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Da Intesa Sanpaolo fondi per i tamponi negli ospedali piemontesi

Il presidente della Regione Cirio e gli assessori alla Sanità Icardi e alla Ricerca Covid Marnati: “Il nostro grazie per questo nuovo importante sostegno che ci aiuterà a potenziare i tamponi e a dare supporto ai nostri ospedali”

“Uno degli obiettivi prioritari della Regione è potenziare la rete dei nostri laboratori per garantire i tamponi necessari al monitoraggio in sicurezza della fase due. Il supporto che arriva da Intesa Sanpaolo va proprio in questa direzione ed è per noi un aiuto molto importante. Uno dei tanti che i Gruppo bancario ha scelto di mettere a disposizione del Piemonte fin dall’inizio di questa emergenza. Dalle donazioni per i nostri ospedali al supporto per consentirci di anticipare la cassa integrazione in deroga. Di questo siamo grati perché oggi più che mai è fondamentale il sostegno di tutti e il Piemonte ha la fortuna di poter contare anche sulla solidarietà e collaborazione di banche storiche del suo territorio come Intesa Sanpaolo”: con queste parole il presidente della Regione Alberto Cirio insieme all’assessore alla Sanità Luigi Icardi e alla Ricerca Covid Matteo Marnati esprimono il ringraziamento a Intesa Sanpaolo per le due nuove donazioni che sosterranno il Piemonte nell’affrontare l’emergenza Covid-19.

La prima erogazione, per un ammontare di 540.000 euro, è destinata all’Asl Torino3, per la fornitura di strumentazione e di reagenti necessari per la produzione di kit diagnostici Covid-19.

Il secondo intervento, per un ammontare di 600.000 euro, va all’Asl Torino4, per l’acquisto di apparecchiature indispensabili alla gestione di pazienti Covid-19, tra cui 11 ventilatori con doppia funzione di anestesia e ventilazione e una centrale di monitoraggio (inclusi 8 monitor per la terapia intensiva). Quest’ultima strumentazione, in particolare, è stata destinata alle tre rianimazioni dei presidi ospedalieri di Ivrea, Chivasso e Ciriè.

Intesa Sanpaolo aveva già sostenuto per 600.000 euro la realizzazione presso l’Istituto di Candiolo di un nuovo laboratorio di diagnostica e screening Covid-19, a disposizione degli enti pubblici della Regione.

Chiuso supermercato: nessuno indossava la mascherina

Né il titolare né il dipendente al banco indossavano le mascherine obbligatorie. E neppure il cliente presente in negozio al momento del controllo.

Non c’era neppure il gel disinfettante previsto dalla normativa.  Gli agenti di polizia hanno quindi chiuso il market Mridila di via Nizza per mancato rispetto delle disposizioni di legge  anti-contagio.
Multa da 400 euro per il proprietario del negozio.

Ex infermiera muore nello schianto contro un tir

E’ morta una ex infermiera 66enne di Orbassano, dipendente dell’Asl Torino 3,  nell’ incidente stradale avvenuto ieri ad Alice Castello, in provincia di Vercelli.

La donna, che viaggiava sulla propria vettura, si è scontrata con un tir  sulla  provinciale 593.

I vigili del fuoco di Livorno Ferraris sono intervenuti per liberarla dalle lamiere, ma non è stato possibile salvarla.

Carabinieri non in servizio salvano pensionato imprigionato dalle fiamme

Tarda serata di ieri, in Lanzo Torinese, quattro  militari della  locale stazione dei carabinieri, liberi dal servizio, soccorrevano un pensionato  rimasto bloccato all’ interno propria abitazione, per un incendio divampato in  cucina.
L’anziano è stato trasportato in ospedale per intossicazione da fumo, ma non è  in pericolo vita.
L’immobile al momento non è agibile.
(foto archivio)

In arrivo una settimana di pioggia e temporali

Bel tempo fino a sabato ma l’arrivo di una perturbazione dal Baltico si estenderà su gran parte del Mediterraneo occidentale porterà tempo instabile da sabato sera

E per tutta la settimana sarà brutto, con  periodi soleggiati intervallati da rovesci e temporali. Pioverà in particolare tra domenica sera e lunedì, con temperature massime in discesa, in pianura e bassa collina, da 21-27 gradi di sabato a 17-21 successivi.

(foto: il Torinese)

L’Aritmologia pediatrica segue i pazienti cardiopatici a casa

 Con la telemedicina al Regina Margherita  In questo momento storico all’insegna dell’emergenza Covid-19, la Città della Salute di Torino ha seguito i propri pazienti pediatrici cardiopatici da remoto a domicilio con la telemedicina, soprattutto quelli più indifesi e delicati, senza farli andare in ospedale. Insomma se il paziente non può venire in ospedale per motivi precauzionali e di sicurezza o se si trova anche in altre regioni, é l’ospedale che lo va a trovare  a  casa.

L’Aritmologia pediatrica (responsabile il dottor Fulvio Gabbarini) della Cardiologia pediatrica (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti) del Dipartimento di Patologia e Cura del bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) gestisce tutta la parte aritmologica sia clinica che interventistica dei bambini. I piccoli pazienti che hanno aritmie cardiache complesse e potenzialmente molto gravi ed i bambini il cui cuore continua a battere solo grazie al pacemaker devono essere controllati in maniera molto precisa e periodica. Infatti nel caso in cui la batteria del pacemaker si scaricasse anzitempo o se i fili del pacemaker funzionassero male, le conseguenze potrebbero essere anche gravi. Gli apparecchi che vengono impiantati sottocute ai bambini sono di tre tipi. Ci sono i pacemakers, che servono a far batter il cuore quando questo ha perso la capacità di farlo autonomamente, i defibrillatori, che intervengono con una scarica elettrica e lo riportano alla normalità nel caso in cui il cuore abbia improvvisamente una grave aritmia che lo fa battere in maniera troppo veloce ed irregolare, ed infine i loop-recorder, che sono una sorta di registratori che registrano tutta l’attività elettrica del cuore e “fanno la spia” al cardiologo nel caso in cui il bambino abbia senza accorgersene delle aritmie o dei blocchi cardiaci di breve durata, di notte, o quando è impossibile arrivare in tempo in un Pronto soccorso per far eseguire un elettrocardiogramma che li documenti.

Il dottor Gabbarini aveva dotato di queste apparecchiature i bambini più a rischio e soprattutto in questi giorni questa condotta si è rivelata in tutta la sua efficacia ed utilità: i bambini possono restare nelle loro case e continuare a giocare serenamente ed al sicuro dal COVID-19, i loro genitori sono sereni perchè i loro figli vengono comunque controllati, ma soprattutto il cardiologo da remoto può analizzare tramite un sistema criptato, e quindi nel totale rispetto della privacy, l’andamento del ritmo cardiaco dei piccoli pazienti.

I controlli seguono una procedura molto tracciabile e codificata: l’apparecchio impiantato al bambino trasmette al monitor domiciliare, il quale trasmette ad un server centrale, al quale a sua volta Gabbarini si connette telematicamente tramite un computer collegato via internet. Al momento dell’impianto il cardiologo aveva programmato il software di trasmissione e nella schermata appaiono subito le informazioni principali (durata della batteria, stato di funzionamento del fili, connessione buona o no tra i fili ed il cuore), ma poi è possibile anche vedere se ci sono state delle aritmie, in che giorno si sono verificate, a che ora e cosa stava facendo il bambino in quel momento, se era a riposo e se si muoveva e, nel caso dei defibrillatori, se e quando il defibrillatore è intervenuto per interrompere l’aritmia  facendo vedere anche l’elettrocardiogramma registrato prima dell’aritmia, durante la stessa e dopo, quando il cuore è ritornato a battere normalmente.

I controlli vengono eseguiti a cadenze prefissate, quindicinali in casi particolari, ma è possibile controllare i dati da casa in qualsiasi momento, previo accordo telefonico tra il cardiologo ed i genitori. Fatto il controllo, nel caso si rendesse necessario, il bambino viene richiamato immediatamente in ospedale e si provvede a risolvere il problema (per esempio la sostituzione del pacemaker se la batteria si sta scaricando).

Questo tipo di tecnologia che consente di entrare nelle case dei bambini è di ausilio anche ai pediatri curanti dei bambini aritmici, che, insieme all’Aritmologia del Regina Margherita, hanno già da tempo creato una Rete, cosicchè la gestione del bimbo aritmico sia “protetta” in caso di necessità. Ed a causa del COVID-19 purtroppo è una necessità.

 

Fase 2, Cirio preoccupato dai contagi: “Fine settimana sarà test importante”

 A fronte dei contagi aumentati in Piemonte nelle ultime 24 ore, il governatore Cirio commenta: “è ovvio che la gente abbia voglia di uscire, ma vedo tante foto di situazioni poco responsabili. Questo fine settimana sarà un test importante, sono preoccupato”. 

Aggiunge il presidente del Piemonte: “la possibilità di tornare a una vita normale dipende molto dal comportamento di ciascuno di noi. E lunedì  sarà il giorno in cui avremo una prima valutazione di questa seconda Fase”.

In Piemonte avviata la sperimentazione delle cure con il plasma

Monitoraggio del contagio, livelli di allerta, gestione della fase 2 dell’emergenza sanitaria, economica e sociale, nuovo accordo con i medici di medicina generale e avvio della sperimentazione delle cure con il plasma


Sono i principali temi affrontati nella conferenza stampa di oggi pomeriggio nella Sala Giunta della Regione Piemonte. Presenti il presidenteAlberto Cirio, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il vicepresidenteFabio Carosso, l’assessore regionale alla Ricerca Matteo Marnatie il commissario straordinario per l’emergenza covid Piemonte Vincenzo Coccolo. All’incontro sono intervenuti anche il presidente del Gruppo di lavoro sulla medicina territoriale Ferruccio Fazio e l’epidemiologo dell’Imperial CollegePaolo Vineis, consulente della Regione Piemonte per la fase 2.

TRE LIVELLI DI MONITORAGGIO

Sono tre i livelli di monitoraggio con cui la Regione Piemonte vigila sull’andamento del contagio:
1) Elaborazione dei dati piemontesi raccolti dall’Unità di crisi sulla base dei 21 indicatori individuati dal Ministero della Salute
2) Focus quotidiano dei livelli di attenzione locale sul modello elaborato e seguito dal prof. Vineis, che si basa su tre indicatori fondamentali: la curva del contagio, il fattore R0(ovvero del numero medio di infezioni secondarie generato da ciascun individuo covid positivo) e la comparsa di eventuali focolai, non solo geografici, ma anche ambientali (luoghi di lavoro, mezzi di trasporto pubblico e ambienti comunitari).
3) Analisi territoriale istituzionale, accanto al monitoraggio sanitario, dell’impatto dell’emergenza sulla situazione economica e sociale, in coordinamento con Prefetture, Comuni capoluogo, Province, Asl, Unità di crisi, Consiglio regionale e con il supporto tecnico-scientifico dell’Ires. Tra i dati monitorati settimanalmente, le eventuali criticità legate agli spostamenti dei cittadini, ad esempio nell’uso del trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane, aeroporti…) negli esercizi ad alta affluenza (bar, ristoranti, tabaccherie) e nelle aree pubbliche, come giardini, parchi e mercati. Verifica, inoltre, del numero di attività produttive, commerciali e professionali aperte o ancora in situazione di chiusura. Particolare attenzione alle nuove povertà, analizzando ad esempio i dati sui buoni spesa e il ricorso al Monte dei pegni.

LIVELLI DI ALLERTA

Sono in corso di elaborazione i dati raccolti in tempo reale dallapiattaforma informatica Covid Piemontesulla base degli indicatori ministeriali che definiscono i livelli di allerta (bianco/normalità, giallo/attenzione, arancione/preallerta, rosso/allerta) per l’attivazione delle eventuali e specifiche misure di contenimento, in accordo tra la Regione e Governo.

MEDICINA TERRITORIALE

Nel pomeriggio è stata raggiunta l’intesa con le rappresentanze istituzionali e sindacali dei medici di medicina generale che getta le basi per la nuova riforma del servizio di medicina sul territorio.In particolare, il medico di famiglia diventa la sentinella che intercetta gli eventuali nuovi focolai di infezione e, alla luce del quadro clinico, pone direttamente in quarantena il “sospetto positivo”, attivando in automatico, attraverso la piattaforma covid Piemonte, la procedura di effettuazione del tampone diagnostico e del tracciamento dei suoi contatti.

RICERCA

All’assessore all’Innovazione e RicercaMatteo Marnati è stata affidata dalla Giunta una specifica delega alla “ricerca covid”per il potenziamento, in particolare, della rete dei laboratori nella fase 2. È stato inoltre anticipato che il Piemonte ha avviato, a Torino e Novara, la prima fase della sperimentazione delle cure con il plasma per i malati covid, che verrà presentata in modo approfondito la prossima settimana.

Coronavirus, guariti a quota 7687. Ma i contagi non calano

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di venerdì 8 maggio

7687 PAZIENTI GUARITI E 3269 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 7.687(+409 rispetto a ieri): 613 (+53) in provincia di Alessandria, 341 (+24 ) in provincia di Asti, 375 (+7) in provincia di Biella, 858 (+33) in provincia di Cuneo, 618 (+11) in provincia di Novara, 4036 (+238) in provincia di Torino, 334 (+18) in provincia di Vercelli, 435 (+24) nel Verbano-Cusio-Ossola, 77 (+1) provenienti da altre regioni. Altri 3.106 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.305
Sono 23 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 3.305 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 588 Alessandria, 200 Asti, 166 Biella, 274 Cuneo, 279 Novara, 1.479 Torino, 168 Vercelli, 118 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI Sono 28.368 (+233 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.712 in provincia di Alessandria, 1.666 in provincia di Asti, 1.002 in provincia di Biella, 2.628 in provincia di Cuneo, 2.442 in provincia di Novara, 14.320 in provincia di Torino, 1.168 in provincia di Vercelli, 1.070 nel Verbano-Cusio-Ossola, 251 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 109 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 140 (-4 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.013 (-140 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 11.954 (- 218 rispetto a ieri). I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 201.183, di cui 110.294 risultati negativi.

È sano di mente l’omicida dei Murazzi

È stato ritenuto “sano di mente” e capace di intendere e di volere, Said Mechaquat, il giovane marocchino che nel febbraio dello scorso anno uccise con una coltellata alla gola Stefano Leo, ai Murazzi

L’assassino dichiarò che lo fece perché aveva visto felice quel ragazzo che incontrò per puro caso, mentre lui stava attraversando problemi personali.

Non risulta che l’omicida fosse totalmente o parzialmente incapace: non soffre di patologie mentali che possano aver inciso sulla decisione di assassinare Leo.

Questo quanto stabilito dai periti Maurizio Desana e Franco Freilone nelle oltre 100 pagine depositate nei giorni scorsi, in vista del processo.