CRONACA- Pagina 321

Giuseppe Allamano presto santo

Il beato Guseppe Allamano, fondatore a Torino dell’Istituto Missioni della Consolata, sarà presto santo. L’annuncio è stato dato oggi da Papa Francesco. La notizia, diffusa dall’arcivescovo di Torino Roberto Repole attraverso le pagine del settimanale cattolico “La Voce e il Tempo”, oggi in edicola, è stata accolta con grande gioia dalla chiesa torinese. “La sua missione partì dal Santuario della Consolata, ricorda nel suo messaggio il vescovo, e oggi è diffusa in tutto il mondo dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei “santi sociali” che illuminarono la città negli ultimi due secoli si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne”. Giuseppe Allamano (1851-1926), rettore del Santuario della Consolata per oltre 40 anni, è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1990. Studiò al Valdocco nell’oratorio di san Giovanni Bosco. Venne ordinato sacerdote diocesano di Torino e si laureò in teologia alla Pontificia Facoltà Teologica. Nel 1901 fondò l’Istituto missioni della Consolata e inviò in Kenya i primi quattro missionari. Nel 1910 fondò l’Istituto suore missionarie della Consolata a Grugliasco, alle porte di Torino. Oggi è presente in quattro continenti. Si spense il 16 febbraio 1926 nel Santuario delle Missioni della Consolata in corso Ferrucci e fu sepolto nel cimitero monumentale di Torino. Nel 1938 la salma fu traslata nella Casa madre, nella parte destra della cappella dell’Istituto torinese.
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Diventa un caso la chiusura del bistrot di Cannavacciuolo

Chiude dopo 9 anni il bistrot di Antonino Cannvacciuolo a Novara. La decisione è stata presa dallo chef per valutazioni imprenditoriali che gli hanno imposto la scelta, per quanto sofferta. Una scia di polemiche per l’addio. L’ex sindaco di Novara Massimo Giordano ha scritto sui social: “Chi non ama Novara faccia pure le valigie”.  Giordano ha poi sottolineato che il locale, legato allo storico teatro Coccia, è “un salotto della città” e “non può restare chiuso”. Il ristorante era un punto di riferimento per gli appassionati di alta cucina è un biglietto da visita per la città. 

Le piastrelle della legalità nel giardino Peppino Impastato

I bambini delle scuole primarie hanno posato ieri le “Piastrelle della legalità” sugli scaloni del giardino Impastato in Largo Sempione.

La cerimonia si è tenuta nel 32esimo anniversario dell’attentato di Capaci dove furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Hanno partecipato all’iniziativa la vicesindaca della Città di Torino, il presidente della Circoscrizione Sei e una rappresentanza dell’Anpi torinese. Ha contribuito all’organizzazione e al lavoro con gli studenti nelle scuole il “Centro Donna”.

Le piastrelle sono state realizzate dalle classi quarte e quinte delle scuole Primarie Giovanni Cena, Giuseppe Cesare Abba e Piero Angela. Ogni piastrella riporta un messaggio o un disegno contro la Mafia: un modo per ricordare il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino, e di tutte le vittime delle stragi mafiose, promuovendo allo stesso tempo la legalità nel quartiere.

Il giornalista ucciso dalla Mafia Peppino Impastato, a cui è dedicato il giardino, diceva che la legalità nasce dove si trova la bellezza: l’abbellimento del giardino con le piastrelle della legalità vuole esserne un esempio. L’anno scorso le “Piastrelle della legalità” erano state collocate nella Cascina Marchesa.

TORINO CLICK

Europa e Piemonte, è l’ora delle scelte: incontro con Corazza

Alle urne: Europa e Piemonte, è l’ora delle scelte

Moncalieri, ore 17,30

Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31

Pagina facebook della Biblioteca @bibliomonc

Martedì 28 maggio a Moncalieri per il ciclo di incontri de L’occhio critico si tiene un nuovo appuntamento con il giornalista Flavio Corazza, già vicedirettore del quotidiano La Stampa. L’occhio critico è una proposta della biblioteca Arduino (via Cavour 31) per imparare a destreggiarsi nella lettura delle notizie. Corazza è affiancato da Miresi Fissore. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Dopo l’incendio riapre il punto vendita Crai di Via Vanchiglia

Ha riaperto ieri, 23 maggio, il punto vendita Crai di Via Vanchiglia 18 a Torino.

Il supermercato, appartenente alla cooperativa della GDO del Nord Ovest Italia, Codè Crai Ovest, è rimasto chiuso al pubblico a seguito dell’incendio divampato lo scorso 18 aprile nello stabile che lo ospita e che ha messo fuori uso diverse attività commerciali.

La riapertura è stata accolta con gioia dalla comunità e la famiglia Comerro – proprietaria del supermercato e socia Codè Crai Ovest – insieme a tutto lo staff ha potuto riaccogliere i propri clienti offrendo loro un vasetto di fiori corredato da un biglietto di ringraziamento per l’affetto e la vicinanza dimostrata durante il mese di chiusura forzata.

Dalla panetteria all’ortofrutta, passando per la gastronomia e ogni genere di reparto secco: da sempre il supermercato di Via Vanchiglia rappresenta un punto di riferimento per il quartiere e incarna la filosofia di negozio di prossimità che caratterizza l’insegna Crai sin dalla sua fondazione.

La nuova rivoluzione delle Serre Reali, sotto la guida di Filippo Masino

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Nella grande area dei Musei Reali, lungo il corso Regina Margherita, là dove sino a pochi mesi fa trovava spazio il Museo di Antichità, da un paio d’anni collocato presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, esiste un nuovo cantiere. Una nuova veste per quella linea delle Serre suddivisa in tre padiglioni, nata nel 1921 sotto la direzione dell’ing. Aurelio Mastrogiacomo e rivolta alla visione delle settecentesche Orangery dei Kew Gardens londinesi. Non soltanto: “punto d’arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso della Dora”, zona altresì salvaguardata dalle demolizioni degli antichi bastioni, su ordine di Napoleone nell’anno 1800, zona ancora oggi unica nella quale si può ammirare quell’antico ricordo che rimane il bastione di San Maurizio. Il cantiere delle Serre Reali, “oggetto del più importante tra gli interventi strategici dei Musei Reali torinesi”, vedrà un finanziamento con un fondo da 12 milioni di euro  – a cui vanno aggiunti altre cinque per i bastioni – messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, un progetto che vede il proprio sviluppo suddiviso tra i Musei Reali e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, coinvolto un prezioso team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’architetto Giovanni Durbiano. Responsabile del progetto l’arch. Filippo Masino, dallo scorso lunedì nuovo direttore delle Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei Piemonte, 45enne torinese, già a lui si deve il restauro del Teatro Romano e delle basiliche paleocristiane nella zona inferiore del Duomo nonché l’ideazione del riallestimento della Galleria archeologica.

Mentre Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, parla di un progetto “strategico, straordinario e ambizioso” ovvero “nuovi servizi museali avanzati, integrazione museo-città, reti per le istituzioni del territorio, l’Università, l’associazionismo e i portatori di interessi, giovani e public engagement: sono queste le coordinate sulle quali i “Musei Reali di Torino intendono mettersi in gioco per il futuro, scommettendo sulle Serre Reali in chiave di sostenibilità ambientale, innovazione, condivisione dell’eredità culturale e valorizzazione di quello straordinario insieme di arte e natura che sono i Giardini Reali”, guardando alla seconda parte del 2026 per il fine lavori (ma può darsi che la data debba essere corretta, anticipandola), Filippo Masino parla di “progressiva restituzione alla comunità”, guardando a quella nuova e saggia apertura su corso Regina come ad un punto ravvicinato, “un ponte”, che facilmente potrà mettere in contatto il centro della città con i musei e i giardini con i quartieri di Porta Palazzo e Aurora, definiti con un entusiasmo senza confini, forse un po’ troppo facili e comodi, “veri laboratori di buone pratiche, di istituzioni virtuose, caleidoscopio di culture del mondo e luogo di formazione di nuovi cittadini”.

“Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura, a cui sarà restituita l’ariosa spazialità originaria – sottolineano nei loro interventi, ad una sola voce, i vari responsabili -, sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.” Quest’ultima ambientata nel padiglione di levante – sottolinea ancora Masino -, mentre ancora una parte superiore ad un auditorium sotterraneo concepirà un tetto-giardino guardato come un tutt’uno con il resto dei Giardini.

Cogliendo infine qua e là tra i tanti e più importanti lavori che saranno messi in cantiere, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, i padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni Settanta, riconsegnando loro l’antica e suggestiva spazialità, l’offerta al padiglione di Ponente di arredi leggeri in unione con la trasparenza delle vetrate pronte a illuminare una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni mentre quello di Levante sarà nuovamente impiegato quale ricovero delle piante, coinvolte con le attività dedicate al verde. Interessante, dopo l’abbattimento del vecchio padiglione, sarà la costruzione di un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia, dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso sul corso, un auditorium da 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi. La rivoluzione dei giardini, insomma; mentre a poche centinaia di metri di distanze sta prendendo consistenza un altro progetto, quello della Cavallerizza, dove si concretizza il permesso per costruire.

Elio Rabbione

Nelle immagini: le Serre Reali e rendering di future ambientazioni

Nell’Università diventata moschea l’imam parla di Jihad

Nelle immagini del video apparso sui social si vede l’imam Brahim Baya che a Palazzo Nuovo, sede dell’Università torinese occupata da giorni nell’ambito dell’intifada studentesca, recita la preghiera islamica. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, venuta a conoscenza dell’episodio avvenuto venerdì scorso ha telefonato al rettore, Stefano Geuna. “Il fatto è avvenuto in una situazione di occupazione da parte di studenti – ha detto il rettore – e quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti”. Il rettore e il ministro hanno “condiviso un sentimento di piena condanna sull’accaduto”. La preghiera è stata recitata nell’atrio del palazzo di fronte ad alcune decine di studenti e fedeli. Molti docenti hanno condannato l’episodio definendolo un “inno alla Jihad”. L’imam filopalestinese è responsabile della moschea di Via Chivasso a Torino. Nel sermone ha inneggiato al “Jihad nel senso più alto del termine come sforzo per difendere i propri diritti, per difendere la vita umana, per difendere la pace”.

Detenuta suicida in carcere a Torino

Ancora un suicidio in un carcere, nella Casa circondariale di Torino, e tornano ad alimentarsi le polemiche per il mancato recepimento dei richiami del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. 

Vicente Santilli, segretario per il Piemonte, spiega: “La giornata di oggi alla Casa Circondariale di Torino è iniziata nel peggiore dei modi. Alle 07.30 circa, una detenuta ristretta al padiglione femminile è stata trovata priva di vita dal personale di Polizia Penitenziaria. Pare che la donna si sia appartata nel bagno della propria cella approfittando della momentanea assenza della sua compagna di detenzione e si sia soffocata con un sacchetto di plastica posto sulla testa e legato attorno al collo con un laccio. A nulla sono valsi i soccorsi scattati immediatamente e proseguiti poi fino all’arrivo dell’unità del 118 che non ha potuto far altro se non constatare il decesso. Si tratta di una sessantacinquenne di origini italiane, detenuta nel carcere torinese da marzo”. 

“Come da prassi in questi casi” prosegue Santilli, “sono in corso le attività di indagine per ricostruire gli ultimi momenti di vita, ma parrebbe non siano stati rinvenuti messaggi o biglietti utili a comprendere le cause dell’insano gesto. Salgono così a tre i decessi dall’inizio dell’anno nelle carceri del Piemonte”. Il sindacalista evidenzia che “questi tristi eventi ci fanno comprendere l’importanza di intercettare per tempo il disagio delle persone private della libertà personale ed è per questo che il SAPPe è da sempre impegnato nel sensibilizzare l’Amministrazione ed il Governo sulla necessità di formazione adeguata del personale di Polizia Penitenziaria, ma anche sull’esigenza di potenziare le aree trattamentali degli istituti di pena con figure professionali appartenenti alle materie umanistiche come educatori, psicologi, medici e psichiatri.

“Si continua a parlare se ci sono azioni da intraprendere per poter evitare tale gesto estremo”, evidenzia Capece. “Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, pertanto se una persona decide di suicidarsi prima o poi troverà il modo di farlo. Il problema è preventivo, non successivo.  Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata”, prosegue. “La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri piemontesi”, conclude.

Regione, siglato accordo con i medici di medicina generale

Con le Aggregazioni funzionali territoriali copertura assistenziale più capillare e continuativa

La Regione Piemonte ed i sindacati dei medici di medicina generale (Fimmg, Smi, Snami) hanno siglato l’accordo integrativo regionale che “realizza, dopo quasi 20 anni, un vero e proprio cambio di paradigma per la sanità territoriale”, afferma una nota della Regione.

L’accordo prevede l’istituzione delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) che garantiranno una copertura assistenziale più capillare e continuativa rispetto a oggi, dalle 8 alle 20 tutti giorni, 7 giorni su 7, attraverso l’integrazione in rete ed il lavoro di equipe tra i medici di medicina generale e i medici della ex guardia medica.

Le AFT saranno operative per la prevenzione, le vaccinazioni, la presa in carico della cronicità, la diagnostica di primo livello e lo sviluppo delle cure domiciliari. Attraverso il cosiddetto ruolo unico, inoltre, i medici che fino ad oggi erano destinati ad esclusiva attività di guardia medica notturna e festiva, svolgeranno attività anche di giorno, durante la settimana, a supporto dei medici di famiglia per integrare la continuità dell’assistenza e le attività di prevenzione e presa in carico della cronicità.

In questo modo sarà consentito ai medici di medicina generale di organizzare meglio la propria attività, ottimizzando e riducendo i carichi di lavoro.

L’accordo integrativo sarà lo strumento per dare l’avvio nei prossimi mesi agli accordi specifici già discussi per i medici del 118, i medici delle carceri e per trovare soluzioni ai pazienti che rimangono senza medico.

Schianto mortale tra due auto: una vittima

Una persona è morta in uno scontro frontale verificatosi tra due auto sulla strada provinciale 8, tra Quarona e Borgosesia.

Sul posto  i vigili del fuoco del distaccamento di Varallo, del comando di Vercelli, con il 118 e i carabinieri. Una seconda persona è rimasta ferita.