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Dopo la chiesa e le barelle a terra forse posti letto nella sala convegni

Ai posti letto aggiuntivi collocati nella chiesa del Covid hospital San Luigi di Orbassano, si aggiungeranno forse altri letti  nella sala convegni della struttura.

 

Oltre a questa situazione di difficoltà e all’emblematico ed eclatante caso delle barelle messe a terra nell’ospedale di Rivoli per collocare i malati, l’emergenza posti letto si fa sentire un po’ ovunque nella città metropolitana di Torino. Un centinaio di pazienti è già stato trasferito nel covid hospital di Tortona.

Inseguimento nella notte, guida contromano e si schianta. Arrestato

Un giovane di 21 anni e’ arrestato a Torino, per resistenza a Pubblico Ufficiale.

La scorsa notte il ragazzo , alla guida della propria auto, non si è fermato per un controllo in Largo Giulio Cesare. Poi l’inseguimento per dieci chilometri, in cui il giovane ha guidato anche in contromano e senza rispettare i semafori. Infine in corso Palestro l’auto si è schiantata contro un pilone di cemento e il 21enne è stato fermato dai carabinieri. Non si conoscono i motivi della fuga.

Nursing Up chiede l’assunzione di nuovi professionisti della sanità

 

Dopo il bando per gli infermieri la Regione deve provvedere all’assunzione almeno per 36 mesi di nuovi professionisti della sanità e Oss

Sono necessari alla stabilità del sistema di cure piemontese

 

 

Dopo che la Regione ha finalmente provveduto a lanciare il bando per l’assunzione di infermieri con contratto a tempo determinato, della durata di 36 mesi (come da tempo andavamo chiedendo), è ora di provvedere a indire un bando identico con la stessa durata di contratto anche per tutte le altre professioni della sanità e per gli operatori socio sanitari, ciò è infatti necessario per creare una stabilità di sistema fondamentale nell’emergenza attuale e propedeutico a pianificare un futuro della sanità piemontese che possa davvero fare un salto di qualità.

 

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, esorta dunque la Regione e redigere nel minor tempo possibile un bando per l’assunzione, sempre per almeno 36 mesi, di tutte le figure delle professioni sanitarie e degli Oss necessari a completare le enormi esigenze di organico delle strutture sanitarie piemontesi.

 

Spiega il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri: “Dopo mesi di battaglie siamo finalmente riusciti a far comprendere che le fondamentali assunzioni di infermieri vanno fatte per almeno 36 mesi, e la Regione ha da qualche giorno lanciato il bando. Ora è necessario compiere il passo successivo, per stabilizzare il sistema sanitario della nostra regione, assumendo in numero adeguato nuove unità negli ambiti di tutte le professioni sanitarie e di operatori socio sanitari, fondamentali ognuno nel proprio ruolo, come gli infermieri, per il corretto funzionamento della nostra sanità. Parliamo di tecnici di radiologia, di tecnici di laboratorio, di ostetriche, di infermieri pediatrici, insomma tutte quelle figure che contribuiscono a creare una corretta offerta risposta di cura al cittadino e che oggi scarseggiano in modo evidente, con il rischio che il sistema sanitario perennemente in uno stato di crisi.

Al pari degli infermieri anche per queste nuove forze da integrare nella sanità piemontese, vanno redatti contratti di almeno 36 mesi, in modo da creare quella stabilità nel sistema, coprendo turni e mansioni, che potrà aumentare la capacità di risposta all’attuale grande crisi dovuta alla pandemia, ma allo stesso tempo potrà gettare le basi per un dopo che possa riportare la sanità piemontese all’eccellenza che gli spetta.

Ci aspettiamo dunque che la Regione compia anche questo importante, fondamentale, passo. E che lo faccia con velocità e concretezza. Si tratta della stessa velocità che chiediamo sia utilizzata per convocare senza attendere oltre i sindacati firmatari di contratto a una trattativa per ridiscutere le cifre di retribuzione delle prestazioni aggiuntive che molte aziende sanitarie stanno già utilizzando, e che oggi vengono pagate a tariffe irrisorie, vecchie di vent’anni, non più accettabili”.

 

La protesta dei rider in piazza Castello

All’angolo con via accademia delle scienze

Il luogo scelto per radunarsi è davanti all’ingresso del Mac Donald situato nella centrale Piazza Castello a Torino.I rider chiamati ‘eroi’ da parte delle aziende nella fase uno, tornano ad essere in prima linea in un comparto strategico come quello delle consegne a domicilio. Durante l’emergenza sanitaria, sono​ diventati lavoratori ‘essenziali’. Come lavoratori essenziali​ -urlano i rider con forti sligan-​ ritengono​ essenziali anche i loro​ diritti: chiedono quindi per questo di essere riconosciuti lavoratori a tutti gli effetti, con l’adeguamento dell’ inquadramento contrattuale attraverso l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale dei Trasporti e Logistica o quello del Commercio per tutti i lavoratori della categoria”

Vincenzo Grassano

“Noi siamo con le vittime di Nizza e Vienna”

Se ci si fosse illusi che nel clima di emergenza per la pandemia non ci fosse, almeno sul suolo europeo, più posto per gli attentati, ci si è dovuti ricredere.

 

È invece realistico pensare che i nuovi fronti geopolitici nel Vicino Oriente e nel Mediterraneo siano all’origine di un nuovo ciclo della strategia del terrore.

Non stupisce che si sia iniziato con la Francia, con una politica sua propria che l’ha condotta a un duro contrasto con la Turchia. Ma dopo Vienna è ora chiaro che l’Europa intera è di nuovo sotto tiro. Un’Europa sulle cui divisioni si può puntare per condizionarla. Un’Europa che deve dunque trovare un’unità sui principi suoi fondamentali, che sono ben al di là della libertà di satira. Principi di accoglienza ma anche di rigorosa tutela dalla sopraffazione.

Le religioni, anche quelle altre dalla tradizione occidentale, sono linfa vitale per una nuova storia comune.  Ma ciò su cui non si può transigere è che la fede religiosa sia un fatto di assoluta libertà e non debba in alcun modo venire imposta, che nessuna violenza sia giustificabile col nome di Dio, che a essere care a Dio siano semmai le vittime innocenti.

È un sollievo pensare come tali principi siano già vividamente incarnati nel seno delle nostre società. Lo testimoniano le parole del Gran Mufti di Bosnia, il quale, dopo l’attentato di Vienna, ha dichiarato: “Vienna dev’essere la linea del fronte comune, che difenderemo senza paura e ad ogni costo, poiché non si tratta di Vienna soltanto, ma di tutte le persone libere e dell’Europa intera”. 

 

Con questo spirito, proponiamo perciò un’iniziativa pubblica, nei tempi e nei luoghi permessi dalle disposizioni sanitarie diramate in queste ore, che non consentono di manifestare in piazza. Chiamando tutte le comunità religiose e le forze politiche e sociali ad esprimersi. Non contro qualcuno, se non contro chi aderisce a un principio di morte che sarebbe blasfemo considerare religioso; ma per un valore di fraternità davvero universale, che tanto più in questo momento è importante riaffermare.

Giampiero Leo, Bhante Dharmapala (C. Torrero), Idris Abd al- Razzaq Bergia, Rav Ariel Di Porto,

Bruno Geraci, Ibrahim Gabriele Iungo, Walter Nuzzo, Don ErmisSegatti, Younis Tawfik, a nome del Movimento Interconfessionale Noi siamo con voi.

Aderisce ufficialmente la Federazione Islamica del Piemonte.

 

Piemonte zona rossa, ecco tutto ciò che c’è da sapere

Un’ordinanza emanata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, classifica il Piemonte come “zona rossa”.

L’intero territorio è fatto rientrare nello “scenario di tipo 4” e con un livello di rischio “alto” previsto dall’art.3 del Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre.

Le disposizioni per il Piemonte

In tutto il Piemonte, dal 6 novembre e per un periodo di 15 giorni, si deovranno quindi osservare le seguenti disposizioni particolari:

Spostamenti. E’ vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territorio regionale e all’interno di esso, salvo se motivato da comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza, da giustificare con autocertificazione.

Sono comunque permessi gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza dove è consentita. E’ sempre ammesso il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza.

Negozi chiusi. Sono chiusi i negozi di commercio al dettaglio ed i servizi alla persona, ad eccezione di alcune categorie: tra le altre, alimentari, edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie, fiorai, librerie, cartolerie, lavanderie, profumerie, parrucchieri e barbieri, negozi per bambini e neonati, di biancheria, di giocattoli, di prodotti informatici, articoli sportivi, ottica, ferramenta. Chiusi i mercati non alimentari.

Ristorazione. Chiusura per bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad esclusione di mense e catering. Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, con asporto e divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Scuola e Università. Le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente a distanza, ad eccezione delle scuole materne, elementari e del primo anno della media. Consentite le attività di laboratorio e quelle per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

E’ sospesa l’attività in presenza in Università e istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica.

Sport e attività motoria. Sono sospese le attività sportive anche nei centri all’aperto e tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva. E’ consentito svolgere attività motoria individuale in prossimità della propria abitazione e nel rispetto della distanza di almeno un metro, con obbligo di indossare la mascherina.

Smart working. I datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili, anche in ragione della gestione dell’emergenza.

Disposizioni per tutta l’Italia

In Piemonte sono anche in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre le misure previste dallo stesso Dpcm a livello nazionale:

Spostamenti serali. Bloccati dalle ore 22 alle ore 5 ,tranne quelli per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.

Scuole. Nelle scuole aperte è obbligatoria la mascherina per gli alunni, tranne che per chi ha meno di 6 anni e per chi ha patologie o disabilità incompatibili con il suo utilizzo.

Trasporti pubblici. A bordo dei mezzi del trasporto locale e ferroviario regionale è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50%.

Mostre e musei. Sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura

Centri commerciali. Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione di farmacie, parafarmacie presidi sanitari, generi alimentari, tabaccai, edicole.

Sport. Continuano ad essere sospesi gli sport di contatto e l’attività di piscine e palestre.

Il commento del presidente Cirio

Mancano una visione complessiva e un metodo di valutazione oggettiva per tutti – afferma Cirio – Che fosse necessario irrobustire anche duramente le misure di contenimento al virus era evidente, tant’è che io lo avevo già anticipato con le ordinanze che avevano riguardato la scuola, la capienza del trasporto pubblico e i centri commerciali. E mancano anche le risorse: ristori immediati e esenzione delle tasse per le attività chiuse sono indispensabili”.

“Il fatto che il Governo abbia scelto sulla base di dati vecchi di dieci giorni – prosegue il presidente – rischia però di non tenere in considerazione tutti questi elementi, pone in una situazione più critica Regioni che sono in fase di miglioramento e non tiene invece conto del peggioramento di altre realtà del nostro Paese. In Piemonte l’Rt è passato da 2,16 a 1,91 grazie alle misure di contenimento adottate. Si riscontra una fragilità dell’impianto scientifico della classificazione: almeno 4 o 5 Regioni non erano valutabili, perché non hanno trasmesso tutti i dati. Chiedo che il Piemonte venga classificato per i dati reali, come le altre Regioni. Per questo ho chiesto una verifica“.

Arrestati tre malavitosi della ‘ndrangheta

La notte scorsa  i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino hanno arrestato per associazione di tipo mafioso, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello del capoluogo piemontese all’esito di pronuncia della Corte di Cassazione nell’ambito del processo cosiddetto “Minotauro”, tre appartenenti all’ ‘ndrangheta, dei quali uno ritenuto esponente di spicco della “locale” di Volpiano (pena definitiva anni 3 mesi 4 e gg 15 di reclusione), un altro al vertice della “locale” di Rivoli (pena anni 3 mesi 6 gg 13 di reclusione), il terzo inserito nella “locale” di Volpiano (pena anni 3 mesi 8 e gg 25 di reclusione).

Sosta a pagamento e ZTL sospese

Da giovedì 5 novembre a sabato 21 novembre 2020(compreso) è sospeso il pagamento della sosta nelle aree a raso delimitate dalla strisce blu. Lo prevede l’ordinanza firmata nel pomeriggio di mercoledì 4 novembre dalla sindaca Chiara Appendino.

Disponibile il comunicato stampa completo

Rimane sospesa la “ZTL Centrale(escluso ZTL “Trasporto Pubblico, Pedonale e Area Romana”) fino al 24 novembre 2020
Disponible l’ordinanza n. 94 del 26/10/2020

I carabinieri scoprono 100 mila euro di droga

Alcuni passanti hanno notato due uomini mentre con fare sospetto scaricavano dalla loro autovettura due grandi scatoloni e, con molta fretta, li lasciavano in un locale al piano terra di uno stabile del quartiere cittadino di Barriera Milano, per poi allontanarsi in fretta.

Un passante zelante, insospettito dal loro atteggiamento e dal forte odore emanato dai pacchi, ha annotato la targa dell’autovettura e l’ha segnalata ad una gazzella dell’Arma in transito nella zona. Sono state allertate altre pattuglie di carabinieri del Comando provinciale di Torino operanti nell’area periferica. È scattato un piano di controlli che ha consentito di intercettare l’auto a Beinasco, bloccata da un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia di Moncalieri.
I due occupanti, entrambi di 29 e 30 anni di Torino, sono apparsi subito nervosi e poco collaborativi con i militari. L’immediata perquisizione nella casa segnalata ai militari dell’Arma ha permesso di rinvenire le due scatole di cartone, contenenti decine di sacchi di plastica con venti chilogrammi di marijuana. Ogni busta era catalogata con un nome diverso, secondo la qualità della droga in essa contenuta: Critical, Dance hall, Elefant blue, Amnesia Hi – Pro, Amnesia hall 2, Amnesia Hy – Pro 2010, Critical+Lo2.
Entrambi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
La marijuana sequestrata avrebbe potuto fruttare oltre 100.000 € al dettaglio.

Gli infermieri Nursing up: “Chiudere Dea del Martini crea code ambulanze”

Riceviamo e pubblichiamo

Nursing Up: “Chiudere il DEA del Martini sta mandando al collasso gli altri DEA. Ieri al Maria Vittoria 14 ambulanze in coda”

La situazione del DEA del Maria Vittoria, da ieri, dopo la decisione di chiudere il DEA dell’Ospedale Martini per la trasformazione in presidio Covid, sta esplodendo. È necessario intervenire subito perché il sovraffollamento, derivato dai pazienti che dal Martini si rivolgono al Maria Vittoria, non è più sostenibile.

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che i vertici dell’Asl Città di Torino e la Regione pongano immediato rimedio a questa situazione che potrebbe mettere a rischio la possibilità di fornire adeguate cure a chi si rivolgesse a queste strutture.

 

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, e il Segretario Aziendale Città Metropolitana di Torino del Nursing Up, Fausto Russo, spiegano: “Ieri, mercoledì 4 novembre, alle ore 17, ci sono state segnalate ben 14 ambulanze in coda all’Ospedale Maria Vittoria, in attesa di “caricare” i pazienti da trasferire in altri ospedali del territorio. Sempre ieri c’erano più di 100 pazienti che “stazionavano” al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria, la maggior parte positivi al Covid.

È una situazione allucinante che non crediamo si possa risolvere nei prossimi giorni senza che si intervenga subito”.

Proseguono Delli Carri e Russo: “La chiusura del DEA del Martini ha già dimostrato di creare e creerà grossi problemi al territorio. Non si può pensare di chiudere un DEA che fa 78.000 passaggi l’anno così, di punto in bianco, scaricando tutto sull’altro o sugli altri ospedali. O almeno, lo si può chiudere con una pianificazione ragionata sulla gestione degli oltre 200 utenti che vi accedono quotidianamente, in modo che possano trovare risposte alle loro esigenze di cura altrove sul territorio.

Il DEA del Martini è di fondamentale importanza perché risponde alle esigenze di cura di una vasta area della zona centro sud di Torino. La sua chiusura genera inevitabilmente una maggior affluenza nei DEA limitrofi che si trovano all’Ospedale Mauriziano, Moncalieri, Rivoli e Città della Salute. E abbiamo già visto che cosa è accaduto al Maria Vittoria ieri.

La verità è che si pagano oggi gli enormi danni derivati da anni e anni di tagli alla Sanità e al personale. A ciò si aggiunge quello che da giorni stiamo dicendo: le enormi necessità di personale che abbiamo con gli infermieri che non si trovano più, oltretutto con quei pochi rimasti che vengono “catturati” da chi offre loro condizioni migliori. Ci rendiamo conto che stiamo giocando col fuoco? Ci rendiamo conto che questa situazione potrebbe avere delle ripercussioni notevoli sul personale e anche sulla popolazione che rischia di non trovare immediata risposta ai problemi di salute che oggi sono di urgenza-emergenza?”.