ARTE- Pagina 28

Gallerie e spazi indipendenti per Exhibi.To 2023

Dedicati all’arte contemporanea aperti al pubblico dal 21 al 23 settembre

 

 

Torna a Torino dal 21 al 23 settembre la rassegna Exhibi.To, manifestazione realizzata con il patrocinio del Comune di Torino, che aprirà le porte di gallerie d’arte e spazi indipendenti dedicati all’arte contemporanea, proponendo anche tour guidati per conoscere i galleristi cittadini, opere e artisti.

Settembre appare il momento perfetto per RI-aprire le porte in un Open Gallery weekend capace di accogliere artisti affermati ed altri emergenti, oltre a visitatori provenienti da tutto il mondo.

Exhibi.To non è solo una manifestazione, ma un’associazione che collabora con una moltitudine di realtà artistiche disseminate sul territorio per valorizzarne la ricerca, l’arte contemporanea e l’educazione culturale.

In questa nuova edizione entra anche il Comune di Moncalieri con la biblioteca Arduino, ricca di un’importante collezione di opere originali e la galleria BI Box Art Space di Biella.

Exhibi.To per la prima volta è anche ascoltabile perché sono stati prodotti per la prima volta dei podcast Gallery per ascoltare la voce dei galleristi, che potranno raccontare in poco più di un minuto cosa hanno scelto di esporre, quali artisti hanno privilegiato, il significato della mostra e i curatori coinvolti.

Cinque tour mapperanno l’intera città conducendo i partecipanti all’interno degli spazi espositivi per conoscerne le opere e i galleristi.

L’opening avverrà giovedì 21 settembre alle ore 15.

Mara Martellotta

“I mondi di Mario Lattes #2” nel centenario della nascita

Proseguono alla “Fondazione Bottari Lattes” le celebrazioni dell’eclettico e “visionario” artista torinese

Fino al 3 dicembre

Monforte d’Alba (Cuneo)

Le tante ombre. “Busti” senza volto, neri e tormentati, presagi di terrifiche ambiguità. Le inquietanti oscurità e le smarrite luci. Luci di rossi e gialli, pur intensi, graffiati da segni e memorie che bruciano immagini e anima, cui l’artista affida il compito di inquadrare il dramma de “L’incendio del Regio” (olio su carta intelata del 1983) o di “nudi” indefiniti e contorti (citazione dal viennese Schiele) e “nature morte” fatte di oscure presenze, concreti riflessi di incubi che rincorrono la vita senza mai dare né darsi pace. Eccoci ancora immersi nei “mondi di Lattes” e l’accesso ci pone, come sempre, di fronte alle consuete insidie. “Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non può disvelarsi”: così scriveva, a commento di una recente retrospettiva dedicata a Mario Lattes (Torino, 1923 – 2001) – pittore, scrittore, editore e personaggio di spicco nel mondo culturale piemontese, e non solo, del secondo dopoguerra – l’incisore e critico d’arte Vincenzo Gatti, al quale ancora è affidata la curatela de “I mondi di Mario Lattes #2”, realizzata dalla “Fondazione Bottari Lattes”fino al prossimo 3 dicembre, nella sede di via Marconi 16, a Monforte d’Alba. Mostra che si inserisce all’interno delle celebrazioni organizzate per i cento anni dalla nascita dell’artista e che vedono la “Fondazione” e la sua Presidente, Caterina Bottari Lattes, impegnata ormai da mesi in svariate iniziative. La più recente una mostra di grande successo (“Mario Lattes. Teatri della memoria”) tenutasi fino allo scorso maggio alla “Reggia di Venaria” e prima ancora un’altra anticipatrice retrospettiva (“I mondi di Mario Lattes #1”) ospitata, fino a fine gennaio, sempre nelle sale della “Fondazione” di Monforte d’Alba. Oggi sono oltre quaranta, tra cui diverse raramente esposte in pubblico e alcune di recente acquisizione, le opere di Lattes presenti in mostra e datate tra gli anni ’50 e i primi anni ‘90. A coprire cronologicamente l’intera attività artistica del pittore, troviamo anche un buon numero di dipinti precedentemente separati per vicende collezionistiche e ora riuniti e posti in dialogo con quelli già presenti in parete. Il “mondo” di Lattes è un mondo che intriga. Che ti inquieta, senza mai respingerti. In cui, anzi, non puoi “non entrare”. E ciò che più ti spinge a “capirlo”, a “decodificarlo” è proprio quella sorta di “dark side”, di “lato oscuro” che vibra anche nei contesti di più semplice e consueta quotidianità. E’ quella sottile, onnipresente malinconia, quell’“epico senso dell’inconcludenza umana”, forse propriamente legata (anche nei suoi romanzi e racconti pubblicati fra il ’59 e l’85) alle sue radici e alla consapevolezza della propria “frammentata identità ebraica”. Scrive Vincenzo Gatti: “Molti sono i mondi di Mario Lattes, e misteriosi. Con disincantata franchezza si muove tra diverse dimensioni, com’è ovvio per un intellettuale dalla sensibilità fittamente diramata tra parola e immagine, e giustamente insofferente a stringere l’attitudine creativa in schemi artificiosi e convenzionali categorie. Meglio affidarsi, per le immagini, a una singolare e personalissima interpretazione, intrisa di umori visionari (le suggestioni simboliste e surrealiste affiorano, ma quasi velate da una sottile ironia) in un contesto tutto mentale dove la stessa tecnica esecutiva, costantemente inventata e stravolta con indifferenza accostando materiali e procedimenti eterodossi, contribuisce a evocare, piuttosto che a svelare”. E allora ben scriveva anche Marco Vallora nel 2008, in occasione di un’ampia retrospettiva dedicata all’artista dall’“Archivio di Stato” di Torino: “ Mario Lattes è sempre là dove non te lo attendi”. Sfuggente. Espressionista, sì. Surrealista e simbolista, sì. Ma sempre “cavallo solitario”. Anima insofferente ai “recinti”. Vicino a Schiele e a Soutine. Ma libero a inventarsi segni e colori. Libero di cantare dolori, malinconie, ironiche provocazioni, voglie di solitudine e cascate di amara “memoria”. Diceva lui stesso: “I ricordi sono cicatrici di memoria”. Così anche le “marionette”, i “teatrini”, le “teste”, gli “idoli” e i “manichini” (come i pasticcieri o i valletti o i chierichetti di Soutine) “sono icone – conclude Gatti – di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano … L’artista-profeta ci indica così un percorso e ci invita a riconoscere i nostri fantasmi per esorcizzarli attraverso la fatica di vivere e guadagnare la nostra esistenza giorno per giorno”.

Gianni Milani

“I mondi di Mario Lattes #2”

Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Fino al 3 dicembre

Orari: dal lun. al ven. 10/13; sab. e dom. 11/16,30

Nelle foto: “Senza titolo”, olio su tela, 1959; “L’incendio del Regio”, olio su carta intelata, 1983; “Natura morta”, tecnica mista su cartoncino,, s. d.; “Nudo”, tecnica mista su carta intelata, 1991.

 

De Wan e Petralia in mostra al Castello di Piea

Concomitante all’imminente Fashion Week una gara amichevole fra artisti verrà ospitata al castello di Piea d’Asti, già censito come area museale. Le opere di Roberto De Wan (in alto a destra) saranno qui in competizione con i quadri del Maestro Andrea Petralia (in alto a sinistra). Diplomato all’Accademia di Belle Arti a Catania e presso lo IED a Milano, quest’ultimo vince il Compasso d’Oro nel 1994 e si distingue in svariate esposizioni anche all’estero. Sostanzialmente Petralia rappresenta il poeta dell’immagine classica rivisitata dalla quale traspare la saggezza e la profondità del suo animo mediterraneo. De Wan frequenta invece lo studio del pittore surrealista Pontecorvo durante gli studi liceali a Torino dove si laurea in Scienze Politiche. Già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Cuneo e fashion designer, quest’anno il pittore vanta otto diverse esposizioni, fra le quali due personali presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e la Galleria Lattuada di Milano. Le sue opere sono state in mostra anche a Palazzo Cusani e permangono al Museo Storico dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo. Esponente di un’arte informale ma raffinata che secondo la critica di Angelo Mistrangelo rilancia la sfida del movimento CO.BR.A. con una potenza espressiva carica di spiritualità, Roberto De Wan racconta così il suo intimo vissuto, ricco di persone, di luoghi fantastici, di miti.

Mostra visitabile dalle ore 15,30 di Domenica 24 settembre sino al 15 ottobre. Ingresso gratuito. Per informazioni: contessadipiea@icloud.com

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

15 – 21 settembre 2023

 

SABATO 16 SETTEMBRE

 

Sabato 16 settembre ore 16.30

TRA GOTICO E RINASCIMENTO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Un itinerario che offre la possibilità di conoscere le collezioni di Palazzo Madama traendone una visione d’insieme. Il museo contempla un ampio percorso stilistico, cronologico ed espositivo; per questo motivo, previa presentazione generale delle opere in esso custodite, la visita rivolgerà un particolare focus all’arte gotica e rinascimentale. Ci si soffermerà quindi sul Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, sulle opere dell’artista borgognone Antoine de Lonhy, continuando con artisti quali Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. È un’occasione per conoscere il Museo Civico d’Arte Antica di Torino con uno sguardo rivolto ai secoli XV e XVI, quando il Rinascimento e le nuove correnti artistiche raggiunsero il territorio e diedero spunti nuovi a un Nord-Ovest pronto ad accogliere le importanti novità.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

DOMENICA 17 SETTEMBRE

Domenica 17 settembre

OTTOCENTO. Scultura italiana 1940-1980 dalle collezioni GAM

GAM – chiude l’esposizione

Termina oggi, dopo circa 1 anno, la mostra che ha offerto l’occasione per riscoprire parte della collezione ottocentesca del museo, non più visibile al pubblico da quasi quattro anni.

Curata da Riccardo Passoni, Direttore della GAM, e da Virginia Bertone, Conservatore Capo delle raccolte, la mostra presenta settantuno opere tra dipinti, pastelli, grandi disegni a carbone, sculture in marmo, delicati gessi e cere. Nel percorso è possibile ritrovare capolavori ben conosciuti come Dopo il duello di Antonio Mancini, L’edera di Tranquillo Cremona o Lo specchio della vita di Pellizza da Volpedo, accanto a opere sin qui mai esposte, ma che nell’Ottocento erano considerate come veri gioielli della raccolta moderna del Museo, come la tela di Enrico Gamba, Ecco Gerusalemme! o quella di Francesco Gonin, Nobili in viaggio, che grazie alle ricerche condotte per la mostra ha ritrovato la sua storia e il suo vero titolo: La guida. Studio di castagni dal vero. https://www.gamtorino.it/it/evento/ottocento/

Domenica 17 settembre ore 16.30

IL PALAZZO DELLE MADAME REALI

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours: biografie e ruoli che sono stati oggetto di mostre e focus che, nella visita proposta, occuperanno nuovamente un interessante spazio di approfondimento. Il percorso infatti fornirà una visione generale della collezione conservata in museo, focalizzando l’attenzione sugli anni in cui le due famose Reggenti qui vissero.

La visita si concentrerà sulle opere maggiormente a loro legate: ritratti, oggetti, mobili e scelte decorative in linea con la moda del tempo, traduzioni locali e rielaborazioni delle maggiori influenze provenienti dalle corti europee, che gli artisti del tempo seppero cogliere con sapiente maestria.

Una visita che getta uno sguardo mirato e attento a un importante periodo storico del palazzo.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

Domenica 17 settembre ore 10:30                                                                                                                   

FILA A NANNA

GAM – Attività per le famiglie

 “Sapete che a Torino esiste una Galleria d’Arte Moderna aperta a tutti. Per entrarci si passa sotto ad un albero storto che cresce dentro al marmo. Dentro è piena di quadri e statue che mi hanno raccontato la storia che state per ascoltare.” Inizia così il racconto del marinaio Fritz protagonista del podcast “Fila a nanna. Speciale musei” realizzato per la GAM dalla Fondazione TRG – Teatro Ragazzi e Giovani in collaborazione con Abbonamento Torino Musei, che insieme alla sua amata Daphne viaggia tra quadri e sculture del museo per salvare un mondo fatto di pietra. In occasione della pubblicazione del podcast il 26 maggio 2023 www.casateatroragazzi.it/pod-stories/ la GAM propone una attività dedicata alle famiglie, un’occasione per scoprire insieme, all’interno delle collezioni, i personaggi e i luoghi di questa incredibile storia. In laboratorio ricreeremo la magia del sogno e dell’avventura dipingendo originali federe che accompagneranno i bambini in un sonno fatto di arte e fantasia.

Costo: Euro 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti accompagnatori biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Domenica 17 settembre ore 15

STORIE IN SCATOLA

GAM – Attività per le famiglie sulla mostra Ottocento

La ricca mostra che chiude oggi propone una selezione di opere, di proprietà del museo, dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli inizi del Novecento: una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta di vita, cultura, moda e arte del nostro passato.

In questa domenica dedicata alle famiglie, i genitori saranno accompagnati in un percorso tematico guidato mentre i loro bambini verranno coinvolti nella scoperta dei molti personaggi raffigurati: eroi, sirene, poetesse, fanciulli, dame e popolani; ciascuno con la propria storia, talvolta anche molto attuale, da raccontare. In laboratorio creeranno, poi, degli originali diorami tridimensionali reinventando luoghi, storie e nuove avventure.

Costo visita adulti: euro 6 più biglietto di ingresso al museo ridotto (ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

Costo bambini: euro 7 (ingresso gratuito al museo)

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

MARTEDI 19 SETTEMBRE

 

Martedì 19 settembre

ASEAN DESIGN

MAO – apre l’esposizione temporanea

Il MAO ha il piacere di accogliere all’interno della galleria dedicata all’arte del Sud-est asiatico quattro creazioni di altrettanti artigiani del gioiello di Alessandria e Torino.

La piccola esposizione fa parte del progetto ASEAN DESIGN 2023, una delle numerose attività promosse dalla Fondazione Torino Musei per il sostegno allo sviluppo delle realtà culturali presenti sul territorio regionale.

ASEAN DESIGN 2023 vuole essere il punto di partenza di nuove opportunità tra le realtà di alta gioielleria piemontesi e i mercati ASEAN, in particolare la Thailandia.
20 artigiani del gioiello di Alessandria e Torino sono stati selezionati per presentare i loro pezzi nel corso di due esclusive mostre temporanee dedicate al design del gioiello e degli accessori che si terranno nello stesso periodo dal 19 settembre fino al 19 ottobre.
La prima parte dell’esposizione trova collocazione al MAO, nella galleria dell’Asia Meridionale e del Sud est asiatico, mentre la seconda si terrà presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Fondazione CRT).

CLUB Asia, il primo network che vede coinvolte Camere bilaterali attive in Italia nello sviluppo dei rapporti economici con i Paesi asiatici. La finalità principale del Club Asia è quella di fornire ai Soci la possibilità di accedere a servizi e iniziative più ampie, nell’ambito di un accordo che è stato siglato da Camera di Commercio Itali Cinese, Camera di Commercio Italia Myanmar, Camera di Commercio per il Sud-Est Asiatico e Camera di Commercio Italia Vietnam. La collaborazione permetterà di consolidare una maggiore sinergia operativa e strategica al fine di sostenere progetti congiunti in favore dei rispettivi associati, avendo come punti di riferimento l’Italia e l’Asia.

GIOVEDI 21 SETTEMBRE

 

Giovedì 21 settembre ore 15 – 18 (Palazzo Madama)

Venerdì 22 settembre ore 9.30 – 13.30 (Palazzo Madama)

Sabato 23 settembre ore 9 – 17 (Biblioteca Regionale di Aosta)

I RELIQUIARI A BUSTO TRA ITALIA ED EUROPA (XII – XVI sec.)

Palazzo Madama – convegno internazionale

Il convegno, organizzato dal 21 al 23 settembre 2023, in collaborazione tra Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e il Dipartimento soprintendenza per i beni e le attività culturali Regione Autonoma Valle d’Aosta, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Studi Storici, riunisce specialisti di oreficeria e scultura medievale che si confronteranno sulla tipologia dei reliquiari a busto presenti in Italia e in Europa.

L’iniziativa è curata da Simonetta Castronovo e Viviana Maria Vallet.

Questa occasione di riflessione è uno degli esiti della mostra Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, curata da Simonetta Castronovo e Viviana Maria Vallet nel 2021 nelle due sedi di Palazzo Madama e del Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta. L’esposizione si concentrava sul ricco patrimonio del territorio, con una ricognizione dei busti reliquiario di età medievale, in oreficeria e in legno intagliato, sopravvissuti nelle chiese di Piemonte, Valle d’Aosta, Savoia, Vaud e Vallese, un’area geografica oggi divisa tra Italia, Francia e Svizzera, ma nel Medioevo compresa unitariamente nel ducato di Savoia. L’alto numero di testimonianze, rilevate dal censimento e dall’esame delle fonti documentarie antiche, aveva messo in evidenza quanto queste regioni costituiscano una sorta di case study nel panorama italiano ed europeo, con una caratterizzazione del territorio alpino come luogo di frontiera e compresenza di linguaggi artistici differenti.

Portata a termine questa prima indagine territoriale, il passaggio successivo nello studio dei reliquiari a busto – che sono insieme opere d’arte e testimonianze di radicate devozioni locali – deve essere il confronto con il patrimonio delle altre regioni italiane – si tratta infatti di opere che in Italia non sono mai state studiate in modo organico e di cui manca completamente un Corpus e quindi il richiamo al contesto europeo.

PROGRAMMA DEL CONVEGNO IN ALLEGATO

Posti limitati. Prenotazione obbligatoria.

Scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it  e specificare a quali sessioni si desidera partecipare.

 

Giovedì 21 settembre ore 17.30

MIDORI TAKADA | JAPAN ON FILM

MAO – talk in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e Jazz is Dead! festival

L’artista Midori Takada, celebre percussionista e compositrice giapponese, sarà protagonista di un talk al MAO Museo d’Arte Orientale, nello spazio della nuova terrazza recentemente inaugurata.

Midori Takada, in dialogo con il direttore del museo Davide Quadrio, racconterà al pubblico il progetto immaginato con il BFI National Archive. Sarà un momento prezioso per godere appieno della immensa esperienza della performance dal vivo che alle 21 avrà luogo al Cinema Massimo di Torino.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

Giovedì 21 settembre ore 18:30

SERPENTESSE

PRESENTAZIONE DELLA MONOGRAFIA DI CHIARA CAMONI

GAM – conferenza in Arena Paolini

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Serpentesse è un suono. Il suono che viene prima della parola, che gioca a ripetere la voce di ciò che chiama. Si forma per attrito di materia, per scivolamento e vibrazione del mondo quando il mondo, per un istante, ascolta il rumore del soffio di vita che lo attraversa.

Intervengono, insieme all’artista e alla curatrice del volume, alcuni degli autori:

Caterina Avataneo, curatrice indipendente
Cecilia Canziani
, curatrice, storica dell’arte
Michele Tocca
, artista

Progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2022).

https://www.gamtorino.it/it/evento/chiara-camoni-serpentesse/ 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Tuttifrutti. Weekend’Arte per le famiglie al Castello di Rivoli


A cura del Dipartimento Educazione 
Sabato 16 e domenica 17 settembre ore 11 e ore 16
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO)

A conclusione di Summer School, una grande festa al Castello di Rivoli a cura del Dipartimento Educazione, dedicata a tutte le famiglie per salutare l’estate con un percorso divertente e coinvolgente, che si snoda all’interno e all’esterno del Museo, alla scoperta dei meravigliosi spazi che lo circondano ricchi di opere en plein air. Protagonista dei workshop e della parata sarà il tema del cibo, in particolare i frutti della Terra, sovradimensionati e variopinti, da mangiare con gli occhi. Il Castello di Rivoli è Family and kids friendly con le attività del Dipartimento Educazione, che ogni terzo weekend del mese propone i Weekend’Arte per le famiglie, alla scoperta della Collezione e delle mostre in corso. Il sabato mattina, speciale attività famiglie con bambini 0-3 anni nell’ambito del progetto Nati con la cultura / Nati per leggere, in collaborazione con Sistema Bibliotecario Area Metropolitana di Torino.
Il Museo aderisce a
Nati con la cultura – grazie alla collaborazione tra il Dipartimento Educazione, la Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus e le ASL di riferimento sul territorio – che con il Passaporto Culturale offre ai nuovi nati la possibilità di accedere gratuitamente al Museo con la famiglia, così raccomandando la partecipazione culturale come risorsa per una buona crescita.
Per info e prenotazioni educa@castellodirivoli.org 011.9565213

La galleria d’arte Pirra dedica una personale a Edgardo Corbelli

Pittore del Novecento piemontese, dal linguaggio espressionista e dalla vicenda umana e storica di spessore

La galleria d’arte Pirra dedica una mostra, che si inaugura sabato 16 settembre prossimo, all’artista Edgardo Corbelli, che affermava di “dipingere nudi che sembrano colline, riversi, seduti, distesi come declivi, di dipingere una natura pulsante di energia e percorsa da grande musicalità, come una sinfonia”.

Mutamento e vitalità sono concetti che ben “definiscono” l’opera di Edgardo Corbelli (Torino 1918 – 1989), pittore il cui complesso e difficilmente riassumibile percorso artistico rivela l’incessante ricerca della propria identità e un instancabile esercizio dei propri strumenti comunicativi.

L’arte personalissima di Corbelli ha intrecciato, già a partire dagli anni Trenta in avanti, innumerevoli suggestioni, affinità e riferimenti culturali che sono serviti a mettere sempre più a fuoco le proprie attitudini e scelte espressive. Le opere degli esordi aderiscono “semplicemente” alla natura, per poi fluire rapidamente in un fare più sinuoso, ma saldo nella volumetria, con pennellate decise e accostamenti di colore arditi e vibranti. La visione d’insieme acquista progressivamente un sapore espressionista (ricordiamo i corsi di Oskar Kokoschka frequentati da Corbelli all’Accademia di Salisburgo nel 1958), le sue figure e i suoi paesaggi diventano realtà rivisitata, espressione di un’interiorità ricca di contrasti, di un alternarsi di gioie e drammi, come quello indelebile dell’esperienza dei campi di concentramento vissuta durante la Seconda guerra mondiale.

L’evoluzione artistica di Corbelli è perenne, perché coincide con il suo cammino esistenziale, ma non lo porterà a discostarsi in modo definitivo dal figurativo per l’astratto o l’informale. La sua energia vitale si trasferisce preferibilmente nella figura femminile, che, negli anni, diviene soggetto dominante della sua arte, così come nella stesura delle pennellate e nell’uso del colore, i cui accostamenti definiscono i soggetti e creano rapporti di forze, specialmente quando si manifestano nei registri più alti. In Corbelli, come sintetizza il critico Angelo Mistrangelo, «ogni emozione si trasforma istantaneamente in un’emozione pittorica, così come ogni impennata cromatica equivale, nel suo infuocato furore, a un grido dell’anima […] in una sinfonia di elevata musicalità.»

Fortemente permeato dal suo tempo, tra le tappe che ne hanno maggiormente segnato la vita figurano la frequentazione giovanile dello studio di Emilia Ferrettini Rossotti, l’esperienza tragica della seconda guerra mondiale e l’incontro con Kokoschka all’Accademia di Salisburgo nel 1958. I dipinti del primo periodo risultano così dal tradizionale impianto paesistico ma mostrano un Corbelli già naturalista e avviato verso un processo di relativa semplificazione delle forme. Ufficiale dei Bersaglieri, il dramma della guerra e della prigionia nei campi di concentramento acuiscono un’introspezione dolorosa e un travaglio evolutivo che, sotto l’influsso della lezione di Kokoschka, sfileranno in opere contraddistinte da un segno forte, deformante, non ornamentale, ma diventeranno strumenti espressivi tanto di disagio quanto di vitalità esplosiva.

Nel tempo la pittura di Corbelli procederà disinibita, potente, impetuosa, approdando ad esiti tecnico espressivi in cui predominano l’accensione cromatica, il linguaggio espressionista, estremamente comunicativo, che caratterizza tutta la sua produzione matura, paesaggi, ritratti e soprattutto la figura femminile, su cui maggiormente si concentrerà.

In mostra una selezione di opere, non solo oli e non solo figure, tra cui alcune inedite, come una splendida Venezia del 1964 e un’originalissima Casa nera a Varazze del 1967, che confermano come sia difficile sottrarsi alla seduzione sottile della pittura di Edgardo Corbelli, uno tra i principali interpreti dell’arte piemontese del secondo Novecento, sempre contemporaneo.

La mostra rimarrà aperta sino al 15 ottobre 2023

Mara Martellotta

In mostra alle Ogr: mutanti, sotto un cielo che implode

Mutating bodies, imploding stars

la nuova collettiva delle OGR Torino a cura di Samuele Piazza con opere di Alex Baczyński-Jenkins, Eglė Budvytytė, Guglielmo Castelli, Raúl de Nieves.

INGRESSO GRATUITO

Diversi i temi al centro della ricerca degli artisti in mostra: la trasformazione che si può attivare quando ci si relaziona con i diversi elementi presenti in natura e caratterizzanti il corpo umano, il racconto della fluidità tra universo queer e folklore tradizionale, la sperimentazione di nuove forme di relazione e di desiderio.

OGR Torino

Corso Castelfidardo 22

ingresso gratuito | maggiori informazioni su ogrtorino.it

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto

‘L’autenticità dei ricordi’: Miranda Magistrelli alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale

La nuova mostra postuma dedicata all’artista

Si intitola “L’autenticità dei ricordi “ la mostra postuma che, dal 7 al 18 novembre prossimo, la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia dedica all’artista Miranda Magistrelli ( 1927-2007).

L’artista, nata a Magenta nel 1927, primogenita di una famiglia benestante, completò gli studi fino all’avviamento alle Suore Canossiane e già dalla tenera età  ha rivelato un profondo amore per la pittura, tanto da preferirla al gioco. Qualunque strumento era adatto per disegnare e esprimere la sua passione, matite,  pennini ad inchiostro, pastelli, colori ad olio e tempere. Dopo il matrimonio con un  vercellese, non avendo figli, esplose tutta la sua passione per l’arte in tutte le sue sfaccettature, non soltanto dipingendo,  ma scrivendo brevi racconti e poesie. Frequentòbrevi corsi all’Accademia di Brera perfezionando i suoi talenti naturali e fu  tra i soci di un Circolo Culturale Vercellese, intorno al quale si riunirono scrittori, pittori, scultori, coordinati dal Maestro Francesco Giuseppe Rinone, che ha influito molto sulla sua formazione artistica. Questo circolo fu molto stimolante per la vita culturale cittadina. Miranda prediligeva dipingere i fiori, ma nella sua vita artistica ha eseguito anche molti ritratti di donne, nature morte, paesaggi vercellesi e soggetti astratti che completano la sua produzione pittorica.

Per lei la pittura rappresentava l’esigenza fisica e psicologica di evasione dal mondo della nebbiosa provincia piemontese che le stava stretta e di sopperire,  con la sua arte, ai momenti di malinconia tipici delle anime molto sensibili. La sua timidezza, legata all’educazione e al periodo storico in cui è  vissuta, non le hanno permesso di trasformare la sua arte in commercio. Spesso, anzi, regalava i suoi dipinti o li vendeva a prezzi non consoni allaloro qualità artistica, per il piacere di donare a  chi apprezzava il suo lavoro. Dopo la sua morte i nipoti hanno voluto renderle omaggio catalogando tutte le sue opere per la realizzazione sucataloghi monografici curati da Volker e Raffaella Silbernagl. Una mostra permanente  delle opere di Miranda è allestita presso la galleria Silbernagl a Daverio.

Miranda Magistrelli ha esposto in numerose mostre personali e collettive nel Nord Italia, vincendo numerosi premi, quali il Vercelliarte a Palazzo Verga, la mostra Nazionale di pittura a Dorno, nel Pavese,  il Premio Nazionale Santhià,  il premio Leopoldo d’argento di Milano, il Premio Demetrio Casola di Chivasso, il premio nazionale L’Orbita di  Novara e numerosi altri.

Nel percorso dell’artista Miranda Magistrelli si sviluppano molteplici temi, quali le vedute paesaggistiche, gli interni, le figure umane, i contesti floreali che vivono di un’analisi profonda, trovando piena accoglienza all’interno di un’impronta pittoricafigurativa di rara tensione poetica. La strategia dei chiaroscuri, l’equilibrio della prospettiva e il rapporto tra disegno e raffinatezza cromatica evidenziano un tratto sicuro  e di sapientemanualità.  L’artista si dimostra capace di entrare nell’animo della persona e di catturare il sentimento con una risonanza umana sorprendente in cui  lo studio del ritratto e della figura nell’interiorità del sentire e del vivere diventa prevalente. Il richiamo antico del passato si ravviva nei luoghi, negli oggetti, nelle persone in cui i ricordi, gli affetti e i valori travolgono appena l’osservatore.

L’artista cattura l’autenticità  dell’immagine creando nel soggetto un’atmosfera di contemplazione della natura e quello che la circonda nel suo quotidiano all’insegna del sentimento e del richiamo alla vita.

L’immediatezza di Miranda Magistrelli è  compositiva e naturale perché riscopre un tempo perduto colmo di riferimenti perduti e di memoria e di una dimensione reale senza fine.

La pittura quale strumento di indagine si veste di una  carica espressiva essenziale pulsante di vita, di amore e di rispetto per la natura e l’umanità.  Dentro tutto il suo iter vi è la necessità di trasformare il soggetto in sentimento e stato d’animo. Si tratta di un’esecuzione attenta che riporta alla luce un tessuto pittorico fedele al reale e capace di trasmettere al fruitore riferimenti evocativi di intensa emozione.

L’efficacia resa tra il disegno e la sostanza cromatica crea un risultato di lavoro impegnato intriso di notevole padronanza tecnica e aspetto visivo. La figurazione dell’artista Miranda Magistrelli contiene una personalità riconoscibile che risponde ad una sensibilità non comune, capace di arricchire ogni sua opera. I dipinti di Amanda Magistrelli sono creazioni realizzate con una tecnica magistrale e con una realtà pittorica affascinante che ci raccontano un vissuto, un’emozione, un ricordo di forte vena intimistica.

Mara Martellotta

 

Galleria Malinpensa by Telaccia

Corso Inghilterra 51

Tel 0115628220

info@latelaccia.it

La Palazzina di Caccia di Stupinigi apre le porte dei suoi spazi segreti chiusi al pubblico

9 settembre – 25 novembre 2023

PASSEPARTOUT

Dopo il sold out registrato da tutti gli appuntamenti programmati nel 2022 e nella prima metà del 2023,la Fondazione Ordine Mauriziano conferma le visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Da sabato 9 settembre al 25 novembre saranno attivati i due percorsi che raccontano la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative e il progetto architettonico alla base della sua costruzione.

“Passepartout” conduce dietro le porte segrete agli ambienti nascosti della servitù, ai passaggi e ai corridoi ricchi di fascino e di storia e permette di raggiungere la sommità della cupola juvarriana, per camminare lungo i suggestivi balconi concavi/convessi che affacciano sul grandioso salone centrale, guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra dalla complessa orditura in legno e ammirare dall’alto, dopo aver percorso i 50 scalini di una stretta scala a chiocciola, un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

 

I PERCORSI

 

“Dietro le porte segrete” è la visita in programma sabato 9 settembre, 14 e 28 ottobre, 11, 18 e 25 novembre, agli ambienti della servitù, ai passaggi e ai corridoi segreti usati per divincolarsi nel dedalo di stanze e raggiungere discretamente le sale e gli appartamenti privati. La visita conduce proprio dietro le porte segrete, negli spazi nascosti dove si muoveva la servitù e dove si trova ancora il quadro dei campanelli automatici che permette di comprendere da vicino il funzionamento di una residenza come quella di Stupinigi.

“Sotto il cervo”, in programma sabato 16 e 23 settembre, 21 e 28 ottobre, 11, 18 e 25 novembre, è una visita “in verticale” al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra, con una vista mozzafiato a 360 gradi sul paesaggio circostante. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo-convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare il particolare tetto a padiglione sorretto da una complessa orditura in legno e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.    

 

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Vista la particolarità dei luoghi oggetto della visita, normalmente non accessibili al pubblico, per i percorsi “Dietro le porte segrete” e “Sotto il cervo” i visitatori saranno dotati di caschetto di protezione, per questo motivo possono accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età ed i gruppi non possono essere superiori alle 10 persone. Per partecipare è necessario essere in buona salute ed in condizioni fisiche tali da permettere di salire, a piedi, alcune rampe di scale. È necessario indossare un abbigliamento comodo e calzature chiuse, come scarpe da ginnastica o da trekking leggero. È vietato l’accesso con borse e/o zaini ingombranti, visto che il percorso è piuttosto impegnativo. È necessario non soffrire di patologie cardiache. A causa degli spazi limitati, non agibili a persone con disabilità, e della stretta scala a chiocciola, i due percorsi sono sconsigliati a chi soffra di claustrofobia o di vertigini e, in generale, a chi non sia in buono stato di salute.

 

Le visite guidate “Passepartout” sono in programma esclusivamente nei giorni segnalati. Durata: un’ora circa.

Il costo del biglietto per accedere a “Dietro le porte segrete” è 22 euro, per “Sotto il cervo” 25 euro.

Per i possessori di Tessera Abbonamento Musei: 10 euro (ingresso gratuito alla Palazzina)

La prenotazione è obbligatoria:stupinigi@info.ordinemauriziano.it

Informazioni al numero: 011 6200633, dal martedì al venerdì 10-17,30.

 

CALENDARIO

_Dietro le porte segrete – Visita agli ambienti e ai corridoi della servitù

Sabato 9 settembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 14 ottobre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 28 ottobre, ore 14.30 e 16

Sabato 11 novembre, ore 14.30 e 16

Sabato 18 novembre, ore 14.30 e 16

Sabato 25 novembre, ore 14.30 e 16

 

_Sotto il cervo – Visita alla cupola juvarriana

Sabato 16 settembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 23 settembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 21 ottobre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 11 novembre, ore 10.30 e 12

Sabato 18 novembre, ore 10.30 e 12

Sabato 25 novembre, ore 10.30 e 12

 

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it