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L’unità di crisi chiede rinforzi. Altre 78 vittime, lieve calo di ricoveri in terapia intensiva

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di sabato 18 aprile

2.440 PAZIENTI GUARITI E 1.648 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 2.440 (304 in più di ieri): 193 (+32) in provincia di Alessandria, 91 (+7) in provincia di Asti, 100 (+11) in provincia di Biella, 260 (+32) in provincia di Cuneo, 216 (+57) in provincia di Novara, 1.293 (+141) in provincia di Torino, 129 (+10) in provincia di Vercelli, 123 (+7) nel Verbano-Cusio-Ossola, 35 (+7)  provenienti da altre regioni.

Altri 1.648 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2.302

Sono 78 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 21 al momento registrati nella giornata di oggi. Occorre ricordare che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi covid.

Il totale complessivo è ora di 2.302 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 455 ad Alessandria, 116 ad Asti, 144 a Biella, 172 a Cuneo, 218 a Novara, 942 a Torino, 132 a Vercelli, 99 nel Verbano-Cusio-Ossola, 24 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 20.581 (+627 complessivi rispetto a ieri), le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.762 in provincia di Alessandria, 1.040 in provincia di Asti, 758 in provincia di Biella, 1.982 in provincia di Cuneo, 1.945  in provincia di Novara, 9.871 in provincia di Torino, 967 in provincia di Vercelli, 924 nel Verbano-Cusio-Ossola, 216 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 116 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 322  (-6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.184

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.685

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 94.278, di cui 48.384 risultati negativi.

CORONAVIRUS PIEMONTE, L’UNITA’ DI CRISI CHIEDE RINFORZI ALLA PROTEZIONE CIVILE E RILANCIA IL BANDO PER L’ASSUNZIONE DI INFERMIERI E COLLABORATORI SOCIO SANITARI

In una nota inviata alla Protezione civile, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha segnalato che le professionalità mediche delle quali il Piemonte ha maggiore necessità per l’emergenza coronavirus sono riferite alle specializzazioni in anestesia-rianimazione, medicina generale e d’urgenza, pneumologia e infettivologia.

Riguardo al personale infermieristico, le richieste più pressanti sono riferite a professionalità esperte in ambito urgentistico di Pronto Soccorso, terapia intensiva, cure domiciliari e assistenza a pazienti anziani e con fragilità.

Nel documento viene ribadito il ringraziamento al Dipartimento nazionale della Protezione civile, con il quale il Piemonte lavora in stretta collaborazione fin dalle prime fasi dell’emergenza.

Parallelamente, nei giorni scorsi l’Unità di crisi ha pubblicato un nuovo bando, in scadenza lunedì 20 aprile, per l’assunzione a tempo determinato di infermieri e collaboratori socio sanitari, con disponibilità a lavorare in reparti strutturati su turni di 24 ore su 24.

I dettagli dei bandi sono pubblicati agli indirizzi:

https://bandi.regione.piemonte.it/avvisi-beni-regionali/infermieri-emergenza-covid-19-reclutamento-personale

https://bandi.regione.piemonte.it/avvisi-beni-regionali/operatore-socio-sanitario-emergenza-covid-19-reclutamento-personale

Pronto Soccorso Ciriè: “malati Covid e non, visitati senza percorsi separati”

Nursing Up: ” Situazione potenzialmente esplosiva anche per il personale che è ridotto all’osso. Si apra subito un’inchiesta”

 

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che venga immediatamente aperta un’inchiesta da parte della Regione e dell’Unità di Crisi sulla situazione del Pronto Soccorso di Ciriè, dell’AslTo4, nel quale non vi sarebbe una separazione tra i malati Covid e coloro che accedono non Covid, creando così una enorme criticità dal punto di vista sanitario e della sicurezza.

Riceviamo e pubblichiamo /Come documentato oggi in un servizio del Tg2, andato in onda alle ore 13, il corridoio di accesso alle sale visita destinate ai malati Covid, poste al fondo della struttura di Pronto Soccorso di Ciriè, e l’accesso alle sale destiate alle persone che non sono infette, è lo stesso. In sostanza i pazienti potenzialmente infetti non accedono alle sale visita da un percorso separato e in sicurezza, ma condividono l’accesso con tutti gli altri pazienti. Si tratta di una situazione intollerabile e incomprensibile, ancora di più oggi che siamo a quasi un mese mezzo dall’inizio delle emergenze e certe regole e procedure base per la separazione dei casi infetti dovrebbero essere già state metabolizzate da tempo da chi dirige le strutture sanitarie pubbliche.

Ma le criticità che preoccupano molto a Ciriè non si fermano a questo. Da quanto ci risulta, a oggi ci sarebbero ben 11 operatori del Dea di Ciriè a casa in quarantena perché contagiati dal Covid. Nonostante una così grande carenza di personale, avvenuta loro malgrado e non vogliamo pensare sia a causa della perenne mancanza di protezioni, l’Azienda, che ovviamente è informata, non ha provveduto in alcun modo a sostituirli. Creando così un’enorme necessità di personale visto che i presenti sono allo stremo. Un comportamento inaccettabile.

Il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta Claudio Delli Carri attacca: “L’apertura immediata di una inchiesta della Regione e dell’Unità di Crisi su quanto accade all’AslTo4 a Ciriè è il minimo per una situazione di tale insensata insicurezza. I percorsi dei sospetti malati Covid e non Covid devono essere separati. Ne va della salute dei pazienti e degli operatori. Mischiare i sospetti e gli infetti con le altre persone rischia di vanificare tutto il lavoro di contenimento e cura dell’emergenza coronavirus fatto in queste settimane. Non solo, si rischia anche di creare un bacino di contagio potenzialmente esplosivo. A ciò si aggiunge la drammatica carenza di personale al Dea di Ciriè, visto che il Covid ha già contagiato più di dieci operatori che ora si trovano a casa in quarantena, criticità della quale l’Azienda AslTo4, pur sapendo, pare non essersi ancora occupata.

Chiediamo allora una immediata inchiesta della Regione e dell’Unità di Crisi su quanto accade al pronto soccorso di Ciriè, con risultati rapidi e risolutivi. Se non avremo risposte immediate sulla situazione di questa struttura dell’AslTo4, siamo pronti a denunciare tali intollerabili violazione dei protocolli di sicurezza alle autorità competenti”.

 

 

 

Il Segretario Regionale

Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta

Claudio Delli Carri

Calano la droga dal balcone ma i carabinieri li scoprono

Scoperto altro trucco utilizzato per spacciare durante l’emergenza Covid-19.

Torino, 18 aprile Per sfuggire ai controlli sulla mobilità imposti per fronteggiare il Coronavirus, due spacciatori calavano dal balcone del quarto piano di casa le dosi di hashish ai propri acquirenti, dentro una sacca da ginnastica legata ad una corda. Questo è l’ultimo trucco messo in atto da due pusher italiani, di 18 e 22 anni, arrestati ieri sera per spaccio di sostanze stupefacenti dai Carabinieri ad Orbassano, nell’hinterland torinese. Un cliente è stato invece segnalato alla Prefettura di Torino. I militari dell’Arma, appostati da giorni nei paraggi, hanno documentato lo scambio droga denaro in diretta. Nella sacca trasformata in paniere hanno rinvenuto 5 grammi di hashish, mentre nell’abitazione della coppia hanno altresì sequestrato ulteriori 200 grammi di hashish, 50 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e 480 euro in contanti, provento della fiorente attività delittuosa. Nelle ultime settimane numerosi sono i militari in borghese messi in campo su tutto il territorio metropolitano dal Comando Provinciale Carabinieri di Torino, al fine di meglio contrastare ogni nuova tecnica messa in atto per smerciare stupefacente, come quella del rider 42enne che si spostava nel capoluogo piemontese in moto con la scusa del cibo a domicilio, consegnando invece cocaina e marijuana, ma finito in trappola il 25 marzo scorso.

Coronavirus: la morte di Comba, storico dell’Università

E’ deceduto a 64 anni a causa del coronavirus l’antropologo e storico delle religioni  Enrico Comba dell’ateneo torinese

Ricoverato da oltre un mese all’ospedale di Saluzzo a causa di  complicanze respiratorie dovute alla malattia, non ce l’ha fatta.

Si è trattato di uno dei primi casi di contagio nell’università. Comba, molto conosciuto e apprezzato negli ambienti culturali,  era anche direttore del museo di arte preistorica di Pinerolo.

Arrestato due volte in due settimane

Secondo arresto in poco più di due settimane per un cittadino moldavo di 27 anni. L’uomo è passato dal
furto di 6 confezioni di talco in una farmacia alla rapina di un uomo in via Garibaldi.
Sabato sera il ventisettenne avvicina un cittadino, intimandogli di tirare fuori tutto il denaro che ha in tasca.
Al diniego dell’uomo, il moldavo minaccia azioni violente nei suoi confronti. La vittima allora, dopo aver
consegnato alcune monete, si allontana e segnala quanto appena accaduto al 112 NUE. Nel frattempo il
ventisettenne, non pago della cifra rimediata, prosegue il giro. Svoltando in via Barbaroux, incrocia quella
che sarà la sua prossima vittima. Chiede nuovamente soldi, minaccia. Ma una donna alla fermata
dell’autobus, che assiste all’intera scena, prontamente allerta il 112 NUE. A questo punto il moldavo tenta la
fuga, incamminandosi in direzione di un distributore automatico. La Volante giunta sul posto individua
l’uomo e lo arresta per rapina.

Papa Francesco telefona al vescovo di Pinerolo

Era ricoverato in terapia intensiva, positivo al coronavirus

Il vescovo di Pinerolo, monsignor Derio Olivero, che ora sta meglio, ha ricevuto la telefonata di Papa Francesco. La conversazione privata ha dato conforto e sostegno al religioso, ora in grado di parlare dopo momenti difficili. Il pontefice è stato alcuni minuti al telefono  anche col il dottor Mauro Pastorelli, il direttore del reparto e ha espresso apprezzamento e sostegno per tutto il presidio ospedaliero.

I carabinieri del Nas indagano sulle mail sparite

La vicenda delle email dei medici di base cancellate dai server del sistema sanitario piemontese, contenenti le segnalazioni dei medici su possibili pazienti positivi al covid, entra nel filone torinese delle indagini sul Coronavirus

I carabinieri dei Nas svolgeranno accertamenti che  entreranno a far parte del fascicolo aperto qualche settimana fa  per fare luce sulla carenza di mascherine e dispositivi di protezione per il personale medico-sanitario e infermieristico. Il procedimento sarebbe al momento senza indagati e ipotesi di reato.

Bombe a mano, pistole, munizioni nella cesta della biancheria

A casa di un operaio, arrestato dai Carabinieri

Tre pericolose bombe a mano modello m75 di fabbricazione jugoslava, perfettamente funzionanti e contenenti ognuna  33 grammi di esplosivo e centinaia di sfere in acciaio, 1 pistola clandestina marca Taurus cal. 38 special, 1 pistola Beretta mod. 20 cal 6.35, rubata a Piacenza 5 anni fa, 1 pistola Walther cal. 22, trafugata sei anni fa a Pinerolo, 76 munizioni cal. 38 special e 1 petardo di categoria 4 tipo “lupo 26” sono il micidiale arsenale posseduto da un operaio italiano di 42 anni, residente a San Francesco al Campo, nell’hinterland torinese. L’intero armamento è stato ritrovato dai Carabinieri della Stazione di Leinì, coadiuvati dal nucleo operativo della Compagnia di Veneria e dagli artificieri del Comando Provinciale di Torino, nella cesta della biancheria sporca riposta in camera da letto e in un intercapedine appositamente creata sotto il lavello di casa. La perquisizione, che rientra nell’intensificazione dei servizi preventivi disposta su tutto il territorio dal comandante provinciale dei carabinieri di Torino per contrastare ogni forma di illegalità, ha consentito altresì di sequestrare un panetto di  hashish di 90 grammi. L’uomo, arrestato e tradotto al carcere di Ivrea, dovrà ora rispondere di ricettazione, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra, nonché di detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Le bombe a mano sono state disinnescate e poste in sicurezza, mentre le pistole saranno inviate al Ris dell’Arma per verificare se siano state eventualmente utilizzate per commettere delitti.
Le indagini dei Carabinieri proseguono per accertare la provenienza di quanto sequestrato e ricostruire la rete di collegamenti dell’arrestato.

Bollo auto: si paga a fine giugno?

La Regione ha dato la possibilità di posticipare il versamento del bollo auto di tre mesi per l’emergenza sanitaria: si potrà pagare fino al 30 giugno.

Per chi avrebbe dovuto pagare a marzo, aprile o maggio, sono già stati inviati per posta in alcuni casi avvisi, nei quali il rinvio non viene specificato.

Gli uffici regionali spiegano che il pagamento è comunque differito per tutti. Le lettere che non lo indicano  sono solo avvisi di scadenza che vengono spediti in automatico ai proprietari dei veicoli.

Prima millanta un acquisto e poi oppone resistenza: arrestato

Un cittadino italiano di 37 anni è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale mercoledì pomeriggio dagli agenti del Commissariato di P.S. di Ivrea e Banchette

Transitando in piazza Credenza, i poliziotti hanno notato il trentasettenne diretto verso l’Ospedale Civile. Alla vista degli agenti ha però cambiato direzione, passando dietro la tenda del servizio 118 adibito a triage. Fermato dai poliziotti, l’uomo, con precedenti di polizia a carico, ha riferito che era andato a comprare le sigarette presso un distributore automatico di via Aosta, sebbene ve ne fosse uno nei pressi della sua abitazione. Tra l’altro, con sé non aveva alcun pacco di sigarette o altro che dimostrasse l’acquisto.

Durante le fasi del controllo, il trentasettenne ha dapprima iniziato a inveire contro i poliziotti per poi spintonarli tentando anche di colpirli. Il reo è poi stato trovato in possesso di alcuni grammi di marijuana, violazione per la quale è stato sanzionato amministrativamente. L’uomo è stato anche sanzionato per la violazione delle prescrizioni relative all’emergenza Covid-19.