CRONACA

Incroci più sicuri. Il Comune dà il via ai lavori

Attraversamenti pedonali più sicuri grazie alla realizzazione di impianti luminosi lampeggianti e all’installazione sui semafori dei dispositivi acustici e di prenotazione in grado di rispondere alle esigenze delle persone con disabilità visiva.

La Giunta Comunale ha approvato questa mattina, su proposta dell’ assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, il progetto esecutivo per una serie di interventi su alcune strade e incroci cittadini completamento dei lavori finanziati nell’ambito del Piano nazionale sicurezza stradale 2030 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Questi interventi, come quelli approvati per via Po nelle scorse settimane, faciliteranno e renderanno più sicura la mobilità delle persone aumentando la sicurezza e garantendo, fatto non trascurabile, un sensibile risparmio energetico necessitando anche di una minore manutenzione”, commenta l’assessora Foglietta.

I lavori riguarderanno gli impianti semaforici siti in prossimità del civico 11 di via Botticelli, all’altezza di corso Casale 388 e 462, all’intersezione tra corso Cosenza e via Don Grioli, tra corso Galileo Ferraris e via Torricelli, tra corso Vercelli e via Cuorgnè e in via Stradella 192. Previsto anche il rinnovo e l’adeguamento al nuovo Codice della Strada del semaforo all’incrocio tra le vie Druento e Traves.

Su tutti questi impianti Iren Smart Solutions, a cui è affidata la gestione del servizio, provvederà a installare lanterne semaforiche a led che consentono risparmi energetici superiori all’80 per cento e garantiscono una maggiore affidabilità e minori costi per via della maggiore durata con conseguente riduzione dei guasti per lampade bruciate e sull’elettronica.

La spesa per gli interventi è di 300mila euro.

TORINO CLICK

Disagi ferroviari: mercoledì a Torino incontro tra comitati e vertici di Rfi e Trenitalia

L’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, dopo l’incontro diventato abituale del lunedì pomeriggio con i comitati dei pendolari delle linee Sfm4 e Sfm7, ha preso atto dell’impegno delle aziende coinvolte, che nell’ultimo mese hanno messo in campo interventi straordinari ma altrettanto dei disagi che continuano quotidianamente.

«Ho ricevuto la disponibilità ad un confronto urgente con i vertici di Trenitalia e Rfi che si terrà mercoledì in tarda mattinata a Torino», ha affermato l’assessore Gabusi.

L’assessore ha concluso sostenendo che «lavoriamo tutti per un unico obiettivo: migliorare le condizioni di viaggio. Confido che il tavolo di mercoledì possa indicare le soluzioni che tutti gli utenti si attendono».

Minori picchiano coetaneo e lo mandano al pronto soccorso

Un gruppetto di minorenni ha atteso un ragazzino coetaneo, di 15 anni, studente di un istituto superiore cittadino, all’arrivo del treno a Vercelli. Quando il giovane e’ sceso lo hanno malmenato tanto che è dovuto  ricorrere alle cure del pronto soccorso. Non è ferito in modo grave. I carabinieri stanno indagando, si ipotizza un episodio di bullismo scolastico.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Società di mutuo soccorso, “collaborazione con la Regione”

“Le società di mutuo soccorso sono una realtà del terzo settore con una storia quasi bicentenaria radicata sul territorio e intendiamo rafforzare le occasioni di collaborazione con la Regione, non solo con l’assessorato alla Cultura ma anche con quello alla Sanità e al Welfare”: questa la richiesta formulata da Giorgio Viarengo, presidente del Coordinamento regionale delle Società di Mutuo Soccorso durante l’audizione richiesta da Silvio Magliano (Lista Cirio), nella seduta congiunta della quarta e sesta commissione, presieduta da Daniele Valle e Paola Antonetto.

Viarengo ha spiegato che il Piemonte ha il maggior numero di Soms in Italia, circa 300, suddivise in storiche-territoriali e sanitarie. La capillare diffusione sul territorio permette loro di fare rete con istituzioni e altre associazioni per offrire molti servizi: dalle iniziative di prevenzione sanitaria con visite e screening ai servizi di trasporto, fino alle attività di coesione sociale. Le mutue sanitarie offrono poi prestazioni sanitarie a prezzi favorevoli di cui si possono avvalere, associandosi, anche le Soms più piccole attraverso la mutualità mediata.

Fra le criticità per cui è stato richiesto un intervento c’è la difficoltà ad accedere ad alcuni bandi come quello per l’invecchiamento attivo e quello per beneficiare delle esenzioni Irap per le organizzazioni di volontariato. “In certi casi la Soms è l’unico punto di ritrovo per paesi che si spopolano. Portiamo avanti alcune attività collaborando con i Comuni ma vorremmo una maggiore attenzione anche da parte della Regione”, ha aggiunto Enzo Francone, presidente della Soms di Ozegna.

L’incremento della dotazione finanziaria della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso è stata un’altra richiesta formulata da Guido Bonfante, presidente della Fondazione stessa, costituita nel dicembre 2001 su iniziativa della Regione e del Coordinamento regionale delle Società di mutuo soccorso piemontesi. “Chiediamo più risorse per poter coprire i costi dei tre dipendenti e proseguire l’attività, che si traduce anche in consulenza giuridica a favore delle Soms”, ha precisato Bonfante.

Sono poi intervenuti con domande sulle questioni aperte dalle Soms e per richieste di chiarimento i consiglieri Magliano, Alberto Avetta, Emanuela Verzella, Mauro Salizzoni, Daniele Valle (Pd), Paola Antonetto e Gianluca Godio (Fdi). Antonetto ha infine assicurato l’impegno per favorire un incontro anche con l’assessore al Welfare.

La tranvia a cremagliera “Sassi Superga” compie 140 anni, un unicum che vale la targa d’oro ASI

L’Automotoclub Storico Italiano, nella sua continua opera di tutela e valorizzazione del patrimonio motoristico italiano, ha acceso i riflettori sulla lunga storia della tranvia Sassi-Superga, nota anche come Dentiera, che collega la Città della Mole alla collina dove si erge la basilica di Superga. La linea venne inaugurata come funicolare a vapore 140 anni fa, il 27 aprile 1884 e nel 1934 subì l’aggiornamento tecnico utilizzato ancora ai giorni nostri, a novanta anni di distanza. Si tratta della cremagliera di tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Ad oggi rimane l’unico esempio italiano di tramvia a cremagliera e uno dei pochi rimasti al mondo. La linea, a binario unico con scartamento di 1435 mm, è lunga poco più di tre chilometri, affronta un dislivello di 425 metri e una pendenza massima di 21 gradi.

Per celebrare questo particolare primato, ASI ha rilasciato la prima certificazione di storicità per un convoglio tranviario elettrico, quello in funzione sulla Sassi Superga, formato dalla matrice D2-D3 SNOS del 1934 e dai rimorchi D11-D12-D13-D14 del 1884.

Le rispettive targhe oro sono state consegnate dal Presidente ASi Alberto Scuro e dalla Commissione ASI Rotabili Ferroviari, Gabriele Savi, Michele Fontani e Alberto Sgarbi, al Presidente dell’Associazione Torinese Tram Storici Roberto Carbursano, al termine di un evento organizzato sabato 30 novembre scorso alla stazione di Sassi, durante il quale sono intervenuti la Presidente del Consiglio Comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, l’Assessore regionale Andrea Tronzano e il presidente GTT Antonio Fenoglio.

Nell’occasione è stato offerto un road tour sulle rotaie della città a bordo di due affascinanti tram della collezione curata dall’Associazione Torinese Tram Storici, il ‘2598’ del 1933, e il ‘312’ del 1935.

La Sassi Superga è stata la prima funicolare italiana a vapore ad adottare il sistema Agudio, che consisteva in un cavo d’acciaio che, scorrendo accanto al binario, azionava due grandi pulegge a lato del convoglio che, a loro volta, muovevano gli ingranaggi sulla cremagliera centrale. Un motore a azione azionava l’argano. Il sistema venne aggiornato nel 1934 con la cremagliera tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Le motrici in uso dal 1934 sono la D1 a due assi e le D2 e D3 a carrelli, quattro assi. La colorazione esterna riprende i colori storici di ATM ( Azienda Torinese Mobilità, oggi GTT Gruppo Torinese Trasporti). Il rosso crema adornato dal filetto giallo blu dell’araldica torinese, abbandonati nel 1927 per imposizione ministeriale furono riproposti in quanto la linea Sassi-Superga non è una normale tranvia urbana. Ad eccezione del periodo della seconda guerra mondiale, quando le vetture furono ricolorate in beige, la D2 e la D3 sono tra i pochi tram a non aver mai cambiato livrea. Durante i loro novanta anni di onorato servizio, le motrici D2 e D3 hanno percorso oltre un milione e mezzo di chilometri, accompagnando milioni di persone fino alla base della Basilica di Superga.

I quattro motori TIBB-GTDM permettono al tram di spingere fino a due rimorchi, per un totale di 210 passeggeri. L’interno del tram è completamente in legno lucidato, cosiccome lo sono le porte. I sedili sono formati da panche dallo schienale reclinabile. Solo nella zona rivolta a valle ci sono una paratia e una porta scorrevole a dividere la zona passeggeri dalla parte ristretta del tram. L’orientamento del tram è fisso, sebbene sia bidirezionale. Il lato rivolto a monte si riconosce per la presenza delle condutture dell’aria. I finestrini sono ampi, panoramici e possono scomparire all’interno della fiancata del tram.

Nel 1934, in occasione del rinnovo del parco veicoli, l’ATM decise di recuperare i vagoni a quattro assi, due aperti estivi D13, D14 e due invernali chiusi D11 e D12, e di riutilizzarli sulla linea nuova, previa aggiunta di una ruota dentata che ingranasse sulla cremagliera per garantire la frenatura. Questi vagoni, fino all’immediato secondo dopoguerra, accompagnavano i passeggeri a partire da piazza Castello fino a Superga. Nel tratto tra piazza Castello e Sassi, le rimorchiate venivano agganciate al tram a vapore della linea Torino Brusasco, chiusa poi nel 1949, e da esso trainate fino alla stazione Sassi dove, con motrici di servizio, venivano portate sulla linea per Superga e unite alla motrice.

Sono state restaurate da un’officina specializzata nel 2000 e malgrado non siano praticamente mai cambiate nel corso dei decenni, solo pochi dettagli lasciano intendere la loro effettiva età.

Mara Martellotta

Anas: galleria ‘Claviere’chiusa al traffico

Anas ha programmato l’ispezione tecnica ricorrente all’interno di galleria ‘Claviere’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale, tra il km 95,250 e il km 96,460 della strada statale 24 “del Monginevro”.

Per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza, dalle 21:00 di  lunedì 2 dicembre, alle 5:00 di  martedì 3 dicembre, la galleria sarà chiusa al traffico.

Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati all’interno del centro abitato di Claviere. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.

“Memissima”. Il ritorno! A Torino gli “Oscar” italiani dei “meme”

Il “Festival della cultura memetica” 

Dal 5 al 7 dicembre

In un momento storico nel quale la realtà supera quotidianamente anche il ‘meme’ più ardito, l’unico modo che abbiamo per provare ad affrontare la nostra vita senza impazzire è quello di filtrarla e interpretarla attraverso la lente della ‘memetica’. Venire a ‘Memissima’ vi salverà la vita”. Dice bene Max Magaldi, musicista e artista, dal 2021 ideatore e direttore artistico di “Memissima”, il “Festival della cultura memetica” prodotto dalla torinese “The Goodness Factory” che ospita, nella tre giorni dedicata all’evento, le migliori “agenzie di comunicazione” e le migliori “pagine meme” da tutta Italia, in arrivo quest’anno sotto la Mole da giovedì 5 (presso la “Scuola Holden” di piazza Borgo Dora, 49) a venerdì 6 e sabato 7 dicembre (presso “OFF TOPIC”, in via Pallavicino, 35).

Il termine inglese “meme” (pronuncia “mim”), penso trovi pochi (almeno fra le nuove generazioni) impreparati rispetto alla comprensione del suo significato. Tuttavia, per chi non ne fosse pienamente al corrente (e, forse, a pensarci bene, non sono poi così pochi!), meglio specificare. Neologismo creato dall’etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico Richard Dawkins nel suo libro “Il gene egoista” (1976), dicesi “meme”, cito testualmente, “un’idea o un comportamento che si diffonde attraverso l’imitazione … e che con l’avvento di ‘internet’ si è ampiamente diffuso diventando un’immagine o un video di natura umoristica”. Insomma, detto in soldoni, i “meme” sono quelle brevi “sortite” (di solito combinate in fusione fra elemento scritto e visivo) divertenti, ironiche e bizzarre che diventano rapidamente virali nell’infinito groviglio della “rete social”. Orbene, a Torino, i bravi “mattacchioni” della “ Goodness Factory” si sono addirittura inventati (con il sostegno di “Camera di commercio” e “Fondazione CRT” e il contributo di “UNA – Azienda delle Comunicazioni Unite” e di “URMET”) un “Festival” dedicato proprio a questi benedetti “meme”, ai più gettonati, con tanto di “Meme Awards – Gli Oscar dei Meme”, che dopo il successo dell’ultima edizione con la premiazione di Gerry Scotti personaggio “più memato” dell’anno, ci terranno anche quest’anno col fiato sospeso scatenando il “toto-meme” sul web fino all’evento di premiazione finale in programma alle 21 di sabato 7 dicembre.

“Memer” e “Agenzie di Comunicazione” da tutta Italia si troveranno quindi a Torino, da giovedì 5 a sabato 7 dicembre, in occasione di “Memissima” fra “case studies” e “nuovi linguaggi” da indagare.

Il via, giovedì 5 dicembre, al “General Store” della “Scuola Holden”, che anche quest’anno ospiterà tre grandi lezioni di “scrittura memetica”, tenute da Vabe RagaA (ore 10) con “Folk-lore: vecchio e nuovissimo sono la stessa cosa” (pagina da oltre 118mila followers), Cyaomamma (ore 12) con “Textposting: scrivere in regime di infocrazia” e, attesissima, Madonnafreeeda (dalle 14,30) con “A mali estremi estremi meme: come aggirare algoritmi sensibili per raccontare realtà atroci”. A seguire, sempre alla “Scuola Holden”, dopo il talk (ore 18) “Dal cinema a Dogecoin”, si chiude in serata con “Stand Up Memedy”, show inedito rivelatore del “superpotere comico” dei “meme”.

Venerdì 6 e sabato 7 dicembre “Memissima” si sposta a “OFF TOPIC” per dare vita al format che studia il rapporto fra “meme” e comunicazione: Meme per gli acquisti’, l’incubatore sul memevertising” che ospita alcune delle migliori agenzie di comunicazione italiane, pensato per studiare il rapporto tra “meme” e “pubblicità”. Fra gli incontri da non perdere “La Grande Memezza” (sabato 7, ore 12,30), sorprendente esordio su “Tik Tok” del sindaco di Corbetta, Marco Ballarini, il talk (venerdì 6, alle 19) “Mi piace un bot! Come l’‘IA’ sta cambiando la creatività?” e, alle 22, l’incontro con Fabio Celenza, nel suo live show in band “Faffiga Experience”.

Grande chiusura con l’evento più atteso dai “memer” di tutta Italia: i “Meme Awards” “Oscar dei meme” che avverrà nel corso della serata finale sabato 7 dicembre, alle 21. Più di 200 le richieste di partecipazione ai “Meme Awards”, con oltre 400 “meme” candidati.

I “meme” candidati verranno giudicati da una “Giuria” che individuerà i “4 meme finalisti” per le diverse categorie, tra cui “Personaggio più memato dell’anno”, “Politica e Attualità”, Università e Scuola”, “Sport”, “IGP”, “Reel”, “Trash/Dank/NonsenseMusica”, “Arte e Spettacolo”. I vincitori verranno scelti dalla combinazione tra il voto della Giuria e quello dei follower della pagina dell’evento “Memissima/Meme Awards”: per votare basterà seguire la pagina “Instagram” ed esprimere la propria preferenza.

Per info e programma nel dettaglio: “The Goodness Factory”, via Faà di Bruno 2, Torino; tel. 676/630242 o www.thegoodnessfactory.it

G.m.

Nelle foto (emma@thegoodnessfactory.it): Locandina Festival e immagini di repertorio

Grattacielo Regione, fiaccole per non far calare il buio sulla Siria

 Mentre ad Aleppo l’offensiva delle milizie jihadiste ha riportato nell’incubo del fondamentalismo milioni di persone, a Torino, sotto al Grattacielo della Regione Piemonte, la Fondazione H.Opes ha organizzato questa sera una fiaccolata simbolica insieme all’Assessorato regionale alla Cooperazione Internazionale per tenere alta l’attenzione sulla crisi umanitaria in corso.

 

Per l’occasione, nella piazza del Grattacielo, è stata esposta l’”Icona dell’Intercessione”, donata nel 2023 dal patriarca di Antiochia, Gerusalemme e Tutto l’Oriente, Youssef Absi, alla Regione Piemonte, in segno di riconoscenza per aver promosso e sostenuto azioni culturali e sociali intraprese in Siria, come il progetto “Scuola di icone” tenuto da Fondazione H.Opes a Damasco proprio nel 2023.

 

“In questi anni in Siria siamo riusciti ad avviare importanti progetti di ricostruzione, nella consapevolezza che il paese possa rialzarsi solo partendo dai giovani – spiega il direttore della Fondazione H.Opes Federico Gallas -. Grazie al contributo della cooperazione internazionale della Regione Piemonte abbiamo ricostruito l’asilo di Maaloula, dato vita alla Scuola di Icone di Damasco, creato il premio World Heritage Hero in memoria del prof. Khaled al-Asaad ucciso dall’ISIS e collaborato con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale per formare i giovani archeologi siriani impegnati nel restaurare i beni culturali distrutti dagli jihadisti. Speravamo che l’incubo del terrorismo fosse ormai un brutto ricordo, ma gli eventi di questi giorni ci ricordano che non è così”.
“Da Aleppo ci giungono notizie preoccupanti, ma anche messaggi di tanti siriani decisi a non rassegnarsi davanti all’avanzata jihadista. Noi saremo sempre al loro fianco, per ricostruire la pace in Siria” dichiara il responsabile operativo di H.Opes Saaman Daoud.

 

“Il Piemonte è stato protagonista della ricostruzione della Siria quando in Europa nessuno si curava più del suo dramma ed è ora in prima linea per sensibilizzare le coscienze affinché in quella culla di Civiltà non ritorni a dettare legge un califfato di tagliagole – dichiara l’assessore della Regione Piemonte alla Cooperazione Internazionale Maurizio Marrone -. Il pluralismo religioso della Repubblica Araba Siriana è patrimonio dell’umanità intera e va difeso ad ogni costo dal fondamentalismo dei terroristi”.

In Sala Rossa il punto sugli scontri violenti in piazza durante lo sciopero

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L’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda è intervenuto, questo pomeriggio in Sala Rossa, per rispondere alla richiesta di comunicazioni riguardante gli episodi di violenza e gli scontri avvenuti la settimana scorsa in città. Nel suo intervento, Porcedda ha spiegato che venerdì scorso, 29 novembre, alcuni manifestanti si sono staccati dal corteo principale, dando vita a un nuovo corteo, recandosi sotto la sede della Prefettura, dove hanno lanciato uova e vernice contro le Forze dell’ordine.

Successivamente – ha detto – hanno raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova, cercando di entrare. Una decina di persone è riuscita e la stazione è stata quindi chiusa in entrata e in uscita per quasi un’ora. Alcune persone si sono poi spostate verso la stazione di Porta Susa, dove hanno occupato i binari per circa un quarto d’ora. Si sono poi ricongiunte al primo spezzone del corteo. Lo stesso giorno, un altro gruppo di manifestanti ha effettuato un blitz alle Ogr Tech, dove ci sono anche gli uffici della Leonardo.

“Manifestare è un diritto costituzionale – ha affermato ancora l’assessore – che deve essere sempre garantito nella più totale libertà di espressione, ma la violenza è un atto da condannare sempre, senza alcuna ambiguità”. Nell’esprimere solidarietà alle Forze dell’ordine, che hanno svolto un compito molto delicato, Porcedda ha ribadito con forza che la Città non può assolutamente tollerare atti di violenza e vandalismo. “Saremo sempre pronti – ha concluso – a difendere i diritti democratici ma, con altrettanta determinazione, saremo pronti a condannare chiunque li utilizzi come pretesto per minare la sicurezza di tutti”.

Dopo la relazione dell’assessore, si è aperto il dibattito in Aula. Prima ad intervenirla consigliera Federica Scanderebech (Forza Italia) che ha ribadito come bloccare la città, imbrattare spazi pubblici o privati, urlare slogan violenti o compiere aggressioni fisiche, rappresenta una deriva pericolosa da isolare e coNdannare fermamente. Sono comportamenti che non solo danneggiano le cause che altri manifestanti portano avanti in modo pacifico, ma colpiscono al cuore la democrazia e il diritto alla protesta civile. È essenziale che si prendano le distanze e isindaco ha il potere e la responsabilità di intervenire con fermezza.

Per Enzo Liardo è importante dare una cornice alle dichiarazioni dell’assessore, che ha parlato di manifestanti e frange estreme: “Non si chiamano manifestanti, si chiamano Askatasuna”, come capita sempre, quando ci sono disordini in città e come hanno dichiarato le Forze dell’ordine che li conoscono benissimo. Al sindaco, il consigliere di Fratelli d’Italia, ricorda che i cittadini chiedono di chiudere quel centro sociale.

Per Giuseppe Catizone manca il cosa fare per evitare che succeda di nuovo e trovarsi il lunedì in Aula a discuterne. I responsabili sono sempre identificabili e da quando si è insediato il sindaco sono diversi gli episodi violenti in città in cui sono stati coinvolti membri di Askatasuna che non sembra abbiano intenzione di abbandonare i loro intenti bellicosi. Per il consigliere della Lega diventa allora necessario mettere la parola fine al progetto bene comune che riguarda quello spazio.

Per il consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao sta diventando una pericolosa consuetudine il dissenso che sfocia in violenze con feriti fra le forze dell’ordine. Firrao lamenta che Alcune forze politiche, in Aula, parlano di criminalità del dissenso mentre questo è un dissenso criminale e quelle forze politiche dovrebbero prenderne le distanze.

Invita invece ad una riflessione approfondita Andrea Russi, convinto che la crisi economica e sociale che attraversano la nostra città non possano più essere ignoratePer il consigliere del MoVimento 5stelle stanno aumentando le diseguaglianze e peggiora la qualità della vita delle famiglie, mentre i margini di confronto sono sempre più stretti o vengono repressi.

Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è detto preoccupato per la violenza di piazza, ma ancor di più per l’indifferenza di una certa parte della politica di fronte a episodi che fanno rabbrividire. Ci sono certamente fratture sociali – ha detto – ma in corteo non c’erano operai di Stellantis, ma figli di papà. È arrivato il momento di denunciare, di dire basta alla violenza e agli attacchi alle Forze dell’ordine – ha concluso, chiedendo di bloccare la co-progettazione dell’immobile occupato da Askatasuna.

Non si capisce perché certi elementi non vengono arrestati – ha dichiarato Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), chiedendo di fare un sopralluogo all’ex Askatasuna e di valutare altre progettualità sull’immobile.

Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha espresso massima solidarietà a forze dell’ordine e commercianti, vittime di ordinarie scene di guerriglia urbana e di violenza gratuita. Ha quindi annunciato l’ulteriore richiesta di sopralluogo all’immobile di corso Regina Margherita.

Per Claudio Cerrato (PD) la solidarietà non è scontata e compiere atti di violenza nei confronti di lavoratori pensando di difendere i diritti di altri lavoratori non è concepibile, così come lo scontro con le forze dell’ordine che non c’entra nulla con il diritto alla protesta. C’è una recrudescenza di violenza giovanile nella nostra città. Ma non si può ridurre la violenza in città ad un’unica matrice.

Fabrizio Ricca (Lega) ritiene che ormai ogni manifestazione per qualcuno è una scusa per devastare e distruggere. Una pessima abitudine. Serve che le istituzioni facciano sentire i muscoli. Non certo i manganelli, che non c’è, per Ricca, arma più forte della penna. Servono atti che si traducano in provvedimenti per la legalità che in questa città deve vincere sempre.

Silvio Viale (+Europa e Radicali) ritiene insopportabile che questo Consiglio comunale non abbia ancora preso una decisione, emesso un documento di condanna. Il consigliere chiede poi un sopralluogo nei locali di Askatasuna e di audire i cinque garanti di quel progetto. Bisogna sbloccare quella situazione.

Anche Valentina Sganga (M5S) condanna le degenerazioni violente, tanto più perché forniscono un alibi alle forze di centrodestra per non parlare delle rivendicazioni al centro dello sciopero e di quelle manifestazioni. Sostegno allora ai lavoratori del trasporto pubblico. Per Sganga, la retorica contro la violenza è strumentale e ipocrita, utile per fare la lezioncina in Aula sui centri sociali ma inesistente quando si affrontano il tema della giustizia sociale per i lavoratori o questioni fondamentali per l’umanità come il genocidio palestinese.

Per Domenico Garcea (Forza Italia) i violenti che hanno devastato la città, sono delinquenti che hanno un nome e un cognome. Ma Askatasuna, per Garcea non si può toccare perché la maggioranza che governa la città è ricattata da una parte della sinistra che siede in Sala Rossa e difende quei delinquenti.

Nel suo intervento, Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha dichiarato che la retorica della destra è sempre la stessa, mette il focus su quello che è possibile raccontare ai giornalisti e sui social. E’ da tre anni che parliamo solo di questo perché da tre anni non arrivano altri stimoli dal centrodestra. Occorre capire perché il disagio giovanile si manifesti così. Non ci sono spazi di partecipazione e nel mondo va tutto male. Vedere giovani che esprimono disagio verso un mondo che va al collasso è la vera domanda che bisognerebbe porsi.

Ha chiuso la serie degli interventi il Sindaco Stefano Lo Russo, che ha ribadito come non ci debba essere alcuna ambiguità nella condanna delle forme di violenza che abbiamo visto: “La cosa che rammarica è che noi oggi ci troviamo a discutere gli atti e violenti e questo ha clamorosamente offuscato lo sciopero generale che ha avuto una forte una forte adesione che però ha avuto oggettivamente una piattaforma di contrasto e di contestazione rispetto a un impianto di manovra finanziaria. E questo elemento – ha sottolineato il sindaco – è stato un elemento che ha danneggiato le lavoratrici e i lavoratori che hanno aderito allo scioperoIo credo che questo sia un Paese in cui deve essere sempre e senza alcuna ambiguità garantito il diritto di manifestare purché questo avvenga nel quadro delle regole democratiche senza alcuna forma di violenza. Questo vale anche per il diritto di sciopero”.

Lo Russo ha quindi ribadito come la responsabilità penale è sempre soggettiva e che non è compito del sindaco accertare le responsabilità penali dei cittadini o delle cittadine che si rendono responsabili di reati ma ci sono istituzioni preposte per questi compiti, per l’accertamento dell’identificazione di coloro che si rendono colpevoli di reati e l’accertamento di eventuali misure restrittive. Sugli sgomberi, Lo Russo ha sottolineato che esistono le autorità preposte per effettuarli nel caso si ravvisino situazioni che richiedano interventi per la tutela dell’incolumità pubblica o di ordine pubblico. L’Amministrazione comunale deve occuparsi della corretta gestione di quel bene e ha avviato un percorso anche se difficile e complesso.

A Chieri 65 nuovi “cittadini”

Sabato si è svolta la tradizionale cerimonia di riconoscimento della cittadinanza speciale

 

Si è svolta sabato 30 novembre, all’Auditorium Leo Chiosso di Chieri, la cerimonia di conferimento della “Cittadinanza speciale della Città di Chieri per IUS SOLI”.

Si tratta di un’attestazione di riconoscimento della comunità chierese concessa ai minori stranieri nati a Chieri o in Italia da genitori stranieri, residenti nel Comune di Chieri, conferita ogni anno dal Sindaco in occasione di una cerimonia pubblica.

Quest’anno sono stati invitati 64 tra bambini e bambine in rappresentanza di 18 nazionalità (AlbaniaBosnia-ErzegovinaBurkina FasoCongoCosta d’AvorioFilippineGermaniaGhanaMaroccoMoldovaNigeriaPakistanPerùRepubblica Popolare CineseRomaniaStati Uniti d’AmericaTunisiaUcraina).

Dichiara il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO: «Sabato mattina abbiamo consegnato a tante bambine e bambini chieresi, nati in Italia da genitori stranieri, la “Cittadinanza Speciale per Ius Soli. Una cerimonia semplice e molto sentita da tutte e tutti in cui abbiamo anche consegnato la costituzione tradotta in più lingue, grazie all’ANPI. Un riconoscimento simbolico ma per noi molto importante: è il nostro modo di ribadire che una bambina o un bambino che è nato e vive a Chieri o in qualunque posto d’Italia, deve crescere con gli stessi diritti di tutte le altre bambine e gli altri bambini, a prescindere dalla nazionalità dei genitori.