CRONACA- Pagina 882

Unc Piemonte: “Attenti alla truffa del pellet”

I consigli su come tutelarsi dell’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte della prima e più antica associazione consumeristica italiana.

Dilaga la crisi energetica. E con lei anche la furbizia di chi tenta di approfittarsene illecitamente. La crisi energetica sta mettendo a dura prova il nostro Paese e purtroppo c’è chi se ne approfitta. Come gli autori dell’ennesima truffa del pellet, un sottoprodotto della lavorazione del legno.
Si tratta infatti di quei cilindretti, che troviamo in commercio in sacchetti di varie taglie, di materiale naturale proveniente proprio dagli scarti della lavorazione del legno. Questi vengono sottoposti a un processo di compressione per poi essere utilizzati come combustibile di biomassa per il riscaldamento domestico e residenziale, ma anche per caldaie di grossa taglia e nei grandi impianti delle centrali termoelettriche. Attualmente si tratta di una soluzione adottata da un discreto numero di consumatori proprio per difendersi dal caro-energia.
“Questo, in sintesi, il raggiro: i malfattori pubblicano in rete annunci molto attraenti, nei quali propongono l’acquisto di pellet a prezzi molto vantaggiosi, con un risparmio del 30-40% rispetto al costo abituale. Per beneficiare dell’offerta bisogna però acquistare alcuni pancali per una spesa tra i 500 e i 1.000 euro. Ma, una volta pagato, la merce tarda ad arrivare, inizia una sequela di telefonate e di messaggi col venditore online, durante i quali quest’ultimo rassicura subdolamente i consumatori in merito all’invio del pellet acquistato. Solo dopo alcune settimane ci si rende conto di aver subito una truffa”. Esordisce così l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
Per evitare di incorrere in simili, spiacevoli tranelli, prosegue il noto legale, “Unc Piemonte consiglia di verificare sul sito dell’Agenzia delle Entrate che alla partita Iva del venditore corrisponda un’azienda realmente esistente, che altri utenti non abbiano già segnalato l’annuncio come fraudolento e che le recensioni del venditore siano numerose e buone. Ed è altresì bene ricordare che pensare di fare vantaggiosi acquisti partendo da annunci fantasmagorici che troviamo sui social non è mai una buona idea, specie se il prezzo di vendita del prodotto appare estremamente appetibili oltre la misura di una sana e credibile convenienza. Altri indizi di una possibile truffa sono le contrattazioni su Whatsapp e richieste di pagamento anomale, pensiamo ad esempio alla ricarica di una carta prepagata. Ricordando, dunque, infine, che anche il bonifico non dà la certezza che il finto-venditore sia poi realmente rintracciabile”, conclude l’Avvocato Polliotto.
Unc Piemonte è attiva telefonicamente allo 011 5611800 dal lunedì al venerdì in normale orario d’ufficio, e anche via mail all’indirizzo di posta elettronica uncpiemonte@gmail.com, e sul sito www.uncpiemonte.it.

 

La Sala Rossa ricorda Maroni e Cravarezza

Il Consiglio comunale si è raccolto in un minuto di silenzio 

A inizio seduta la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, ha ricordato le “due personalità prematuramente scomparse nei giorni scorsi: il generale Franco Cravarezza direttore del Museo Pietro Micca e l’onorevole Roberto Maroni tre volte ministro e poi presidente della Regione Piemonte. Al generale Cravarezza che aveva ricoperto le più alte cariche della carriera militare negli alpini, quattro mesi fa il Consiglio Comunale aveva tributato il Sigillo civico, il più alto riconoscimento previsto dal Comune per i cittadini benemeriti. Le esequie si sono tenute in Duomo venerdì mattina alla presenza del Gonfalone della Città; nella stessa giornata per dare l’ultimo saluto all’onorevole Maroni si è svolta la celebrazione dei funerali di Stato disposti dal Consiglio dei ministri. La funzione si è tenuta a Varese dove è stato proclamato il lutto cittadino”.

Nell’esprimere a nome dell’assemblea il più profondo cordoglio alle famiglie Grippo ha invitato i consiglieri a osservare un minuto di silenzio.

Nella fotografia: La Sala Rossa durante il ricordo degli scomparsi.

Limitazioni alla circolazione veicolare: da martedi 29 novembre attivo il livello 1

LA CITTÀ DI TORINO INFORMA:

 

1 In aggiunta alle limitazioni strutturali, fermi dalle 8 alle 19: i veicoli Diesel Euro 5 per il trasporto di persone.


Lo stop riguarda anche i veicoli che hanno attivato il Move In.

Il dettaglio delle limitazioni nella pagina dedicata che contiene anche tutte le misure per il miglioramento della qualità dell’aria.
Sul sito di Arpa i dati giornalieri di particolato PM10

Un video e uno spot per ricordare la strage del XVIII dicembre 1922

Per gli utenti che viaggiano su bus, tram e metropolitana di GTT-Gruppo Torinese Trasporti 

L’iniziativa è il frutto di una collaborazione tra GTT e il Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte.

Lo spot audio è trasmesso nelle stazioni della metropolitana attraverso Radio GTT.

Il video, realizzato in occasione del centenario della strage, è invece trasmesso sui monitor presenti sui bus e nelle stazioni della metropolitana.

«Sin da subito GTT si è messa a disposizione delle diverse iniziative che rievocano il centenario della strage fascista del 18 dicembre 1922. Le strutture di Gtt, al servizio degli utenti, in questo caso hanno lavorato al servizio delle memoria storica di questi tragici eventi.

Oltre a supporto tecnico, l’Azienda ha fornito un aiuto in termini di strumenti di comunicazione, tema fondamentale quando si parla di costruzione di una corretta memoria, in questo caso di eventi drammatici.

In questi anni, a partire dal 2006 quando la stazione “XVIII Dicembre” venne inaugurata, abbiamo purtroppo notato come questa data per gran parte dei viaggiatori che utilizzano la metropolitana automatica, non rivestisse un particolare significato di memoria storica. Siamo sicuri che le iniziative di quest’anno consentiranno, anche nel breve spazio di un passaggio in metro, di dare il giusto e importante significato, tragicamente evocativo,  alla data cui la piazza e la stazione sono intitolate».

 Serena Lancione

Amministratore Delegato GTT

 

 

 

«Sono grato a GTT per la disponibilità che ha reso possibile questa iniziativa. Per molti torinesi il 18 dicembre è solo il nome di una stazione della Metro e di una piazza. Per questo abbiamo pensato, tramite lo spot ed il video, di richiamare l’attenzione degli utenti, segnalando loro il sito www.strage18dicembre.it, che abbiamo creato in occasione del centenario, dove possono leggere in modo sintetico i fatti avvenuti e trovare il programma delle tante iniziative che si svolgeranno nelle prossime settimane. Inoltre, con questo video per la prima volta viene reso pubblico il nuovo logo del Comitato Resistenza e Costituzione, che è stato ripensato per renderlo più diretto e accattivante, in particolare per i più giovani».

Daniele Valle

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte

www.strage18dicembre.it

Troppe buche sulle strade d’Italia

E il meteo non aiuta: le piogge abbondanti peggiorano la situazione. Pallotti, Ciaramella e Ronzullo: «I Comuni si attivino per la sicurezza stradale. I cittadini continuino a segnalare le situazioni a rischio»

«Le pessime condizioni meteorologiche degli ultimi giorni hanno fatto riemergere tutti i problemi idrogeologici del nostro Paese. Tra allagamenti, smottamenti e paura, stiamo vivendo quello che in un paese civile non dovrebbe mai accadere. A ciò si si aggiunge il peggioramento delle buche stradali, molto spesso causa di incidenti gravissimi o mortali». Così Alberto Pallotti e Biagio Ciaramella, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, esprimono insieme a Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, la loro preoccupazione per il peggioramento delle condizioni stradali in seguito agli avversi eventi atmosferici degli ultimi giorni. L’attenzione è puntata sulle buche presenti sull’asfalto, ingigantite dalle copiose piogge cadute sulla penisola.

«La situazione è critica in tutta Italia», affermanoPallotti, Ciaramella e Ronzullo «ma noi intendiamo soffermarci sulla Campania, in particolare su alcuni comuni della provincia di Caserta, ovvero Aversa, Trentola Ducenta, Parete, un territorio che abbiamo definito il “triangolo delle buche”. Nonostante gli interventi fatti sulle strade, qui le buche sono ancora tantissime».

Le associazioni lamentano la disattenzione dei comuni per le strade, la carente manutenzione e pulizia, specialmente dei tombini, che causano disastri in caso di piogge intense. «Ci chiediamo perché, quando viene diramata un’allerta meteo, i comuni non puliscono i tombini. Il maltempo crea danni a cui, poi, nessuno si preoccupa di porre rimedio. Le strade diventano insicure, le buche non sono visibili e sono pericolose per il cittadino. A volte ci scappa il morto», riferiscono Pallotti, Ciaramella e Ronzullo, che continuano: «I comuni non fanno prevenzione per rendere sicure le strade e poi avvengono le tragedie. Chiediamo al Prefetto di Caserta di fare chiarezza sui fondi europei che i comuni di Aversa, Parete, Trentola Ducenta avrebbero ricevuto, come si è appreso dai giornali, per riparare le strade comunali».

Se si fa prevenzione, si possono evitare tragedie simili a quella che ha colpito Ischia. «Metto a disposizione il mio cellulare – dichiara Ciaramella – per consentire a chiunque si imbatta in una buca di segnalarla a me via WhatsApp. Il numero è 330443441. Invitiamo i cittadini a inviarci le segnalazioni con le foto delle buche disseminate nei territori di Aversa, Trentola Ducenta e Parete. In seguito, agiremo anche nella zona di Napoli, dove ci sono anche altri problemi. È sempre più necessario fare sicurezza stradale, purtroppo le amministrazioni non sono presenti tra la gente per informare, come si può amministrare così?».

Per info:

www.vittimestrada.eu

Quelle sere d’estate con Nino ai “gonfiabili” di Finale Ligure. Un mese fa ci lasciava Nino Battaglia

Volto noto del giornalismo piemontese

Io: tò chi si vede! Lui: Non potevamo certo mancare al solito appuntamento estivo! Gentile, sorridente e ironico come sempre. Il “lui” di cui vi scrivo e parlo è “Antonino” Nino Battaglia. Brillante, bravo giornalista, volto e “mezzo busto” supernoto del “Tgr Piemonte” dove si occupava, oltre che della conduzione del giornale, di cultura, cronaca e, ultimamente, delle vicende politiche regionali, Nino era in pensione da qualche tempo. Prima che in Rai, aveva lavorato negli anni ’70 all’“Agenzia Giornalistica Italia”, alla benemerita “Gazzetta del Popolo” e collaborato ad altre testate e quotidiani vari. Sua grande passione, da sempre – nella vita e nel mestiere – il cinema. Quel palco sberluccicante della “celluloide”, di cui scriveva e che seguiva con grande competenza e passione e che pure aveva calcato in gioventù, mi pare di ricordare (ebbe forse a raccontarmelo – se non sogno – lui stesso un giorno) dietro la macchina da presa. Forse quale aiuto-regista (?) di qualche nome più o meno blasonato del nostro gotha cinematografico. Mi verrebbe da chiederglielo. E’ un pensiero che mi sfruguglia per la testa in questo momento. Chissà!? Esattamente un mese fa, nella notte fra il 27 e il 28 ottobre scorsi Nino ci lasciava. Lasciava i suoi cari, i suoi amici e colleghi. Lasciava questo mondo, con il solito garbo, in modo (penso per molti) inaspettato. Senza far rumore, com’era suo solito. Forse con un ironico sorriso. Era ricoverato alle “Molinette”, aveva 71 anni. E ancora tanta vita e tanto affetto da dare alla sua compagna e al suo amatissimo figlioletto. Nino era un gentiluomo d’antan. L’avevo rivisto l’estate scorsa. Come capitava, da un po’ di anni, nel mese di agosto a Finale Ligure, dove entrambi trascorrevamo qualche giorno di vacanza. Nostro luogo consueto di ritrovo serale, il gigantesco “scivolo gonfiabile” piazzato davanti ai “Bagni Boncardo”, dove di giorno s’andava “a mare”. I saluti. I commenti bonari alla “pancetta” senile. E ti pare che non ci ritrovavamo ancora qui…solito posto solita ora! Io con la nipotina scavezzacollo, lui con il piccolo Mattia. Attentissimi tutti e due ai nostri pargoli. Nino era un babbo affettuosissimo. Fra un’estiva battuta e l’altra, non perdeva un attimo di vista il suo piccolo. Anche in spiaggia che frequentava con attenta parsimonia (perfino più di me, “ombrellaio” incallito), arrivava con “slipponi” un po’  démodé (ma chissenefrega!) all’ora giusta del bagno e sorvegliava il piccolo in acqua o da riva senza mai levargli gli occhi di dosso, poi la doccia e la meticolosa asciugatura. Fino all’ultima goccia! Mi stancavo meno a lavorare! Sorrideva. Prima del pensionamento, lo incontravo spesso in giro per conferenze e, fine anni ’90 primi Duemila, in “Ascom” in via Massena, dove io mi occupavo dell’“Ufficio Stampa”. Era geniale nel suo mestiere. I pezzi credo che in buona parte li “confezionasse” a braccio, quand’era ancora in macchina con i colleghi operatori. Ai tempi del buon Pino De Maria, presidente “Ascom”, arrivava sfoggiando la consueta sobria elegante gentilezza. Al pacioso “sorrisone” e all’affettuoso abbraccio del presidente rispondeva con un leggero, un po’ sornione sorriso. Del tipo adesso so io come imbastire ben bene l’intervista. E gira e rigira, finiva sempre così. Ma io devo rispondere quello che vuoi tu o quello che voglio io? Sbottava ridanciano De Maria. E replicava, a fine intervista, ma guarda un po’, riesci sempre a farmi dire quello che vuoi tu! Grande Nino! Che in via Verdi, secondo me, ritornava con il pezzo già bell’e fatto. E alla sera, all’ora di cena, si presentava ai piemontesi con la sua consueta moderazione nei toni della voce, nel sorriso piazzato lì al momento giusto e con quella bravura e quella credibilità, vera, che pochi riuscivano a trasmettere al par suo. Alla tua assenza televisiva, caro Nino, da qualche anno ci eravamo abituati. Ma sapevamo di poterti, comunque, anche solo per caso, incontrare. Incrociare, una pacca sulle spalle, due battute, un sorriso. E ora? Quelle serate estive ai “gonfiabili” di Finale, fronte “Boncardo”, saranno di sicuro per me un po’ più vuote. Mi verrà forse spontaneo cercarti nel gruppone di nonni, papà e mamme e bimbe e bimbi. E sarà molto triste non rivederti, caro Nino!

Gianni Milani

Ma che freddo fa

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Questa storia del risparmio energetico che sembrava così drammatica, non appare  che lo sia più oggi. Eppure i sindaci impongono orari che a fine novembre sono incompatibili con il buon senso e la tutela della salute pubblica.

Così le stesse persone passano da locali riscaldati a locali praticamente freddi per molte ore al giorno. Anche certe strutture pubbliche sono lasciate al freddo o stranamente  eccessivamente al caldo. Il numero di ore consentito penalizza gravemente bambini, anziani e malati. Ed è strano che nella società liquida dei diritti ad ogni costo nessuno protesti e non rivendichi il diritto alla salute in un momento in cui il Covid sta riprendendo. E’ fuor di dubbio che il dovere di garantire la salute pubblica sia prioritario, specie se consideriamo  che chi gode di un riscaldamento autonomo si regola come vuole. Ci sono interi condomini che non hanno deliberato in modo democratico e chiaro  l’accensione dei caloriferi, delegando la cosa agli amministratori. E nei condomini c’è gente che punta solo al più lercio  risparmio, colpendo i diritti degli altri. E’ una situazione non più tollerabile che un governo serio non può trascurare. Tra la politica della lesina sulla pelle degli altri e il minimo benessere necessario per vivere  deve prevalere quest’ultimo senza eccezioni. E’ strano che in città si  illuminino  obsolete luci di artista che non attraggono più nessuno, e si imponga il  desco deserto e  il focolare  spento. Tornare al clima di guerra  di cui ci raccontavano i nostri nonni o al gelo sovietico del dottor Zivago non penso sia una prospettiva accettabile.

Venezia è salva ma ci voleva così tanto?

Venezia è salva, San Marco anche! Due brevi considerazioni su quanto accaduto in questi giorni nella città lagunare.

Il Mose funziona, finalmente, come si deve, dopo una montagna di denaro speso e innumerevoli rinvii. È un sistema di dighe mobili molto sofisticato, necessita di manutenzione continua e di tanti soldi e speriamo naturalmente che continui a funzionare. Se tutto filerà liscio, Venezia non sprofonderà più grazie ad una delle più grandi opere di ingegneria che tutto il mondo ci invidia. Qualche giorno fa le condizioni di vento e di marea erano peggiori di quelle dell’acqua alta del 2019 e hanno tenuto tutti quanti con il fiato sospeso. Senza il Mose oltre l’80% della città sarebbe stato allagato, le previsioni davano un picco di 170 centimetri, il terzo della storia dopo il disastro del 4 novembre 1966 (194 centimetri) e del 12 novembre 2019 (187). Il Mose, e non è questa la prima volta, è emerso dalla laguna come un mostro marino, un Leviatano del terzo millennio, la città non è finita sott’acqua e la basilica di San Marco è rimasta all’asciutto grazie anche alla barriere di vetro erette in questi mesi intorno alla chiesa. Una “cintura di vetro”, soluzione temporanea, ancora non inaugurata ma che ha funzionato alla grande salvando dall’acqua i pavimenti a mosaico della basilica, già fortemente danneggiati dal sale marino. Il Mose e la barriera di vetro, ma bisognava aspettare così tanto per salvare la città più bella del mondo?    Filippo Re

Multati 8 locali della movida, chiuso un bar

Continuano i servizi disposti dal Questore di Torino nelle aree interessate dal fenomeno della “movida” che, in particolare durante il fine settimana, in considerazione della presenza di numerosi locali attrattivi, sono caratterizzate da una elevata concentrazione di persone e non di rado hanno determinano segnalazioni dei residenti per disturbo della quiete pubblica e per  episodi di degrado urbano, talvolta anche danneggiamenti.

Nella  notte di sabato personale della Polizia di Stato del Comm.to Centro, coadiuvato dall’Unità cinofila, unitamente a personale dell’arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, ha svolto il servizio di cui sopra nell’area di Piazza Vittorio Veneto (via Bava, via Matteo Pescatore, lungo Po Cadorna), di Piazza Santa Giulia e nel quartiere San Salvario.

70 le persone identificate e 10 i locali sottoposti a controllo: 8 le sanzioni amministrative elevate. In un locale di via Galliari, l’unità cinofila ha rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti 10 grammi di hashish.

Inoltre, nel pomeriggio di sabato è stata notificata da personale del Comm.to di P.S. Barriera Milano la sospensione della licenza, ai sensi dell’art. 100 TULPS,  ad un bar ubicato in Largo Giulio Cesare.

Il provvedimento questorile trae origine da una serie di accertamenti nei confronti dell’esercizio operati nelle scorse settimane dai  poliziotti del Comm.to di zona, con l’ausilio di personale del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, messo a disposizione della Questura per rinforzare il dispositivo di controllo del territorio.

Verificando nel corso dei controlli effettuati a partire dal mese di Giugno allo scorso 17 Novembre la costante presenza, nella clientela, di soggetti pregiudicati,  e di cittadini stranieri irregolari, reiteratamente inottemperanti a molteplici ordini del Questore di lasciare il territorio nazionale, ritenendo che l’esercizio in questione rappresenti un pericolo costante per l’ordine e la sicurezza pubblica, soprattutto per la presenza di soggetti dediti al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e bivacco molesto che alimentano una situazione di tangibile pericolo e degrado, Il Questore di Torino ha disposto la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande del bar, con immediata chiusura al pubblico dei locali per 15 giorni a decorrere da sabato.

La pasticceria italiana piange la scomparsa di Marco Avidano

Il titolare delle omonime pasticcerie a Chieri e in centro a Torino deceduto nei giorni scorsi

Il ricordo dei colleghi e amici
dell’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano

«Marco ha iniziato la sua carriera ad appena 16 anni. Per noi era un amico, una persona aperta al dialogo e al confronto, sempre disponibile con tutti – ricorda il presidente dell’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano, Claudio Gatti – Oggi assieme a tutti gli Accademici, ricordiamo un grande maestro del lievito madre, ma anche l’uomo gentile, dai valori solidi, legato alla famiglia e alla sua terra».

Negli anni Avidano ha perfezionato la sua arte prima a Torino, poi in Francia e in Belgio, ma nel 1996 fa ritorno in Piemonte per rilevare la Pasticceria Basiglio, situata nel centro storico di Chieri e che oggi porta il suo nome. Nel 2019 inaugura anche un nuovo punto vendita in Via Accademia delle Scienze, nel cuore di Torino, e la caffetteria nella prestigiosa Scuola Holden di Alessandro Baricco.

Grazie alla passione e a quel tocco personale che trasforma gli artigiani in veri artisti, Marco Avidano ha elaborato una proposta di pasticceria unica, attenta alle novità ma sempre riconoscibile, che gli è valsa i titoli di Maestro del Gusto di Torino e provincia, Maestro del Lievito Madre e Maestro Cioccolatiere. Tra le sue produzioni d’eccellenza: la Radiosa, una tavoletta di cioccolato sensoriale e di design, e i lievitati prodotti con la pasta madre donatagli dal Maestro Giovanni Garino.