Arrestato ventiquattrenne italiano dagli agenti delle Pegaso
L’indagine è partita dai riscontri emersi da alcune chat telefoniche: gli indizi raccolti dagli investigatori delle Pegaso dell’UPG hanno condotto ad un appartamento di corso Francia utilizzato da un ventiquattrenne. Il giovane è un soggetto noto nei quartieri San Donato e San Paolo per rifornire di quantitativi rilevanti di cannabinoidi i suoi coetanei; questi ultimi dovevano recarsi sotto casa sua, dopo averlo preliminarmente contattato utilizzando esclusivamente applicazioni di messaggistica istantanea, con cancellazione del testo in un tempo ben determinato. Una volta sotto casa, il pusher verificava visivamente dalla finestra che l’acquirente fosse da solo e soltanto allora apriva il portone dello stabile. Pertanto, anticipando le sue mosse, i poliziotti, lo scorso venerdì sera, hanno fatto ingresso nello stabile individuato, con l’intenzione di attendere l’inquilino sospetto, del quale, però, non era noto l’appartamento occupato. Attorno alle 21.45, un soggetto corrispondente al sospettato faceva ingresso nel palazzo e prendeva l’ascensore, fermandosi ad un piano alto. Qui veniva fermato dai poliziotti e, nonostante avesse in mano un mazzo di chiavi per aprire la porta dell’alloggio di fronte, negava di abitare in quel palazzo. La perquisizione dell’alloggio portava al rinvenimento di diversi contenitori trasparenti contenenti marijuana ed hashish, complessivamente oltre 100 grammi, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. I poliziotti appuravano che il giovane aveva a disposizione due smartphone. Uno di essi veniva utilizzato per fornire connessione all’altro (hot spot) in modo tale da non essere intercettato quando utilizzava la rete internet per comunicare in merito alla compravendita dello stupefacente. Il giovane è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Occorre severità e decisione senza cedimenti e concessioni. Questi spettacoli offendono il sacrificio di chi è stato in casa per mesi. E‘ un affronto agli anziani rimessi in pericolo da episodi che andavano prevenuti e perseguiti. Non è possibile che in piazza Vittorio mi chiedano giustamente il Green pass per cenare, ma poi, per recuperare l’auto, mi debba immischiare in una situazione di pericolo di questo tipo. Se esiste un giudice a Torino e non solo a Berlino, è indispensabile un intervento durissimo. Per salvare la salute e la vita delle persone. Mi auguro che non si tratti di una festa di chiusura della campagna elettorale perché mi rifiuto di credere a tanta irresponsabilità.




