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In fiamme villa Montezemolo, forse per un guasto alle luminarie

La scorsa notte un incendio ha danneggiato la villa della famiglia Cordero di Montezemolo, a Castiglione Torinese, abitazione del  fratello di Luca di Montezemolo.

In base a una prima ricostruzione, il rogo è divampato dal tetto dell’abitazione.

Nessun familiare dell’ex presidente di Fiat e Ferrari è rimasto ferito. Sono intervenuti i vigili del fuoco, il 118 e i carabinieri.

Le fiamme potrebbero essere state causate da un cortocircuito legato alle luminarie di Natale.

Alluvione ottobre: stato di emergenza anche per Torino

Arriva alla Vigilia di Natale la notizia tanto attesa dai territori alluvionati nel Torinese e nell’Alessandrino a inizio ottobre. È stata infatti approvata dal Consiglio dei Ministri la richiesta della Regione Piemonte di estensione degli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza, adottata con delibera del 22 ottobre 2020, al territorio della città metropolitana di Torino e dei comuni Balzola, Bozzole, Casale Monferrato, Frassineto Po, Valmacca e Villanova Monferrato, in provincia di Alessandria, colpiti dagli eventi meteorologici del 2 e 3 ottobre 2020.

«Questo – spiega il presidente della Regione Alberto Cirio, nominato dal Governo commissario per la ricostruzione – è un passaggio importante che ci permette di ampliare la sfera di coloro che potranno ricevere un sostegno per i danni ricevuti. Non avere questo via libera sarebbe stata una incongruenza. Ora ogni attenzione va rivolta, insieme al commissario Borelli, ai lavori di ripristino e a reperire ulteriori risorse perché i danni sono stati enormi e l’investimento economico attuale non è sufficiente per consentire al nostro territorio, ai suoi cittadini e alle sue imprese, di risollevarsi. Il Piemonte è abituato a rimboccarsi le maniche e lo ha fatto anche questa volta. Ma adesso più che mai abbiamo bisogno in modo forte di avere un aiuto forte anche da parte dello Stato».

Contestualmente alla dichiarazione dello stato di emergenza il governo ha stanziato 1,2 milioni di euro da destinare all’avvio delle attività di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e degli interventi più urgenti. «Siamo soddisfatti – – sottolinea l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – che la nostra richiesta sia stata accolti anche se, chiaramente, siamo ancora molto lontani dalla quantificazione necessaria per aiutare le popolazioni colpite. A fronte di una richiesta di 77 milioni abbiamo avuto disponibilità per 16 milioni, ma mancano all’appello ancora 60 milioni. Sicuramente positiva l’estensione dello stato di emergenza alle due province di Alessandria e Torino, che erano state inizialmente escluse il 22 ottobre scorso quale frutto di un’anomalia che correttamente è stata sanata».

La documentazione collegata alla richiesta era stata infatti inviata al Dipartimento di Protezione civile in due note, una del 6 ottobre e una del 12 ottobre, includendo anche i territori della Provincia di Alessandria e della Città Metropolitana di Torino, ma la dichiarazione dello Stato di Emergenza, avvenuta con delibera del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre, non li riportava. «Abbiamo perciò chiesto chiarimenti al Dipartimento – spiega l’assessore Gabusi – e abbiamo fornito il dettaglio di tutte le ordinanze di somma urgenza, i video, le foto e l’intera documentazione utile prodotta durante l’emergenza. Finalmente ora vediamo riconosciuto lo status di emergenza di tutti i territori e proseguiamo nel nostro impegno a reperire le risorse per coprire i danni anche al di là del tradizionale Fondo di solidarietà nazionale, scandagliando ogni possibilità attualmente disponibile».

Oltre tredicimila euro sequestrati a due pusher 

Due arrestati e due denunciati in meno di 72 ore dagli agenti del commissariato Barriera Milano.

Il primo soggetto, cittadino italiano di 21 anni, è stato sottoposto a controllo domenica pomeriggio dopo aver attirato l’attenzione dei poliziotti, a causa del forte odore di marijuana che emanava. L’uomo riferisce loro di aver consumato poco prima della sostanza stupefacente, ma di non averne al seguito. Perquisito, vengono trovate nel suo portafoglio due infiorescenze di marijuana. Esteso il controllo al domicilio, gli operatori rinvengono una busta ed alcuni involucri contenenti la stessa sostanza per un peso di circa 70 grammi, un bilancino di precisione, materiale da confezionamento e circa 400 euro in contanti. Il giovane è risultato avere diversi precedenti di Polizia.

Circa 24 ore dopo gli agenti del commissariato, transitando in via Malone, notano un gruppo di persone disposte in cerchio ed un individuo al centro. Questi, cittadino marocchino di 21 anni, alla vista della pattuglia, getta diversi frammenti di hashish che nascondeva nella mano. I poliziotti recuperano gli involucri, del peso di circa 40 grammi, e controllano un altro soggetto del gruppo, dopo che era stato visto occultare un coltellino nella tasca dei pantaloni. Quest’ultimo, connazionale trentaduenne, è stato denunciato per porto di armi od oggetti atti ad offendere mentre il ventunenne indagato per detenzione di sostanza stupefacente.

Infine, nella notte fra lunedì  e martedì, la pattuglia del commissariato nota un taxi passare con il rosso su corso Novara. Alla vista degli agenti, il mezzo interrompe la sua corsa. La Volante si affianca al veicolo e vede il passeggero sul sedile posteriore fuoriuscire dall’auto ed inveire contro di loro. Alla richiesta di esibire i documenti, l’uomo, ventottenne senegalese, mostra delle foto sul cellulare, dichiarando di averli lasciati a casa. In seguito ad un primo controllo, lo straniero risulta avere diversi precedenti di Polizia. Insospettiti, i poliziotti perquisiscono la sua abitazione. All’interno di un armadio vengono rinvenuti 7300 euro in contanti mentre in un cappello di lana il senegalese aveva occultato 22 dosi di crack ed una chiave. Questa apriva una cassaforte nascosta sotto il letto contenente altro denaro contante per oltre 5900 euro e documentazione di Polizia attestante la falsità dei documenti mostrati poco prima in foto. Scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio e falsa attestazione.

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Torino: dichiarano di essere minorenni alla Polizia che vuole identificarli

Un arresto ed una denuncia del Commissariato Centro

La scorsa domenica, personale del Comm.to Centro in servizio di Volante, ha proceduto in due diversi contesti alla identificazione di due cittadini stranieri. Il primo, di nazionalità senegalese, era stato visto cedere del crack, occultato nella bocca, a un cittadino italiano; all’avvicinarsi dei poliziotti si era dato alla fuga, ma è stato fermato e controllato. Il giovane dichiarava di avere appena 15 anni per sottrarsi alle sue responsabilità penali, ma accertamenti condotti su di lui hanno fatto emergere come già due mesi fa, in occasione di un altro controllo, ne fosse stata accertata l’età, di circa 21 anni. Pertanto, è stato arrestato per  detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato per aver fornito false generalità.

Poche ore dopo, altro personale del Commissariato nota in via Saluzzo un soggetto straniero sospetto, vestito completamente di scuro e con il cappuccio della tuta indossata a coprirgli parzialmente il viso. Il ragazzo, di nazionalità algerina, riferiva di avere 16 anni e di star aspettando un amico. Ritenendo che il giovane stesse mentendo in merito all’età, è stato portato negli uffici della Questura per accertamenti sull’identità personale, alla fine dei quali è emerso che lo stesso ha un’età di almeno 20 anni. E’ stato denunciato per false generalità sull’identità personale.

Una nuova Jeep per i carabinieri di Orbassano

Acquistata dalla Città di Rivalta, è stata data in comodato d’uso all’Arma

La Città di Rivalta di Torino mercoledì 23 dicembre ha consegnato al comando Carabinieri di
Orbassano e Rivalta una nuova Jeep Renegade modello My2020 a trazione integrale, che
da oggi entra a far parte del parco automezzi a disposizione dell’Arma.

La cerimonia della consegna delle chiavi si è svolta a Tetti Francesi, in piazza Andrea Filippa
davanti al monumento che ricorda il sacrificio del giovane appuntato rivaltese, morto
nell’attentato alla base Maestrale di Nassiriya il 12 novembre del 2003.

A ricevere simbolicamente l’auto a nome dell’Arma il luogotenente Antonio Vitale,
comandante della stazione Carabinieri di Orbassano. Presente alla cerimonia il maggiore
Marco D’Aleo, comandante della Compagnia Carabinieri di Moncalieri.

Per Rivalta e i rivaltesi la consegna dell’auto è segno di affetto e stima verso l’Arma dei
Carabinieri e nei confronti della stazione di Orbassano guidata dal luogotenente Vitale, con il
quale c’è sintonia e collaborazione quotidiana, in particolare con il corpo di Polizia Municipale
rivaltese.

Spiega il vicesindaco Sergio Muro: «abbiamo deciso di acquistarla e consegnarla all’Arma
perché siamo convinti che occorra lo sforzo di tutte le istituzioni per garantire ai nostri cittadini
il giusto diritto a vivere sicuri, presupposto necessario perché anche gli altri diritti siano
garantiti». «Siamo certi che anche grazie a questo nuovo mezzo la presenza dei Carabinieri sul
territorio sarà ancora più forte, e che incontreremo spesso sulle nostre strade questa vettura».

La Jeep Renegade – allestita con gli equipaggiamenti specifici per le Forze dell’Ordine – è stata
acquistata dalla Città di Rivalta e da oggi data in comodato d’uso gratuito alla stazione
Carabinieri di Orbassano.

«La consegna di quest’auto rappresenta un momento di particolare importanza perché proprio
le nostre vetture con la scritta “Carabinieri” sono quelle che ci permettono di raggiungere i
cittadini, a cui dedichiamo il nostro servizio quotidiano, soprattutto in questo periodo di
pandemia», ha detto il maggiore Marco D’Aleo. «La consegna di quest’auto ha un significato
moto importante, che non possiamo sottovalutare e ribadiamo il nostro ringraziamento più
sentito a Rivalta e ai rivaltesi».

Torino: finge il suicidio ma cade dal terzo piano: ragazza grave al Cto

Dopo una lite con i genitori che non volevano farla uscire di casa ha finto il suicidio cadendo però involontariamente dal terzo piano di un condominio in via delle Querce, alla Falchera

Fortunatamente è caduta sul  cofano di un’auto che  le ha salvato la vita. La ragazza ha 17 anni ed è stata trasferita  d’urgenza  al Cto in  codice rosso. La polizia sta svolgendo le indagini.

Torino: è morto Artesi, il fotoreporter gentile

A 56 anni è morto il fotoreporter Fabio Artesi, molto noto a Torino, aveva collaborato con Torino cronaca, viveva  a Venaria.

Era stato contagiato dal Coronavirus un mese fa. Il fotoreporter è deceduto nella clinica Eporediese di Ivrea. Lascia la moglie Simona e la figlia, Sonia. Artesi, che fu tra i fondatori della selezione di calcio dei giornalisti torinesi, si era dedicato con generosità  alla vicenda  di Beatrice Naso,  Bea, la bimba colpita  da una malattia che le calcifica le ossa. Alla famiglia del collega le condoglianze del direttore e della redazione del “Torinese”

Natale, controlli dei carabinieri sulle montagne torinesi

I Carabinieri della Compagnia di Susa (To), nella mattina del 25 dicembre, nei comuni dell’Alta Valle di Susa, hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio insieme alla collaborazione dei colleghi del NAS di Torino.

Il tutto per verificare l’osservanza delle misure di contenimento per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid19, oltre alla verifica delle condizioni igienico alimentari all’interno degli hotel e dei bar e ristoranti aperti per l’asporto.
Nonostante la chiusura delle piste, i servizi sono stati allargati anche sui sentieri innevati di Sestiere e nei sentieri fuori pista limitrofi.

Ancora in prognosi riservata la donna accoltellata dal marito

Nel corso di una lite per futili motivi un  cittadino romeno di 48 anni ha  accoltellato ieri la moglie ed  è stato arrestato dai carabinieri  a Lombardore.

L’accusa è  tentato omicidio. La donna, 45 anni, è stata subito ricoverata, ed è ancora  in prognosi riservata, all’ospedale di Ciriè.

Il 48enne è stato arrestato e portato nel carcere di Ivrea.

Circuiva anziani, facendosi donare interi patrimoni

Era ricercato da settimane: M.E., romeno del ’77, era stato condannato con sentenza definitiva e su di lui pendeva un mandato di cattura, ma era introvabile. Sapeva di dover scontare oltre 3 anni di carcere per circonvenzione d’incapaci, aggravata e continuata, e aveva fatto perdere le sue tracce da tempo, trasferendosi in un’altra regione.

     Le sue vittime erano sempre le stesse: persone anziane, fragili emotivamente, benestanti. Una di loro, di 79 anni, provata fisicamente e psicologicamente da una serie di lutti in famiglia, era stata “agganciata” dall’uomo, inquilino di un suo alloggio nel quartiere Mirafiori. Prima se l’era fatta amica, la ospitava a casa, le raccontava della sua famiglia; in un’occasione le aveva fatto conoscere la fidanzata. Intanto, non solo non pagava le rate dell’affitto, ma con  varie scuse si faceva prestare soldi dall’anziana, sempre di più, e con metodi dapprima gentili, poi sempre più insistenti.

    La vittima, inizialmente, fidandosi dell’uomo e quasi intenerita dalle sue tristi vicende familiari (tutte rigorosamente inventate), lo aiutava con somme sempre più elevate. Quando, però, sono iniziati i dubbi della signora, il cittadino rumeno ha iniziato a dapprima con offese e insulti gratuiti, minacciando di prenderla a schiaffi se non gli avesse più consegnato denaro. Dalle parole è passato poi ai fatti: iniziano infatti le percosse, e infine le minacce più brutte per la donna, quelle di fare del male ai nipotini.

E così la povera signora, ormai terrorizzata, continuava a versare al rumeno cifre sempre più elevate, fino ad azzerare il suo conto in banca. Tutti i suoi risparmi, quasi 100.000 euro, erano spariti, tanto che la donna era costretta a chiedere piccole somme per mangiare alle figlie. Queste, insospettite, hanno controllato il conto della madre, scoprendo tutto. Da qui indagini e processo, che si conclude in breve tempo con la condanna a 3 anni e 2 mesi. Ma il rumeno fa perdere le sue tracce.

    Questo fino alla giornata di ieri, quando la pattuglia del commissariato Mirafiori, che lo cercava da giorni, monitorando i profili social dell’uomo e stampando una sua foto recente, fa il giro della zona che lui in passato frequentava, nei pressi degli ultimi indirizzi noti. L’uomo si trova in città per incontrare dei parenti in occasione delle festività natalizie. Da alcuni vicini, le prime informazioni utili. I poliziotti lo trovano, dopo vari tentativi, in un appartamento al settimo piano di Corso Orbassano. Stavolta il malfattore sconterà definitivamente la sua pena.

Viola divieto di vedere il figlio e si azzuffa con il compagno della ex

Ieri, gli agenti della Polizia Commerciale della Polizia Municipale, mentre transitavano  in piazza Polonia durante un servizio ordinario in abiti civili, sono stati attirati dalle urla provenienti  dal parcheggio dell’ospedale “Regina Margherita”, dove due uomini si stavano spintonando in maniera energica di fianco a un’automobile.

Quando le urla e gli spintoni sono degenerati in una vera e propria colluttazione, i civich si sono qualificati e sono intervenuti per separare i due uomini. Gli agenti hanno rilevato che all’interno dell’auto di fianco a loro erano seduti una donna e un bambino e, successivamente, dopo l’arrivo di un’altra pattuglia della Municipale, è stata fatta chiarezza sull’accaduto.

Il padre naturale del ragazzino, nel tentativo di avvicinarsi al figlio, appena dimesso dall’ospedale, per sincerarsi del suo stato di salute, è stato fermato dall’attuale compagno della donna, sua ex moglie. La discussione è iniziata davanti all’ospedale ed è proseguita, degenerando in rissa nel parcheggio.

La madre del ragazzo, sconvolta e spaventata da quanto accaduto, ha raccontato che sull’ex marito è attivo un divieto di avvicinamento a lei e al proprio figlio emesso dalla Procura di Cuneo, ragione per cui il nuovo compagno della donna avrebbe tentato di fermare l’uomo, nel tentativo di non farlo entrare in contatto con il ragazzo.

Il padre biologico del giovane, in visibile stato di agitazione e privo di documenti è stato accompagnato al Comando della Polizia Municipale di via Bologna. A seguito degli accertamenti effettuati, l’uomo è stato denunciato a piede libero per il reato di cui all’art. 387 bis c.p. ‘Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa’   in relazione all’art. 282 ter c.p.p. per non aver ottemperato al divieto di avvicinamento.