Un giovane marocchino di 29 anni, dal 7 maggio è soggetto a decreto di espulsione. Come scrive il quotidiano Repubblica era stato identificato dalla polizia, alla quale aveva indicato un ladro nascosto sotto un’auto, che aveva appena rubato in un supermercato di via Vibo’ a Torino. Il marocchino era giunto lo scorso anno in Italia dalla frontiera di Ventimiglia e non ha ancora presentato la richiesta del permesso di soggiorno, in quanto lavorerebbe in prova, allestendo i banchi di un mercato rionale.
Tre auto si scontrano in tangenziale, due feriti
Questa mattina si è registrato un incidente stradale all’altezza dello svincolo della Statale 24, nel territorio di Collegno, sulla tangenziale nord.
Tre vetture — una Fiat Punto, una Volkswagen e una Ford — sono rimaste coinvolte in uno scontro nella corsia di sorpasso.
Sul luogo sono intervenuti i sanitari del 118. I conducenti della Punto e della Bora hanno riportato ferite e sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di Rivoli. Le loro condizioni, fortunatamente, non sarebbero gravi.
Dal 22 al 25 maggio ritorna l’unico evento gratuito in Italia nel quale astronauti, ricercatori e astrofili incontrano il grande pubblico per raccontare i nuovi traguardi dell’esplorazione spaziale. Tra gli ospiti della IV edizione, gli astronauti Luca Parmitano, Maurizio Cheli e Paolo Nespoli.
Da capitale italiana riconosciuta dell’industria aerospaziale per il suo ecosistema industriale e scientifico attivo nel settore della space economy, Torino torna ad essere per quattro giorni anche il riferimento nella comunicazione divulgativa sull’esplorazione del cosmo e la scoperta di nuovi mondi con la IV edizione di Space Festival. Gioco, Scienza, Fantascienza, evento interamente gratuito che si svolgerà da giovedì 22 a domenica 25 maggio, con un programma diffuso tra il centro città e le iniziative che coinvolgeranno Collegno, il Planetario Infini.To di Pino Torinese e le principali realtà produttive del distretto aerospaziale torinese.
L’evento, promosso e organizzato dalla Marco Berry Onlus – con la direzione artistica di Marco Berry e la consulenza scientifica del giornalista aerospaziale Antonio Lo Campo –, si pone l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico alle nuove frontiere dell’esplorazione spaziale, dando la parola ai protagonisti italiani di questa epopea e mescolando i linguaggi propri della divulgazione scientifica con la narrazione e il gioco.
Moltissimi gli ospiti attesi a Torino in questa edizione, tra i quali spiccano gli astronauti Luca Parmitano, Maurizio Cheli e Paolo Nespoli che incontreranno il pubblico nel ciclo di talk Vita da astronauta per ripercorrere le loro esperienze, tra passato, presente e futuro della sfida per portare l’uomo oltre l’atmosfera terrestre. Un’occasione unica per saperne di più alla vigilia dell’avvio delle missioni con equipaggio del Programma Artemis, che si pone l’obiettivo di riportare in pochi anni la presenza umana sulla Luna. Tra gli ospiti del festival, il planetologo Maurizio Pajola, che ha partecipato allo studio dei campioni della superficie dell’asteroide Bennu recuperati dalla Nasa, lo chef stellato Davide Scabin, che ha firmato i piatti da inviare nello spazio di Luca Parmitano, e il fondatore di Passione Astronomia Pasquale D’Anna, che ha costruito una piattaforma di divulgazione scientifica capace di aggregare solo su Instagram oltre 220mila persone.
Per tutti i quattro giorni il “centro gravitazionale” principale di Space Festival sarà nuovamente Galleria San Federico, nel cuore di Torino, che ospiterà nel suo passage le riproduzioni in scala dei tre razzi che hanno scandito l’evoluzione delle missioni spaziali occidentali: il Nasa Saturn V protagonista delle missioni Apollo, il Nasa SLS derivato dallo Space Shuttle e concepito come lanciatore pesante per accompagnare i futuri programmi di esplorazione con equipaggio verso la Luna e Marte e lo SpaceX Starship. Nello Spazio Lux, al primo piano di Fiorfood, si terranno tutti i giorni presentazioni di libri a tema “spaziale”, con la partecipazione degli autori, da Piero Bianucci a Giovanni Caprara, coordinate da Martina Pascutti.
I talk di Space Festival, oltre ad ospitare gli incontri con gli astronauti, permetteranno di ascoltare scienziati, ricercatori, rappresentanti di aziende e realtà istituzionali, astrofili, creators, ufologi e altri personaggi ancora fare il punto su temi di stretta attualità: dal ruolo dell’Italia in sessant’anni di esplorazione spaziale, alle ultime scoperte dai progetti di ricerca dedicati allo spazio profondo, fino alle risposte più attendibili sul fenomeno Ufo. Giovedì 22 e il venerdì 23 maggio i talk saranno ospitati presso il cinema Lux, per poi proseguire sabato 24 maggio presso l’aula magna “Aldo Moro” dell’Università di Torino, in via Verdi.
Venerdì 23, i bambini della classe risultata vincitrice del contest “Una lezione spaziale”, che ha coinvolto gli alunni di 27 scuole primarie di Torino e provincia nel progettare una Valigia per la Luna da riempire con gli oggetti che avrebbero portato con sé in una breve vacanza spaziale, potranno visitare lo stabilimento di Thales Alenia Space di Torino, in compagnia di un astronauta. Tutte le valigette saranno esposte in Galleria San Federico nella giornata di sabato 24.
Nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 maggio i film di Space Festival approderanno sugli schermi del cinema Lux con la proiezione di due pellicole d’eccezione legate all’esplorazione spaziale: “Armageddon – giudizio finale”, film diretto da Michael Bay (1998) e “Space Cowboys”, successo firmato da Clint Eastwood (2000).
La collaborazione con Infini.To – Planetario di Torino permetterà anche quest’anno di offrire in tutte le giornate del Festival un ricco programma di appuntamenti gratuiti a numero chiuso e prenotazione obbligatoria, alcuni dei quali realizzati in collaborazione per la prima volta con Viridarium Lab Garden e con INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino, che comprende la visita del planetario, la visione di alcuni degli spettacoli proposti, una serata di osservazione astronomica guidata nella notte di venerdì 24 e un pomeriggio di osservazione guidata del Sole con telescopio domenica 25.
Sempre domenica 25 maggio, in piazza della Pace nel Parco Carlo Alberto Dalla Chiesa presso il Parco della Certosa Reale di Collegno, verrà realizzato il volo di un robot stratosferico, di proprietà della startup innovativa Stratobotic, che condurrà una diretta video a 360° in alta definizione fino a oltre 25 km di quota. Il pubblico presente potrà inoltre partecipare a un’originale esperienza di gioco per smartphone ambientata nello spazio intorno al pallone in volo realizzata da SpArks, Venture dello Space Business Catalyst promosso da Thales Alenia Space.
L’edizione 2025 di Space Festival è realizzata dalla Marco Berry Onlus con il sostegno della Regione Piemonte e il patrocinio della Città di Torino, della Città di Collegno, dell’Università di Torino e del Politecnico di Torino. La manifestazione è resa possibile dal contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo, Altec, Nova Coop, Thales Alenia Space e TÜV Italia.
«La corsa all’esplorazione spaziale è oggi più viva che mai, l’uomo si appresta a tornare dopo quasi 60 anni sulla luna per stabilirvi una presenza costante e si sta progettando anche la conquista di Marte – ha spiegato Marco Berry, Direttore artistico della manifestazione – lo Space Festival vuole avvicinare tutte le persone a questi temi, raccontando il ruolo di Torino nell’industria aerospaziale e nella ricerca scientifica ma soprattutto le particolarità e le curiosità di un argomento che ha grandi ricadute nelle nostre vite. Vogliamo farlo attraverso il gioco, la divulgazione scientifica e l’intrattenimento per raggiungere il più grande pubblico possibile».
«La Regione è orgogliosa di partecipare a un evento che coniuga conoscenza, curiosità e visione del futuro. Il Piemonte – ha dichiarato l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano – ha scelto da tempo di investire sull’aerospazio, settore strategico di sviluppo economico, innovazione industriale e crescita occupazionale. Space Festival rappresenta un’occasione preziosa per raccontare al grande pubblico, e in particolare alle nuove generazioni, le opportunità offerte da un comparto che già oggi coinvolge migliaia di addetti sul nostro territorio: sostenendo questa iniziativa vogliamo contribuire a creare un ecosistema competitivo, consapevole e capace di attrarre nuovi talenti».
«Space Festival è una manifestazione capace non solo di valorizzare l’importante patrimonio industriale e scientifico di Torino nel settore aerospaziale, ma anche di renderlo accessibile e affascinante per tutti, dai più piccoli agli appassionati – ha dichiarato l’assessore comunale al Turismo e ai Grandi eventi Domenico Carretta -. Dopo il successo delle prime edizioni, il Festival continua a raccontare l’astronomia e l’esplorazione spaziale con il suo consueto taglio pop, accessibile a tutti, mescolando gioco e linguaggio scientifico. È ormai uno degli appuntamenti più attesi del mese di maggio, un mese ricco di grandi eventi culturali, sportivi e, come in questo caso, proiettati verso il futuro».
Tutti gli appuntamenti del festival sono gratuiti ma con accesso fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per conoscere il calendario completo, gli ospiti e le iniziative correlate e per prenotare in anticipo il posto a un evento, consultare www.spacefestival.it.


Alpini, Nicco: “Un forte legame ci unisce”
“NESSUNO SI AZZARDI A SPORCARE IL LORO VALORE”
“È un’emozione grandissima stare insieme agli oltre 100 mila alpini in congedo e in servizio, con fanfare, ed i gonfaloni delle sezioni. C’è un calore umano ed una semplicità che arriva dritta al cuore”, le parole del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, che ha partecipato alla sfilata degli Alpini a Biella, uno dei momenti più significativi della 96ª Adunata Nazionale.
“Basta guardare negli occhi questi uomini – continua Nicco – per sentire l’amore per ciò che rappresentano. Non vogliono mancare e si commuovono: perché essere Alpino è un’identità che non si spegne mai”.
“Hanno saputo essere – rimarca Nicco – esempio di coraggio, umanità, e solidarietà. Ed oggi sono presenza costante nei luoghi colpiti dalle emergenze, vicini ai sindaci, ai territori, alle istituzioni e soprattutto alle persone. Sono un punto fermo nei momenti di difficoltà”.
Non manca, però, da parte del Presidente, una presa di distanza forte nei confronti di chiunque tenta oggi di mettere in discussione il ruolo degli Alpini: “Nessuno si azzardi – afferma – a sporcare l’immagine degli Alpini, a sminuirne il ruolo cercando di appiccicargli legami politici ridicoli e fantasiosi o sostenendo tesi che rigettiamo con fermezza. È inaccettabile che non si voglia che vadano nelle scuole a raccontare cosa sono e cosa sono stati, come se fossero un simbolo da rimuovere. Noi invece vogliamo difenderli. Gli Alpini non sono veicolo di guerra, ma testimoni di valori sani, di umanità e pace”.
“Sono un nostro meraviglioso orgoglio, e continueremo a sostenerli e onorarli sempre. Il nostro è un legame forte”, conclude Nicco.
A Torino arriva un nuovo servizio che semplifica la mobilità urbana: da oggi è possibile accedere ai parcheggi Palagiustizia e Re Umberto utilizzando il dispositivo Telepass, grazie alla collaborazione tra Telepass e Gruppo Torinese Trasporti S.p.A. Un’innovazione che punta a rendere l’esperienza di sosta più comoda, rapida e digitale. Dimenticate biglietti, code alla cassa e pagamento in contanti: con Telepass, l’ingresso e l’uscita dai parcheggi avvengono automaticamente, come in autostrada. Basta identificare le corsie dedicate, segnalate con l’apposita segnaletica, attendere il segnale acustico e proseguire senza fermarsi. Entrambi i parcheggi torinesi sono dotati del sistema Wavepass, sviluppato da Telepass Innova. Si tratta di una tecnologia avanzata che sfrutta boe intelligenti per ottimizzare accesso, uscita e pagamento. La gestione si basa su una piattaforma cloud, che garantisce una maggiore sicurezza dei dati, il controllo remoto delle operazioni e un’assistenza più tempestiva e personalizzata per gli operatori, con benefici concreti anche per gli utenti. Il servizio è disponibile per tutti i clienti Telepass senza costi aggiuntivi: il costo della sosta viene automaticamente addebitato sul conto associato, secondo le condizioni previste dal contratto. Attraverso l’app Telepass è possibile accedere a una serie di funzionalità aggiuntive: consultare lo storico delle soste, scaricare le ricevute per la nota spese, e scoprire l’intero ecosistema di mobilità digitale dell’azienda, che va ben oltre il classico servizio di pedaggio.
Il parcheggio in struttura è solo una delle tante soluzioni offerte da Telepass. L’azienda mette a disposizione anche servizi come l’accesso all’Area C di Milano, l’imbarco diretto per lo Stretto di Messina, e il pagamento dei parcheggi in oltre 700 strutture distribuite tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo. L’obiettivo è chiaro: semplificare la mobilità urbana grazie a un ecosistema digitale pensato per le esigenze quotidiane delle persone. Il servizio parcheggi è incluso in tutte le offerte Telepass. L’elenco completo delle strutture convenzionate è disponibile sul sito ufficiale e sull’app Telepass. |
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Vivere la speranza a Kakuma
Kakuma nella lingua locale significa “no-where”, cioè nessun posto, un non-luogo. Si trova nel nord-ovest del Kenya, al confine con il Sudan, l’Uganda e l’Etiopia, nella regione dei Turkana. L’ambiente è semi-desertico: sabbia, cespugli spinosi, pochi alberi capaci di resistere alle temperature costanti sui 40 gradi, pietre, tanto vento e tanta polvere. Kakuma è una piccola cittadina e sarebbe un posto assolutamente sconosciuto, con poche capanne di pastori nomadi. Nel 1991 un gruppo di oltre 40.000 ragazzi scapparono dal Sudan in guerra e si rifugiarono in Kenya proprio in questa regione. Le Nazioni Unite aprirono quindi in questo luogo nel 1992 uno dei piu’ grandi campi profughi dell’Africa: attualmente ospita più di 350.000 persone, che provengono dal Sudan, dalla Somalia, Congo, Burundi, Ruanda, Etiopia, Eritrea, Uganda… Una città senza futuro dove vivere la speranza potrebbe sembrare un’utopia. Partirà da qui il racconto di Sorella Elisabetta Grobberio, classe 1972, originaria di Torino ed ora missionaria consacrata presso il Centro Contemplativo e Missionario Charles.de Foucauld, fondato da Padre Andrea Gasparino a Cuneo.
L’incontro si svolgerà Venerdì 16 maggio, alle ore 21.00 presso l’Opera della Misericordia a Torino, in via Assietta 9. Attraverso foto e filmati verrà presentata la realtà della vita in un campo profughi, grazie alla testimonianza di oltre vent’anni di missione di Elisabetta. Chi sono i profughi? Persone che avevano sempre avuto una vita normale. Troviamo contadini, pescatori, studenti, maestre, casalinghe, insegnanti delle medie e delle superiori, sarte, avvocati, disoccupati, falegnami, medici, infermieri, laboratoristi, mamme, papà, nonni e bambini… persone che conducevano una esistenza normale, ma ad un certo punto della vita è successo qualcosa di inaspettato e di violento che ha cambiato tutto e sono stati costretti a lasciare tutto e a scappare. La povertà più grande non è la mancanza di cibo o denaro, è la mancanza di libertà! La gente non può muoversi, non può sognare un futuro.
La ricchezza più grande del campo sono i bambini. La stragrande maggioranza del campo (si stima più del 60 %) è fatta di giovani sotto i 35 anni. Il motivo principale è che gli anziani non sono in grado di scappare in situazioni di pericolo o di fare lunghe marcie per lasciare il loro paese. I giovani sognano l’istruzione e sono felici di poter andare a scuola. Le elementari nel campo sono gratis. Le scuole di grado superiore invece sono a pagamento (ciò rende pressochè impossibile la frequenza). Nonostante tutto questo quadro Kakuma non è un luogo triste: la gente ha sviluppato una enorme capacità di resistenza: hanno imparato ad affrontare le difficoltà della vita senza farsi schiacciare e sanno sempre ripartire, ricominciare credendo di nuovo nelle possibilità che il futuro può offrire loro.
PARLA PATRIZIA ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7)
Le immagini di questa mattina al Giardino Madre Teresa di Calcutta dai cittadini, in allegato, parlano da solo, le parole sono superflue!
Adesso BASTA!
Ieri sera gran festa anche con fuochi d’artificio, e stamattina era uno schifo. Gli operatori Amiat fanno miracoli ogni giorno, ma dopo poco tutto è come prima! chi opera nel Giardino MTC andrebbe premiato dalla Città.
I cittadini che transitano nel Giardino Madre Teresa di Calcutta e soprattutto i residenti nelle case con i balconi in affaccio sul giardino CONTINUANO VEDERE UN LUOGO DOVE TUTTO E’ CONSENTITO
I residenti sono sempre più spaventati e stanchi delle tante parole dell’Amministrazione della Città e fatti mai nessuno.
Per non parlare dei pusher che continuano imperterriti a vendere morte sotto 6 telecamere che dovevano monitorare e diminuire il problema, ma che in realtà servono solo se dovesse accadere un omicidio.
Insieme ai colleghi Domenico Giovannini e Francesco Caria , oltre a innumerevoli documenti nel Consiglio della Circoscrizione 7, abbiamo già scritto all’Assessore Comunale alla Sicurezza ma senza avere risposte concrete, se non che stanno monitorando. Ora aspetto un appuntamento col Prefetto perché la situazione di alcuni tratti di Aurora non è più accettabile.
Manca la volontà politica di intervenire con azioni concrete a 360°, senza questa si vanifica anche il lavoro delle Forze dell’Ordine
E dire che il Giardino MTC non è isolato e periferico, si trova davanti la sede della Circoscrizione 7 ed è a poche centinaia di metri dal Centro di Torino.
Il Presidente della Circoscrizione 7 durante una Commissione di tempo fa aveva detto sul Giardino MTC: << e’ uno dei pochi giardini dove hai davvero i bambini ma non 10 lì ne ha 50, 60, 70 con le mamme le nonne i papà i nonni le zie le tate ecc.ecc.ecc. , ogni tanto c’è anche la presenza di altro però a me piace sottolineare l’aspetto della presenza dei bambini dalle 17 in avanti che giocano a pallone a nascondiglio vanno in bici o sui pattini >>
Questa visione è fuori dalla realtà che vedono ogni giorno i cittadini, non è negando la realtà che si possono risolvere i problemi.
Ogni tanto vi sono cittadini che chiedono la chiusura di questo giardino senza però mai arrivare a una soluzione. Secondo me non è chiudendo un giardino che si risolvono le situazioni, ma “controllandolo” con volontà politica seria. Forse chiudendolo si può essere più tranquilli di notte, ma di giorno?
Ricordo anche, come sempre, che il 7 marzo scorso, dopo l’inaugurazione della riqualificazione, dove si sono spesi 500 mila euro, su FB, si leggevano i seguenti post, completamente fuori dalla realtà quotidiana, che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili:
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.
Per non dimenticare il genocidio armeno
IL TORINESE WEB TV
Il genocidio armeno è uno degli eventi più tragici e significativi della storia del XX secolo. Si riferisce al massacro sistematico e alla deportazione di circa 1,5 milioni di armeni dall’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, tra il 1915 e il 1923. Questo genocidio è riconosciuto da molti paesi e dagli storici come uno dei primi genocidi del XX secolo, anche se la Turchia, erede dell’Impero Ottomano, ne nega ufficialmente la natura genocidaria. Le cause di questo orribile evento sono complesse e legate a tensioni etniche, politiche e religiose. Gli armeni, che erano una minoranza cristiana all’interno di un impero a maggioranza musulmana, erano spesso considerati come collaboratori degli eserciti nemici durante la guerra, anche se questa accusa è stata ampiamente contestata. Le autorità ottomane decisero di attuare una politica di sterminio e deportazione, che portò a massacri di massa, marce della morte e condizioni disumane nei campi di concentramento. Il riconoscimento del genocidio armeno è un tema ancora molto delicato e politico. Molti paesi e organizzazioni internazionali hanno riconosciuto ufficialmente questi eventi come genocidio, mentre la Turchia continua a negare questa definizione, sostenendo che si trattò di un conflitto civile e di perdite causate dalla guerra. Ricordare il genocidio armeno è importante non solo per onorare le vittime, ma anche per promuovere la consapevolezza e la prevenzione di simili atrocità in futuro. La memoria di questo evento ci invita a riflettere sui pericoli dell’odio, del razzismo e dell’intolleranza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Ai nostri microfoni il presidente dell’Unione Armeni d’Italia Baykar Sivazliyan accademico, scrittore e attivista armeno-italiano, noto per il suo impegno nella preservazione della memoria storica armena e nella promozione della cultura armena in Italia.
FRANCESCO VALENTE
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