Coronavirus- Pagina 52

Alle Ogr guarito il 100° paziente covid

E’ stato dimesso ieri dal Covid Hospital delle Ogr, le Officine Grandi Riparazioni di Torino, il centesimo  paziente guarito.

Per questo i medici della Brigada cubana che lavorano nelle corsie allestite a tempo record nel polo culturale, all’apice dell’emergenza Coronavirus, hanno appeso ai rami di un alberello un nastro bianco con un filo rosso che lo attraversa ricamando il numero 100. I  primi pazienti sono giunsero lo scorso 19 aprile.

“Bonus Piemonte: per chi e per cosa?”

Un lettore ci scrive / Caro Direttore, con enfasi mediatica l’amministrazione regionale, la stessa che doveva consegnare da  diverse settimane la “mascherina” a tutti i Piemontesi (alla mia famiglia non sono mai arrivate ma siamo fiduciosi che il Governatore Cirio ce le farà avere in tempo per il Carnevale 2021) ha lanciato una iniziativa di supporto alle categorie professionali provate dal Covid-19: il bonus Piemonte.

Devo dire che, nella scarsa propensione a elaborare progetti ben studiati e inclusivi delle varie problematiche connesse al sostegno della cittadinanza, il Piemonte è in buona compagnia.

Le iniziative di supporto nazionali sono state elargite senza tenere conto delle sfaccettate e complesse realtà esistenti. Io, e la mia famiglia di 3 persone, ad esempio sopravviviamo con una pensione INPS (664,00 Euro) ma a causa di questa “misera” pensione d’anzianità, quella che mi spetta per avere pagato i contributi INPS per 35 anni, non ho potuto richiedere il bonus di 600 Euro ( e che forse ora diventeranno 800 o 1.000 ) come invece, da quello che leggo, hanno potuto fare camorristi, mafiosi e altre categorie “protette”. In precedenza era stato considerato ostativo all’ottenimento del bonus anche percepire le pensioni di invalidità ma, a fronte della levata di scudi da parte delle associazioni delle persone con disabilità, almeno per questo punto questa la norma è stata emendata. Il percepire una pensione bassa non solo mi impedisce di richiedere il bonus ma, mentre lo stesso non concorre a costituire il reddito tassabile, la mia pensione viene tassata, contribuendo così a finanziare i vari bonus, redditi di cittadinanza e altre brillanti soluzioni con cui alcuni mesi fa è stata “sconfitta la povertà”. E’ una disparità di trattamento ingiusta, in un momento in cui si fa appello, a ogni piè sospinto, alla unità e solidarietà nazionale.
Ma in effetti l’argomento della presente è: il bonus Piemonte. Personalmente ho dato al Covid 19 più di quello che avrei voluto. Mia madre è morta sola a metà Aprile, in una RSA dove era in riabilitazione da fine Gennaio. Il mio lavoro è evaporato e la vita non è certo facile.
Quindi gli 800 Euro del bonus per l’ “attività delle guide e degli accompagnatori turistici” (Codice Ateco 79.90.20) li avrei spesi principalmente per spesa e bollette. Ma il Piemonte non vuole che il bonus venga sprecato per scopi “voluttuari” come nutrirsi! Nel modulo da firmare per ricevere il bonus al punto 4 è precisato:
“…4. che il Bonus Piemonte deve essere utilizzato per l’adeguamento dei locali, l’acquisto di materiali, attrezzature e delle spese accessorie imposte anche dalle nuove esigenze e misure igienico-sanitarie derivanti dall’emergenza COVID-19, secondo quanto previsto dalla specifica normativa regionale che ha istituito il Bonus stesso;…”Ora mi sembra almeno strano che una persona che svolge la sua attività professionale principalmente all’aperto e nel mio caso, in gran parte via da Torino, debba usare il bonus per adeguare dei locali che non utilizza per il proprio lavoro, acquisire dei materiali che non so quali possano essere vista la sua attività (una valigia nuova? un paio di scarpe confortevoli? ), ecc. invece di poterli spendere per tappare i buchi del suo asfittico bilancio visto che da Febbraio, come già segnalato, non incassa un centesimo. Pur nella sua banalità il problema “alimentare” in cui penso, come noi, si dibattono migliaia di famiglie Piemontesi, non ritengo debba essere risolto demandandolo alla carità delle varie onlus e associazioni caritatevoli. Oppure il Governatore vuole riesumare le “Brigate Cirio”? Sono consapevole che si tratta di una battuta di non eccelsa qualità ma sto esaurendo il mio senso dell’umorismo.
Forse molti dei miei colleghi e quanti altri esercitano professioni simili alla mia, non si sono resi conto che l’invio del modulo e il ricevimento degli Euro del Bonus Piemonte, potrebbe dare, per anni, lavoro all’Agenzia delle Entrate e ai Tribunali per recuperare quanto indebitamente speso.
Per chiedere un chiarimento in merito ho chiamato l’URP regionale. Mi è stato detto di rivolgermi alla email: help.bonuspiemonte@regione.piemonte.it  i cui addetti saranno però molto impegnati se dal 05/06 pomeriggio non hanno ancora trovato il tempo di rispondere. Sempre meglio del CSI che ha preso in carico un’altra richiesta il 04/06 e non ha ancora risposto al momento di inviare questa email.
Comunque per chiudere: se lo scopo del Bonus Piemonte era dare sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi sarebbe stato necessario valutare a priori quali categorie e codici Ateco potevano utilizzare i fondi ricevuti nei modi previsti dall’articolato del bando. Come ho precedentemente spiegato le persone che svolgono attività come la mia ben difficilmente potrebbero utilizzare i fondi come richiesto. Quindi i loro codici Ateco non avrebbero dovuto essere inclusi. Oppure dovrebbe esserci, e sarebbe più ragionevole se si vuole aiutare i lavoratori autonomi Piemontesi, una esplicita deroga per quelle professioni che, per la loro natura stessa, non potrebbero utilizzare i fondi come richiesto ma li userebbero per sopravvivere per un po’ sperando che il lavoro riparta.
Magari il Governatore, quando si renderà conto che i suoi canali di comunicazione difettano, vorrà rispondere nel merito chiarendo se posso richiedere il bonus per fare la spesa senza poi finire nel tritacarne amministrativo/fiscale rendendo, magari tra numerosi anni quando il Covid sarà un ricordo sfumato, quanto ricevuto più spese e sanzioni.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
MM

Bollettino coronavirus: 13 vittime e 14 nuovi contagi in Piemonte

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

20.653 PAZIENTI GUARITI E 2.396 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 20.653(+120 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2199 (+41) Alessandria, 1142 (+7) Asti, 777 (+1) Biella, 2039 (+5) Cuneo, 1799 (+3) Novara, 10.759 (+55) Torino, 896 (+3) Vercelli, 901 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 141 (+3) provenienti da altre regioni.

Altri 2.396 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.954

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrati nella giornata di oggi e 9 nel mese di maggio (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.954 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 649 Alessandria, 239 Asti, 207 Biella, 388 Cuneo, 337 Novara, 1.752 Torino, 215 Vercelli, 127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.869 (+14, di cui 6 asintomatici; dei 14, 2 presentavano test sierologico positivo) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.968 Alessandria, 1.857 Asti, 1.039 Biella, 2.803 Cuneo, 2.726 Novara, 15.707 Torino, 1.309 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 36(-2 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 633 (-26rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.197.

I tamponi diagnostici finora processati sono 344.924, di cui 190.950risultati negativi.

Il Poli scopre rivestimento antivirus

Grazie alla partnership industriale con l’azienda GV FILTRI verranno prodotti filtri per le mascherine FFP in grado di annientare il Coronavirus

 

 Un rivestimento applicabile su qualsiasi superficie con proprietà antibatteriche, antifungine e, soprattutto, antivirali in grado di annientare il Coronavirus. È questa la tecnologia inventata e brevettata dal gruppo di ricerca della professoressa Monica Ferraris del DISAT (Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia) del Politecnico di Torino.

Grazie ad un rivestimento a base di silice e nanoparticelle di argento a cui il team della professoressa Ferraris lavora da più di 10 anni, si potranno realizzare filtri più sicuri e più affidabili per l’eliminazione di eventuali patogeni esterni, tra cui il virus che provoca il Covid-19, come dimostrato dai test condotti dalla dottoressa Elena Percivalle presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e in fase di pubblicazione sulla rivista Open Ceramics.

La tecnologia ed il brevetto più recente (PCT/IB2018/057639, Monica Ferraris, Cristina Balagna, Sergio Perero) ad essa correlato hanno trovato l’interesse della GV Filtri di Baldissero Torinese, un’azienda specializzata da 30 anni nello sviluppo e produzione di filtri industriali. La sinergia tra Università ed Impresa ha reso possibile valorizzare i risultati della Ricerca pubblica aprendo la strada alla realizzazione di un prodotto innovativo ad elevato impatto economico e sociale.

 

L’accordo raggiunto tra Politecnico di Torino e GV Filtri è fondamentale per il completamento del processo di trasferimento tecnologico dell’invenzione, in quanto consente a GV Filtri di industrializzare lo sviluppo applicativo del rivestimento sui propri filtri industriali, con l’obbiettivo di portare la tecnologia sul mercato introducendo una significativa innovazione nei prodotti esistenti o creando prodotti completamente nuovi.

Simili accordi” dichiara Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino, “rappresentano perfettamente gli esiti virtuosi di ciò che intendiamo per trasferimento tecnologico: il mondo della Ricerca deve dialogare con il tessuto imprenditoriale, in uno scambio continuo il cui risultato è molto di più della somma delle parti. L’innovazione ideata e sviluppata dentro l’Ateneo ha bisogno di essere accolta dalle aziende che hanno la costante esigenza di investire in soluzioni all’avanguardia: insieme infatti riescono ad ultimare un percorso che da soli non avrebbero avuto le forze di compiere. In questo senso, è particolarmente significativo il fatto che questo accordo sia stipulato con una PMI locale, che avrà modo di agire su svariati piani, dall’impiego di nuovo personale, all’attrazione di investimenti sul territorio e oltre”.

Marco Vicentini, Amministrato di GV Filtri aggiunge: “Il tessuto imprenditoriale Italiano, prevalentemente formato da micro e piccole imprese, da sempre ha difficoltà ad interfacciarsi con il mondo accademico. In questo percorso, a nostra opinione, l’impresa deve fare il primo passo. Noi ci siamo interessati ai lavori del Politecnico di Torino sui rivestimenti antibatterici e loro ci hanno prontamente accolti e supportati. Abbiamo il privilegio di lavorare con un gruppo estremamente competente e innovativo che sta portando un grande valore aggiunto alla nostra azienda. Crediamo profondamente nella collaborazione con il Politecnico di Torino e siamo certi che insieme potremmo generare un valore aggiunto per la città”.

“Lavoriamo a questo rivestimento da più di dieci anni” ha chiarito Monica Ferraris, Professoressa responsabile del gruppo di ricerca e co-inventrice del brevetto“Sono stati fondamentali i finanziamenti prima regionali, poi europei, ed infine l’iniziativa per il finanziamento dei ‘Proof of Concept’ sostenuta dal Politecnico insieme a Compagnia di San Paolo; ma è grazie all’aiuto e alla competenza dei colleghi dell’Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni con l’industria che i nostri contatti con i soggetti interessati al brevetto, GV Filtri in particolare, sono proseguiti in maniera così efficace.”

Cibo e solidarietà. Un binomio indissolubile anche in tempi di Covid

Ora ancora più vivo nel volume scritto da Sarah Scaparone ‘Un storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale”

 

Cibo e solidarietà possono costituire un binomio assolutamente indissolubile, tanto più  attuale nel periodo che ci siamo appena lasciati alle spalle, quello dell’emergenza da Covid 19. E possono diventare anche un momento di condivisione e riflessione letteraria, attraverso un libro  come quello intitolato “Una storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale”.

Si tratta di un instant book di cui è autrice la giornalista torinese e critica gastronomica Sarah Scaparone (nella foto piccola), un volume che è frutto della raccolta di una serie di dirette Instagram avvenute sull’account @scaparonesarah (avvenute tra il 20 marzo ed il 20 aprile scorso). Attraverso queste dirette è stato possibile dar voce a coloro che, nel campo del cibo, si sono fatti promotori di iniziative di solidarietà in tempi di pandemia da Coronavirus.

Il volume è stato pubblicato autonomamente su Amazon ed il ricavato delle vendite (al netto dei costi di distribuzione e stampa trattenuti da Amazon) verrà devoluto alla Mensa dei Poveri che ogni giorno viene promossa dall’Associazione Frati Minori Piemonte Onlus, che opera, a sua volta, nell’ambito del Convento della Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Torino. Questa mensa si è trovata a dover far fronte, nel giro di poche settimane, all’indomani della comparsa della pandemia da Covid 19, ad una crescente richiesta di pasti giornalieri, passati da 100 a 400. Sono così scese in campo in aiuto di questa Associazione diverse forze attive a livello locale nel campo della ristorazione e del settore agroalimentare torinese, fornendo piatti caldi e materie prime per i più bisognosi, tra cui anche prodotti ortofrutticoli freschi, messi a disposizione dal CAAT, Centro Agroalimentare di Torino (grazie alla disponibilità generosa dei suoi operatori).

Tante sono state le iniziative promosse a favore del personale medico e paramedico impegnato nei nosocomi cittadini sul fronte dell’emergenza Covid 19. Il CAAT ha, per esempio, promosso la distribuzione gratuita di prodotti ortofrutticoli freschi a medici e paramedici di ospedali piemontesi tra cui l’Amedeo di Savoia, le Molinette, l’ospedale di Rivoli. Ha inoltre promosso, all’interno delle iniziative raggruppate sotto l’incipit “IL CAAT HA UN CUORE GRANDE”, la donazione di oltre tre quintali di prodotti ortofrutticoli freschi  a favore dei Frati Minori Piemonte Onlus,  che offrono ogni giorno centinaia di pasti ai senza fissa dimora e poveri presenti sul territorio urbano torinese. Ed ha partecipato all’iniziativa Torino Solidale, che rappresenta la rete di solidarietà messa in atto dal Comune di Torino per le fasce più in difficoltà dal punto di vista economico in epoca di emergenza sanitaria da Covid 19.

A Torino è anche stata presente l’iniziativa#pizzasospesa offerta a medici ed infermieri dei presidi sanitari piemontesi, accanto a quella intitolata #aiutiamochiaiuta, che ha coinvolto una sessantina di pasticceri, che hanno preparato le colazioni per gli operatori sanitari torinesi, ma anche per quelli delle città di Aosta e Cuneo.

La copertina ed impaginazione del volume Una storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale” sono state realizzate da Chiara Borda, Davide Dutto e Marianna Mordenti.

Mara Martellotta

 

4,99 euro in formato Kindle

12,50 euro in formato cartaceo

Superati i 20 mila guariti, 7 vittime e 10 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

20.533 PAZIENTI GUARITI E 2419 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 20.533(+287 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2158 (+14) Alessandria, 1135 (+43) Asti, 776 (+2) Biella, 2034 (+19) Cuneo, 1796 (+0) Novara, 10.704 (+199) Torino, 893 (+10) Vercelli, 899 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 138 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 2.419sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.941

Sono 7i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.941 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 649 Alessandria, 238 Asti, 206 Biella, 388 Cuneo, 337 Novara, 1.741 Torino, 215 Vercelli, 127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.855 (+10rispetto a ieri, di cui 3 in Rsa ) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.966 Alessandria, 1.857 Asti, 1039 Biella, 2.801 Cuneo, 2.723 Novara, 15.700 Torino, 1.309 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 38(+1 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 659 (-25rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.265.

I tamponi diagnostici finora processati sono 343.354, di cui 190.324risultati negativi.

La medicina non è neutrale

Una delle migliori definizioni della medicina è la seguente: “La medicina è un’arte, che si avvale di strumenti tecnici reperiti dalla scienza, e che agisce in un mondo di valori”.

In questa enunciazione è implicita la risposta a tutti coloro che si chiedono come mai tre virologi diano risposte differenti sulla stessa condizione epidemiologica.

Innanzitutto, sia la scienza che la tecnica sono degli strumenti più o meno complessi in mano all’uomo, quindi già di per sé usati con variabili personali. La stessa metodologia super sofisticata delle neuroimmagini, ormai di grande diffusione, offre spunti di interpretazione diversissimi nello studio, ad esempio, delle emozioni…

… continua a leggere:

La medicina non è neutrale

 

Bollettino coronavirus, 7 vittime e 38 contagiati

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

20.246 PAZIENTI GUARITI E 2498 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 20.246(+374 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2144 (+33) Alessandria, 1092 (+30) Asti, 774 (+1) Biella, 2015 (+37) Cuneo, 1796 (+57) Novara, 10.505 (+172) Torino, 883 (+43) Vercelli, 899 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 138 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 2.498sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.934

Sono 7i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.934 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 649 Alessandria, 237 Asti, 206 Biella, 388 Cuneo, 336 Novara, 1.736 Torino, 215 Vercelli, 127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.845 (+38rispetto a ieri, di cui 10 in Rsa e 10 a seguito di test sierologico; dei 38 riscontrati 19 sono asintomatici) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.965 Alessandria, 1.855 Asti, 1039 Biella, 2.800 Cuneo, 2.721 Novara, 15.696 Torino, 1.309 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 37(-3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 684 (-59rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.586.

I tamponi diagnostici finora processati sono 340.176, di cui 188.407risultati negativi.

Il Comune che multa chi getta a terra le mascherine usate

Dal Piemonte/ Saranno multe salate per chi abbandona a terra guanti e mascherine usati.

Lo ha deciso la giunta comunale di Borgosesia (Vercelli), con una apposita ordinanza valida fino al 31 luglio: chi abbandona sul suolo, a bordo strada o nei parchi  i dispositivi di protezione individuale, senza gettarli negli appositi contenitori, rischia una multa di 300 euro. I controlli saranno affidati alla la polizia municipale. Nell’ordinanza si fa riferimento alla normativa che prevede che guanti, mascherine, fazzoletti usati debbano essere gettati nei rifiuti indifferenziati.

Gli infermieri: “I cittadini ci amano, i governanti ci offendono”

 «Gli infermieri italiani godono da tempo di una altissima considerazione da parte della società civile». Con queste parole Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, commenta con soddisfazione i dati emersi dall’indagine Censis-Fnopi, la Federazione Nazionale degli Ordini Infermieristici.

«Una indagine accurata che scava nel profondo e mette a nudo in modo straordinario una verità che noi come sindacato andiamo “raccontando” da tempo nelle nostre battaglie in difesa della valorizzazione e dei riconoscimenti della professionalità e delle doti umane di una categoria, la nostra, che i cittadini hanno imparato ad amare ed apprezzare poco per volta, vivendo sul campo, ovvero negli ospedali, come pazienti, esperienze positive a contatto con la nostra grande coscienza e qualificazione.

Perché abbiamo sempre messo in gioco le nostre conoscenze professionali e quel cuore che non deve mai mancare. I dati della ricerca, continua De Palma, ci evidenziano “uno spaccato” meraviglioso, da cui dobbiamo partire, inevitabilmente, per costruire il sistema sanitario del presente. Gli italiani chiedono maggiori assunzioni di infermieri sempre più specializzati, hanno grande rispetto per il nostro ruolo, hanno fiducia nelle nostre capacità, vogliono a gran voce la figura dell’infermiere di famiglia perché hanno compreso quale valore aggiunto potrebbe rappresentare in ogni territorio.

Addirittura, leggo con orgoglio, come presidente di un sindacato infermieristico, che consiglierebbero di intraprendere la nostra professione ai figli e ai nipoti. Nulla di più corrispondente alla realtà dei fatti, e soprattutto frutto del risultato dei nostri sacrifici, cominciati ben prima del Covid-19», sottolinea De Palma.
«Sembrerebbe tutto perfetto, tutto in armonia: parrebbe che esistano le condizioni per ripartire proprio da noi infermieri, per costruire un sistema sanitario moderno degno di tal nome. Eppure qualcosa non funziona, il rovescio della medaglia è desolante. Mentre Censis e Fnopi evidenziavano il rispetto e le stima che gli italiani hanno della nostra categoria, gli infermieri oggi scendevano ancora in strada, sbotta De Palma. Con striscioni dal messaggio inequivocabile: “Ora rispetto e riconoscimento”. Perché qualcuno continua ad ignorarci.

Perché qualcuno ci ha voltato le spalle. Perché qualcuno sguazza nel fallace proposito di prendersi gioco di noi, del nostro lavoro, delle nostre vite. Questa classe politica ci ha relegato all’ultimo posto, ma noi continueremo a portare avanti le lotte in cui crediamo, ora più che mai con il sostegno della nostra gente. Urleremo con rinnovato coraggio, perché è così che si vincono le battaglie, e lo faremo finché qualcosa finalmente non cambierà. Basta soffermarsi solo un istante su quanto sta già accadendo, chiosa De Palma con una rinnovata luce negli occhi. I “governanti” ci offendono con i loro silenzi, ma dall’altra parte aumenta sempre di più l’amore nei nostri confronti da parte dei cittadini. Siamo di fronte ad una nuova verità, ad un nuovo spaccato di questa Italia: tra la classe politica e la società civile è in atto un pericoloso “corto circuito”, una frattura che sta diventando insanabile. Qualcuno, “nelle stanze del potere”, dovrebbe cominciare a chiedersi cosa sta facendo e dove sta andando, se alla fine si ritrova così distante da quello che chiedono gli stessi cittadini, conclude De Palma.