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Dal Piemonte un coro di no alle scorie nucleari

Dal Piemonte arriva un coro di no alla decisione del Governo di inserire il Piemonte tra le regioni in cui sono state individuate 8 aree potenzialmente idonee alla costruzione del sito del Deposito nucleare nazionale.


MPP PROPONE UNA PETIZIONE 

Due sono nella Città Metropolitana di Torino, Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola, e sei in Provincia di Alessandria, Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine Monferrato-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio. Il tutto è avvenuto, come commenta il sindaco di Castelletto Monferrato, Gianluca Colletti “ a cielo sereno, con la pubblicazione dello studio sul sito, di notte, senza che sia stata mai fatta alcuna comunicazione alle parti”. E la sconfessione della decisione è arrivata dura dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “Trovo assurdo che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori. E’ inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite”. A fargli eco a livello nazionale è il leader della Lega Matteo Salvini: “Il governo si conferma incapace, pericoloso ed arrogante, sul tema del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi in Piemonte e a nulla servono le ridicole spiegazioni delle ultime ore”. Dura è anche la reazione del capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Riccardo Molinari: “Una decisione inopportuna nei tempi e nel metodo ce scavalca completamente Regioni, Province e Comuni, individua 67 aree idonee in 7 regioni italiane, senza minimamente coinvolgere gli enti locali, i territori e le popolazioni interessate. Teniamo conto che si tratta di un percorso decisionale fermo da diversi anni, inaccettabile che debba essere sbloccato proprio ora in una situazione di complessiva emergenza”. “I cittadini di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia – dice il senatore e segretario nazionale di Cambiamo, Massimo Berutti – meritano che processi di questo genere siano il più concertati possibile”. Così il senatore totiano ha scritto al presidente della Commissione di inchiesta sui rifiuti di avviare un ciclo di audizioni per approfondire il tema. Il deputato azzurro Carlo Giacometto in una nota evidenzia che Nei prossimi mesi, infatti, ci sarà tempo e modo per le Amministrazioni e per le popolazioni coinvolte – sia nell’area del chivassese, sia nell’area sud di Torino, sia nella provincia di Alessandria – per consultare i documenti resi pubblici da Sogin, dopo il nulla osta arrivato solo oggi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, e per mettere a disposizione le proprie controdeduzioni.

Nel corso di quel dibattito pubblico, infatti, dovranno emergere tutti gli aspetti del progetto preliminare che ha individuato 67 siti potenzialmente idonei in Italia, le criticità e le eventuali opportunità, inclusi i doverosi benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. Allo stesso tempo, si dovrà prevedere un preciso percorso di bonifica e di smantellamento della ventina di siti temporanei attualmente in attività, con tempi e modi preliminarmente definiti.

E, proprio a questo proposito, oggi sarebbe piuttosto urgente ampliare la platea dei beneficiari delle compensazioni nucleari per quelle comunità che si trovano proprio nei pressi dei depositi temporanei, rivedendo i criteri attualmente basati sui soli confini amministrativi comunali e non, come sarebbe molto più equo, con la distanza chilometrica dal sito. 

E’ il caso, ad esempio, di tanti Comuni della Città metropolitana di Torino, che si trovano a poca distanza in linea d’aria dall’impianto Eurex di Saluggia (VC). Quelle comunità locali, paradossalmente, finora non hanno mai ricevuto alcun tipo di compensazione economica, pur essendo state per molti anni esposte ad un rischio anche maggiore, tuttora esistente, a causa della vicinanza di quel deposito temporaneo ai pozzi dell’Acquedotto del Monferrato che provvede alla zona.

E’ l’obiettivo di una mia proposta di legge e di numerosi miei emendamenti in tal senso, che ahimè finora non hanno trovato accoglimento dalla maggioranza giallorossa, ma che non smetterò di riproporre nei prossimi provvedimenti, a maggior ragione dopo la notizia odierna”. Dalla Città Metropolitana di Torino, poi, arriva la presa di posizione del sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio: “Apprendiamo oggi dagli organi di stampa che Carmagnola è stata inserita, con autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, tra le proposte di siti per deposito di scorie radioattive. Comunichiamo che la città di Carmagnola non è stata informata preventivamente e che l’avviso pubblicato indica una proposta di Carta Nazionale di 67 aree potenzialmente idonee sulla base di valutazioni che non condividiamo assolutamente. Siamo determinati a dimostrare la NON IDONEITA’ dell’area individuata e a proteggere il territorio carmagnolese ed i suoi abitanti e facciamo appello a tutte le forze politiche, alle associazioni di categoria e a tutti i Cittadini di affiancarci in questa battaglia.” Sul fronte del no c’è anche il sindaco di Fubine Monferrato e deputato Lino Pettazzi che rileva come “ In piena notte, nel bel mezzo di una crisi e di un’emergenza pandemica, il Governo diffonde una decisione (già presa) di tale portata senza la benché minima condivisione con le istituzioni locali. È una situazione che, se non fosse decisamente grave, sarebbe ridicola tanto è paradossale – commenta il deputato e sindaco di Fubine Monferrato – Per anni, il nostro territorio, pregevole sito Unesco, ha investito risorse via via sempre più imponenti per sviluppare e consolidare una vocazione turistica. Ora, anche se si tratta solamente di un’ipotesi, la decisione di considerare un pezzo di Monferrato come idoneo a ospitare i rifiuti radioattivi italiani smonta completamente quel progetto di investimento turistico. Ma non solo: la gravità di questa eventualità balza ancor più agli occhi se si pensa che, in tema ambientale, il Monferrato ha già pagato e continua a pagare un prezzo altissimo a causa del dramma dell’amianto. A questo territorio interessa chiudere quel capitolo con il completamento delle bonifiche e, ora, risollevarsi dall’emergenza in atto per essere protagonista di una rinascita e di un rilancio dei flussi turistici: una decisione in altro senso non farebbe altro che portare “flussi di scorie” dei quali, in questo momento di crisi, facciamo a meno. Ma, qualora fosse necessario, garantiamo di far conoscere la nostra contrarietà anche con le barricate. Sulla decisione arriva anche forte preoccupazione per l’agricoltura dal parte di Cia Alessandria che sarebbe coinvolta per oltre 1000 ettari di terreno. Spiegano il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio e il
direttore Paolo Viarenghi: “Siamo perplessi sulle modalità di
realizzazione del progetto: le Organizzazioni agricole non sono state
coinvolte nella sua stesura e apprendiamo a cose fatte le prime
informazioni, che risultano essere ancora poco esaustive. Seguirà
nelle prossime settimane la fase di consultazione, in cui esprimeremo
la nostra forte preoccupazione sull’impatto che questo progetto avrà
sull’agricoltura del nostro territorio, ricca di terreni a vocazione
orticola e cerealicola nelle zone prese in esame. Le produzioni di
qualità non potranno essere ritenute tali, in futuro, se coltivate
accanto a scorie nucleari. Questo avrebbe conseguenze gravissime
sull’economia del nostro territorio”.
Infine il Movimento Progetto Piemonte – MPP con il presidente Massimo Iaretti ed i Liberi Elettori Piemonte, con il segretario Emiliano Racca, parlano di “uno schiaffo in faccia all’autonomia del Piemonte, ai Piemontesi tutti” ed annunciano che formalizzeranno, insieme ad alcune liste civiche, la proposta di “un ordine del giorno da presentare affinchè sia approvato in tutti i consigli comunali, provinciali, nella Città Metropolitana di Torino e in Consiglio Regionale e l’idea di una petizione al Parlamento ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione perché venga ripensato l’intero studio e rivisto con un confronto democratico e non verticistico e centralizzato con le popolazioni e le istituzioni del territorio”.

Marco Gindari

Rilascio Spid alle Poste prenotando via Whatsapp

E’ oggi  possibile prenotare  tramite l’App Ufficio Postale o via WhatsApp un appuntamento per il rilascio dell’identità Digitale SPID presso gli Uffici Postali.

I sistemi di prenotazione a distanza che da oggi consentono di riservare l’accesso per il rilascio dell’Identità Digitale oltre ad offrire la possibilità di prenotare anche tutte le operazioni sia finanziarie sia postali, sono disponibili in 120 Uffici Postali della provincia di Torino.

Per prenotare l’operazione tramite l’App Ufficio Postale è sufficiente scaricare gratuitamente l’applicazione sul proprio smartphone, tablet e selezionare il tipo di servizio richiesto tra SPID  e le altre operazioni (opzione €Tutte le operazioni), il giorno e l’orario preferito per svolgere l’operazione.

Per richiedere il ticket elettronico con WhatsApp è necessario memorizzare sul proprio smartphone il numero 3715003715. Il cittadino dovrà avviare una chat e un operatore virtuale di Poste Italiane risponderà proponendo, tra le varie opzioni, la prenotazione del ticket.

Digitando poi il Comune, indirizzo e numero civico di riferimento, al cliente sarà proposto l’Ufficio Postale più vicino con l’indicazione del primo appuntamento disponibile per la prenotazione. Se il cittadino accetta, riceverà un codice di prenotazione che verrà mostrato sul display dell’ufficio postale al momento dell’appuntamento.

Ricordiamo che è possibile richiedere SPID comodamente da casa tramite l’App PosteID per tutti i cittadini in possesso di un passaporto o di una carta d’identità elettronica.

Nel sottolineare la costante attenzione alle esigenze della clientela, coglie l’occasione per rinnovare l’invito a recarsi presso gli Uffici Postali muniti di appositi strumenti di protezione individuali.

Questi gli UP

ALMESE BEINASCO 1 TORINO 23 TORINO 44 TORINO 69 CHIVASSO 1
AVIGLIANA BORGATA PARADISO DI COLLEGNO TORINO 24 TORINO 45 TORINO 7 CIRIE’
BRUINO COLLEGNO TORINO 25 TORINO 46 TORINO 70 CUORGNE’
BUSSOLENO COLLEGNO 1 TORINO 27 TORINO 47 TORINO 71 DRUENTO
CARMAGNOLA LEUMANN TORINO 28 TORINO 48 TORINO 73 IVREA
CASCINE VICA MONCALIERI TORINO 29 TORINO 49 TORINO 74 LANZO TORINESE
GIAVENO MONCALIERI 1 TORINO 3 TORINO 5 TORINO 75 LEINI’
GRUGLIASCO NICHELINO TORINO 30 TORINO 51 TORINO 77 PIANEZZA
LA LOGGIA NICHELINO 2 TORINO 31 TORINO 52 TORINO 9 POIRINO
NONE SAN PIETRO MONCALIERI TORINO 32 TORINO 56 TORINO CENTRO PONT CANAVESE
ORBASSANO STUPINIGI TORINO 33 TORINO 57 TORINO PORTA NUOVA RIVAROLO CANAVESE
PINEROLO TORINO 10 TORINO 34 TORINO 58 TROFARELLO SAN MAURO TORINESE
PIOSSASCO TORINO 11 TORINO 35 TORINO 59 ALPIGNANO SANTENA
RIVALTA DI TORINO TORINO 14 TORINO 37 TORINO 6 BORGARO TORINESE SETTIMO TORINESE
RIVOLI TORINO 15 TORINO 38 TORINO 60 BRANDIZZO SETTIMO TORINESE 1
SANT’ANTONINO DI SUSA TORINO 16 TORINO 39 TORINO 62 CALUSO SETTIMO TORINESE 2
SUSA TORINO 17 TORINO 4 TORINO 63 CASELLE TORINESE STRAMBINO
VINOVO TORINO 18 TORINO 40 TORINO 65 CASTELLAMONTE VENARIA REALE
VOLVERA TORINO 19 TORINO 41 TORINO 66 CHIERI VENARIA REALE 1
BEINASCO TORINO 22 TORINO 43 TORINO 67 CHIVASSO VOLPIANO

Sicurezza sui treni, il bilancio di un anno: in calo i reati denunciati

La Polizia Ferroviaria, quotidianamente impegnata nell’attività di vigilanza e controllo delle stazioni e aree ferroviarie di Piemonte e Valle D’Aosta, fa il bilancio operativo dell’anno appena trascorso

Numerosi servizi d’iniziativa per attività di vigilanza appiedata in stazione e automontata lungo le linee ferroviarie, legate anche ai controlli “anti covid” hanno portato all’identificazione di 166.518 persone (28.335 in più rispetto all’anno 2019), di cui 47.162 stranieri, complessivamente 37.454 con precedenti di polizia e 6.963minori. Le persone arrestate sono 50 di cui 1 minore, 728 i denunciati a piede libero di cui 38 minori. 826 sono le sanzioni amministrative elevate. 29 i servizi straordinari svolti da gennaio a giugno su input del Servizio di Polizia Ferroviaria (‘Oro Rosso’, ‘Stazioni sicure’ e ‘Rail safe day’) rispettivamente finalizzati al controllo dei rottamai per il contrasto dei furti di rame ed alla sicurezza diviaggiatori e bagagli, assicurati anche mediante l’ausilio di personale del Reparto Mobile, Reparto Prevenzione Crimine, unità cinofile antidroga e antisabotaggio e metaldetector. Non meno efficace il concorso dei militari dell’Esercito che affiancano gli Agenti della Polfer nei quotidiani servizi di pattugliamento e monitoraggio nellestazioni di Porta Nuova e Porta Susa.

In tale contesto, grande attenzione è stata rivolta alla sicurezza sia del personale ferroviario  che dei viaggiatori, assicurando la vigilanza con 2.804 pattuglie specializzate a bordo di 6.889 treni, individuati all’esito di un attento monitoraggio d’intesa con FS Italiane, compreso il treno notte Roma/Torino, con 38.544 persone identificate in corsa treno, grazie all’uso dei palmari.

Nell’espletamento dei servizi specifici sono state sequestrate 1 arma da fuoco e 27 armi da taglio, stupefacente di vario tipo tra cui cannabinoidi, cocaina, oppiacei e sostanze sintetiche il cui peso complessivo è stato superiore ai 2 kg.

Sono stati elevati 52 ordini di allontanamento di cui 47solo nella provincia di Torino e sono state avanzate 2 proposte al Questore di Torino per l’emissione dei Daspo Metropolitano.

In netto calo i delitti di varia natura denunciati in ambito ferroviario, da 647 dell’anno 2019 a 416 dell’anno corrente, con un decremento del 36% circa, in un trend favorevole registrato nell’ultimo triennio.

Di notevole impatto l’attività di contrasto ai furti di rameche si è tradotta in un recupero di oltre 3,5 tonnellate del metallo prezioso, nel sequestro di 2 impianti di granulazione e triturazione e un capannone di stoccaggio, nonché diversi cassoni metallici contenenti polvere di rame. Nell’ambito dei numerosi controlli svolti sono state elevate 108 sanzioni amministrative per un totale di 303,150 euro.

Sono state rintracciate 8 persone scomparse, di cui 5 minori che si erano allontanate dalle proprie abitazioni, da centri di accoglienza o comunità, mentre nell’ambito dell’impegno nella divulgazione nelle scuole dei principi cardine della sicurezza ferroviaria il Compartimento del Piemonte grazie al progetto ministeriale ‘Train to be cool’, ha raggiunto 311 studenti di vari istituti di scuola media inferiore e superiore di tutte le province di competenza con l’ausilio di operatori Polfer qualificati, purtroppo l’anno appena trascorso è stato condizionato dall’andamento della pandemia.

Gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria sono riusciti ad identificare dieci componenti di una gang responsabile di diverse rapine commesse a bordo dei treni regionali sulla linea Torino – Savona.

Il modus operandi del gruppo criminale era sempre lo stesso: le giovani vittime venivano accerchiate mentre erano sedute nella carrozza e venivano minacciate con coltelli, tubi metallici o bastoni costringendole a cedere i loro valori, come denaro, gioielli ed in una occasione perfino dei capi di abbigliamento poco prima acquistati.

Le complesse indagini, svolte anche attraverso il prezioso utilizzo dei social network, hanno permesso di identificare tutti e dieci i componenti della banda, costituita da 8 soggetti magrebini e due italiani, dei quali 3 minori.

Al termine dell’indagine, sono state eseguite sei misure cautelari, di cui 4 custodie in carcere, mentre gli altri sono stati denunciati in stato di libertà.

Nel corso delle varie attività svolte, gli Agenti di Polizia hanno individuato e poi denunciato due giovani che si sono resi responsabili di un grave episodio a bordo di un treno regionale; dopo aver forzato la porta di accesso, sono riusciti ad introdursi nella cabina posteriore del treno in corsa, ponendosi ai comandi del convoglio che, fortunatamente, in quel momento erano disattivati.

Uno di loro ha poi preso l’estintore presente all’interno della cabina e, dopo averne scaricato il contenuto dal finestrino, lo ha gettato fuori dal treno, non curante del fatto che, considerata la velocità del treno in corsa, avrebbe potuto tragicamente impattare contro un altro convoglio in transito o contro gli stessi passeggeri del treno, con conseguenze fatali.

Nel mese di luglio è stato provvidenziale l’intervento degli Agenti del Settore Operativo di Torino Porta Nuova che hanno notato una donna aggirarsi in atteggiamento molesto, mentre brandiva una lama di grosse dimensioni nei confronti delle persone sia all’interno della stazione per poi dirigersi alla fermata dei trasporti pubblici vicino alla stazione. Raggiunta ha tentato più volte di colpire i poliziotti con vari fendenti all’addome e al petto, ma grazie alla prontezza degli operatori è stata disarmata e arrestata.

Piemonte “nucleare”, Cirio: “inaccettabile mancanza di confronto”

«Trovo assurdo che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori.

NUCLEARE: IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CIRIO SULLE 8 AREE INDIVIDUATE IDONEE IN PIEMONTE

“È inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite»: così il presidente della Regione Alberto Cirio interviene sulla decisione del Governo di inserire il Piemonte tra le regioni in cui sono state individuate ben otto aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.

Due aree in provincia di Torino (Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola) e sei in provincia di Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio).

Il sindaco di Carmagnola: “No al deposito di scorie radioattive”

Apprendiamo oggi dagli organi di stampa che Carmagnola è stata inserita, con autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, tra le proposte di siti per deposito di scorie radioattive.

Comunichiamo che la città di Carmagnola non è stata informata preventivamente e che l’avviso pubblicato indica una proposta di Carta Nazionale di 67 aree potenzialmente idonee sulla base di valutazioni che non condividiamo assolutamente.

Oggi pomeriggio è previsto un tavolo di confronto con la Città Metropolitana per la definizione di una strategia che blocchi questa assurda situazione.

Siamo determinati a dimostrare la NON IDONEITA’ dell’area individuata e a proteggere il territorio carmagnolese ed i suoi abitanti e facciamo appello a tutte le forze politiche, alle associazioni di categoria e a tutti i Cittadini di affiancarci in questa battaglia.

Il Sindaco

Ivana Gaveglio

Cenone di capodanno, trasportano un cassonetto con merce rubata

4000 euro il bottino, Fermati dalla Polizia di Stato per ricettazione

 

E’ la notte di Capodanno, sono da poco passate le 4,30 quando, gli agenti della Squadra Volante notano in corso Giulio Cesare angolo via Palestrina tre ragazzi spingere a mano, con grande fatica, un cassonetto dei rifiuti. Alla vista dei poliziotti i tre mostrano indifferenza, accostano il secchio al marciapiedi e proseguono la “passeggiata”. Alla richiesta di spiegazioni parlano di un gioco; peccato che il tentativo di fuga di uno dei tre ancor più a non convince i poliziotti. Il cassonetto della spazzatura, infatti, è pieno fino all’orlo di prodotti alimentari e per l’igiene personale, tra cui 19 bottiglie di prosecco, diverse casse di birra, oltre 100 scatolette di tonno, diversi cartoni di wurstel, pancetta, salamini, olive e sottaceti, 70 pacchi di caffè, oltre 300 pezzi di flaconi di shampoo e bagnoschiuma e tanto altro.

Gli accertamenti effettuati in zona permettono ai poliziotti di verificare il furto ai danni di un supermercato di corso Palermo. I giovani avevano creato un varco nella recinzione del cortile del punto vendita forzando poi la porta antipanico dell’ingresso di servizio.

L’amministratore della società, constatati gli ammanchi subiti e valutato l’ammontare del furto a circa 4000 mila euro, esprimeva il piacere di devolvere tutto in beneficenza. Gli operatori, presi contatti con il parroco di una chiesa di zona, gli consegnavano tutta la merce recuperata.

I tre ragazzi, tutti cittadini marocchini – con precedenti di Polizia relativi a delitti contro il patrimonio commessi in diversi parti di Italia, compreso un precedente per falso in atto pubblico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – di età compresa tra i 30 e  i 33 anni, sono stati fermati per ricettazione.

Operazione “Befana sicura”: Maxi sequestro di giocattoli pericolosi

 Tutela del Made in Italy e sicurezza prodotti

Sono oltre 800.000 i giocattoli potenzialmente pericolosi sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino prima dell’immissione in commercio.

 

Con l’approssimarsi dell’Epifania, le Fiamme Gialle hanno intensificato i controlli presso gli esercizi commerciali al fine di verificare la regolarità dei giocattoli posti in vendita ed evitare, al tempo stesso, che nelle “calze della Befana” destinate ai bambini possano finire oggetti privi dei requisiti di sicurezza.

 

In tale ambito, l’attenzione dei Finanzieri si è concentrata nei confronti di un maxi-emporio ubicato nel quartiere “Madonna di Campagna” del capoluogo piemontese, ove sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre agli articoli destinati ai più piccoli (in particolare, statuette riportanti la Befana, pupazzi e peluche di gnomi ed angeli, vari stickers recanti personaggi della Marvel, accessori per bambole), risultati privi del marchio CE ovvero con apposizione del contrassegno contraffatto, anche accessori d’abbigliamento e migliaia di articoli per la casa che riportavano la mendace indicazione merceologica di origine italiana, nonostante risultassero prodotti in Cina e da quel paese importati, per un totale complessivo di circa 2.000.000 di pezzi.

 

Tra i beni cautelati vi sono anche macchine per il caffè tipo “Moka”, articoli per cucitura e sartoria, casalinghi, tappetini ed oggetti destinati ad uso alimentare tutti riportanti, falsamente, l’inequivocabile tricolore nazionale, così da ingannare l’ignaro acquirente.

 

Contraffazione e frode in commercio: questi gli addebiti a carico dell’imprenditore titolare dello store, un trentenne di origine asiatica, denunciato alla locale Procura della Repubblica.

 

L’intervento della Guardia di Finanza torinese s’inserisce nell’ambito delle attività di prevenzione e repressione delle condotte commerciali ingannevoli riguardanti, in particolare, la vendita di beni con false indicazioni di provenienza e la conformità dei prodotti immessi nel mercato alle normative dell’Unione europea e nazionale e agli standard di sicurezza previsti per i singoli articoli merceologici, a tutela della salute e della sicurezza, in particolar modo dei bambini, dei cittadini e del libero mercato.

A Rivalta aperti i nuovi ambulatori

L’ex biblioteca di piazza Martiri ospita gli studi dei medici della Medicina di Gruppo di Rivalta. Sono stati loro i primi, ieri mattina, dopo il taglio del nastro, a entrare nei rinnovati locali della struttura destinata a accogliere ambulatori e servizi di medicina territoriale.


Si sono infatti conclusi nelle ultime settimane del 2020 i lavori di ristrutturazione e collaudo dello storico palazzo che, negli anni, è stato prima Municipio e poi sede della biblioteca “Silvio Grimaldi”.
Per la ristrutturazione dell’immobile, di proprietà comunale, la Città di Rivalta ha messo a disposizione 400mila €. Il cantiere aveva aperto i battenti il 15 aprile del 2019, dopo che la Regione Piemonte aveva approvato il progetto presentato dalla Città di Rivalta e dall’Asl TO3. A realizzare l’intervento di ristrutturazione la Mar.Sal Restauri srl di Napoli.
Il progetto, che proprio in questi giorni inzia a prendere forma, punta a racchiudere in un unico luogo più attività: oltre alla medicina di base con 8 medici di medicina generale, il palazzo potrà ospitare ambulatori specialistici e infermieristici, oltre agli sportelli per le funzioni amministrative, dal ritiro dei referti alle prenotazioni.
L’intento della Città è infatti quello di mettere a disposizione della comunità una struttura rinnovata e all’avanguardia, in grado di rispondere alle necessità di salute pubblica, accessibile a tutti, radicata nel territorio e vicina ai cittadini. Un percorso che Rivalta ha intrapreso ancor prima che la pandemia di Coronavirus rendesse evidenti i rischi di una sanità frammentata e priva di vero coordinamento e che vede ora il compimento di un primo e importante passo.
Anche per questo, nelle prossime settimane, come da intese con l’Azienda Sanitaria Locale, verranno trasferiti in piazza Martiri servizi e prestazioni che l’Asl To3 attualemente eroga nei locali ospitati nella palazzina adiacente al Palazzo Comunale in via Balma 3.
«La nostra Casa della Salute è il primo passo di un grande progetto ed è partita ben prima dell’emergenza Coronavirus: purtroppo gli eventi di questi ultimi mesi hanno reso ancor più evidente che occorre investire e investire bene sulla medicina del territorio» ha detto il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero.
«La Città di Rivalta – ha aggiunto ancora de Ruggiero – finalmente mette a disposizone di tutti i cittadini un’infrastruttura che saprà essere al servizio della comunità, un luogo dedicato alla salute, alla prevenzione, alla cura. È il nostro contributo come Comune e ci auguriamo che l’ASL e la Regione Piemonte accolgano favorevolmente la nostra iniziativa e investano risorse e personale al servizio di tutti».
«Vogliamo prima di tutto ringraziare la Città di Rivalta per aver messo a disposizione di tutti questi nuovi locali» ha detto a nome della medicina di Gruppo di Rivalta il dottor Corrado Lovato. «Qui sarà possibile per noi svolgere al meglio il nostro lavoro, rendendo così ancor più efficace l’esperienza della Medicina di Gruppo che da molti anni opera sul territorio, lavorando sempre più in sinergia con la Città e con l’Azienda Sanitaria. Ci auguriamo che proprio lAsl integri le prestazioni ambulatoriali con ulteriori servizi, per realizzare compiutamente una “medicina di territorio” da cui ormai non si può più prescindere».

Chiuso bar, cibo e bevande ai clienti dopo le 22

 I carabinieri hanno chiuso un bar di Mathi, nell’hinterland torinese, dove il gestore, ignorando il divieto imposto dal DPCM, ha servito cibo e bevande a 4 avventori permettendo loro di consumarli nel locale dopo le 22.

Per il proprietario del bar è quindi scattata la sanzione che prevede, oltre la pena pecuniaria, la chiusura per 5 giorni dell’esercizio pubblico.
Per i quattro clienti è scattata la sanzione amministrativa prevista dal Dpcm.

Ucciso a pugni nella comunità psichiatrica

Alle  ore 22 circa, in Volpiano (TO), presso la comunità psichiatrica denominata “l’Arca”, su richiesta del personale della struttura, sanitari del 118 intervenivano sul posto per un paziente italiano in stato di incoscienza, successivamente deceduto.

Alle ore 22.30, militari della compagnia di Chivasso hanno arrestato un altro ospite, italiano pregiudicato, in libertà vigilata con obbligo di permanenza nella suddetta struttura, che ammetteva di aver colpito più volte a pugni la vittima, per futili motivi.