Aveva solo due anni la bimba residente in Valle D’Aosta morta nel reparto di pediatria dell’ospedale Beauregard per cause ancora in fase di accertamento. La bambina era stata portata in ospedale domenica per una indisposizione. Fatti i controlli e disposto un periodo di osservazione era poi stata dimessa. Ieri i genitori l’hanno riportata in ospedale perché non stava ancora bene ed è stata sottoposta a una terapia endovenosa. Ricoverata, le sue condizioni sono peggiorate ed è stato richiesto l’intervento di un anestesista-rianimatore. Nella notte è purtroppo deceduta. La procura ha aperto un fascicolo.
I poliziotti del Commissariato Centro hanno arrestato un quarantatreenne di nazionalità marocchina gravemente indiziato di aver commesso una rapina aggravata in concorso con persona rimasta ignota.
I fatti sono accaduti nel cuore della notte quando una ragazza che stava facendo ritorno a casa, camminando su via Nizza, giunta all’altezza di via Monti, viene afferrata alle spalle per il collo da un soggetto che le intima di consegnargli il telefono e che, nella foga, la faceva cadere a terra.
La ragazza nota solo in quel momento la presenza di un secondo uomo, complice del primo, che si dava alla fuga insieme all’aggressore.
Alle richieste di aiuto della giovane accorrevano un passante ed un motociclista in transito, che invertendo la direzione di marcia, inseguiva la coppia di fuggitivi e a bloccarne uno sino all’arrivo, pochi istanti dopo, della pattuglia della Polizia di Stato.
A seguito degli accertamenti effettuati negli uffici di Polizia, è emersa la posizione irregolare dello straniero sul territorio nazionale e l’inottemperanza all’ordine del Questore, emesso e notificato nel mese di aprile 2024, di abbandonare il Paese.
L’uomo è stato arrestato per la rapina e denunciato per violazione della Legge sull’immigrazione.
La droga era nascosta nel thermos
La Polizia di Stato ha arrestato due cittadini albanesi di trentadue e diciannove anni, gravemente indiziati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Personale della Sezione Antidroga della Squadra Mobile apprendeva da attività info-investigativa che due cittadini stranieri che vivevano a Borgo Filadelfia erano verosimilmente dediti allo smercio di sostanza stupefacente e che parte del narcotico veniva nascosto presso aree boschive nel Comune di Nichelino. Gli agenti appuravano che nella serata di pochi giorni fa, i due si erano recati nel territorio di Nichelino, proprio dove è presente un’area boschiva. I poliziotti effettuavano un sopralluogo in tale area e rivenivano due thermos con all’interno 12 e 15 involucri contenenti cocaina per oltre 700 grammi.
Dopo aver individuato l’appartamento dove vivevano, i due venivano fermati sul pianerottolo dell’abitazione mostrandosi insofferenti al controllo. Il trentaduenne veniva trovato con 25 dosi di cocaina in tasca. Nel corso della perquisizione domiciliare, in camera da letto i poliziotti rinvenivano 275 grammi di cocaina, mentre dietro un divano in cucina si rinveniva quasi un chilo e mezzo di hashish, oltre ad altro materiale riconducibile all’attività illecita, tra i quali un thermos uguale a quelli occultati e ritrovati nel bosco.
Nell’auto in uso del diciannovenne, gli agenti trovavano cinque grammi di cocaina. In un appartamento nella disponibilità del trentaduenne nel quartiere Mirafiori Sud, i poliziotti sequestravano 1575 euro, verosimile provento dell’attività illecita.
Dopo la convalida dell’arresto, per entrambe le persone fermate è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
A Candiolo lezioni di pilates con Cristina Chiabotto
La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, insieme alla madrina Cristina Chiabotto e all’insegnante Simona Romagnolo della scuola “Futura Pilates” di Torino, hanno organizzato questa mattina nel verde dell’Istituto di Candiolo – IRCCS la prima lezione dell’iniziativa “Pilates e benessere. In equilibrio per la ricerca”, un ciclo di lezioni di pilates dedicato alle pazienti, al personale e a tutti gli amici dell’Istituto. Numerose le persone che hanno aderito.
L’armonia del pilates guiderà tutte loro in un viaggio di salute e benessere, un momento speciale per rigenerare corpo e mente. Questo percorso, che si svolgerà fino al mese di ottobre, culminerà con una lezione conclusiva tutta dedicata a Life is Pink, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, per la ricerca sui tumori femminili.
Un ringraziamento a tutti i partner che hanno deciso di sostenere ancora una volta la Fondazione (Galup, Battaglio Frutta, Acqua Valmora e Jolly Sport), e a tutte coloro che hanno partecipato a questa iniziativa che unisce il benessere fisico alla solidarietà, creando un equilibrio perfetto per sostenere la ricerca.
Con la chiusura dello spoglio nella notte tra lunedì e martedì, sono definitivi i numeri della composizione del Consiglio regionale.
Sono 44 gli eletti delle liste circoscrizionali a cui va aggiunto il presidente Alberto Cirio.
Per effetto della nuova legge elettorale, risultano quindi eletti i primi 6 candidati della lista regionale, il cosiddetto “listino”.
Le forze di maggioranza sono così ripartite: Fratelli d’Italia 11 eletti, Lista civica – Cirio presidente 5, Forza Italia 4, Lega Salvini Piemonte 4, ai quali naturalmente saranno aggiunti i sei eletti nel listino dei rispettivi partiti.
Per quanto riguarda le opposizioni: Partito Democratico 12, Movimento 5 Stelle 3, Alleanza Verdi Sinistra 3, Stati Uniti d’Europa 1, Lista civica Pentenero presidente 1, che però cede il seggio per garantire l’ingresso in Consiglio alla candidata presidente Gianna Pentenero.
I poliziotti del Commissariato Centro hanno arrestato un quarantatreenne di nazionalità marocchina gravemente indiziato di aver commesso una rapina aggravata in concorso con persona rimasta ignota.
I fatti sono accaduti nel cuore della notte quando una ragazza che stava facendo ritorno a casa, camminando su via Nizza, giunta all’altezza di via Monti, viene afferrata alle spalle per il collo da un soggetto che le intima di consegnargli il telefono e che, nella foga, la faceva cadere a terra.
La ragazza nota solo in quel momento la presenza di un secondo uomo, complice del primo, che si dava alla fuga insieme all’aggressore.
Alle richieste di aiuto della giovane accorrevano un passante ed un motociclista in transito, che invertendo la direzione di marcia, inseguiva la coppia di fuggitivi e a bloccarne uno sino all’arrivo, pochi istanti dopo, della pattuglia della Polizia di Stato.
A seguito degli accertamenti effettuati negli uffici di Polizia, è emersa la posizione irregolare dello straniero sul territorio nazionale e l’inottemperanza all’ordine del Questore, emesso e notificato nel mese di aprile 2024, di abbandonare il Paese.
L’uomo è stato arrestato per la rapina e denunciato per violazione della Legge sull’immigrazione.
Maria Pia Hospital di Torino è punto di riferimento per la cardiochirurgia ed anche per le procedure “bloodless”, che permettono un risparmio di sangue con vantaggi per il paziente
Ad eseguire con successo l’intervento complesso è stata l’équipe guidata dal dott. Mauro Del Giglio
Torino, 11 giugno 2024 – Il paziente GUCH (Grown Up Congenital Heart) è un adulto con patologia cardiaca congenita che necessita di un monitoraggio periodico della salute del cuore. Grazie alle evoluzioni in ambito cardiologico e cardiochirurgico, i pazienti affetti da malformazioni congenite hanno oggi un’aspettativa di vita a medio e lungo termine alta e una qualità di vita migliore, anche se, a volte, si rende necessario ricorrere a interventi chirurgici correttivi che, negli anni, possono richiedere una ulteriore revisione. Così come è successo ad Alessandro, 26enne ligure affetto da Tetralogia di Fallot, una cardiopatia congenita complessa, che è stato recentemente sottoposto per la terza volta ad un intervento cardiochirurgico. Un intervento raro, sia per la complessità sia per il fatto che è stato eseguito con tecnica “bloodless”, cioè con l’applicazione di un protocollo che consente di ottimizzare la “risorsa sangue” del paziente e di evitare le emotrasfusioni durante gli interventi chirurgici.
Presso il Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il SSN, l’équipe di Cardiochirurgia, guidata dal dott. Mauro Del Giglio, ha messo a punto per lui un intervento di correzione della cosiddetta Tetralogia di Fallot, una delle cardiopatie congenite più trattate che tuttavia presenta un quadro complesso, in quanto vede la concomitanza di quattro anomalie cardiache che riducono l’afflusso di sangue ossigenato al corpo e compromettono il regolare funzionamento dell’organo (ovvero il difetto interatriale, l’aorta a cavaliere cioè a cavallo dei due ventricoli, la dilatazione del ventricolo destro e il restringimento sottovalvolare e valvolare polmonare).
Alessandro è stato sottoposto, in altri ospedali, ad un primo trattamento alla nascita e ad un secondo nel 2013 per l’inserzione di una protesi chirurgica valvolare polmonare che negli anni successivi è andata incontro a una fisiologica degenerazione severa. La situazione attuale richiedeva quindi un ulteriore intervento che è stato valutato dagli ospedali di diverse città. Questo perché, alla complessità dell’intervento si aggiungeva anche la richiesta, da parte del paziente, di evitare qualsiasi trasfusione di sangue.
La struttura torinese di GVM Care & Research è centro di riferimento nazionale per la chirurgia bloodless, ovvero “senza sangue”, che consente di ridurre le emotrasfusioni con un recupero post operatorio più veloce. L’applicazione di protocolli di risparmio del sangue (denominati protocolli di Patient Blood Management) è inoltre raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute. Negli ultimi anni i protocolli cardiochirurgici sono stati ulteriormente perfezionati portando alla necessità di trasfusione solo in 1 caso su 3. Questa casistica diviene oggi ancor più rilevante data la grande expertise del team chirurgico tale da poter valutare e accettare anche interventi sempre più complessi.
Tornando al caso di Alessandro, il suo quadro clinico inizialmente è stato valutato da altri ospedali che, a causa del tipo di protesi e del modo in cui negli anni si era calcificata, hanno escluso sia la possibilità di procedere con l’inserimento di una nuova valvola con tecnica percutanea all’interno di quella degenerata sia l’eventualità di eseguire un intervento di cardiochirurgia “open”, giudicato non fattibile data la scelta di rifiutare trasfusioni (con la chirurgia “a cielo aperto” sussiste un maggiore rischio di sanguinamento).
“Il paziente è giunto alla nostra attenzione dopo una serie di rifiuti da parte di altre strutture sanitarie e si è rivolto al Maria Pia Hospital data l’esperienza nell’applicazione di tecniche di risparmio di sangue – racconta il dott. Del Giglio – Dopo un’attenta valutazione del rischio, ed esclusa la possibilità di poter intervenire per via percutanea, abbiamo messo a punto una procedura “open” che con buone probabilità ci avrebbe permesso di portare a termine l’operazione riducendo il sanguinamento intraoperatorio e la conseguente necessità di trasfusione. L’intervento è stato particolarmente complesso: abbiamo in primis rimosso la vecchia protesi danneggiata, abbiamo poi ricostruito con patch di pericardio l’arteria polmonare e la via di efflusso del ventricolo destro, ed infine abbiamo impiantato una protesi valvolare biologica di calibro adeguato al paziente. In un paziente giovane la protesi biologica ha una durata molto lunga e quando degenererà tra circa una ventina d’anni sarà più semplice un impianto sostitutivo per via percutanea (una protesi meccanica ha invece un rischio di coagulazione molto alto, pertanto richiede l’assunzione di farmaci anticoagulanti, situazione al limite per un paziente che rifiuta le trasfusioni).
La preparazione del paziente ha costituito una fase estremamente importante e determinante per la riuscita dell’intervento: si è intervenuti in primis sui livelli di emoglobina preoperatori che sono stati innalzati a un livello ritenuto ottimale attraverso una stimolazione midollare per la riproduzione più rapida dei globuli rossi, e si è attuato un puntuale recupero del sangue del paziente a livello intraoperatorio.
Il 26enne è stato dimesso dopo 7 giorni di degenza con una buona condizione cardiaca.
“Convivo con questa malattia dalla nascita, sono stato operato la prima volta a soli 3 mesi, poi ancora a 15 anni e quando, a distanza di 12 anni, ad un controllo annuale è emersa la necessità di sostituire la valvola biologica che mi era stata impiantata, in qualche modo ero preparato, conoscevo le difficoltà a cui sarei andato incontro per tenere fede alla mia scelta di non ricorrere a trasfusioni – racconta Alessandro, tempra da lottatore e voce tranquilla -. Così davanti al rifiuto da parte dell’équipe di cardiochirurgia dell’ospedale che mi aveva sempre avuto in cura, dopo essermi documentato, mi sono rivolto al Maria Pia Hospital, dove ho trovato un’équipe di professionisti straordinari, competenti e generosi, che hanno studiato un intervento su misura per il mio caso clinico. Oggi sto bene, il recupero è veloce e spero di tornare quanto prima alla mia vita di sempre”.
La scelta di un paziente di rifiutare emotrasfusioni può essere dettata anche dalla fede religiosa (ad esempio nel caso dei Testimoni di Geova). “In qualità di équipe chirurgica valutiamo se l’intervento presenta un rischio accettabile; l’intervento viene rifiutato qualora non si riuscisse ad individuare una procedura che ci consenta di portare a termine l’intervento senza trasfusioni. Viene pertanto stipulato un “contratto” con il paziente, il quale accetta il rischio di astensione alla trasfusione”, conclude il dott. Del Giglio.
Una prima stima dei dati in termini di flussi turistici e economici fa registrare, a causa di un meteo ballerino, un andamento ondivago, soddisfacente ma con tante ombre
E’ terminata da poco la stagione invernale 2023/2024 e anche in Val di Susa è tempo di bilanci e di un primo resoconto sull’andamento stagionale in termini di presenze sui monti e sulle piste di sci (sci alpino, snowboard e fondo) nel vasto Comprensorio della Via Lattea (Sestriere, Cesana, Claviere/Monginevro, San Sicario, Ulzio/Salice d’Ulzio e Pragelato) e di Bardonecchia (Campo Smith, Pian del Sole, Les Arnauds, Melezet-Chesal, Jafferau, Pian del Colle).
Naturalmente anche quest’anno si sono vissute le ormai note e tipiche criticità stagionali legate a un altalenante e imprevedibile fenomeno nevoso, cui neppure l’innevamento artificiale può far fronte sia per le temperature oltre la media sia per i costi enormi derivanti da un uso eccessivo dei cannoni. Aspetti, noti da tempo, sui quali si interrogano peraltro politici, scienziati, climatologi e ovviamente gli operatori del settore turistico montano, concordando sul fatto che si debba giocoforza porre in essere tutta una serie di strategie innovative per limitare e arginare questo annoso problema che, al momento, non sembra risolversi naturalmente e che arreca evidenti danni economici a tutto il settore. Un tema talmente sensibile da essere persino e continuamente all’ordine del giorno nell’agenda, in primis, della Coppa del Mondo di Sci Alpino. E senza entrare nel dibattito aperto, polemico e contraddittorio del cambiamento climatico e del global warming, assurto quasi a scontro fazioso, fideistico e settario, rimane tuttavia evidente che un problema reale sussista al di là che le cause siano di origine antropica (cioè la responsabilità umana) o più semplicemente, essendo la Terra e il clima sempre vivi e in movimento, di origine naturale, secondo cicli che prescindono dalle attività inquinanti e impattanti degli esseri umani (attività produttive e abitudini varie di ogni singolo uomo o della società nel suo complesso).
E’ stata una stagione particolarmente faticosa – spiega il presidente della Sestriere S.p.A. e del Comprensorio Via Lattea Giovanni Brasso – per via delle altalenanti condizioni meteo che non hanno garantito un innevamento costante e ottimale durante l’intera stagione invernale. Grandi nevicate alternate a situazioni meteo molto soleggiate, insieme alla presenza di un forte vento, hanno complicato a dismisura il regolare andamento della stagione turistica invernale, provocando ovviamente un impatto sensibile sui costi sostenuti per l’innevamento artificiale, quando e se reso possibile da una temperatura idonea all’impiego dei cannoni, una minore presenza dei solitamente tantissimi turisti italiani e stranieri, che ogni anno raggiungono la nostra Alta Valle con il suo comprensorio, e una serie di disguidi connessi alla situazione contingente.
Tuttavia, in questo quadro problematico, un primo bilancio -prosegue il presidente del comprensorio sciistico Via Lattea – ci mostra dei segnali incoraggianti, persino migliori delle attese, seppur certamente non si possa parlare di stagione record. Per il prossimo futuro – conclude il presidente Brasso – , in relazione alla stagione invernale e dando per scontato un meteo particolarmente instabile e capriccioso, dovremo urgentemente studiare una serie di misure e di politiche innovative allo scopo di cambiare e di allargare l’offerta turistica, svincolandola, almeno in parte e per quanto possibile, dalle pratiche sportive sciistiche, ma senza perdere ovviamente in termini di fascino, interesse e richiamo tanto per i turisti abituali e affezionati quanto per quelli nuovi”.
Anche per Bardonecchia, i cui impianti e strutture sciistiche sono gestiti da un’altra società, il discorso ovviamente non cambia sia per quanto riguarda le difficoltà provocate dal meteo sia per, seppur soddisfacenti, i minori flussi turistici registrati e legati in primis alla pratica di sport invernali.
Ora però è tempo di stagione estiva e del solleone in tutta l’Alta Valle di Susa e dunque si volta pagina in attesa del sempre più crescente turismo estivo che apprezza, oltre al clima frizzante e fresco delle alte quote, le infinite e variegate bellezze, bontà e possibilità che sa offrire la montagna anche in questa bella stagione in relazione alle attività sportive, turistiche e naturalmente al relax.
PATRIZIO BRUSASCO
Ha atteso in auto la ex moglie davanti alla casa della salute di Canelli e quando lei è arrivata al parcheggio, l’ha aggredita alle spalle ferendola con un coltello nella schiena alla base del collo ma la lama si è spezzata.
Le urla hanno richiamato gente e la donna è stata salvata, ora è in ospedale. L’ex marito è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio.
Dal 2009 il negozio ha accolto oltre 40 milioni di visitatori, servito quasi 2 milioni di polpette e oltre 4 milioni di caffè, diventando parte integrante della quotidianità di tanti piemontesi
L’11 giugno 2009 IKEA apriva il suo negozio a Collegno, diventando presto un punto di riferimento per chi desidera arredare la propria casa, ispirando le scelte e incontrando le necessità delle persone nelle diverse fasi della vita. Quello di Collegno segue alla prima apertura di Grugliasco datata 1990, con la quale IKEA arrivava a Torino con la sua offerta di prodotti dai nomi scandinavi e soluzioni d’arredo accessibili a tutti, diventando presto un punto di riferimento per chi desidera arredare la propria casa, ispirando le scelte e incontrando le necessità delle persone nelle diverse fasi della vita.
Da allora in questi quindici anni il negozio IKEA di Collegno ha accolto 40 milioni di visitatori, servito oltre 4 milioni di caffè e circa 2 milioni di polpette e venduto 18 milioni di Frakta blu. Le brugole o le borse FRAKTA blu porta-tutto sono solo alcune delle piccole, nuove, abitudini che si sono integrate nella quotidianità dei piemontesi, accompagnando il racconto di un trasloco, della prima volta fuori casa, della nuova cameretta, e di quanti in questi anni hanno sentito l’esigenza di rendere più funzionale e accogliente la propria abitazione.
Il negozio IKEA di Collegno rappresenta inoltre un valore aggiunto per l’intero territorio anche in termini d’impatto economico e occupazionale: sono infatti 429 i co-worker che lavorano all’interno del negozio, con una presenza femminile al 60,8%.
“Quindici anni di attività rappresentano un traguardo davvero importante, che testimonia l’affetto che i piemontesi ripongono quotidianamente in noi. Un risultato che vogliamo festeggiare con chi ci ha permesso di raggiungerlo: i nostri co-worker, clienti, fornitori e tutti coloro che ci hanno dato fiducia e scelto per arredare il posto più importante al mondo, la loro casa” dichiara Oleg Panin, Market Manager IKEA Collegno. “Fin dal nostro arrivo in città, ci siamo sentiti accolti e parte di questa comunità. Per questo, giorno dopo giorno, lavoriamo con impegno e dedizione per promuovere un’idea di casa e, più in generale, di società, aperta e accogliente, stando attenti ai bisogni delle persone e dell’ambiente, fedeli alla nostra visione di creare una vita migliore per la maggioranza delle persone”.
In linea con l’impegno di IKEA di divenire un’azienda con un impatto positivo sul clima entro il 2030, sono diverse le iniziative messe in atto dallo store piemontese in tema di sostenibilità: Torino è tra le città italiane che ha visto IKEA dotarsi di una flotta di 12 veicoli elettrici, con l’obiettivo di arrivare a coprire la totalità delle consegne ai clienti in modalità zero emissioni. Per permettere a clienti, dipendenti e fornitori di raggiungere IKEA in modo più conveniente e sostenibile, nella aree parcheggio dello store di Collegno è prevista inoltre l’implementazione di ulteriori 12 colonnine di ricarica elettrica di ultima generazione, grazie alla partnership di IKEA Italia con Be Charge – società controllata da Plenitude (Eni) – che si occupa della diffusione delle infrastrutture e dei servizi di ricarica per la mobilità elettrica.
Il negozio di Collegno è dotato di pannelli fotovoltaici per soddisfare il fabbisogno del negozio, di un sistema di raccolta e riciclo dell’acqua piovana che unito alla gestione responsabile della falda acquifera permette l’utilizzo interno e per l’irrigazione delle aree verdi.
Un legame quello di IKEA con Torino che, nel corso degli anni, si è tradotto anche nel supporto e nello sviluppo di oltre 40 progetti sociali attivati sul territorio insieme a istituzioni, associazioni locali e realtà impegnate a favore dei più fragili, con l’obiettivo di restituire un senso di casa a chi l’ha perduto, offrendo non solo i propri prodotti, ma anche la competenza e la cura dei tanti co-worker coinvolti.
Tra le numerose iniziative promosse e sostenute in questi 15 anni di attività, quella con il Gruppo Abele per il contrasto alla povertà educativa di bambini e bambine, con l’associazione “L’Isola che non c’è” per l’arredo di una casa in cui le persone con disabilità hanno l’opportunità di intraprendere un percorso di autonomia nella propria quotidianità e con l’Associazione Quore per l’arredo di appartamenti destinati all’accoglienza di persone LGBTQI. Oltre a numerosi progetti portati avanti grazie al prezioso contributo dei clienti, come Riscalda La Notte per raccogliere coperte, trapunte e piumoni da destinare alle persone senza dimora o Prodotto Sospeso, l’iniziativa con Croce Rossa Italiana – Valle di Susa a supporto dei profughi ucraini.
Per celebrare questa ricorrenza speciale insieme alla sua comunità, IKEA Collegno ha previsto da lunedì 10 a lunedì 24 giugno promozioni su una selezione di prodotti e la realizzazione di un evento speciale “Un viaggio nel tempo in IKEA” per tutti i soci Family.