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Gli Asili Notturni Umberto I accolgono gli amici a 4 zampe degli ospiti senza fissa dimora

L’inevitabile abbandono del proprio amico a 4 zampe ha spesso contribuito a rendere più penoso il ricovero o la convalescenza di coloro che si sono confrontati con il  COVID 19.

Ecco perché in via Ravenna 8, dove gli Asili Notturni Umberto I di Torino ad Aprile 2020 hanno dato vita a un nuovo spazio – frutto di un protocollo d’intesa con il Comune di Torino  inizialmente teso a coadiuvare la fase emergenziale connessa al COVID 19 – è stata organizzata anche una residenza canina in grado di ospitare gli eventuali fedeli amici di coloro che in caso di ricovero in questa sede non  avrebbero più dovuto lasciare il loro cane da solo e senza padrone. Sono stati pertanto predisposti dei box, con le cucce persino riscaldate, e delle aree attrezzate per realizzare un modernissimo canile con una zona di passeggio e un prato per farli correre o per farli interagire tra loro. A tale proposito Sergio Rosso – presidente degli Asili Notturni di Torino – ci spiega di aver voluto contemplare anche questo importante servizio, che sotto il profilo umano può rivestire un gran sollievo per i soggetti senza fissa dimora che vengono ospitati in Via Ravenna. La zona identificata per creare i box si trova nell’angolo più remoto del giardino, ha uno spazio che può facilmente diventare la toilette ed ha un prato di fronte dove, al guinzaglio, il cane può passeggiare anche con il proprietario. Questo luogo – aggiunge Sergio Rosso – è ideale perché oltre ad avere le dimensioni necessarie, è ben ombreggiato, è riparato dal vento ed è schermato dal verde in modo che i cani non abbiano troppi stimoli esterni. La scelta di creare questi spazi per gli amici a 4 zampe è nata – ci dice Sergio Rosso – dalla istintiva attenzione che noi degli Asili Notturni cerchiamo di rivolgere a quegli ospiti che, tolti dalla strada, hanno un compagno che amano visceralmente e che non possono e non vogliono abbandonare. Nel corso della nostra esperienza abbiamo cercato, infatti, di comprendere fino in fondo i problemi di questi emarginati, comprese le ragioni per le quali non riescono a considerare una vita normale. Tentare di aiutare a risolvere i complessi problemi di chi dorme sotto i portici, significa anche prendere in considerazione l’importanza che arreca loro il distacco dal proprio cane, uno dei maggiori affetti della loro vita. Come si può pensare, infatti, che un senza fissa dimora accetti un rifugio per se stesso abbandonando in strada il suo affetto più caro? Pertanto è con questo spirito che, a prescindere dalle considerazioni recentemente emerse a Torino – e che ipotizzano l’esistenza di un racket dietro la presenza di un cane che affianca un senzatetto – noi abbiamo visto unicamente l’aspetto umano ed emotivo, che è il solo che da sempre ci interessa e ci coinvolge, insieme agli autentici bisogni di queste persone delle quali ci occupiamo integralmente cercando di assisterle a 360 gradi. Ed è in questo specifico scenario che abbiamo scelto di realizzare in ambito socioassistenziale, la prima ed unica struttura che accoglie ed ospita sia il senza fissa dimora che il suo inseparabile amico a 4 zampe con la certezza di aver ancora una volta contribuito a guardare, focalizzare e tentare di alleviare sofferenze e problemi dei cosiddetti “invisibili” della nostra società.

Per saperne di più: www.asilinotturni.org

I ristoranti torinesi pronti a riaprire fino alle 22

A Torino e in Piemonte si potrebbe tornare in tempi brevi al ristorante a cena fino alle 22.

in questo giorno prosegue infatti il confronto di Ascom e Confesercenti con il Comitato Tecnico Scientifico procede ed emergono spiragli a fronte del massimo rigore nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria: il distanziamento di un metro tra i tavoli e anche nelle aree di passaggio, l’utilizzo  dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al servizio, l’esposizione di una chiara informativa all’esterno dei locali con l’indicazione della capienza massima consentita.

Oltre 5 tonnellate di alimenti sottoposte a sequestro, multe per 16 mila euro

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Venerdì mattina, personale della Polizia di Stato del Comm.to Barriera Nizza, congiuntamente ad agenti della Polizia Locale, Comando Sezione VIII, hanno svolto un servizio finalizzato alla verifica dei titoli autorizzativi e delle norme  che regolano i pubblici esercizi, volto la tutela del consumatore, nel quartiere San Salvario.

A concorrere ai controlli anche personale dell’ASL S.I.A.N e dello S.Pre.S.AL.

Il personale di Polizia impiegato ha sottoposto a controllo complessivamente 5 esercizi pubblici: due panifici, due esercizi di vicinato e un’attività artigianale di acconciatore: in quest’ultimo non sono stati riscontrati illeciti amministrativi.

In un esercizio di vicinato/internet point di via Galliari è stata riscontrata l’apertura abusiva, con conseguente sanzione amministrativa di oltre 5000 €.

Sempre in via Galliari, in un secondo esercizio di vicinato extralimentare, sono stati riscontrati diversi illeciti amministrativi relativi all’indicazione dei prezzi posti in vendita, condizioni igienico-sanitarie precarie e violazioni relative al Covid 19, per un totale di sanzioni elevate 2432 €.

 

All’interno di un panificio sito in via Ormea, personale dell’ASL SIAN ha riscontrato irregolarità di natura strutturale e autorizzative, diffidando la titolare dal prosieguo dell’attività, in attesa del provvedimento di sospensione, e sanzionandola per la somma di 1000 €.

 

Infine, durante il controllo di un secondo panificio, di fatto abusivo, sito in via Canova angolo Ormea, gestito da un cittadino marocchino di 48 anni, gli agenti hanno trovato una diffusa e consolidata sporcizia, accumulata nel tempo, e disordine nella lavorazione. I locali si presentavano infatti in pessimo stato, con muffa su tutte le pareti, una pessima condizione igienica sulle assi di legno su cui venivano riposte le forme di pane e sulle attrezzature da lavoro; carrelli e teglie usate per infornare il pane risultavano arrugginite con sporco incrostato da tempo. L’impianto elettrico, privo di qualsiasi certificazione, era di fattura precaria, con alto rischio di corto circuito ed elettrocuzione per i lavoratori e pertanto ad alto rischio per la vita umana. Nel deposito, ben 211 sacchi di farina, (per un peso complessivo superiore alle 5 tonnellate) in pessimo stato di conservazione: sia a terra che sui muri veniva riscontrata la presenza di blatte morte e larve di insetti della farina vivi. Pertanto, considerati i rischi per la salute umana data dagli alimenti e le farine contaminate da muffe e infestanti, l’alto rischio d’incendio dovuto a sovraccarico elettrico e dal rischio di esplosione, gli agenti hanno provveduto al sequestro penale del laboratorio di panificazione e del deposito farine, con tutte le masserizie e gli alimenti presenti.  Ulteriori 200 kg, di alimenti in cattivo stato di conservazione già lavorati, quali pane, pizze, focacce, olio e sacchi di farina che erano presenti nel laboratorio sono stati sottoposti a sequestro.

La Polizia Locale accertava e contestava l’apertura abusiva di panificazione in quanto mancante il titolo autorizzativo, per un totale di 5164 € di sanzioni.

L’ASL SIAN intimava la chiusura immediata dell’attività fino al completo ripristino degli ambienti, con conseguente sanzione amministrativa per la mancata autorizzazione sanitaria, per un totale di 3000 €. Inoltre, numerose irregolarità anche per quanto attiene alla sicurezza sui luoghi di lavoro (impianti elettrici non a norma, mancanza del piano antincendio, mancanza impianto meccanizzato di ricambio di aria). Il proprietario è stato dunque denunciato poiché deteneva sostanze alimentari, destinate alla vendita e alla somministrazione al pubblico, in cattivo stato di conservazione e per le irregolarità riscontrate in merito alla sicurezza negli ambienti di lavoro.

 

Con il fondo librario ‘Irene & Emilio Clara’ tanti nuovi volumi nelle biblioteche torinesi

Il Servizio Biblioteche della Città di Torino ha acquisito in deposito a titolo gratuito il fondo librario ‘Irene & Emilio Clara’, per volere di Maria Paola e Maria Elena, figlie ed eredi dell’ingegner Emilio Clara.

Completata la catalogazione, sostenuta a spese della famiglia, i 17.142 volumi sono raccolti e disponibili per la consultazione nella Biblioteca civica Primo Levi, in via Leoncavallo 17.

Il fondo di ‘Irene & Emilio Clara’ integra e arricchisce l’importante collezione di libri d’arte della Città conservata nella Biblioteca civica Centrale e avviata nell’anno della sua fondazione, il 1869, grazie al collegamento con le Scuole cittadine di disegno, architettura, disegno industriale e ornato, che favorirono le acquisizioni di testi e manualistica relativi a settori a cavallo tra arte e artigianato, arti decorative e tecniche industriali.

A tema prevalentemente umanistico, dall’archeologia classica alla storia e alla storia dell’arte, i libri del fondo costituiscono una vera e propria ‘biblioteca d’autore’ impreziosita da prime edizioni di pregio in lingua italiana, giapponese, francese, inglese russa e tedesca che suggeriscono percorsi di lettura in linea con gli interessi dell’ingegnere.

 “’Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtùte e canoscenza’ è la massima che ha guidato la lunga vita di mio padre e che soleva ripetere a chi gli stava intorno – ricorda la figlia dell’ingegnere, Maria Paola Clara -. Con mia sorella ho deciso allora che le sue ‘virtute e canoscenza’ fossero un valore per la società da metter a fattore comune, facendo parte di quella generazione di uomini e donne che hanno costruito in silenzio e ‘rimboccandosi per primi le maniche’ questo nostro tessuto lavorativo e culturale italiano. La curiosità e l’amore per la conoscenza di altre culture hanno portato mio padre a viaggiare spingendosi verso mete anche lontane, attitudine non così comune per una generazione restia agli spostamenti, ma Torino era la sua città, lì il suo mondo quotidiano e i suoi affetti. Torino città così amata e così vissuta che lo aveva accompagnato in ogni suo passo di vita offrendogli, come spesso ricordava, di diventare un uomo affermato. A Torino, la restituzione del suo patrimonio librario, attraverso noi figlie, come ringraziamento e riconoscenza, affinché l’intera comunità possa attingere, ispirarsi, crescere e silenziosamente ricordarlo come silenziosamente aveva vissuto”.

Ringrazio Maria Paola e Maria Elena Clara per aver pensato alle Biblioteche civiche torinesi per la valorizzazione e la conservazione del fondo ‘Irene & Emilio Clara’ che rappresenta una straordinaria occasione di arricchimento delle collezioni dedicate alla storia dell’arte, oggi disponibili nella nostra città – sottolinea Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città -. Grazie a questa collezione Torino trova un’importante occasione di rafforzamento della propria vocazione artistico-culturale“.

Emilio Clara (Torino, 1925-2014) fu attivo a Torino tra il 1950 e il 2006, si laureò al Politecnico una prima volta nel 1949 in Ingegneria Industriale e dopo pochi anni in Ingegneria Aeronautica. Nel 1950 scelse di intraprendere la libera professione come ingegnere strutturista specializzato nel calcolo del cemento armato. Operando prevalentemente a Torino e provincia, è stato a suo modo uno dei protagonisti della ricostruzione e dell’espansione edilizia della nostra città negli anni del secondo dopoguerra e del miracolo economico, con progetti informati al costante aggiornamento di materiali e tecniche esecutive e al rigoroso rispetto degli standard normativi.

Nel corso della sua attività professionale, l’ingegner Clara ha ideato e seguito 3.330 progetti, distinti in interventi per civili abitazioni, attività commerciali, aziende agricole, stabilimenti industriali, impianti sportivi, istituti sanitari e socio-assistenziali, monumenti funerari e opere di pubblica utilità. Una produzione ingente, che ha lasciato una testimonianza effettiva nel tessuto territoriale della nostra città.

Il fondo ‘Irene & Emilio Clara’ va dunque ad arricchire ulteriormente il patrimonio delle Biblioteche civiche torinesi, offrendo a cittadini e studiosi un’ampia panoramica della produzione editoriale di settore degli ultimi cinquant’anni e una significativa opportunità per futuri progetti di valorizzazione dei fondi d’arte.

Una collezione di grande interesse per la Città, acquisita anche grazie alla segnalazione e all’azione propositiva del CCW-Cultural Welfare Center, realtà nazionale con sede a Torino, volta a promuovere l’impatto sociale della cultura per il benessere delle persone e delle comunità.

Violazione norme anti covid: chiuso locale per 5 giorni, 1200 euro di sanzioni

Nel tardo pomeriggio di lunedì, gli agenti del commissariato San Secondo, coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine e da personale dell’unità cinofila, hanno controllato un esercizio commerciale in zona Santa Rita.

Una volta all’interno gli operatori hanno avuto modo di constatare la presenza di quattro avventori, uno dei quali intento a consumare un aperitivo oltre l’orario consentito mentre altri tre colloquiavano tra loro non mantenendo la distanza interpersonale di almeno 1 metro. Si appurava il mancato contingentamento degli ingressi previsto dalle vigenti normative, vista anche la mancata esposizione del cartello indicante la capienza massima consentita.


A riprova, durante il controllo, altri tre clienti accedevano al locale, quando i poliziotti erano all’interno dell’esercizio.
Alla luce dei fatti, è stata disposta la chiusura provvisoria del locale per cinque giorni e 1200 euro di sanzione sono stati elevati per le violazioni accertate.

Ecco i sensori che monitorano lo smog dai balconi di casa

A Torino è attiva una rete di 20 sensori che monitorano lo smog direttamente dai balconi dei cittadini!

La startup Wiseair ha distribuito sui balconi di 20 Ambassadors torinesi Arianna, il vaso da balcone che misura la qualità dell’aria. Da oggi tutti i cittadini possono controllare la qualità dell’aria in tempo reale scaricando l’app Wiseair

Wiseair è un progetto nato da 5 giovani ingegneri del Politecnico di Milano con la missione di permettere ai cittadini di accedere ad informazioni chiare e trasparenti riguardanti la qualità dell’aria e attraverso queste informazioni promuovere una nuova attitudine volta a riportare l’aria pulita nelle nostre città.

L’ingrediente segreto del progetto è Arianna, un vaso da balcone che monitora la concentrazione di particolato nell’aria. A partire dai dati forniti dalle Arianne ospitate sui balconi dei cosiddetti Ambassador, tutti i cittadini possono conoscere la qualità dell’aria nel proprio quartiere tramite App, stimolando la nascita di community di cittadini consapevoli che possano guidare il cambiamento.

Dopo aver distribuito una rete di oltre 100 sensori nella città di Milano, Wiseair ha lanciato un nuovo progetto di community dedicato alla città di Torino. Le prime 20 Arianne sono state distribuite gratuitamente selezionando i cittadini torinesi che più di tutti rispecchiavano i valori e lo spirito del progetto. Alla luce di oltre 1000 candidature ricevute, gli Ambassador sono stati selezionati e i sensori sono stati installati sui loro balconi!

Attualmente quindi una prima rete di 20 sensori è distribuita capillarmente nella capitale piemontese e tutti i cittadini possono accedere ai dati raccolti in tempo reale. Per conoscere la qualità dell’aria a Torino basta scaricare l’applicazione Wiseair direttamente dagli store. A partire dai dati raccolti dai sensori cittadini l’applicazione è in grado di mostrare la qualità dell’aria in ogni punto della città, mostrando anche il trend storico giornaliero, mensile e annuale.

Il progetto non si ferma soltanto qua. L’obiettivo è usare queste informazioni per creare un movimento consapevole, che in modo proattivo e propositivo aiuti l’amministrazione nell’affrontare il problema dell’inquinamento. La community è radunata sul gruppo Faceboook ITALIA ARIA PULITA | Wiseair community, che oggi conta diverse migliaia di cittadini e due grandi sottogruppi, Milano Aria Pulita e Torino Aria Pulita, le due città che per prime hanno aderito al progetto Wiseair.

Il progetto Torino Aria Pulita è stato sostenuto da tantissime realtà locali che stanno dando il loro supporto, tra le quali Comitato Torino Respira, Bike Pride e Dott. Questo è l’inizio di un progetto collaborativo che ha l’ambizione di affrontare il tema dell’inquinamento in modo concreto e attivo. Partendo direttamente dallo spirito civico dei cittadini stessi.

Per maggiori informazioni sul progetto Torino Aria Pulita e sulla startup Wiseair:

www.wiseair.vision/community

“Indossa” oltre 70 grammi di hashish. Pusher ventisettenne arrestato

Nei giorni scorsi gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno effettuato una serie di passaggi nella zona compresa tra Piazza della Repubblica e la prima parte di Corso Giulio Cesare, in quanto impegnati in un servizio di contrasto al fenomeno dello spaccio.

Intorno alle 16, gli operatori notano un soggetto, che alla vista della pattuglia, inizia a svicolare tra i passanti nel tentativo di eludere un eventuale controllo. Una volta fermato, l’uomo, un cittadino marocchino di 27 anni, viene perquisito. Gli operatori rinvengono nelle parti interne della cintura, 3 pezzi di hashish, per un peso totale di 75 grammi.

Il ventisettenne, irregolare sul territorio Nazionale e con numerosi precedenti di Polizia, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio.

 

Mamma partorisce con cesareo durante l’intervento per salvarle la vista

È stata fatta partorire con un cesareo una giovane mamma durante un intervento neurochirurgico in urgenza per un adenoma ipofisario sanguinante che le stava facendo perdere la vista, presso l’ospedale Molinette di Torino

Ieri sera è stata fatta partorire con un cesareo una giovane mamma durante un intervento neurochirurgico in urgenza per un adenoma ipofisario sanguinante che le stava facendo perdere la vista. E’  successo presso la Neurochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Mamma e neonata sono salve.

La paziente era ricoverata da qualche giorno presso il reparto di Ostetricia ospedaliera 3 dell’ospedale Sant’Anna per un repentino calo della vista. Le indagini radiologiche avevano portato alla luce la presenza di un adenoma ipofisario sanguinante. Un piccolo tumore benigno posto nel centro della scatola cranica stava sanguinando, comprimendo così i nervi ottici. Nonostante le cure mediche il danno visivo era peggiorato nel giro di poche ore.

La decisione di sottoporre urgentemente la paziente ad intervento neurochirurgico e contestuale parto cesareo è stata presa dal dottor Francesco Zenga, neurochirurgo Responsabile della neocostituita Struttura Chirurgia del Basicranio e Ipofisaria del Dipartimento di Neuroscienze (diretto dal dottor Vincenzo Villari) e dalla professoressa Silvia Grottoli, specialista della Endocrinologia (diretta dal professor Ezio Ghigo). I due medici si sono confrontati con i ginecologi della Ostetricia ospedaliera 3 dell’ospedale Sant’Anna per prendere la delicata decisione.

Grottoli e Zenga, specialisti di patologie a carico dell’ipofisi, hanno valutato che la chirurgia fosse l’unica opzione per salvare la vista della paziente. La gravidanza in corso alla 35^ settimana ha però reso necessario programmare anche il parto urgente.

Per questo motivo nel giro di pochissime ore il blocco operatorio della Neurochirurgia della Molinette (diretto dal professor Diego Garbossa) si è trasformato in una sala polivalente per permettere il parto cesareo, l’assistenza intensiva del nascituro e l’intervento neurochirurgico. La paziente è stata prima sottoposta a taglio cesareo dal dottor Paolo Cortese (Direttore facente funzione della Ginecologia e Ostetricia 3) e dalla dottoressa Valeria Accortanzo con l’anestesista dottoressa Evelina Gollo (Direttore della Anestesia e Rianimazione 4 del Sant’Anna). Non appena partorita con successo la piccola Beatrice, di 2185 g, è stata affidata al neonatologo dottor Mauro Vivalda della Terapia Intensiva Neonatale (diretta dal dottor Daniele Farina), che ne ha valutato le ottime condizioni di salute, nonostante il parto prematuro e l’anestesia generale a cui era stata sottoposta la giovane mamma per affrontare gli interventi.

Appena concluso il parto, la dottoressa Eliana Tinetti, anestesista della Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor Roberto Balagna) ha proseguito la sedazione e preparato la paziente per l’intervento neurochirurgico. Sempre nello stesso blocco operatorio e con una tecnica mini-invasiva endoscopica attraverso il naso, il dottor Francesco Zenga ed il professor Giancarlo Pecorari della Otorinolaringoiatria (diretta dal professor Roberto Albera) hanno rimosso completamente il tumore sanguinante che, comprimendo i nervi ottici, stava causando la cecità della paziente.  La perfetta sinergia tra il personale infermieristico delle Molinette e le ostetriche del Sant’Anna ed i giovani medici in formazione specialistica della Neurochirurgia ha reso possibile il completamento dei tre interventi. Cinque Dipartimenti e due ospedali della Città della Salute di Torino hanno agito in urgenza ed in sinergia, nonostante il periodo difficile della pandemia COVID, per salvare la vita e la vista ad una giovane mamma ed alla propria neonata.

La mamma ora sta bene e dopo neppure 48 ore potrà tornare al Sant’Anna e non solo abbracciare la piccola Beatrice, ma soprattutto potrà vederla.

Si rifiuta di indossare la mascherina, treno bloccato in stazione

Torino: intervento dei carabinieri e denuncia del passeggero

Torino, 5 febbraio I Carabinieri della Compagnia di Rivoli hanno denunciato a piede libero un 37enne cittadino marocchino per interruzione di pubblico servizio.
L’uomo, che ieri sera viaggiava ubriaco sul treno regionale Torino-Bardonecchia, sebbene più volte invitato dal capotreno a indossare la mascherina, si è rifiutato di farlo, costringendo il personale di bordo a fermare il treno alla stazione ferroviaria di Avigliana e a richiedere l’intervento dei carabinieri.
All’arrivo dei militari dell’Arma, il 37enne, visibilmente ubriaco, ha indossato la mascherina per essere poi affidato ai sanitari del 118.
L’uomo è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio per aver causato un ritardo di 45 minuti del treno ed è stato anche sanzionato per non aver ottemperato all’obbligo di indossare la mascherina

È polemica per i clochard allontanati dal centro di Torino

Sono sette i clochard  identificati nel centro di Torino nel corso  di una operazione della polizia in collaborazione con i civich  in seguito agli esposti di residenti della zona, che hanno denunciato molestie da parte dei senzatetto

I controlli sono stati effettuati  nei portici di corso Vinzaglio, via Cernaia, in piazza Castello e via Viotti. Tre senzatetto irregolari sono stati accompagnati in Questura per accertamenti. Gli altri, molto con precedenti penali, sono stati identificati e allontanati dai loro poveri giacigli per procedere con la sanificazione delle strade da parte dell’Amiat. Sulla vicenda si è scatenato il dibattito tra le forze politiche cittadine.