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La Giunta: “ToBike non abbandona il bikesharing”

DA PALAZZO CIVICO  L’assessora Maria Lapietra ha fornito in consiglio comunale nella seduta di ieri comunicazioni relative alla questione ToBike.

Lapietra ha ricordato come, nei giorni scorsi, un quotidiano cittadino avesse annunciato il ritiro dal mercato di ToBike, che fornisce il il servizio di bike sharing.

L’assessora ha specificato che l’articolo non corrisponde al vero ed è stata chiesta una rettifica a oggi non ancora pubblicata.

L’articolo è grave perché crea danno al servizio del ToBike, sul piano degli abbonamenti e sul piano dell’acquisto degli spazi pubblicitari.

Probabilmente, ha spiegato Lapietra, il giornalista ha usato il pretesto del nuovo bando della Città sul servizio di free floating, arrivando ad una conclusione personale. ToBike ha una convenzione in essere con la Città che dura da anni e che dovrebbe concludersi nel 2021 ma che la Città si sta prodigando per prorogarla a causa della pandemia.

L’articolo, aggiunge l’assessora, cita aspetti sbagliati: paragona e confonde il ToBike con il free floating, sostiene che il Comune abbia rispedito al mittente la proposta di proroga della convenzione, che ToBike rinunci a rinnovare il parco bici, mentre invece To Bike ha rinnovato 30 stazioni e messo in servizio 200 biciclette (obiettivo 1000 per l’estate).

Mi spiace per i cittadini di Torino che sono indotti a pensare cose inesatte”.

Dopo l’intervento dell’assessora, si è aperto il dibattito.

Maria Grazia Grippo (PD): Ringrazio l’assessora, ma mi aspettavo qualche notizia in più. Il tema è molto sentito e sarebbe stato utile fornire qualche dato sul funzionamento del servizio.

Roberto Malanca (M5S): L’allarme era ingiustificato e rischia di danneggiare un servizio pubblico molto importante per la nostra città e la cittadinanza. Non si può mettere a rischio un servizio del genere a causa di notizie di stampa improvvide.

Federico Mensio (M5S): La notizia de La Stampa non trova riscontro nella realtà e mi auguro si proceda al più presto alla rettifica per tutelare la Città di Torino e gli altri Comuni che usufruiscono del servizio ToBike.

Chiara Foglietta (PD): Sono stupita da queste comunicazioni: non ci sono state fornite nuove informazioni sul bando o sui miglioramenti del servizio, ora in estrema difficoltà. Vorremmo qualche rassicurazione su un servizio necessario, su cui questa Amministrazione ha puntato molto.

Federica Scanderebech (Forza Italia): Anche io sono stupita da queste comunicazioni! Sarebbe stato più utile una discussione in Commissione per capire se il cronoprogramma del servizio ToBike viene rispettato. Dobbiamo rassicurare la cittadinanza invece di attaccare gli organi di stampa che denunciano l’abbandono in cui versa il servizio!

Aldo Curatella (Misto di Minoranza – Azione): Mi sarei aspettato che l’assessora ci fornisse dei dati sul servizio! Quante stazioni e quante biciclette sono ancora operative? Molte stazioni sono danneggiate o senza bici. La mancanza di informazioni e di azioni di manutenzione rischia di creare ulteriori allarmismi.

Tentano la truffa dello specchietto sotto gli occhi della polizia

Arrestata una coppia dalle Pegaso della Squadra Volante

Non avrebbero potuto scegliere momento peggiore per tentare la truffa. Giovedì mattina una pattuglia delle Pegaso percorrendo via Ivrea nota che il traffico è parzialmente bloccato per un’auto in sosta in doppia fila che costringe le altre auto ad allargare la traiettoria per poter proseguire.

Ad un certo punto gli agenti vedono una persona ergersi dal finestrino dell’auto e colpire con un oggetto un’auto in transito che viene poi invitata a fermarsi. Vista la scena, i motociclisti della Squadra Volante bloccano l’auto e una volta scoperti, i due occupanti del veicolo cercano di occultare l’oggetto con il quale era stata colpa la macchina in transito.

Dagli accertamenti è emerso che entrambi, un uomo e una donna, rispettivamente di 26 e 22 anni, avevano a cario precedenti specifici. La coppia è stata tratta in arresto per tentata truffa.

Ragazzo mette in fuga due truffatori

Si erano spacciati per Carabinieri

Hanno citofonato attorno a mezzogiorno di lunedì scorso nell’alloggio ove risiede un ventiseienne italiano, nel quartiere Vallette, e si sono presentati alla sua porta qualificandosi come Carabinieri, mostrando un placca metallica. I due uomini affermavano di avere ricevuto la segnalazione, da parte dell’istituto bancario dove il giovane ha il conto corrente, dell’emissione di banconote contraffatte, e quindi chiedevano di poterle visionare. Il ragazzo intuiva che si trattava solo di un pretesto per introdursi a casa sua ed invitava i due sconosciuti ad andarsene: questi però si mostravano ancora più insistenti; pertanto, il ventiseienne, certo delle loro mali intenzioni, li allontanava energicamente. I due si sono dileguati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Il bollettino Covid di martedì 25 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 274 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 33 dopo test antigenico), pari al 1,1% di 24.752 tamponi eseguiti, di cui 9.937 antigenici. Dei 274 nuovi casi, gli asintomatici sono 115 (42,0%).

I casi sono così ripartiti: 37 screening, 185 contatti di caso, 52 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 46 scolastico, 226 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 362.867 così suddivisi su base provinciale: 29.277 Alessandria, 17.316 Asti, 11.372 Biella, 52.320 Cuneo, 27.870 Novara, 194.328 Torino, 13.527 Vercelli, 12.856 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.487 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.514 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 94 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 808 ( -24 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6299

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.856.966 (+24.752 rispetto a ieri), di cui 1.613.714  risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.600

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.600 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 702 Asti, 428 Biella, 1.440 Cuneo, 938 Novara, 5.541 Torino, 519 Vercelli, 370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

344.066 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 344.066 (+ 722 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 27.276 Alessandria, 16.409 Asti, 10.552 Biella, 49.747 Cuneo, 26.453 Novara, 184.890 Torino, 12.683 Vercelli, 12.261 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.403 extraregione e 2.392 in fase di definizione.

Tragedia del Mottarone: alla ricerca della cause

Un drammatico e tragico evento annichilisce l’apertura domenicale e la voglia di libertà negata fino ad oggi causa pandemia. La funivia che da Stresa conduce fino alle pendici del Monte Mottarone è precipitata nel vuoto togliendo la vita a 14 dei 15 passeggeri presenti in quel momento in cabina.

L’unico superstite è un bimbo, in gravissime condizioni, ricoverato al Regina Margherita di Torino, l’Ospedale di riferimento per i piccoli futuri uomini. Fin qui la cronaca. Da qui in poi le perizie, le responsabilità, la dinamica dei fatti, le cause e le conseguenze. Sui fatti indaga la procura e, da lontano, in assenza di sopralluoghi diretti, possiamo soltanto supporre delle ipotesi tecniche sull’accaduto.

Ciò che si conosce dalle ultime ricostruzioni e dalle informazioni dei principali telegiornali nazionali è che la causa del tutto sia stato il cedimento della fune traente della cabina nel tratto in salita alla stazione di Mottarone.

Per i non addetti ai lavori, anche se ormai sono cose riportate da ogni voce giunta sul luogo dell’incidente, proviamo a fare chiarezza su cosa sono e come funzionano questi sistemi di trasporto a fune.

Il pensiero di queste nozioni mi porta indietro nel tempo, molto indietro. Da studente all’ultimo anno di ingegneria, al Politecnico di Torino, avevo preso la specializzazione in Trasporti e Strade, Ferrovie e Aeroporti. All’interno di quel pacchetto di esami avevo inserito anche gli impianti a fune, proprio quelli del tipo di cui oggi parliamo, e ricordo che, all’Esame di Stato, uno dei temi della nostra specializzazione era proprio il progetto di un impianto a fune. Argomento che toccai ancora da vicino quando, qualche anno fa, venni chiamato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino a fare da commissario agli Esami di Stato per la sezione trasporti e un tema d’esame che proponemmo riguardava proprio questa tipologia di impianti.

La funivia oggetto di studio è del tipo a “va e vieni. Le funivie a va e vieni sono impianti a fune ideali per terreni impervi. In questo sistema, le cabine viaggiano in servizio alternato tra le stazioni terminali e vengono movimentate da una fune traente. Normalmente scorrono su una o due funi portanti e, in alcuni casi possono essere monofuni.

Per essere più chiari si immagini un sistema in cui una (due nel caso di specie) corda ancorata ai due poli con particolari sistemi (si spiega il concetto, non la tecnologia ovviamente) trattiene il peso della cabina con i passeggeri mentre un’altra fune, detta traente,“tira” letteralmente la cabina verso la stazione a monte. Non me ne vogliano i puristi e gli altri colleghi ingegneri per la estrema semplificazione ma è per meglio permettere la comprensione del concetto della struttura del sistema. Stando alle dichiarazioni, se veramente si fosse tranciata la traente, sarebbe venuta a mancare la forza motrice e quindi la cabina avrebbe cominciato a ridiscendere il pendio in senso opposto a quello di progetto (in quel tratto la percorrenza è in salita verso la stazione di monte). Conoscendo gli impianti ci si aspetterebbe che il freno di emergenza, in assenza di altri fattori di segnalazione delle eventuali anomalie, intervenga e freni la cabina fino ad arrestarla e permettere l’intervento dei soccorsi in sicurezza, seppure in emergenza. Invece, la più triste e angosciante delle ipotesi si avvera e, oltre ai sistemi di monitoraggio, anche il freno di emergenza non interviene. La cabina scivola sempre più velocemente all’indietro fino a impattare il traliccio appena percorso, venendo quindi sbalzata fuori dai cavi di sostegno. Come riportano le Autorità intervenute sul luogo questi i due motivi principali dell’evento: rottura del cavo traente e mancato funzionamento del freno di emergenza che, pare, sia invece intervenuto sulla cabina a valle, in discesa, la quale, infatti, si è fermata appesa al cavo portante. La prima cosa che verrebbe da pensare è la manutenzione che questi impianti devono subire per essere eserciti in sicurezza. Da questo punto di vista posso assicurare che la normativa di settore è molto severa ed è anche applicata con diversi e importanti livelli di controllo. Altro punto fondamentale è che la funivia è stata sottoposta nel 2016 a importanti lavori di manutenzione da Azienda leader mondiale nel settore per la progettazione e la realizzazione di questo tipo di sistemi di trasporto a fune. Non solo, l’ultima verifica dei cavi e delle funi è avvenuta a novembre scorso. Eppure, è successo. Accavallamento della traente sui rulli o lungo la scarpata dell’ultimo sostegno, sensori di controllo che non rilevano anomalie di funzionamento, fune che si rompe…questo è un elemento importante per poterne comprendere meglio le cause. Si è tranciata di netto, quindi per effetto di un oggetto contundente capace di tanto oppure la rottura è da ricercarsi in una impalmatura della fune che ha ceduto? Un altro elemento da verificare è se il cedimento della fune sia stato causato dall’arresto del sistema (blocco della ruota a valle o di qualche elemento/ingranaggio non perfettamente lubrificato) per cause ancora da definire con il motore che, funzionando a pieno regime, abbia sforzato a tal punto da stressare la fune fino a farla cedere, sottoponendola ad una tensione maggiore rispetto alle sue capacità meccaniche. Supposizioni al buio evidentemente…però. Tre tipi di cavi: quello traente, quello portante e quello di soccorso. Il cavo portante è fisso, realizzato interamente in trefoli di acciaio, ancorato nelle due stazioni di monte e di valle. Anche l’anello portante è realizzato in trefoli di acciaio e si muove in senso orario e antiorario mentre il carrello è la struttura che tiene la cabina ancorata al cavo ed è agganciata al cavo portante. Revisione nel 2016 eseguita dalla Leitner costata quattro milioni di euro. Controlli non distruttivi recenti sulle funi (esame magnetoscopico ad esempio) che non fanno rilevare difetti o non conformità. Sistemi di controllo lungo la linea e sul quadro comando che non rilevano anomalie di alcun genere. Cavo traente che si rompe. Freni automatici che non intervengono. Sembra impossibile che non ci sia stato un segnale di cedimento e che tutta la catena tecnica di controllo e comando di emergenza non sia intervenuta per spezzare la continuità di questa drammatica vicenda. Veramente umiliante, per un tecnico, non riuscire a rispondere o a fare supposizioni su una tragedia così sconvolgente. Rimangono i luoghi comuni di queste morti che, forse si potevano evitare. Errore umano nelle varie fasi della manutenzione delle strutture e dei sistemi elettronici ed elettromeccanici, eventi atmosferici particolari (fulmini), mancanza dei controlli, atto doloso (da elencare ma, speriamo, sicuramente da escludere)? Non possiamo rispondere, oggi, ma rimaniamo in attesa che la Procura di Verbania, incaricata delle indagini, faccia il suo lavoro con la speranza che tutte queste morti bianche, dal Ponte Morandi, alle morti sul lavoro, non vedano sommarsi le altre morti delle vacanze. In questo caso tutto si può dire ma, stando alle prime informazioni, non che fosse una tragedia annunciata.

Ing. Massimo Rivalta

Consulente del Giudice
Presidente ANIMAC

Associazione Nazionale Installatori e Manutentori Aria Compressa

 

Svaligiano una villa ma vengono sorpresi dai carabinieri

Torino, 24 maggio Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare i reati predatori, i carabinieri hanno arrestato tre autori di un furto in villa. 

Il fatto si è verificato a Moncalieri, nell’hinterland torinese, dove i tre uomini si sono prima recati nei pressi di un ristorante rubando da una vettura parcheggiata le chiavi dell’abitazione e poi, sicuri di non trovare nessuno all’interno, sono entrati per depredarla.
Durante il furto però i proprietari si sono accorti della presenza di estranei in casa dalle immagini di videosorveglianza trasmesse in remoto sui loro telefonini e hanno dunque allertato i carabinieri, che prontamente intervenuti hanno intercettato i ladri. Il palo era ancora seduto in auto mentre i due complici sono stati bloccati mentre stavano uscendo dall’immobile scavalcando la recinzione. Recuperati diversi monili in oro appena asportati che sono stati subito riconsegnati ai legittimi proprietari. Rinvenute inoltre diverse somme di denaro la cui provenienza è in corso di accertamento. Infine all’interno di uno scomparto ricavato nel cruscotto della vettura in uso ai ladri sono stati rinvenuti arnesi da scasso, passamontagna e radio trasmittenti portatili.

Arrestato a Porta Nuova per spaccio

Un trentunenne straniero, senza fissa dimora, è stato arrestato dagli agenti della Polizia Ferroviaria nella stazione di Torino Porta Nuova, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso nel mese di luglio 2020 dal Tribunale di Torino, per spaccio di sostanze stupefacenti.

Il giovane, notato per l’atteggiamento sospetto dalla pattuglia della Polfer all’interno della stazione, durante i quotidiani servizi di vigilanza, è stato fermato per un controllo.

Accompagnato presso gli uffici di Polizia, è emerso che il 31enne era ricercato a seguito di un provvedimento di carcerazione, dovendo scontare una pena di 1 anno, 7 mesi e 24 giorni di reclusione.

Lo straniero, con numerosi precedenti di polizia per reati inerenti gli stupefacenti, è stato arrestato ed associato presso la locale Casa Circondariale.

Nel bar due apparecchi da gioco illegali: multa da 22 mila euro

Sanzionato amministrativamente per 22 mila euro

Ha istallato due apparecchi elettronici destinati al gioco privi di autorizzazioni. Per questo motivo mercoledì mattina, il titolare di un bar di Settimo Torinese è stato sanzionato dagli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale con il contestuale sequestro delle macchine da gioco. I due apparecchi erano privi di ID risultavano off-line, ovvero non collegati alla rete telematica. Dalla verifica delle componenti interne è emerso che dal gioco a rulli erano stati rimossi lo strumento hopper e la gettoniera, pertanto il gioco si attivava solo con l’inserimento di banconote. Eventuali vincite, quindi, venivano corrisposte direttamente dal barista.

Università di Torino, al via l’anno accademico: iscritti in aumento, tasse in calo

L’ateneo di Torino nonostante il Covid continua ad aumentare gli iscritti

Gli studenti hanno raggiunto a maggio gli  81.000 (nel 2017 erano 69.000), con 7.000 pre-iscrizioni di studenti stranieri, ovvero il doppio del 2019. E scendono  di circa 200 euro le tasse pagate da ciascun iscritto. Questi i dati illustrati dal rettore Stefano Geuna, in vista dell’inaugurazione dell’anno accademico che si svolge oggi.  Migliora inoltre lo stato delle casse  universitarie: passa  da 1 miliardo e 40 milioni a 1 miliardo e 117 milioni. Ci sono anche nuovi assunti: cento dipendenti nell’ambito del personale tecnico amministrativo. Previsti infine 276 progetti per i principali programmi internazionali.

Muore al Regina Margherita uno dei due bimbi feriti nella tragedia della funivia del Mottarone

AGGIORNAMENTO:  E’ morto in serata all’ospedale  Regina Margherita il bimbo di 9 anni ricoverato in codice rosso per i traumi riportati nella tragedia del Mottarone

Sono 13 le vittime e tre i feriti, di cui due bambini di 5 e 9 anni nell’incidente della funivia del Mottarone

Sul posto squadre dei vigili del fuoco e del soccorso alpino. Due  bambini sono stati trasferiti  in codice rosso, con l’elisoccorso al Regina Margherita di Torino.

L’incidente sarebbe dovuto  al cedimento di una fune, nella parte più alta del percorso che dal lago Maggiore giunge a quota 1.491 metri.