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Il grattacielo della Regione potrebbe non ospitare mai la Regione

È costato un grattacielo di denaro ed è passato da un rinvio all’altro. Ma ora il banalissimo parallelepipedo ideato da Fuksas per ospitare gli uffici della Regione Piemonte potrebbe cambiare destinazione prima ancora di essere ultimato. Perché i continui ritardi, anni ed anni, hanno reso il grattacielo inadeguato alle mutate esigenze.

È diventato innanzitutto troppo piccolo per i numeri dei lavoratori che dovrebbe accogliere. Perché ai dipendenti regionali si sono aggiunti quelli della Provincia assorbiti in Regione. Ma ora, con il virus e la scoperta del lavoro agile, potrebbe risultare troppo grande. A patto che la Regione si degni di organizzare lo smartworking in modo strutturale e non come risposta ad una emergenza…

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Il grattacielo della Regione Piemonte potrebbe non ospitare mai la Regione

Movida, coronavirus e mal vivere

La movida o, meglio, la mala-movida ringrazia il coronavirus; non così i cittadini residenti nella zona di Piazza Vittorio e in San Salvario nelle zone, cioè, destinate all’ampliamento dei dehors ed alla “pedonalizzazione temporanea”.

In via di superamento gli effetti sanitari del coronavirus siamo tutti protesi a riprendere la vita personale e collettiva, a riprendere, finalmente, le attività. Nel corso della quarantena molti sono stati gli appelli a ripensare la qualità della vita, i propositi su una migliore e civile convivenza. Passata la festa, gabbato lo santo … paradossalmente dove non c’è stata festa e nessun santo.

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La quarantena vissuta non viene utilizzata per migliorare la vita collettiva, ma strumentalizzata per ampliare i momenti di disagio per la fascia di torinesi residenti nelle zone della movida. Nei musei si entra col contagocce, limitato il numero dei visitatori nelle sale, i Tribunali praticamente chiusi come le scuole ….non così i locali in zona movida che godono di un trattamento speciale. I locali movida (che pur devono riaprire) potranno ampliare lo spazio finora occupato, saranno chiuse al traffico e pedonalizzate alcune vie per consentire una maggiore occupazione di suolo pubblico ed il libero sciamare degli avventori; naturalmente le ore previste sono quelle del riposo serale e notturno. Insomma, sarà peggiorata la situazione preesistente al coronavirus.

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Per meglio gabbare viene usata la solita tecnica “in via sperimentale e temporanea” ; forse si intende sperimentare gli effetti che tali provvedimenti avranno sulla salute dei residenti . Sulla “temporaneità” il sarcasmo è d’obbligo. C’è di più e di meglio: saranno i titolari dei locali che dovranno occuparsi di contingentare l’arrivo dei frequentatori , non nei loro locali, ma nella zona pedonalizzata (sic!). Questo modo di procedere da parte di chi , per competenza istituzionale, si occupa del problema denota disprezzo nei confronti dei residenti ed incapacità a gestire la vita comunitaria. Si dovrà invocare “Arrridateccci il coronavirus!”.

Elle

Nuovo dipartimento malattie ed emergenze infettive

Su proposta dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, la Giunta regionale ha istituito il Dipartimento sanitario interaziendale funzionale “Malattie ed Emergenze Infettive”, a valenza regionale, per il coordinamento delle diverse Unità operative delle Aziende sanitarie coinvolte nella gestione delle malattie infettive e delle relative emergenze.

Il Dipartimento è costituito dall’aggregazione dei Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie regionali (Asr); dei Servizi di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza e delle Unità di gestione del rischio sanitario istituiti presso le Asr; dei Servizi malattie infettive istituiti presso le Asr; del Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (Seremi) dell’Asl di Alessandria e del Servizio sovrazonale di Epidemiologia (Sepi) dell’Asl To3.

«A seguito dell’emergenza Covid-19 – osserva l’assessore Icardi –  si è posta l’indifferibile esigenza di garantire un livello di presidio adeguato alle emergenze di tipo infettivo, anche di carattere ricorrente, ad iniziare dalle sindromi influenzali, di possibile diffusione a livello nazionale e regionale in una società globale. Per questo si è ritenuto opportuno dare continuità e stabilizzare le specifiche azioni sviluppate, a livello regionale e aziendale sanitario, nell’ambito dell’emergenza Covid-19, acquisendo di fatto  l’esperienza dell’Unità di crisi per renderla strutturale come nuovo Dipartimento all’interno del Sistema sanitario regionale».

Il Dipartimento interaziendale “Malattie ed Emergenze infettive” avrà inizialmente sede nell’ex Ospedale Valdese, in capo all’Asl Città di Torino, già sede della Struttura complessa Malattie infettive a direzione universitaria e Centro di riferimento regionale per le attività di diagnosi e cura delle malattie infettive e per la diagnostica infettivologica.

Il nuovo organismo si farà carico delle iniziative necessarie alla gestione delle malattie infettive, raccordandosi con la Direzione sanità e welfare e i Settori regionali competenti per le attività di implementazione e evoluzione dei sistemi di monitoraggio ed informativi legati all’attuale situazione emergenziale per Covid-19 e disporrà di una Centrale operativa regionale. Quest’ultima assumerà, altresì, tutte le iniziative necessarie al coordinamento delle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali, così come implementate nei piani regionali, in raccordo con tutti i servizi ed il Sistema di emergenza-urgenza, anche mediante strumenti informativi e di telemedicina.

«Per quanto attiene alle attività afferenti all’area Sanità e Welfare – precisa l’assessore Icardi – il nuovo Dipartimento dovrà garantire il coordinamento nell’ambito della gestione dell’emergenza Covid-19, senza soluzione di continuità rispetto a quanto svolto dalle competenti aree funzionali dell’Unità di Crisi regionale, che, a sua volta, rimarrà attiva fino alla completa attivazione del nuovo Dipartimento».

Consulente finanziario imbavagliato e legato ucciso in auto con cinque colpi di pistola alla tempia

Ieri intorno alle ore 23.45, militari della Sezione Radiomobile hanno trovato un’auto  parcheggiata in una traversa sterrata di  Strada Comunale da San Vito a Revigliasco, area collinare del Comune di Torino

All’interno dell’ autovettura, una Bmw, il corpo di un consulente finanziario 60 anni morto, seduto sul sedile passeggero, imbavagliato e con le mani legate.
Luciano Olino, il nome della vittima, è stato colpito con  5 colpi arma fuoco calibro 6.35 alla tempia sinistra.
L’uomo si era allontanato  da casa a Moncalieri alle ore 17 . I rilievi sono stati eseguiti da parte della S.I.S.  Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Torino

Doppiofondo nell’auto per trasportare denaro

Aveva persino modificato gran parte dell’auto per creare quel doppiofondo dove trasportare l’enorme somma di denaro. Per questo motivo la Guardia di Finanza di Torino ha denunciato nelle scorse ore un trentenne, fermato alla guida della sua automobile alle porte di Torino.

 

I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, impegnati nei consueti controlli di prevenzione generale, hanno fermato l’uomo nei pressi di Moncalieri, comune della cintura torinese, alla guida di un SUV.

 

Le troppe stranezze nell’atteggiamento dell’uomo portano i Finanzieri ad approfondire il controllo dell’autovettura anche con l’ausilio delle Unità cinofile.

 

Ed è proprio approfondendo la vicenda che viene alla luce “l’opera” di ingegno ideata dal torinese, che aveva creato un vero e proprio doppiofondo ad hoc di oltre 3 metri di lunghezza che si estendeva lungo tutto il pianale della macchina. Per fare ciò l’uomo aveva sfruttato le sue qualità professionali di carrozziere riuscendo a smantellare l’intera autovettura e modificando addirittura il serbatoio del carburante diminuendone la capacità.

 

Quest’ultima operazione, tra l’altro, lo costringeva, come hanno poi ricostruito gli inquirenti ad effettuare numerose soste durante il tragitto. 

 

Una volta “smantellata” l’auto, i Finanzieri hanno rinvenuto nel doppiofondo “fai da te”, una decina di involucri di cellophane all’interno dei quali erano custoditi oltre 60.000 euro in contanti e per i quali l’uomo non ha saputo fornire alcuna giustificazione circa il possesso.

 

Il trentenne torinese, già noto alle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, è stato denunciato per ricettazione mentre l’auto e il denaro sono stati sequestrati.

La pioggia continua, il sole torna dopo il 18 giugno

 Allerta gialla in Piemonte per i temporali previsti anche nelle prossime ore. 

In questi giorni grandinate, allagamenti e piccole frane toccano tutte le zone di pianura della regione. Le condizioni di instabilità proseguiranno anche nei prossimi giorni  con frequenti rovesci e temporali. Il bel tempo stabile si avrà solo dopo il 18 giugno, secondo quanto indicato da Smi, la Società Meteorologica Italiana.

Preso con la droga in tasca

Aveva cocaina e 5 grammi di eroina in tasca, carabinieri arrestano pusher

Domenica pomeriggio, tra piazza Alimonda e Via Sesia, nel quartiere Barriera Milano, i carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale di Torino hanno sorpreso un senegalese di 30 anni, irregolare sul territorio nazionale, vendere due dosi di cocaina a un italiano di 45 anni.

Alla vista dei militari dell’Arma, il senegalese e il cliente hanno tentato di allontanarsi, ma sono stati raggiunti e bloccati con l’ausilio di una seconda “gazzella”. Il cliente ha consegnato due dosi di cocaina e il pusher è stato perquisito e in tasca teneva 36 dosi di cocaina e 5 grammi di eroina pronti per essere venduti nelle vie e giardinetti della zona.

Il pusher è stato arrestato e il cliente è stato segnalato alla Prefettura.

Il Poli scopre rivestimento antivirus

Grazie alla partnership industriale con l’azienda GV FILTRI verranno prodotti filtri per le mascherine FFP in grado di annientare il Coronavirus

 

 Un rivestimento applicabile su qualsiasi superficie con proprietà antibatteriche, antifungine e, soprattutto, antivirali in grado di annientare il Coronavirus. È questa la tecnologia inventata e brevettata dal gruppo di ricerca della professoressa Monica Ferraris del DISAT (Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia) del Politecnico di Torino.

Grazie ad un rivestimento a base di silice e nanoparticelle di argento a cui il team della professoressa Ferraris lavora da più di 10 anni, si potranno realizzare filtri più sicuri e più affidabili per l’eliminazione di eventuali patogeni esterni, tra cui il virus che provoca il Covid-19, come dimostrato dai test condotti dalla dottoressa Elena Percivalle presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e in fase di pubblicazione sulla rivista Open Ceramics.

La tecnologia ed il brevetto più recente (PCT/IB2018/057639, Monica Ferraris, Cristina Balagna, Sergio Perero) ad essa correlato hanno trovato l’interesse della GV Filtri di Baldissero Torinese, un’azienda specializzata da 30 anni nello sviluppo e produzione di filtri industriali. La sinergia tra Università ed Impresa ha reso possibile valorizzare i risultati della Ricerca pubblica aprendo la strada alla realizzazione di un prodotto innovativo ad elevato impatto economico e sociale.

 

L’accordo raggiunto tra Politecnico di Torino e GV Filtri è fondamentale per il completamento del processo di trasferimento tecnologico dell’invenzione, in quanto consente a GV Filtri di industrializzare lo sviluppo applicativo del rivestimento sui propri filtri industriali, con l’obbiettivo di portare la tecnologia sul mercato introducendo una significativa innovazione nei prodotti esistenti o creando prodotti completamente nuovi.

Simili accordi” dichiara Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino, “rappresentano perfettamente gli esiti virtuosi di ciò che intendiamo per trasferimento tecnologico: il mondo della Ricerca deve dialogare con il tessuto imprenditoriale, in uno scambio continuo il cui risultato è molto di più della somma delle parti. L’innovazione ideata e sviluppata dentro l’Ateneo ha bisogno di essere accolta dalle aziende che hanno la costante esigenza di investire in soluzioni all’avanguardia: insieme infatti riescono ad ultimare un percorso che da soli non avrebbero avuto le forze di compiere. In questo senso, è particolarmente significativo il fatto che questo accordo sia stipulato con una PMI locale, che avrà modo di agire su svariati piani, dall’impiego di nuovo personale, all’attrazione di investimenti sul territorio e oltre”.

Marco Vicentini, Amministrato di GV Filtri aggiunge: “Il tessuto imprenditoriale Italiano, prevalentemente formato da micro e piccole imprese, da sempre ha difficoltà ad interfacciarsi con il mondo accademico. In questo percorso, a nostra opinione, l’impresa deve fare il primo passo. Noi ci siamo interessati ai lavori del Politecnico di Torino sui rivestimenti antibatterici e loro ci hanno prontamente accolti e supportati. Abbiamo il privilegio di lavorare con un gruppo estremamente competente e innovativo che sta portando un grande valore aggiunto alla nostra azienda. Crediamo profondamente nella collaborazione con il Politecnico di Torino e siamo certi che insieme potremmo generare un valore aggiunto per la città”.

“Lavoriamo a questo rivestimento da più di dieci anni” ha chiarito Monica Ferraris, Professoressa responsabile del gruppo di ricerca e co-inventrice del brevetto“Sono stati fondamentali i finanziamenti prima regionali, poi europei, ed infine l’iniziativa per il finanziamento dei ‘Proof of Concept’ sostenuta dal Politecnico insieme a Compagnia di San Paolo; ma è grazie all’aiuto e alla competenza dei colleghi dell’Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni con l’industria che i nostri contatti con i soggetti interessati al brevetto, GV Filtri in particolare, sono proseguiti in maniera così efficace.”

Gli studenti rientrano al Politecnico

I tesisti rientrano da oggi nei laboratori per completare il proprio lavoro di ricerca. Saranno 100 al giorno per poi crescere progressivamente

 

Da oggi, dopo più di tre mesi di sospensione delle attività didattiche a causa dell’emergenza Covid-19, laboratori e spazi del Politecnico di Torino saranno di nuovo frequentati dagli studenti.

Circa 100 tesisti sperimentali ogni giorno potranno infatti accedere nuovamente ai laboratori dell’Ateneo per completare il proprio lavoro di ricerca per la tesi di laurea. Il tutto nel rispetto delle misure di sicurezza e seguendo i protocolli adottati anche per i lavoratori che frequentano le strutture del Politecnico, tra cui la partecipazione obbligatoria a un corso di formazione on line relativo alle misure associate all’emergenza Covid-19.

“Lasciatemi dire che dopo tre mesi sono emozionato a rivedere gli studenti nei nostri corridoi, nei cortili e soprattutto nei laboratori”, dichiara il Rettore del Politecnico Guido Saracco“Il Politecnico è una comunità fatta di docenti, personale amministrativo e, soprattutto, studenti: credo che sia fondamentale garantire anche a loro la possibilità di svolgere in presenza quelle attività che necessitano delle nostre dotazioni sperimentali, che ci caratterizzano come Ateneo tecnico e qualificano la formazione che offriamo ai nostri studenti come apprendimento strettamente legato alla ricerca fin dagli anni di studio”.

Oggi sono un centinaio, ma a settembre, con l’avvio del nuovo Anno Accademico, saranno molti di più gli studenti che potranno fruire di quella parte della didattica che l’Ateneo erogherà in presenza, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza. In particolare, saranno garantiti in aula e laboratorio seminari, esercitazioni con confronto tra studenti e docenti, classi progettuali, atelier di progettazione architettonica, team studenteschi, classi di problem solving / challenge (dove gruppi di studenti di diverse discipline risolvono problemi complessi e creano soluzioni innovative), laboratori sperimentali, tesi sperimentali, tirocini; anche per le lezioni frontali le aule saranno attrezzate in modo da poter garantire allo studente di seguire il corso allo stesso modo in presenza oppure online.

“La didattica on line, che sapremo comunque garantire con qualità e che ci permetterà di servire ottimamente anche chi non potrà muoversi verso di noi, non può sostituire completamente la ricchezza di quella in presenza e delle relazioni che si intessono nella nostra comunità universitaria, una comunità che va ben oltre i nostri spazi ma pervade l’intera città, ad esempio nei collegi e nei centri sportivi, con attività culturali, eventi e tante altre modalità”, continua il Rettore: “Premesso questo, voglio però assicurare a tutti coloro che sceglieranno di fruire della nostra didattica esclusivamente on line che il nostro preciso impegno e obiettivo sarà quello di offrire un’esperienza del tutto equivalente sul piano formativo rispetto a quella di chi seguirà in presenza”.

Per programmare l’avvio del nuovo anno, l’Ateneo ha quindi avviato un sondaggio sulle intenzioni di frequenza dal vivo o solamente on line per il prossimo anno accademico da parte dei suoi studenti.

Le oltre 14 mila risposte indicano che una grande maggioranza di studenti intende tornare in presenza al Politecnico già all’inizio del prossimo anno accademico, soprattutto tra gli studenti italiani. Per questo, gli Organi di Governo dell’Ateneo hanno stabilito di attuare tutte le misure possibili per massimizzare l’utilizzo delle 86 aule che saranno attrezzate per erogare didattica contemporaneamente in presenza e in remoto, come pure nel programmare la didattica in presenza anche al sabato. L’Ateneo chiederà inoltre agli Enti territoriali la concessione per il primo semestre del prossimo anno accademico di ulteriori e ampi spazi per didattica, in modo da fornire un servizio che sia il più esteso possibile.

Scuola in piazza: “Servono nuove risorse e personale”

Hanno allestito un grande recinto per simulare l’ingresso a scuola di 50 ragazzi in base alle regole sul distanziamento sociale.

Ed è emerso che solo per due classi non è sufficiente  mezza piazza Castello”. La manifestazione è stata inscenata dai  sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, con gli insegnanti a fare la parte degli studenti. Ognuno di loro aveva  un cartello al collo con le ragioni della protesta. Ma in  piazza sono scesi anche anche bambini e genitori, una rappresentanza del coordinamento dei genitori e dei precari. La richiesta è che il  governo investa risorse per creare spazi e assumere personale, altrimenti si teme  un taglio del 50% del diritto all’istruzione garantito dalla Costituzione.