CULTURA- Pagina 13

“Terrazza Monferrato”, terza tappa

Continua a Moasca, nella settecentesca Chiesa di “San Rocco”, il programma di “Terrazza Monferrato”. Terzo appuntamento dedicato alle “performing arts”

Sabato 27 settembre, ore 17,30

Moasca (Asti)

Dopo i successi delle prime due “puntate” tenutesi a luglio e ad agosto – prima e seconda tappa di “Terrazza Monferrato” – nel borgo astigiano di Moasca, sempre lì, nel suggestivo Comune incastonato fra i fiumi Belbo e Nizza e adagiato sulle lievi colline del Monferrato “Patrimonio Unesco”, fervono ormai, gli ultimi preparativi per salutare definitivamente l’estate con un nuovo appuntamento del progetto, in collaborazione con il Comune di Moasca e di “ART SITE FEST”, evento giunto ormai alla sua undicesima edizione e nato dalla brillante idea del curatore e critico d’arte (in passato anche Funzionario del “Ministero della Cultura”) Domenico Maria Papa, nato con l’obiettivo preciso di portare l’“arte contemporanea” nei luoghi più iconici della storia, della natura, del territorio e dell’impresa.

Il nuovo terzo imperdibile appuntamento sarà dedicato, sabato 27 settembre (ore 17,30) ai colori e alle “mirabilia” estetiche delle “performing arts”, in collaborazione con “INCANTI Rassegna Internazionale di Teatro di Figura”, che proporrà, nella settecentesca moaschese – tutta in cotto, con campanile e portico – Chiesa di “San Rocco”, pellegrino e taumaturgo francese (patrono, fra l’altro, dei cani e il più invocato dal Medioevo in poi come protettore dal terribile flagello della peste), una “performance” legata proprio alla figura del Santo (Montpellier, 1345-’50 – Voghera, 1376-’79) venerato dalla “Chiesa Cattolica” e “Patrono” di numerose città e paesi.

Titolo della performance “La noce e la castagna” (frutti tipicamente autunnali, simboli di protezione e fertilità, il primo, di sostentamento e generosità della natura, il secondo); un viaggio fra musica, parola e ombre di assoluta informalità cromatica e gestuale (giocata sui rossi e sui neri, sui gialli intensi e sui bianchi sfumati) alla scoperta della figura di San Rocco“sospesa fra corpo e spirito, fra sangue e anima” in un racconto che trae ispirazione dalla tradizione popolare della figura del Santo. Le luci e le ombre di “Controluce Teatro d’ombre” (fondato a Torino nel 1994, con l’idea di unire, in un solo progetto artistico innovativo, musica pittura astratta e teatro d’ombre orientale), a cura del pittore spagnolo Jenaro Meléndrez Chas, accompagneranno gli interventi musicali dalle “Suite n.2” e “n.4” per “violoncello solo” di Johann Sebastian Bach, affidati alla giovanissima (“Conservatorio di Cuneo”) Sofia Artioli. Mentre la voce narrante di Alberto Jona – autore del testo, della drammaturgia e della regia – guiderà lo spettatore in una storia fatta di realtà e finzione, concretezza e immaginazione, per incontrare ancora una volta il Santo di Montpellier, nato con una croce rossa sul petto e figlio unico del ricco governatore della cittadina francese.

Il progetto è realizzato in collaborazione con il “Conservatorio Ghedini” di Cuneo.

“Il tema di quest’anno di ‘INCANTI’ – dicono gli organizzatori –  è il corpo, affrontato in tutte le sue diverse declinazioni e possibilità espressive: dalla sessualità all’amore, dalla violenza alla cura della propria fisicità, dalla relazione fra corpo della marionetta e corpo dell’animatore, fino alla dialettica scottante fra intelligenza artificiale e corpo nella sua totalità”.

Un evento di indubbia suggestione, in cui l’aspetto sacrale abbraccia, nel suo comporsi, diverse forme artistiche di libera informalità, tese a creare dimensioni poetiche ed immaginifiche capaci di attrarre e racchiudere il pubblico in un impervio visionario labirinto di emozioni, incapaci di guidare alla “normalità” di facili vie o scappatoie d’uscita. E a immediati ritorni alle più semplici realtà del quotidiano.

G.m.

Nelle foto: “Luci e ombre San Rocco – Rosso”; “Luci e ombre San Rocco – Giallo”; Sofia Artioli al violoncello

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei


19-25 settembre 2025

 

VENERDI 19 SETTEMBRE 

Venerdì 19 settembre
VEDOVA TINTORETTO. IN DIALOGO
Palazzo Madama – apre la nuova mostra
Dal 19 settembre 2025 al 12 gennaio 2026
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica 
di Torino e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia presentano la mostra “Vedova Tintoretto. In dialogo”. Un eccezionale percorso espositivo concepito per accostare l’arte di due grandi pittori veneziani, ciascuno tra i massimi interpreti della propria epoca – Jacomo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006) – letti in parallelo, così da affrontare lo sviluppo dell’opera di Vedova nel suo confronto con quello che è stato il maestro d’elezione, indagando similitudini e temi consonanti (o dissonanti) alla base delle singole scelte espressive. Tintoretto è stato fondativo per la formazione artistica di Vedova e la mostra a Palazzo Madama esalterà l’impeto e la forza dell’articolato rapporto che lega i due artisti attraverso l’accostamento di capolavori del maestro rinascimentale e dell’artista informale.
Il progetto dell’esposizione prende avvio dall’eccezionale opportunità di ospitare a Torino una delle opere conclusive, e paradigmatica, della parabola umana e artistica di Tintoretto: l’Autoritratto del 1588, in prestito dal Musée du Louvre. Una tela che è stata più di un modello iconografico, rappresentando, come si evince dalle interpretazioni di Edouard Manet e dagli scritti di Jean-Paul Sartre, una sorta di identificazione poetica e concettuale per diversi artisti.
(comunicato stampa allegato) 

Venerdì 19 settembre
IL CONTE COZIO E IL MITO DI STRADIVARI
 Capolavori in Piemonte tra ‘700 e ‘800
Palazzo Madama, Corte Medievale – apre la nuova mostra

Dal 19 settembre al 23 novembre 2025
Palazzo Madama dedica una grande mostra a una straordinaria, ma ancora poco conosciuta, storia di eccellenza piemontese. In occasione della celebrazione dei 270 anni dalla nascita del conte Ignazio Alessandro Cozio di Salabue, gli spazi della Corte Medievale ospitano una mostra organizzata insieme all’Associazione Il Salabue e curata da Giovanni Accornero e Duane Rosengard, che intende promuovere e divulgare al grande pubblico la figura di questo singolarissimo protagonista piemontese, nato a Casale Monferrato il 14 marzo 1755.
Il Conte Cozio fu il più importante tra i collezionisti e gli appassionati di strumenti ad arco del passato, affermandosi in seguito come il primo studioso capace di comprendere il valore della liuteria classica italiana – in particolare quella cremonese – e l’importanza dei segreti del “saper fare con le mani”, un patrimonio che già all’epoca stava gradualmente scomparendo. A differenza di altri collezionisti del tempo, mossi da principi puramente estetici, Cozio si distinse per un approccio consapevole e sistematico, ispirato da criteri di ricerca storica e scientifica. Il conte non si limitò, infatti, a raccogliere strumenti pregiati: egli ne indagò la provenienza, ne studiò le caratteristiche costruttive, confrontò le scuole liutarie, annotò osservazioni sulle tecniche degli autori, contribuendo alla definizione di un sapere che anticipa, in qualche modo, l’approccio organologico moderno.
(comunicato stampa allegato)

 

SABATO 20 SETTEMBRE

Sabato 20 settembre ore 11:30
DIALOGO TRA CHIARA BERTOLA E GIUSEPPE GABELLONE
Arte e spazio, tra percezione e trasformazione
GAM negli spazi di PALAZZOIRREALE, Via Luigi Bosca, 2 Canelli (AT)
Chiara Bertola, Direttrice della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino sarà ospite a PALAZZOIRREALE per il talk che si terrà sabato 20 settembre alle 11:30 negli spazi di via Luigi Bosca 2 a Canelli (AT) nel Monferrato.
L’incontro si inserisce nel programma di eventi che accompagnano la mostra Giuseppe Gabellone, a cura di Giorgio Galotti, inaugurata lo scorso 18 maggio e aperta al pubblico fino al 28 settembre 2025.
Fulcro della mostra è Tramonto scivola, l’opera da cui prende forma l’intero progetto espositivo, concepita dall’artista in esclusivo dialogo con gli spazi di PALAZZOIRREALE.

Il dialogo tra Chiara Bertola e Giuseppe Gabellone sarà l’occasione per approfondire la poetica dell’artista, in un confronto sulla capacità delle opere d’arte di trasfigurare lo spazio espositivo, ridefinendone la percezione e l’atmosfera. Le opere si fanno agenti di una metamorfosi silenziosa, capaci di generare nuove realtà spaziali e di riscrivere il senso stesso del luogo.

PALAZZOIRREALE si distingue nel panorama artistico per la sua capacità di intrecciare arte, cultura e storia in un dialogo profondo con la realtà architettonica e il territorio. Al centro del progetto vi è la costruzione, nel tempo, di una collezione permanente composta dalle opere degli artisti coinvolti, ciascuna ispirata al luogo e al suo contesto. Non solo spazio espositivo ma polo culturale capace di oltrepassare i confini fisici dell’edificio e restituire al Monferrato un progetto di valore, in grado di riaccendere l’attenzione su questi luoghi straordinari.
Il programma di arte contemporanea nasce nel 2024 su iniziativa della Fondazione Bosca, promossa dalla storica casa spumantiera di Canelli, con l’intento di dare nuova vita e voce agli spazi del complesso liberty e delle Cattedrali Sotterranee, patrimonio mondiale per l’umanità dell’UNESCO, in via Luigi Bosca.

Info: PALAZZOIRREALE – Via Luigi Bosca, 2 Canelli (AT) 14053
info@palazzoirreale.com  – palazzoirreale.com

 

DOMENICA 21 SETTEMBRE 

Domenica 21 settembre ore 11 e 15
AERAS. Cercando cieli
MAO – performance di Antonella Usai
AERAS. Cercando cieli
, la nuova installazione performativa di Antonella Usai nata nell’ambito della sua residenza artistica al MAO, prende il titolo dal termine sardo aeras, che significa “cieli” o “aria”, evocando ciò che scorre e connette. La performance, che sarà ripetuta due volte nell’arco della giornata, nasce dalla relazione che l’artista ha intessuto con lo spazio museale, con le opere delle collezioni e con il pubblico, invitato a diventare soggetto attivo del processo creativo. Il lavoro prende forma da un’operazione di cosiddetta ‘Archeologia Sentimentale’: uno scavo delicato, intimo e al contempo profondo che mette in contatto gesti quotidiani e rituali, storie individuali e mito, e da cui si è generata una partitura coreutica concepita come mutevole e in costante aggiornamento. Nascono così gesti quotidiani e rituali, memorie personali e collettive, in una tessitura che si rinnova di volta in volta attraverso l’incontro con lo sguardo del pubblico. Al centro del Salone Mazzonis, l’artista si muove su una piattaforma rotante che evoca il movimento della terra e degli astri, restituendo alla colonna vertebrale – dell’artista e dei partecipanti posti circolarmente tutt’intorno – il suo valore etimologico di axis mundi. L’artista invita così gli spettatori a ritrovare la postura di chi sta nuovamente “cercando cieli”, citando la scrittrice Rossana Copez, e a rialzare letteralmente la testa dal torpore nefasto in cui sembriamo essere sprofondati. Il lavoro si avvale di preziose collaborazioni, tra cui quella con l’artista Battistina Casula che ha curato l’abito/installazione e il poeta Michele Pio Ledda, onorando la memoria di altri due grandi artisti sardi: Maria Lai e Pinuccio Sciola.
Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni previa prenotazione su EventBrite.
Evento delle ore 11 > prenota qui
Evento delle ore 15 > prenota qui

Domenica 21 settembre ore 15 e 16:30
SOTTO TRACCIA. VISITA GUIDATA AGLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Palazzo Madama – visita guidata speciale
Si tratta di un’occasione unica: accompagnati da archeologhe specializzate, i partecipanti esploreranno la Corte Medievale per poi scendere al livello della fondazione romana e scoprire la complessa stratificazione dei vari livelli di insediamento che si sono susseguiti dall’epoca romana al Settecento. Palazzo Madama, edificio iconico della città, era stato oggetto di scrupolose indagini nel 1884 sotto la guida del pittore, archeologo e architetto portoghese Alfredo d’Andrade che indagò la complessa stratificazione dell’edificio dall’epoca romana all’Ottocento. La sala seicentesca chiamata “Voltone” e corrispondente all’antica corte medievale fu oggetto di uno scavo scrupoloso che permise, attraverso un viaggio all’indietro nel tempo, di ritrovare la muratura e la pavimentazione del cortile quattrocentesco con i resti della scala elicoidale di collegamento interno (viretto): passando per il castello del XIV secolo si raggiunse la pavimentazione in basoli, i muri della porta romana e parte delle antiche condutture in piombo. L’idea innovativa di D’Andrade fu di rendere questo scavo un vero e proprio viaggio nel tempo fruibile dalle persone mantenendo alcune delle tracce archeologiche ritrovate.
È obbligatorio indossare scarpe basse con suola di gomma. Il percorso prevede rampe e fondo sconnesso e non è dunque accessibile a persone con difficoltà o disabilità motoria.
Posti limitati.
Visite guidate a pagamento a cura della Cooperativa Mirafiori.
Costo: 12€ per il percorso guidato + biglietto di ingresso (ingresso gratuito al museo con Abbonamento Musei e Torino +Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com – è possibile effettuare l’acquisto anche on-line

 

LUNEDI 22 SETTEMBRE

Da lunedì 22 settembre a lunedì 6 ottobre
IL MAO CHIUSO PER ALLESTIMENTO
Il MAO Museo d’Arte Orientale sarà chiuso al pubblico dal 22 settembre al 6 ottobre compreso per l’allestimento della mostra Chiharu Shiota. The Soul Trembles.
Vi aspettiamo per scoprire insieme la nuova mostra. I biglietti early bird sono già acquistabili sul sito.

 

GIOVEDI 25 SETTEMBRE 

Giovedì 25 settembre ore 18
TO LISTEN TO ALLA GAM
Phill Niblock – We played it loud!
GAM evento (concerto e installazione)
Concerto: giovedì 25 settembre ore 18:30
Installazione: 26 settembre – 4 ottobre
La GAM di Torino è lieta di ospitare We played it loud! di Phill Niblock, un progetto sonoro e audiovisivo che si inserisce nel programma del festival dell’ascolto sperimentale To Listen To, giunto alla sua quarta edizione. Il museo continua il suo percorso di apertura alla sperimentazione e alla pluridisciplinarietà, proponendosi come un laboratorio vivo capace di accogliere linguaggi diversi e molteplicità di visioni.
In questo spirito, l’evento dedicato a Phill Niblock rappresenta ancora una volta un’occasione per tessere una trama tra l’anima storica della GAM e la sua vocazione contemporanea, sperimentale e trasversale.
Il concerto del 25 settembre propone tre opere di Phill Niblock per strumento amplificato e fixed media, in cui la densità del suono e la tensione percettiva si combinano con la proiezione in multischermo dei film della serie The Movement of People Working:
FeedCorn Ear (2013), per violoncello amplificato – Agnese Polli Agnese Polli – violoncello
Twelve Tones (1977), per contrabbasso amplificato – Pietro Barbera – contrabbasso
First Out (2015), per chitarra elettrica – Guglielmo Diana – chitarra elettrica
Info: gamtorino.it
(comunicato stampa allegato)

 


Visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO
a cura di Cooperativa Sociale Mirafiori.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

È “Insieme” il festival di Paideia, fare cultura sul tema della disabilità 

Da trent’anni Fondazione Paideia, oltre al supporto diretto alle famiglie con bambini con disabilità, si impegna nel fare cultura sul tema della disabilità, per contribuire alla nascita di una nuova società più responsabile e attenta agli altri. Il festival Paideia è stato immaginato come spazio di incontri, dialoghi e confronti, un’occasione dedicata alla cittadinanza tutta per raccontare storie, condividere strumenti, individuare storie e sfide emergenti coinvolgendo genitori, fratelli e sorelle di bambini con disabilità, istituzioni, giornalisti, scrittori e personaggi dello spettacolo. Giunto alla sua sua terza edizione, il festival Paideia si svilupperà da domani a sabato, proponendo un programma ricco di eventi. A inaugurare il festival sarà il Conservatorio Verdi, giovedi 18 settembre alle ore 21, con un concerto acustico di Daniele Silvestri. L’artista romano sarà accompagnato da una speciale formazione in trio. I biglietti per il concerto sono già andati esauriti. La mattina del 19 settembre, sempre al Conservatorio Verdi, avranno luogo i saluti istituzionali, alle ore 10, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, della Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro, del Segretario Generale della Fondazione Paideia Fabrizio Serra. Alle 10.30 interverrà Mario Calabresi, direttore editoriale Cora e Will, che condurrà una riflessione sui cambiamenti e trasformazioni sociali a partire dalle nuove politiche americane inerenti al terzo settore, unendo giornalismo, esperienza e visione. Alle ore 11 intervento di Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, sul tema “La cultura è di tutti”. L’egittologo cercherà di rispondere alla domanda su cosa significhi “accessibilità” nel mondo della cultura, in un’epoca frammentata dall’accelerazione digitale è possibile pensare alla cultura come bene comune, capace di unire passato e presente, di costruire inclusione attraverso la conoscenza, la partecipazione e la responsabilità collettiva. Alle 11.30 verrà presentata un’indagine Paideia Doxa sull’impatto della disabilità sul sistema famigliare. Nel pomeriggio, al Centro Paideia di via Moncalvo 1, si terrà un workshop su migrazioni e disabilità: quali diverse sfide affrontano le famiglie con bambini portatori di disabilità con background migratorio? Il workshop, tenuto in collaborazione con le Fondazioni MAMRE e Paideia, è aperto ai genitori, agli operatori di servizio, agli insegnanti e a tutti gli interessati. Un altro workshop, presso IC Tommaseo, in via dei Mille 15, riguarderà “scuola e famiglia-ricostruire insieme”, a cure di Alice Calcagno e Valeria Agaliati, pedagogista e psicologa della Fondazione Paideia. L’obiettivo è di offrire la possibilità, dialogando sul tema della disabilità, accogliendo punti di vista differenti e riflettendo su criticità e risorse presenti nel contesto scolastico. Sempre al Tommaseo si terrà l’incontro “Insieme si cresce-il ruolo della Peer Education nella disabilità intellettiva”. Il workshop, Interattivo, esplorerà il supporto tra pari “peer to peer” nell’ambito della disabilità intellettiva. L’incontro mira a introdurre il partecipante a questa pratica educativa.

Al Conservatorio di via Mazzini 11 si terrà l’ultimo workshop dal titolo “Il mondo dei Siblincs: esperienza e confronto”. Ha l’obiettivo di condividere le esperienze legate al tema dei fratelli e delle sorelle di bambini affetti da disabilità, costruire connessioni può essere un ottimo strumento per rendere più visibile e supportata l’esperienza dei Siblincs. Sempre nel pomeriggio si terrà il dialogo tra il teologo laico e filosofo Vito Mancuso e il direttore della Stampa Andrea Malaguti, alle 17.30, sul tema “Cosa è per te l’essere umano”.

Nella giornata conclusiva di sabato 20 settembre, presso il Conservatorio Verdi di Torino, alle ore 10, si terrà il dibattito “Spiegato ai bambini e alle bambine”. Illustrazioni, metafore e storie: gli strumenti per parlare ai bambini di temi profondi e importanti sono differenti, ma non semplici da usare. Come raccontare la disabilità senza  avere nei cliché? Come affrontare il tema della perdita e della morte con delicatezza e verità? Un percorso tra parole e immagini per costruire narrazioni accessibili, rispettose e autentiche. Alle 11.30 si parlerà di “anime fragili” con Matteo Saudino, insegnante e divulgatore filosofico, ideatore del canale Barbasophia. Il nostro è un tempo con poche certezze e tante cose che non funzionano più, una fase storica in cui risulta difficile orientarsi. Il creatore di Barbasophia ci racconta come Platone e Aristotele possano rappresentare due bussole per navigare nei mari della fragilita, nel tentativo di dare senso alle nostre esistenze. Ingresso gratuito. Nel pomeriggio, al Conservatorio, alle ore 15, Debora Villa, comica e attrice, parlerà di Viva le Donne, alle 15.30 il tema trattato sarà “Genere e Disabilità- chi se ne cura?”, cosa succede quando le discriminazioni si sommano, o quando dietro la retorica del sacrificio si nascondono carichi non riconosciuti? Parlarne è il primo passo per cambiare. Alle 17 il tema del format sarà “Ridere di nulla”, in un’epoca in cui le parole pesano e i confini dell’umorismo paiono sempre più stretti, comici e autori si interrogano. È ancora possibile ridere di tutto? Dove sta il confine? Un talk che esplora il ruolo del comico oggi, tra libertà espressiva e rispetto dell’altro.

La novità di questa edizione è la mostra personale dell’illustratore Andrea Antinori, dal titolo “Pioggia di topi e fantasmi nel bel mezzo della notte”, allestita alla galleria Caracol, in via San Pio V 20/C, che si inaugura giovedì 18 settembre alle ore 18. Sarà visitabile fino al 4 ottobre, con orari il lunedi dalle 15 alle 19, dal martedi al venerdi 10 – 13 e 14 -19.30 e sabato 11 – 19. La mostra consisterà nell’esposizione di tavole tratte da alcuni dei suoi ultimi libri. Per l’occasione verrà realizzata una tiratura limitata di trenta copie, firmate e numerate dall’autore, di un’illustrazione dedicata alla Fondazione Paideia su carta di pregio.

Sabato 20 settembre, i volontari di Paideia daranno vita, dalle 10 alle 18, a una serie di attività di laboratorio dedicate ai bambini e alle loro famiglie, per provare nuove attività sportive, dare sfogo alla fantasia con i laboratori creativi, e partecipare alle esperienze di lettura multimodali.

Tutte le attività sono a libero accesso.

Mara Martellotta

La Palazzina di Caccia di Stupinigi apre gli spazi “segreti” con Passepartout

Dopo la pausa agostana, riprendono gli appuntamenti con le visite guidate e straordinarie alla riscoperta degli spazi segreti normalmente chiusi al pubblico della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Saranno attivati due percorsi che racconteranno la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative, e il progetto architettonico alla base della sua costruzione. Passepartout conduce il visitatore dietro le porte segrete agli ambienti nascosti della servitù, ai passaggi e ai corridoi ricchi di fascino e storia, e permette di raggiungere la sommità della cupola juvarriana per camminare sui balconi concavi-convessi che affacciano sul grandioso salone centrale. Guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra, dalla complessa orditura in legno, e ammirare dall’alto, dopo aver percorso i 50 scalini di una stretta scala a chiocciola, un panorama unico che si estenda a 360⁰ sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

Dietro le porte segrete e la visita degli ambienti della servitù, ai passaggi e ai corridoi segreti usati per divincolarsi nel dedalo di stanze e raggiungere con discrezione le sale e gli appartamenti privati. La visita conduce proprio dietro le porte segrete negli spazi nascosti, dove si muoveva la servitù e dove si trova ancora il quadro dei campanelli automatici, che permette di capire da vicino il funzionamento di una residenza come quella di Stupinigi.

“Sotto il cervo” è una visita in verticale: al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale realizzato da Filippo Juvarra, con una vista mozzafiato sul paesaggio circostante. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la balconata ad andamento concavo-convesso, e approdare poi, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana, e ammirare il grandioso progetto architettonico di Juvarra che, con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che con lo sguardo porta fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.

Data la particolarità del luogo e l’oggetto della visita, i visitatori saranno dotati di caschetto di protezione e potranno accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età. I gruppi non potranno essere superiori alle 10 persone ed è necessario essere in buona salute e in condizioni fisiche tali da permettere di salire alcune rampe di scale. È necessario indossare un abbigliamento comodo, calzature chiuse come scarpe da ginnastica o da trekking leggero, è vietato l’accesso con borse o zaini ingombranti e, a causa degli spazi limitati, non agibile a persone con disabilità. La scala a chiocciola è sconsigliata a chi soffra di claustrofobia e vertigini. È sconsigliata la visita a persone con patologie cardiache.

Info: Palazzina di Caccia di Stupinigi – piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi e Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

Mara Martellotta

Ecomuseo Villaggio Leumann “Cruto, l’uomo che voleva illuminare il mondo”

Venerdì 12 settembre, alle ore 21, presso l’Ecomuseo Villaggio Leumann in corso Francia 349 a Collegno, si terrà lo spettacolo teatrale dal titolo “Cruto, la storia dell’uomo che voleva illuminare il mondo”, a cura della Borgatta’s Factory, a ingresso gratuito.

Dopo il successo dell’inaugurazione della LeumAPP a cura dell’Associazione Culturale Kòres presieduta da Alba Zanini, con il coordinamento di Carla Gütermann e Fabrizia Rossi, proseguono gli appuntamenti presso l’Ecomuseo del Villaggio Leumann a Collegno.

Lo spettacolo intitolato “Cruto, la storia dell’uomo che voleva illuminare il mondo” è  dedicato alla storia del pioniere dell’illuminazione elettrica nel nostro Paese, uno dei più  grandi inventori e fisici italiani, Alessandro Cruto (1847-1908), noto per aver realizzato una delle prime lampadine ad incandescenza funzionanti in Europa. Fondò un laboratorio ad Alpignano.
Proprio a Collegno nel 1884 l’industriale Napoleone Leumann scelse le lampadine Cruto per illuminare il suo cotonificio perché considerate durevoli, economiche e di ottima luce.
Questo evento si svolge nell’ambito del progetto V.O.C.A.L.E, Villaggi Operai Arte e Cultura al Leumann, progetto vincitore del bando “Ecosistemi culturali” di Fondazione CDP, ente no profit del Gruppo Cassa Prestiti e Depositi.
La storia di Alessandro Cruto, originario di Piossasco, che inventò il filamento di carbone della lampadina e illuminò la prima via d’Italia del suo paese, è  oggi quasi del tutto sconosciuta. Nonostante la diffusione del suo brevetto in tutto il mondo, le luci della ribalta furono per Edison che di fatto scrisse la storia che conosciamo.
La Borgatta’s Factory rappresenta un collettivo costituito da Alberto Borgatta, attore teatrale, storico, divulgatore, Luca Borgatta, regista e videomaker, e Silvano Borgatta, pianista e arrangiatore.

Mara Martellotta

Riccardo Venturi alla Gam. L’erbario dalla botanica alle arti visive

Galleria Civica d’Arte Moderna
e Contemporanea di Torino

RISONANZE
Primo ciclo di conferenze tra arte e filosofia

a cura di Chiara Bertola e Federico Vercellone

 

da giugno a ottobre 2025

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Sala incontri

IL QUARTO APPUNTAMENTO

 

GIOVEDI 11 SETTEMBRE ORE 18

Riccardo Venturi

L’erbario dalla botanica alle arti visive

Curioso è il destino dell’erbario: nato come strumento scientifico nelle mani della botanica per raccogliere, classificare e illustrare specimen vegetali, come farmacopea o elenco di farmaci, non ha cessato di affascinare filosofi, scrittori e artisti. Senza ricusare la sua origine scientifica, l’erbario è così diventato un giardino di carta, un dispositivo verbo-visivo o un iconotesto poetico da cui si sprigiona la potenza delle immagini, la capacità di cogliere il dettaglio, di salvare l’effimero dall’oblio. Malgrado il carattere mortifero delle piante seccate e spillate sulla pagina, l’erbario è stato percepito come un eden in miniatura se non come un vero e proprio oggetto magico, una rêverie capace di riconnetterci e non alienarci al mondo vivente. Radicato nella tradizione naturalista, non mancano infine tentativi di realizzare erbari della vita quotidiana e urbana, a partire dal flâneur – quel “botanico del marciapiede” impegnato a erborare sull’asfalto, secondo la visione di Baudelaire e Walter Benjamin – e fino all’ecologia ferroviaria. Con questo intervento mi propongo di rivenire sulla parabola e sul destino degli erbari, dalla botanica alle arti visive.

Riccardo Venturi insegna Teoria e storia dell’arte contemporanea all’università Panthéon-Sorbonne di Parigi e si occupa del rapporto tra arti visive e scienze umane dell’ambiente. Scrive regolarmente su “Alias – Il Manifesto”, “Lucy dei mondi” e sul sito di scritture e immagini “Antinomie”, www.antinomie.it, che ha co-fondato.

Costo: 6€ Acquista il biglietto

 

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone.

Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delle Risonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Il primo ciclo di incontri da giugno a ottobre 2025 vede alternarsi grandi esperti di arte, estetica e filosofia contemporanea: Horst Bredekamp, Elio Franzini, Victor Stoichita e Anna Maria Coderch, Riccardo Venturi, Claudia Cieri Via e Salvatore Tedesco.

Il secondo ciclo di incontri prenderà avvio a partire da novembre 2025 e si concluderà a febbraio 2026, con la partecipazione di studiosi di prestigio internazionale come Massimo Cacciari, Fabio Belloni, Tonino Griffero, Francois Jullien e Chiara Simonigh.

Costo per ogni conferenza: 6€
comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto unicamente online su gamtorino.it

Il Premio Giovanni Graglia a Ugo Nespolo, Barbara Ronchi della Rocca e in memoria a Gian Mesturino

Il Premio Giovanni Graglia è giunto alla sua ventesima edizione, che si svolgerà venerdi 12 settembre, alle ore 18, presso il Circolo della Stampa Sporting di corso Agnelli 45. Il comitato scientifico, composto da Franca Giusti, Giulio Graglia e Bruno Quaranta, insieme alla Presidente Sabrina Gonzatto, ha scelto i seguenti candidati: per la sezione maschile Ugo Nespolo, per la sezione femminile Barbara Ronchi della Rocca e in memoria Gian Mesturino.

Ugo Nespolo, artista poliedrico piemontese originario di Mosso, vede il suo esordio nel panorama artistico italiano degli anni Sessanta, epoca in cui stava esplodendo la pop art ma anche le correnti concettuali e dell’arte povera. Ha frequentato figure della cultura italiana e torinese quali Gianni Vattimo e Edoardo Sanguineti. Importanti per la ricerca filmica di Nespolo sono stati gli incontri con il New American Cinema (Jonas, Mekas, Yoko Ono e Andy Warhol), dal momento che al suo rientro in Italia lavorerà nel cinema. Molti film di Nespolo verranno proiettati al Centre Pompidou, alla Tate Modern, alla Biennale di Venezia, al Museo Nazionale del Cinema. Negli anni Ottanta significativo anche il suo contributo al mondo teatrale, infatti disegna scene e costumi per la Turandot e per il Don Quijote. Dagli anni Novanta a oggi, Nespolo è presente con le sue opere in Italia e all’estero.

Barbara Ronchi della Rocca è un personaggio televisivo molto conosciuto e amato. Esperta di bon ton, è anche giornalista, autrice e docente. Il galateo è la sua passione e ne conosce ogni sfumatura, dalle buone maniere a tavola all’eleganza nell’abbigliamento, passando ai consigli da sapere per essere un perfetto turista. Il suo amore per l’educazione nasce da bambina e tra i suoi libri ricordiamo “Il galateo dell’amore”, “Bollicine che passione” e “Il galateo dei fiori”.

Gian Giovanni Mesturino, architetto monferrino, conosciuto come architetto dei teatri, è scomparso a 82 anni il 10 gennaio 2025. Il sodalizio con Germana Erba, diventata sua moglie e conosciuta all’Università, è legato al mondo teatrale torinese. Alfieri, Erba e Gioiello sono stati gestiti per oltre sessant’anni, senza dimenticare che il Teatro Nuovo è lo spazio teatrale in cui la coppia ha istituito il primo liceo coreutico e teatrale italiano, che da trent’anni attrae giovani talenti dall’Italia e dall’estero.

Il Premio Giovanni Graglia fa parte della rassegna del Festival Pirandello e del 900, e chiude come di consueto gli eventi.

Mara Martellotta

Torna al Circolo della Stampa Sporting la quinta edizione di “Set in scena”

 

Con Neri Marcorè, Umberto Galimberti e Pablo Trincia

Ancora una volta torna sotto la Mole la quinta edizione di “Set in scena”, una rassegna con diversi ospiti importanti, realizzata con il sostegno di CRT e Intesa Sanpaolo, il Patrocinio della Regione Piemonte, Città di Torino e con la collaborazione dell’associazione culturale Hiroshima Mon Amour.
Venerdì 12 settembre prossimo, presso il Circolo della Stampa, sarà Neri Marcorè a interpretare canzoni famose insieme al polistrumentista Domenico Mario Renzi, alla violoncellista Chiara Di Benedetto e alla violinista Anaïs DAïais. Questa kermesse, diretta sempre da Marcorè, nasceva nel 2021, in occasione dell’inaugurazione del campo stadio riqualificato dello Sporting, che veniva restituito ai cittadini anche in una nuova veste come sede per spettacoli ed eventi culturali. L’edizione di quest’anno si terrà da venerdì 12 a domenica 14 settembre prossimi, proprio presso il campo stadio dello Sporting, trasformato in un anfiteatro sotto la direzione artistica di Neri Marcorè. Sono tre gli spettacoli in programma con inizio alle ore 21. Avranno anche una finalità benefica in quanto sull’acquisto del biglietto verrà devoluto un euro a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Dopo il concerto di venerdì 12 dal titolo “Neri Marcorè in doppia coppia”, il 13 settembre, alle ore 21, sarà la volta di Umberto Galimberti come ospite. Il filosofo e psicanalista lombardo tratterà il tema “il bene e il male-educare le nuove generazioni”, per discutere sul ruolo svolto da un’educazione emotiva basata sull’empatia e il sentimento, e non solo sulla ragione.
L’ultimo appuntamento sarà domenica 14 settembre con Pablo Trincia, giornalista podcaster di Lipsia, che inviterà il pubblico a interrogarsi sul senso del sacrificio. Come strumento di dialogo con il pubblico sarà scelta la lettura di “Open”, autobiografia cult di Andrea Agassi, campione di tennis che ebbe con il suo sport un rapporto controverso.
Il Presidente del Circolo della Stampa Sporting, Pietro Garibaldi, si è dichiarato soddisfatto di questa quinta edizione di “Set in scena”, in quanto uno degli impianti sportivi italiani più antichi si trasformerà nuovamente in un palcoscenico per una kermesse capace di unire spettacolo, cultura, musica e solidarietà.

Mara Martellotta

A Palazzo Vittone in mostra le dimore del pinerolese tra realtà, cinema e televisione

L’ultima mostra prima della chiusura per il restauro di Palazzo Vittone, tra i più importanti edifici settecenteschi di Pinerolo, inaugurerà il 12 settembre, e sarà un viaggio tra realtà, finzione, storia e cinema. Protagoniste dell’esposizione le dimore storiche del pinerolese iscritte all’ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane, molte delle quali, oltre a testimoniare momenti pubblici e privati di storia ed economia del Piemonte, sono state negli ultimi decenni set di produzioni nazionali e internazionali per il piccolo e grande schermo, grazie anche alla Film Commission Torino e Piemonte. Location autentiche conservate con passione dai proprietari e valorizzate dai maestri artigiani che ne hanno restaurato arredi, tessuti e dettagli, capaci di restituire atmosfere di epoche diverse ambientate non solo in Piemonte. L’esposizione dal titolo “Castelli e cinema nelle dimore storiche del pinerolese” è organizzata da ADSI insieme a Consorzio Vittone e Italia Nostra, con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana, Città di Pinerolo e Film Commission Torino e Piemonte, con la partnership di Turismo Torino e Provincia, Artigianato Pinerolo, Made in Pinerolo e Consorzio Turistico Pinerolese e Valli. Sarà l’occasione per ricordare le riprese di “Elisa di Rivombrosa”, realizzate nel 2005 presso la tenuta Colombretto di Pinerolo, considerata una delle meglio preservate testimonianze di insediamento rurale settecentesco del pinerolese; le riprese de “La legge di Lidia Poet”, recente serie di Netflix di grande successo internazionale, girata a casa Lajolo di Piossasco, al castello dei Conti Asinari di Virle e a villa La Paisana di Piobesi, e pe riprese di “Leopardi – poeta dell’infinito”, miniserie Rai di Sergio Rubini, che ha avuto come sfondo anche Palazzo di Bricherasio, nell’omonima cittadina. La mostra ricorda anche che il castello di Virle è stato set di “Sadie”, thriller del 2016 presentato al Torino Film Fest, e che a Palazzotto Juva, a Volvera, è stato girato il cortometraggio “Il mistero del diadema reale”, nel 2002, di Enrico Mondin, ispirato a un racconto di Arthur Conan Doyle. Uno spazio sarà riservato a Palazzo d’Acaja, gioiello di Pinerolo, fulcro della rievocazione biennale dedicata alla “Maschera di Ferro”, a cui il cinema ha dedicato numerose pellicole. Il taglio del nastro della mostra, con un evocativo “Ciak, si gira”, si terrà venerdì 12 settembre alle ore 17, e la mostra resterà visitabile sino a domenica 14 settembre.

Guido Calleri di Sala, consigliere ADSI e referente del circuito, sottolinea:” Sintratta di un’iniziativa che per la prima volta offre un’occasione per un affascinate confronto tra la storia reale e quella reinventata sullo schermo, ma al tempo stesso per scoprire il fascino delle dimore antiche storiche del nostro territorio e il ruolo che hanno avuto nella crescita della nostra Regione”.

Info: mostra “Castelli e cinema nelle dimore storiche del pinerolese”  – 12 – 14 settembre 2025 – Palazzo Vittone, piazza Vittorio Veneto 8, Pinerolo

Ingresso libero – orari: venerdì dalle 17 alle 23, con inaugurazione alle ore 17 – sabato 10.30-24 con tavola rotonda alle 17 – domenica dalle 17 alle 20.

Mara Martellotta

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
5-11 settembre 2025

 

VENERDI 5 SETTEMBRE

 

Venerdì 5 settembre dalle ore 18

MOSTRE D’ARTE TRA ITALIA E GIAPPONE NEGLI ANNI VENTI. IL CASO DI ETTORE VIOLA

MAO – Conferenza a cura di Motoaki Ishii, Università delle Arti di Osaka

Introduce Stefano Turina, Università degli Studi di Torino

In collaborazione con CeSAO  – Centro Studi sull’Asia Orientale

Nel 1923 l’ambasciatore del Regno d’Italia a Tokyo, Giacomo De Martino, ebbe l’idea di organizzare una mostra d’arte italiana nella capitale del Giappone che però venne sopressa due volte: la prima a causa del Grande Terremoto del Kanto avvenuto lo stesso anno e la seconda per l’opposizione dell’importante critico d’arte Ugo Ojetti. Bisognerà aspettare il 1928 per vedere sbarcare la prima mostra d’arte italiana contemporanea a Tokyo grazie al deputato e militare Ettore Viola. Lo stesso Viola collaborò in seguito alla realizzazione della celebre mostra d’arte giapponese a Roma nel 1930. La conferenza indagherà le travagliate vicende dell’organizzazione della prima mostra d’arte italiana in Giappone grazie a Ettore Viola, e dell’importante mostra d’arte giapponese giunta poi in Italia.

Partecipazione gratuita fino a esaurimento posti disponibili.

Nato a Maebashi, Gumma, Giappone, il Prof. ISHII Motoaki si è laureato in Legge presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università statale di Tokyo, poi in Lingua e Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lettere della medesima università. Cambiando l’indirizzo a Storia dell’Arte, ha conseguito il titolo di Master e il Ph. D. nel 1997 alla Graduate School dell’Università di Tokyo. Nel frattempo si è recato in Italia grazie a una borsa di studio del Governo Italiano ottenendo nel 2001 il Ph. D. alla Scuola Normale Superiore di Pisa con la tesi dal titolo “Venezia e il Giappone – studi sugli scambi culturali nella seconda metà dell’Ottocento”. Attualmente il professore ordinario all’Università delle Arti di Osaka, il prof. Ishii ha tenuto un corso sulla storia degli scambi culturali tra l’Italia e il Giappone al Corso di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale e Arti visive, spettacolo e design dell’Asia Orientale dell’Università degli Studi di Milano nel 2019.

 

Venerdì 5 settembre dalle ore 18.30

S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. Un’azione condivisa tra scultura e suono, sguardo e corpo.

FINISSAGE MOSTRA ALICE CATTANEO. DOVE LO SPAZIO CHIAMA IL SEGNO

GAM – Performance musicale

Intervento sonoro di Alice Cattaneo, Chiara Lee e freddie Murphy

Performer: Camilla Soave

All’interno della mostra dedicata al lavoro di Alice Cattaneo, Dove lo spazio chiama il segno, S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. è un intervento site-specific a sei mani (e molti speaker) che mette in dialogo le sculture dell’artista con una tessitura sonora, composta da gesti, materiali e frammenti d’ambiente.

Nessuna messa in scena, nessuna interpretazione: piuttosto un attraversamento diretto e spaziale, materico e organico.

Una performer, corpo consapevole, interagisce con le opere tramite una serie di azioni minime: attivazioni sonore che si espandono nello spazio attraverso dieci casse Bluetooth, ognuna depositaria di un suono-ombra. Sono i suoni delle opere stesse, raccolti e registrati — lo spostamento, la caduta, il trascinamento, la frizione con il suolo — e poi lavorati per essere reimmessi nello spazio come eco materiche. Una forma di campionamento ambientale che si fa geografia, archivio, presenza.

Durante l’intervento, il suono si dispone nello spazio, si sedimenta, si sovrascrive negli interstizi dell’ambiente. L’interfono — come gesto finale e intrusivo — interrompe e ridefinisce il paesaggio acustico, mentre la performer raccoglie e riposiziona le casse in un nuovo assetto.

Il giardino che ne emerge, o foresta sonora, diventa un’ulteriore opera, effimera ma concreta, in cui tutto si stratifica e si tiene: corpo, gesto, materia, voce degli oggetti.

L’installazione rimarrà visitabile fino al 7 settembre.

Info: gamtorino.it

(comunicato stampa in allegato)

 

 

SABATO 6 SETTEMBRE

 

Sabato 6 settembre ore 12-16

FINISSAGE MOSTRA HAORI

MAO – presentazione catalogo, rinfresco e proiezione

La giornata di sabato si apre con la presentazione del catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale. Il catalogo si sviluppa seguendo passo dopo passo il percorso espositivo e le sue sezioni tematiche, proponendo approfondimenti critici che offrono chiavi di lettura storiche, artistiche e culturali, con particolare attenzione alla complessità iconografica degli abiti esposti e al contesto in cui furono creati e indossati. Ampio spazio è dedicato alle opere degli artisti contemporanei invitati: Kimsooja Royce Ng, Yasujirō Ozu, Tobias Rehberger e Wang Tuo.

Il volume include inoltre saggi inediti a cura di Lydia Manavello, Silvia Vesco e Anna Musini, che approfondiscono temi quali l’estetica maschile nell’abbigliamento giapponese, le dinamiche storiche del periodo Taishō e Shōwa, e il ruolo della moda come veicolo di propaganda, identità e trasformazione culturale.

Il catalogo intende essere anche un dispositivo di lettura trasversale, che consente di cogliere le interconnessioni tra passato e presente, tra patrimonio materiale e riflessione artistica contemporanea. Un invito a proseguire idealmente il viaggio iniziato in mostra, alla scoperta di un Giappone più complesso e stratificato di quanto spesso le narrazioni canoniche lascino immaginare.

Al termine della presentazione, sarà offerto un light lunch a tutti i partecipanti, un momento di convivialità per favorire il dialogo tra esperti, appassionati e visitatori.

Nel pomeriggio, alle ore 14, il programma prosegue con la proiezione del film Inizio d’estate (1951), capolavoro di Yasujirō Ozu che, attraverso la sua poetica delicata e profonda, offre uno sguardo intimo sulla società giapponese dell’epoca.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al link.

DOMENICA 7 SETTEMBRE

 

Domenica 7 settembre

CHIUDONO LE MOSTRE ALLA GAM

FAUSTO MELOTTI. LASCIATEMI DIVERTIRE!

ALICE CATTANEO. DOVE LO SPAZIO CHIAMA IL SEGNO

GIOSETTA FIORONI

Info: gamtorino.it

 

Domenica 7 settembre

AL MAO CHIUDONO LA MOSTRE

HAORI. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

ADAPTED SCENERIES

PAESAGGI DA SOGNO. Le 53 stazioni della Tokaido

Info: maotorino.it

 

Domenica 7 settembre ore 15

PROIEZIONE VIAGGIO A TOKYO (1953) DI YASUJIRŌ OZU

MAO – proiezione film in occasione del finissage della mostra Haori

Domenica 7 settembre alle ore 15 il MAO propone la proiezione del maggiore capolavoro di Ozu,Viaggio a Tokyo (1953). Il film, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi film della storia del cinema di tutti i tempi, esplora con straordinaria sensibilità i mutamenti della società giapponese nel secondo dopoguerra, dialogando idealmente con i temi di trasformazione culturale e sociale evocati dalla collezione di abiti in mostra ma, al contempo, evocando emozioni universali.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al link.

 

 

LUNEDI 8 SETTEMBRE

 

Da lunedì 8 a giovedì 11 settembre

FUTURES LITERACY / CAPTURING THE INTANGIBLE

GAM – Workshop

Negli spazi della GAM si svolge il workshop condotto da Caterina Tiazzoldi, architetta e artista di fama internazionale. L’iniziativa è rivolta in particolare agli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, al Politecnico di Torino ed altri cittadini. Rappresenta un’opportunità formativa di alto livello per riflettere, creare e dialogare intorno al tema dei futuri urbani. Il laboratorio esplorerà, attraverso il quadro concettuale dell’UNESCO Futures Architecture Literacy e il Progetto Europeo Dialog City (https://dialogcity.eu/), come lo spazio pubblico possa diventare luogo di socializzazione e visione condivisa, utilizzando strumenti digitali, materiali riciclati e pratiche collaborative.

Info e prenotazioni:infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it e sul sito

 

 

MERCOLEDI 10 SETTEMBRE

 

Mercoledì 10 settembre

PROIEZIONE A THOUSAND DREAMING PLATEAUS DI DABAL KIM

MAO – dal 10 al 20 settembre – proiezione in loop

Il MAO, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Corea, propone la proiezione del film A Thousand Dreaming Plateaus, cinepoema di 14 minuti senza dialoghi che attraversa tre luoghi simbolici della Corea del Sud: dall’antico altare imperiale di Hwangudan a un’isola immaginaria dove acqua e terra si fondono. Privo di una narrazione lineare, il film si configura come uno scavo poetico del tempo, sulle tracce di riti dimenticati e paesaggi in continua trasformazione.

Attraverso performance scultoree e gesti rituali, l’opera esplora le intersezioni fluide tra memoria, corpo e territorio, trasportando lo spettatore in un regno ipnotico e sensoriale. Il titolo evoca una molteplicità di significati stratificati: “mille” indica infinite variazioni, “sognare” è un viaggio tra memoria e realtà, mentre “altopiani” allude a paesaggi contemplativi in cui storia e natura si riscrivono costantemente.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

GIOVEDI 11 SETTEMBRE

 

Giovedì 11 settembre ore 18:00

RICCARDO VENTURI

Giardini di carta. L’erbario dalla botanica alle arti visive

GAM – conferenza del ciclo RISONANZE – Primo ciclo di Conferenze tra Arte e Filosofia

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone. Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delleRisonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Quarto appuntamento:

RICCARDO VENTURI

Giardini di carta. L’erbario dalla botanica alle arti visive

Curioso è il destino dell’erbario: nato come strumento scientifico nelle mani della botanica per raccogliere, classificare e illustrare specimen vegetali, come farmacopea o elenco di farmaci, non ha cessato di affascinare filosofi, scrittori e artisti. Senza ricusare la sua origine scientifica, l’erbario è così diventato un giardino di carta, un dispositivo verbo-visivo o un iconotesto poetico da cui si sprigiona la potenza delle immagini, la capacità di cogliere il dettaglio, di salvare l’effimero dall’oblio. Malgrado il carattere mortifero delle piante seccate e spillate sulla pagina, l’erbario è stato percepito come un eden in miniatura se non come un vero e proprio oggetto magico, una rêverie capace di riconnetterci e non alienarci al mondo vivente. Radicato nella tradizione naturalista, non mancano infine tentativi di realizzare erbari della vita quotidiana e urbana, a partire dal flâneur – quel “botanico del marciapiede” impegnato a erborare sull’asfalto, secondo la visione di Baudelaire e Walter Benjamin – e fino all’ecologia ferroviaria. Con questo intervento mi propongo di rivenire sulla parabola e sul destino degli erbari, dalla botanica alle arti visive.

Costo per ogni conferenza: 6€

Abbonamento per le 6 conferenze: 27,96 € comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto solo online a questo link:https://www.gamtorino.it/it/evento/riccardo-venturi-giardini-di-carta-lerbario-dalla-botanica-alle-arti-visive/