ARTE- Pagina 9

Immagini in viaggio – artisti cinesi e internazionali a confronto

in mostra insieme a “La Via Crucis dei bambini” al Museo MIIT

 

Si è inaugurata giovedì 7 marzo, dalle ore 18:00, e sarà aperta fino al 21 marzo prossimo, la mostra “Immagini in viaggio – artisti cinesi e internazionali a confronto”, e parallelamente la mostra di Christel Sobke: “La Via Crucis dei bambini”.

“Immagini in viaggio”, il viaggio come scoperta di sé e dell’altro, quale viaggio interiore della propria anima e inteso come esplorazione dell’ignoto e dell’uomo. Questo tópos letterario ha origini lontane nella storia, gli artisti, ma non solo, moderni Ulisse inquieti e in cerca della loro essenza, esplorano mondi e universi dell’anima nella speranza di trovare risposte. Questo è il tema della mostra, dedicata ai 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, viaggiatore instancabile e ponte disteso nella storia tra Oriente e Occidente. Il Museo MIIT di Torino, facendo seguito a una stagione che negli anni passati ha visto esporre nelle sue sale talentuosi artisti cinesi, ha creato una solida collaborazione tra il suo direttore Guido Folco e la curatrice internazionale e di origini cinesi Fei Xinyao, che nel prossimo triennio proporrà una selezione dei migliori talenti emergenti dell’arte cinese. Un viaggio che inizia con questa esposizione per svilupparsi nel tempo, creando un dialogo e un confronto tra maestri internazionali e italiani e giovani affermati maestri cinesi. La mostra presenta, affiancata alle opere selezionate da Xinyao, quelle scelta dal Museo MIIT, creando una profonda sinergia tra stili, culture e linguaggi differenti. In questo periodo prepasquale di quaresima, anche l’arte serve a far riflettere, e il Museo MIIT presenta una splendida e intensa personale dedicata all’artista tedesca Christel Sobke. Sono 15 immagini per 15 stazioni, compresa l’ultima che rappresenta l’unica strada possibile per un futuro di pace e condivisione. Un “viaggio”, anche questo, sicuramente diverso dalla concezione prevalente, ma salvifica il Cristo che sale al Calvario. L’artista, ripercorrendo la sofferenza di Cristo che sale al Calvario, quasi per transustanziazione unisce e immedesima carne e spirito e i bambini sofferenti del mondo alla passione del Salvatore. Lo fa utilizzando un linguaggio scabro, diretto, per immagini. Una sorta di Vangelo illustrato contemporaneo che aiuta a meditare e a cogliere il significato di questo periodo sacro e ad attualizzarlo alla luce degli avvenimenti e della storia di oggi. Christel Sobke prende spunto dalle tante tragedie che purtroppo insanguinano il nostro pianeta e le pone sotto il riflettore della contemporaneità. Sofferenza e speranza vengono declinate dall’artista con potenza narrativa, fortemente cromatica e gestuale. Le immagini di bambini di tante nazionalità diverse, tra cui quelle argentina, americana, messicana, peruviana e giamaicana, incontrate sul suo percorso umano e artistico, danno vita a scene e stazioni di una Via Crucis sorprendentemente colorata, nonostante la drammaticità dei contenuti. Questo aspetto contrastante e stridente tra immagine e contenuto, tenebre e colore, concetto razionale e fede, trasmette una forza espressiva vibrante interiore, con un moto dell’anima che si ribella alle troppe ingiustizie del mondo. La mostra si compone di 30 opere , stampe laser su tela con interventi in acrilico. La prima serie del 1982 è intitolata “Cristo vero Dio” e presenta il fiore come simbolo biblico, mentre la se onda serie del 1985 è intitolata “Cristo vero Uomo”, realizzata con stile realistico e dedicata alla cultura latino americana. Questa serie è stata donata alla Scuola Madre “SOS “ di Cochabamba. Christel Sobke utilizza un grafismo immediato, pungente, stilizzando personaggi e momenti che rappresentano altrettante stazioni di una Via Crucis universale, che ci vede tutti fratelli, seppur vittime e carnefici, ma uniti da un unico e ineluttabile destino. Dalle prime espressioni del IV secolo ritrovate a Gerusalemme fino alle rappresentazioni medievali come le intendiamo noi, la Via Crucis creata da San Bernardo di Chiaravalle, San Francesco e Bonaventura da Bagnoregio, a cavallo del 1100 e 1200, diventa simbolo di un viaggio doloroso e salvifico, quello di Cristo sul Monte Golgota e, per similitudine, quello dell’uomo nel corso della sua storia. L’arte di Christel Sobke è un’arte di ricerca e di sperimentazione sui materiali, sui media e sulle tecniche. Al centro della sua visione c’è sempre l’uomo con la sua anima e il suo spirito inquieto, perennemente alla scoperta di sé e dell’altro. Per questo il progetto artistico dedicato alla Via Crucis dei bambini ci aiuta a scandagliare in profondità il senso autentico del nostro tempo, con l’eterna lotta tra carnefici e innocenti.

 

Museo MIIT, corso Cairoli 4, Torino

Telefono: 011 8129776

www.italiaarte.it

 

Mara Martellotta

Il concorso fotografico Libertyamo a palazzo Madama

A Palazzo Madama si terrà dal 15 marzo al 15 aprile il concorso fotografico per la mostra “Liberty. Torino capitale”, dal titolo “Libertyamo”.

Palazzo madama propone un concorso fotografico per favorire la conoscenza del patrimonio architettonico liberty presente sul territorio della città di Torino. La fotografia sarà l’occhio con cui i partecipanti sapranno interpretare e comunicare costruzioni e dettagli distanti edifici liberty, case d’abitazione, ville, opifici, botteghe, impianti sportivi e chiese, costruiti tra il 1900 e il 1920 circa diffusi nelle otto Circoscrizioni.

“Ogni quartiere, ogni circoscrizione ogni quadrante di città a Torino ha un solo magnifico comune denominatore, l’architettura e il decoro di una stagione liberty che ha reso la nostra città un capolavoro e un caso quasi unico a livello mondiale – spiega il direttore di palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa. Questo concorso desidera far raccontare questa straordinaria avventura dello sguardo di ogni cittadino, di ogni età, per riappropriarci tutti della bellezza che ci circonda tramite la sensibilità di chi ci è accanto nel viverla.

Tra i curatori della mostra Beatrice Coda, che ha ribadito come si tratti di un concorso per svelare attraverso l’occhio dei cittadini di Torino il liberty, un modello di civiltà urbana espressione della visione di una élite che ha agito all’unirono livello artistico, sociale, politico, costruendo bellezza tangibile.

Tre le fasce di età per partecipare, floreale dai 6 agli 11 anni, art Nouveau dai 12 ai19 anni e liberty dai 20 anni in su.

La fotografia digitale dovrà avere le seguenti caratteristiche formato rettangolare 3:2, estensione jpg/jpeg, dimensioni massime 5 mega.

Bisognerà dare un titolo alla fotografia e scrivere un breve testi di 500 battute.

Inviare il tutto all’indirizzo mail libertyamo@fondazionetorinomusei.it entro il 15 aprile.

 

Mara Martellotta

L’omaggio di Torino a Giuseppe Mazzini

Alla scoperta dei monumenti di Torino / Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo

 

Collocato in via Andrea Doria, angolo via Dei Mille, precisamente sullo spiazzo di confluenza tra le due vie, Giuseppe Mazzini viene raffigurato in una scultura bronzea, seduto in atteggiamento pensoso, avente una mano poggiata a sostenere il capo e l’altra su un pastrano adagiato sulle gambe. Il piedistallo lapideo è ornato da simboli della classicità rappresentati superiormente da due tripodi, collocati ai lati della statua e inferiormente, da pannelli bronzei disposti in sequenza. Nel pannello centrale è rappresentata la lupa capitolina nell’atto di allattare i gemelli, in riferimento alla Repubblica Romana, mentre sui restanti prospetti figurano corone di lauro che circondano i nomi dei principali sostenitori di Mazzini. Il sottostante basamento presenta, anteriormente, dei gradini simmetrici in ascesa verso la scultura. Nato a Genova il 22 giugno 1805 (quando Genova era ancora parte della Repubblica Ligure annessa al Primo Impero Francese), Mazzini è stato un patriota, uomo politico, filosofo e giurista italiano. Costituì a Marsiglia nel 1831 la Giovine Italia, fondata sui principi di “Dio e popolo” e “pensieri e azioni” volti a promuovere l’indipendenza della penisola dagli stati stranieri e la costituzione dell’Italia fondata sui principi della repubblica. Anche se osteggiato dal protrarsi dell’esilio forzato e dai contrasti in patria con la ragione di stato (promossa da Camillo Benso Conte di Cavour e da Giuseppe Garibaldi), Mazzini perpetuò il suo impegno politico che contribuì in maniera decisiva alla nascita dello Stato Unitario Italiano.

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Nello stato riunificato risiedette nell’ultimo decennio della sua vita come “esule di patria”, sotto falso nome; morì a Pisa il 10 marzo del 1872. In Torino come in altre numerose città della nazione, quale atto di riconoscimento al suo impegno, fu eseguito postumo il monumento in suo onore. Per quanto riguarda la città di Torino, nell’intenso programma delle manifestazioni svolte nella città per il giubileo dell’Unità d’Italia, nel 1911, venne istituito un apposito Comitato per erigere un monumento in memoria di Giuseppe Mazzini, distintosi come uno dei principali rappresentanti del Risorgimento italiano. L’iniziativa, promossa dalla Sezione Repubblicana Torinese, sorse in concomitanza alla ricorrenza del quarantesimo anniversario dal decesso del patriota genovese, di cui erano in corso i preparativi per le celebrazioni. Il Comitato sottopose all’Amministrazione comunale la domanda di aderire all’iniziativa ma la proposta venne osteggiata in quanto, si affermava, fosse avanzata da un gruppo partitico; per non pregiudicare l’esito della richiesta venne costituito un nuovo Comitato dichiarante l’estraneità ad ogni questione politica. Nel 1913 l’istanza di questo nuovo Comitato venne favorevolmente accolta dal Consiglio Comunale. Assunse l’incarico per l’ideazione del complesso scultoreo, Luigi Belli, docente presso la regia Accademia Albertina di Belle Arti ed esecutore di significative opere nella città. Belli accettò l’incarico senza richiedere alcun compenso per la sua attività (consapevole forse che sarebbe anche stata la sua ultima opera data l’avanzata età) ma domandò unicamente il rimborso per le spese sostenute nella realizzazione della proposta.

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Nonostante la rinuncia dell’artista, il bozzetto dell’opera venne approvato stimando un importo considerevolmente superiore a quello stabilito per l’esecuzione del monumento, quindi per arginare i limiti economici incorsi, l’Amministrazione concesse una agevolazione per il pagamento del dazio sui materiali, contrattò con il Ministro della Guerra in Roma per l’acquisizione del bronzo necessario ad un prezzo agevolato, mentre il Comitato promosse una pubblica sottoscrizione presso municipi, istituti civili e militari nazionali. Successivamente i modelli in creta a scala reale della statua e di un altorilievo, furono inviati alla fonderia scelta dal Belli, con sede presso Milano, per eseguirne la fusione in bronzo; la statua bronzea ed il relativo modello in gesso, vennero recapitati a Torino, su un carro ferroviario atto al trasporto speciale, l’11 maggio 1917. Il complesso scultoreo fu posto in opera, nonostante fosse privo dell’altorilievo rappresentante la “Libertà” (non consegnata forse a causa di un compenso non corrisposto dal Comitato), figurando ugualmente come un altare alla repubblicana libertà. L’inaugurazione della scultura commemorativa dedicata a Mazzini si svolse il 22 luglio 1917. La cerimonia del monumento si celebrò in presenza di autorità nazionali e cittadine, in una città dall’atmosfera poco festosa a causa della popolazione mobilitata sui fronti della Prima Guerra Mondiale. Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo.

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(Foto: www.museo.torino.it)

Simona Pili Stella

Un angolo di Giappone nel cuore di Torino

È stata inaugurata a Palazzo Barolo, una mostra di stampe giapponesi.
Nelle storiche stanze di via delle Orfane, nel buio provocato esaltano le stampe multicolori che rappresentano atmosfere malinconiche e colori brillanti.


Oltre 80 opere  provenienti da collezioni private e raccolte sapientemente dalla curatrice Paola Scrolavazza sotto la guida artistica di Marco Fagioli.
Shinhanga La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi(periodo 1912-1936 )la nuova Xilografia,
Ritratti di donne, sguardi, azioni quotidiane, paesaggi e scorci dell’ epoca fino alle immagini degli attori, il Kabuki che dal 1652 fu vietato alle donne.

Quindi solo uomini che impersonavano ruoli eroici e leggendari, tutti con ampi costumi folkloristici e trucchi variopinti, completa l’esposizione un’ampia varietà di kimono ed oggetti unici.
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno

Gd

“EXPOSED Torino Foto Festival” dal 2 maggio al 2 giugno

Torino capitale della Fotografia

Si terrà sotto la Mole la prima edizione 

Nei giorni scorsi, c’erano tutti i rappresentanti delle non poche Istituzioni coinvolte alla conferenza di presentazione di “EXPOSED Torino Foto Festival”, nuovo “Festival Internazionale” di Fotografia, la cui prima edizione si terrà in città, dal 2 maggio al 2 giugno. Un mese intero, oltre 20 mostre temporanee (di cui 8 gratuite) in più di 20 sedi, ma anche incontri, talk ed eventi pensati ad hoc nelle sedi delle principali Istituzioni Culturali torinesi: la prima edizione, per il 2024, sarà dedicata – rifacendosi a uno degli argomenti centrali nella tradizione fotografica italiana – al tema “New Landscapes – Nuovi Paesaggi” e propone, spiegano gli organizzatori, “una riflessione sull’evoluzione odierna del ‘medium’ fotografico e delle principali sfide e innovazioni del mondo dell’immagine”. Le principali Istituzioni coinvolte nella promozione dell’evento vanno dalla Città di Torino, a Regione Piemonte, Camera di commercio, Intesa San Paolo e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. L’organizzazione è affidata a Fondazione per la Cultura Torino.

Il pass per tutte le iniziative in programma sarà unico e valido per tutta la durata del Festival, acquistabile a 25 euro, anche se molti eventi (come detto) saranno ad ingresso libero.

La “Direzione Artistica”, selezionata attraverso una procedura internazionale ad evidenza pubblica, è affidata all’olandese Menno Liauw e all’artista visivo palermitano (oggi residente a Zurigo) Salvatore Vitale, rispettivamente “direttore” e “direttore Artistico” di “FUTURES”, piattaforma internazionale che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee “con impatto e influenza nel mondo della fotografia”. Per il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo “questo Festival è una scommessa che andrà bene”“La fotografia – ancora Lo Russo – è uno dei linguaggi più universali e nel momento in cui in molte parti del mondo si alzano barriere e si segnano differenze, questo è un segnale di apertura che va al di là dell’evento artistico”. Evento che vedrà coinvolte un po’ tutte le più importanti location subalpine, da “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, alle “OGR”, al “Castello di Rivoli”, al “Cinema Massimo”, passando per l’“Ex Galoppatoio”, il “Polo del’900”, la “Pista 500 della Pinacoteca Agnelli”, via via fino alle “Gallerie d’Italia”, al “MAO – Museo d’Arte Orientale” e alla “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo”, solo per citarne alcune.

Per info e per quanto riguarda il programma completo degli eventi: “EXPOSED Torino Foto Festival” –  www.exposed.photography –  info@exposed.photography.

Per quanto riguarda le esposizioni gratuite, da segnalare al “Binario 2” delle “OGR” A View from Above”, la mostra collettiva co-prodotta da “EXPOSED” e “OGR Torino” che, adottando la prospettiva verticale come punto di osservazione principale del paesaggio, esplora il modo in cui il nostro sguardo su ciò che ci circonda è mediato dall’obiettivo fotografico e come questo rapporto sia cambiato negli ultimi decenni. Al “Polo del ‘900”, invece, la fotografa portoghese Mónica de Miranda, vincitrice della prima edizione di “EXPOSED Grant for Contemporary Photography 2023”, sarà protagonista della mostra inedita “As if the world had no East”, in cui l’artista riflette sulla modalità di creazione di nuovi paesaggi, nel contesto geografico dell’Angola, al fine di “decostruire la comprensione occidentale dei meccanismi di costruzione della memoria, della storia e della conoscenza del territorio”. Da non perdere infine a “Palazzo Birago”, sede istituzionale della “Camera di commercio di Torino”, la mostra “Tender Loving Care” della polacca (residente a Londra) Kalina Pulit, progetto in stretto dialogo con la proiezione del cortometraggio omonimo realizzato dall’autrice stessa, che verrà proiettato nelle sale del “Cinema Massimo” e che “riflette sul concetto di appartenenza, sul dualismo tra sfera privata e pubblica, in un’epoca in cui questo confine è sempre più sottile”.

“Vogliamo concentrarci – sottolinea il direttore artistico Menno Liauw – su un approccio innovativo e inclusivo per attrarre un pubblico eterogeneo, sia locale che internazionale, attraverso un programma diversificato che comprenda diversi approcci alla fotografia: da quella classica a quella contemporanea, ‘cross-media’, installativa e performativa. La collaborazione e la collettività sono aspetti chiave e sottolineano la natura multidisciplinare e caleidoscopica di ‘EXPOSED’. Visioni, approcci, idee e progetti diversi rendono il Festival  e di conseguenza la città di Torino  un punto d’incontro inclusivo e aperto al mondo”.

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Logo “EXPOSED”

–       Rappresentanti delle Istituzioni coinvolte

–       Kalina Pulit: “Tender Loving Care”, Still da video

Quella dei “Rigorini”… Che bella storia!

Nelle Sale espositive del “Collegio San Giuseppe” di Torino, mostra dedicata a una fra le più prestigiose “dinastie di artisti” torinesi

Fino al 23 marzo

Di padre in figlio. E, perché no? Di nonno a nipote, passando per il figlio – padre. La “dinastia” dei Rigorini si inserisce nel gruppone ben nutrito delle “famiglie artistiche” che hanno fatto la storia dell’arte subalpina. Dagli Edel agli Alloati, dai Reduzzi ai Guasco ai Cambursano fino ai Caffaro Rore e alle più celebri Casorati e Olivero Pistoletto, tutte sono state ricordate in più o meno recenti mostre tenute negli spazi espostivi del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino. E ampiamente, anche i Rigorini, hanno avuto spazio in molteplici Collettive, realizzate nelle Sale dell’Istituto diretto dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Ora a Luigi Rigorini sr(Galliate, 1879 – Torino, 1956), ad Antonio Rigorini (Torino, 1909 -1997) e a Luigi Rigorini jr (Torino, 1960), il “San Giuseppe” dedica, fino a sabato 23 marzo, una rassegna a tre (“Una dinastia di artisti: i Rigorini”) volta a presentare l’enorme e grandiosa operazione artistica compiuta dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino ai giorni nostri da nonno, figlio e nipote.

Tre generazioni (e non mettiamo limiti alle vie del Signore) accomunate da una passione infinita per l’arte, diventata “gene” predominante del DNA di una famiglia “venuta su” da sempre fra tele, pennelli e colori e da sempre assuefatta all’odore di bottega, all’aria forte di quel vivo mondo artistico che piacevolmente (per chi ben lo conosce) sa di trementina e plastilina. Curata da Donatella Taverna, Francesco De Caria e Fratel Alfredo Centra, veri Genii loci del “San Gip”, la mostra pone in rilievo, attraverso i lavori esposti, quello che “da sempre – sottolinea a ragione De Caria – è il carattere comune delle tre generazioni, la ‘fedeltà al vero’: un ‘vero’ però trasfigurato secondo canoni funzionali agli equilibri del dipinto e, soprattutto nell’ultima generazione, alla composizione che spinge l’immagine ai limiti dell’astratto”.

Se, infatti, con Luigi sr (allievo all’“Accademia Albertina” di Ernesto Smeriglio e, in seguito, docente lui stesso di “Ornato” all’“Albertina”) si abbraccia un arco temporale lungo di secoli, attento a lezioni che vanno dal “manierismo rinascimentale” al “barocco” e all’“art nouveau” (che meraviglia quel “Sovrapporta con putti” e il ritratto in pieno stile “liberty”della moglie “Pierina Airoldi Rigorini” del Natale del 1900!), nei dipinti del nipote Luigi jr (oltreché pittore, titolare oggi di una delle più note botteghe di “restauro” della città) si avvertono, infatti – complice la scuola del Mazzonis, di cui fu allievo e che probabilmente gli trasmise l’attitudine del “pensare grande”in quella predilezione per quadri solitamente di grandi dimensioni – urgenti ipotesi di fuga da una realtà fine a sé stessa, per diventare invece specchio simbolico, attraverso potenti contrasti di luci e ombre, di universi (fortemente spirituali o legati al mondo del mito) che paiono testé usciti “dalle mani del Creatore”per concretizzarsi in forme di singolare e assoluta meraviglia. O di potenza artistica e visemozionale esplosiva, come in quello stupendo “Jesus”, olio su tela del 2020, in cui la luce squarcia il buio del dolore nella sagoma del Cristo ripiegata sul volto di Maria, Madre dalla mano carezzante protesa a diventare un tutt’uno con la gamba del Figlio e in alto quella corona di spine che si fa corona di luce. Di speranza, di preghiera e perdono. Dal mito greco, avvolta fra penombra e magici chiarori, ecco invece la ninfa-sacerdotessa di “Fonte sacra”, in attesa di responsi, “serena, assorta – sottolinea Alfredo Centra – come una dea che regge il destino dei comuni mortali”.

Pittore, illustratore (soprattutto per la “Cartiera Italiana” e per “Gros-Monti”), nonché restauratore sopraffino (di opere preziose custodite in “Palazzo Madama”, in “Galleria Subalpina” e alla “Fondazione Pietro Accorsi”), Antonio Rigorini si muove, senza mai cedere al canto ammaliante (spesso stonato) delle “Sirene” dell’avanguardia artistica, fra “segni” perfetti di stampo accademico e un’istintiva predilezione – a tratti – per la “primitiva” pittura fiamminga (quanto Bosch nei suoi “Borghi antichi” e nei “Mulini a vento”!), ma soprattutto nell’ambito di un “gusto romantico ottocentesco” (boschi con maestosi alberi secolari, rupi, cascate e paesaggi di un’antica periferia torinese affacciata al fiume e sorvegliata dall’alto dalla Basilica di Superga) che non possono non richiamare alla memoria i paesaggi dei vari d’Azeglio, Fontanesi o Delleani. “Ho avuto in mio padre uno splendido maestro di chiarezza mentale, di luminosa energia e di grande nitore espositivo”, dice di lui Luigi jr, oggi attento custode dei “segreti” di una grande “dinastia artistica”, attenzionata e accudita con sacrale passione “tanto – scrive Donatella Taverna – da lasciar in ombra sé stesso e per continuarne indefessamente il discorso”. Per sempre.

Gianni Milani

“Una dinastia di artisti: i Rigorini”

Collegio San Giuseppe, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250

Fino al 23 marzo

Orari: lun. – ven. 10,30/12 e 16/18

Nelle foto: Luigi Rigorini sr: “Giochi fra piccoli”, olio su tela e “Pierina Airaldi Rigorini”, olio su tela, 1900: Luigi Rigorini jr: “Jesus”, olio su tela, 2020 e “Fonte sacra”, olio su tavola, 2018; Antonio Rigorini: “Paesaggio”.

Appuntamenti con la cultura nei musei della Fondazione

VENERDI 8 MARZO

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

Come ogni anno la Fondazione Torino Musei celebra la Giornata internazionale della donna, proponendo la promozione 2×1: venerdì 8 marzo le coppie di donne che si presenteranno insieme per visitare la GAM, il MAO e Palazzo Madama potranno accedere alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee pagando un solo biglietto (intero o ridotto per gli aventi diritto).

L’offerta si applica ai possessori di Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card.

In occasione della ricorrenza, Theatrum Sabaudiae propone inoltre alcune visite guidate tematiche.

Di seguito tutti gli appuntamenti:

 

Venerdì 8 marzo ore 16

LA DONNA NEL MONDO LIBERTY

Palazzo Madama – visita guidata in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Una visita che illustra la figura femminile nel tempo della “Arte Nuova”. Come veniva rappresentata la donna nell’arte e nella grafica pubblicitaria? Quale ruolo aveva nella società e fra le mura domestiche? Inoltre, quali donne famose sono citate in mostra?

Molte di esse appaiono, raffigurate nella loro bellezza: danzatrici, attrici, duchesse.

Un approfondimento sul mondo femminile di primo Novecento che val la pena conoscere.

Costo6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Venerdì 8 marzo ore 16.30

DONNE DA ORIENTE

MAO – Visita guidata alle gallerie dedicate a Cina, Giappone e Paesi Islamici dell’Asia in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Dai corredi funerari della collezione cinese, al rinnovato allestimento della collezione giapponese, fino alle raffinate decorazioni dell’arte islamica, i visitatori saranno condotti nelle collezioni del MAO in un itinerario dedicato a immagini e significati del femminile che figurano nella produzione artistica delle differenti culture d’Oriente.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Venerdì 8 marzo 2024, ore 16

Sabato 10 marzo 2024, ore 15
LE DONNE DELL’ARTE
GAM – Visita guidata in occasione dell’8 marzo

La visita si sviluppa tra le sale della collezione del 900 alla ricerca delle donne che hanno saputo far sentire la propria voce nel panorama artistico italiano e internazionale. A partire dai primi decenni del ‘900 con Nella Marchesini e Antonietta Raphaël, che hanno cercato di emergere in un ambiente artistico prettamente maschile, alle artiste degli anni ‘50 e ’60 come Carla Accardi e Giosetta Fioroni, Carol Rama e Dadamaino che hanno portato avanti, attraverso il loro lavoro, la riflessione sul ruolo della donna nella società e nell’arte. Diverse per origine, formazione e personalità e stile, queste artiste sono accomunate dal fatto di essere riuscite a imporsi con passione e intelligenza nella realtà artistica del, 900 sfuggendo agli stereotipi e ai clichés di genere.

Costo: 7 €

Costo aggiuntivo: biglietto di ingresso al museo – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

Venerdì 8 marzo, ore 16:30
Sabato 9 marzo, ore 15
Domenica 10 marzo, ore 16:30
LE DONNE DI HAYEZ
GAM – Visita guidata alla mostra in occasione dell’8 marzo

La visita si sviluppa tra le sale della mostra temporanea “Hayez. L’officina del pittore romantico” approfondendo come il pittore ritrae il genere femminile nelle opere esposte. Intrecciando la vicenda personale di Hayez e la storia di un intero secolo, l’Ottocento, emergono differenti donne, a volte note altre ignote modelle, le quali diventano dei dipinti del pittore simboli di un profondo cambiamento storico e sociale, di un protagonismo femminile sempre più presente nella sfera pubblica e privata come l’amata Carolina Zucchi, l’amica Clara Maffei, la figlia Angiolina; senza tralasciare le donne della letteratura e del teatro come Giulietta, Imelda e grandi figure bibliche.

Costo: 7 €

Costo aggiuntivo: biglietto di ingresso al museo – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

SABATO 9 MARZO

Sabato 9 marzo ore 16.30

PROFUMI – AGRUMI – Un profumo intenso, inebriante, fresco

GAM – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

AGRUMI – Un profumo intenso, inebriante, fresco

Lasciandosi trasportare dalle note agrumate del limone, dell’arancio, del bergamotto, si affronterà, grazie ad una visita dai tratti sinestetici, il sorprendente rapporto tra suono, profumo e colore, indagato soprattutto dai grandi artisti del Novecento.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com  • è possibile effettuare l’acquisto online https://www.arteintorino.com/

 

Sabato 9 e domenica 10 marzo ore 10 – 13, 14 – 17

LE LETTERE DELLA CORSIVA INGLESE E IL MONOGRAMMA

Palazzo Madama – workshop di calligrafia con Massimo Polello

Il Corsivo Inglese o Copperplate, sviluppatosi intorno al XVIII secolo, quindi in pieno periodo Barocco, si è diffuso rapidamente in molti paesi europei. È lo stile calligrafico per eccellenza, per la sua capacità di connotare la parola scritta nella maniera più elegante. Si esegue sfruttando la flessibilità del pennino a punta sottile; il suo apprendimento è più semplice di quello che potrebbe apparire e per questo motivo è un corso aperto sia ai principianti sia a chi lo avesse già studiato e magari voglia cogliere l’occasione per approfondirlo o rivederlo.

Si partirà dalle basi, quindi come ottenere i chiaroscuri con la pressione esercitata sul pennino, per poi passare a studiare le forme di queste lettere meravigliose.

Nel secondo giorno ci divertiremo utilizzando queste lettere per fare delle composizioni e studiare il proprio (o di altri) monogramma intrecciando le lettere.

Massimo Polello, graphic art-designer e artista, vive e lavora a Torino. Ha tenuto seminari presso la School of Visual Arts New York, Concordia University e UQUAM Montréal, Adobe di San Francisco ed è stato invitato alle Conferenze Internazionali di Type Designer a Mosca, Istanbul, San Paolo. È membro onorario di Letter Exchange di Londra e ha collaborato con l’Università La Sapienza di Roma e Biblioteca Laurenziana di Firenze. Ha collaborato con Peter Greenaway e Luca Ronconi per l’allestimento e le calligrafie della mostra La Bella Italia, per il 150° dell’Unità di Italia. Una delle sue ultime opere è un libro di pregio a edizione limitata per il RIJKS Museum di Amsterdam. Attualmente è Presidente e insegnante presso l’Associazione Calligrafica di Torino “Dal Segno alla Scrittura”.

Materiale occorrente:

– pennini a punta sottile flessibile da Inglese che possedete già. Sono consigliati: Nikko G, Mitchell Elbow, Hunt 101. L’insegnante porterà dei pennini in prestito d’uso se non ne avete;
– porta pennino;
– set disegno: matita HB, 5B, gomma, squadrette o righe;
– per chi l’avesse, carta da Schizzi Favini 60gr. o Fabriano “Traccia”, ma verrà fornita anche questa;
– qualsiasi marca di inchiostro calligrafico o per stilografica (consigliato Pelikan).
Verranno forniti altri materiali, quali inchiostri, carte di buona qualità colorate e bianche e le dispense del corso.
Il workshop, della durata complessiva di 12 ore, sarà accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

Costo: € 140 a persona
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629 e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

DOMENICA 10 MARZO

 

Domenica 10 marzo ore 16.30

DEE DA ORIENTE

MAO – Visita guidata alle gallerie dedicate ad Asia Meridionale, Sud-est asiatico e Regione Himalayana in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Spaziando dall’Asia Meridionale alla Regione Himalayana, l’itinerario si concentra sulle opere d’arte del museo che rappresentano forme femminili del divino. Un modo per conoscere alcune fra le svariate manifestazioni pacifiche e irate della Dea che caratterizzano Induismo e Buddhismo.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

 

GIOVEDI 14 MARZO

 

Giovedì 14 marzo ore 14.30

LIBERTY IN BORGO CRIMEA

Palazzo Madama – percorso guidato in città

Il percorso guidato, legato alla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024, intende presentare un’area della città fortemente caratterizzata da costruzioni sorte durante il periodo del Liberty con esempi di edifici destinati sia alla residenza che alla produzione e all’istruzione. Passeggiando lungo le strade sarà possibile cogliere esempi di architetture e decorazioni ispirate sia all’Art Nouveau floreale che ai modelli più geometrici tipici dello Jugendstil.

Antico borgo precollinare che vide il suo sviluppo verso la fine del XIX secolo, specialmente dopo la costruzione del ponte sul Po, dedicato a Umberto I, in occasione dell’Esposizione del 1911. Lungo Corso Fiume e le vie adiacenti vennero costruite numerose residenze dell’alta borghesia con forti connotazioni legate al nuovo stile Liberty ancora visibili.

Ritrovo in corso Fiume angolo corso Moncalieri

Costo singolo itinerario: 14€ intero; 11€ ridotto (possessori di Abbonamento Musei e under 18); gratuito under 6

Durata: 2 ore

Pacchetto tre visite: 38€ intero; 29€ ridotto

Ai visitatori che parteciperanno alla visita guidata della mostra Liberty. Torino Capitale (in calendario ogni lunedì alle ore 11 e ogni venerdì, sabato e domenica alle ore 16.30) abbinata a uno o più percorsi tematici sul Liberty sarà riservata una tariffa speciale:

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + itinerario singolo Liberty in città: 18€

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + pacchetto itinerari Liberty in città: 36€

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun – dom 9 – 17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Prossimi appuntamenti

Venerdì 22 marzo ore 14.30: Palazzina Lafleur e la bizzarria del nuovo stile Liberty

Venerdì 5 aprile ore 15: Un nuovo quartiere al posto della Cittadella

Crt Arte, i vincitori del premio acquisizione

La Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha annunciato ieri, mercoledì 6 marzo, nel corso della fieraARCOmadrid, i vincitori della prima edizione del nuovo premio acquisizione: Tomás Saraceno(Galleria Pinksummer, Genova, Italia) e Abraham González Pacheco (Campeche Gallery, Città del Messico, Messico).

La fondazione torinese ha acquisito a beneficio della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino un dipinto di Tomás Saraceno, TBC, e una serie di 15 disegni di Abraham González Pacheco, per un totale di36.000 euro.

Le opere vincitrici sono state selezionate da una giuria composta da Chiara Bertola (Direttrice della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino), Manuel Segade Lodeiro (Direttore del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía) e Hans Ulrich Obrist (Co-direttore della Serpentine Galleries, Londra).

Il premio acquisizione si inserisce all’interno del programma 2024-2027 della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e segna la prima collaborazione della Fondazione con una fiera d’arte al di fuori dei confini nazionali.

Ogni anno la Fondazione acquisirà ad ARCOmadrid nuove opere che entreranno a far parte della sua collezione e che verranno destinate in comodato d’uso gratuito alternativamente alla GAM di Torino e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

Quest’anno le opere di Abraham González Pacheco  e Tomás Saraceno sono destinate alla GAM, mentre nel 2025 l’opera vincitrice sarà destinata al Castello di Rivoli.

 

Donna, avanguardia del futuro

INAUGURAZIONE: venerdì 8 marzo alle ore 17,00.

Da venerdì 8 marzo presso la Casa del Conte Verde sarà visitabile la mostra “DONNA: AVANGUARDIA DEL FUTURO”.

L’esposizione si inserisce nel programma di iniziative ed appuntamenti organizzati dall’ Assessorato alle Pari Opportunità nel mese dedicato alle donne. La volontà è quella di proseguire nella condivisione di temi che ribadiscono l’importanza del ruolo della donna nella società e l’impegno rispetto a tematiche quali la parità di genere, la lotta contro il femminicidio, la salute, le pari opportunità lavorative.

All’inaugurazione sarà presente insieme al Sindaco Andrea Tragaioli ed all’assessore alle Pari Opportunità Alessandra Dorigo, il Consigliere Regionale e vice Presidente del Comitato Regionale per i diritti umani e civili Sara Zambaia.

La mostra è a cura di Edoardo Di Mauro, vicedirettore dell’Accademia Albertina di Belle Arti e Presidente del Museo d’Arte Urbana di Torino.

Il curatore ha valutato di evidenziare, in termini di positività, la fondamentale funzione della donna nella nostra società, il contributo che può offrire, venendo da un lungo passato di emarginazione e sottovalutazione delle sue immense potenzialità, per aiutarci a gettare finalmente lo sguardo in avanti.

Questo vale per la dimensione sociale nel suo complesso, ma anche per quella artistica, che è l’oggetto prevalente della mostra.

In realtà la donna nell’arte ha assunto un ruolo anche in epoche remote, ma sarà a partire dal Novecento, quando si sarà in presenza di un nuovo assetto sociale, successivo alla Rivoluzione Industriale, che il ruolo della donna in arte diventerà imprescindibile. Così se nella fase delle avanguardie storiche si predica la liberazione del corpo e degli istinti erotici e sessuali e si rivendica l’indipendenza della donna; il decennio degli anni Settanta, è caratterizzato da tensioni e violenze, ma anche da una grande carica sociale e comunitaria. In questo momento importante nella storia dell’arte italiana del XX secolo, si diffondono le istanze e le teorie femministe che generano una nuova consapevolezza critica ed autocritica che induce molte artiste a mettere in discussione il proprio ruolo nella società, denunciando, al pari di molte colleghe europee ed americane, la discriminazione di cui fino ad allora erano state vittime e la difficoltà ad entrare all’interno delle istituzioni artistiche, iniziando spesso a condividere le loro esperienze lavorando in gruppo.

In mostra opere di: Yessica Alessandro, Margherita Bobini, Sarah Bowyer, Marzia Ciliberto, Cikita Zeta (Nadia Zanellato), Virginia Di Nunzio, Hanieh Eshtehardi, Laura Fortin, Nice and The Fox (Francesca Nigra), Okno (Valeriya Shebelnichenko), Agapi Kanellopoulou, Roberta Toscano, Elena Veronica Zambon, Olga Zuno.

L’ allestimento è a cura dell’Architetto Alberto Garino.

“Antonio Campi a Torre Pallavicina”, ultimi giorni alla Galleria Sabauda

La “Galleria Sabauda” riunisce le quattro pale superstiti di una grande “ancona cristologica” opera del manierista cremonese

Fino al 10 marzo 2024

Fra i più grandi esponenti del nostro Rinascimento, figlio e fratello d’arte, Antonio Campi (Cremona, 1524 – 1587), è ricordato, in vista del prossimo Cinquecentenario della nascita, dalla torinese “Galleria Sabauda – Musei Reali” con l’esposizione, nella Sala del “Tardo Manierismo” e fino a domenica 10 marzo 2024, delle quattro tavole a tema “cristologico” superstiti di un ampio ciclo dipinto dall’artista cremonese (particolarmente caro per i suoi toni drammatici e spettacolari a un “campione della Controriforma”, quale fu il cardinale e arcivescovo metropolita di Milano Carlo Borromeo) negli anni Settanta del Cinquecento. Seconda tappa della “mostra dossier”, aperta dal 19 settembre al 3 dicembre scorsi, al “Museo Diocesano” di Cremona, la mostra torinese “Antonio Campi a Torre Pallavicina” accende i riflettori sull’attività del pittore per l’“Oratorio di Santa Lucia” a Torre Pallavicina, comune nella diocesi di Cremona (oggi in provincia di Bergamo) e presenta ciò che rimane di una grande “ancona”a tema “cristologico” della quale facevano parte i due pannelli con l’“Andata al Calvario” e la “Resurrezione”, già appartenenti alle Collezioni della “Sabauda”, e le due tavole con l’“Orazione nell’orto” e “Cristo davanti a Caifa” proprietà della Galleria “Canesso” di via Borgonuovo, a Milano, che ne ha concesso per l’occasione il prestito. Da notare il  singolare contrasto delle cromie delle due coppie di tavole: accesi e luminosi i colori di quelle torinesi (in un’affollata rappresentazione di personaggi partecipanti in vario modo ed esibizione di sentimenti alla dolorosa salita al Calvario del Cristo e alla sua Resurrezione), tenebrosi ma “squarciati da accensioni luministiche magistrali” i due “notturni Canesso”, espressione di quello “sperimentalismo luministico” che caratterizza la maturità dell’artista e, in certo senso, ne fa il precursore (come già ebbe a sottolineare Roberto Longhi) dei plumbei “notturni” di Caravaggio.

Le due tavole milanesi sono state esposte al pubblico, per la prima volta, nella sede della meneghina Galleria “Canesso” nel 2021, dopo essere state pubblicate nel 1974 dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari e poi a lungo disperse. Approfondite ricerche d’archivio, dopo il loro recente ritrovamento, hanno potuto stabilire con certezza che i due dipinti appartengono allo stesso ciclo pittorico delle due tavole torinesi, acquisite dallo Stato nel 1957 per le collezioni della “Galleria Sabauda” e riconosciute dallo storico dell’arte cremonese Marco Tanzi come “significative testimonianza della pittura preziosa, elegante e splendente di Antonio Campi”. Oggi sappiamo, dunque, che la Cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno quindici pannelli con episodi della “Passione di Cristo”, un caso privo di paragoni nella Lombardia dell’epoca. A nostra conoscenza sono le quattro esposte oggi alla “Galleria Sabauda”. Della sorte delle altre tavole del ciclo di Torre Pallavicina, alcune di certo danneggiate e forse irrimediabilmente distrutte, niente ancora è dato di sapere.

 

Le novità documentarie e le recenti scoperte, corredate da nuove campagne fotografiche, sono pubblicate nel catalogo della mostra a cura di Eleonora Scianna, edito da “Persico Dosimo”nel 2023.

Gianni Milani

“Antonio Campi a Torre Pallavicina”

Galleria Sabauda – Musei Reali, piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/19560449 o www.museireali.beniculturali.it

Fino al 10 marzo 2024

Orari: dal mart. alla dom. 9/19

Nelle foto:

–       Antonio Campi: “Resurrezione di Cristo” e Salita al Calvario” (Crediti Ernani Orcorte)

–       Antonio Campi: “Orazione nell’orto” (Crediti Fotostudio Rapuzzi Brescia per Galleria “Canesso”)

–       Antonio Campi: Cristo davanti a Caifa” (Crediti Fotostudio Rapuzzi Brescia per Galleria “Canesso”)