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Torino: prodotti di dubbia provenienza nel minimarket

Denunciato esercente di Corso Vittorio Emanuele II

Gli agenti del Commissariato San Secondo hanno denunciato in stato di libertà, per acquisto di cose di sospetta provenienza, il titolare di un esercizio commerciale di corso Vittorio Emanuele II.

Ieri mattina, gli agenti del Commissariato insieme a personale della Polizia Municipale sezione “I Centro Crocetta” hanno effettuato un controllo amministrativo dell’attività. All’interno di un magazzino, gli operatori hanno trovato uno zaino, un borsone e diverse altre buste contenenti numerosi prodotti per la cura della persona e generi alimentari, articoli solitamente oggetto di piccoli furti nei supermercati cittadini (scatolette di tonno, prodotti dolciari, shampoo, rasoi e dentifrici). Il valore al dettaglio di quanto sequestrato è di circa 800 euro.

Il titolare dell’esercizio non è riuscito a provare la lecita provenienza degli articoli, né tantomeno ad esibire alcun documento attestante la regolarità dell’acquisto della merce.

L’esercente è anche stato sanzionato per 400 euro per le violazioni delle norme anticovid, non avendo mai sanificato i locali commerciali e di deposito.

(foto archivio)

Covid, pressione sugli ospedali per i ricoveri in terapia sub intensiva

“La terza ondata della pandemia è partita con un alto livello di ricoveri e i numeri di oggi sono di circa 350 pazienti in terapia intensiva e oltre 3600 in degenza ordinaria: una situazione che cambia molto rapidamente, con poche dimissioni e molti decessi.

In questa fase l’età media dei ricoverati è molto più bassa di quelle precedenti, tra i 50 e i 70 anni, con casi di soggetti tra i 30 e i 40 anni. Molti casi sono ricoverati in sub-intensiva, quindi con un’elevata intensità di cure che si traduce in una forte pressione sugli ospedali”. E’ quanto hanno riferito al gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza Covid, presieduto da Daniele Valle, il direttore e il responsabile dell’area ospedaliera del Dirmei, Emilpaolo Manno e Sergio Livigni, e il responsabile regionale della programmazione dei servizi sanitari Franco Ripa, sentiti per approfondire in particolare il tema della realizzazione di posti letto per pazienti Covid in base a quanto previsto dal piano Arcuri.
Come è stato rilevato, i posti in terapia intensiva che il sistema sanitario regionale può mettere in campo per rispondere all’emergenza sono attualmente 774:  ai 327 strutturali disponibili all’inizio della pandemia e agli ulteriori 287 provvisori che gli ospedali sono stati in grado di allestire già durante la prima ondata, vanno infatti aggiunti i 160 posti garantiti dalla Regione, che ha provveduto tramite una procedura d’urgenza bandita da Scr all’acquisto delle attrezzature necessarie.
“Il piano – è stato precisato – prevede ulteriori posti letto, che al momento, salvo poche eccezioni, sono però ancora a livello progettuale, a causa di una serie ritardi, non della Regione, che hanno reso disponibili i finanziamenti solo a partire da gennaio-febbraio”.
E’ stato inoltre affrontato il tema dei ventilatori polmonari inviati dalla struttura commissariale, macchinari di fascia medio-bassa con possibilità di utilizzo non ottimali, su cui si è dovuto fare un grande lavoro di revisione e adattamento alle esigenze dei medici, mentre già a fine novembre la Regione ha finanziato con 22-23 milioni di euro l’acquisto di tecnologia, dando mandato al Dirmei. Tutto il materiale, di alta qualità e acquistato con un risparmio di 5 milioni rispetto a quanto preventivato, è stato consegnato alle aziende, che potranno utilizzare le attrezzature anche dopo l’emergenza.
Il consigliere Alessandro Stecco (Lega) ha posto domande sui lavori dei tavoli ministeriali attivati per rivedere la normativa sui posti letto e per una riforma strutturale della sanità territoriale, e sulla tutela delle reti emergenza-dipendenti come quella per gli ictus.
Domenico Rossi (Pd) e il presidente Valle hanno invece chiesto una serie di precisazioni sui ritardi dei fondi Arcuri che hanno determinato il conseguente rallentamento nel realizzare i nuovi posti letto.

Scoperto truffatore con mezzo milione di euro falsi in casa

Nascondeva 500.000 euro di banconote in fac simile, documenti falsi e targhe rubate, denunciato dai carabinieri


Torino, 25 marzo. A Bruino i carabinieri hanno individuato e denunciato un cittadino croato di 21 anni, residente a Roma, per possesso di documenti falsi e possesso ingiustificato di valori. Si tratta di un truffatore di professione, varie volte denunciato e arrestato per questo reato.
A casa dell’uomo i militari dell’Arma hanno trovato oltre 5 mila banconote false con la dicitura fac simile, tra euro e franchi svizzeri, per un valore di oltre mezzo milione di euro, 2 patenti di guida rilasciate in Svizzera – non valide per espatrio – riportanti dati anagrafici di un cittadino di Lugano (Svizzera) con la foto del 21enne, 12mila euro e 200 franchi svizzeri veri e due targhe risultate rubate nel 2019. Tutto il materiale è stato sequestrato.
Verosimilmente quanto rinvenuto dai carabinieri doveva servire per mettere in atto una truffa del tipo “rip-deal”.

la protesta dei lavoratori dell’AF Logistics di Nichelino

Riceviamo e pubblichiamo / Si preparano ad una giornata di protesta i lavoratori dell’AF Logistics di Nichelino, nella cintura torinese. Domani, 26 marzo l’intero polo logistico che gestisce il trasporto e il montaggio dei mobili IKEA entrerà in sciopero:

“Il lavoro non viene svolto direttamente da AF Logistics – precisa Stefano CAPELLO, CUB Trasporti Torino e Città Metropolitana – ma da una serie di cooperative che operano in subappalto. E in questo caso siamo al far west: ci sono cooperative che pagano la giornata lavorativa senza riconoscere la malattia, l’eventuale assenza e gli straordinari e le cui buste paga sono letteralmente da fame“.

A questo si aggiungono: “Comportamenti inaccettabili di prevaricazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori e il responsabile per AF Logistics del polo di Nichelino si è ripetutamente esibito in atteggiamenti svalorizzanti dei lavoratori – sottolinea Stefano CAPELLO – Poi a seguito dell’eccezionale aumento delle vendite online i carichi di lavoro sono lievitati senza che a questo sia corrisposto un aumento salariale”.


“Chiediamo nelle trattative un coinvolgimento diretto di IKEA – aggiunge il responsabile CUB Trasporti Torino e Città Metropolitana – in quanto responsabile ultimo del valore complessivo dell’appalto. Per questo motivo dopo il presidio al polo logistico abbiamo intenzione di trasferire la protesta davanti ad IKEA di Collegno“.

Le nostre richieste sono:

– Un contratto di polo logistico che riconosca pienamente il CCNL ed eviti le differenze tra dipendenti delle varie cooperative.

– La sostituzione del responsabile di AF Logistics Torino

– Adeguamento dei carichi di lavoro all’effettivo peso delle varie lavorazioni con il coinvolgimento di IKEA nella determinazione del tempo necessario alle varie operazioni.

Www.cub.it

Risparmio, nell’incertezza del presente i torinesi cercano una maggiore sicurezza

I dati dell’Osservatorio Sara Assicurazioni / A che cosa pensano i torinesi quando si parla di risparmio? Il 30% alla
preoccupazione per lo stato delle proprie finanze, alimentata dalla congiuntura del momento, il
40% ci vede una risorsa per affrontare anzitutto un presente complesso, mentre un ulteriore
30% lo associa all’idea di futuro e alla possibilità di un domani più solido per la famiglia e i figli.

Lo evidenzia l’Osservatorio Sara Assicurazioni, la Compagnia assicuratrice ufficiale dell’ACI. Dati
che si inseriscono nel quadro della crisi economica generata dalla pandemia, che ha determinato
un senso generale di incertezza, con ripercussioni su famiglie e attività. Incertezza che va di pari
passo, non a caso, con l’aumento dei depositi bancari in Italia, cresciuti a gennaio 2021, come
segnala l’Abi, di circa 181 miliardi rispetto all’anno prima raggiungendo quota 1.744 miliardi.


Gli abitanti di Torino si confermano un popolo di risparmiatori, con il 42% che afferma di vivere
il presente cercando abitualmente di mettere da parte qualcosa per affrontare possibili imprevisti
e difficoltà e un 26% che si dice sempre parsimonioso, al punto da fare rinunce oggi per riuscire
a pianificare meglio il domani.

Nella gestione dei soldi la tecnologia si ritaglia uno spazio sempre maggiore, tanto che il 32% si
dichiara propenso ad affidarsi in misura crescente anche ad app e sistemi fintech per gestire
l’economia domestica e organizzare il budget familiare.

Ma oltre a pensare al presente, i torinesi riconoscono l’importanza di una pianificazione del futuro
economico. Le soluzioni ritenute più idonee sono il fondo pensione (50%) e le polizze assicurative
per il risparmio e l’investimento (30%). A seguire le polizze vita per le garanzie che possono
offrire alla famiglia (12%), gli investimenti nel mattone (12%), e gli investimenti direttamente
sul mercato finanziario (10%).

La caratteristica più apprezzata in uno strumento di risparmio è la sicurezza (34%). A seguire i
rendimenti che si possono ottenere (22%), la flessibilità (22%), quindi la capacità di rispondere
al presentarsi di diverse esigenze e disponibilità, e la convenienza in termini di costi (18%).

“Il risparmio è da sempre molto importante nel nostro Paese e la sua centralità è emersa con
evidenza dalla ricerca del nostro Osservatorio. – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing,
Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni – Per gestire e dare valore alle proprie
risorse le polizze di risparmio e di investimento assicurativo sono una soluzione efficace in grado
di offrire una risposta innovativa e personalizzata, in funzione degli obiettivi di ognuno: tutelare
il tenore di vita, integrare il reddito, incrementare il livello della pensione futura e progettare fin
da oggi piani futuri per sé e la famiglia”.

Torino: denunciato negazionista in autobus

Quando un autobus della GTT arresta improvvisamente la sua corsa nei pressi di via Malta.

Alcuni utenti a bordo hanno appena segnalato all’autista del mezzo una violenta lite scoppiata tra un ultrasessantenne ed altri passeggeri, in quanto l’uomo rifiutava di indossare la mascherina. Il dipendente della GTT apre le porte del mezzo, accertandosi che nessuno si sia fatto del male. Il primo a scendere è l’anziano, con il dispositivo di protezione individuale abbassato sotto il mento. L’autista lo invita ad indossarlo in maniera corretta ma l’uomo immediatamente da in escandescenza, riferendo di essere autorizzato a girare senza protezione. Prosegue poi intimando al dipendente di non perdere ulteriore tempo e di rimettersi alla guida del mezzo. L’autista si vede costretto ad allertare la centrale della ditta di trasporti ed il 112 NUE. Il reo, che nel frattempo aveva ingaggiato una nuova discussione con un capannello di gente scesa dall’autobus, intuito che l’autista avesse appena allertato le forze dell’ordine, in pochi attimi gli si avventa addosso, spintonandolo diverse volte.

L’intervento degli agenti del commissariato San Paolo riporta la calma tra i passeggeri e permette la denuncia dell’uomo per violenza a P.U. ed interruzione di pubblico servizio. Sanzionato, inoltre, per violazione alle vigenti normative anti-covid19.

Moncalieri: in via Alfieri parcheggio con il Telepass

MONCALIERI: IL PARCHEGGIO DI VIA VITTORIO ALFIERI (CENTRO STORICO) SI PAGA CON IL TELEPASS 

Presso la struttura, è ora attivo il nuovo servizio di pagamento del parcheggio in sicurezza tramite il dispositivo Telepass 

 Il servizio di pagamento del parcheggio in struttura di Telepass è approdato al Parcheggio Centro Storico di Via Vittorio Alfieri a Moncalieri (TO): è ora possibile, tramite il dispositivo Telepass, entrare e uscire dal parcheggio della struttura senza biglietto, né fila alla cassa e contanti.  

L’innovativo sistema consente di accedere in maniera semplice ai parcheggi convenzionati tramite il dispositivo Telepass così come avviene in autostrada: sarà necessario solamente individuare le corsie, identificate da apposita segnaletica Telepass, in entrata e in uscita dalle strutture, e attendere che, dopo il beep, la sbarra si alzi per ripartire senza fermarsi a pagare alla cassa. Comodità, velocità, ma anche sicurezza: infatti, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo ora, il servizio Parcheggi permette di evitare assembramenti alle casse e l’utilizzo di denaro contante.

Chiunque sia in possesso di un dispositivo Telepass potrà avere accesso ai parcheggi convenzionati e l’importo della sosta sarà addebitato sul conto Telepass senza costi aggiuntivi secondo le modalità previste dal proprio contratto.

È possibile, inoltre, scaricando l’app Telepass, fare la propria nota spese accedendo all’archivio delle soste presente in app.

Con l’avvio del servizio presso il Parcheggio Centro Storico di Moncalieri, Telepass raggiunge un altro importante traguardo grazie alla proficua collaborazione con la Società Parcheggi Italia (Best In Parking) – ha dichiarato Pietro Cereda, Chief Consumer Officer di Telepass – La struttura si aggiunge agli oltre 230 parcheggi negli aeroporti, stazioni, ospedali, centri urbani e fiere su tutto il territorio italiano dove il servizio è già attivo. Nello scenario attuale, la sfida di Telepass è offrire una rete di servizi che diano alle persone la possibilità di muoversi in libertà, in modo integrato, sicuro e sostenibile.

Il pagamento dei parcheggi in struttura è solo uno dei numerosi servizi offerti da Telepass nell’ambito della filosofia Safe&Clean adottata dal Gruppo con l’obiettivo di offrire ai propri clienti una piattaforma sempre più completa di servizi digitali per la mobilità, per garantire il risparmio di tempo e la massima sicurezza in termini di riduzione delle occasioni di contatto grazie alla sua natura cashless, nel rispetto dell’ambiente. Grazie al dispositivo Telepass, ad esempio, è possibile accedere direttamente all’Area C di Milano o acquistare il biglietto per lo Stretto di Messina senza scendere dall’auto.

Per diventare un partner convenzionato con Telepass, è possibile inviare la richiesta nel form disponibile su www.telepass.com nella sezione “Diventa Partner”.

Vaccini: “Priorità alla comunità penitenziaria”

“Il nuovo focolaio di Covid nella Casa di reclusione di Quarto Inferiore d’Asti rende sempre più evidente la necessità di vaccinare al più presto l’intera comunità penitenziaria”. Lo dichiara il garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano.

“Al momento è stato effettuato il tampone all’intera sezione che ha evidenziato lo sviluppo del focolaio – continua Mellano – e su 40 detenuti 25 sono risultati positivi: si è quindi opportunamente deciso di effettuare il tampone molecolare a tutta la popolazione reclusa. Si attendono i responsi e si spera. Al momento i positivi risulterebbero comunque asintomatici o paucisintomatici”.

“Ad aggravare la situazione – aggiunge – è il fatto che la Casa di reclusione di Asti è dedicata a detenuti in regime di alta sicurezza e, su una capienza regolamentare di 205 posti, al 28 febbraio erano presenti 300 ristretti, con una percentuale di sovraffollamento del 146%, il tasso più alto del Piemonte”.

Assembramento all’esterno del bar. Chiusura provvisoria per 5 giorni

Nei giorni scorsi gli agenti del Commissariato Mirafiori hanno effettuato un controllo presso un bar di via Candiolo.

Al loro arrivo, i poliziotti hanno notato la presenza di un cospicuo numero di persone all’esterno e di 4 persone all’interno, alcune delle quali intente a consumare. Alla vista degli agenti il gruppo all’esterno del locale si è dileguato.

Il controllo delle persone all’interno del bar ha portato a sanzionare uno dei clienti che tra l’altro si trovava fuori del proprio Comune di residenza non essendo domiciliato a Torino.

Per l’assembramento all’esterno dell’esercizio e per la mancanza della prescritta cartellonistica la titolare del bar è stata sanzionata amministrativamente con l’aggiunta della chiusura provvisoria di 5 giorni.

L’Imbarco Perosino rischia di chiudere per sempre dopo 80 anni

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Ci scrivono i titolari dell’Imbarco Perosino, storico ristorante sul Po

 

Caro direttore, all’ Imbarco Perosino siamo in difficoltà e quel che è peggio, questa volta rischiamo di chiudere.

Sono dieci anni che siamo in giudizio contro il Comune di Torino per rivendicare,
convinti delle nostre ragioni, il diritto di poter continuare a vivere e lavorare
all’Imbarco, come facciamo da oltre 80 anni, con amore e dedizione.
Ma la legge, purtroppo, sembra non essere dalla nostra parte. In ogni momento
potremmo essere sfrattati dal luogo creato da nostro nonno Alberto Perosino
nel 1936 per costruire barche da fiume, dove Graziella Perosino è nata nel 1940
e vive tuttora insieme a Gianni, dove noi siamo cresciuti, dove la nonna Anna
iniziò negli anni ’60 l’attivitàdi solarium estivo e noleggio barche, e dove
Graziella dal 1987 avviò il ristorante ed il bar dove molti di voi avranno passato
giornate e serate di festa, svago o relax.
Tutto questo sta per finire, se non facciamo nulla. La cifra che il Comune ci chiede è molto alta e
l’unico modo per evitare lo sgombero (a cui noi ci stiamo opponendo da anni) è raggiungere con il Comune
un accordo che dal nostro punto di vista è totalmente ingiusto, ma è l’ unica possibilità che abbiamo per chiudere tutte le cause in corso.
La cifra è molto alta e la pagheremo con il nostro lavoro, come sappiamo fare.
La cifra che ci serve adesso con urgenza è € 138.000 che non abbiamo in
questo momento di grave crisi a causa della pandemia Covid-19 che perdura
da oltre un anno.
Da qui il motivo di questa iniziativa.
E’ tanto, lo sappiamo, ma è sono solo una piccola parte della somma totale che
dovremmo pagare in totale nel corso dei prossimi anni. Ma sappiamo anche
che siete tantissimi a volerci bene, ad avere a cuore l’Imbarco Perosino.
Perché è un posto storico per Torino e unico nel suo genere nel Valentino:l’
esistenza di un approdo fluviale sotto il castello Sabaudo del Valentino è
documentata su stampe antiche a partire dal 1700; qui è dove la Peota Reale di
Carlo Emanuele III approdava durante i matrimoni regi e i festeggiamenti
cittadini lungo il fiume sino dal 1730; la struttura dell’edificio ligneo attuale
venne realizzata durante Esposizione Universale del 1911 che si svolse al
Valentino; i nostri nonni lo acquistarono nel 1936 con regolare rogito notarile
regio vendendo le propria attività di maestro d’
ascia e di stireria/maglieria inSan Salvario e da allora esso è tenuto con cura dalla nostra famiglia.
Ma anche perché, forse, nei decenni scorsi siamo stati in grado di farvi passare
dei bei momenti sulle sponde del nostro amato fiume. Con i soldi che riusciremo a raccogliere avremo la possibilità
di continuare apreservare questo edificio storico, proteggerlo dalle ricorrenti piene del Po,
intraprendere nuove iniziative sportive e di svago sul fiume, proseguire l’attività
del ristorante e del bar, esattamente come abbiamo sempre fatto da
85 anni. Il resto dei debiti verso il Comune li pagheremo ovviamente noi, con i
redditi dell’attività.
Lo sgombero esporrà gli immobili all’evidente rischio di atti vandalici o peggio a
rischio di incendi (come avvenuto ai locali siti nella medesima zona) che per un
immobile storico totalmente in legno sarebbero irreparabili cui si aggiungerebbero, considerato l’ avvicinarsi dei mesi primaverili,
i danni catastrofici derivanti dalle inevitabili piene annuali del Po.
Pertanto, è indubbio che, in caso di sgombero, le sorti dell’Imbarco Perosino sarebbero del tutto incerte.
Ecco come funziona
Potete aiutarci donando su
https://salviamoimbarcoperosino.starteed.eu
e aprescindere dall’ importo che raccoglieremo, faremo tutto il possibile per raggiungere la soglia di € 138.000, coinvolgendo anche imprenditori della
ristorazione con cui siamo in contatto, in modo tale da avere tutto quello che serve per chiudere l’accordo con il Comune di Torino e salvare l’imbarcoPerosino.
Se non ce la dovessimo fare e verremo sfrattati, tutto l’importo raccolto sarà utilizzato per sgomberare i locali dell’Imbarco Perosino e trovare una nuova sistemazione per Graziella e Gianni.C