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Torino-Biella, 85 per cento di treni in servizio

Dopo il primo lockdown, “da maggio 2020 abbiamo iniziato a inserire i treni che erano stati eliminati per la mancanza di utenza e oggi siamo all’85% della produzione, fornendo una risposta corretta all’utenza nel periodo che va dal 14 settembre 2020, data iniziale dell’apertura delle scuole”.

Così l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi ha risposto all’interrogazione presentata dal consigliere Alberto Avetta (Pd) che chiedeva se l’assessore fosse a conoscenza dei disagi che i pendolari stanno patendo quotidianamente sulla linea ferroviaria Torino-Biella e quali soluzioni si vogliano adottare per garantire un servizio di qualità adeguata che incentivi l’utilizzo del treno e facciano desistere il ricorso alla mobilità privata.
“Sulla linea Torino-Biella sono stati eliminati soltanto i treni del mattino presto nei giorni feriali, compreso quello di rinforzo – ha spiegato Gabusi – a differenza di altre linee che, in taluni casi sono state completamente cancellate, garantendo il collegamento anche se con un numero di corse minore”. I treni attualmente programmati registrano, su un totale di circa 180 posti, punte di occupazione del 50%. I dati odierni non consentono ancora l’inserimento di ulteriori convogli che, se l’utenza aumenterà gradualmente, verranno nuovamente messi in servizio.
Nel corso delle interrogazioni e interpellanze è stata fornita risposta agli atti ispettivi dei consiglieri: Domenico Rossi (Pd) sull’insufficienza del numero di corse sulla tratta Novara-Domodossola ed inadeguatezza dei convogli ferroviari; di Silvio Magliano(Moderati) sull’Ospedale Civico Città di Settimo Torinese, quale futuro?

Aggredisce la moglie incinta, i carabinieri lo arrestano

I carabinieri lo hanno bloccato mentre aggrediva la moglie incinta.

Il fatto è accaduto a Torino in Barriera di Milano, alle 8 del mattino. L’aggressore è un tunisino 39enne. La moglie di 38 anni, marocchina, al secondo mese di gravidanza, ha chiamato i carabinieri.

La lite tra i coniugi era iniziata in strada.  Il marito, che nel frattempo non si era allontanato dopo la prima aggressione secondo quanto raccontato dalla donna, è stato bloccato dai militari per evitare che la potesse aggredire di nuovo.

Residenza e business all’estero ma vive abitualmente in Italia. Denunciato manager torinese

Residenza e business all’estero ma vive in Italia. Denunciato manager torinese e sequestrati conti correnti, immobili, terreni e auto di lusso per oltre 3 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto, all’esito di articolate investigazioni, che un manager sessantenne, di origini piemontesi, ha dichiarato, per anni, di risiedere nel Regno Unito, ma solo formalmente, visto che, di fatto, vive abitualmente in alta Val di Susa.

Le indagini, condotte dai Finanzieri della Tenenza di Bardonecchia e coordinate dal dott. Mario Bendoni, Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, hanno visto coinvolto un noto dirigente d’azienda, esperto e specializzato in fondi comuni di investimento, venture capital, acquisizioni societarie e management aziendale.

La specifica disciplina in materia tributaria prevede, per i cittadini che intendano trasferire la propria residenza in un altro Stato per periodi superiori a 12 mesi, l’iscrizione alla c.d. A.I.R.E. (Anagrafe italiani residenti all’estero), gestita dai Comuni sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle Rappresentanze consolari all’estero. La registrazione all’A.I.R.E. è effettuata a seguito di dichiarazione resa dall’interessato all’Ufficio consolare competente per territorio entro 90 giorni dal trasferimento della residenza e comporta la contestuale cancellazione dall’Anagrafe della Popolazione Residente (A.P.R.) del Comune di provenienza.

Nel corso degli accertamenti delle Fiamme Gialle, svolti anche alla luce dei contenuti del vigente trattato internazionale contro le doppie imposizioni Italia-Regno Unito, è emerso, invece, come il soggetto, benché ufficialmente iscritto all’A.I.R.E., fosse fittiziamente residente al di là della Manica, mentre, in concreto, viveva in Italia.

Numerosi, precisi ed univoci gli elementi probatori in tal senso acquisiti dai militari, a seguito dell’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, delle perquisizioni eseguite presso il domicilio dell’interessato, dell’analisi dei relativi conti bancari, dell’esame dei passaggi telepass, della documentazione relativa alle delibere ed ai meeting delle società a lui riconducibili in Italia, delle note spese, delle bollette, delle schede telefoniche, nonché delle dichiarazioni rese da persone a lui vicine, tali da far ritenere che il soggetto abbia mantenuto, di fatto, il centro dei suoi interessi vitali, economici e familiari, nonché la propria dimora, sul territorio nazionale, così da doversi considerare ivi fiscalmente residente, con la conseguenza che avrebbe dovuto corrispondere i tributi allo Stato italiano.

Ammontano ad oltre 3 milioni di euro le imposte non versate all’Erario accertate dagli inquirenti, che hanno anche proceduto all’esecuzione di un provvedimento di sequestro emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, cautelando auto, conti correnti, terreni e immobili nella disponibilità del contribuente.

Peraltro, il patrimonio accumulato, frutto anche dell’evasione fiscale, era stato “protetto” dal manager attraverso la costituzione di società e trust ubicati in paesi con una normativa tributaria privilegiata.

L’attività della Guardia di Finanza di Torino, vieppiù in questo periodo di particolare emergenza sociale, è orientata a contrastare gli effetti negativi prodotti dall’evasione fiscale, anche di matrice internazionale, sia in termini di ostacolo alla normale concorrenza fra imprese sia avuto riguardo alla corretta corresponsione delle imposte da versare allo Stato, che mina le condizioni necessarie per sostenere il rilancio e lo sviluppo dell’economia, significativamente colpita dal congiunturale momento di crisi.

Due arresti e 600 grammi di sostanza stupefacente sequestrata

Intervento del commissariato Dora Vanchiglia

 

Avendo avuto notizia della probabile attività di spaccio di un individuo residente nella zona, gli agenti del commissariato hanno proceduto al suo controllo.

Sabato mattina un cittadino nigeriano di 24 anni è stato fermato mentre usciva dal suo appartamento per recarsi su un balconcino ubicato sul ballatoio, la cui porta risultava chiusa con un lucchetto. Al momento del controllo, l’uomo nascondeva la chiave per aprire la serratura nella mano destra. Tra i numerosi indumenti presenti sulla superficie del balconcino, i poliziotti hanno trovato all’interno di una giacca un involucro contenente circa 30 grammi di marijuana. Estesa la perquisizione anche all’abitazione, alcuni frammenti della stessa sostanza vengono rinvenuti sul tavolo della cucina mentre 2000 euro in contanti erano nascosti in una scatola per il latte in polvere, occultata all’interno dell’armadio in camera da letto. Durante il controllo, gli operatori hanno notato che il contatore dell’energia elettrica presentava la leva abbassata, pur non mancando la corrente all’interno dell’abitazione. Grazie alle verifiche effettuate da personale IREN, è emerso come il nigeriano avesse creato, al di sotto del contatore, un allaccio rudimentale con del nastro isolante, finalizzato al furto di energia. Il ventiquattrenne è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente e denunciato per furto.

Nel pomeriggio, la pattuglia del commissariato, transitando nei pressi di corso Giulio Cesare, nota un individuo uscire da uno stabile. Alla vista della Volante, l’uomo dapprima accelera il passo per poi iniziare a correre, disfacendosi nel frattempo di un mazzo di chiavi, recuperato in seguito dagli operatori. L’uomo, un cittadino marocchino di 39 anni, dopo pochi metri viene bloccato. Sottoposto a perquisizione, i poliziotti trovano nella tasca della sua giacca 1 panetto di hashish, denominato “Sinham”, del peso di circa 1 etto ed ulteriori 25 grammi della stessa sostanza. Utilizzando il mazzo di chiavi recuperato, gli agenti accedono allo stabile dal quale lo straniero era stato visto uscire. Nel perquisire l’appartamento, vengono rinvenuti 4 panetti di hashish e diversi frammenti sfusi per 450 grammi di sostanza.

Irregolare sul territorio nazionale e con diversi precedenti specifici, il marocchino è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Presto nuove panchine alla Tesoriera

Scrive il consigliere Magliano / “E’ stato premiato il mio impegno: la Città di Torino interverrà, come da me richiesto alla Giunta, per ripristinare o sostituire tutte le panchine ammalorate o vandalizzate presso il Parco della Tesoriera.
Moltissime delle 120 panchine di pregio presso il parco di corso Francia 186 sono infatti da mesi, di fatto, inutilizzabili. La Giunta, rispondendo poco fa in Consiglio Comunale alla mia interpellanza sul tema, ha garantito che si interverrà nell’ambito di un appalto attualmente in corso per la sostituzione o la manutenzione di tutte le panchine danneggiate. I lavori sono già iniziati e questo mi fa ben sperare su tempistiche ragionevoli. Il Parco della Tesoriera è uno dei luoghi simbolo della Circoscrizione 4 e dell’intera Torino.”
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Caselle “best airport” per la gestione dell’emergenza

«Quello conferito a Turin Airport è molto più di un premio. È la dimostrazione che le capacità e le competenze ci sono meritano di essere sostenute in preparazione della ripresa».

Commenta così l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi il riconoscimento conquistato dall’aeroporto Sandro Pertini quale ‘Aci Europe Best Airport2020’ ovvero il migliore scalo europeo della sua categoria (fino a 5 milioni di passeggeri) premiato alla 30° Assemblea e Congresso Annuale di ACI Europe, l’Associazione che riunisce oltre 500 scali di 46 Paesi.

«Siamo davvero orgogliosi di questo premio – prosegue l’assessore Gabusi – e in particolare della motivazione che sottolinea la capacità di mettere in atto con tempestività ed efficacia le misure preventive volte a contenere la pandemia,proponendo, spesso per primo, soluzioni innovative. Il premio giunge in un momento di oggettiva difficoltà, con voli ridotti al lumicino e scenari futuri ancora confusi; proprio per questo ancora più gradito. Il riconoscimento europeo è la dimostrazione che quando anche un socio privato ha capacità e voglia di investire i risultati arrivano. Sagat ha fatto la propria parte, come del resto l’amministrazione regionale; ora ci aspettiamo che, quando si riapriranno le attività, anche la compagnia di bandiera torni sul territorio e dia il suo contributo per far ripartire il nostro aeroporto principale».

Il premio Aci Europe, giunto alla 16esima edizione, ha voluto riconoscere quest’anno la capacità di reagire all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, vero elemento caratterizzante per l’industria nel corso del 2020.  Particolare rilevanza è stata attribuita alla formazione e alla tutela dei dipendenti, oltre alla capacità di collaborare con la comunità, sostenendo persone e scuole in difficoltà attraverso donazioni ai comuni limitrofi.

L’Aeroporto di Torino è stato giudicato da una giuria indipendente formata da esperti di aviazione civile della Commissione europea, di Eurocontrol, di SESAR Joint Undertaking, della EuropeanTravel Commission e di Flight Global.

Ecoisole smart ad accesso controllato alla Falchera

Parte in questi giorni la campagna informativa di Amiat Gruppo Iren per l’attivazione del nuovo sistema di raccolta differenziata ad accesso controllato tramite “Ecoisole Smart” alle Torri di Via degli Ulivi nel quartiere Falchera. Per un totale di circa 1.200 torinesi residenti coinvolti nel progetto.

La nuova raccolta prevede, nello specifico, la sostituzione delle attuali attrezzature con nuovi cassonetti “smart” utilizzabili solo dai residenti tramite una personale tessera elettronica. Si tratta di un altro tassello per potenziare sul territorio cittadino la raccolta differenziata e accrescere ulteriormente la percentuale di raccolta della Città.
Il nuovo sistema di raccolta ha già portato ottimi risultati. Ad esempio nella zona di corso Traiano, prima area di sperimentazione nel 2019, la raccolta differenziata è passata da un iniziale 32,3% al 66% in pochi mesi.

I nuovi contenitori collocati su suolo pubblico costituiscono le cosiddette ecoisole, ognuna composta da 5 nuovi cassonetti con accesso controllato per la raccolta della carta, del vetro e degli imballaggi in metallo, degli imballaggi in plastica, del rifiuto organico e del residuo non recuperabile. In tutta l’area interessata verranno installate in totale 10 nuove ecoisole.
Come da consuetudine l’attivazione del servizio viaggerà parallelamente e in stretta correlazione con le attività di comunicazione collegate. Nei prossimi giorni, quindi, tutte le utenze riceveranno nella cassetta postale, a cura degli incaricati Amiat Gruppo Iren, materiale informativo dedicato e in ogni androne sarà affissa una locandina informativa con giorni e orari di distribuzione dello starter kit per la raccolta domiciliare, composto da 2 rotoli di sacchi per il non recuperabile, un dépliant informativo e 2 tessere elettroniche.
Data la situazione sanitaria legata all’emergenza Covid-19 e in ottemperanza alle disposizioni delle Autorità legate al mantenimento della distanza di sicurezza tra le persone, infatti, la consegna degli starter kit non verrà effettuata attraverso il classico passaggio degli operatori Amiat casa per casa, ma verranno organizzati banchetti informativi esterni, posizionati davanti a ciascun condominio, personalizzati e riconoscibili da logo Amiat, secondo il calendario prefissato e indicato nelle locandine affisse nei giorni precedenti negli androni.
Come sempre, per consentire ai residenti di familiarizzare gradualmente con il nuovo sistema, inoltre, nella fase di avvio del servizio, i cassonetti elettronici saranno mantenuti ad accesso libero, per poter conferire i rifiuti senza l’uso della tessera.
Dal 10 dicembre si procederà con la chiusura dei contenitori e si potrà accedere ai cassonetti solo tramite la propria Ecocard. Per limitare i possibili disagi e rendere più semplice possibile il passaggio da accesso libero ad accesso tramite tessera, nel periodo di transizione operatori incaricati Amiat Gruppo Iren saranno a disposizione presso le diverse isole ecologiche per aiutare i cittadini a utilizzare le nuove attrezzature.

Infine, per chiarire qualsiasi dubbio del cittadino e facilitare gli utenti che per qualsiasi motivo non siano riusciti a prelevare i materiali informativi durante la distribuzione presso i banchetti, dal 26 novembre al 19 dicembre 2020 e dal 7 al 30 gennaio 2021, Amiat allestirà presso la Sede del Comitato per lo Sviluppo della Falchera in Piazza Astengo 6, a Torino, un punto info distributivo dedicato.
Per ulteriori dettagli e aggiornamenti si invita a visitare il sito www.amiat.it e a seguire la relativa pagina Facebook dedicata “Porta a Porta Torino: nuove attivazioni”.

Covid, Nursing Up: «In Italia si ammalano 500 infermieri al giorno”

Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato infermieri Nursing Up, operativo anche a Torino e in Piemonte  / “E’ il trend reale di una seconda ondata dalla violenza inattesa e incontrollabile”  Vi raccontiamo il drammatico bilancio degli ultimi 30 giorni: «20.464 operatori sanitari infetti, di cui la metà sono infermieri. Proiezioni disastrose da qui al 15 dicembre . Se non rallentiamo il contagio molti dei nostri infermieri potrebbero aggiungersi al triste numero dei colleghi che hanno perso la vita prima ancora di avere la soddisfazione di vedere “quell’indennità di specificità infermieristica” per la quale hanno lottato, partecipando alle manifestazioni ed allo sciopero promossi dal Nursing Up».

Il Presidente Nazionale del Sindacato Infermieri Italiani lancia l’allarme: da nostro report costruito incrociando dati Istituto Superiore Sanità con quelli Inail emerge una realtà tristissima: dal 5 novembre scorso, ogni giorno, registriamo un aumento che oscilla tra i 450 e i 500 infermieri contagiati. Fermiamo adesso un treno che corre a massima velocità, libero e che rischia di schiantarsi alla fine dei binari». 

«Entro il 15 dicembre prossimo rischiamo concretamente di arrivare a 15mila infermieri contagiati in più rispetto ai 10mila che si contano fino a oggi. Numeri drammatici di una seconda ondata che non doveva essere gestita in questo modo approssimativo e scellerato da un Governo che solo oggi, di fronte a 48 decessi di professionisti della sanità, di fronte a oltre 50mila operatori sanitari che si sono ammalati dal febbraio scorso, ci regala barlumi di speranza stanziando 335 milioni di euro che altro non saranno che 100 euro in più nelle nostre busta paga.

Certo, come negare la soddisfazione per una piccola grande vittoria del Nursing Up, arrivata dopo le manifestazioni nazionali di Milano e del Circo Massimo e lo sciopero del 2 novembre scorso. Ma serviva davvero tutto questo, serviva davvero arrivare a 500 infermieri che si ammalano ogni giorno in Italia a partire dall’ultima tragica settimana, per ottenere una risposta da chi fin ora ci ha guardato con indifferenza lottare contro la morte nelle corsie e ci ha voltato le spalle?

Serviva davvero assumere forze nuove con il contagocce e proporre nel contempo contratti di tre mesi al minimo della paga per chi lotta contro la morte, ottenendo per tutta risposta una emorragia di infermieri che sembra inarrestabile? E a cosa serve, se non ad esacerbare gli animi, prorogare una norma adottata a marzo scorso, con la quale si riconosce alle aziende sanitarie la facoltà di bloccare, di fatto, i pensionamenti di infermieri e medici, senza prevedere nemmeno l’assenso dell’interessato?».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ci racconta del nuovo report che il sindacato ha realizzato incrociando nuovamente i dati dell’Istituto Superiore della Sanità con la percentuale Inail di fine luglio, pari al 45,7%, destinata a diventare ben più alta adesso: parliamo di quella percentuale che sta ad indicare la gli infermieri infetti da Covid rispetto alla totalità dei soggetti infettati del comparto sanitario.

«La nostra indagine sindacale ha avuto inizio il 5 novembre scorso. La media è davvero preoccupante: ogni giorno almeno mille operatori sanitari in più rimangono infettati. La metà sono chiaramente infermieri. Se il trend dovesse rimanere lo stesso e se cominciassimo oggi a ricalcolare il numero dei professionisti che si contagiano, arriveremmo al 15 dicembre con cifre da film del terrore. Ovvero 15mila infermieri ammalati di covid che andrebbero aggiunti ai 10mila che già si calcolano dal 15 ottobre al 15 novembre. E’ davvero questo quello che vogliamo? 

Come sindacato che esprime le istanze infermieristiche ci chiediamo come mai non sia ancora intervenuta la FNOPI per far sentire la propria voce. Come è possibile che il nostro ente di riferimento professionale, che è anche istituzione sussidiaria dello Stato taccia su tutto questo?  Esaurita del tutto la forza residua degli infermieri nella sanità pubblica, chi difenderà i cittadini italiani dalla morte? Pensa davvero questo governo che studenti neolaureati, operatori pensionati o personale di supporto ce la possano fare senza di noi? 

E c’è anche un altro paradosso di cui parlare. Sì, perchè se non rallentiamo il contagio molti dei nostri infermieri potrebbero perdere la vita, e non avranno nemmeno la soddisfazione di vedere “quell’indennità di specificità infermieristica” per la quale hanno lottato, partecipando alle manifestazioni ed allo sciopero promossi dal Nursing Up.

Si tratta di azioni di lotta che, lo ricordiamo, sono state organizzate dal sindacato Nursing Up con il sostegno di altre associazioni ma senza il sostegno della FNOPI e tantomeno quello degli altri sindacati rappresentativi, ai quali Nursing Up aveva pure fatto un appello e che invece hanno preferito tenere un profilo basso. 

Detto questo, invitiamo i governanti ai vari livelli ad adoperarsi per tutelare la salute dei cittadini italiani. Senza infermieri questo Governo si prepari ad assistere al crollo inesorabile del sistema! Campania e Lombardia, da sole, messe insieme, fanno registrare in questo momento 2mila infermieri contagiati nell’ultimo mese. Insomma, qualcuno fermi un treno che corre alla massima velocità verso un enorme precipizio, qualcuno pensi ai passeggeri a bordo del convoglio», conclude De Palma.

Rapina una ragazza, scappa sullo stesso pullman dove poi verrà fermato

Fermato dalla Polizia di Stato a pochi passi dal Commissariato Centro

 

Sono le 19 circa e una giovane viene scippata del telefonino in via Buniva; mentre aspetta che qualcuno le apra il portone dello stabile in cui abita, infatti, un quarantenne di nazionalità marocchina la avvicina alle spalle e le strappa dalle mani l’I-Phone: alla resistenza della ragazza la minaccia di morte e le punta qualcosa di affilato alla pancia. La ragazza allora molla la presa, il rapinatore fugge correndo in direzione di corso San Maurizio. Gli agenti della Squadra Volante accorsi in suo soccorso la aiutano a localizzare il telefonino con l’apposita applicazione e si rendono conto che il soggetto si muove troppo in fretta. Una pattuglia nota che le intersezioni corrispondono a quelle del percorso dell’autobus 68, che in quel frangente sta svoltando in via Rossini direzione via Po. I poliziotti fermano la corsa del bus e rintracciano a bordo dello stesso un uomo corrispondente alle fattezze del rapinatore con in mano un cellulare. Chiedono alla madre della ragazza di far squillare il telefonino della figlia e sul display appare proprio il contatto “mamy”. L’uomo non può fare altro che ammettere le proprie responsabilità. Dagli accertamenti è emerso come lo stesso avesse precedenti specifici e che risultasse colpito dall’ordine di presentazione quotidiana alla PG. Infatti, poco prima di consumare la rapina, si era recato al commissariato Centro per assolvere all’obbligo, rimanendo di fatto nella zona di Piazza Vittorio Veneto, dove poi si renderà responsabile del fatto. Sottoposto a fermo, in seguito convalidato, il quarantenne si trova tuttora in carcere.

Il Comune di Volpiano cerca  volontari per i servizi di assistenza Covid-19

Sia per la Protezione civile che per i servizi erogati dalla Caritas

Riprende la consegna delle borse alimentari ai nuclei familiari bisognosi di Volpiano, da parte della Caritas parrocchiale; in considerazione della situazione di emergenza, l’amministrazione comunale cerca volontari da destinare sia a questo servizio che all’assistenza erogata dalla Protezione civile a soggetti in quarantena o in isolamento domiciliare per l’epidemia Covid-19.

«Purtroppo – spiega il sindaco Emanuele De Zuanne – stiamo ricevendo i dati sui casi positivi molto in ritardo rispetto a quando viene eseguito il tampone e questo ci impedisce di chiamare tempestivamente le persone per fornire assistenza. Inoltre, avendo avuto alcuni casi positivi tra gli impiegati degli uffici comunali, vi è stata una riduzione degli addetti che verificano i dati e controllano quotidianamente un file con oltre tremila registrazioni, con un conseguente allungamento dei tempi». Si invitano le persone in quarantena o in isolamento fiduciario prive di adeguata rete familiare e non ancora contattate dalla Protezione civile, a segnalare le proprie necessità al numero 011.9954511 (centralino, dalle 9 alle 12.30).

Per offrirsi come volontari telefonare ai numeri 011.9951831 (polizia municipale di Volpiano) oppure 338.2505380 (Caritas parrocchiale), dalle 9 alle 12.