Operazione “Redivivus”: evasi oltre 2,5 milioni di euro attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti per quasi 18 milioni di euro nel settore dei rottami ferrosi. Eseguite otto misure cautelari personali e perquisizioni nei confronti di 22 soggetti indagati, alcuni dei quali percipienti reddito di cittadinanza. Sequestrati beni per quasi 3,5 milioni di euro.
La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dal Procuratore Aggiunto, Marco Gianoglio e diretta dal Pubblico Ministero, Francesca Traverso, della locale Procura della Repubblica, ha svolto, per due anni, una complessa attività investigativa, anche mediante intercettazioni telefoniche e telematiche, nei confronti di un nutrito sodalizio finalizzato alla sistematica evasione delle imposte perpetrata attraverso la costituzione di società fittizie che avevano l’unico scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti, ottenerne il pagamento e retrocedere il denaro alle imprese beneficiarie della frode dietro la corresponsione del 5% dell’imponibile indicato nella fattura, affinché queste ultime potessero ottenere indebiti risparmi d’imposta milionari.
Già nel 2015, l’associazione aveva acquisito un impianto di trattamento dei rifiuti, tali si considerano i rottami ferrosi non ancora trattati, a copertura del sistema fraudolento, costituendo, parallelamente, diverse aziende cartiere e “filtro” che si sono dedicate, stabilmente, alla fraudolenta attività di emissione di fatture per operazioni inesistenti per quasi di 18 milioni di euro. Al contempo, i membri dell’organizzazione coordinavano un drappello di individui incaricati, con costanza e senza soluzione di continuità, di recuperare il denaro corrisposto dalle società beneficiarie della frode, prelevandolo in contanti presso i vari uffici postali dove erano stati accesi specifici conti correnti, retrocedere le somme decurtate del compenso illecito (“…ti ho portato i pezzettini di metallo da esaminare…”, affermavano gli indagati intercettati), redigere documentazione fiscale ed amministrativa fittizia nonché di “arruolare” nuove “teste di legno”.
In relazione al settore dei rottami ferrosi, la disciplina nazionale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto ha previsto, quale meccanismo di difesa alle frodi fiscali, la c.d. “inversione contabile”, per cui la fattura viene emessa dal cedente senza addebito dell’I.V.A., ex art. 74 del D.P.R. n. 633/1972, divenendo l’acquirente soggetto passivo dell’imposta. In tali casi, l’utilizzo da parte di quest’ultimo di fatture false, pertanto, non consente di esercitare il diritto alla detrazione dell’IVA.
Dal lato delle imposte dirette, invece, il cessionario che si avvale di fatture per operazioni inesistenti indica nella dichiarazione dei redditi costi di acquisto del tutto fittizi, procede alla liquidazione e determina fraudolentemente un imponibile inferiore rispetto a quello effettivamente dovuto.
Nel corso delle indagini i finanzieri del 1^ Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo Torino si sono trovati di fronte ad un’articolata struttura, composta da ben 17 aziende e 22 individui, che inscenava come avvenute operazioni di commercializzazione dei rifiuti mai realmente avvenute. Si pensi ad aziende prive di sostanza economica, a magazzini affittati ma sprovvisti di merce, a mezzi di trasporto che ivi permanevano per simulare operazioni di scarico/carico, alle migliaia di documenti fiscali ed amministrativi falsi emessi ed annotati nelle scritture contabili, ai pagamenti realmente eseguiti, tranne, poi, prelevare il denaro e retrocederlo, nascondendolo all’interno delle aziende in luoghi originali (ad esempio, boiler delle caldaie, vaschette dei bagni inutilizzabili), decurtato del 5% dell’imponibile quale compenso per la costruzione e la gestione del sistema fraudolento.
Tre degli indagati, peraltro, percepivano il reddito di cittadinanza.
Al termine delle investigazioni, il magistrato inquirente, tenuto conto della gravità delle condotte, ha chiesto ed ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale del capoluogo piemontese l’emissione dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali nei confronti di 8 persone, di cui 5 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché il sequestro di beni per quasi 3,5 milioni di euro, corrispondenti al compenso fraudolento percepito ed alle imposte evase.
Le Fiamme gialle torinesi, nel corso dell’esecuzione del provvedimento, hanno perquisito abitazioni ed aziende in vari comuni della provincia di Torino e nella città di Lamezia Terme, sequestrato disponibilità finanziarie e beni per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti delle 10 società utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, i cui rappresentanti sono stati indagati a piede libero, e per oltre 800 mila euro – provento illecito per l’emissione delle fatture false e per l’organizzazione della frode – nei riguardi delle 3 imprese emittenti i documenti fiscali mendaci, i cui 8 rappresentanti, sia “formali” sia reali, sono stati attinti anche dalle misure cautelari personali.
L’odierna operazione della Guardia di Finanza di Torino si inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto alle condotte illecite connotate da maggiori profili di insidiosità e gravità, mediante l’integrazione delle funzioni di polizia economico-finanziaria a competenza generale con le potestà di polizia giudiziaria cui associare, sistematicamente, il ricorso all’aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti, di modo da incidere concretamente sulla diffusione dell’illegalità fiscale, aumentare la deterrenza nella lotta all’evasione e incrementare l’effettivo recupero del gettito, a salvaguardia dell’Erario, degli imprenditori onesti e, quindi, del regolare andamento dell’economia.
Torino e il Piemonte verso la zona gialla
I ricoveri in ospedale a causa del Covid sono in calo e anche il numero dei contagi negli ultimi giorni, seppur elevato, si sta lentamente assestando
Molto probabilmente, dunque, come anticipato nei giorni scorsi dal governatore Alberto Cirio, dal 13 dicembre Torino e il Piemonte passeranno da zona arancione a zona gialla.
Ciò consentirà minori restrizioni alle attività commerciali con bar e ristoranti aperti fino alle 18 e agli spostamenti (anche tra comuni diversi nella regione). Nel weekend le vie del centro di Torino, se non si sono verificati veri e propri assembramenti, sono state comunque molto affollate.
Le autorità raccomandano la massima prudenza e i controlli da parte delle forze dell’ordine sono aumentati in particolare nelle vie dello shopping.
Cerca di rubare giubbotto e cappellino: arrestato
È accaduto venerdì pomeriggio, intorno alle 16.30, quando gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti alla Rinascente di via Lagrange dopo che un cittadino cinese di 57 anni era stato fermato da personale dell’attività commerciale.
L’uomo era stato notato occultare sotto ai propri indumenti un giubbotto smanicato e un cappellino. Tuttavia, nonostante lo straniero avesse eliminato le etichette e una placca antitaccheggio, superate le colonnine il sistema dei sensori sonori si era attivato, fatto che aveva portato gli addetti alla sicurezza a fermarlo. L’uomo è stato poi arrestato per tentato furto aggravato
Arriva oggi in aula a Palazzo Lascaris il piano triennale regionale sulla sicurezza integrata, licenziato dalla prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Il provvedimento, illustrato la scorsa settimana dall’assessore competente Fabrizio Ricca, si articola su tre cardini.
Il primo prevede interventi di supporto, tra cui i 500 mila euro già stanziati per gli straordinari della polizia locale determinati dai controlli antiCovid.
Il secondo aspetto si impernia sui sistemi di sicurezza integrata, tra cui l’incremento della videosorveglianza sul territorio e la dotazione sperimentale di bodycam alla polizia locale dei capoluoghi di provincia.
Il piano propone infine interventi di inclusione sociale, come progetti contro la devianza e il disagio giovanile, per il miglioramento delle zone degradate, e il controllo di vicinato. Quest’ultimo prevede la partecipazione attiva dei cittadini nella prevenzione della criminalità in collaborazione con le forze dell’ordine, attraverso la formazione di coordinatori delle associazioni di cittadini. Su questo punto l’assessore Ricca ha presentato un emendamento, su richiesta del Cal, che collega il controllo di vicinato alla normativa nazionale che lo regola.
La prima Commissione ha poi approvato la proposta di modifica dello statuto del Csi, presentata dallo stesso Ricca.
Addio a Camurati re dei profumi
Stava per compiere 85 anni, Roberto Camurati, celebre profumiere di Torino
Topo d’auto si aggirava tra i veicoli in sosta
Arrestato dagli agenti della Squadra Volante
Un cittadino marocchino di 39 anni è stato arrestato nella notte di mercoledì dagli agenti della Squadra Volante in corso Emilia per tentato furto. Agli agenti era giunta una segnalazione della presenza dell’uomo che armeggiava tra le auto in sosta in corso Brescia. I poliziotti lo hanno poi rintracciato in zona con degli strumenti utilizzabili per forzare le auto in sosta. Gli agenti hanno anche appurato che una delle auto parcheggiate era danneggiata presentando segni di effrazione. Il nottolino dei veicolo, infatti, era stato forzato
Arrestato dagli agenti del Comm.to Dora Vanchiglia
Nei giorni scorsi la Volante del Commissariato Dora Vanchiglia transita su corso Regina Margherita e vede uscire da un palazzo un soggetto marocchino, che si dirige verso il Rondò della Forca. Non appena lo stesso nota la Volante fa un dietro front repentino e rientra velocemente nello stabile. la cosa insospettisce i poliziotti, che riescono ad entrare nel palazzo e notano il soggetto intento a parlare con un’altra persona. Alla vista degli agenti lo stesso cerca di fuggire su per le cale che portano ai piani superiori, ma viene raggiunto e fermato. Si tratta di un trentaquattrenne marocchino, residente in quello stabile, pluripregiudicato per reati di natura predatoria; l’uomo risulta sottoposto da alcuni mesi alla misura degli arresti domiciliari. Pertanto, è stato arrestato per evasione.
Avorio illegale, scoperto commercio illecito
Nell’ambito della campagna “Golden tusks” finalizzata al contrasto del commercio illecito di parti e prodotti derivati in avorio, il Nucleo Carabinieri C.I.T.E.S. – Distaccamento di Torino Caselle, preposto a tale attività, ha eseguito negli ultimi mesi una serie di controlli su siti web, antiquari e case d’asta nelle province di Torino, Novara, Verbania e Vercelli, riscontrando numerose irregolarità.
Il fenomeno appare sostanzialmente diffuso tra gli operatori del settore che detengono a qualsiasi titolo materiale in avorio (in particolare di Loxodonta africana – Elefante africano, incluso nella massima tutela dalla Convenzione di Washington, poiché a grave rischio di estinzione, in considerazione dell’uccisione di migliaia di esemplari ogni anno per il bracconaggio finalizzato al prelievo delle zanne), nella maggioranza dei casi senza la necessaria documentazione che attesti la possibilità di esposizione e vendita come stabilito dalla Legge 150/1992.
La vendita di tali manufatti, cosi come imposto dalla stessa convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie di flora e fauna minacciate di estinzione e recepita dall’UE con il Reg. 338/97, è sempre vietata, salvo specifiche deroghe espressamente concesse dall’Autorità competente, questo anche qualora lo stesso materiale rientrasse tra quello definito “antico” (antecedente il 1947).
La Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) stipulata nel 1973, a cui hanno aderito 182 paesi nel mondo, nasce allo scopo di regolamentare i commerci internazionali di animali e piante in via di estinzione e di loro parti e derivati. Tale commercio infatti è un fenomeno in grande espansione e rappresenta un importante business illegale. È il quarto traffico illegale più grosso al mondo dopo droga, armi e tratta degli esseri umani. Per il traffico illegale di animali e piante in via di estinzione si stima, realisticamente, un volume di affari mondiale annuo superiore ai 20 miliardi di dollari.
Le operazioni dei Carabinieri Forestali, per il tramite del loro Nucleo CITES hanno permesso di denunciare all’autorità giudiziaria n. 27 persone e di sequestrare, ai fini della confisca, complessivamente n. 258 oggetti in avorio, tra statuette,zanne lavorate e lisce ed oggettistica varia, per un valore stimato di oltre 150.000 Euro.
Donna attraversa i binari: travolta e uccisa dal tram
Oggi verso le 18 un tram della linea 9 diretto verso piazza Stampalia ha travolto e ucciso una donna
I soccorritori del 118 hanno cercato di salvarla ma non è stato possibile viste le gravi ferite riportate.
La dinamica dell’incidente è al vaglio della polizia municipale.
Pare che la donna, nei pressi dell’incrocio tra corso Potenza e via Foligno, abbia attraversato i binari quando il semaforo era rosso.