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I civich sequestrano pesce e carne avariati in ristorante

Gli  agenti della Polizia Commerciale della Polizia Municipale, durante un controllo negli esercizi commerciali sul rispetto delle normative anti contagio e contenimento Covid-19, hanno effettuato un sopralluogo all’interno di un ristorante sito in via Barge, dove era in corso la somministrazione a una decina di avventori nel pieno rispetto delle regole.

Tuttavia, durante l’ispezione, gli agenti hanno rinvenuto, all’interno della cella congelatore, 26 chilogrammi di carne e pesce acquistati freschi e portati allo stato di congelazione senza l’utilizzo dell’abbattitore.

Il dispositivo per il raffreddamento rapido non era infatti presente all’interno del locale.

Il gestore del ristorante è stato denunciato per la violazione dell’art. 5 lettera b) della Legge 283/62, ‘somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione’, e la merce è stata posto sotto sequestro giudiziario.

Tenta rapina in farmacia, ragazza arrestata dai Carabinieri

 Ieri i carabinieri hanno arrestato una rapinatrice di 27 anni, che era entrata in una farmacia di corso Giulio Cesare, nel quartiere Barriera Milano, con il volto coperto da una sciarpa e con un cappuccio sulla testa, pretendendo i soldi della cassa sotto la minaccia di spaccare tutto all’interno. La tempestiva chiamata al 112 di una dipendente ha consentito l’immediato intervento di una pattuglia in zona della Compagnia di Torino Oltre Dora, che l’ha sorpresa in flagranza di reato.

La metropolitana Lingotto-Bengasi parte a metà aprile

A metà del mese di aprile 2021 si prevede l’inizio dell’attività  del prolungamento della linea 1 della metropolitana  Lingotto-Bengasi

La nuova stazione è in via di completamento nel rispetto dei tempi “nonostante questi mesi di pandemia”, ha detto l’amministratore unico di Infra.To, Massimiliano Cudia, intervenuto a Palazzo Civico in una Commissione consiliare per fare il punto sull’andamento dei lavori.

Il 25 marzo si attende l’autorizzazione della Commissione Nazionale di Sicurezza per il pre-esercizio a partire dal giorno successivo. Ed entro la seconda settimana di aprile è prevista l’autorizzazione Ustif e del Comune  per dare il via libera definitivo alla linea.

Inquilino litiga con l’amministratore e colpisce un agente

Arrestato dalla Squadra Volanti

Nei giorni scorsi gli agenti della Squadra Volanti intervengono in uno stabile nei pressi del Parco Dora dove precedentemente era stata segnalata una lite. L’amministratore di condominio riferisce agli operatori di essere stato minacciato e percosso da un inquilino dopo averlo redarguito dal far accedere nei locali dello stabile in orari notturni, persone esterne al palazzo. I poliziotti bussano alla porta dell’uomo, cittadino italiano di 42 anni. È palese agli operatori lo stato di alterazione psico-fisica del soggetto, verosimilmente dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche e psicotrope. Il quarantaduenne assume da subito un atteggiamento irriguardoso nei confronti degli agenti, insultandoli prima e minacciandoli poi, gettando un cutter in terra. Pochi istanti dopo, insofferente al controllo, colpisce con una testata l’operatore della Volante e tenta di morderlo. Definitivamente bloccato ed accompagnato all’autovettura di servizio, questi danneggia la portiera posteriore con un calcio. L’uomo, con precedenti di Polizia di vario genere, è stato arrestato per resistenza a P.U., lesioni personali, danneggiamento e denunciato per minacce.

Mauriziano, chiusa la vertenza su ospedale Lanzo e presidio Valenza

La Giunta regionale del Piemonte stamattina ha ratificato l’accordo raggiunto in Assessorato regionale alla Sanità tra la Fondazione Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte e le Aziende sanitarie locali To4 e Alessandria sull’ospedale di Lanzo e il presidio sanitario di Valenza, i due immobili che la Fondazione affitta alla Regione dal 2003 per uso sanitario e sui quali pende dal 2009 un contenzioso ultradecennale legato al riconoscimento dei canoni di locazione e alle spese anticipate dalla Regione per la manutenzione degli immobili.

In particolare, sono stati approvati i conteggi transattivi relativi ai canoni decurtati delle spese di manutenzione straordinarie sostenute dall’Asl di Alessandria e dall’Asl To 4 fino al 31 dicembre 2019 il cui l’importo è pari a 623.240 euro per il presidio di Valenza e a 1.114.376 euro per il presidio di Lanzo, per un totale complessivo di 1.737.616 euro.

«Porre fine a questa storica vertenza locataria – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – era fondamentale per poter guardare con maggiore razionalità e funzionalità ai bisogni strutturali delle Sanità del territorio di Lanzo e Valenza. Abbiamo già disposto le perizie per avere modo di individuare il migliore percorso di utilizzo sanitario delle due strutture. Ora che il campo è sgombro da contenziosi, sarà possibile ragionare sull’entità del canone di affitto o sull’eventuale acquisizione degli immobili. Ringrazio i rappresentanti delle parti in causa che hanno collaborato al buon esito della trattativa».

Per il Sindaco di Valenza Maurizio Oddone “questa non è la vittoria di una parte politica, ma di tutta la Città. Abbiamo lavorato tutti questi mesi in silenzio perché quanto affermato in campagna elettorale diventare una realtà e così grazie all’impegno dell’assessore Icardi è stato, nonostante il periodo di emergenza sanitaria“.

 

Massimo Iaretti

 

Prima volta al mondo: trapianto di fegato da donatore Covid positivo in ricevente Covid positivo

All’ospedale Molinette di Torino  Per la prima volta al mondo nei giorni scorsi è stato effettuato con successo un trapianto di fegato da un donatore Covid positivo in un ricevente Covid positivo, presso l’ospedale Molinette di Torino dall’équipe del professor Renato Romagnoli. 

A seguito dell’apertura da parte del Centro Nazionale Trapianti di un programma di donazione di organi salvavita da soggetti con infezione da SARS-CoV-2 (da riservare a riceventi anch’essi positivi), il 10 dicembre scorso la Rianimazione dell’ospedale di Domodossola (VCO) ha segnalato al Centro Regionale Trapianti piemontese (diretto dal professor Antonio Amoroso) la volontà donativa espressa dai familiari di una donna di 66 anni risultata positiva al virus. Le condizioni del fegato erano compatibili con la donazione, mentre lo screening per SARS-CoV-2 era risultato positivo sia sul tampone nasofaringeo sia sulle secrezioni bronchiali.

L’offerta di tale organo è stata immediatamente accettata dal Centro Trapianto di Fegato di Torino nella serata del 10 dicembre, in quanto quel giorno stesso era stato riattivato nella lista d’attesa un uomo di 63 anni originario dalla Calabria, affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva, compatibile con la donatrice. L’uomo, inserito in lista d’attesa il 15 ottobre, era risultato per la prima volta positivo al Covid su tampone nasofaringeo il 9 novembre, dopo aver avuto per alcuni giorni febbre e tosse. Le sue condizioni respiratorie si erano mantenute stabili ed era stato posto in isolamento domiciliare, senza necessità di ricovero ospedaliero. Scaduti i 21 giorni di isolamento, il paziente era stato visitato dal responsabile della Terapia Insufficienza Epatica, dottor Antonio Ottobrelli, in data 1° dicembre, allorchè il tampone nasofaringeo era risultato ancora positivo per SARS-CoV-2, mentre gli esami ematici e radiologici avevano evidenziato un chiaro peggioramento della situazione tumorale. Il mattino del 10 dicembre il dosaggio su sangue degli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 aveva mostrato un livello elevato, mentre il tampone nasofaringeo era risultato per la prima volta negativo. Posto di fronte alla possibilità di eseguire un trapianto con il fegato di una donatrice Covid positiva, il paziente aveva immediatamente fornito il suo consenso, ben conscio che l’evoluzione della sua patologia tumorale epatica avrebbe potuto in brevissimo tempo portarlo all’esclusione dalla lista d’attesa.

Così, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre l’équipe del Centro Trapianto Fegato, equipaggiata con idonei dispositivi di protezione individuale, ha proceduto con il prelievo del fegato della donatrice Covid positiva nella sala operatoria allestita nell’ospedale di Domodossola. Contemporaneamente, il candidato ricevente è stato convocato e sottoposto agli accertamenti pre-operatori necessari per accedere alla sala operatoria per il trapianto. Come di routine in questo periodo di pandemia, è stato sottoposto ad un ulteriore tampone nasofaringeo per ricerca SARS-CoV-2. Dopo poche ore, ovvero poco prima di entrare in sala operatoria, il referto del tampone ha evidenziato tracce ancora misurabili del virus. Di fronte all’improvvisa necessità di scegliere se proseguire o meno con il trapianto salva-vita, il bilancio rischi-benefici ha fatto propendere l’équipe medico-chirurgica per andare avanti con il trapianto. La sala operatoria del Centro Trapianto Fegato è stata rapidamente convertita in Sala Covid dal personale infermieristico e gli anestesisti dell’Anestesia Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna), adeguatamente protetti, hanno proceduto con la preparazione del paziente per l’intervento.

L’intervento chirurgico, durato 9 ore, è stato eseguito in prima persona dal professor Renato Romagnoli, coadiuvato dai suoi più validi collaboratori. A causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessità di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, l’operazione è stata non solo tecnicamente difficile, ma anche particolarmente faticosa. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali del paziente durante il trapianto ha confermato la presenza di una carica virale. Per questo motivo, come indicato dalla Direzione Sanitaria Molinette, il paziente a fine trapianto è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1 (diretta dal professor Luca Brazzi). Già 24 ore dopo il trapianto il paziente, ben risvegliato grazie alla buona funzione del fegato trapiantato, è stato estubato. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali è risultata ancora positiva in 1° e 3° giornata post-operatoria, mentre il tampone nasofaringeo si è negativizzato, a testimoniare lo stato di infezione in via di risoluzione. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono attualmente nella norma, ed il paziente verrà a breve trasferito presso l’Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato.

Ancora una volta, lo sforzo multidisciplinare – non solo clinico ma anche organizzativo – di un grande ospedale italiano ha reso possibile quanto fino a poco tempo fa era ritenuto del tutto impensabile. In questo caso sono risultati fondamentali il supporto del laboratorio di Microbiologia (diretto dalla professoressa Rossana Cavallo) e dell’Infettivologia (diretta dal professor Francesco De Rosa). La recente infezione da coronavirus non impedisce dunque la donazione ed il trapianto di organi in sicurezza.

 

Danneggiate le vetrine dei negozi di Damilano

Nella notte un raid vandalico ha danneggiato le vetrine delle attività commerciali di Paolo Damilano, l’imprenditore che  ha annunciato l’intenzione di candidarsi sindaco di Torino per il centrodestra.

Ignoti nella notte hanno infatti colpito le vetrate del pastificio Defilippis, in via Lagrange, e del bar Zucca di via Andrea Doria.

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia esprime la propria condanna per il gesto: “Esprimo massima solidarietà a Paolo Damilano e ferma condanna per gli atti vandalici contro le sue aziende. Sono gesti inaccettabili che vanno condannati affinché venga fermata ogni forma di intimidazione nel rispetto della democrazia. E’inammissibile che si debbano subire azioni violente solo perché si decide di intraprendere un determinato percorso politico. Le idee e la voglia di cambiamento non si fermano con le intimidazioni. Auspico che in breve tempo le forze dell’ordine possano identificare e consegnare alla giustizia gli autori di questi vili ed idioti gesti.”

Commentano Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, parlamentari di Forza Italia:

“I gravi atti di intimidazione contro il candidato del centrodestra Paolo Damilano non sono molto diversi dal terrorismo. A Damilano va la nostra amicizia e solidarietà. Chi pensa di inquinare il processo democratico delle elezioni a Torino ha sbagliato i suoi conti. Damilano è il candidato del centrodestra, ma da oggi diventa il candidato di tutti i torinesi che rifiutano la violenza e non si piegano alle intimidazioni. Chi deve vigilare sulla sicurezza, e sappiamo che sono fedeli servitori dello Stato, raddoppi l’attenzione e punti i riflettori su quei settori dell’estremismo sociale e politico che a Torino hanno avuto molto, troppo spazio”.

Il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni: “Bisogna espellere il virus della denigrazione”: “Esprimo la mia solidarietà a Paolo Damilano, bersaglio di vigliacchi atti vandalici. Anche se ignoriamo gli autori e le loro motivazioni, spero che questo non sia un brutto inizio di campagna elettorale da parte di chi ha voluto dare, a modo suo, il benvenuto a Damilano nella scena politica torinese. La nostra città ha bisogno di serenità e di gentilezza, non di livore e violenza. Gli avversari politici si sconfiggono nelle urne, e si contrastano con le idee. Ci sarà un grande lavoro da portare avanti per espellere dalla politica e dalla società il virus della denigrazione”.

Operazione “Casanova”, truffe sentimentali sventate. Arresti e sequestro per un milione e mezzo

Criminalità nigeriana. Eseguite 19 misure cautelari per riciclaggio transnazionale da truffe “sentimentali” e informatiche. Sequestri per 1,4 milioni di euro. 50 persone denunciate.

 

Dall’alba di questa mattina la Guardia di Finanza di Torino sta portando a compimento l’operazione “CASANOVA”, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese a carico di 19 soggetti (15 in carcere e 4 con obbligo di firma) e sequestri per 1,4 milioni di euro.

50 le persone denunciate.

La complessa attività d’indagine, diretta dalla locale Procura della Repubblica – P.M. Dott.ssa Manuela Pedrotta – e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Torino, ha consentito di individuare un nutrito sodalizio criminale, composto da nigeriani e da un italiano, dedito stabilmente al riciclaggio transnazionale di denaro di origine illecita.

Le somme provenivano dalla realizzazione di due tipi di truffe, quelle “sentimentali” e quelleinformatiche, con accesso abusivo a sistemi informatici e falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni telematiche, in danno di privati e di aziende, sia in Italia sia all’estero.

La truffa “sentimentale”, nota come internet romance scam, veniva attuata scegliendo quali vittime preferite le donne e si concretizzava con l’adescamento in siti di incontri on line, al fine di intrecciare relazioni sentimentali a distanza. Una volta conquistata la loro fiducia, anche con promesse di matrimonio, veniva richiesto denaro adducendo improvvise necessità finanziarie riconducibili, ad esempio, ad una ingiusta detenzione in carcere ovvero a gravi malattie dei propri figli.

Per risultare più affascinanti e credibili, i truffatori si sono spacciati per agenti dell’Interpol, piloti di aerei, comandanti di grandi navi, ingegneri petroliferi, militari impegnati all’estero, così rafforzando sia la costante impossibilità di incontrare le vittime, sia le improvvise necessità di soldi.

Gli ammontari oggetto delle truffe messe a segno nei confronti di una singola vittima variano da qualche migliaio di euro fino oltre 1,3 milioni di euro nell’arco di alcuni anni.

Una cittadina straniera ha versato 500.000 euro con un solo bonifico.

Le persone raggirate sono risultate così coinvolte da arrivare a vendere le proprietà di famiglia e ad indebitarsi per soddisfare le sempre più pressanti richieste di denaro dei truffatori.

La seconda tipologia di condotta ingannatoria, posta in essere a danno di persone ed aziende, è, invece, di tipo informatico. Nota come truffa del c.d man in the middle, consiste nell’inserimento fraudolento nella corrispondenza informatica altrui e nella sostituzione nei rapporti commerciali tra le aziende “spiate”, così da indurre queste ultime, con e-mail ingannevoli, a trasferire le somme dovute per i rispettivi rapporti di credito/debito su conti correnti creati ad hoc, in uso agli indagati.

In uno di tali casi i militari, insospettiti da un’operazione finanziaria anomala, hanno immediatamente avviato gli accertamenti e sventato il tentativo di truffa in corso a danno di una impresa operante nel trevigiano. Il tempestivo intervento, conclusosi con il sequestro del denaro prima che fosse ritirato dagli indagati, ha consentito di recuperare 50.000 euro già sottratti all’azienda e destinati a scomparire tra prelievi in contanti e giroconti per l’estero.

Le investigazioni, avviate nel 2017, hanno tratto origine dallo sviluppo di alcune segnalazioni di operazioni sospette ed hanno consentito di individuare conti correnti sui quali sono state rilevate transazioni di denaro, per rilevanti importi, provenienti dall’estero da parte di mittenti residenti in Austria, Finlandia, Belgio, Svizzera, Stati Uniti e Cina, che costituiscono soltanto alcuni dei numerosi Paesi coinvolti.

All’esito di articolati riscontri è stato ricostruito l’intero sistema di riciclaggio dei proventi illeciti generati dalle truffe “sentimentali” e informatiche: in corrispondenza di ogni singolo bonifico ricevuto venivano eseguiti, nell’arco dello stesso giorno, numerosi prelievi in contanti ovvero il denaro era trasferito, mediante giroconti o accrediti, sui conti correnti intestati ad altri complici per poi essere destinato all’estero.

Per contrastare il fenomeno nel suo complesso i finanzieri hanno analizzato oltre 30.000 transazioni finanziarie e 200 segnalazioni per operazioni sospette, avvalendosi, grazie all’attivazione del Comando Generale – II Reparto, della cooperazione internazionale fornita da 22 Paesi (Austria, Canada, Svezia, Belgio, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Mongolia, Norvegia, Olanda, Romania, Slovacchia, Portogallo, Svizzera, Polonia, Ungheria, Taiwan, Serbia, Spagna, Hong Kong, Macao, USA).

L’azione condotta dalle Fiamme Gialle sul fronte dell’individuazione e del recupero dei proventi illeciti ha poi consentito all’Autorità giudiziaria di disporre sequestri per complessivi 1,4 milioni di euro.

L’operazione “CASANOVA” testimonia tangibilmente l’azione che la Guardia di Finanza svolge quotidianamente nel contrasto ai reati a sfondo economico-finanziario attraverso il monitoraggio dei flussi di denaro e lo sviluppo sistematico delle segnalazioni di operazioni sospette effettuate dagli intermediari finanziari, finalizzati all’individuazione di capitali di origine illegale, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio che inquinano l’economia legale e minano la trasparente circolazione di valori.

In arrivo le prime dosi del vaccino anti Covid: anche il Piemonte pronto a partire il 27 dicembre

A Gennaio previste 170 mila dosi. Dopo l’approvazione da parte dell’Ema, prevista per il 21 dicembre e la successiva approvazione da parte di Aifa prevista il girono dopo, è stato annunciato che il 27 dicembre arriveranno in Piemonte le prime 700 dosi del vaccino-anticovid prodotto dalla Pfizer.

Se ciò sarà confermato, in quella giornata, in concomitanza con l’annunciato Vaccine Day europeo, anche nella nostra regione avrà inizio la campagna vaccinale contro il coronavirus. Nei primi giorni di gennaio dovrebbero poi essere consegnate ulteriori 170.000 dosi, per la prima somministrazione ai soggetti interessati da questa fase”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi.


Nella prima fase la somministrazione riguarderà il personale delle aziende sanitarie (120.000 persone) e gli ospiti e operatori delle RSA (75.000 persone). Di queste 700 dosi, 600 verrano suddivise tra i sei principali ospedali del Piemonte (“Città della Salute” e Mauriziano di Torino, “S. Luigi” di Orbassano, “Croce e Carle” di Cuneo, “Maggiore della Carità” di Novara e “SS. Antonio, Biagio e Cesare Arrigo” di Alessandria), mentre le ultime 100 saranno destinate ad alcune Rsa.


“Le fiale che ci arriveranno – spiega
Vincenzo Coccolo, commissario generale dell’Unità di crisi della Regione Piemonte – sono il 90% del quantitativo richiesto, come del resto avverrà per tutte le regioni, perché trattandosi di una vaccinazione su base volontaria, il commissario Arcuri ha calcolato che non si arriverà al 100% delle adesioni”.


“I vaccini saranno consegnati da Pfizer agli hub sanitari individuati in Piemonte – continua il commissario per l’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte,
Antonio Rinaudo – che la Regione sta attrezzando con i congelatori necessari, in grado di assicurare la temperatura di – 80° richiesta per la corretta conservazione, e da lì saranno smistati ai presidi sanitari e alle RSA per procedere con la prima somministrazione e il richiamo dopo una ventina di giorni. Il completamento della prima fase è perciò atteso in circa 50 giorni”.


“Il nuovo anno si apre all’insegna della speranza – dichiara il presidente della Regione Piemonte,
Alberto Cirio – con un notevole anticipo dell’arrivo del vaccino contro il coronavirus. Molto opportunamente, si è scelto di partire nello stesso momento in tutta Europa e lo farà anche il Piemonte. Abbiamo predisposto un piano molto accurato, per cui abbiamo ricevuto anche i complimenti da Roma. Quello del 27 sarà un avvio simbolico, ma già dal 2-3 gennaio ci verranno consegnate le dosi che ci serviranno per immunizzare il nostro personale sanitario, che con straordinaria abnegazione ha prestato servizio in questa emergenza, insieme ai nostri anziani ospitati nelle residenze e agli operatori che si prendono cura di loro”.

Minorenne aggredisce donna in strada per rapinarla, arrestato dai carabinieri

 I carabinieri hanno arrestato un marocchino di 17 anni, domiciliato a Torino, per rapina

Il minore ha aggredito e buttato a terra una donna di 66 anni mentre tornava a casa, per rapinarle i suoi braccialetti in oro.
È accaduto alle sei di sera del 26 ottobre scorso in via Tabacchi, a Torino. Subito dopo la rapina, la donna era stata soccorsa da alcune amiche che avevano chiamato il 112.
I carabinieri della Compagnia San Carlo e l’ambulanza erano arrivati immediatamente. La vittima e alcuni testimoni avevano raccontato ai militari dell’Arma quante era accaduto e avevano fornito anche una descrizione sommaria del rapinatore.
L’analisi e la visione delle telecamere di videosorveglianza installate intorno al luogo dell’aggressione, hanno permesso agli investigatori di identificare il rapinatore e di notificargli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e contestargli la rapina.
La donna è stata accompagnata all’ospedale, dove è stata medicata per diverse ecchimosi sul corpo.