CULTURA- Pagina 16

“Le ossa della Terra. Primo Levi e la montagna”

 

Al “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi”, una mostra dedicata al grande cantore della Shoah e al suo profondo amore per la montagna

Dal 26 gennaio al 13 ottobre

La montagna come totale libertà. Come luogo miracoloso capace di darti forza, ancor più forza, dopo l’ennesima caduta. Di spingerti a ignorare e a sfidare le più terribili ingiustizie e nefandezze concepite dal genere umano. Libertà che in pianura te la sogni, manco a pagarla a peso d’oro. Eppure sarà proprio fra le tanto amate montagne della Vallée che il grande Primo Levi, dopo l’armistizio dell’8 settembredel ’43, perderà la sua libertà. Una trappola mortale che lo segnerà per tutta la vita. “In montagna – annotava il chimico-scrittore in “Piombo” da ‘Il sistema periodico’è diverso, le rocce, che sono le ossa della terra, si vedono scoperte, suonano sotto le scarpe ferrate ed è facile distinguere le diverse qualità: le pianure non fanno per noi”. Parole di totale abbandono e confessione d’amore per quelle “terre alte”, che Primo Levi (Torino, 1919 – 1987) continuerà a frequentare e a raccontare fino agli ultimi suoi giorni in terra.

 

Una passione narrata oggi, con saggia intelligenza, nelle sale del “Museomontagna” di Torino, in una rassegna (programmata fino a domenica 13 ottobreprossimo) con cui la struttura museale di Piazzale Monte dei Cappuccini inaugura insieme due importanti eventi: la celebrazione dei suoi primi 150 anni di vita e la “Giornata della Memoria”, in calendario, come ogni anno, il prossimo 27 gennaio. Il percorso espositivo (a cura di Guido Vaglio con Roberta Mori e sviluppato in collaborazione con il torinese “Centro Internazionale di Studi Primo Levi”) invita a scoprire il legame ancora poco conosciuto tra lo scrittore torinese e la montagna, nato negli anni dell’adolescenza e tragicamente legato al destino dello scrittore. Fu infatti in Valle d’Aosta, nel villaggio di Amay sul Col de Joux, che fu arrestato dalla milizia fascista, insieme ad altri due compagni della piccola banda di “Giustizia e Libertà”, nel dicembre del ’43, per essere  trasferito, come ebreo e partigiano, nel Campo di Fossoli prima e successivamente ad Auschwitz, in Polonia. All’indomani dell’8 settembre 1943, l’espressione “andare in montagna” era infatti diventata sinonimo di una precisa scelta di campo, quella di aderire alla “lotta partigiana”. Sopravvissuto al lager (in quella perfetta tempesta di improbabile “casualità” raccontata nell’iconico “Se questo è un uomo”) e tornato a Torino nell’ottobre del ’45, sarà ancora una volta la montagna a favorire e a consolidare l’amicizia di Levi con altri due protagonisti del nostro Novecento: Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, testimoniata in mostra dalla “pietra” con incisione della poesia“A Mario e a Nuto”, proveniente dalla “Fondazione Nuto Revelli” di Cuneo.

Levi fece incidere la poesia su una pietra di fiume per suggellare una sorta di patto “di cui la montagna, da cui quella pietra veniva, costituiva in qualche modo il testimone – scrive Marco Revelli nel catalogo della mostra –come se la montagna rappresentasse l’occasione di un nuovo inizio”. Particolare curioso, troviamo anche in mostra, per la prima volta esposto al pubblico – fra fotografie storiche, oggetti, documenti, volumi,manoscritti ed estratti video provenienti da archivi pubblici e privati, oltre che dai familiari dello scrittore, dal “Centro Primo Levi” e dallo stesso “Museo” – un paio di sci di Primo Leviche testimonia la sua breve esperienza partigiana, lasciati dallo scrittore ad Amay e poi utilizzati dal partigiano Ives Francisco per fuggire in Svizzera.

I documenti “Le cronache di Milano” eI Libri segreti” provenienti dall’archivio di Massimo Gentili-Tedeschi forniscono invece uno spaccato inedito del 1942, periodo in cui Levi trovò un impiego alla fabbrica “Wander” di Crescenzago e si trasferì a Milano, ospite della cugina Ada Della Torre. Qui trascorse, con altri sei giovani torinesi, un breve ma intenso periodo di vita in comune, testimoniato da disegni, caricature, filastrocche e vignette che raccontano la vita di quel periodo con leggerezza e ironia, pur nella consapevolezza della situazione in cui si viveva, il cui esito tragico non avrebbe tardato a manifestarsi.

Esemplari anche le “Citazioni” di Levi che accompagnano in mostra il visitatore. Otto parole-chiave in cui si traduce perfettamente l’essenza dell’amore dello scrittore per la montagna che era e sarà sempre per lui: Natura, Materia, Letteratura, Trasgressione,Riscatto, Amicizia, Scelta e Liberazione. In un’unica espressione: la “carne dell’orso”, di cui parla nel bellissimo capitolo “Ferro” da “Il sistema periodico”, quale frase a lui rivolta dal grande amico di vita e di scalate, Sandro Delmastro, durante un rischioso bivacco in quota in pieno inverno. “Il peggio che ci possa capitare – così Sandro – è di assaggiare la carne dell’orso”. Quella carne, molti anni dopo, rimpianta da Levi “poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino”.

Gianni Milani

“Le ossa della Terra. Primo levi e la montagna”

Museo Nazionale della Montagna, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna,org

Fino al 13 ottobre

Orari: dal mart. al ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18

Nelle foto, da “Centro Studi Primo Levi”, “Fondazione Nuto Revelli” e “Famiglia Levi”: “Prmo Levi sul tetto del Rifugio Sella” (Cogne, aprile 1940), “Sci”, “Pietra di fiume Po” e “Primo Levi al Pian de la Tornetta” (31 luglio 1983)

 

Panorama Monferrato tra vigneti e castelli

Panorama Monferrato è  una mostra diffusa curata da Carlo Falciani, che rappresenta il quarto appuntamento di un progetto culturale ideato da Italics, una rete istituzionale costituita da 74 autorevoli gallerie, rassegna che si dipana tra vigneti, castelli, pievi nei paesi di Camagna, Vignale, Montemagno e  Castagnole, in Piemonte.

Storico dell’arte e curatore indipendente, tra i massimi studiosi di pittura Toscana del Cinquecento, Carlo Falciani  succede a Vincenzo De Bellis, che ha curato le edizioni di Procida e Monopoli rispettivamente nel 2021 e 2022, e Cristiana Perrella, che è stata curatrice dell’edizione a L’Aquila nel 2023, con il compito di creare un dialogo sorprendente e fecondo tra arte, patrimonio culturale e paesaggio.

Questa edizione di Panorama, la quarta, che vanta un giorno in più delle precedenti, propone un dialogo trasversale tra moderno e contemporaneo e tra architettura e paesaggio. La mostra trova ispirazione nei principi de ‘La civil conversazione’, opera scritta dal diplomatico monferrino Stefano Guazzo, pubblicata nel 1574 e tradotta in cinque lingue. Viene proposta da questa edizione di Panorama l’idea di una civiltà del dialogo, nata in Monferrato e divenuta fondamentale per l’Europa tra Cinque e Seicento. La civil conversation parla di un uomo malato di malinconia e recluso a causa di una pandemia, che riceve le visite del medico e inizia un dialogo con lui su cui si fonda l’etica della comunità.

Il primo punto da cui si parte per questa mostra è  la cittadina di Camagna, con il tema “Lavoro e radici”. Nell’ex Cottolengo compaiono le grandi fotografie di Moira Ricci (1977), che sono composizioni rigorose di case contadine della Maremma che evocano la durezza di una vita rurale; sono presenti le grandi installazioni di terra e capelli di Binta Diaw, artista degli anni Novanta italo senegalese, ma attiva a Milano, che si interroga sulle sue origini.

La seconda tappa è  a Vignale con ‘Ritratto e identità’.  Ritrarre è un tema centrale nella storia dell’arte ma non sempre significa riprodurre le fattezze di un soggetto. Accanto ai ritratti di gentiluomini e dame della metà  del Settecento di Carlo Amalfi, ne compaiono altri moderni. Un esempio inconsueto è  rappresentato dal ritratto allegorico di giovane realizzato da Mirabello Cavallori, dove questi viene dipinto a grandezza naturale,  con il cuore aperto e la scritta latina “lontano vicino”, nella veste l’iscrizione “nella vita e nella morte”. L’opera dialoga con i light box della cubana Susanna Pilar (1984) e le fotografie di lei, la mamma, la zia vestite da sposa, persone provenienti da una famiglia di schiavi e per le quali il matrimonio rappresentava un’uscita da uno stato di costrizione.

Gli ultimi due paesi connessi sono Montemagno e Castagnole. Il primo con “Caducità e morte” prelude alla precarietà.  È poi presente il video di Thomas Gates che riproduce un coro gospel all’interno di una chiesa distrutta e che dialoga  con la statua lignea del Maestro della Santa Caterina Gualino, di linea gotica e completamente rovinata dai tarli.

A Castagnole, nella “Casa della Maestra” troviamo un ambiente trasfigurato delle memorie, su cui dominano la statua di Fausto Melotti ( 1901-1986) ‘Contrappunto Piano’, un quadro di fiori in via di appassimento di Giorgio Morandi (1890-1964), un’opera di Claudio Parmiggiani (1943) che altro non è  se non l’impronta di una vasta libreria.

MARA MARTELLOTTA

A Biella, al via la quinta edizione di “Contemporanea. Parole e Storie di Donne”

“Voce in capitolo”

 

Dal 27 al 29 settembre

Biella

Immagine – guida l’illustrazione , forte e delicata ad un tempo, dell’artista torinese Elisa Talentino (oggi fra le più affermate giovani illustratrici a livello internazionale), è stata presentata nei giorni scorsi a Biella la quinta edizione del Festival “Contemporanea. Parole e storie di donne”, progetto di “BI-BOx-APS”(associazione biellese di promozione sociale e culturale), a cura di Irene Finiguerra, Barbara Masoni, Stefania Biamonti, Laura Colmegna, Patrizia Bellardone e Mariangela Rossetto. Assolutamente chiaro (nel messaggio da veicolare) é il tema della nuova edizione, “Voce in capitolo”, che si svolgerà da venerdì 27 a domenica 29 settembre a Biella, con incontri a “Palazzo Ferrero”, “Palazzo Gromo Losa” “Auditorium Città Studi” e presso la Galleria “BI-Box Art Space” di via Italia 38. Dall’Arte allo Sport, dall’Architettura alla Letteratura, dai Temi Sociali alla Moda, nella tre giorni del Festival, in ben 38 incontri e in bella compagnia di più di 40 ospiti, “verranno esplorati – spiegano le organizzatrici – in quanti e quali modi le donne possano avere ‘voce in capitolo’, facendosi portatrici di punti di vista inediti, scoperte e rivoluzioni culturali”.

Sarà la Letteratura, anche in questa edizione, ad occupare un posto di primo piano. Premessa l’impossibilità di citare tutte le “presenze”, ricordiamo in particolare alcune fra le presentazioni di maggior rilievo, ben sapendo di dimenticarne tane altre non meno interessanti. Con “Storia dei miei soldi”, la scrittrice siciliana Melissa Panarello affronterà con il pubblico uno dei grandi tabù “al femminile”, quello del denaro fra le mani di una donna, mentre Beatrice Sciarrillo, con “In trasparenza l’anima”, tratterà dei disturbi alimentari, non meno drammatici di quella prepotente “solitudine” narrata da Francesca Manfredi nel suo “Il periodo del silenzio”.

Di particolare interesse saranno anche gli incontri dedicati alle “biografie”, vere o romanzate, di donne (studiose, scrittrici, attrici e artiste) che hanno lasciato profondi segni nel loro passaggio terreno. Ecco allora “In Messico con Frida Kahlo. L’autoritratto come geografia” della giornalista torinese Paola Zoppi, insieme a “Io sono Marie Curie” di Sara Rattaro e a “Tutto deve brillare. Vita e sogni di Moana Pozzi” firmato da Francesca Pellas. Particolarmente atteso l’incontro con la scrittrice statunitense Selby Wynn Schwartz, che con “Le figlie di Saffo” (selezionato per il “Booker Prize 2022”) celebra la vita di donne libere e straordinarie in grado di anticipare i tempi, da Virginia Woolf a Sarah Bernhardt, da Isadora Duncan a Nancy Cunard e a Gertrude Stein.

Altro importante filone tematico di quest’anno, quello della “Storia”, che vede in primo piano la giornalista residente a Ginevra e collaboratrice della “RSI” (Radiotelevisione svizzera) e de “L’Espresso”, Sabrina Pisu con “Il mio silenzio è una stella. Vita di Francesca Morvillo, giudice innamorata di giustizia” fino a “Caro presidente, ti scrivo. La Storia degli Italiani nelle lettere al Quirinale” di Michela Ponzani, storica conduttrice televisiva e saggista romana. E ancora temi sociali, arte, moda e sport. Tante opere presentate all’uopo e alcuni incontri davvero curiosi: con Rosanna Marani, ad esempio,  la prima giornalista a essere assunta alla “Gazzetta dello Sport” nel 1973, che racconterà in che modo sia riuscita ad avere voce in capitolo in un ambito considerato prettamente maschile e con due figure fondamentali nel mondo della moda: Rossella Jardini, che ha svolto un ruolo cruciale nel dar forma all’estetica rivoluzionaria di Franco Moschino, e Frida Giannini, designer italiana di fama internazionale, per dieci anni direttrice creativa di Gucci.

“Contemporanea” quinta edizione conferma, inoltre, gli appuntamenti teatrali (readingdell’attrice Valentina Lodovini) e musicali(con la dj savonese, Ellenbeat) e, soprattutto, i “Pranzi con la scrittrice”, alla scoperta, quest’anno, di Alice Munro, canadese, “Premio Nobel” per la Letteratura nel 2013, raccontata dalla traduttrice Susanna Basso (sabato 28) e della storia personale e letteraria di Giovanna Zangrandi (Galliera-Bologna, 1910 – Pieve di Cadore 1988), scrittrice, giornalista, partigiana e alpinista, a cura del Progetto “Mis(s)conosciute – Scrittrici tra parentesi”(domenica 29).

Il gran finale sarà affidato alla nota cantante romana Tosca, in conversazione con Silvia Zambruno a tema “Il suono della voce”, dal titolo di una sua canzone e chiave per capire il mondo attraverso la musica, per incontrare suoni e culture. L’appuntamento a “Palazzo Gromo Losa”, é a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria tramite “Eventbrite”, domenica 29, alle 20,45. Durante la serata sarà organizzata una raccolta fondi per l’associazione “Paviol” che dal 2014 offre supporto psicologico alle vittime di violenza.

Programma dettagliato su: www.contemporanea-festival.com

g.m.

Nelle foto: Elisa Talentino (Immagine-guida); Melissa Panarello (ph. Chiara Stampacchia); Selby Wynn Sghwartz (ph. Shakespeare & Co, Paris); Serena Gentile– Rosanna Marani

 

Strada del Riso, gli eventi culturali

I prossimi eventi sulla Strada degli Associati

 

Nord Ovest Naturae arriva a Vercelli, al Museo del Tesoro del Duomo, il 6 settembre alle 17.30. È legata all’omonimo concorso fotografico organizzato da Associazione Stile Libero WWF Oasi e Aree Protette Piemontesi, Oasis e ATL del biellese.

L’esposizione, ospitata al Museo del Tesoro, proporrà i venti vincitori del concorso fotografico che è giunto alla sesta edizione, premiando le migliori immagini scattate nei territori di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Tra le opere vincitrici anche un’eccellenza vercellese, quella del fotografo Davide Casazza, che sarà ospite in Museo per l’inaugurazione della mostra insieme al Presidente della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare Piero Bellardone, Fabrizio Lava e Luca Guzzo. L’evento sarà occasione per raccontare non soltanto il legame tra l’espressione naturalistica degli ambienti cinquecenteschi del museo e quella contemporanea dei fotografi, ma anche per un focus sulle modalità di valorizzazione del territorio vercellese e biellese.

Un’altra iniziativa sarà quella di Roddi del 7 settembre a partire dalle ore 17, quando, fino alle 22, nel centro storico, si potranno trovare in degustazione i vini di 34 produttori della Strada del Barolo e grandi vini di langa. Ad arricchire l’offerta stand gastronomici dei produttori associati alla Strada del Barolo, oltre a show cooking a cura della Strada del Riso Piemontese e Riso Scagliotti, che verranno preparati al momento dall’azienda agricola omonima. Ad Asti, il 13 e 14 settembre, sarà possibile andare a incontrare l’azienda agricola Scagliotti al più grande quartiere gastronomico di Asti, giunto alla sua sedicesima edizione. La proposta gastronomica comprende il risotto ubriacone, riso carnaroli al barbera con salsiccia e polvere di rosmarino, risotto Gran Cavour e riso gigante aromatico agli asparagi, mimosa d’uovo e fonduta di parmigiano.

Il 15 settembre alle ore 15 sarà possibile fare un vero salto nel Medioevo a spasso tra tesori, monumenti, antiche piazze, palazzi, aneddoti che ancora oggi caratterizzano le vie di Vercelli, tra cui la basilica di Sant’Andrea e via Galileo Ferraris.

Per i Cantieri d’Arte di Tornaco numerosi sono gli appuntamenti che si svilupperanno tra il 15 settembre e il 13 ottobre, a cura di I Go Travel.

I Go Travel è un’iniziativa che prevede la visita guidata e gratuita alla scoperta della storia di Tronzano Vercellese e delle sue edicole votive presenti nel centro abitato. Ritrovo alle ore 10 presso la chiesa di San Martino, luogo di culto di origine medievale. Prima della visita delle edicole votive, verrà presentato il libro “Devozione in risaia”, in collaborazione con Donne & Riso e FAI delegazione di Vercelli. Prenotazione visita guidata: Manuel 349 2186128. Al termine della visita, presso l’area Fontana, sarà possibile pranzare con menù convenzionato. Per informazioni e prenotazioni: 338 3172435. Si ricorda che la partecipazione alla visita guidata gratuita necessità di prenotazione.

Terra Madre vedrà protagonista l’azienda agricola Scagliotti nella sua nuova edizione del Salone del Gusto, dal 26 al 30 settembre, in un evento mondiale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, incentrato sulle politiche alimentari. Il cibo che fa male sta dentro a un sistema preciso, in cui spreco e sfruttamento non sono danni collaterali ma elementi necessari, e rappresentano l’altra faccia del consumo e del profitto. A Terra Madre chiamiamo a raccolta il mondo intero per raccontare un’altra storia, quella del cibo come nutrimento, cultura, convivialità e piacere.

I Go Travel non è soltanto attiva a Tronzano Vercellese, ma prevede un giro turistico tra le vie della Memoria, tra racconti e leggende della Vercelli ci oggi e di ieri. L’appuntamento è fissato al 29 settembre, alle ore 15, in piazza Mazzini 17, a Vercelli. Partendo da piazza Mazzini, l’antica cittadella costruita ad un passo da Porto Canale e dall’anfiteatro romano, si percorreranno vie note soltanto ai vercellese più attenti, andando a scoprire non solo i monumenti ma anche le curiosità legate alla vita quotidiana della Vercelli del passato. Si passerà dal ripercorrere l’antico assetto della città romana alla scoperta del quartiere ghibellino ad ammirare la storica “cesa rusa”, chiesa rossa di San Giuliano, all’ottocentesca sinagoga, all’antico quartiere distrutto della Furia. In esclusiva per questo tour sarà prevista la vista alla chiesa di San Sebastiano, solitamente chiusa al pubblico, dove sono conservate le tracce dei soldati che lì vi soggiornarono, in attesa del fronte, durante la prima guerra mondiale.

 

Mara Martellotta

La Fondazione Giorgio Amendola celebra 42 anni di attività culturale

La Fondazione Giorgio Amendola celebra 42 anni di attività culturale e di impegno sociale, essendo stata istituita nel 1982. Lo scorso anno hanno avuto luogo le celebrazioni per il quarantennale con un ricco programma di incontri e di conferenze sul pensiero di Amendola, intellettuale e dirigente del Partito comunista. Quest’anno è stato recentemente pubblicato il volume “L’eredità riformista di Giorgio Amendola”, libro che raccoglie alcuni degli interventi e contributi presentati durante le celebrazioni, scritti da studiosi autorevoli quali Giovanni Cerchia, ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università del Molise, il sociologo e antropologo Augusto Ferraiuolo e Michele di Donato, ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma 3.

La pubblicazione del libro, che vede, tra gli altri contributi presenti nel volume, quelli di Giovanni Matteoli, già portavoce del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Enrico Morando, ex senatore e viceministro, di Magda Negri, fondatrice del Partito Democratico, e di Ilaria Zilli, ordinario di Storia Economica presso l’ateneo molisano, rappresenta un importante tassello nella missione che si è posta la Fondazione, la promozione della cultura e della riflessione politica in un quartiere in cui la popolazione ha dimostrato sensibilità al progetto, Barriera di Milano.

La Fondazione Giorgio Amendola da sempre si è distinta per l’organizzazione di studi, convegni, pubblicazioni e progetti culturali e ha promosso mostre d’arte e gruppi di incontro, coinvolgendo scuole e attori del territorio.

Tra i volumi recentemente pubblicati accanto a quello dedicato a Giorgio Amendola, anche un saggio realizzato da Elisa Oggero dal titolo “Il cinema di Carlo Levi”, testo che analizza il rapporto tra l’artista e scrittore e l’arte cinematografica. Il prossimo anno si celebreranno, infatti, i cinquant’anni dalla scomparsa di Carlo Levi, noto come il ‘torinese del Sud’.

Nei locali della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52, è allestita anche una ricca biblioteca specialistica incentrata sui temi della politica del Novecento, degli studi su Giorgio Amendola, della bibliografia su Carlo Levi e su una nutrita serie di temi collaterali, quali il disarmo durante la guerra fredda, la coesistenza pacifica, la cooperazione tra i popoli, il ruolo delle classi lavoratrici in rapporto al ceto medio, il rapporto tra la classe operaia e la democrazia industriale.

 

Mara Martellotta

“Granda in Rivolta”

Si apre “in musica” la seconda stagione della rassegna di incontri ospitata al “Vitriol” di Fossano

Domenica 8 settembre, ore 21,15

Fossano (Cuneo)

Conclusasi il 15 luglio scorso la prima stagione di “Granda in Rivolta”  –  con, ospite d’eccezione, il finalista del “Premio Strega” Dario Voltolini – e sospesa la programmazione agostana, la rassegna di incontri, “che si propone di scuotere la provincia cuneese con la poesia”, frutto della fervida mente dei poeti piemontesi Elisa Audino e Romano Vola, torna al “Vitriol”, storico “Pub” fossanese diretto da Maurizio Regis, con un appuntamento che è al contempo “incontro poetico” e “festa di fine estate”.

L’appuntamento è per domenica 8 settembre(ore 21,15), alla vigilia della chiusura per ferie del locale di via Ancina 7 e sarà appuntamento un po’ “fuori dalle righe” rispetto alla tradizionale programmazione della rassegna, in quanto si parlerà, per l’occasione, di “poesia in musica” con due cantautori di origine e di adozione fossanese: Mattia Calvo e Matteo Castellano.

Nato a Fossano e torinese di adozione, Mattia Calvo è il leader della band “La Moncada”, in cui figurano membri di “Treehorn”, “Fh”, “Roncea/MoneyTree” e “Suzanne’ Silver”. I diversi background dei musicisti sono stati inglobati in un processo compositivo incisivo, senza fronzoli né eccessi. I testi di Mattia sono al centro di tutto. Due, per ora, gli album all’attivo: “Torino sommersa”del 2011 e “Nero” del 2014. Dopo molti anni di inattività Mattia Calvo, che ha vinto ben due edizioni del “Premio Recanati”, è tornato sul palco lo scorso 22 giugno in occasione dell’“Ok Fest” di Corneliano d’Alba, condividendo il palco, tra gli altri con “Uzeda” e “Three second kiss” risvegliando nel pubblico il desiderio mai sopito di risentirlo dal vivo. I suoi brani sono profondi e intimi, ma non senza un velo d’ironia.

Matteo Castellano è invece nato a Torino ma vive oggi a Fossano. Ha iniziato a dedicarsi alla chitarra e alla musica nel 1997 scrivendo da subito molte canzoni. Nel 2005 ha pubblicato “I funghi velenosi”, apprezzato da molti tra i quali il “Club Tenco”, che lo ha invitato al “Tenco Ascolta”, il format ideato dallo stesso Club per dare la possibilità ad artisti emergenti di farsi ascoltare dagli addetti ai lavori. Da quel periodo ha iniziato un’intensa, ma disordinata attività live, culminata nel 2011 con la stampa dell’album “Ezio” anch’esso esaurito in poco tempo. Dopo la colonna sonora del docufilm “La gente dei bagni” (“Riff awards 2015 Best documentary”, “Premio CinemAMoRe Trento Film Festival”) é la volta di “Solo la punta”, disco forse troppo pop, per rappresentare il carattere teatrale della musica di Matteo, marcatamente intimista. A questo è seguita un’altra colonna sonora per “I giorni del destino” docufilm  di Emanuele Marini che ha anticipato il ritorno a un lavoro più personale e sofferto con la scelta di collezionare sette canzoni sulle proprie “vergogne intime”. Ultima fatica discografica “Come un matto sano”, realizzato con il collega cantautore Puso nelle vesti di “produttore artistico” e con il quale è riuscito a valorizzare sia l’aspetto canzonistico che la narrazione, la parola come invenzione all’interno del flusso musicale, come già succedeva all’inizio con “I funghi velenosi” e “come succede sul palco che trasforma in teatro da vent’anni”.
Come sempre accade negli appuntamenti di “Granda in Rivolta”, gli autori e gli organizzatori saranno già al “Vitriol” a partire dalle 19,30 per una chiacchierata e una cena conviviale e per entrare nel clima di condivisione tipico della rassegna.
 

Tutte le informazioni su “Granda in Rivolta”sono disponibili sui canali social della rassegna (Facebook, Instagram, Threads, Youtube e WhatsApp).

Per prenotare: 333/4915524.

g.m.

Nelle foto:

–       Mattia Calvo

–       Matteo Castellano, ritratto da Roberto Andreoli, “Street musician with guitar and kazoo”, acquerello

Reykjavik, una capitale vibrante

Arte moderna, murales e una vita sociale dinamica rendono felice la citta’.

Dopo 15 giorni di viaggio da sud a nord e viceversa , sfiorando il circolo polare artico, alla scoperta dell’Islanda, siamo approdati a Reykjavik, la capitale dell’isola. Le aspettative, riguardo alla vitalita’ e alla esuberanza della citta’ erano piuttosto modeste, i centri visitati durante il giro, infatti, compresi Akurery e Hafnarfjörður, sono apparsi essenziali e molto semplici sia riguardo l’urbanistica che da un punto di vista culturale e ludico. D’altronde l’Islanda, terra meravigliosa e unica ( e ancora non molto visitata), attrae e richiama un turismo votato alle sue prerogative naturali: vastissime praterie, molteplici sorgenti geo-termali, crateri e tracce laviche disseminate per tutta l’isola, ghiacci che arrivano fino al mare; insomma un sistema ecologico complesso, che regala scenari unici che sorprendono anche per la frequenza con cui si alternano, e un ambiente che ospita diverse specie animali incantevoli come foche, orche, balene, pulcinelle di mare oltre ad alci, pecore, meravigliosi cavalli e mucche.

Entrando nel cuore di Reykjavik abbiamo trovato, contrariamente a quanto previsto, un centro coloratissimo, vivace e pieno di dettagli interessanti e singolari. La “baia dei fumi” (significato del nome della citta’ dato dai suoi colonizzatori vichinghi, nell’ 870 circa, in virtu’ dei vapori geotermici tipici della zona) e’ una citta’ cool, per usare un termine attuale che include diverse qualita’, invitante e in grado di rendere gradevole la vita a diversi target di persone, dai piu’ giovani ai meno green.

Tra i siti da visitare quelli che saltano decisamente all’occhio da un punto di vista architettonico sono:

la Hallgrimskirkja, una chiesa situata in centro città che possiede una torre di 73 metri (visitabile pagamento). La sua forma e’ ispirata alle colonne di basalto della cascata di Svartifoss e desta molta attenzione perche’ crea la sagoma classica di una chiesa nordica attraverso l’utilizzo della tipica roccia nera di origine vulcanica.

L’edificio dell’ Harpa, inaugurato nel 2011 dopo la crisi finanziaria islandese, e’ un simbolo che rappresenta la rinascita. La sua facciata di vetro si affaccia sulla costa, sul porto di Reykjavík e bacia i cieli dell’Artico. Questo moderno contenitore ospita recital, spettacoli, concerti e mostre.

Il Perlan, invece, e’ una costruzione ultramoderna con una cupola di vetro che vista dall’alto sembra una margherita. E’ stato costruito sopra 5 serbatoi cilindrici di stoccaggio dell’acqua geotermica e al suo interno è allestito uno dei più popolari musei della città, il Viking Saga Museum.

Il centro citta’ e’ diviso in tre zone: il porto, area suggestiva e autentica, il quartiere vecchio e la strada Laugavegur, tutte e due molto animate e costellate da negozi di artigianato e abbigliamento tipico e foderate da deliziosi locali dove fare una pausa o consumare i pasti principali. Questi ultimi sono una delle grandi attrazioni di questo luogo sia per la loro ottima cucina, ma soprattutto per l’energia che regalano a questa citta’. Ragazzi, famiglie e anche molti anziani godono della compagnia degli amici e dello splendido scenario seduti all’interno o all’esterno di pub, ristoranti o Kaffe (bar islandesi).

Concerti, festival ed eventi di ogni tipo, come le sfilate di auto d’epoca, rallegrano e danno a Reykjavik un tono frizzante, cosi’ come la vita notturna nei vari locali, travolgente e spensierata. Nel week end, inoltre, e’ possibile visitare il mercato delle pulci Kolaportid dove non si puo’ andar via senza aver comprato maglioni tipici islandesi (lolapeysa).

Dulcis in fundo, non possiamo non citare i meravigliosi murales che caratterizzano le strade, le case e la personalita’ di questa citta’. Ce ne sono moltissimi e di tutti i tipi, sorprendono per la loro bellezza e la loro capacita’ di inserirsi perfettamente in una citta’ dalle geometrie semplici. Si viene totalmente coinvolti dalla pittura e dalle dimensioni di queste opere d’arte che raccontano storie, miti, esprimono l’arte moderna, volti e simboli della citta’. Non c’e’ bisogno di cercarli, sono ovunque, nelle vie principali e quelle meno di passaggio, decorano abitazioni, negozi e strade, rappresentano una straordinaria manifestazione di gioia e un mezzo efficace di comunicazione.

MARIA LA BARBERA

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

SABATO 7 SETTEMBRE

 

Sabato 7 settembre ore 18.30

LEILA BENCHARNIA

MAO – performance nell’ambito del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded

Leila Bencharnia è sound artist, interprete acusmaticə e musicistə natə in Marocco e di base a Milano/Berlino. Figliə di un musicista tradizionale marocchino, il loro dialogo con il suono è iniziato nel villaggio vicino alle montagne dell’Atlante, terra dell’infanzia. Il loro lavoro sonoro è composto da materiale analogico, tra cui nastri, vinili e sintetizzatori.

Riconoscendo le forme di ascolto radicale come modalità di trasmissione della conoscenza, la pratica di Bencharnia cerca di avere un ruolo attivo nella decolonizzazione dell’ascolto come modo per affrontare la complessità sociale e politica.

Attualmente la loro ricerca è relativa al linguaggio dei tessuti indigeni Tamazight, alla matematica dei frattali africani e la loro relazione con il suono.

L’evento si terrà alla Fondazione Merz, via Limone 24, Torino

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

 

MERCOLEDI 11 SETTEMBRE

 

Mercoledì 11 settembre ore 16:30
STRATEGIE BOTANICHE E GIARDINI RESILIENTI
Palazzo Madama – Conferenza a cura di Edoardo Santoro, curatore botanico di Palazzo Madama

Osservare e favorire l’insediamento di piante selvatiche, ornamentali e officinali che consentono una rapida copertura vegetale in grado di migliorare le condizioni di crescita e di vita delle piante stesse e degli esseri viventi che li circondano.

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro (gratuito Under 30).

Durata: 1 ora.

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it. Prenotazione consigliata

 

Mercoledì 11 settembre ore 17
INCLUSIONE E COMPARTECIPAZIONE CULTURALI
MAO – Conferenza presentazione del saggio della dottoressa Gabriella Bisci.

Con Roxana Olariu, vice-Presidente dell’Associazione GenerAzione Ponte, e Elena Mazzi, artista visiva. Introduce Davide Quadrio.

Il tema dell’inclusione è all’ordine del giorno nel dibattito collettivo. In ambito culturale, cosa significa “includere”? Perché talvolta ci capita di avere l’impressione di non capire il significato di quanto visitiamo? Cosa occorre per far sì che una persona che non abbia mai vissuto un’esperienza culturale inizi a percepire di essere parte della comunità a cui il patrimonio appartiene? E cosa occorre per rendere “compartecipato” il mondo della cultura?

Al di là di soluzioni e scelte specifiche, alcuni processi cognitivi e percettivi sono alla base di ogni interazione tra la persona e l’ambiente: il modo in cui si realizza l’offerta culturale, si allestiscono esposizioni, sia fisiche che digitali, si comunica con una popolazione sempre più eterogenea e in rapido mutamento è il presupposto per un’interazione soddisfacente, emozionante, formativa con i luoghi della cultura e della memoria.

Co-progettare adottando il criterio della centralità della persona e dei relativi bisogni è un modo per ridurre le disparità e per rendere la popolazione attivamente responsabile della cosa comune, da restituire alle generazioni future in condizioni migliori di quanto abbiamo ereditato.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Mercoledì 11 settembre ore 18:30
LUCA BERTOLO. L’HÉSITATION
GAM – Arena Paolini – Conversazione e book launch

Il progetto Luca Bertolo. L’hésitation, sostenuto dall’Italian Council, 12a edizione 2023, organizzato dalla GAM in collaborazione con Il CEAAC di Strasburgo, ha portato, alla realizzazione di una mostra personale dell’artista suddivisa in due sedi – presso il CEAAC e l’Atelier Meisenthal – e alla pubblicazione di un libro, Viaindustriae Publishing, a cura di Elena Volpato, dedicato al lavoro di Luca Bertolo e alla tematica dell’esitazione. In occasione del progetto espositivo, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha acquisito per la GAM una delle opere più significative del lavoro più recente dell’artista: Grande corteo, 2023, olio e acrilico su tela, 250 x 400 cm.

Luca Bertolo, Antonio Grulli ed Elena Volpato, prendendo le mosse dal libro e dalle opere dell’artista, converseranno sul tema dell’esitazione. Tema centrale nel percorso di Bertolo, ma anche in molta parte della pittura e dell’arte contemporanea, dove emerge come attitudine aperta all’opera, secondo le dimensioni del non finito, della dissonanza, della precarietà formale: tutte espressioni della irriducibile complessità del presente e dell’arte come spazio del possibile.

Introducono: MASSIMO BROCCIO, Presidente Fondazione Torino Musei, LUIGI CERUTTI, Segretario Generale Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, CHIARA BERTOLA, Direttrice GAM.

Intervengono: LUCA BERTOLO, artista, ANTONIO GRULLI, curatore e critico d’arte, ELENA VOLPATO, conservatore.

Ingresso libero.


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Musei Reali aperti in occasione di Vendemmia Reale

Dopo il successo delle precedenti edizioni, Club Silencio e Torino Wine Week aprono sabato 7 settembre le porte dei Musei Reali in occasione di Vendemmia Reale. Le due realtà portano avanti insieme il valore della sostenibilità con il coinvolgimento di oltre 40 cantine attente alla sostenibilità in vigna, che seguono una enologia tradizionale tesa a valorizzare il terroir.

 

Una serata speciale dove le degustazioni di alcuni dei migliori vini del Piemonte e da tutta Italia, potranno essere accompagnate alla scoperta dei luoghi dei Musei Reali che solitamente sono chiusi al pubblico.

 

Al centro, il Piemonte del vino, con la partecipazione delle oltre 15 cantine, dal pinerolese e la provincia di Torino, ai cru di Barolo e della Morra, e poi ancora l’astigiano, l’alessandrino, le terre del Roero e dell’albese.

 

Grazie alla straordinaria partecipazione del Consorzio Tutela Lugana, si avrà la possibilità di conoscere una delle prime DOC (1967) della Lombardia, e il suo impegno ad accompagnare le cantine verso un maggior investimento nella sostenibilità, con oltre il 50% degli ettari vitati che hanno già raggiunto certificazioni di sostenibilità.

 

Insieme al Consorzio Tutela Valcalepio si potrà inoltre scoprire il  vino di Bergamo, attraverso  il Valcalepio DOC e la neonata Terre del Colleoni DOC. Veri protagonisti della Valcalepio sono le cantine che, unite sotto l’egida del condottiero Bartolomeo Colleoni (simbolo del Consorzio), portano avanti il nome della viticoltura e dell’enologia bergamasca, con attenzione alla qualità e all’ambiente.

 

Il viaggio, per celebrare la vendemmia, continua attraverso la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, la Toscana, l’Emilia Romagna, l’Umbria, la Campania, il Lazio, la Puglia, fino ad approdare in Sicilia.

 

Grazie a una straordinaria apertura serale sarà inoltre possibile visitare gli Appartamenti Reali di Vittorio Emanuele III, considerati i più antichi e pregevoli del Palazzo, e gli Appartamenti della Regina Elena che conservano un’elegante Sala da Bagno di fine Ottocento, preannunciante lo stile Liberty.

 

Si potrà, inoltre, prendere parte all’esclusiva visita guidata alle Cucine Reali di CoopCulture per conoscere alcune curiosità legate al cerimoniale della tavola di Palazzo Reale e partecipare all’esperienza di degustazione multisensoriale “Mindful Wine Tasting” a cura di Marta Indro di Giulio.

 

Il dj e producer leccese Populous che ha esordito per l’etichetta berlinese Morr Music e che ha collaborato come sound designer per le più famose case di moda come Gucci, Missoni e Vivienne Westwood, prenderà il controllo della consolle a seguito dell’opening act a cura di XNX Party.

 

Non mancheranno, infine, il cocktail bar, varie proposte food, le attività del Play Corner e la Virtual Reality Experience.

PER PARTECIPARE È NECESSARIO ACCREDITARSI QUI

 

INFO

Sabato 7 settembre, orario 19-24

Ultimo accesso evento ore 23:00

Ultimo accesso visite ore 22:45

Ingresso + 3 degustazioni di vino + calice + portabicchiere + visite: 25€ // LATE ENTRANCE Ingresso + drink: 15€ (posti limitati – accredito obbligatorio)

Visita guidata alle Cucine Reali: (+5€) (Posti limitati – acquisto in loco)

Mindful Wine Tasting: (+10€) (Posti limitati – acquisto in loco)

Ingresso ai Musei Reali da Piazzetta Reale 1, Torino