Dal 23 giugno sei puntate, ogni martedì, alle ore 22:30, su salonelibro.it
Dopo il grande successo di SalTo Extra, il Salone Internazionale del Libro di Torino torna per l’estate con SalTo Notte: un nuovo format sperimentale che darà voce a editori, autori italiani e stranieri, e abiterà in tarda serata alcuni spazi simbolici della cultura italiana che, tra fatica e incertezza, stanno ripartendo.
SalTo Notte sarà un vero e proprio viaggio in Italia, guidato dal filo rosso della letteratura e della cultura, in un momento storico in cui nel mondo sta tornando la possibilità di movimento, ma non è chiara la direzione da prendere. Un esperimento nuovo, a tarda sera, perché “la notte porta consiglio” e offre un modo diverso di stare insieme: concede maggiore libertà, intimità e possibilità di approfondire, lontano dal trambusto del giorno. A partire dal 23 giugno, dunque, saranno sei gli appuntamenti – tutti i martedì dalle ore 22.30 – trasmessi in streaming su salonelibro.it, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Salone. I video degli incontri rimarranno disponibili sul sito e sul canale YouTube anche dopo la messa in onda.
A Torino, Napoli, Milano e Roma, il Salone entrerà in musei, biblioteche, librerie e spazi di produzione culturale, intervistando le persone e gli artisti che quei luoghi li hanno sempre vissuti e che ora stanno immaginando nuove forme e nuovi scenari di condivisione e di incontro.
Ogni puntata sarà un susseguirsi di incontri, animati da voci del mondo della cultura, della letteratura, della musica, delle arti, dell’editoria che si incroceranno per approfondire, analizzare e commentare – con Nicola Lagioia, il gruppo dei curatori editoriali e tutta la squadra che lavora al Salone – il mondo che si è trasformato intorno a noi. Interviste esclusive; nuove uscite editoriali; la rubrica “Dall’oggi al domani, le parole per dirlo” condotta da Loredana Lipperini per raccontare autori e temi che attraversano le nostre giornate e le nostre notti; un focus dedicato alla narrativa per ragazzi; alla fine di ogni puntata, un momento di poesia e una canzone d’autore, che sarà reinterpretata e suonata dal vivo per accompagnare gli ascoltatori verso la notte. Gli incontri di tutte le puntate saranno commentati a “Casa Buendía”, con Francesco Pacifico e ospiti di volta in volta diversi. SalTo Notte vuole essere anche una finestra aperta sulla “macchina” del Salone, il dietro le quinte della squadra che lavora tutto l’anno e che vuole mantenere saldi i contatti con la Comunità di lettori e pubblico, in attesa di darsi di nuovo appuntamento dal vivo.
Si parte martedì 23 giugno da Torino da La Centrale – Nuvola Lavazza e si prosegue: il 30 giugno a Napoli, alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Intesa Sanpaolo; il 7 luglio a Roma, al Teatro India; il 14 luglio a Milano, alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala di Intesa Sanpaolo; il 21 luglio di nuovo a Roma, alla Libreria Tuba; per finire dove si è partiti, a Torino, il 28 luglio alla Biblioteca civica Villa Amoretti.
La prima puntata
La prima puntata, martedì 23 giugno, fa base a La Centrale – Nuvola Lavazza di Torino. Tra i tanti ospiti in collegamento: Ilaria Capua, protagonista di un incontro intitolato “Ogni nuvola ha una cornice d’argento” a partire dal suo libro “Il Dopo” edito da Mondadori; per la rubrica “Dall’oggi al domani, le parole per dirlo” la filosofa Donatella Di Cesare, autrice di “Virus sovrano?” (Bollati Boringhieri), analizza insieme a Loredana Lipperini quanto sta venendo alla luce in termini di disuguaglianze in questi ultimi mesi e il generale smarrimento sociale e politico; in collaborazione con Gallucci, Valerio Berruti racconta e disegna “L’abbraccio più forte”, un flipbook che racconta com’è cambiato l’abbraccio durante i mesi di lockdown e che ha raccolto fondi per il Covid Hospital di Verduno; “Storia di un sacerdote tra Vangelo e Costituzione” è il titolo dell’incontro tra Luigi Ciotti e Fabio Geda, a partire da “L’amore non basta” (Giunti Editore); in collaborazione con Adelphi, Vanni Santoni intervista Michael Pollan, uno dei saggisti e giornalisti più noti a livello internazionale, per raccontare attraverso il suo ultimo libro un viaggio ai confini della mente umana, seguendo il filo della cultura pisichedelica, analizzata sul piano storico, medico, sociale; per le pillole “I Libri della Notte”: Ritanna Armeni racconta “Mara. Una donna del novecento” (Ponte alle Grazie) e Il Terzo segreto di Satira racconta “La paranza dei buonisti” (Longanesi); non può mancare un incontro dedicato alle librerie di quartiere, messe a dura prova da questi mesi: ne parlano Beatrice Dorigo (La Gang del Pensiero), Sara Lanfranco (Libreria Therese) e Rocco Pinto (Il ponte sulla Dora); la serata si chiude con un momento di poesia, con una lettura di Marco Pautasso. Da “Casa Buendía” interverranno Claudia Durastanti, Francesco Pacifico, Giordano Meacci.
Tra gli ospiti già confermati per le puntate successive: Javier Cercas con Giancarlo De Cataldo, Bret Easton Ellis, Esther Safran Foer, Thomas Piketty, Igiaba Scego, Nino D’Angelo, The Jackal, Pop X, Gipi.

Il Mondo era il giornale che il grande pubblico non leggeva, ma che non mancava sulle scrivanie di sostenitori e avversari e, in particolare, negli uffici dei palazzi che formavano l’establishment di allora. “Perché uomini come Moravia e Montanelli – si interrogava Domenico Bartoli su Epoca, nel 1968 – dovevano tenere il parere di Pannunzio in maggior conto di quello dei critici più conosciuti? E perché grandi personaggi come Croce, Salvemini e Einaudi, tanto più vecchi e famosi di lui, assai diversi l’uno dall’altro, gli avevano concesso interamente la loro stima e fiducia?”.
Articolo 1: Torino geograficamente magica
L’elenco è ancora lungo. Luci improvvise nella notte, voci che si perdono tra le vie più strette, oggetti che si spostano, anime che non si arrendono a doversi distaccare da questo mondo. E in questa moltitudine di spiriti vi sono anche delle vittime di tragiche storie d’amore, come quella della figlia di “Monsù Druent”, vissuta a Palazzo Barolo. Elena Matilde Provana di Druento, figlia del conte Giacinto Antonio Ottavio Provana di Druento, si sposò con suo cugino, il marchese Gerolamo Gabriele Falletti di Castagnole, il giorno 3 febbraio 1695. Il matrimonio combinato si trasformò, come in una bella favola, in un matrimonio d’amore, tuttavia i due protagonisti non riuscirono ad avere il loro lieto fine. Il giorno delle nozze avvenne un doppio infausto presagio: crollò un pezzo dello scalone del palazzo e la sposa perse la collana che le era stata regalata dalla duchessa Anna Maria di Orléans. Nonostante gli avvertimenti del destino, la cerimonia non venne interrotta. Dall’unione dei due nacquero tre figli. Successe poi che “Monsù Druent” non volle pagare la dote della figlia e se la riprese in casa. Elena impazzì dal dolore e il 24 febbraio del 1701 si suicidò lanciandosi dalla finestra del primo piano. Quell’anno c’era molta neve e il colpo si attutì, la donna non morì sul colpo, ebbe il tempo di essere riportata nel palazzo e di spirare distesa su una panca di pietra che si trovava nell’androne.
Almeno 10.000 caduti tra gli imperiali, circa 2000 francesi tra morti e feriti, un territorio percorso e devastato da 30.000 soldati che causarono lutti e sofferenze nella popolazione locale. In quel giorno di primavera Ceresole d’Alba diventò un immenso campo di battaglia. Nel paese di poco più di 2000 abitanti, a una decina di chilometri da Carmagnola, il Museo della Battaglia, aperto lo scorso autunno, racconta il sanguinoso scontro tra le truppe francesi di Francesco I e l’esercito imperiale di Carlo V che lasciò sul terreno migliaia di morti, feriti e mutilati.
firmata a Crépy sarà solo una tregua di breve durata. Dopo Ceresole d’Alba i francesi dilagarono in Piemonte. Anche Alba, Chieri, Casale, Ivrea e gran parte del Monferrato caddero nelle mani dell’armata transalpina. A metà del Cinquecento un’ampia fetta del Piemonte era stata annessa al regno di Francia ma dopo pochi anni la situazione internazionale mutò drasticamente. Nel 1557 la disastrosa sconfitta dei francesi a San Quintino (Saint-Quentin), nel nord della Francia, annientati dalle truppe imperiali condotte da Emanuele Filiberto, duca di Savoia (battaglia celebrata dal Caval’d brons in piazza San Carlo a Torino) condusse poco alla volta alla pace di Cateau-Cambrésis nel 1559 che pose fine alle guerre d’Italia. Enrico II di Francia abbandonò i territori occupati in Savoia e in Piemonte anche se estese il suo dominio al Marchesato di Saluzzo e mantenne presidi militari nelle cittadelle di Torino, Chieri, Pinerolo e Chivasso. La prematura morte del conte d’Enghien, all’età di ventisette anni, fu causata da un banale incidente durante un gioco in un castello. Quando il Museo di Ceresole verrà riaperto, una volta superata l’emergenza sanitaria, il visitatore potrà seguire le tattiche e i movimenti degli eserciti sul territorio attraverso dei video raccontati da storici ed esperti militari ammirando reperti e cimeli storici.