CULTURA- Pagina 138

Torino Spiritualità, la prima grande Kermesse culturale a Torino dopo il Lockdown

Fra laudi medievali e suonatori sufi senegalesi torna la celebre rassegna

Si potranno ascoltare affascinanti laudi medievali accoppiate a melodie dell’islam sufico senegalese nel cortile di Combo, oppure il filosofo Mancuso parlare del respiro del creato, uomini e piante , o ancora il teologo MACIEJ BIELAWSKI, illustrare le molte tradizioni spirituali, antiche e odierne, che praticano vie di meditazione e preghiera, infine all’alba di domenica 27 settembre risvegliarsi nei Giardini Sambuy con le “ Melodie per l’alba” di MARCO LIENHARD: Torna Torino spiritualità , dal 24 al 27 settembre .

E’ anche questo un segnale che la vita culturale riprende il suo corso dopo la lunga clausura e post clausura: E’ la prima grande kermesse torinese di cultura , mentre ancora non si sa quando si potrà fare e come il Salone del libro: la casa madre è la stessa , Il circolo dei lettori.
Tema di quest’anno di Torino spiritualità: il respiro, in senso materiale e spirituale. Tema quanto mai attuale in tempi di Covid 19.
Una edizione comunque ricca di appuntamenti, anche se con le dovute limitazioni. Ne segnaliamo alcuni.
Apre il festival spirituale , giovedì 24 settembre alle 18.30, in Piazza Carlo Alberto, il già citato incontro con VITO MANCUSO, teologo e ALESSANDRA VIOLA, divulgatrice scientifica, dal ttolo “Di uomini e di piante. Il respiro dei viventi.”

Molto interessante e suggestiva la serata del 25 settembre nell’arena di Combo, il moderno ostello- ristorante che sorge dove un tempo c’era la caserma dei Vigili del Fuoco a Porta Palazzo. Alle 21 risuoneranno le belle note di laudi medievali cristiane e di melodie dell’Islam sufico senegalese: a esibirsi il Coro dell’Abbazia della Novalesa ,accompagnato dai Musici vagantes, e i di sufi senegalesi della confraternita Qadiriyya. Una serata in collaborazione con il Centro Federico Peirone ,che cura appunto lo studio e le relazioni cristiano-islamiche per la diocesi di Torino.
Nel ricco programma di sabato 26 settembre Sabato 26 settembre segnaliamo alle 11.00 al Museo Nazionale del Risorgimento, Aula della Camera RESPIRARE IL NOME DI DIO con MACIEJ BIELAWSKI, teologo he parla delle molte tradizioni spirituali, antiche e odierne, che praticano vie di meditazione e preghiera in cui il pensiero si unisce alla disciplina del respiro, in cerca di pace e contemplazione.

Domenica 27 settembre si chiude con una serie di incontri fra i quali il citato incontro all’alba , alle 6,30, ai giardini Sambuy con la musica dello shakuhachi , il tradizionale flauto verticale giapponese in bambù, strumento suonato dall’artista svizzero Marco Lienhard , che è un vero virtuoso dello strumento. Ascoltare il soffio che si fa suono mentre sopraggiunge l’alba è esperienza di delicata bellezza.

IL ricchissimo programma è consultabile sul sito di Torino Spiritualità https://torinospiritualita.org/
L’accesso alle location di spettacolo è consentito solamente alle persone provviste di mascherina. All’ingresso viene misurata la temperatura ed è necessario presentare il modulo di autocertificazione scarucabile dal sito. Per ogni appuntamento gratuito dell’edizione 2020 è obbligatorio prenotare il posto presso la biglietteria del Circolo dei lettori o telefonando al 366 2107136  o scrivendo alla prenotazioni@torinospiritualita.org , entro 24 ore dall’inizio dell’evento. Per gli appuntamenti a pagamento acquisti online su torinospiritualita.org , o telefonici: call center Vivaticket. Si possono acquistare i biglietti anche alla biglietteria del Circolo del lettori in via Bogino 9

Poetrification_urbanismo _inverso Ne parliamo con Davide Galipò

Nel luogo in cui il capitalismo ha mostrato il crudo volto della sua impotenza, nascevano diamanti nelle bocche degli artisti. Idea, potente poesia, sovversiva e coinvolgente, se questa terra fosse fatta di solo cibo, nemmeno l’ape consumerebbe la pulsione del fiore.

Bellezza, giovane virtù, antico tratto di ciglia, nella potenza che lacera il seme, qualcuno ha reso tangibile la realtà irrazionale dei poeti. L’ultimo week end che questo settembre ha strappato all’estate è stato il preludio di un evento nuovo, che ha avuto la volontà di riconnettersi a un tessuto uscito disgregato dopo il lockdown: Poetrification_urbanismo_inverso, il festival di poesia contemporanea e street art, organizzato e gestito da Neutopia – la rivista del possibile -, festival che dal 2019 esprime la sua arte nel quartiere di Barriera di Milano.

Di seguito l’intervista a Davide Galipò, fondatore di Neutopia magazine, con cui ha vinto il bando Casa Bottega per la gestione di un nuovo circolo culturale, La scimmia in tasca. È uno spazio aperto ai soci di Neutopia e a tutte le realtà no profit che vorranno attraversarlo; un coworking che proporrà laboratori, attività e iniziative rivolte al quartiere, dal teatro all’artigianato alla pedagogia; un centro dedicato alla ricerca della poesia contemporanea, che ospiterà mostre, esposizioni, spettacoli, luogo di incubazione per il festival Poetrification_urbanismo inverso.

Cos’è Neutopia e come nasce?
Neutopia è una piattaforma nata a Milano nel settembre 2016, con la volontà di funzionare da ‘tramite’, nel tentativo concreto di sviluppare nuove idee in campo editoriale. Il magazine, che ha cadenza trimestrale, è stato presentato nei disparati festival e librerie che hanno popolato e che hanno sede a Torino, Milano, Genova, Firenze e Bologna. Il nocciolo da cui i primi rami stanno solcando il terreno si è costituito come associazione culturale nel novembre 2017, con base a Torino, volto alla promozione e organizzazione di eventi culturali, esposizioni artistiche e presentazioni con artisti internazionali.

Poetrification è un festival d’arte, un evento che promuove la poesia nei quartieri di Torino. Com’è nato e perché la scelta di un posto che non fosse centrale alla città?

Il nome fu inventato da Ivan Fassio (Asti, 24 dicembre 1979 – Torino, 28 luglio 2020), un pomeriggio. L’idea nasceva da una volontà precisa, giocata sul concetto di gentrificazione: poetizzazione anziché gentrificazione della città, basata sul flusso della psicogeografia, un orientarsi imparando a farlo nel disorientarsi. La psicogeografia è una metodologia che indaga lo spazio urbano decostruendolo, al fine di esplorarlo attraverso la ridefinizione creativa degli spazi stessi. La tecnica applicata è quella della deriva, ossia un cambiamento improvviso di passaggio, orientandosi non più in base a quanto conosciuto, ma su ciò che si palesa intorno: una reintepretazione dello spazio inteso fuori dai suoi luoghi comuni. Si tratta di una bellezza che si manifesta in itinere, una potenza inespressa finché non arriva l’artista ad esprimerla. È un metodo, quello della deriva, che insegna a perdersi e ci vuole poesia per farlo, per cogliere l’attimo e avere partecipazione attiva del momento. Questa teoria induce a recuperare il lato umano dei luoghi che viviamo. È un urbanismo inverso, con e attraverso la poesia.
La scelta del luogo, oltre al fatto che alcuni di noi abitano quelle vie, quel quartiere, è stata indotta dalla volontà di portare un significato nuovo in Barriera di Milano, qualcosa che fosse motivo di aggregazione e di cultura, in un ambiente di emarginazione. Poetrification è una critica al processo di gentrificazione: non serve ripulire le strade per nascondere i problemi sociali, noi che viviamo la periferia vogliamo avere questo impegno per il quartiere.

L’arte è un corpo con molteplici facce. Poesia elitaria e poesia beat, il luogo è sempre qualcosa di strettamente legato a una necessità di espressione, propria e circostante, dell’artista. In che modo l’arte che Neutopia offre può avere risonanza nel quartiere? È un’arte di strada, per strada o con la strada?

La scimmia in tasca, nome del progetto che lo scorso week end ha portato in piazza Foroni l’evento ‘Poeti in fieri’, ha come scopo quello di creare un ponte tra la natura irrazionale, se vogliamo anarchica, dell’arte e il lavoro di un’associazione che opera secondo schemi organizzati. La nostra sede è in Barriera di Milano e non solo la abita, ma offre la disponibilità del suo spazio al quartiere che in tal modo non si riduce a mero spettatore e fruitore passivo, ma lo rende promotore di proposte e progetti culturalmente validi, ospitando associazioni a cui serve un luogo in cui gestire, ad esempio, scuole di italiano per gli immigrati, o a onlus e no profit in cerca di luoghi in cui creare cultura; vogliamo portare luce laddove c’era solo una serranda abbassata. Il nostro vuole essere uno spazio dedicato alla promozione della cultura, in passato abbiamo organizzato (e tuttora abbiamo eventi in programma) incontri culturali, premi di poesia in musica, performance in piazza, presentazione di libri. La nostra programmazione prevede che tutte le settimane ci sia un evento, una mostra, un laboratorio… Sostenere e promuovere arte in un luogo di emarginazione vuol dire apportare un’alternativa a livello culturale, corsi a pagamento di professionisti, laboratori teatrali aperti a tutti e progetti in coworking: l’arte non può e non deve salvare nessuno, ma solo dare espressione di questo cambiamento in atto, e basta, se no diventa una didascalia.
Reprimere non è mai corretto, quello che ci impegniamo a fare è dialogare e per fare questo occorre conoscenza, trovare un linguaggio comune, per non essere colonizzatori di un luogo che non ci appartiene.
Tutti i martedì alle ore 18.00 abbiamo un’assemblea in cui parlare di nuovi progetti ed è aperta a tutti, senza tesseramento.

Cos’è stato Poeti in fieri?
Poeti in fieri è un evento interno al festival Poetrification, un happening collettivo di performance singole che si sono svolte in Piazza Foroni. Una sorta di mercato, non inteso come mercato dell’arte quanto piuttosto come arte di mercato. Ad ogni artista è stato assegnato uno ‘square’, un quadrato all’interno del quale immaginare un modo nuovo di interagire con il pubblico.
Poeti in fieri, e più in generale il festival Poetrification_urbanismo inverso, è stato pensato nei termini di una possibile interazione tra le varie forme della poesia contemporanea e il tessuto urbano; giunto alla sua seconda edizione, il Festival è realizzato con il sostegno di Fondazione San Paolo, Casa Bottega e Comune di Torino.

Quali eventi presenti e prossimi ospita il vostro spazio?
Al momento lo spazio ospita, in forma permanente, l’alfabeto realizzato da Luc Fierens per l’ ‘Abbecedario di poesia contemporanea (2017’). Tra le novità di quest’anno, l’esposizione collettiva di poesia visuale, collage e Digital Art II codice poetico [CTRL C + CTRL V] vuole indagare le possibilità offerte dalla transmedialità e dal codice HTML nella poesia visiva contemporanea.
Questo 25 settembre, invece, è programmato un evento dedicato a Ivan Fassio – poeta, insegnante, curatore di arte contemporanea, teatro, letteratura -, presentando I corpi del culto (Raineri Vivaldelli Editore), di Andrea Cavallo – pianista, tastierista e compositore – e Ivan Fassio, una performance poetico-musicale a ingresso gratuito con tessera associativa e prenotazione consigliata.

Alessia Savoini

Per approfondimenti e informazioni sull’evento, il programma è consultabile al seguente link
https://www.facebook.com/events/2077818735687204/

Giuseppe Chiari, “musica visiva” e sperimentazioni artistiche

Il compositore fiorentino in mostra alla VideotecaGAM di Torino. Da venerdì 12 giugno a domenica 27 settembre

Le dita giocano ad intrecciarsi, le mani si sovrappongono, l’una guarda in su e l’altra in giù, sulla tastiera di un pianoforte.

Fra i più classici e tradizionali degli strumenti musicali. Ma suoni e musica possono anche essere prodotti da oggetti banalmente e comunemente assai “comuni” utilizzando, ad esempio, acqua, carta, vetro o capelli o sassi. E allora l’artista, il compositore “suona stanze, suona le città, immagina partiture per il traffico di automobili”. E quant’altro possa essere frutto di confronto fra immaginazione – la più alta e bizzarra – e quotidiana realtà. Musicista, pianista ed artista concettuale, figura cult delle neo-avanguardie estetiche legate alle ricerche sperimentali condotte nell’ambito della “musica visiva”, a Giuseppe Chiari (Firenze, 1926 – 2007) la VideotecaGAM di Torino dedica il secondo appuntamento, curato da Elena Volpato, del ciclo di esposizioni realizzate in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia. In mostra troviamo due video realizzati da Chiari (fra gli elementi di spicco del gruppo internazionale “Fluxus”, nato nel ’62 in USA e incentrato sulla continua e coraggiosa “combine” di arte visiva e musicale) ad “Art/Tapes 22”. Al ’74 risale il video “Spoleto Concert”, in cui la tecnica pianistica si apre ad ogni possibile gesto. “A tratti, l’iconica teoria di tasti bianchi e neri – scrive la curatrice – si riduce a semplice sfondo visivo, mentre le mani di Chiari si muovono al di sopra, nell’aria”. E del resto, sosteneva lo stesso Chiari: “L’uomo non conosce l’esistenza dei tasti, la tastiera per lui è una lunga striscia bianca. Egli ha però capito che le sue mani, le sue braccia, possono lasciare un’impronta sulla tastiera come sulla sabbia”. E ancora: “Sul fronte delle arti visive, l’astrattismo e il concettuale conquistano irreversibilmente l’incorporeità tipica dell’espressione musicale”. Teoria che trova forma iconica in “Kunst ist einfach (L’arte è facile)”, seconda opera presente in mostra, datata 1973, in cui l’artista riprende in studio, a telecamera fissa, le parole che compongono la frase del titolo, tracciate a inchiostro di china su grandi fogli bianchi. La frase è uno dei suoi più noti statements, in cui si trova riassunto il senso del suo intero operare. Brevi affermazioni come “L’arte è facile”, “La musica è facile”, “L’arte è una piccola cosa” tornano frequentemente nel suo lavoro a significare che ogni gesto, ogni segno, ogni suono, ogni rumore, non importa quanto apparentemente insignificanti e comuni, possono essere arte: e lo sono in quanto aspetti della totalità di cui si compone la vita. Che è caos senza regole. “Spalancata voragine”, in cui la musica “risuona degli echi e delle vibrazioni del tutto, senza gerarchia, senza architettura né ordine”. In mostra, accanto alle due opere video, troviamo anche “La musica è facile”, realizzata nel 1972 e presentata da Chiari presso la Galleria Martano di Torino nella mostra personale del ’76. L’opera è composta da quindici grandi fogli. Su ciascuno l’artista ha scritto una delle quindici lettere che compongono la frase. I caratteri, tracciati con gesto continuo, sembrano unire idealmente il fluire gestuale della calligrafia a china giapponese con la consapevolezza che il suono del pennello che scivola sulla carta è parte di quella musica totale di cui Chiari ci dispone all’ascolto. E, al contempo, quei fogli sono dunque “spazio della parola, del disegno e del suono”. I libri d’artista in esposizione sono parte del Fondo Giorgio Maffei realizzato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

Gianni Milani

Giuseppe Chiari
VideotecaGAM, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it
Fino a domenica 27 settembre
Orari: mart. – dom. 10/18

 

Nelle foto

– “Spoleto Concert”, 1974 (still frame)
– “Kunst ist einfach”, 1973 (still frame)

La “fase non oggettiva” della fotografia italiana dal 1935 al 1958

“Forma/Informe” In mostra alla GAM di Torino.  Dal 24 giugno al 27 settembre

Qui, la realtà non è di casa. Se non di sguincio. In pochi tratti e in minima parte. Frazionata e immaginifica. Giocosa e visionaria. Intreccio di audaci, provocatorie sperimentazioni e diavolerie di mestiere, è realtà che non trattiene, ma volutamente allontana e disperde le sue forme.

“Forma/Informe”, per l’appunto. Come recita il titolo della rassegna ospitata negli spazi della “Wunderkammer” della torinese GAM, curata da Antonella Russo e dedicata alla fotografia non oggettiva e informale italiana dalla metà degli anni Trenta al concludersi dei Cinquanta. Una sorta di “viaggio al termine della forma”, in cui troviamo una selezione di 50 stampe vintage ed originali, in gran parte inedite – e 23 rare pubblicazioni – provenienti da importanti archivi e da prestigiose collezioni d’arte internazionali, firmate da sette grandi fotografi italiani. Fotografi non esponenti di una specifica avanguardia artistica, ma tutti uniti “dalla comune volontà – sottolinea la curatrice – di contribuire alla diffusione di una nuova coscienza fotografica”. Ecco allora l’immagine “pura”, appagata di luce, essenziale semplice e rigorosa, dal “tono alto” (“high-key”, come dicevano gli americani) de “La pallina” o del “Muretto” di Giuseppe Cavalli (Lucera, 1904 – Senigallia, 1961), fondatore nel ‘47 a Milano del gruppo fotografico “La Bussola”, accanto alle particolarissime opere di uno fra i più importanti fotografi di cinema e teatro del secolo scorso, Pasquale De Antonis (Teramo, 1908 – Roma, 2001), collaboratore per quasi vent’anni di Luchino Visconti e presente in mostra con i suoi lavori che arrivano a fissare direttamente sulla carta sensibile le molteplici forme assunte da gocce e liquidi oleosi o inchiostri densi versati su una lastra di vetro retroilluminata. Pittore, grafico, scenografo, oltreché fotografo, di Luigi Veronesi (Milano, 1908 – 1998), la rassegna presenta “Le stelle dalla mia finestra”, immagine di un cielo senza luna attraversato da graffiature che si concretizzano in scie luminose e puntini bianchi, in un narrato che è sintesi perfetta del lungo percorso artistico di un “formalista che teneva ben presente le lezioni del costruttivismo russo e del surrealismo”. A proseguire nell’iter espositivo, troviamo ancora le “forme virtuali” di Franco Grignani (Pieve Porto Morone, 1908 – Milano, 1999), in cui la fotografia si pone spesso e fascinosamente al servizio della grafica con fotomontaggi, sovrimpressioni ed elaborati grafici che si rifanno ad una sorta di singolare “psicologia della forma”, accanto agli scatti inediti raffiguranti vedute urbane di forte “realismo formalista”– da “Montmartre” alla greca “Mykonos”- di Piergiorgio Branzi (Signa, 1928), che è stato anche giornalista Rai, inviato negli anni Sessanta da Enzo Biagi a Mosca e successivamente a Parigi per terminare con la carica di direttore della sede Rai di Firenze negli anni ’70-’80, per poi riprendere a fotografare negli anni ’90 con un progetto sui luoghi pasoliniani, dedicandosi soprattutto alla fotografia digitale. A concludere il gruppone dei “magnifici sette”, con le sue “astrazioni involontarie”, troviamo in mostra le opere (“un andare alle fondamenta – scrive Antonella Russo – della produzione di forme primordiali”) di uno dei protagonisti più autorevoli della fotografia astratta italiana, Paolo Monti (Novara, 1908 – Milano, 1982), insieme alle “Ossidazioni”, ai “Pirogrammi” e agli “Ideogrammi” prodotti da Nino Migliori (Bologna, 1926), opere di geniale sperimentazione in cui le più curiose stramberie frutto di un’immaginazione e di una giocosità tecnica senza fine (dalle piccole bruciature inferte alla pellicola, alle gocce d’acqua o ai liquidi schiumosi applicati sul lastrino dell’ingranditore) ci consegnano curiose immagini oniriche simili a “un organismo vivente, ad una costellazione di cellule sospese come in un liquido amniotico”.

Gianni Milani

“Forma/Informe”
GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it
Dal 24 giugno al 27 settembre
Orari: ven. e lun. 13-20, sab. e dom. 10-19; mercoledì 24 giugno, Festa di San Giovanni, apertura straordinaria 10-20

 

Nelle foto

– Pasquale De Antonis: “Senza titolo D”, stampa positivo diretto su carta Ansco Color Printon, 1957
– Giuseppe Cavalli: “La pallina”, gelatina bromuro d’argento, 1949
– Franco Grignani: “La folla”, gelatina bromuro d’argento, 1954
– Paolo Monti: “Le astrazioni involontarie”, gelatina bromuro d’argento, 1952
– Nino Migliori: “Pirogramma + Ossidazione”, stampa getto d’inchiostro Fine Art su carta Hahnemuhle Photo Rag, 1948 – 2020

Il linguaggio “Oltre la fotografia”

Da sabato 19 settembre fino a domenica 18 ottobre la città di Rivarolo
Canavese ospiterà in diverse sedi la prima edizione di *RIPHOTO –
Oltre la fotografia*, una rassegna che nasce dalla collaborazione tra
l’Assessorato alla Cultura del Comune e l’associazione culturale
Areacreativa42. L’evento, organizzato con il patrocinio di Regione Piemonte
e Città Metropolitana di Torino, si sviluppa intorno alla *fotografia*,
concentrando l’attenzione su artisti capaci di interpretare con grande
libertà il mezzo e il linguaggio fotografico.


RIPHOTO – Oltre la fotografia, rassegna curata da Giorgio Bena, Francesca
Bernardi, Sarah Ed-drissi e Andrea Fenu, vuole essere una piattaforma di
analisi, scambio e dialogo che s’inserisce all’interno del progetto “*Giovani
curatori*” ideato da Areacreativa42*.*

Nella sede principale di *Villa Vallero*, che ha già ospitato negli anni
passati mostre e eventi culturali curati da Areacreativa42, verranno
allestite, con apertura al pubblico tutti i fine settimana della rassegna
(orario dalle 15 alle 19 il sabato e la domenica), le opere di Chiara
Dondi, Claudia Corrent, Matteo Suffritti, Oscar Brum, Fabio Bix, Valeria
Secchi, Francesco Capponi, Luca Baioni, Jennifer Deri, Virginia del Magro,
Charlie Davoli e Anna Skoromnaya. Gli artisti sono stati individuati indipendentemente dalla
loro notorietà ma poiché il loro lavoro rientra nel tema generale.

Lo spazio “Pop-up” adiacente al Municipio di Rivarolo Canavese accoglierà
invece, in collaborazione con Silvia Bigi, artista ravennate, il
progetto “*Dopo
la fotografia*” con l’allestimento di *cinque mostre* dedicate ad artisti
che, come archeologi, hanno lasciato da parte le macchine fotografiche per
lavorare su scatti esistenti. Gli artisti coinvolti, che si succederanno ad
esporre le loro opere nei fine settimana dell’evento secondo un calendario
definito, sono: Veronica Benedetti (19-20 settembre), Roberta Casadei
(26-27 settembre), Valentina Vannelli (3-4 ottobre), Francesca Artoni
(10-11 ottobre), Niccolò Ferrario (17-18 ottobre).

Oltre agli allestimenti di Villa Vallero e alle mostre “Pop-up” di palazzo
Lomellini, sede comunale, la rassegna RIPHOTO – Oltre la fotografia
coinvolgerà gli spazi settecenteschi di *Casa Toesca*, nobile dimora
situata nel cuore di Rivarolo Canavese, dove gli artisti in residenza nella
limonaia proporranno work shop e incontri nel giardino, e gli ambienti
dell’Ufficio Turistico Proloco in cui si terrà *Riphoto Kids*, attività per
bambini a cura di Giulia Cordò. Inoltre, come segno della volontà di
coinvolgere l’intera cittadinanza nell’importante evento, è stata prevista,
in collaborazione con l’Assessorato al Commercio, l’iniziativa *RIPHOTO OFF*,
una mostra diffusa che vedrà, per tutto il mese di durata dell’evento,
diversi esercizi commerciali della città mettere a disposizione i loro
spazi per progetti fotografici.

L’associazione *Areacreativa42*, ideatrice della rassegna, viene fondata
nel 2008 a Casa Toesca con l’obiettivo di valorizzare l’arte storica e
contemporanea attraverso mostre, eventi, workshop, percorsi educativi e
residenze d’artista, e con particolare attenzione per le nuove generazioni.
In quest’ottica ha svolto un ruolo di primo piano *l’Art Prize CBM*, nato
nel 2010 per volontà di Karin Reisovà, fondatrice e presidente di
Areacreativa42, e riservato a pittori, scultori, fotografi, performer e
video artisti.

Per informazioni sull’evento:

Areacreativa42 Associazione Culturale

Via Ivrea 42, Rivarolo Canavese (TO)

Tel. 335 122 7609

Sito: www.areacreativa42.com

info@areacreativa42.com

“Pittura, grafica, impronte” in mostra a Pomaro

Dal Piemonte / Alla Società Mutuo Soccorso di Pomaro Monferrato

Nell ambito della mostra domenica 13 settembre Maura Maffei presenterà alle ore 15   il  suo libro A QUEL CHE ABISSO TACE dialogando con Isabella Bocchio. Vincitore del premio Sezione  romanzo storico al premio letterario Bormio Contea 2019

La mostra curata dal critico d’arte Giuliana Romano Bussola sarà inaugurata alle ore 18 di domenica 30 agosto  nello spazio esterno della Società.

Espongono Mario Mazza, Federica Di Meo, Alberto Carraro, Isabella Bocchio.

Seguirà all’interno del salone la visita guidata secondo le vigenti disposizioni sanitarie.

Alle ore 17,30 si registrano le presenze.

Mario Mazza, calabrese di nascita, monferrino d’adozione, mette a confronto dipinti di solari paesaggi collinari, vigneti, campi di girasole, distese di grano punteggiate di rossi papaveri con nostalgiche visioni di ulivi della terra natale impressi nella memoria.

Alberto Carraro con i suoi graffiti e impronte concilia suggestioni di antichissime pitture e incisioni rupestri con il Movimento dell’Arte Povera, nato negli anni 60, avvalendosi di materiali quali il legno, il ferro e soprattutto il cemento.

Federica Di Meo, famosa disegnatrice e insegnate di tecnica Manga, introdurrà nell’affascinate mondo del fumetto giapponese, ormai considerato vera e propria arte, attraverso l’esposizione di avvincenti e intriganti tavole.

Isabella Bocchio, presidente della SOMS, usando una tecnica particolare, dipinge su metallo scorci di paesi monferrini oltre a soggetti religiosi, in particolare riesce a sintetizzare in pochi tratti le caratteristiche stilistiche delle chiese di Casale.

 

Orari settembre:  

sabato 5-  17-21

​​​​Domenica 6    11-21

Sabato 12     17-21

Domenica 13  11-21

Sabato 19      17-21 Chiusura mostra

 

Con Earthink Festival tanti eventi (per i residenti) nei cortili

Da venerdì 11 a sabato 19 settembre 2020 a Torino torna Earthink Festivalla prima rassegna in Italia dedicata alle espressioni artistiche performative rivolte al tema della sostenibilità.

Obiettivo principale del Festival è da sempre quello di offrire un evento accessibile, sostenibile e che possa stimolare azioni positive, portando la bellezza dell’arte anche in spazi non convenzionali e raggiungendo pubblici nuovi e diversificati. Obiettivo che lo staff dell’Associazione Culturale Tékhné, dal 2012 promotrice di Earthink Festival, ha deciso di portare avanti anche nel 2020, nonostante le difficoltà dettate dalla situazione legata all’emergenza Covid-19.

Un’edizione sicuramente particolare che si sdoppia in due momenti fondamentali nella programmazione:

  • GLI EVENTI NEI CORTILI  RISERVATI AL SOLO  PUBBLICO DEI RESIDENTI dei quartieri dove da anni l’Associazione Culturale Tékhné opera con progetti culturali

 

La Giusta misura, workshop itineranti alla Gam

La giusta misura: RIPETIZIONI 

Workshop a cura di Chiara Camoni e Cecilia Canziani.  

con una Lecture di Gian Antonio Gilli 

 

Sabato 12 e domenica 13 settembre 2020 

GAM Torino 

 


La GAM accoglie nei propri spazi il quarto appuntamento del progetto itinerante di seminari e workshop dal titolo La giusta misura, nato dal dialogo tra Chiara Camoni e Cecilia Canziani e basato sulla condivisione del fare e del pensare come pratica artistica. 

 

Il seminario di settembre alla GAM si intitola Ripetizioni e si articola nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 settembre con un laboratorio di stampe vegetali su seta, letture collettive sull’idea di gesto e ritmo, e con una lecture di Gian Antonio Gilli sulla Morfologia della ripetizione: 

In una nota opera, il filosofo Søren Kierkegard affermava che la ripetizione avrebbe potuto diventare una categoria centrale del pensiero moderno. Numerose esperienze, in campi diversi della vita umana, evocano la ripetizione: alcune, in effetti, sembrano assegnarle grandi compiti, altre mettono persino in dubbio che sia possibile”. 

 

Ripetizioni si svolge nell’arco dei due giorni: il sabato l’incontro prevede una passeggiata per raccogliere le erbe, letture scelte attorno l’idea di gesto e ripetizione che saranno commentate in gruppo, la lectio di Gian Antonio Gilli e il lavoro di stampa su seta. La domenica mattina proseguiranno le letture e si apriranno le stampe vegetali. 

 

Il progetto La giusta misura è stato avviato da Murate Art District, Firenze, ed è proseguito con una residenza presso la Società delle Api, Grasse, un workshop presso il Museo Carlo Zauli a Faenza e una lettura/performance nell’ambito della mostra About this and that. The self and the other. Like everything. a Mostyn Contemporary ArtGallery (UK). 

 

PARTECIPAZIONE GRATUITA

Numero limitato di partecipanti solo su prenotazione. 

Info e prenotazioni: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it  

 

Programma del Workshop

 

Sabato 12 settembre
Ore 10:30 Ritrovo all’esterno del bar Angeli del caffè, Lungo Dora Pietro Colletta 131, Torino
Dalle 10:30 alle 12:30 passeggiata nel Parco Colletta con raccolta erbe in prossimità della zona di confluenza tra la Dora e il Po.
Pranzo libero
Ore 14:30 ritrovo in GAM
Dalle ore 14:40 alle 16:00 lecture di Gian Antonio Gilli sul tema “Morfologia della ripetizione”
Dalle ore 16:00 alle 18:00 realizzazione delle stampe vegetali su seta  

 

Domenica 13 settembre
Dalle ore 10:30 alle 12:30 in GAM
letture scelte sul tema della ripetizione, del gesto e del ritmo
apertura delle stampe vegetali 

Al Polo del ‘900, i giovani protagonisti del Festival 900G-Days: tre giorni di poesia, musica e arte

900 G-Days | Quattrominutietrentatrè. La prospettiva delle nuove generazioni

 

Fra gli ospiti: Eugenio Cesaro frontman degli Eugenio in Via Di Gioia, il mnemonista Vanni De Luca, 

i Fridays For Future, il duo punklirico del Concertino dal Balconcino

11-12-13 settembre 2020

@Polo del ‘900

@Portineria di Comunità

 

Una mostra sulla Torino di ieri e di oggi, un viaggio virtuale nel futuro degli oceani, tanti ospiti, aperitivi serali e musica: torna al Polo del ‘900 il Festival 900 G-Days. Tre giorni di poesia, arte, cultura – da venerdì 11 a domenica 13 settembre – realizzati dai ragazzi under 30 del progetto 900 Giovani, promosso dal Polo del ‘900 e curato dal Centro Studi Piero Gobetti.

 

Prima novità della terza edizione, un tema portante: “il tempo” analizzato dalla prospettiva delle nuove generazioni per ragionare su attualità e futuro. Da qui il titolo: quattrominutietrentatrè ispirato a una composizione sperimentale di John Cage che riflette l’indole dei ragazzi.

La seconda, invece, porta il Festival fuori dai confini del Polo, nel quartiere e per la città come nella suggestiva cornice di Porta Palazzo, nel neonato spazio della Portineria di Comunità, in collaborazione con la Rete Italiana di cultura popolare.

Tutti gli eventi sono gratuiti, ingresso su prenotazione al sito www.polodel900.it o pagina FB @900Giovani.

 

IL PROGRAMMA

Gli appuntamenti partono venerdì 11 con Let’s Talk (ore 10.30), il kick-off del festival che indaga presente e futuro del mondo della cultura con ospiti d’eccezione: Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900; Bertram Niessen direttore di cheFare – agenzia per la trasformazione culturale; Eugenio Cesaro, frontman degli Eugenio in Via Di Gioia e lo street artist Rebor.

Al pomeriggio, presso la Portineria di Comunità, si prosegue con la Trash Challenge (ore 15.30), una raccolta di rifiuti a squadre in collaborazione con Fridays For Future Torino.

Alle ore 16.00, inaugurazione dell’installazione VR 12 Years: viaggio virtuale nei fondali oceanici in un futuro distopico abitato da specie marine bioniche.

L’orario aperitivo è occupato dall’opening della mostra fotografica ContrasTO – La città che cambia (ore 19.30) dedicata alle immagini della Torino di ieri e di oggi, segue il concerto live delle band torinesi Tamè e FratelliSlip, a ritmo di pop-rock e soul.

 

Sabato 12 si apre con OCA (ore 9.30), workshop di teatro sociale sul tema discriminazioni e disuguaglianze, curato da Social Community Theatre.

Nel pomeriggio Time In Consolle (ore 14.30), workshop a tempo di musica a cura di Radio Banda Larga.

A partire dalle ore 18.30, aperitivo con cibi tradizionali in compagnia dei musicisti busker ospitati dalle scenografie acustiche Buskercase. Alla sera (ore 21.30), ancora spazio alla musica con la poesia elettronica del poeta e performer Nicolas Cunial e il DJ set del duo melodic techno Nova Swing.

 

Il festival si conclude domenica 13, con Open-Yoga e Please Be Naked (ore 9.30 a pagamento), due laboratori per il risveglio ed il benessere dell’anima.

Segue alle ore 11.30, presso la Portineria di Comunità, il talk Mastermind in compagnia del mnemonista Vanni De Luca e il docente Alessandro de Concini sul tema memoria e tempo.

Prima di pranzo, si adottano libri in una caccia al tesoro con Pagina37 (ore12.30), interviene Davide Mazzocco, autore di “Cronofagia. Come il capitalismo depreda il nostro tempo”.

Il Festival si chiude con il duo punk-lirico del Concertino Dal Balconcino in un’esibizione nel cortile del Polo del ‘900 (ore 16.30).

 

“Il Festival 900 G-Days è la punta dell’iceberg di un percorso che vede ragazzi fra 18 e 30 anni collaborare con il Polo del ‘900 tutto l’anno – spiega Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – Ai ragazzi è data la possibilità di utilizzare il Polo come spazio dove riunirsi, confrontarsi, formarsi sul campo e creare appuntamenti culturali secondo la loro visione, con sempre più autonomia, seppur seguiti da professionisti del Centro Studi Piero Gobetti e del Polo del ‘900. Nelle scorse edizioni il Festival ha portato al Polo più di 1000 ragazzi e ragazze, oltre ad aver arricchito la programmazione con 24 eventi e aver attivato nuove partnership.”

 

“900 giovani è una esperienza autonoma di partecipazione giovanile, nata nell’ambiente del Centro Gobetti e che al giovane Gobetti liberamente si richiama – aggiunge Pietro Polito, direttore del Centro Studi Piero Gobetti – Una partecipazione attiva, intesa non retoricamente come un sentirsi parte, ma un prendere parte, che mira a far crescere la curiosità, il desiderio di discussione, la collaborazione, lo scambio di idee, il lavoro di gruppo. Alla base del progetto, ormai giunto al suo quarto anno di vita, c’è la convinzione che per coinvolgere i giovani bisogna prima di tutto creare spazi, contesti, meccanismi e processi in cui possano in prima persona esprimere e realizzare la loro idea di cultura”

 

Tutti gli eventi, eccetto dove indicato, si svolgono presso il Polo del ‘900.

Tutti gli eventi sono gratuiti ed accessibili nel rispetto delle norme di sicurezza e delle disposizioni dei decreti ministeriali, previa prenotazione on-line al sito www.polodel900.it nella sezione dedicata al Festival.

Al via la nuova stagione del Circolo dei lettori. Chi legge, trova

È stata presentata nelle sontuose sale di Palazzo Graneri la nuova stagione del Circolo dei lettori. Una parte del pubblico in presenza e un’altra seguiva in streaming nella sala accanto per rispettare le misure di sicurezza.

Giulio Biino, presidente della Fondazione del Circolo dei lettori, apre la conferenza stampa con un liberatorio “Ce l’abbiamo fatta”, consapevole delle sfide che attendono il nuovo anno e senza dimenticare la sofferenza che ha attraversato il Circolo. Anche Elena Loewenthal, che dopo un mese dal suo insediamento come direttrice ha visto chiudere il Circolo, non nasconde l’emozione:

“Ritrovarsi qui non è un inizio qualunque, è un dono insperato. E’ cambiata la nostra percezione del tempo e dello spazio. Settembre è l’inizio di una nuova stagione, per ricominciare, insieme e con curiosità, partendo dalla cultura, Letteratura, creatività, musica, arte e filosofia saranno le coordinate per orientarsi nel presente e costruire il futuro, ma soprattutto per guardare da una giusta distanza quel passato che abbiamo appena attraversato, e che fra le tante cose ci ha costretto anche a ripensare le misure della nostra vita, dello spazio che ci circonda e di quello che ci avvolge.”

E così anche il Circolo si reinventa sempre mettendo al centro la cultura “Chi legge, trova”, più che il motto della nuova stagione, è un augurio, quello di trovare nella cultura la stella polare da seguire per avere risposte, far nascere dubbi, dialogare, sognare, reinventare il futuro insieme. Riprendono gli incontri con gli autori, attesi a Torino Corrado Augias con il nuovo Breviario per un confuso presente (Einaudi), Paolo Nori con Che dispiacere (Salani), commedia dagli equivoci noir, Giovanni Allevi con Rivoluzione (Solferino), racconto filosofico sulla paura di cambiare, Elena Varvello con Solo un ragazzo (Einaudi), romanzo sull’adolescenza, età innocente e malvagia, Enrico Pandiani con il giallo parigino Il gourmet cena sempre due volte (EDT), solo per citarne alcuni. E a proposito di spazi ripensati il Circolo dei lettori sbarca nel Cortile di Combo, non solo in occasione di Torino Spiritualità, ma anche con due speciali appuntamenti in programma a settembre: Mimmo Lucano e Niccolò Zancan si confronto a partire dai rispettivi libri, Il fuorilegge e Dove finisce l’Italia, mentre Gianrico Carofiglio presenta Della gentilezza e del coraggio nel Cortile di Combo, manuale d’uso della parola.

Ricominciano gli incontri firmati Limes e YouTrend del ciclo La mappa del mondo. Dal 9 settembre nella sede storica di via Bogino prendono il via anche i gruppi di lettura, diciassette appuntamenti settimanali fissi per sollecitare la riflessione e condivisione di idee. Gruppi di lettura anche per alunni e alunne delle scuole primarie e secondarie di primo grado pensati apposta per loro, intorno a temi come cittadinanza, inclusione, sostenibilità, ambiente.

Sono stati presentati anche i festival autunnali che a breve prenderanno il via: Scarabocchi sarà il primo, dal 18 al 20 settembre a Novara, rassegna dedicata ai bambini e alle famiglie, arrivata alla sua terza edizione. Torino Spiritualità, dal 24 al 27 settembre, con quattro giorni di riflessioni in chiave filosofica e spirituale intorno al respiro. Eventi dal vivo, letture, dialoghi, concerti e spettacoli in città, itinerari urbani e nella natura, laboratori, meditazioni e mostre con oltre 80 ospiti e più di 70 incontri. Quest’anno, per la prima volta, sarà allestita, nel cuore della città, una grande tenda in piazza Carlo Alberto. Sarà il Padiglione del festival che accoglierà, tra gli ospiti, Vito Mancuso, Massimo Recalcati, Francesca Rigotti, Salvatore Veca, Silvano Petrosino e Giacomo Poretti, Beatrice Venezi con Sebastian Schwarz e molti altri, dal vivo e online.

Dell’ambivalenza della natura umana si occupa invece il Festival del Classico che quest’anno torna dal 29 novembre al 4 dicembre con una settimana intera di lezioni, dialoghi, letture e dibattiti di retorica tra squadre di studenti per rendere vivi e vitali i classici. Presieduto da Luciano Canfora e curato da Ugo Cardinale, il festival coinvolgerà, quest’anno in particolare, gli allievi e le allieve delle scuole superiori e dell’Università di Torino.

E riapre con una nuova stagione di live anche il Circolo della musica di Rivoli. Si ricomincia con Any Other in solo, con Low Standards, High Fives; Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti) in Andrà tutto benino; Andrea “Pojana” Pennacchi in Pojana e i suoi fratelli; Peppe Servillo (Avion Travel) & Luis Mangalavite in Il resto della settimana; Gian Maria Accusani (Sick Tamburo, Prozac+) in Da grande faccio il musicista; Alessandro Baronciani & Corrado Nuccini in Quando tutto diventò blu; Teho Teardo in Ellipses dans l’harmonie.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.circololettori.it

Giuliana Prestipino