Cliccando sul link troverete un’utilissima raccolta di domande e risposte sui sostegni e sui servizi durante l’emergenza, disponibile su TorinoGiovani.
Nursing Up dona 4.000 tute anticontaminazione
Realizzate in Tyvek certificate UE. Per le regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna De Palma: “Impresa titanica trovarle ma ce l’abbiamo fatta”
Sono pronte per la consegna 4.000 tute regolamentari ad alto contenimento in Tyvek con certificato UE 2016/425 donate dal sindacato degli infermieri Nursing Up alle regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. I dispositivi di protezione individuale sono attualmente in consegna, come indicato dalle regioni interessate, presso i seguenti magazzini unici: per il Piemonte presso la ASL To 3 di Grugliasco, per la Lombardia presso l’AREU di Rho e per l’Emilia Romagna presso il Coopservice di Reggio Emilia.
“È stata un’impresa titanica ma alla fine ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a reperire 4.000 tute certificate secondo il Regolamento UE. Nursing Up le ha trovate per dare una mano concretamente ai colleghi che stanno mettendo a repentaglio la propria vita sul fronte. Bastano solo per le regioni più coinvolte, noi le abbiamo cercate per tutte, ma questi DPI sono estremamente contingentati e quindi siamo stati costretti ad inviarli dove c’è più urgenza. Scovare le tute giuste con riportati i codici specifici a garanzia di tenuta contro agenti biologici e virus, vi assicuro, è stata una vera e propria impresa”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma annuncia l’iniziativa benefica.
Nonostante una preliminare sfiancante attività di ricerca durante la quale non si riusciva a trovarle, lo stesso De Palma ha deciso di occuparsene personalmente. “Se all’inizio sembrava non esserci speranza, visto che i depositi risultavano completamente sforniti di presidi con barriera contro agenti infettivi bollinata EN 14126 – racconta – non mi sono rassegnato. Con un occhio ai fusi orari, ho cercato giorno e notte anche all’estero e alla fine ce l’ho fatta. Effettuato l’ordine e aspettato trepidante la conferma, ogni minuto che trascorreva la speranza di poterle acquistare sembrava affievolirsi”.
Le difficoltà di reperimento sono dovute, com’è comprensibile che sia, al fatto che centinaia di migliaia di enti sanitari in tutto il mondo ne stanno facendo richiesta per l’emergenza. Ma alla fine l’attesa è stata premiata e ieri finalmente il sindacato ha onorato i costi, e nei prossimi giorni le tute a norma verranno consegnate in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Abbiamo già concordato le modalità di consegna e ora i presidi dovranno solo essere recapitati. Alle tute, che sono per tutti, si aggiunge per gli iscritti Nursing Up la polizza RC colpa grave. Si tratta di una protezione preziosa riservata agli operatori sanitari associati, anche a chi è in servizio presso i reparti Covid.
“Le nostre tute di protezione rappresentano solo un piccolo contributo – sottolinea De Palma – in questo momento di grave emergenza, ma sono felice che il sindacato che mi onoro di presiedere sia riuscito a dare una mano concreta a salvaguardare la salute degli operatori sanitari sul fronte”. “Lo abbiamo fatto a vantaggio di tutti coloro che potranno utilizzarle – ribadisce – e non solo per i nostri associati. Perché per noi infermieri la vita è il bene più prezioso, abbiamo nel nostro DNA la centralità e la cura della persona. E questo gesto vuol essere il nostro modo per proteggere la gente”.
Costanzo (M5S): “Risorse Tav alla sanità”
“In questo momento di emergenza estrema, la crisi economica divampata come riflesso immediato di quella sanitaria ci obbliga a una riflessione, non più rinviabile, sull’utilizzo orientato dei fondi pubblici e sulle priorità economiche che il nostro Paese deciderà di darsi da qui in avanti.
Nei giorni scorsi agenti del Commissariato Barriera Milano hanno arrestato per spaccio due cittadini stranieri
Colombe e uova artigianali, la disfatta pasquale
Quest’anno spariranno dalle nostre tavole, uova, colombe e pasticceria artigianale pasquale
E’ vietata la vendita da un’interpretazione governativa del Dpcm dell’11 marzo sul contenimento dell’emergenza coronavirus, secondo cui le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti neppure attraverso la modalità di asporto, consentita invece ad altre attività.
Confartigianato ritiene che “lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie sia un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è permessa la commercializzazione di prodotti dolciari”.
In base ai calcoli il divieto alle colombe, uova e dolci tipici pasquali causa in Piemonte perdite per circa 40 milioni di euro in un mese, a danno di 1.600 pasticcerie e gelaterie, delle quali 1.200 sono imprese artigiane, circa il 76% dell’intero settore.
Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 19 di sabato 4 aprile
IN PIEMONTE 342 PAZIENTI GUARITI, 546 IN VIA DI GUARIGIONE Questo pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 342 (77 in più di ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 16 in provincia di Alessandria, 19 in provincia di Asti, 15 in provincia di Biella, 29 in provincia di Cuneo, 21 in provincia di Novara, 196 in provincia di Torino, 24 in provincia di Vercelli, 13 nel Verbano-Cusio-Ossola, 9 provenienti da altre regioni. Altri 546 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa ora dell’esito del secondo.
56 DECESSI, COMPLESSIVAMENTE 1.144
Sono 56 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 17 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Biella, 1 in provincia di Cuneo, 5 in provincia di Novara, 27 in provincia di Torino, 3 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 proveniente da altra regione.
Il totale complessivo è ora di 1.144 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 219 ad Alessandria, 52 ad Asti, 84 a Biella, 76 a Cuneo, 133 a Novara, 443 a Torino, 59 a Vercelli, 58 nel Verbano-Cusio-Ossola, 20 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
SITUAZIONE CONTAGI
Sono 11.839 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.630 in provincia di Alessandria, 570 in provincia di Asti, 561 in provincia di Biella, 960 in provincia di Cuneo, 973 in provincia di Novara, 5.804 in provincia di Torino, 583 in provincia di Vercelli, 540 nel Verbano-Cusio-Ossola,169 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 45 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 447.
I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 38.638, di cui 22.806 risultati negativi.
Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, il numero dei guariti virologicamente (77) supera quello dei decessi (56).
Torino: APR (drone) dei Carabinieri in campo nei parchi cittadini per i controlli connessi all’emergenza sanitaria
Dal pomeriggio di oggi nelle aree verdi cittadine del parco Colletta, Pellerina e Valentino – Lungo Po Murazzi, entrerà in azione, nei fine settimana, un aeromobile a pilotaggio remoto (drone)dei Carabinieri, che consentirà di verificare dall’alto eventuali assembramenti vietati e per i quali è difficile effettuare verifiche con le pattuglie automontate. La decisione è stata presa nel corso del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in videoconferenza ieri. Il drone dell’Arma èpilotato da esperti elicotteristi del 1° Nucleo elicotteri Carabinieri di Volpiano (TO), che saranno sempre affiancati da militari del Comando Provinciale Carabinieri di Torino per le verifiche su strada. L’APR dei CC si alternerà con quello in dotazione alla Polizia locale di Torino.
I due Atenei piemontesi rispondono alla richiesta di screening sul territorio della Regione Piemonte. Il kit con i reagenti per il rilevamento del virus COVID-19 è stato progettato nei laboratori dal Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari di UniTo.
L’Università degli Studi di Torino (UniTo) e l’Università del Piemonte Orientale (Upo) hanno allestito un test «in house» per l’identificazione del Coronavirus dai tamponi eseguiti sul territorio. Le due università piemontesi si sono coordinate per rispondere alla richiesta della Regione Piemonte di effettuare test diffusi per lo screening del virus COVID-19. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio assieme con l’Assessore regionale all’Innovazione e agli Atenei, Matteo Marnati.
“In questo modo – ha spiegato il presidente Cirio – la Regione riesce a fare fronte all’esigenza di fare più tamponi sapendo che più test si faranno, più reagenti saranno necessari, ed è per questa ragione che abbiamo coinvolto le nostre eccellenze come le due Università di Torino e del Piemonte Orientale. In pochi giorni abbiamo incrementato l’attivazione dei laboratori da 2 a 18 e soltanto ieri abbiamo eseguito oltre 3600 tamponi”.
«L’idea di coinvolgere gli atenei – ha aggiunto Marnati – deriva dal fatto che in questo momento servono soluzioni rapide per effettuare i test. La sperimentazione ha certificato la validità di tutti i test che sono stati messi al confronto con quelli presenti sul mercato. Questa è la dimostrazione che la ricerca e la scienza sanno dare le giuste risposte a ogni fabbisogno, con orgoglio il Piemonte dimostra di essere sempre all’avanguardia dimostrando di avere un modello universitario eccellente».
La capacità di condurre questi test da parte del Sistema sanitario potrebbe essere limitata a causa della carenza di reagenti. Le Università del Piemonte, con questo impegno, intendono mettere a disposizione le proprie conoscenze e strutture per aumentare la potenzialità di svolgere i test di coronavirus sul territorio fornendo un servizio cruciale teso a combattere la pandemia.
«Il Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – dimostra ancora una volta la capacità di fare sistema. Le migliori eccellenze regionali della Ricerca, dell’Industria e della Sanità hanno saputo unire le forze e fare la differenza in questo momento di grave emergenza per il Piemonte. Siamo grati a tutti coloro che hanno collaborato a questo importante progetto, che ci permette di muoverci in autonomia su un fronte strategico come quello dei reagenti per i test sul virus».
Il test si basa sulla tecnica nota come reazione a catena della polimerasi per trascrizione inversa (RT-PCR) utilizzando un kit per la diagnosi del virus, assemblato e testato per la sua validità in laboratorio. Ed è proprio questo kit che è stato progettato ed allestito in questa settimana, nei laboratori del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari (MBC) dell’Università di Torino.
Il kit comprende reagenti identificati come ottimali per il rilevamento dell’RNA del virus e attualmente reperibili per assicurare ai laboratori diagnostici un costante e sicuro rifornimento. Inoltre, il kit è stato progettato per essere utilizzabile dalle diverse strumentazioni di cui sono dotati i centri diagnostici. A questo proposito, i ricercatori si sono coordinati con i Direttori dei Laboratori diagnostici della Città della Salute, Zooprofilattico, Novara, Cuneo e altri ancora.
Il Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolare, di cui il dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute è il maggior afferente, e il Centro di Ricerca Traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche (CAAD-UPO) possiedono laboratori attrezzati e ricercatori altamente specializzati che hanno risposto numerosissimi, con entusiasmo, mettendosi a disposizione immediatamente.
Il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna ha dichiarato: «Questa iniziativa è una pronta risposta all’eccezionale emergenza causata dalla pandemia COVID-19 ed è nata dalla relazione virtuosa tra le Università, la Regione e il territorio. UniTo ha subito messo a disposizione tutte le sue competenze, i laboratori e gli strumenti per l’allestimento di un test “in house” per l’identificazione del Coronavirus, progettando il kit con i reagenti ottimali per il rilevamento del virus. La capacità di condurre questi test da parte del Sistema sanitario è, infatti, attualmente a rischio a causa anche della carenza di kit reperibili. Per questo motivo, il nostro Ateneo, che conta una comunità di oltre 80 mila persone, ha voluto fare la sua parte, partecipando direttamente, con le proprie competenze, alla lotta contro il Covid-19».
Il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi ha dichiarato: «UPO ha risposto all’appello della nostra Regione attraverso l’impegno, l’entusiasmo e l’abnegazione dei suoi ricercatori, che hanno messo in campo il loro elevato profilo professionale per arrivare in brevissimo tempo a questo importante risultato. Come medico e come rettore sono davvero orgoglioso che le competenze presenti nel nostro Ateneo e le strutture altamente specializzate possano contribuire a superare questo momento di emergenza per la nostra comunità».
IL VIDEO:
È attiva presso l’Unità di Crisi della Regione Piemonte l’area funzionale formata da Welfare, Sanità e Protezione Civile dedicata alla gestione dell’emergenza legata al Coronavirus all’interno delle strutture per anziani, disabili e minori
Questa mattina Chiara Caucino (nella foto), assessore al Welfare, nel suo ruolo di coordinamento politico, si è collegata con tutte le Prefetture piemontesi presenti sui territori per raccogliere le situazioni di difficoltà riscontrate ed elaborare, insieme alle Istituzioni presenti, una adeguata ed efficace strategia operativa.
È stata inoltre creata una casella e-mail riservata alle segnalazioni di criticità presenti nelle strutture. È possibile quindi indirizzare la segnalazione a: presidi_unitacrisi@regione.piemonte.it.
“Stiamo facendo tutto il possibile – sottolinea Caucino – per fronteggiare al meglio questa emergenza. Stiamo lavorando per una prima ricognizione capillare, strumento necessario per conoscere il quadro attuale e affrontare al meglio le difficoltà dei cittadini piemontesi, soprattutto dei più fragili. Mi auguro che il Piemonte, con la capacità e l’operato delle forze messe in campo, possa uscire al più presto da questa emergenza”.
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Ulteriori restrizioni: al mercato solo una persona per famiglia e brevi uscite all’aria aperta non oltre i 200 metri da casa. In fase di verifica la possibilità di raddoppiare il valore delle sanzioni. Il presidente Cirio: “Siamo ancora in emergenza piena, ma in troppi sembrano non capirlo”
Firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio la proroga dell’ordinanza sulle misure di contenimento al coronavirus valide su tutto il territorio. Avrà efficacia fino al 13 aprile in linea con il decreto del Governo.
In Piemonte restano valide tutte le restrizioni già previste nella precedente ordinanza
Alcune novità stringono ulteriormente le maglie del contenimento:
Vietata ogni attività sportiva all’aria aperta, salvo brevi uscite nei pressi della propria abitazione che sono consentite solo entro una distanza massima di 200 metri.
Viene estesa in modo specifico anche ai mercati la regola che vi si possa recare una sola persona per nucleo familiare, esattamente come già previsto per tutti gli altri esercizi commerciali.
Badanti e colf possono proseguire l’attività lavorativa solo in caso di assistenza necessaria per persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti.
Accanto alle nuove restrizioni sono stati previsti, inoltre, alcuni chiarimenti che verranno pubblicati come FAQ sul sito della Regione.
Gli spostamenti dei volontari sono consentiti, ma solo se strettamente connessi alla gestione dell’emergenza Coronavirus.
La priorità di accesso agli esercizi commerciali è valida per tutti gli operatori impegnati in prima linea nell’emergenza e in possesso di regolare tesserino: volontari della protezione civile e operatori sanitari, tra cui medici, infermieri e anche farmacisti.
Insieme alla Prefettura si sta inoltre valutando la possibilità di incrementare il regime sanzionatorio. La proposta del Presidente della Regione è di raddoppiare il valore delle sanzioni su tutto il territorio piemontese.
“Sono sinceramente molto preoccupato – dichiara il presidente Cirio -. Temo che molte persone non abbiano ancora capito che questa è una guerra e che in guerra si sta a casa. Ho visto troppa gente a passeggio in queste ultime ore. Ne va della salute di tutti e ogni leggerezza vanifica gli sforzi enormi che tutto il sistema sta facendo in una situazione che non ha precedenti. Stare a casa non è un appello, è la regola che vale per tutti”.