CRONACA- Pagina 1370

Il Comune da’ l’ok a Gallerie d’Italia in piazza San Carlo

Palazzo civico ha approvato la proposta d’intervento di Intesa San Paolo SPA riguardante la creazione in piazza San Carlo 156, negli spazi ipogei di Palazzo Tuninetti, della sede torinese delle Gallerie d’Italia, il polo museale destinato a esposizioni permanenti e temporanee che interessa varie città italiane: Milano, Napoli e Vicenza.

Dopo l’approvazione della Giunta dello scorso 6 ottobre, il Consiglio comunale dopo la presentazione del’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria ha approvato la ristrutturazione dell’edificio con l’ampliamento di circa novecento mq di spazi sotterranei ripensati in funzione dell’esposizione artisitca. Trentatré i voti favorevoli, quattro gli astenuti, L’intervento è eseguito in base alla Legge regionale 16/2018 riguardante la riqualificazione degli edifici senza variante al Piano Regolatore Generale.

Il progetto a cura dello studio dell’architetto Michele De Lucchi è stato presentato alla stampa nei mesi scorsi, ma vale la pena ricordare le caratteristiche di un’intervento che comprende 6.612 mq negli spazi della piazza considerata uno dei simboli di Torino: nasceranno 2.300 mq di gallerie espositive; 594 mq di gallerie all’aperto; 990 mq di distribuzioni e scale; 504 mq di ristorante e caffetteria; 327 mq per l’esposizione dell’archivio Publifoto; 201 mq dell’Università del restauro; 479 mq di impianti.

L’ingresso alle nuove Gallerie d’Italia avverrà dall’attuale accesso al cortile interno della sede bancaria. Gli spazi sotterranei divisi su più piani utilizzati nel recente passato per il caveau, gli archivi e le sale per le assemblee della società (funzioni trasferite al grattacielo di corso Inghilterra) sono ora destinati alla cittadinanza con gallerie d’arte affiancate dalla caffetteria e dal ristorante. L’accesso dei visitatori avverrà da un’ampia scalinata ritagliata nell’attuale cortile che sarà il completamento in superficie dell’esposizione museale ipogea.

A Torino – hanno spiegato la scorsa settimana i responsabili del gruppo bancario in Commissione consiliare alla presentazione del progetto – si punterà sulla fotografia e l’arte contemporanea. Intesa San Paolo possiede circa trentamila opere d’arte e, riguardo alla fotografia, è proprietario dell’archivio Publifoto costituito da sette milioni di foto scattate tra l’inizio degli anni Trenta e la fine del Novecento. Il progetto prevede aree destinate a laboratori di restauro fotografico, dove si assisterà alla cura e alla conservazione delle opere di Publifoto. Saranno allestite sale divulgative per le scolaresche.

I responsabili di Intesa San Paolo contano di inaugurare Gallerie d’Italia alla fine del 2021. L’investimento del gruppo porterà in dote alla Città un centro culturale di rilievo incluso, stando alle anticipazioni presentate in Commissione, tra i siti visitabili con la carta di Abbonamento Musei.

Scoperti in 16 al bar: chiusura per cinque giorni

Il commissariato San Secondo chiude il locale per 5 giorni

 

Undici giocatori e 2 spettatori, il terreno di gioco: un esercizio commerciale in via Gorizia 56/C.

Quello appena descritto non è lo scenario di una partita tra amici ma quanto appurato ieri sera durante un giro di controlli effettuato dagli agenti del commissariato San Secondo, al fine di verificare l’attuazione delle norme anticovid in relazione al DPCM del 18 ottobre.

Accedendo all’interno del bar, i poliziotti hanno constatato la presenza di 13 persone intente a disputare una partita al gioco del calcetto, e di altre 3 sedute nel dehor. Per non aver disposto l’accesso in modo contingentato al locale e garantito ai clienti la distanza interpersonale di un metro, alla titolare del bar, è stata elevata una sanzione di 400 euro.

Il bar, già destinatario di un provvedimento di chiusura nel dicembre del 2018 ai sensi dell’art.100 del T.U.L.P.S., è stato chiuso per 5 giorni.

 

Multati in 60 per il mancato rispetto delle norme anti Covid al pranzo di battesimo

 Nella serata di ieri, al termine di una specifica attività di identificazione, i Carabinieri a Carmagnola hanno proceduto a contestare sanzioni amministrative relative alla normativa anti Covid a 59 persone che, domenica scorsa in un ristorante del luogo, hanno partecipato ad un pranzo per festeggiare un battesimo. Anche il titolare dell’esercizio pubblico è stato multato.

Prime chiusure nei luoghi della Movida

La sindaca Chiara Appendino interviene su Facebook per illustrare i provvedimenti decisi per evitare gli assembramenti nelle zone della movida

“Ecco che, dal canto nostro, come Città abbiamo verificato quali sono le zone dove ci sono state più difficoltà e dove è più facile il generarsi di assembramenti” , scrive Appendino.

“Tra questi primi spazi ci sono piazza Santa Giulia, via Matteo Pescatore e piazza Montanaro.
Notare bene, ci sono anche altre aree, ovviamente, che sono sotto la nostra attenzione, tra cui, ad esempio, largo Saluzzo. Questi sono primissimi luoghi per questa fase iniziale, che vedranno ulteriori interventi già questo fine settimana secondo dettagli che verranno dati.

Ci confronteremo inoltre con le altre Istituzioni – penso ai Presidenti di Circoscrizione ove insistono le zone più delicate di cui sopra – e le associazioni di categoria, in modo che questa nuova fase emergenziale sia quanto più condivisa possibile nei suoi provvedimenti.” , aggiunge.

“Ora, che lo scenario sia delicato è chiaro. Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi mesi è che l’iniziativa di ognuno di noi non è solo importante: è determinante.

Il nostro obiettivo, in questo momento è quello di portare avanti azioni quanto più precise e puntuali possibile al fine di contenere il contagio e di permettere alle scuole, alle attività produttive, ai servizi e agli altri luoghi vitali della nostra comunità di rimanere operative.

“Certo, ognuno di noi dovrà fare uno sforzo. E, credetemi, non fa piacere doverlo chiedere nuovamente. Nessuno sta pensando di confondere questa situazione con la “normalità” ma, allo stesso tempo, oggi abbiamo le capacità per ridurre allo stretto indispensabile i disagi e, se ognuno farà la sua parte, riusciremo a superare anche questa fase” , conclude la sindaca.

Contagi in salita, centri commerciali chiusi nel weekend

Le piazze della a movida di Torino saranno chiuse dalle 21 o dalle 22,   e chiuderanno anche i  centri commerciali nei weekend, tranne i supermercati alimentari presenti al loro interno

Prevista anche la didattica a distanza per le scuole superiori. Da lunedì, le classi dalla seconda alla quinta superiore alterneranno lezioni in presenza e a distanza per diminuire l’affluenza sui  sui mezzi pubblici.

I locali potranno restare aperti oltre le 18 solo  in presenza di  posti a sedere.

Così ha deciso il Cosp,  il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza di Torino. Il governatore Cirio vorrebbe provvedimenti più stringenti, a fronte dei 1400 contagi registrati nelle ultime 24 ore.

Le nuove ordinanze della Regione Piemonte:

MISURE ANTI COVID: IN PIEMONTE DIDATTICA A DISTANZA AL 50%

ALLE SUPERIORI PER LE CLASSI DALLE SECONDE ALLE QUINTE

E CHIUSURA DEI CENTRI COMMERCIALI NEL FINE SETTIMANA

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato due nuove ordinanze per intensificare le misure di contenimento della pandemia, al termine di una lunga giornata di confronto con le Prefetture, i sindaci, i presidenti di Provincia, il mondo della scuola e le organizzazioni di categoria.

Da lunedì 26 ottobre le Scuole Secondarie di Secondo Grado (Statali e Paritarie) dovranno alternare la didattica digitale a quella in presenza, per una quota non inferiore al 50%, in tutte le classi del ciclo, ad eccezione delle prime.

“Questo ci consentirà di garantire la nostra priorità – precisa il presidente Cirio -, cioè di mantenere le scuole sempre aperte, evitando che ogni settimana 75.000 ragazzi si affollino sui mezzi di trasporto per recarsi a scuola, con un notevole rischio di contagio. Parliamo di ragazzi che hanno più di 14 anni e che, quindi, possono stare in casa anche da soli, senza creare disagio al lavoro dei genitori”.

“Le lezioni nelle scuole dell’infanzia, elementari, medie si svolgeranno invece sempre in presenza – sottolinea l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino – si tratta di una forma educativa fondamentale e irrinunciabile e anche per chi frequenta il primo anno delle superiori verrà consentito di continuare ad apprendere con continuità il nuovo metodo di studio e di sviluppare il senso di appartenenza al gruppo tra compagni e con gli insegnanti. Se dovesse essere necessario proseguire anche più avanti nell’anno con questa modalità valuteremo una attenzione analoga anche per i ragazzi che si avvicinano alla maturità”.

L’ordinanza nasce da un lavoro di condivisione con tutto il mondo della scuola e di stretta collaborazione tra la Regione e la sua Unità di crisi, con il commissario dell’Area giuridico amministrativa Antonio Rinaudo e l’Ufficio scolastico regionale, con il direttore Fabrizio Manca.

Le scuole, nella loro autonomia, individueranno le misure che riterranno più idonee per l’organizzazione della didattica a distanza, tenuto conto dell’organico e del contesto organizzativo interno.

Una seconda ordinanza della Regione Piemonte prevede inoltre a partire già da questo weekend la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica, ad esclusione degli esercizi di vendita di generi alimentari, farmacie e studi medici, locali di ristorazione e tabaccherie.

L’ordinanza conferma inoltre la chiusura notturna, dalla mezzanotte alle 5, di tutte le attività commerciali al dettaglio (ad eccezione delle farmacie) e il divieto di vendita di alcolici dopo le ore 21 in tutte le attività commerciali (anche attraverso apparecchi automatici), escluso il servizio di consumazione al tavolo negli esercizi di ristorazione.

“Sono scelte di rigore, prudenza e buon senso – evidenzia il presidente Cirio -. Quello che possiamo fare oggi ci permette di non chiudere tra qualche settimana bar, ristoranti, parrucchiere, centri estetici e negozi”.

“Siamo perfettamente coscienti che l’intero comparto del commercio abbia già subito pesanti conseguenze – sottolinea l’assessore al Commercio Vittoria Poggio -, ma le restrizioni di oggi sono purtroppo una scelta necessaria per prevenire provvedimenti futuri ancora più restrittivi, che rappresenterebbero un danno ancor più grave per tutto il settore”.

Entrambe le ordinanze sono valide fino al 13 novembre

Nuove vie intitolate a Ezio Bosso e Cardetti

Toponomastica, a Torino intitolazioni per Ezio Bosso, Adriano Olivetti, Leo Chiosso e Giorgio Cardetti

La Città di Torino dedicherà a Ezio Bosso, direttore d’orchestra, pianista e compositore, il giardino in piazza Statuto 18 (Circoscrizione 1). Lo ha deciso all’unanimità la CommissioneToponomastica, presieduta da FrancescoSicari, nella seduta del 20 ottobre 2020. La richiesta di intitolazione è stata promossa dal cittadino OscarGiammarinaro, detto “Oskar”, che ha raccolto oltre 8mila firme per sostenere l’iniziativa. I familiari del maestro, come ha spiegato il presidente Sicari, hannocondiviso la scelta del luogo, che Bosso era solito frequentare. Non essendo trascorsi dieci anni dalla morte, sarà perònecessaria un’autorizzazione prefettiziaprima di procedere all’effettiva intitolazione.

Su proposta della Circoscrizione 1, sarà intitolata ad Adriano Olivetti l’area giochi “Crocetta”, collocata tra corso Duca degli Abruzzi e piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Su richiesta di Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino, un altro luogo della città – ancora da individuare – sarà dedicato a Moshe Bejski, figura di riferimento per la comunità ebraica che salvò molti cittadini ebrei dallo sterminio durante la seconda guerra mondiale.

Così come chiesto dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario dalla nascita di Bianca Guidetti Serra, presieduto da Maria Chiara Acciarini, sarà apposta una targa sul palazzo dove abitò ed ebbe lo studio Bianca Guidetti Serra, protagonista della Resistenza, avvocato, consigliera comunale a Torino e deputata, a cui la Città di Torino ha già intitolato una biblioteca in Piazzetta Università dei Mastri Minusieri 2.

Il giardino di Largo Montebello sarà dedicato a Leo Chiosso, autore e drammaturgo che collaborò anche con Fred Buscaglione, molto legato al quartiere Vanchiglia, dove abitò da piccolo. La proposta è arrivata dall’associazione Leo Chiosso, da vari comitati e dai familiari ed è stata sollecitata dalla Circoscrizione 7,che ha collaborato per individuare lo spazio cittadino da intitolare.

Sempre nella Circoscrizione 7, un altro giardino, tra corso Novara e via Bologna,sarà intitolato a Giorgio Cardetti, già sindaco, assessore e consigliere comunale a Torino. La proposta, condivisa dai familiari, è stata formulata dal presidente dell’associazione dei consiglieri emeriti del Comune di Torino, Giancarlo Quagliotti.

Su iniziativa del Cai, in prossimità del Museo nazionale della Montagna, nel piazzale Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8), sarà apposta una targa in memoria di Giusto Gervasutti, alpinista italiano che scalò molte montagne, anche delle Alpi, e insegnò arrampicata sul territorio piemontese.

Un’altra targa sarà collocata all’interno del giardino Augusto Daolio in piazza Villari (Circoscrizione 5) per ricordare Dante Pergreffi, bassista italiano, componente del gruppo musicale dei Nomadi. L’intitolazione è stata promossa dal fan club torinese dei Nomadi “I vagabondi della Mole”, presieduto da Sandrina Gioia.

Infine, su proposta del Collegio San Giuseppe, che ha sede in via San Francesco da Paola 23, sulla facciata dell’edificio sarà apposta una targa per ricordare Fratel Enrico Trisoglio, studioso, insegnante, protagonista della vita culturale torinese, autore di oltre 130 pubblicazioni su padri della Chiesa e autori classici greci e latini.

Tutte le intitolazioni sono state votate dalla Commissione Toponomastica all’unanimità.

In memoria di Jole Santelli e Beppe Cerchio

Di lui vogliamo ricordare le qualità umane e politiche, che hanno caratterizzato la dedizione e l’impegno con cui ha ricoperto anche i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell’attività in Regione”.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, ha usato queste parole per commemorare martedì 20 ottobre Giuseppe Cerchio, per tutti semplicemente Beppe, ex consigliere regionale, scomparso lo scorso mese di febbraio a 77 anni.

Nel suo intervento, Allasia ha ripercorso le tappe professionali e politiche di Cerchio.

Esponente della Democrazia Cristiana, fu consigliere regionale nella seconda, terza, quarta e quinta legislatura. Nel 1987 divenne assessore all’Industria, nella quinta legislatura, ancora una volta eletto nella circoscrizione di Torino, fu assessore al lavoro sino al 1994

È stato anche consigliere della Provincia di Torino e ha ricoperto altri importanti incarichi, fra i quali la presidenza della Commissione regionale per l’Impiego e membro del Consiglio generale degli italiani all’estero.

 

Jole Santelli

“Politico di lungo corso, appassionata e competente, era stata parlamentare per quasi vent’anni, lavorando sempre con  grande passione e lottando per ciò in cui credeva. Amava profondamente la sua terra, al servizio della quale ha rivolto buona parte della sua vita, dedicandosi sempre con generosità, attenzione e impegno”: è quanto ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, nel commemorare in Aula Jole Santelli, presidente della Regione Calabria scomparsa prematuramente il 15 ottobre a 51 anni.

“Era una donna forte e tenace, determinata nella sua lotta contro un brutto male che l’aveva colpita da tempo, come nella passione che ha sempre contraddistinto il suo impegno politico: caratteristiche che tutti, indipendentemente dallo schieramento e dai partiti di appartenenza, le riconoscevano” ha aggiunto Allasia.

Al termine del ricordo, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Non sparate su Icardi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il caso dell’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi e’ davvero indicativo dei tempi terribili che viviamo

Icardi – nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia – decide di fare il viaggio di nozze . Non si sa quando si sia sposato e non si sa se non gli sia stato possibile andare in luna di miele nel corso dell’estate,  visto che il Piemonte non ha lavorato in
modo particolarmente alacre a creare argini alla prevedibile nuova ondata del virus. Certo ha ragione Icardi quando dice che un sistema sanitario non può dipendere dall’assenza per cinque giorni dell’assessore. Lo stesso Icardi dice che è stato sempre in contatto con l’assessorato ed ha partecipato da remoto a tutte le riunioni. Dev’essere stato un viaggio di nozze infernale che i due sposi ricorderanno per sempre. In una intervista Icardi avrebbe anche detto che la moglie non era affatto contenta.
Bisogna rispettare l’intimità di Icardi che suscita persino un po’ di tenerezza.
Un breve viaggio di nozze zeppo di riunioni dal telefonino o dal tablet era cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Ed attaccare Icardi con violenza per questa sua trasgressione sentimentale non appare generoso .
Rappresenta icasticamente il senso di smarrimento di questi tempi in cui la politica non sa fare la politica e neppure l’intimita’ di una luna di miele viene considerata.
Passare cinque giorni d’ottobre in Sicilia con la donna che si ama , continuamente distratti da notizie tragiche sul virus dev’essere stata un’esperienza tremenda. Quindi non sparate su Icardi.  Sarebbe meglio sostituirlo alla Sanità, ma non per il viaggio di nozze, ma per gli scarsi risultati raggiunti di cui sono evidenti le tragiche conseguenze. Magari spostatelo al Turismo. Così potrà pensare ad altri viaggi piu piacevoli e distensivi per se’ , per i suoi congiunti e per gli altri piemontesi , sempre che il virus ci consenta ancora di viaggiare.
La vicenda di Icardi assessore alla Sanità che va in luna di miele invece di combattere in prima linea potrebbe essere la triste metafora di una certa Italietta che gli storici identificano con Caporetto e con l’8 settembre. Speriamo che non sia così. Disperatamente pensiamo e auguriamoci che il Piemonte di oggi non sia quello
che evoca la resa , ma la lotta. Come i “Bugia nen” del Generale Cacherano di Bricherasio alla battaglia dell’ Assietta dove pochi, rudi ed eroici piemontesi fermarono i francesi invasori.

Infermieri verso lo sciopero generale

Riceviamo e pubblichiamo l’Intervento del sindacato degli infermieri Nursing Up

Anche in Piemonte centinaia di professionisti incroceranno le braccia

“Chiediamo l’adeguamento degli organici, degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza“

 

Il 2 novembre a partire dalle 7 di mattina e per 24 ore, gli infermieri entreranno in sciopero per l’agitazione nazionale indetta dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, e annunciata da tempo, il cui riassunto è lo slogan #MaiPiùComePrima.

 

Anche in Piemonte centinaia di infermieri e professionisti della sanità incroceranno le braccia, puntando il dito al continuo e ormai non più sostenibile “gioco dello scarica barile” tra le varie istituzioni, Regione e Governo, le quali alle tante, troppe, promesse di nuove assunzioni, di adeguamento degli stipendi, di revisione del numero di persone disponibili per affrontare in modo adeguato i turni in situazioni di emergenza come quella con cui ci troviamo di nuovo a fare i conti, non hanno mai fatto seguire atti concreti alle parole.

 

“Governo e Regione non nascondetevi dietro un dito! – attacca Claudio Delli Carri, segretario Regionale Piemonte del Nursing Up, spiegando le ragioni di questa protesta -. Nel contesto di nuova pre-emergenza Covid in cui ci troviamo, abbiamo il dovere morale e civico di sottolineare, al governo regionale e a quello centrale, che ci vuole più coraggio nelle scelte da mettere subito in pratica, quello stesso coraggio che gli infermieri e i professionisti della salute impiegano tutti i giorni con grande senso di responsabilità e abnegazione, al fianco dei pazienti e di chi ha necessità di cure. I professionisti sanitari dimostrano concretezza ogni giorno, quando timbrano il cartellino, alla mattina, al pomeriggio, nelle notti, nei festivi, non si tirano mai indietro e vanno avanti. Consci dell’importanza di ciò che fanno. Il Governo e la Regione possono dire di avere la stessa consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo?

 

Il Governo regionale, a causa di vincoli di bilancio, dei piani di rientro e dell’annunciato efficientamento, non può avanzare richieste ulteriori rispetto ai limiti imposti dal Governo centrale. Quei limiti vanno sospesi o addirittura cancellati per fare nuove assunzioni. Siamo all’assurdo in cui lo Stato investe diversi milioni di euro per la riduzione delle liste d’attesa (che si sono allungate a causa del Covid tra marzo e giugno) ma poi non investe in maniera strategica per assumere personale”.

 

Prosegue Delli Carri: “Oggi, a parte un paio di graduatorie in via di esaurimento, non ci sono più graduatorie di infermieri in tutta la regione Piemonte. Se vi saranno dei concorsi li vedremo nei primi mesi del nuovo anno, ciò vuole dire che vedremo le prime assunzioni a fine primavera. E nel frattempo? Ci rendiamo conto, poi, che non esiste solo il Covid, ma ci sono ancora e sempre anche tutte le altre patologie e necessità dei pazienti che vanno seguite?

Le agenzie interinali fanno fatica a fornire personale alle aziende sanitarie, poche le chiamate di lavoratori a tempo determinato. Non ci va molto a capire che così il sistema non reggerà e ricominceranno a chiudere ed accorpare i reparti per aprire i reparti Covid. Ma le altre patologie non vanno in ferie”.

 

“E come se tutto ciò non bastasse – continua Delli Carri – continuiamo ad avere migliaia di professionisti che vanno a lavorare all’estero dove vengono meglio pagati e dove i contratti vengono fatti subito. In pratica, noi formiamo le eccellenze egli altri stati ce le rubano!! Perché non si pensa ad allineare stipendi degli infermieri italiani a quelli degli infermieri altri stati europei, visto che un infermiere nel nostro percepisce un salario tra i più bassi in Europa?”.

 

Delli Carri, inoltre, sottolinea la necessità di agire anche sulle indennità, ma anche e soprattutto sulla parte strutturale dello stipendio: “le indennità sono ferme al palo da ben 25 anni – spiega – un esempio? L’indennità di malattie infettive che all’epoca della lira era di 10 mila lire, con la conversione in euro è di euro 5,16 euro! L’indennità turno è di euro 4,49 euro, l’indennità terapia intensiva è di euro 4,13, l’indennità notturna oraria arriva a 2,74 euro l’ora, la pronta disponibilità di 12 ore a 20,66. Cifre troppo basse. La verità però è che bisogna agire sulla parte strutturale dello stipendio, perché parliamo di una professione che oggi sforna laureati con responsabilità elevate, con competenze e specializzazioni che vanno riconosciute e premiate. Non è più possibile tenere gli stipendi base fermi al palo da 20 anni. Invece in Italia continuiamo con una politica che danneggia i lavoratori, si pensi ad esempio alle attuali leggi sulla pensione: non considerare il lavoro degli infermieri come usurante è folle. E i primi risultati si stanno palesando. Con l’aumento dell’età aumentano le prescrizioni e limitazioni del personale che incidono sui turni. Ci vuole invece un ricambio di personale in tempi molto più ravvicinati visto che ci sono interi settori sanitari dove i lavoratori superano di gran lunga l’età media dei 50 anni!”.

 

Conclude Delli Carri: “Lo Stato, tramite le Regioni, deve mettere a disposizione risorse economiche per l’adeguamento degli organici, l’adeguamento degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza e specializzazione. Ora, non domani o fra un anno. Siamo solo all’inizio della protesta e non arretreremo di un passo finché non otterremo il giusto riconoscimento e la giusta valorizzazione.

 

Caccia: “lo sterminio continua nell’illegalità”

Riceviamo e pubblichiamo/ “La Regione Piemonte contravviene alle sue stesse norme per accontentare i cacciatori“

Come denunciato a gran voce dal “Tavolo Animali e Ambiente”, composto da numerose associazioni animaliste ed ambientaliste, in Piemonte l’eccessiva pressione venatoria prosegue senza sosta a causa delle politiche portate avanti dalla giunta Cirio. La Regione Piemonte, per accontentare poche migliaia di cacciatori, sta infatti contravvenendo alle sue stesse norme, recentemente approvate. Ad essere posta sotto attacco è in particolare la Tipica Fauna Alpina. Ma più in generale, la Regione, con provvedimenti di inaudita gravità, ha dato il via alla possibilità di cacciare un numero di specie ben superiore al recente passato e con carnieri molto più abbondanti. Allodole, fischioni, canapiglie, codoni, marzaiole, folaghe sono specie a rischio di estinzione, quanto meno su scala locale, e comunque presenti in Piemonte in numeri estremamente ridotti. Eppure non si è esitato un momento a sacrificarli per compiacere le associazioni venatorie.

Eravamo inoltre convinti che la Regione quest’anno avrebbe fortemente limitato i prelievi venatori, per ovvi motivi prudenziali legati alla pandemia in corso ed invece no. Totale asservimento alle richieste dei cacciatori ! 

Si è dunque superato ogni limite, contravvenendo più volte a quelle stesse norme che pure sono state emanate dalla medesima Regione Piemonte. Crediamo che sia giunta l’ora di dire “basta” allo strapotere dei cacciatori ed alle politiche sfacciatamente mirate a favorire questa categoria. Diciamo basta anche all’immissione nel territorio di fagiani di allevamento nel territorio in piena stagione venatoria. Non è accettabile che la caccia alla tipica fauna alpina sia stata aperta senza che siano stati fatti i censimenti primaverili.

Pertanto il “Tavolo Animali e Ambiente” ha invitato tutti coloro che sono contrari a questa azione di sterminio a scrivere alla Giunta e ai Consiglieri della Regione Piemonte per manifestare la loro contrarietà. Allo scopo di far sentire anche la voce della stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi che sono contrari alla caccia e chiedere con forza che si protegga in modo adeguato la fauna selvatica o, quantomeno, che si rispettino le leggi esistenti in tale direzione e che si decida anche per uno stop anticipato alla caccia.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:

Marco Francone

LAV PIEMONTE