’edificio che si trova a destra della chiesa nel 1830, in stile neobarocco.

Entrando nella chiesa ci si ritrova in un ampio spazio tondeggiante e sobrio, c’è un’unica navata a pianta circolare, l’altare maggiore, come già indicato, è posto a oriente, all’interno di un’abside semicircolare provvista di colonne in porfido rosso. Numerose sono le statue che qui si possono ammirare, ma su tutte spicca la figura marmorea della Gran Madre di Dio con Bambino, posta dietro l’altare maggiore, il cui misticismo è incrementato dalla presenza di raggi dorati che tutta la circondano. Nelle nicchie ai lati, in basso, vi sono alcune statue simboliche per la città e per i committenti della chiesa, cioè i Savoia. Oltre a San Giovanni Battista, il patrono della città, anch’egli con una grande croce nella mano sinistra, S. Maurizio, il santo prediletto dei Savoia, Beata Margherita di Savoia e il Beato Amedeo di Savoia. La cupola, considerata un capolavoro neoclassico piemontese, sovrasta l’edificio ed è costituita da cinque ordini di lacunari ottagonali di misura decrescente. La struttura è in calcestruzzo e termina con un oculo rotondo, da cui entra la luce, del diametro di circa tre metri. Sotto la chiesa si trova il sacrario dei Caduti della Grande Guerra, inaugurato il 25 ottobre 1932 alla presenza di Benito Mussolini. La bellezza architettonica dell’edificio nasconde dei segreti tra i suoi marmi. Secondo gli occultisti, la Gran Madre è un luogo di grande forza ancestrale, anche perché pare sorgere sulle fondamenta di un antico tempio dedicato alla dea Iside, divinità egizia legata alla fertilità, anche conosciuta con l’appellativo “Grande Madre”. Iside è l’archetipo della compagna devota, per sempre fedele a Osiride, simbolo della consapevolezza del potere femminile e del misticismo, il suo ventre veniva simboleggiato dalle campane, lo stesso simbolo di Sant’Agata. Si è detto che Torino è città magica e complessa, metà positiva e metà maligna, tutta giocata su delicati equilibri di opposti che sanno bilanciarsi, tra cui anche il binomio maschio-femmina. Questo aspetto è evidenziato anche dalla contrapposizione tra il Po e la Dora che, visti in chiave esoterica, rappresentano rispettivamente il Sole, componente maschile, e la Luna, componente femminile. I due fiumi, incrociandosi, generano uno sprigionamento di forte energia. Altri luoghi prettamente maschili sono il Valentino e il Borgo Medievale, che sorgono lungo il Po e sono anche simboli di forza; ad essi si contrappone la zona del cimitero monumentale, in prossimità della Dora, legata alla sfera notturna e femminile. L’importanza esoterica dell’edificio non termina qui, ci sono alcuni che sostengono ci sia un richiamo alle tradizioni celtiche con evidente allusione a un ordine taurino nascosto tra le parole della dedica: se leggiamo l’iscrizione a parole alterne resta infatti la dicitura: Ordo Taurinus. Ma il più grande mistero che in questa chiesa si cela è tutto contenuto nella statua della Fede. Secondo gli esoteristi, la donna scolpita in realtà sorreggerebbe non un calice qualunque ma il Santo Graal, la reliquia più ricercata della Cristianità, e con il suo sguardo indicherebbe il luogo preciso in cui esso è nascosto. Allora basta capire dove guarda la marmorea giovane -secondo alcuni la stessa Madonna – e il gioco è fatto! Sì, peccato che chi ha scolpito il viso si sia “dimenticato” di incidervi le pupille, così da rendere l’espressione della figura imperscrutabile, e il Graal introvabile. Se non per chi sa già dove si trovi.

Alessia Cagnotto

Il MAUTO dedica una mostra a Carlo Felice Trossi, “cesellatore” di curve

Il Museo Nazionale dell’Automobile presenta la nuova grande mostra intitolata “Carlo Felice Trossi. Eroe incompiuto” dedicata alla figura poliedrica del pilota biellese. La mostra inaugura il 15 maggio e rimarrà aperta fino al 28 settembre 2025.

L’esposizione si snoderà lungo un percorso di scoperte che riguardano cimeli, testimonianze fotografiche,  disegni, fino a automobili, aerei e imbarcazioni. La mostra è curata dallo storico e saggista Giordano Bruno Guerri, affiancato nel progetto allestitivo da Maurizio Cili.

Carlo Felice Trossi (1908-1949), appassionato pioniere dell’automobile e protagonista delle competizioni sportive tra le due guerre, risulta una figura affascinante,  eroica, geniale e visionaria. La sua carriera non si esaurisce nell’automobilismo, ma abbraccia anche la progettazione di imbarcazioni di avanguardia, di aeroplani e la partecipazione a competizioni aeronautiche. Nella sua breve vita ha saputo coniugare un mecenatismo raffinato con capacità progettuali e imprenditoriali straordinarie, diventando un esempio di lungimiranza e avanguardia. Il villese Carlo Felice Trossi, conte di Pian Villar, fu sicuramente un attore di primo piano sulla scena motoristica negli anni Trenta. Nato nel 1908, rimase orfano in giovane età del ladre, scomparso a 36 anni in un incidente stradale. Affascinato dai motori fin da ragazzo, esordì nel mondo delle gare automobilistiche nel ’31 partecipando alle Mille Miglia, organizzate dall’Autoclub di Brescia, in coppia con l’amico rivale Antonio Brivio, Marchese Sforza. L’anno seguente ottenne, davanti a Brivio, la vittoria nella Biella Oropa, nel 1931. Entrò così a far parte della scuderia Ferrari, disputando quattro Gran Premi nel 1933. Nel 1934 vinse a Montreux, trionfando in seguito nel primo circuito automobilistico di Biella. Appassionato di volo, oltre che di motori, partecipò a due edizioni del Raduno Sahariano, gara di regolarità aerea a tappe organizzata in Libia dal maresciallo dell’aria Italo Balbo, e si fece promotore della costruzione di un campo di volo nel biellese. La sua carriera proseguì fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale fu pilota di aerosiluranti. Nel 1947 vinse a Milano il Gran Premio d’Italia. L’ultima gara da lui disputata, nel 1948, sul circuito del Valentino, a Torino, si ritirò per un guasto meccanico. Morì il 5 maggio 1949, a Milano, per malattia.

Mara Martellotta

Torna il Certame Pareysoniano

Nuovo appuntamento a Cuneo con il “Concorso Nazionale di Filosofia” dedicato alla memoria del grande filosofo di Piasco, Luigi Pareyson

Sabato 10 maggio

Cuneo

Giunto alla sua terza edizione, è in programma per sabato 10 maggio (dalle ore 10) presso il “Rondò dei Talenti” in via Gallo 1, a Cuneo, il nuovo appuntamento con il “Certame Pareysoniano”, il “Concorso Nazionale di Filosofia” riservato, a livello nazionale, alle classi III, IV e V delle Scuole  Superiori, organizzato dal Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”, in collaborazione con il cuneese Liceo classico e scientifico “Pellico-Peano”, dove lo stesso Pareyson insegnò “Filosofia” dal ’40 al ’44, prima di essere arrestato dall’Ufficio della “Federazione Fascista” e sospeso dall’attività didattica per il suo impegno politico militante nel nucleo del “Partito d’Azione”.

Nato a Piasco (Cuneo) nel 1918 e scomparso a Torino nel 1991, Luigi Parejson è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento e un influente esponente dell’ermeneutica contemporanea. A Torino, approda nel ’52, dove occupa la nuova Cattedra di “Estetica” dell’Ateneo subalpino per poi passare nel ’64 (succedendo al Maestro Augusto Guzzo) alla Cattedra di “Filosofia Teoretica” che occuperà fino alla fine della sua carriera accademica. Fra i suoi allievi più noti Gianni Vattimo e Umberto Eco.

La “libertà”, vista come “atto di auto-posizione, in lotta con sé stessa e sempre in atto di scelta” fu il tema centrale del suo pensiero e proprio al rapporto tra “libertà e tecnologia” è stata dunque dedicata, come atto concreto di memoria dovuta al “filosofo cuneese della libertà”, la nuova edizione del “Certame”, il cui avvio dei lavori e la successiva presentazione degli elaborati da parte degli studenti ammessi alla finale saranno presieduti dal professor Enrico Guglielminetti, presidente del Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”. Interverranno anche Giulia Gavioli (“Liceo Minghetti” di Bologna) e Federico Naretto (“Liceo D’Azeglio” di Torino), vincitori dell’edizione 2024. Nel pomeriggio, dalle 15, presso lo “Spazio Incontri Fondazione Crc” (via Roma, 15) si svolgerà una conferenza del professor Giovanni Maddalena (“Università del Molise”) sul tema “Delitti, investigazioni e libertà nell’epoca dell’intelligenza artificiale” ; seguirà, dalle 16, la cerimonia di premiazione dei vincitori della terza edizione dell’iniziativa. La partecipazione è gratuita e aperta alla cittadinanza.

“Il tema della ‘libertà’ – sottolinea Graziano Lingua, direttore del Centro Studi Filosofico-religiosi ‘Luigi Pareyson’ – è stato investigato dagli studenti a partire da una specifica domanda: in che misura le trasformazioni tecnologiche degli ultimi decenni ci impongono di ripensare le condizioni e il senso della libertà umana? I lavori migliori sono stati selezionati per la fase finale, in presenza a Cuneo, dove i finalisti si cimenteranno in una breve presentazione orale, valutata da una Giuria di docenti universitari e liceali”.

Rispetto alla seconda edizione del “Certame”, quest’anno si è registrato un ulteriore incremento dei lavori inviati, passati dai 53 dell’edizione 2024 ai 72 di quest’anno, realizzati da studenti i tutt’Italia. Dieci, quelli selezionati per la finale. Quattro i piemontesi: il “Vasco-Beccaria-Govone” di Mondovì, l’“IIS D’Adda” di Varallo, i Classici “Vincenzo Gioberti” e “Massimo D’Azeglio” di Torino. Ogni studente avrà a sua disposizione 10 minuti per una breve presentazione. Verrà premiata la capacità di esposizione e di argomentazione poi, sulla base delle diverse illustrazioni, il “Comitato Scientifico” individuerà le vincitrici ed i vincitori.

Per ulteriori infopareyson@unito.it

g.m.

Nelle foto: Luigi Pareyson; la classe IV G – Indirizzo Scienze Applicate del “Liceo Pellico-Peano” di Cuneo

Quando la Storia riempie le piazze: boom di pubblico per Barbero a Torino

Ottocento posti tra platea e giardino (con cuffie per l’ascolto all’aperto), ma una fila che sembrava non finire mai: ieri sera il Comala è stato letteralmente preso d’assalto per l’incontro con il professor Alessandro Barbero, evento conclusivo del festival Primavera di Bellezza, iniziato il 12 aprile in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile 2025.

Alle 18 l’apertura dei cancelli, alle 19 l’inizio del talk. Ma i fan dello storico più amato d’Italia – tra appassionati, studenti e semplici curiosi – avevano già invaso Corso Ferrucci e dintorni nel primo pomeriggio, determinati a conquistare un posto in prima fila per ascoltare dal vivo il racconto della Resistenza e dell’antifascismo. Un dialogo appassionante e profondo, guidato dal moderatore Carlo Scibilia, che ha trasformato il Q&A finale in un vero e proprio viaggio nella memoria collettiva del Paese.

L’incontro è stato l’ennesima dimostrazione della forza comunicativa di Barbero: la capacità di rendere la storia accessibile, avvincente, viva. Un talento raro, che trasforma ogni lezione in uno spettacolo capace di spiegare il passato e dare senso al presente.

Giunto alla sua quarta edizione, il Festival “Primavera di Bellezza” ha saputo ancora una volta coniugare riflessione e attualità, ospitando nomi di spicco del panorama culturale italiano come Patrick Zaki, Sigfrido Ranucci e Steve Della Casa. Un’occasione preziosa per confrontarsi su temi politici, civili e culturali, con lo sguardo sempre rivolto alla comprensione del mondo di oggi.

 Valeria Rombolà

BEYOND 2025 Being Many. La cultura come leva per la trasformazione sociale

 

In collaborazione con Fondazione Club Silencio e Fondazione Fitzcarraldo, arriva a Torino la conferenza internazionale di riferimento per il settore culturale europeo organizzata da Culture Action Europe

 

4-7 giugno 2025 – Torino

La Centrale Lavazza | Via Ancona, 11/A

Sermig Arsenale della Pace | P.za Borgo Dora, 61

Torino si prepara ad accogliere la prossima edizione di BEYONDla conferenza internazionale di riferimento per il settore culturale europeo, che si terrà dal 4 al 7 giugno 2025. L’evento, organizzato da Culture Action Europe in collaborazione con Fondazione Fitzcarraldo e Fondazione Club Silencio, membri della rete europea, con il sostegno dell’Unione Europea e della Fondazione Compagnia di San Paolo, e con il contributo della Camera di Commercio di Torino con Torino Social Impact e di Fondazione CRT, trasformerà il quartiere Aurora in un vivace laboratorio portando oltre 300 professionisti da tutta Europa a confrontarsi su leadership partecipativa, innovazione culturale e sostenibilità sociale.

 

In un periodo segnato da profonde incertezze – dall’erosione della democrazia alla crisi climatica, dai conflitti internazionali ai mutamenti politici – BEYOND a Torino, con il concept dell’edizione 2025 BEYOND: Being Many, si propone come un atto di resistenza collettiva. La conferenza esplorerà il ruolo della cultura come motore di governance partecipativa e azione collettiva, interrogandosi su come una leadership culturale inclusiva possa guidare il cambiamento sociale.

 

“Essere parte di BEYOND 2025: Being Many è per noi un’opportunità unica per trasformare Torino in un laboratorio culturale vivo e partecipativo, dove giovani, professionisti e comunità si incontrano per immaginare insieme nuovi percorsi di cambiamento sociale. Crediamo che la cultura debba essere il motore di una trasformazione collettiva, capace di generare connessioni significative e risposte innovative alle sfide del presente. La scelta del quartiere Aurora come cuore dell’evento non è casuale: rappresenta un territorio in fermento, ricco di potenzialità e storie che meritano di essere raccontate. Attraverso un format innovativo e aperto, vogliamo stimolare il dialogo intergenerazionale e la partecipazione attiva, facendo emergere la forza della cultura come strumento di coesione e crescita. Club Silencio è orgogliosa di essere partner di questo progetto ambizioso, perché crediamo profondamente nella capacità della cultura di costruire comunità più forti e inclusive. BEYOND 2025 sarà un’esperienza unica, capace di far emergere idee audaci e visioni collettive per un futuro più sostenibile e partecipato” – Alberto Ferrari, Presidente, Fondazione Club Silencio.

 

“L’impegno di Fondazione Fitzcarraldo è quello di contribuire alla crescita del tessuto culturale e creativo locale attraverso il confronto e il dialogo con l’Europa, le sue tensioni e le sue opportunità. Accogliere la conferenza annuale della più grande rete culturale europea, l’unica non legata a singoli settori, è un modo unico per nutrire questo dialogo in un momento critico per le nostre democrazie e per l’idea stessa di futuro a cui la cultura può e deve contribuire. In questo senso, BEYOND 2025: Being Many rappresenta un’occasione preziosa per sperimentare nuovi formati e pratiche di confronto, capaci di restituire centralità alla dimensione collettiva e trasformativa della cultura. Per noi è fondamentale che questo avvenga dando spazio ai più giovani, creando connessioni intergenerazionali, e sostenendo il valore delle esperienze che si prendono cura delle comunità. Tutto ciò richiede che la ricerca, le pratiche e le policy possano confrontarsi con quanto avviene nel nostro comune spazio europeo. Torino, e in particolare Aurora, con la sua incredibile energia creativa e le sue contraddizioni tra passato e futuro, saranno co-protagonisti di questo confronto generativo. BEYOND 2025 a Torino sarà quindi un laboratorio vivo, una piattaforma per visioni collettive, una chiamata alla responsabilità condivisa. Ed è questo il ruolo che vogliamo giocare: essere catalizzatori di alleanze coraggiose, capaci di immaginare e costruire un futuro più giusto attraverso la cultura” – Alessandra Gariboldi, Presidente, Fondazione Fitzcarraldo.

 

BEYOND 2025 adotterà un approccio innovativo, puntando su un format di un-conferencing che valorizza la partecipazione attiva e il confronto aperto. Il programma, distribuito tra La Centrale del complesso Nuvola Lavazza e il Sermig – Arsenale della Pace, proporrà una combinazione dinamica di keynote, workshop interattivi, sessioni di capacity building e visite presso iniziative culturali locali.

 

L’esperienza si snoderà esplorando il tema principale dell’edizione, Being Many, declinato attraverso tre fili conduttori.

How to be many per esplorare attraverso presentazioni di progetti, condivisione di esperienze, workshop e visite sul campo come altri abbracciano l’essere in molti – che si tratti di amplificare le voci delle comunità, promuovere il dialogo intergenerazionale, creare spazi per la creatività collettiva, ripensare i modelli di governance, migliorare la sostenibilità o sostenere l’advocacy congiunta. The joy of being many con sessioni che si fondano su generosità, cura e fiducia. Attraverso l’intelligenza collettiva e il lavoro intergenerazionale, favoriremo il supporto reciproco e rafforzeremo le connessioni e la solidarietà. Harnessing Many Ideas con l’obiettivo di creare spazi dedicati al pensiero audace e non convenzionale, con formati diversificati per esplorare idee innovative.

 

La scelta del quartiere Aurora come cuore pulsante dell’evento riflette la volontà di connettere la dimensione globale con il contesto locale, trasformando il territorio in una piattaforma viva di dialogo culturale e innovazione sociale. Un approccio che supera il concetto tradizionale di conferenza, facendo emergere Torino come polo culturale internazionale e simbolo di resilienza urbana e partecipazione comunitaria.

 

Dal 2017, BEYOND rappresenta uno dei principali appuntamenti europei per il settore culturale, grazie all’impegno di Culture Action Europe – il più grande network culturale europeo con sede a Bruxelles.

 

“In un’epoca segnata da disorientamento e confusione, è fondamentale non lasciarsi paralizzare, ma continuare a sognare. Sognare non è un atto passivo: è uno strumento radicale capace di immaginare nuovi futuri e di trasformare l’inquietudine in azione. Questo è lo spirito che animerà BEYOND 2025: Being Many, una conferenza dedicata alla valorizzazione di modelli di leadership culturale collettivi, inclusivi e non convenzionali. L’incontro promuoverà l’intersezionalità, il dialogo intergenerazionale e nuove prospettive per una democrazia culturale fondata sull’empatia e su processi decisionali condivisi. È un invito a sognare insieme – con determinazione, senza timore, e con speranza” – Natalie Giorgadze, General Director, Culture Action Europe.

 

Oltre alle attività riservate ai partecipanti della conferenza, BEYOND 2025 proporrà anche una programmazione culturale aperta al pubblico, con l’obiettivo di avvicinare i cittadini ai temi della sostenibilità, della leadership condivisa e della trasformazione sociale attraverso l’arte e la cultura.

 

Per aggiornamenti sul programma, informazioni su viaggi e accessibilità, visita il sito ufficiale:

https://www.cae-bto.org/

 

CULTURE ACTION EUROPE

Culture Action Europe (CAE) è una delle principali reti europee che riunisce professionisti, organizzazioni culturali, artisti, decisori politici e reti disciplinari, accomunati dall’impegno nella promozione della cultura come elemento essenziale per lo sviluppo sostenibile e democratico dell’Europa. Attraverso attività di advocacy, ricerca, formazione e networking, Culture Action Europe lavora per rafforzare il ruolo della cultura nel dibattito politico europeo e nella vita quotidiana delle comunità, promuovendo la cooperazione transnazionale, la giustizia sociale, la sostenibilità e l’innovazione culturale.

Culture Action Europe utilizza il progetto BEYOND per stimolare il settore culturale a reagire in modo proattivo alle sfide globali, trasformandole in opportunità.

 

FONDAZIONE CLUB SILENCIO

Club Silencio è una fondazione culturale torinese impegnata in progetti esperienziali che stimolino la partecipazione attiva dei giovani under 35 alla vita culturale, sociale e democratica del proprio territorio. Tra i suoi progetti più noti vi è Una notte al Museo, che dal 2017 a oggi ha portato più di 280.000 giovani in oltre 50 musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Con una partecipazione settimanale di circa 1500 persone, di cui l’80% giovani, Club Silencio ha collaborato con importanti realtà del territorio pubblico proponendo percorsi di visita tematici; attività di gamification e audience engagement con un Virtual Reality Corner e l’osservatorio giovanile YouthLab – in opera con lo scopo di monitorare e valutare il rapporto tra i giovani e diverse tematiche. Da ottobre 2022 Club Silencio è certificata ISO 20121 per la Gestione eventi sostenibili.

 

FONDAZIONE FITZCARRALDO

Fondazione Fitzcarraldo è una fondazione di partecipazione indipendente, attiva dal 1999 per promuovere la sostenibilità e l’innovazione nelle politiche, pratiche e processi culturali e creativi. Con un approccio nazionale e internazionale, realizza attività di ricerca, consulenza, formazione e advocacy, impegnandosi affinché cultura e creatività siano riconosciute come elementi fondamentali per il benessere culturale, sociale ed economico di persone, comunità e territori.
Da oltre vent’anni, Fondazione Fitzcarraldo contribuisce alla crescita e alla valorizzazione del settore culturale, accompagnando istituzioni, organizzazioni e professionisti nel rafforzare la capacità di innovare e generare impatti positivi a lungo termine.