CRONACHE DAL PIEMONTE- Pagina 4

Un morto e due feriti nel tamponamento in autostrada

La vittima nello scontro mortale sulla A6 Torino-Savona, avvenuto tra i caselli di Carmagnola e Marene, abitava a Mondovì. Si tratta di un uomo di 63 anni, era alla guida di una Fiat Punto che, per cause in corso di accertamento da parte della Polizia stradale, é stata coinvolta nel tamponamento con una Audi. Il 63enne è morto sul colpo. Con lui viaggiavano la moglie, ora al Cto  e il figlio ventenne, che è stato dimesso dopo le prime cure in ospedale.
 
(foto archivio)

Trasforma il bosco in pioppeto: multa da 13 mila euro

Il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Casale Monferrato ha accertato che lungo il confine tra i Comune di Gabiano e Fontanetto Po nella zona che si trova in ‘rete Natura 2000’ e nell’area protetta del Po Vercellese-Alessandrino, era stato eradicato un bosco di latifoglie di circa 11000 mq trasformandolo in un pioppeto con finalità di arboricoltura da legno, senza le prescritte autorizzazioni. Per questo veniva denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli un uomo di nazionalità italiana per violazione paesaggistico ambientale e per la distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Allo stesso erano contestate sanzioni amministrative per un valore di circa 13000€. Sono state informate le autorità amministrative competenti per le valutazioni e il ripristino dello stato dei luoghi. I Guardia parco hanno coadiuvato i militari dell’Arma nello svolgimento delle operazioni.
Massimo Iaretti

In memoria dei carabinieri morti in un incidente

Nella mattinata di sabato 13 aprile, a Sommariva del Bosco (Cuneo), si è tenuta la cerimonia di intitolazione del largo adiacente la locale Stazione Carabinieri alla memoria dell’appuntato sceltoAlessandro Borlengo e del carabiniere Giorgio Privitera. I due militari, in servizio alla Stazione Carabinieri di Sommariva del Bosco, hanno perso la vita in conseguenza di un tragico incidente stradale avvenuto il 23 marzo 2018, nel corso della traduzione di un detenuto verso il Tribunale di Asti. Alla toccante cerimonia, svoltasi alla presenza di un folto pubblico, hanno partecipato i familiari dei caduti, il prefetto di Cuneo, Giovanni Russo, il comandante provinciale dei carabinieri di Cuneo, colonnello Rocco Italiano, il sindaco di Sommariva del Bosco, autorità civili e militari ed associazioni d’Arma.

Bimbi maltrattati? Sospese due maestre

Tutto il mondo è paese ed anche la tranquilla provincia piemontese sarebbe stata teatro di un episodio di maltrattementi a minori da parte delle persone che avrebbero dovuto sorvegliare sulla loro incolumità. Naturalmente il condizionale è d’obbligo ma c’è in ogni caso un provvedimento cautelare da parte della magistratura. Così nel pomeriggio di mercoledì 10 aprilei Carabinieri della Stazione di Crescentino (Vercelli) hanno dato esecuzione alla misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività di insegnante, con interdizione da ogni struttura statale o private, per un anno, nei confronti di due maestre di una struttura privata localizzata in Crescentino.In base agli accertamenti svolti, le insegnanti sarebbero responsabili di maltrattamenti verso i bambini loro affidati in qualità di educatrici. Le indagini dei militari dell’Arma sono state avviate alla fine del 2018, a seguito di denuncia presentata dalla mamma di una bambina iscritta alla materna. La donna, si è presentata al comandante della Stazione di Crescentino rappresentando che sua figlia, di quasi 3 anni, era tornata dall’asilo con lividi al viso ed un labbro rotto. Secondo quanto riferito, il fatto che la bambina tornasse a casa con qualche livido era già successo in passato, ma era stato giustificato con la comprensibile vivacità di un bambino di quell’età. Questa volta, però, la solita spiegazione delle insegnanti non l’aveva convinta, non le sembrava proprio plausibile che quelle lesioni fossero attribuibili ad una caduta accidentale. I Carabinieri hanno riferito prontamente all’Autorità Giudiziaria, avviando approfondimenti in ordine ai fatti, coordinati dal Davide Pretti, Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura di Vercelli. Nel corso delle attività, sono stati posizionati microfoni e telecamere nell’asilo, che hanno raccolto dialoghi e filmato episodi. Sono stati così riscontrati numerosi episodi illeciti nei confronti dei bambini e ritenuti dall’Autorità Giudiziaria, nel loro complesso, tali da configurare il reato di “maltrattamenti”.Alle destinatarie delle misure interdittive, due sole delle quattro maestre della scuola materna interessata, di 45 anni e 31 anni, entrambe residenti nel Vercellese, è stato imposto il divieto temporaneo di esercitare la professione in qualsiasi altro ente pubblico e privato per la durata di un anno. Proprio nel tentativo di garantire comunque il minimo disagio alle famiglie, che hanno necessità della struttura per la custodia dei figli, il provvedimento è stato eseguito alla chiusura pomeridiana della scuola, in modo da prevedere la sostituzione delle insegnanti già per la mattina di giovedì 11 aprile.

Massimo Iaretti

 

Uomo muore incastrato in un macchinario

Incidente mortale ieri sera presso un mobilificio di Grava, in provincia di Alessandria. Intorno alle 19.30 i vigili del fuoco sono accorsi per cercare di liberare una persona rimasta incastrata sotto un macchinario. Nonostante il loro intervento e quello del 118,  per l’operaio non c’è stato nulla da fare. I carabinieri e i tecnici dello Spresal stanno ricostruendo la dinamica di questo drammatico incidente sul lavoro.
 
(foto archivio)

Presi i minorenni ladri di biciclette


I Carabinieri della Stazione di Saluzzo hanno deferito in stato di libertà tre ragazzi dimoranti nel saluzzese, due dei quali minorenni, poiché ritenuti responsabili di furto aggravato in concorso.
Il bottino preferito dai tre erano le biciclette, ovunque esse fossero lasciate incustodite dai proprietari: bastava tagliare le catene che le tenevano legate ad un palo, oppure appostarsi per approfittare di una momentanea distrazione della vittima e fuggire via con la bicicletta. La tecnica, evidentemente rodata, in alcuni casi è stata anche immortalata dalle telecamere di videosorveglianza, da cui è stato possibile ricostruire i movimenti dei tre indagati che hanno commesso le azioni delittuose anche in forma autonoma. Gli episodi contestati si riferiscono ai furti aggravati di almeno tre biciclette, sottratte in pieno centro città, mentre i proprietari si trovavano nei negozi a fare compere. Tutte le persone sentite dai Carabinieri hanno concordemente riferito di essere entrate in un locale pubblico e, dopo esservi uscite, non avevano più trovato la bicicletta. In alcuni casi il velocipede è stato anche assicurato con una catena e un lucchetto, recisi però dai ladri mediante un utensile specifico. Nel corso delle indagini, una delle biciclette rubate è stata trovata in possesso di un extracomunitario a cui era stata venduta da uno dei tre indagati, per la somma di soli 20 euro. Il bene è stato recuperato e restituito all’avente diritto. I tre giovani dovranno rispondere di furto aggravato rispettivamente alla Procura della Repubblica di Cuneo e a quella per i Minorenni di Torino.
 
 

Ubriaco al volante arrestato per resistenza a pubblico ufficiale

Nel corso dell’ultimo fine settimana i Carabinieri della Compagnia di Fossano hanno predisposto specifici servizi straordinari finalizzati, in particolare, a garantire una maggiore sicurezza della circolazione stradale attraverso controlli mirati ad individuare soggetti in stato di alterazione psicofisica alla guida di veicoli.
I controlli si sono concentrati nei centri di Fossano, Centallo, Carrù e Morozzo. A Carrù i Carabinieri della Stazione di Murazzano e del Radiomobile di Fossano hanno sorpreso un sessantenne alla guida del proprio veicolo in stato di ebbrezza alcolica; nelle fasi del controllo l’uomo, che nelle tasche nascondeva un coltello a serramanico, ha anche minacciato ed aggredito i Carabinieri. Il sessantenne è stato, quindi, tratto in arresto per resistenza ad un pubblico ufficiale e contestualmente denunciato per guida in stato di ebbrezza, minaccia e porto di strumenti atti ad offendere. La patente gli è stata immediatamente ritirata.   I Carabinieri della Stazione di Centallo e di Morozzo hanno rispettivamente denunciato un quarantenne per guida in stato di ebbrezza alcolica e contestato ad un cinquantenne la sanzione amministrativa prevista sempre per la medesima condotta. In entrambi i casi le patenti di guida sono state ritirate.

Sulle tracce degli avvelenatori di cani

Sono tornate in Provincia di Asti le squadre cinofile antiveleno. Nello scorso febbraio, in un giardino privato di San Damiano d’Asti, un cane labrador aveva già “abboccato” al richiamo di un’invitante polpetta di riso quando il proprietario, che per fortuna era vicino a lui, s’era lanciato a sottrarre il boccone sospetto al cane, impedendo che lo ingerisse completamente. Giunto da un veterinario professionista, il cane era stato sottoposto alle cure mediche di profilassi necessarie a scongiurare il peggio, mentre i residui del boccone erano stati inviati dallo stesso veterinario all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino. Esaminato il reperto, l’Istituto confermava che verosimilmente si trattava di esca avvelenata, ossia appositamente approntata da qualcuno con sostanze velenose; l’avviava dunque agli opportuni accertamenti analitici. I militari della Stazione Carabinieri di San Damiano d’Asti che avevano seguito l’attività informativa sul caso, hanno quindi recentemente coinvolto i Carabinieri forestali di Villafranca d’Asti, i quali, pur in assenza dell’esito degli esami tossicologici dell’Istituto zooprofilattico , hanno a loro volta attivato l’unità cinofila antiveleno della Stazione Carabinieri Forestale di Borgo San Dalmazzo. È nella giornata di venerdì scorso che i militari e l’unità cinofila hanno accuratamente perlustrato l’area (un giardino di circa 3000 metri quadrati e le aree agricole adiacenti) alla ricerca di eventuali altri bocconi potenzialmente avvelenati. Le ricerche hanno dato esito negativo e l’area, grazie al lavoro di Kira (questo il nome del cane antiveleno utilizzato), è stata messa in sicurezza. Si resta in attesa dell’esito delle analisi tossicologiche; nel frattempo l’attenzione dei Carabinieri Forestali sul caso resta alta e l’attività svolta con i cani antiveleno si rivela ancora una volta un utile strumento di prevenzione. Kira ed il suo conduttore fanno parte delle squadre cinofile antiveleno che sono state costituite nell’ambito del progetto europeo Life “WolfAlps”. I cani sono addestrati nella ricerca di esche avvelenate e di carcasse di animali, che puntualmente segnalano in modo inequivocabile al proprio conduttore. L’utilizzo di bocconi avvelenati è vietato dalla normativa vigente e costituisce un vero atto criminale, in quanto il veleno, una volta immesso nell’ambiente, non sceglie le sue vittime, né quelle dirette né quelle (domestici o selvatici) che potrebbe raggiungere attraverso la catena alimentare. È importante quindi segnalare prontamente alle autorità competenti (Carabinieri forestali, ASL, Sindaci) il rinvenimento di bocconi sospetti e i casi di diagnosi di sospetto avvelenamento, perché si possa intervenire per tempo con tutte le misure necessarie per individuare i responsabili e per prevenire ulteriori danni.

Massimo Iaretti

Sgominata la gang di giovani che rapinava i coetanei

I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Alba hanno identificato i componenti della banda di giovani che tra i mesi di gennaio e febbraio, hanno compiuto una serie di rapine ai danni di ragazzi presso il metrobus della città. I quattro membri della banda, tutti ragazzi frequentatori degli istituti scolastici della zona, sono ritenuti responsabili di tre violente rapine consumate ai danni di altri giovani, proprio nel momento in cui questi erano in attesa dell’autobus per tornare a casa a termine delle lezioni. Gli episodi contestati sono al momento tre, ma i Carabinieri albesi stanno raccogliendo le dichiarazioni di altre persone per capire se possono essere stati perpetrati altri fatti criminosi, non ancora denunciati per paura. In merito alle tre rapine:

  • nella prima, la vittima è stata un ragazzo minorenne di Alba al quale, dopo essere stato accerchiato dai quattro, spintonato e preso a pugni, è stata strappata una catenina d’oro. In quell’occasione era intervenuto il fratello maggiore della vittima, giunto poco dopo sul posto, ma anch’egli era stato colpito a calci e pugni;
  • nel secondo episodio la vittima è stata rapinata del proprio portafogli contenente pochi euro. Il ragazzo è stato minacciato con una sigaretta accesa che gli sarebbe stata spenta sul volto se non avesse consegnato quanto richiesto. Anch’egli è stato colpito con un pugno;
  • la terza vittima è stata una donna che per un bottino di appena 5 euro, è stata fatta cadere in terra rovinosamente.M.Iar.
  • In definita per uno dei quattro soggetti, di origine nordafricana, è scattata la misura cautelare del collocamento in una comunità. Un secondo giovane, nomade di etnia Sinti, è stato posto agli arresti domiciliari per un’altra rapina compiuta in Torino. Gli ultimi due, un italiano e un rumeno, sono stati deferiti a piede libero. Tutti dovranno difendersi nelle aule del Tribunale dei minori di Torino con l’accusa di rapina aggravata in concorso.

Nipote instabile colpisce il nonno con una sbarra di ferro

Un dramma famigliare è stato evitato per un soffio in provincia di Vercelli 

 

I Carabinieri della Stazione di Cigliano hanno arrestato un 25enne del luogo perché ritenuto responsabile di tentato omicidio.L’episodio è avvenuto nella mattinata dell’8 aprile, alle 11:00 circa, a Cigliano. Con una telefonata al 112, una 70enne ha informato la Centrale Operativa dei Carabinieri di Vercelli che il proprio marito, 83enne, era stato colpito ripetutamente alla testa con una sbarra di metallo dal nipote. Immediatamente sono state inviate sul posto una pattuglia dei Carabinieri di Cigliano ed un’ambulanza del 118. Carabinieri e soccorritori lo hanno trovato a terra con la testa tra le mani, una vistosa ferita al capo ed un occhio tumefatto.I Carabinieri conoscevano quell’abitazione, e sapevano che il 25enne è da tempo affetto da una forma di schizofrenia. Nel passato, però, il giovane non si era mai evidenziato per comportamenti violenti, apparendo sempre tranquillo e taciturno. La patologia di cui soffre non aveva mai, sino ad oggi, evidenziato scatti d’ira o atteggiamenti violenti, le amorevoli cure dei suoi cari, intervallate da periodi di trattamento presso il Centro di Igiene Mentale di Vercelli, si erano sempre rivelate efficaci.Dal racconto dei presenti, i Carabinieri hanno potuto comprendere che il 25enne, nipote dell’anziano, che come accade ogni giorno aveva attraversato il cortile ed era andato a trovare i nonni, poco prima aveva raggiunto il nonno nel giardino di casa sua e, mentre l’anziana moglie era nell’orto, lo ha colpito ripetutamente al capo, senza motivo, con un tubo di ferro, verosimilmente raccolto poco lontano. Le grida dell’uomo hanno attirato la moglie che, raggiunti marito e nipote, ha chiesto al 25enne cosa avesse fatto, non ottenendo alcuna risposta. Il 25enne, quindi, è stato accompagnato presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Vercelli, dove è stato arrestato e sottoposto a ricovero.L’83enne è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, con riserva di prognosi.

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M.Iar.