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Arrestato “nonno” con precedenti per rapina

C’è anche un soggetto pluripregiudicato, ben conosciuto alle forze dell’ordine per aver commesso numerose rapine a mano armata, in concorso con altri noti pregiudicati, fra gli arrestati del Comm.to Barriera Milano delle ultime ore.

Gli investigatori, durante la perquisizione del suo alloggio, in zona Santa Rita, lo scorso venerdì mattina, hanno trovato nascosti in soggiorno, all’interno di un contenitore in plastica avente la classica forma ad ovetto di cioccolata, 6 involucri di crack. Altri 193 involucri erano invece nascosti nella federa del cuscino e nelle pieghe del materasso in camera da letto, per un totale complessivo di circa 130 grammi di cocaina/crack.

Un trentunenne gabonese è stato invece arrestato sabato mattina a seguito del controllo per identificazione in corso Giulio Cesare angolo Scarlatti; l’uomo era sprovvisto di documenti, pertanto si rendeva necessario il suo accompagnamento negli uffici di Polizia. Nelle fasi della traduzione in Commissariato lo stesso compiva dei gesti repentini con la testa: gli agenti riuscivano a fargli espellere dalla bocca un involucro di carta stagnola contenente 15 involucri termosaldati di cocaina e crack. Inoltre, il trentunenne risultava in possesso di un cellulare rubato poco prima, che è stato restituito al legittimo proprietario. E ‘stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.

(foto archivio)

Metropolitana (quasi) verso la riapertura. Affollamento sulle navette sostitutive

Sono in corso gli accertamenti tecnici sulla linea 1 della metropolitana torinese che ieri hanno permesso  di individuare il problema meccanico che ha interrotto i treni da Porta Nuova a Bernini.

Si tratta di un guasto alle ‘barre stabilizzatrici’, le guide attraverso cui ai motori elettrici dei convoglio giunge l’alimentazione. I tecnici hanno individuato con precisione la zona dove intervenire e i lavori comporteranno alcune modifiche al servizio ancora per oggi. Numerosi i bus navetta sostitutivi, anche se si è verificato affollamento  sui mezzi.

Quei marciapiedi pericolosi nella Circoscrizione 5

“Insieme ad gruppo di cittadini abbiamo effettuato sopralluoghi e segnalato alle istituzioni alcuni marciapiedi con dislivelli e buche, quindi pericolosi della circoscrizione 5.

Alcuni casi, come corso Toscana e via Pietro Cossa, interni 280, non hanno mai trovato soluzione dopo oltre 1 anno dalle prime segnalazioni.
Le risorse sono poche, questo lo riconosco, ma credo fermamente nella sicurezza dei cittadini, quindi è ora che questa amministrazione nei suoi ultimi mesi di governo della città inizi ad avere delle priorità, spendendo le poche risorse per manutenere i marciapiedi della periferia nord, magari tralasciando qualche metro di piste ciclabili”.
Lo dichiara Paolo Biccari, cittadino attivo della circoscrizione 5.

Mascherine con false certificazioni scoperte dalla Guardia di Finanza

Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Torino ha denunciato 1 soggetto e oscurato 4 siti internet, effettuando varie perquisizioni, nell’ambito dell’operazione “CERTAME” a contrasto dell’indebito utilizzo del marchio “CE” su dispositivi di protezione individuale.

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Francesca Traverso, della locale Procura della Repubblica, sono state condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, unitamente a 2 Reparti Speciali della Guardia di Finanza con sede a Roma: il Nucleo Speciale Beni e Servizi e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.

Le investigazioni hanno consentito di individuare un soggetto torinese, che si presentava anche con diversi nomi, il quale sfruttando lo stato emergenziale causato dell’epidemia da coronavirus, per il tramite della propria ditta individuale si proponeva come interlocutore in grado di rilasciare la certificazione di conformità “CE” necessaria alle aziende per commercializzare le mascherine facciali classificabili come dispositivi di protezione individuale o dispositivi medici.

L’indagato, al fine di accrescere la propria credibilità sul mercato e di promuovere la propria truffaldina attività presso le aziende interessate alla produzione/importazione delle mascherine, aveva anche creato una serie di siti Internet nei quali millantava le proprie capacità professionali e tecniche nel campo della certificazione di conformità delle mascherine facciali, conquistando la buona fede di diverse aziende nazionali che si sono affidate allo stesso per ottenere la certificazione di conformità necessaria per la marcatura “CE” del prodotto, indispensabile per la successiva commercializzazione.

Il titolare della ditta è stato denunciato per i reati di contraffazione marchi, frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, truffa e sostituzione di persona.

L’Autorità giudiziaria ha inoltre disposto l’oscuramento di 4 siti Internet, attraverso i quali il soggetto denunciato operava: www.iicq.itwww.repertorio.euwww.fioda.orgwww.accreditamentoveritas.org.

Gli operatori nazionali con funzione certificatoria riconosciuti in Italia, al pari di quelli accreditati dai rispettivi enti dei vari Paesi europei, sono consultabili nella banca dati dell’Unione europea denominata “NANDO” (https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/nando/), cui l’utenza può liberamente accedere per verificare il numero di identificazione dell’amministrazione autorizzata all’emissione del certificato “CE”.

L’indagine si inserisce nel quadro delle attività condotte dalla Guardia di Finanza a contrasto delle pratiche illegali pregiudizievoli per il tessuto economico sano e risponde all’esigenza di aggredire prontamente, anche nel contesto dell’attuale situazione pandemica da COVID-19, ogni forma di criminalità a danno delle imprese oneste e dei consumatori, inibendo ogni forma di possibile arricchimento illecito connesso allo sfruttamento della particolare contingenza di modo da assicurare legalità al mercato.

Ivrea: Battaglia di arance in cortile. Sanzionati 

Un  “carnevale fai da te”

Forse nostalgici per una tradizione che quest’anno non può avere corso a causa della pandemia da Covid 19, un gruppo di persone si è cimentata, in un cortile condominiale della città, in una battaglia di arance, come nella migliore tradizione della manifestazione eporediese.

La battaglia è stata scoperta, domenica pomeriggio, intorno alle 15, dagli agenti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte che, coordinati dal Commissariato di Ivrea e Banchette, erano impegnati in controllo straordinario del territorio. Transitando in corso Nigra, i poliziotti hanno notato un assembramento di persone che stava battagliando con le arance all’interno del cortile la cui superficie era piena di “residui bellici”.

Gli agenti hanno identificato 9 persone, per sette di queste scatterà la sanzione amministrativa per le violazioni delle norme previste per il contenimento della pandemia.

Sorpreso a rubare su auto in sosta

Arrestato dalla Polizia per tentato furto pluriaggravato

È stato notato mentre rovistava all’interno dell’abitacolo di un’auto regolarmente parcheggiata in via Volpiano. Ha infranto il lunotto posteriore del veicolo con un’asta metallica e si è intrufolato al suo interno. Quando gli agenti della Squadra Volante sono giunti sul posto hanno trovato il giovane posizionato sui sedili posteriori con il corpo proiettato in avanti intento a rovistare nel vano portaoggetti. Una volta scoperto, con destrezza è sceso dallo sportello posteriore e si è dato alla fuga su corso Vercelli. Ne è nato un inseguimento a piedi tra le vie Elvo/Soana/Baltea, sempre tallonato dai poliziotti, dove, ormai esausto, ha tentato di nascondersi tra un’auto parcheggiata e il marciapiedi e anche in questa circostanza ha continuato ad opporre resistenza. Il ragazzo, un ventunenne originario del Marocco irregolare sul Territorio Nazionale e senza fissa dimora, è stato arrestato per tentato furto pluriaggravato e sanzionato per l’inosservanza delle disposizioni anti Covid-19.

Lottatrice di giorno, pusher di notte: arrestata

Ventisettenne arrestata dagli agenti del commissariato San Secondo

 

Nei giorni scorsi, viene segnalata agli agenti del commissariato San Secondo, l’attività di spaccio di una cittadina italiana di 27 anni, lottatrice di arti marziali.

Con l’ausilio di un’unità cinofila, i poliziotti perquisiscono la sua abitazione in zona Madonna di Campagna.

All’arrivo degli operatori la donna tenta di ostacolare loro l’ingresso, serrando a più mandate la porta, senza successo. Una volta entrati nell’appartamento, gli agenti scoprono all’interno del letto contenitore quasi 1000 pasticche di ecstasy per circa 500 grammi di peso, 100 grammi di MDMA in cristalli, 5 grammi di cocaina ed una busta con alcuni frammenti di marijuana. Inoltre, sotto il materasso, vengono trovati 3 bilancini di precisione e oltre 3000 euro in contanti. Nella cucina invece, numeroso materiale per il confezionamento in dosi, come buste della spesa tagliate in diversi punti, era stato occultato nei cassetti, accanto al lavello, dove viene infine rinvenuto il quarto bilancino.

Dall’attività info-investigativa eseguita sui cellulari della ventisettenne emerge come la pusher si avvalesse di applicazioni di messaggistica istantanea come Whatsapp o Telegram, con l’opzione, per quest’ultimo, di autodistruggere i messaggi contenuti in alcune chat, per concordare le cessioni di stupefacente. Per ogni tipo di droga detenuta dalla donna, questa aveva associato una particolare “emoticon” così da poter comunicare con il proprio acquirente senza esplicitare alcunché: le caramelle indicavano le pasticche di ecstasy mentre il fiocco di neve si riconduce ai cristalli di MD.

Il valore dello stupefacente sequestrato dagli agenti del commissariato San Secondo è stimato intorno ai 25000 euro. Scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio.

Fallimenti per 40 milioni di euro, tre arresti

Dalle prime ore della mattinata, nel corso dell’operazione “ICARO”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino nella persona del Sostituto Procuratore – dott. Ciro Santoriello, oltre 50 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, al termine di complesse indagini in materia di reati fallimentari, stanno dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa del G.I.P. di Torino – dott.ssa Mariafrancesca Abenavoli, nei confronti di 3 imprenditori, in relazione a fallimenti con passivi per oltre 40 milioni di euro, procedendo contestualmente a numerose perquisizioni in Torino, Forte dei Marmi, La Spezia, Massa Carrara, Milano, Pescara e Roma.

Le attività in rassegna attengono ad una pluralità di fatti di bancarotta, riguardanti 3 società collegate tra loro, tutte operanti nel settore imprenditoriale della stampa di quotidiani e settimanali di primaria importanza nazionale.

Nel complesso, il passivo fallimentare accumulato dalle fallite supera 40 milioni di euro.

Secondo le prospettazioni accusatorie, gli imprenditori, noti nel campo delle ristrutturazioni d’impresa, avrebbero dapprima realizzato una riorganizzazione degli assetti societari finalizzata ad accentrare tutta la crisi su una società, quindi svuotato dei beni le società collegate, già fortemente indebitate, lasciandole prive di prospettive e con patrimoni netti negativi e ritardando il momento di emersione della crisi.

Le irregolarità commesse sono risultate tali da non consentire ad una primaria società di revisione di attestare i bilanci, in quanto ritenuti non redatti con chiarezza, non rappresentanti in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico e, ancora, compilati nel presupposto di continuità aziendale pur in presenza di rilevanti incertezze in ordine alla possibilità di prosecuzione imprenditoriale.

A fronte di ciò, gli indagati, piuttosto che avviare le procedure di fallimento, avrebbero ulteriormente aggravato il dissesto, proponendo al Tribunale di Torino istanza di ammissione alla procedura del concordato preventivo e indicando nel piano concordatario, quali asset utili a soddisfare i creditori, un immobile – risultato poi gravato da ipoteca – e delle fideiussioni inesigibili, rilasciate da una società non autorizzata a tale attività.

Alla luce di tutte le gravi condotte emerse dalle investigazioni, il magistrato inquirente ha richiesto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti dei 3 indagati ritenuti essere gli ideatori ed i principali esecutori del complesso dei reati disvelati dalle indagini.

Con l’operazione odierna, oltre a dare esecuzione alle misure cautelari ordinate dal G.I.P., sono state eseguite numerose perquisizioni riguardanti una ventina di società del gruppo imprenditoriale. Tra i destinatari dei provvedimenti figurano anche noti professionisti che avrebbero reso pareri e assistito gli indagati nella predisposizione dei piani di ristrutturazione aziendale e di ammissione a procedure concordatarie.

Ad uno di questi, tra l’altro, è stato notificato anche l’avviso di conclusione delle indagini relative ad ulteriori reati fallimentari che sarebbero stati commessi, con il medesimo modus operandi, nell’ambito di un diverso fallimento, oggetto di separate investigazioni.

Le attività odierne si collocano nell’ambito delle azioni volte alla ricerca e repressione degli illeciti di natura economico-finanziaria, tutelando al contempo un mercato pienamente concorrenziale e i legittimi creditori delle società fallite.

Da oggi stop al metro’ da piazza Bernini a Porta nuova

La metropolitana da mercoledì 17 febbraio non funzionerà  nella tratta compresa tra le stazioni Bernini e Porta Nuova

Lo comunica Gtt che annuncia un intervento tecnico urgente e non rinviabile, deciso dopo una verifica avvenuta ieri.  Verranno attivati bus sostitutivi fino al termine dell’intervento, la cui durata al momento non è prevedibile. Da Fermi a Bernini e da Porta Nuova al Lingotto il servizio sarà  regolarmente in funzione. Lo stop riguarda sette stazioni: Bernini, Principi d’Acaja, XVIII Dicembre, Porta Susa, Vinzaglio, Re Umberto e Porta Nuova.

La Polfer controlla oltre mille persone nelle stazioni

2 indagati, 1061 persone controllate di cui 250 straniere e 52 minori, 99 operatori impiegati in 24 stazioni ferroviarie e una sanzione al Regolamento di Polizia Ferroviaria.

Questi i risultati del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta nell’ambito della giornata di controlli organizzata a livello nazionale, su disposizione del Servizio Polizia Ferroviaria di Roma, per il contrasto dei comportamenti scorretti in ambito ferroviario, tra cui gli attraversamenti dei binari e l’indebita presenza in aree ferroviarie di servizio.

Gli agenti Polfer hanno attuato controlli per prevenire le condotte a rischio incautamente adottate dai viaggiatori, non solo nelle stazioni maggiormente interessate da traffico ferroviario, ma anche in quelle non presenziate quotidianamente.

In particolare gli agenti del Settore Operativo di Torino Porta Nuova hanno denunciato una diciannovenne romena responsabile di furto all’interno di un noto esercizio commerciale della stazione. La donna, dopo aver sottratto due tester dallo scaffale si è allontanata repentinamente dal negozio, ma è stata notata dall’addetto alla sicurezza che ha contestualmente chiesto l’intervento della Polizia Ferroviaria. Fermata e accompagnata presso gli uffici di Polizia è stata denunciata per furto.

Sempre a Torino gli agenti Polfer hanno indagato in stato di libertà un cinquantanovenne italiano per oltraggio e resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo durante un controllo, nonostante le ripetute richieste di indossare la mascherina, ha mantenuto un atteggiamento arrogante ed aggressivo, dando in escandescenze e insultando gli operatori. Gli agenti, nonostante la forte resistenza opposta con calci e spintoni, sono riusciti a condurre l’uomo negli uffici di Polizia della stazione dove è stato denunciato in stato di libertà e sanzionato per violazione delle disposizioni di contrasto all’emergenza Covid-19.

A Vercelli gli agenti del Posto Polfer hanno rintracciato a bordo di un treno, nella tratta Salerno – Torino, un minore straniero che si è allontanato da una comunità del trapanese. Dopo i rilievi fotodattiloscopici e gli accertamenti sanitari,  il minore è stato condotto presso una Comunità della provincia.