CRONACA- Pagina 1356

Sgominata la “banda del buco” che svaligiava le sale slot

I carabinieri arrestano due persone. Per rendersi invisibili agli antifurti volumetrici strisciavano per terra con attrezzatura da speleologi, tute e caschi con lampade

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino hanno eseguito due arresti, emesse dal Gip di Ivrea su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due albanesi specialisti nei furti alle sale slot perpetrati con la cosiddetta “tecnica del buco”.

Eseguivano sopralluoghi accuratissimi nei locali da colpire, studiando dove fare il foro alle pareti limitrofe per accedervi, individuare i sensori di allarme presenti, e la centralina di controllo da neutralizzare, per poi colpire muniti di tutte le attrezzature da speleologo, tute e caschi forniti di lampade. Per rendersi invisibili agli antifurti volumetrici strisciavano addirittura per terra, simulando quasi delle vere tecniche militari; a seguire, sfondavano le porte interne (smurando la cassaforte eventualmente presente) e forzavano le slot machine a colpi di mazza ferrata (anche venti per volta), impossessandosi infine del denaro ivi contenuto. Erano così diventati il terrore della sale da gioco della provincia di Torino, vittime di numerose incursioni predatorie. Il 3 gennaio dell’anno scorso, a Chivasso , avevano portato via oltre centomila euro in contanti. Tra gennaio e giugno 2019 è stata accertata la responsabilità dei due arrestati per 7 episodi delittuosi (5 in danno di sale slot e 2 presso abitazioni private), per un valore complessivo di circa 200.000 euro , ai quali vanno aggiunti gli ingenti danni provocati alle strutture murarie ed alle apparecchiature elettroniche. Le indagini dei militari dell’Arma hanno consentito non solo di identificarli, ma anche di localizzarli e catturarli in provincia di Caserta, con l’ausilio dei colleghi del Reparto Territoriale di Aversa.

Perchè non vengono sostituiti gli alberi morti di corso Principe Oddone?

Nella Circoscrizione 7, nel tratto della Spina 3 tra piazza Statuto e piazza Baldissera, non sono stati più piantati gli alberi 

 

I residenti della Circoscrizione 7 ( Aurora-Vanchiglia-Sassi-Madonna del Pilone) hanno da tempo segnalato al Settore Verde Pubblico del Comune di Torino il mancato ripristino degli alberi, che dovevano essere piantati nel corso dei lavori che hanno interessato il tratto della Spina 3 di collegamento tra piazza Statuto a piazza Baldissera.

Questo progetto, infatti, in origine avrebbe previsto anche la costruzione di pali bianchi ( come quelli dell’illuminazione presenti nella Spina 1) e la piantumazione del verde pubblico. Durante i lavori di esecuzione del progetto, gli alberi, però, furono piantati ma ammucchiati, in attesa di una loro definitiva piantumazione. Il risultato fu che molti di essi furono piantati morti o  morirono subito dopo, soprattutto quelli presenti tra corso Principe Oddone e via Sassari.

I residenti della Circoscrizione 7 hanno, così, ripetutamente evidenziato la problematica,  scrivendo al Settore Verde Pubblico del Comune di Torino, e ne hanno avuto in risposta l’indicazione che la piantumazione degli alberi sarebbe stata effettuata dalla stessa ditta appaltatrice dei lavori, senza che alcun onere gravasse sul Comune di Torino.

Nulla, ad oggi, però è stato fatto ed i residenti si chiedono cosa possa succedere nel caso in cui la ditta sparisca, a lavori ultimati, o fallisca.

Il rifacimento di Corso Principe Oddone risale ad un progetto più ampio che ingloba la Spina che taglia Torino da Sud a Nord, sostituendosi ai preesistenti binari del treno. Con l’interramento della ferrovia, il viale della Spina Centrale ha potuto riconnettere due parti di Torino che sono rimaste a lungo separate, divenendo uno dei principali assi Nord-Sud cittadini. Il viale della Spina centrale si sviluppa per una estensione di 12 chilometri, secondo quanto definito dal Piano regolatore generale risalente al 1995, elaborato dagli architetti ed urbanisti Vittorio Gregotti ed Augusto Cagnardi.

Il progetto iniziale che ha coinvolto la prima parte della Spina, che comprende il tratto 1 da corso Rosselli a corso Peschiera, realizzato tra il 1995 ed il 2000, ha visto la piantumazione al centro di querce piramidali e lateralmente della Tila cordata; a margine filari di arbusti  fioriti e di bagolari. Non passa certo inosservato l’igloo di Mario Merz, uno degli undici ‘oggetti d’autore”. Mentre nella Spina 2 da corso Peschiera a Piazza Statuto sono presenti, oltre alla stazione di Porta Susa e le ex Officine Grandi Riparazioni, di più difficile realizzazione è risultata la realizzazione della Spina 3, anche se lo scorso anno prendevano il via i lavori di completamento del Parco Dora- Spina 3.

Nel 2015, in seguito al decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014, cosiddetto “sblocca Italia” del governo Renzi, grazie alla pressione esercitata a Roma dell’allora sindaco di Torino Piero Fassino, l’allora ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio consentì lo sblocco di denaro per completare una parte dei lavori del passante che conduceva da piazza Statuto a piazza Baldissera. La zona interessata dallo sviluppo della cosiddetta Spina 3 si sviluppa intorno al corso urbano della Dora Riparia, nella zona Nord di Torino, tra via Verolengo ed i corsi Potenza, Umbria e corso Principe Oddone. Ampia un milione di metri quadrati, la Spina 3 rappresenta circa l’1, 4 del territorio comunale (ad esclusione della collina). È stata interessata dai cosiddetti “programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio” che, proprio come suggerisce il loro stesso nome, avrebbero dovuto favorire e promuovere occasioni di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, anche se, concretamente, non sempre è stato così.

Mara Martellotta

 

La Regione: “Bene le riaperture, ma valutando i contagi”

La Regione Piemonte condivide il documento delle Regioni  che chiedono di potere riaprire il commercio al dettaglio da lunedì 11 maggio

Si è però riservata la possibilità di valutare le scelte in base all’andamento del contagio in questa prima fase di ripartenza.

Durante la conferenza delle Regioni il Piemonte ha sottolineato che l’Italia presenta  aree con situazioni diverse. Di conseguenza le scelte dovranno essere adottate in base all’andamento futuro del contagio.

(foto: il Torinese)

Uffici postali: 96 per cento aperti a Torino e in provincia

Dal 4 maggio prolungato l’orario di 7 Uffici Postali e  l’apertura tutti i giorni di altri 21

 

 Continua la progressiva riapertura degli Uffici Postali in provincia di Torino che ad oggi ha raggiunto il 96% della sua totalità. Dopo la temporanea rimodulazione resasi necessaria allo scoppiare della pandemia di COVID del mese di marzo, Poste Italiane ha provveduto ad aumentare gradualmente le aperture degli Uffici Postali già a partire dallo scorso 26 marzo in coincidenza con il pagamento delle pensione, fino ad arrivare al quasi completamento delle riaperture sia nella città di Torino che nella sua provincia.

 

In questi giorni infatti hanno ripreso l’orario prolungato fino alle 19.05 gli Uffici Postali di Chieri, Ciriè, Cuorgnè, Leinì, San Mauro Torinese, Settimo Torinese e Volpiano e altri 21 hanno ricominciato a funzionare dal lunedì al sabato.

 

La riapertura degli Uffici Postali della provincia di Torino è stata possibile anche grazie all’adozione di idonee misure di sicurezza come, ad esempio, l’installazione di pannelli schermanti in plexiglass negli uffici postali con il bancone ribassato e il posizionamento di strisce di sicurezza che garantiscano il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro, nonché di accurate procedure di sanificazione delle sedi realizzate a tutela della salute di dipendenti e cittadini.

 

Ad oggi, in provincia di Torino, sono aperti 26 Uffici Postali a doppio turno (fino alle 19.05) e 376 Uffici Postali a turno unico (fino alle 13.35).

 

In provincia di Torino sono disponibili anche 202 ATM Postamat che consentono ai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro e dai titolari di carte di credito dei maggiori circuiti internazionali, oltre che dai possessori di carte Postepay di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista dei movimenti, ricariche telefoniche e di carte Postepay, accanto al pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale.

 

Poste Italiane invita i cittadini ad entrare negli uffici postali esclusivamente per compiere operazioni essenziali e indifferibili e ove possibile, dotati di misure di protezione personale come guanti e mascherina mantenendo obbligatoriamente le distanze di sicurezza, all’esterno e all’interno dei locali.

 

Ulteriori informazioni sulle aperture e sulle disponibilità orarie degli Uffici Postali sono reperibili sul sito internet www.poste.it

 

 

Da Torino a Detroit i droni sanificano gli spazi chiusi

Lancio del progetto sperimentale transoceanico di ispezione e sanificazione indoor a Detroit in BVLOS (Beyond Visual Line of Sight), tramite droni speciali comandati in remoto da Torino

Ieri, alla presenza dell’Autorità Aeronautica Italiana (ENAC), della Sindaca di Torino, Chiara Appendino e del Vice Presidente MEDC (Michigan Economic Development Corporation), Ryan Michael è stato presentato un progetto che vede la Città di Torino in prima linea a livello internazionale nella sperimentazione di droni speciali chiamati Skycopter, realizzati dalla Skypersonic, azienda americana con sede a Detroit.

L’iniziativa ha come focus l’utilizzo di questi droni in modalità BVLOS indoor, ovvero per missioni di ispezione e sanificazione in spazi chiusi, sia pubblici sia privati, il cui controllo avverrà direttamente dall’ufficio centrale della stazione di Polizia Municipale di Torino con il supporto dal centro di controllo di Skypersonic a Detroit.

La Città di Torino, virtuosa per l’uso delle tecnologie avanzate in ambito di mobilità aerea urbana, ha creato una Drone Unit collocata negli spazi del Comando della Polizia Municipale che già opera, attraverso droni e sensori d’aria e programmi di monitoraggio del territorio, per supportare misure di prevenzione al contenimento della emergenza COVID-19.

In questo contesto, all’interno dell’iniziativa di solidarietà di innovazione ‘Torino City Love’ (https://www.torinocitylab.it/it/submit-to/challenge/torino-city-love), l’Amministrazione ha avviato un proficuo dialogo con Skypersonic che ha messo a disposizione competenze, tecnologia e servizi per i torinesi.

L’azienda americana – fondata da un ingegnere italiano – produttrice di droni speciali utilizzati in operazioni rischiose o d’emergenza come le ispezioni nucleari o gli impieghi nella sicurezza pubblica, in questo periodo di emergenza COVID-19, vista l’impossibilità di inviare i propri esperti nelle varie Nazioni, ha ideato, sviluppato e realizzato una piattaforma di pilotaggio da remoto per direzionare il volo dei propri droni Skycopter da qualsiasi parte del mondo.

Il sistema è stato per la prima volta in assoluto adottato dalla Drone Unit del Comune di Torino per essere usato nelle attività di ispezione, monitoraggio e sanificazione di luoghi indoor. Questi droni sono unici perché volano anche all’interno di spazi confinati come le tubazioni degli impianti, le fognature, le ciminiere e le aree contaminate in genere.

Per funzionare in scenari così pericolosi, il team di ingegneri, di cui alcuni italiani, ha brevettato tecnologie uniche per la localizzazione dei droni in assenza di GPS e per la trasmissione di segnali video e di controllo anche a grandi distanze.

“Si tratta di progetto particolarmente significativo sia per l’unicità della sperimentazione transoceanica in ambito civile che conferma ancora una volta il ruolo di Torino quale città di frontiera per l’innovazione, sia perché Skypersonic Torino rappresenta un eccellente esempio di ‘giveback’ da parte di un imprenditore che si è formato a Torino e sviluppato in America, un significativo segnale di vicinanza alla Città in un momento così delicato segnato dall’inizio della fase 2 post COVID”, dichiara Marco Pironti, assessore all’Innovazione della Città di Torino .

“L’emergenza e la crisi nascondono sempre grandi opportunità di evoluzione tecnologica e, se le sappiamo cogliere, il risultato porterà un vantaggio per tutti, anche in futuro – spiega Giuseppe Santangelo, CEO della Skypersonic -. Quando abbiamo sviluppato la prima piattaforma mondiale civile transoceanica di pilotaggio droni volevamo dare un segno rilevante di avanzamento tecnologico. La collaborazione con l’Amministrazione di Torino e la Drone Unit comandata da Gianfranco Todesco conferma l’alta professionalità e l’avanguardia tecnologica della città in ambito internazionale”.

Skypersonic fornirà, a titolo gratuito, alla Città di Torino alcune unità operative Skycopter per effettuare ispezioni e sanificazioni automatiche. La fase di formazione all’uso dei sistemi Skypersonic è stata già avviata da alcune settimane e condotta tutta in remoto.

Gli agenti della Polizia Municipale di Torino, pur non avendo mai visto né toccato questo particolare drone, grazie all’uso di un simulatore già oggi sono in grado di pilotarlo perfettamente.

Più di 7200 pazienti guariti, in calo i ricoveri in terapia intensiva

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di giovedì 7 maggio 

7.278 PAZIENTI GUARITI E 3.106 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 7.278 (+387 rispetto a ieri): 560 (+27) in provincia di Alessandria, 317 (+16 ) in provincia di Asti, 368 (+18) in provincia di Biella, 825 (+55) in provincia di Cuneo, 607 (+51) in provincia di Novara, 3.798 (+182) in provincia di Torino, 316 (+8) in provincia di Vercelli, 411 (+28) nel Verbano-Cusio-Ossola, 76 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 3.106 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.282

Sono 35 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 3.282 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 585 Alessandria, 197 Asti, 166 Biella, 270 Cuneo, 278 Novara, 1.469 Torino, 167 Vercelli, 117 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 28.135 (+196 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.654 in provincia di Alessandria, 1.655 in provincia di Asti, 1.002 in provincia di Biella, 2.603 in provincia di Cuneo, 2.434 in provincia di Novara, 14.204 in provincia di Torino, 1.160 in provincia di Vercelli, 1.069 nel Verbano-Cusio-Ossola, 250 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 104 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 144 (-6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.153 (+6 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.172 (- 389 rispetto a ieri).

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 194.584, di cui 106.262 risultati negativi.

Indagine ambientale: “non c’è il coronavirus nell’aria e nelle acque di Torino”

Ha dato esito negativo il primo monitoraggio di Arpa e Asl Torino 1 su polveri sottili e acque reflue di Torino dove non sono state trovate tracce di RNA del Coronavirus

A comunicarlo è l’Assessore all’Ambiente, Matteo Marnati che ha annunciato di voler estendere indagini a tappeto su tutto il territorio piemontese confermando anche la volontà di portare a termine l’allestimento a La Loggia del primo centro virologico ambientale del Piemonte e d’Italia dove verrà studiato, in maniera permanente, l’impatto dei virus sull’ambiente.

«Ad oggi – spiega Marnati– dopo le prime analisi non risulta nessuna traccia del virus su acque a aria, ma continueremo con sempre più costanza a prelevare ulteriori campioni anche in altre parti del Piemonte con la collaborazione delle Asl. Conoscere per governare è il mio motto: con la realizzazione del laboratorio di Arpa a La Loggia, che stiamo attivando, avremo il primo laboratorio dedicato alla virologia ambientale in Italia».

Questa prima indagine è stata condotta sulle matrici ambientali della centralina del Lingotto e sugli scarichi delle acque reflue del depuratore SMAT in Torino.

Una volta eseguiti i prelievi è stata effettuata la preparazione diversificata dei campioni rispetto alla tipologia di matrice per l’individuazione del virus con tecniche di biologia molecolare. In attesa dell’attivazione del laboratorio di La Loggia, questa prima analisi è stata eseguita presso gli ospedali Amedeo di Savoia e San Luigi di Orbassano.

“La virologia ambientale è necessaria per migliorare la ricerca e la conoscenza di come i virus possono interagire con l’ambiente che ci circonda. Un approccio che abbiamo intrapreso sia a livello regionale che a livello nazionale” sottolinea Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte.

“Proseguire il monitoraggio, in particolare degli impianti di depurazione in sinergia con Arpa, riteniamo sia una delle basi per approfondire l’interazione del Covid 19 con le matrici ambientali” conclude Roberto Testi, direttore del dipartimento di prevenzione dell’ASL Città di Torino.

 

(foto Mario Alesina)

Due nuove aggressioni a donne davanti ai figli

Dopo il caso del ragazzo di Collegno che ha ucciso il padre per difendere la madre, due nuovi  arresti da parte dei carabinieri per maltrattamenti in famiglia nel torinese

Entrambi i casi hanno per protagonista un uomo che ha aggredito o minacciato la vittima davanti ai  propri figli.

A Bruzolo un quarantenne di origini rumene si è lanciato  contro la moglie con un coltello. Uno dei due figli ha tentato di difenderla rimediando alcune ferite guaribili in dieci giorni, nel frattempo  l’altro ha chiamato i carabinieri. Invece a San Giorgio Canavese un quarantenne, che non accettava la separazione della moglie, la perseguitava da giorni. E’ stato arrestato dopo l’ennesima lite violenta, davanti ai figli minorenni. Sono dieci gli arresti effettuati dai carabinieri nelle ultime settimane per maltrattamenti in famiglia nel torinese. Oltre a chiamare il 112, le donne vittime di violenza possono contattare anche il numero dedicato 1522.

“Operazione Muraglia Cinese”, sequestrate diecimila mascherine illegali

Società cinese  certificava le mascherine illegalmente. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia all’autorità giudiziaria di tre persone per frode in commercio.

 

Le indagini, condotte dai Finanzieri della Tenenza di Bardonecchia e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, sono nate alcuni giorni fa da un primo sequestro nei confronti di un’impresa di articoli sanitari con alcuni punti vendita siti nella Val di Susa.

Ed è proprio presso il commerciante che i Finanzieri, dopo alcuni approfondimenti, hanno appurato che le mascherine, acquistate in grosse quantità dalla Cina, erano sì certificate ma da una società cinese non autorizzata ad apporre i necessari sigilli di garanzia e addirittura inserita, assieme ad altre società, in una sorta di black-list che la bandiva dall’effettuare tali importanti procedure di garanzia.

 

 

Le indagini hanno portato gli inquirenti a ricostruire l’intera filiera di approvvigionamento delle mascherine dalla Cina, introdotte in Piemonte da un importatore di origine cinese che con i dispostivi medici ha abitualmente poco a che fare. L’uomo, infatti, con numerosi punti vendita a Torino, Rivoli (TO) e Settimo (TO) di articoli floreali, piante e serre, nonché gestore di un Bar tabacchi commercializzava, di recente, anche dispositivi medici. Oltre 10.000 le mascherine cautelate presso l’azienda; tutta la documentazione rinvenuta è ora al vaglio dei Finanzieri di Bardonecchia per appurare la veridicità e l’attendibilità delle certificazioni che hanno accompagnato i dispositivi di protezione sequestrati sino in Italia.  

 

Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica torinese al fine di individuare eventuali altri lotti di mascherine (dispositivi medici: mascherine chirurgiche, ffp2 e ffp3) sprovviste del marchio CE o introdotte in Italia attraverso certificazioni fasulle che non garantiscono i requisiti di sicurezza.  

 

Tre finora le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Torino per frode in commercio; oltre 10.000 le mascherine sequestrate.

 

In merito all’operazione della Guardia di Finanza, l’Autorità Giudiziaria che sta coordinando le indagini, raccomanda a tutti i soggetti che operano nel mercato di verificare, preventivamente, le certificazioni di conformità dei dispositivi di protezione individuale.

 

Infatti, sul mercato italiano, i c.d. DPI (dispositivi di protezione individuale) e gli altri prodotti necessari al contenimento dell’epidemia, devono rispondere a rigorosi requisiti nonché superare specifici test.

In particolare, i facciali filtranti delle classi “N95” (provenienti dal mercato americano), “KN95” (di origine cinese), ovvero i facciali filtranti comunemente denominati FFP2 o FFP3, per essere lecitamente immessi sul mercato devono essere muniti di apposito certificato di idoneità che attesti il superamento ai predetti controlli, nel rispetto della norma europea “EN 149-2001”.

 

In buona sostanza, mentre per gli acquisti di DPI effettuati da società operanti all’interno della Comunità Europea, gli stessi sono già muniti di idoneità alla predetta normativa, i dispositivi di protezione individuale provenienti da Paesi EXTRA-UE (es. Cina e America), dovranno preventivamente essere verificati dagli organi preposti (es. INAIL o istituto Superiore di Sanità), circa la conformità dei certificati acquisiti dall’importatore rispetto ai rigorosi standard richiesti dalle norme europee e poi autorizzati per l’immissione in commercio. Pertanto si raccomanda ai rivenditori di farsi rilasciare l’autorizzazione alla vendita sulla conformità dei predetti dispositivi provenienti da area extra europea dalle autorità preposte prevista dalla legge anche nel caso in cui siano stati rilasciati certificati di conformità da società straniere, nonché agli acquirenti di verificare che tale autorizzazione sia stata accordata al venditore.

fp

Consegna caffè ai poliziotti e i vigili lo multano di 400 euro

Ha portato  tre caffè, davanti al Monte dei pegni, ai poliziotti che prestavano servizio di sorveglianza

Il gesto, scrive il quotidiano Repubblica,  è costato 400 euro di multa al titolare del bar Tuocc &  Fuje di via Monte di Pietà. La polizia municipale gli ha contestato  un’attività da asporto, vietata a Torino fino al 9 maggio. La consegna agli agenti di polizia non sarebbe stata possibile (sebbene le consegne a domicilio siano  ammesse) perché questi non erano lì residenti. I caffè erano stati ordinati dal direttore del Monte dei pegni come gesto di cortesia nei confronti dei poliziotti.