ARTE- Pagina 123

Sabato 25 Settembre al Torino Outlet Village la Moda incontra l’Arte

#ritrattiallamoda

In collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, 4 giovani artisti realizzeranno di fronte al pubblico, all’interno degli ampi spazi di Torino Outlet Village, dei grandi dipinti ispirati alle meravigliose Donne di Giacomo Grosso. Si posizioneranno con tele e pennelli di fronte a meravigliosi capi di alta moda delle ultime stagioni, indossati da modelle in posa.
I più social potranno inoltre cimentarsi nelle pose dei dipinti che ispirano il progetto e pubblicare le foto con l’hashtag #ritrattiallamoda e il tag Torino Outlet Village per poter vedere ricondivisi i migliori scatti!
Ingresso gratuito

Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone

Al Castello di Miradolo, indossa l’abito autunnale e si arricchisce di nuove opere la mostra dedicata al “genio” creatore di giardini e “orti felici”

Da venerdì 24 settembre

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Nata con questo dichiarato obiettivo, è una mostra che segue il corso delle stagioni, che accompagna il trascorrere del tempo, che muta e s’inventa, di volta in volta, nuove forme e prospettive e colori e luci ed ombre, proprio come un giardino. Dal prossimo venerdì 24 settembre, il grande progetto espositivo “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”, inaugurato al “Castello di Miradolo” (via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo) il 15 maggio scorso, prosegue infatti il suo cammino ideale lungo un  anno, fino al 15 maggio 2022, magnificamente svelando la sua veste autunnale. Presentata dalla “Fondazione Cosso” e curata da Paola Eynard e Roberto Galimberti, la mostra si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un “ABC” del giardino, in rigoroso “dis – ordine alfabetico”, secondo le parole e i pensieri di Paolo Pejrone (fra i più grandi architetti del paesaggio a livello internazionale, oltre 800 giardini progettati in giro per il mondo), ma soprattutto “una riflessione profonda e intima – dicono i curatori – su temi come la luce, l’ambiente, la calma, i dubbi, le speranze, le sfide che il mondo contemporaneo offre al rapporto tra uomo e ambiente”.

E le parole –disordinate ma lucide – costruiscono, nelle quindici sale espositive e nei sei ettari di Parco all’inglese che circonda la settecentesca dimora, un dialogo immaginario con importanti opere d’arte e con oggetti, fotografie, acquerelli, progetti, memorabilia, oli dello stesso Pejrone e video installazioni. Così accanto al “Fango sulla carta”  che “secca nell’erba che cresce, nell’acqua che scorre” di Richard Long e alla “peonia” di Andy Warhol o alla “Rosa  per la democrazia” di Joseph Beuys troveranno spazio, con l’arrivo dell’autunno Giuseppe Penone (protagonista attualmente alla “Galleria degli Uffizi” di Firenze dell’importante progetto espositivo “Alberi”), Maria Lai di cui ricorrono i quarant’anni del progetto “Legarsi alla montagna”, i “Coriandoli” di Tano Festa (protagonista nel secondo Novecento della Scuola pop-romana), Evelina Alciati (prima donna a frequentare l’“Accademia Albertina” come allieva di Giacomo Grosso), Piero Gilardi con il suo nuovo “Tappeto natura” in poliuretano espanso insieme ai “modelli pomologici” e ai disegni di Francesco Garnier Valletti provenienti dal “Museo della Frutta” e dall’“Accademia di Agricoltura” di Torino. In tutto sono oltre cinquanta gli artisti, tutti di gran blasone, rappresentati in mostra.

Da ricordare, fra gli altri Giorgio Griffa che, per questo evento, ha dedicato a una sala del Castello un’installazione inedita sul tema della conoscenza e della frammentarietà del sapere. L’esposizione è infine completata da un’installazione sonora, a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”. La visita alla mostra permetterà anche di scoprire le suggestioni autunnali dell’antico “Orto” del Castello: 500 mq, a forma circolare, ripristinato dallo stesso Pejrone, in occasione della mostra e che nei prossimi mesi fornirà le verdure dell’autunno e dell’inverno, dai cavoli ai finocchi ai cavolfiori e a tant’altro ancora. Anima “rustica” dell’antica dimora, l’“Orto” ne completa l’originaria vocazione agricola, con stalla, fienile, forno, pollaio e lavatoio – visitabili quest’anno per la prima volta – sviluppandosi intorno all’asse centrale che attraversa il portale d’accesso all’antica cassina, l’aia e il Palazzo, fino alla torre rotonda. Visto dall’alto, è perfettamente inserito nel disegno del luogo.

Ma  non è finita. L’autunno e l’inverno porteranno al “Castello di Miradolo”, sempre in connessione con la mostra di Pejrone, il progetto “La mostra racconta. Mezz’ora con…”, appuntamenti di  approfondimento con esperti d’arte e musica, artisti e collezionisti. Si inizia sabato 25 settembre. Alle 11,30: “Mezz’ora con Margherita Oggero” che parlerà di “Mario Sturani: una personalità eclettica a Torino”. Sei gli incontri programmati, fino a sabato 11 dicembre.

Per info: tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com

Gianni Milani

 

Nelle foto

–         Paolo Pejrone

–         Francesco Garnier Valletti: “Modelli pomologici”

–         Piero Gilardi: “Zucchine”

–         L’ “Orto” del Castello

The Others 2021 torna dal 4 al 7 Novembre per festeggiare i suoi 10 anni

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The Others 2021 torna dal 4 al 7 Novembre 2021 per festeggiare i suoi 10 anni e punta su un’edizione al femminile con un board curatoriale di donne che esplorano il mondo, per portare a Torino i progetti di gallerie, spazi non profit e artist-run space con il più alto tasso di innovazione e scouting all’estero, nel panorama della Torino Contemporary Art Week.

Germania, Austria, Ucraina, Olanda, Danimarca, Belgio, Romania, Svezia, Svizzera, Cuba, sono solo alcuni tra i paesi da cui provengono gli espositori di questa X edizione dalla vocazione sempre più internazionale, che non poteva chiudere gli occhi di fronte ad alcuni temi del contemporaneo. Attraverso il linguaggio dell’arte come strumento di dibattito, The Others si rivolge alle giovani generazioni dei millennials, da sempre fulcro della manifestazione e trend-setter capaci di anticipare e influenzare il futuro.

Una manifestazione che porta a Torino progetti che indagano temi di attualità, a partire da quello presentato da Mouches Volantes di Colonia che mette al centro il ruolo della donna nella cultura curda e in particolare le rigide norme linguistiche e di valori alle quali deve sottostare, dalle conversazioni in pubblico agli atteggiamenti da adottare e/o evitare, dove il contatto visivo come gli argomenti da affrontare sono soggetti al contesto e all’ambiente. Fra i progetti al femminile, attese anche due gallerie che accolgono esclusivamente il lavoro di artiste donne: la galleria SheBam! di Lipsia con il progetto Vice Versa e la Crumb Gallery di Firenzecon il progetto Contingency | Confini.

The Others 2021 quest’anno finalmente si riappropria anche della sede del Padiglione 3 di Torino Esposizioni: “Dopo l’apertura di sole poche ore del Padiglione nel 2020 dovuta alle restrizioni Covid– commenta Roberto Casiraghi, ideatore della fiera con Paola Rampini – vogliamo portare a termine l’impegno preso e lo faremo per rendere finalmente disponibile e fruibile alla Città il Padiglione 3 di Torino Esposizioni, nell’ottica della valorizzazione e recupero degli spazi industriali storici della Città che intendiamo far rivivere al pubblico attraverso i linguaggi dell’arte”.

Per la prima volta saranno inoltre presenti singoli stand disposti seguendo un layout espositivo innovativo, in grado di rompere ogni schema e regola classica di allestimento. Una disposizione a raggiera, capace di creare nuovi link e opportunità di confronto tra lo spazio, i progetti espositivi ed il pubblico. Ancora una volta The Others rifiuta di omologarsi e si riconferma una manifestazione provocatoria, eccentrica e determinata che catalizza e sprigiona energia creativa.

Le domande di partecipazione  scadono il 25 settembre 2021.

www.theothersartfair.com

Camera, doppietta di fotografi: Niedermayr e Clavarino incontrano il pubblico

Mercoledì 22 settembre e giovedì 23 settembre, ore 18.30, in presenza nel Gymnasium di CAMERA

Doppio appuntamento a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia con i due fotografi attualmente in mostra nelle sale di Via delle Rosine 18 a Torino: Walter Niedermayr Federico Clavarino. Due occasioni per conoscere e approfondire approcci diversi, storie diverse, sguardi diversi, un’interessante opportunità per espandere i propri orizzonti fotografici in due giorni consecutivi.
Appuntamento, quindi:
>> Mercoledì 22 settembre, alle ore 18.30, con l’incontro “Trasformazioni e Coesistenze” dedicato a Walter Niedermayr (Bolzano, 1952), uno dei principali fotografi italiani attivi sullo scenario contemporaneo e autore della mostra Walter Niedermayr. Transformations, visitabile a CAMERA fino al 17 ottobre.
L’incontro verrà condotto dal direttore del centro torinese Walter Guadagnini e dal critico d’arte Stefano Chiodi che dialogheranno con l’artista altoatesino per mettere in risalto le varie declinazioni con le quali viene affrontata l’indagine della modificazione dello spazio, tema predominante nella ricerca artistica di Niedermayr. Una riflessione ormai più che ventennale che ha permesso all’artista di focalizzarsi su diversi soggetti, dando luogo a un’interpretazione degli stessi talvolta in chiave politica talvolta in accezione simbolica: dal paesaggio alpino agli interni delle architetture in costruzione, dalle infrastrutture fisiche che delineano lo spazio urbano a quelle immateriali che plasmano l’ambiente rurale e le sue comunità, dagli spazi museali a quelli clinici e scientifici.
>> Giovedì 23 settembre, alle ore 18.30, con l’incontro “L’altro. Fotografia e identità” su Emergency Exit, mostra personale di Federico Clavarino (Torino, 1984), visitabile sino al 26 settembre nella Project Room di CAMERA.
Durante l’incontro verranno mostrati e raccontati i principali progetti che caratterizzano il percorso artistico di Clavarino dagli esordi sino ad oggi, mettendone in risalto la genesi, la modalità di sviluppo e la formalizzazione, oltre al tema dell’identità come filrouge di collegamento delle differenti narrazioni. Oltre al curatore della mostra, Giangavino Pazzola, insieme a Clavarino sarà presente anche Gaia Giuliani, professoressa associata in Filosofia politica presso l’Università di Coimbra, dove si occupa di fare ricerca – tra l’altro – su temi quali la storia politica, culturale e visiva dell’identità razziale europea contemporanea e italiana.
È consigliato prenotare per singolo incontro sul sito di CAMERA.
Il biglietto d’ingresso per ciascun incontro ha un costo di 3 Euro.
Didascalie immagini allegate:
© Walter Niedermayr, Les Menuires, 08/2013
© Federico Clavarino, Untitled dalla serie “Eel Soup”

Art Site Fest. Settima edizione

Sul tema “Closeness/Prossimità”, 14 le sedi coinvolte fra arte, danza e teatro

Dal 16 settembre al 25 novembre

Nel corso di sette edizioni, sono stati centinaia gli artisti coinvolti. “Rassegna di discipline artistiche finalizzate a portare l’arte contemporanea in luoghi – come residenze storiche, dimore reali, musei e luoghi d’impresa – non usualmente destinati ad esposizioni o manifestazioni artistiche”, alla settima edizione di  “Art Site Fest” è stato dato il  via ufficiale (con una presentazione a Palazzo Madama, che dal 19 ottobre ospiterà, nell’ambito della rassegna, due sculture di grandi dimensioni e site-specific di Carlo D’Oria) giovedì scorso 16 settembre con l’inaugurazione di due mostre davvero speciali. In tutti i sensi. La prima, “Regio Contemporaneo. L’arte incontra l’opera” ospitata all’“Archivio di Stato” di piazza Castello (in mostra bozzetti, disegni, fra cui quelli di di Mastroianni per la cancellata del Regio, costumi e fotografie di scena di Giulio Paolini, Botto & Bruno e Mimmo Paladino che testimoniano appieno la relazione proficua, in oltre trent’anni di produzioni, fra i due Enti) e la seconda “De Sidera” allestita presso le Sezioni Riunite dell’“Archivio di Stato” di via Piave in cui sono visibili dodici opere dedicate al cosmo e alle stelle, progetto realizzato per l’“Archivio” dal pittore di origina argentina Ernesto Morales in cui si racconta (desiderio da “De Sidera”) dell’impossibilità di avvicinarsi ad una dimensione lontana ed anelata. Già, perché se il tema su cui s’incentra l’edizione 2021 della rassegna è la “Prossimità”, dopo i lunghi e difficili mesi di pandemia in cui abbiamo imparato a proteggerci mantenendo la necessaria distanza dagli altri, è pur vero che “sarà difficile recuperare la distanza sociale che ci siamo imposti, dimenticando quanto è accaduto”, dice il direttore artistico, Domenico Maria Papa.

Che prosegue: “Sarà faticoso riprendere l’abitudine al contatto dopo averlo così strettamente legato al contagio. Ma quando riusciremo a farlo, forse, ritroveremo il senso autentico di una prossimità necessaria, con la quale, all’inizio della nostra storia, imparammo a incontrarci, a trasmetterci emozioni, sentimenti e conoscenze”. “Prossimità”, dunque, quale soggetto e obiettivo, cui aiutarci a tendere, di “Art Site Fest”, spalmata, fino al 25 novembre, su ben tredici sedi: Parco delle Vallere (Moncalieri,), Castello di Govone (Govone), Chiesa dello Spirito Santo (Govone), Castello di Ussel (Châtillon), Castello Gamba (Châtillon), Archivio di Stato (Torino), Palazzo Madama di Torino, Palazzina di Caccia di Stupinigi (Nichelino), Castello di Masino (Caravino), Castello della Manta (Manta), Palazzo Madama (Torino), Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (Buttigliera Alta), Area archeologica della “Nuvola Lavazza” (Torino) e “Heritage Lab” Italgas (Torino). Prossimo appuntameno, venerdì 24 settembre (dalle ore 17,30) alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, che ospiterà “Neighbours”. Le sale e gli esterni della settecentesca residenza juvarriana vedranno convivere in un’originale “prossimità” di buon “vicinato” le opere site-specific di artisti parecchio distanti per concettualità e linguaggio espressivo fra loro: dal malaghiano Pablo Mesa Capella al più riflessivo Fabian Albertini, da Emilia Faro (con opere fortemente incentrate sulle tracce del vissuto umano) alle suggestioni scultoree dei torinesi Diego Dutto e Carlo D’Oria. Sabato 25 settembre, la rassegna si sposta nella Vallée. Il “Castello di Ussel”, a Chatillon (a partire dalle ore 17), si aprirà per la prima volta all’arte contemporanea con la mostra della giovane fotografa torinese Carola Allemandi, che esporrà per l’occasione i suoi più recenti lavori in bianco e nero ispirati, attraverso un singolare e nuovo  punto di vista, alla montagna e alla sua natura. Non solo. Con inizio alle ore 18, sempre al “Castello di Ussel”, sarà di scena l’attore Toni Mazzara con il reading “Jan della balena”, l’incontro immaginario fra Albrecht Durer e un giovane aspirante pittore “in un racconto che tratta il tema della natura, della bellezza e della decadenza”. A chiudere il mese di settembre, domenica 26 (ore 17,30), al “Castello di Masino” a Caravino, sarà “Donne d’arte e di scienza”, reading dell’attrice moncalierese Sara D’Amato, che racconterà importanti figure di donne, fra l’arte e la scienza: spettacolo pensato in collaborazione con il FAI, Fondo Ambientale Italiano, in cui si compie “un viaggio nel tempo, dal tono leggero e divertente, in compagnia di donne che hanno rivoluzionato il mondo della matematica, della fisica, dell’astronomia, della filosofia, della pittura e della scultura”. E gli appuntamenti, nel solco di un’idea privilegiante le “diversità” dei temi e delle discipline, proseguiranno nei mesi di ottobre e novembre, secondo un’agenda consultabile su: www.artsitefest.it

La partecipazione e la visita agli eventi di “Art Site Fest” è gratuita, tranne in alcune sedi dove è previsto un biglietto di ingresso. È necessario fare riferimento ai siti web delle diverse sedi per conoscere modalità e orari di accesso che possono variare da sede a sede.

g.m.

Nelle  foto

–         Burri: foto di scena “Tristano e Isotta”, 1976

–         Inaugurazione mostra “De Sidera” di Ernesto Morales

–         Danza contemporanea, Castello di Govone

La famiglia dopo la pandemia diventa scultura

Una nuova scultura dell’artista sardo Osvaldo Moi dal titolo “La famiglia”, collocata in una rotonda a Pianezza, celebra la ritrovata armonia da parte dei componenti familiari dopo lo tsunami della pandemia

 

Una nuova opera dello scultore sardo Osvaldo Moi è  stata inaugurata lo scorso  sabato 18 settembre a Pianezza, nell’aiuola verde della rotonda tra Strada della Cortassa e viale Aldo Moro. L’installazione si intitola “La famiglia” ed è ispirata al concetto di nucleo familiare che torna a fruire, finalmente, dopo il lockdown, della natura.

“Profondo rispetto e ammirazione mi legano –  spiega lo scultore Osvaldo Moi – alla città di Pianezza, un Comune in cui valori come patria, famiglia e arte, ma anche natura e cultura costituiscono da sempre un principio ispiratore della vita cittadina. Già nel 2009 ero stato, infatti,  coinvolto nella realizzazione e collocazione nel parco della Pace di una copia del monumento ai Caduti di Nassiriya, installato come primo lavoro di arte pubblica nel 2004 a Novara e, due anni dopo, a Torino, in piazza d’Armi”.

“Stiamo vivendo,  e mi auguro di poter dire che siamo quasi alla fine di questo periodo – aggiunge lo scultore Moi – un lungo periodo in cui il Covid ha travolto le nostre esistenze. I successivi lockdown ci hanno reso sempre più consapevoli dell’importanza di stare a contatto con la natura. La natura e l’arte, nelle loro varie forme, sono state di grande conforto per molte persone. Il prezzo più  alto di questo difficile periodo di distanziamento credo lo abbia pagato la famiglia, intesa come nucleo portante della società e, in particolar modo, la donna. Molte di loro  sono state, infatti,oggetto di violenza entro le mura domestiche e a molte di loro è  stata tolta la vita.

Ispirata da questi pensieri ha preso le mosse questa mia nuova progettazione artistica, che è stata collocata nello spazio tra Strada della Cortassa e viale Aldo Moro. Si tratta di un progetto nato diverso tempo fa dalla proposta di realizzare una scultura in centro a Pianezza. A distanza di mesi questa idea si è convertita  nella volontà di abbellire non più il centro cittadino, ma una più  ampia rotonda. Mi hanno, così, proposto un’area verde con piante ecespugli, che per me avrebbe rappresentato lo spazio migliore per celebrare la famiglia e la sua guida, la Donna (con la D maiuscola)”.

“Quell’immagine – prosegue l’artista Osvaldo Moi – e quei profili in lontananza sul prato erano vivi in movimento, capaci di sprigionare energia e quel desiderio di libertà, così profondamente avvertito dopo un anno di chiusure forzate. Ho riportato l’idea su di un pezzo di carta e quel fermo immagine su un A 4, che ha conquistato i non addetti ai lavori. La mia idea ha poi convinto il sindaco che, partendo da un budget limitato, ha voluto cogliere la possibilità di tributare, attraverso la realizzazione di un’opera d’arte pubblica, quei sentimenti di serenità e libertà  che stiamo iniziando a percepire, attraverso un omaggio alla Donna. Da artista non ho disdegnato la scelta di mere sagome e su quella lamiera ho inciso sentimenti di spensieratezza che potessero allontanare il ricordo dei mesi di malinconia, tristezza e restrizioni.

L’uomo, in quanto figura maschile, non è assolutamente stato da me dimenticato,  anzi colto all’interno delle sei figure oltre la rotonda, nell’atto di guardare la sua famiglia, la sua donna, il suo cane”.

Un messaggio, quello che ha voluto trasmettere lo scultore Osvaldo Moi con questa sua nuova scultura, di ritrovata armonia e rinnovata serenità.

Mara Martellotta 

Ultimi giorni: cento fotografi professionisti raccolti in mostra, intorno a Gianni Oliva

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“FOTOGRAFI A TORINO by Gianni Oliva/30”

Quasi cento i fotografi professionisti raccolti in mostra, intorno a Gianni Oliva, nell’Ipogeo dell’ “Accademia Albertina” di Torino

Da mercoledì 15 a martedì 21 settembre

E’ lui il “Photographicus Genius Loci”. Torinese, classe ’64, trentennale importante esperienza professionale alle spalle, inizi “seri” con Beniamino Antonello, legato all’“Armando Testa”, collaborazioni prestigiose in più campi (dai più  importanti marchi italiani alle più blasonate riviste internazionali) e grandissimo poeta del “ritratto” (“verità del momento”) carpito con singolare creatività fra genti e culture le più antiche e lontane del mondo, a Gianni Oliva l’idea della mostra, ospitata oggi all’“Accademia Albertina” di Torino, balenò per la testa già due anni fa, nel 2019. L’intento voleva essere quello di radunare intorno a sé la più ampia pattuglia di amici colleghi fotografi per festeggiare, proprio attraverso una grande collettiva – happening, affidata alle cure della vulcanica Tiziana Bonomo, fondatrice della benemerita “ArtPhotò” , i suoi trent’anni di gloriosa attività professionale. Una sorta di grande, suggestiva “rimpatriata” capace di “mettere in evidenza – scrive la Bonomo – come il mondo della fotografia, in una città come Torino e in una terra come il Piemonte, sia composto  da tanti professionisti che hanno tracciato un passato importante, che rappresentano un presente denso di attività e che alimentano il futuro con nuove assolutamente promettenti generazioni”.

Bell’idea. Accolta con entusiasmo, fin da subito. Ma annullata nel 2020 dal tragico incombere della pandemia. Deposti i bagagli, Oliva non ha però rinunciato all’idea. Anzi. Ha continuato ad ampliare il suo amicale tam – tam per ottenere, in vista di tempi migliori (fortunatamente, si spera, arrivati), un numero ancora maggiore di adesioni, con l’intenzione bella tosta  di non mollare e di concretizzare l’originaria idea di mostra atta a ricordare i suoi, oggi ormai più che trentennali, anni di attività. Ed eccoci qui. Con un’adesione che nel tempo ha raggiunto quota 97. Cifra importante. 97 fotografi professionisti, ognuno con una foto al seguito, ognuno con una storia personale e un percorso artistico altrettanto personale – regolare, canonico, accademico per alcuni; più bizzarro, sperimentale, trasgressivo  per altri – da mettere in bella mostra nell’Ipogeo della gloriosa “Accademia Albertina”. Location d’eccezione. E tantissime le opere  esposte. Dallo spaesato nitore dei “Ritratti distopici” di Gianni Oliva all’assordante amaro silenzio del minimale dittico “Gran Madre – Manichino” realizzato dallo spagnolo (oggi residente  a Torino) Pablo Balbontin Arenas, ispirato al profondo vuoto – di paesaggio e anime – creato dagli indimenticati giorni del lockdown, fino a “Gli occhi di Lucio Dalla” su cui la racconigese Nadia Gentile incentra un ritratto in bianco e nero di grande intensità e suggestione.

Sensazioni forti, pari a quelle percepite davanti a “I doni” di Tiziana e Gianni Baldizzone (compagni di vita e di lavoro) in quel gioco ottico di mani che trattengono e trasmettono, accolgono e  donano oggetti e saperi ereditati di generazione in generazione, in ogni luogo, in ogni tempo e latitudine. Nota sicuramente positiva della mostra è anche il coinvolgimento di alcune scuole torinesi con le immagini di alcuni studenti dell’“Accademia Albertina”, dell’“Albe Steiner”, del “Bodoni Paravia” e dello “IED – Istituto Europeo di Design”. Dice bene Tiziana Bonomo: “È una mostra che può apparire una improvvisata kermesse e lo è. È soprattutto una festa! Una kermesse che desidera in tutta semplicità ricordare il lavoro impegnativo di chi ha scelto di fare il fotografo per passione dell’architettura, della letteratura, delle persone, dei concetti, dell’arte, del mondo, dei viaggi, della filosofia, della vita, della bellezza, dell’industria, del cibo, del giornalismo, della natura e di tutto ciò che il nostro sguardo riesce a cogliere e a fermare per un istante”.

Gianni Milani

“FOTOGRAFI A TORINO by Gianni Oliva/30”

Ipogeo “Accademia Albertina”, via Accademia Albertina 8, Torino; tel. 011/889020 o www.artphotobonomo.it

Fino al 21 settembre

Orari: lun. mart. giov. ven. ore 15/19 – sab. e dom. ore 10/19

 

Nelle foto

–         Gianni Oliva: “Ritratti distopici”, Saluzzo – Montecarlo, 2020

–         Pablo Balbontin Arenas: “Silenzio Gran Madre – Manichino”, Torino, 2020

–         Nadia Gentile: “Gli occhi di Lucio Dalla”, 2009

–         Tiziana e Gianni Baldizzone: “I doni”, Myanmar, 2011

La Famiglia, opera dello scultore Moi a Pianezza

Sabato 18 settembre 2021 alle ore 10 a Pianezza (TO) nell’aiuola verde della rotonda tra Strada della Cortassa e viale Aldo Moro verrà inaugurata, alla presenza dell’Amministrazione che l’ ha commissionata, la nuova opera dello scultore sardo Osvaldo Moi.

L’installazione dal titolo “La Famiglia”,  è ispirata,  come spiega l’ artista, al concetto di nucleo familiare che finalmente, dopo il lock down, torna a fruire della natura. Il lavoro è anche un tributo alla grande forza della figura femminile, sovente vittima di violenze.
Racconta Moi “Profondo rispetto e ammirazione mi legano a Pianezza.

Un Comune con la C maiuscola: valori come patria, famiglia, arte, natura e cultura animano questa cittadina.
Da quando ho iniziato a conoscerla e a girare per le sue vie e piazze, fino ai suoi parchi e le sue rotonde, ho potuto apprezzare la voglia di arricchirla con opere di artisti contemporanei.
Inaspettatamente nel 2009 ero già stato coinvolto per realizzare e collocare nel Parco della Pace, (un centinaio di metri dalla rotonda che accoglie questo mio nuovo lavoro) una copia del monumento ai Caduti di Nassiriya.
In realtà il primo lavoro di arte pubblica lo avevo realizzato nel 2004 a Novara e il secondo nel 2006 a Torino (in piazza d’Armi). Quest’ultima installazione purtroppo è stata oggetto di un recente atto vandalico.
Stiamo vivendo – e mi auguro si stia uscendo – da un lungo periodo dove il COVID19 l’ha fatta da padrone.
Una eco continua, quel battere sulla nostra pelle come dei poveri tamburelli, che ci ha condizionati modificando il nostro modo di intendere la vita. Ci siamo anche avvicinati di più alla consapevolenza che stare all’aperto, nel verde, ci fa stare meglio.
La natura e l’arte – in tutte le sue forme – ci sono state di grande conforto.
Credo anche che il prezzo più grande lo abbia pagato ogni nucleo familiare, e in particolare, la Donna. Anzi, moltissime donne, a cui, per scarico di violenza, è stata tolta la vita. Una Vita preziosa che voglio invece ricordare e dare tributo.
Su tutto questo è andata la mia progettazione artistica che ora si posiziona tra Strada della Cortassa e il viale dedicato a Aldo Moro.
A questi principii che ritrovo negli intenti civili e nell’anima mundi di Pianezza, ho pensato di dare espressione, restituendo metaforicamente alla sua popolazione il meritato rispetto e la libertà perduta.
Da artista non ho disegnato mere sagome. Su quella lamiera ho inciso spensieratezza, allegria, felicità!
Ho voluto in qualche modo far dimenticare quei momenti di tristezza, malinconia e restrizioni.
E l’ Uomo, in quanto figura maschile, non l’ho dimenticato. E’ oltre la rotonda: guarda la sua famiglia, la sua donna, i suoi figli e il suo cane, con amore e ritrovata armonia.”

Tracce d’acqua dal lago alla risaia

A Novara una nuova mostra organizzata da Asilo Bianco in collaborazione con ATL della Provincia di Novara, Tracce d’acqua. Disegno e paesaggio dal lago alla risaia.

 
Sono coinvolti importanti artisti e illustratori che hanno raccontato per immagini il territorio novarese: Cristina Amodeo, Alicia Baladan, Elena Beatrice, Sylvie Bello, Daniele Catalli, Federica Galli, Pierluigi Longo, Maina Mainardi, Antonio Marinoni, Antonio Mascia, Simone Mostacci, Guido Persico.
Ognuno ha scelto il soggetto da interpretare ed esplorare, seguendo il proprio stile: la pianura, tra cascine, storia, tradizioni e risaie, le colline, tra vigne e vino, e il lago, con l’isola di San Giulio e la storica Villa Nigra a Miasino.
Tutti hanno realizzato tavole originali, in mostra presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara dal 18 al 26 settembreInaugurazione sabato 18 settembre alle ore 10.

Riscoprire la dimensione umana della città, al via Torino Design of the City

 

Dal 15 settembre al 31 ottobre un ricco programma di eventi, incontri, laboratori,
mostre e festival, in presenza e online, rivolti a creativi, policy maker e cittadini

 

In autunno il mondo della cultura di progetto e dell’innovazione tornano protagonisti a Torino, che dal 15 settembre al 31 ottobre diventa il punto di ritrovo di creativi, policy maker e cittadini impegnati in un confronto partecipato e multidisciplinare sull’apporto fondamentale del design come fattore di crescita sociale, economica e culturale e strumento per riscoprire la dimensione umana delle città e nelle città. Per la quinta edizione, la rassegna internazionale Torino Design of the City arricchisce ancora di più il folto calendario di eventi, incontri, laboratori, mostre e festival, ai quali si potrà partecipare in presenza e online.

 

È, infatti, una comunità inclusiva, sostenibile, capace di fare rete e immaginare il futuro quella a cui guarda il progetto ideato dal Comune di Torino con il sostegno di Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, Camera di commercio di Torino, Politecnico e Università degli Studi di Torino, realizzato con Turismo Torino e Provincia e in collaborazione con il Tavolo Consultivo del Design, che interessa circa 50 soggetti pubblici e privati.

 

Forte della propria tradizione legata al car design e di una vocazione storicamente industriale, negli ultimi anni Torino dal 2014 l’unica italiana tra le trenta Città Creative UNESCO per il Design – si è fatta promotrice di una nuova strategia aperta all’innovazione nei settori della tecnologia, della cultura e del turismo, che trova espressione in questo evento annuale di rilevanza internazionale.

 

A testimonianza del desiderio di ritrovare il lato umano della città dopo il lungo e difficile periodo di chiusure – non solo fisiche – a causa della pandemia Covid-19, molti eventi di Torino Design of the City hanno scelto di focalizzare su questo tema i propri contenuti. A partire da Graphic Days (16-26 settembre): «Touch è il fil rouge della sesta edizione – raccontano i coordinatori artistici del festival Fabio Guida e Ilaria Reposo – un invito a riscoprire la fisicità e la sensorialità, ma anche a restare in contatto. Infatti, oltre alle attività espositive all’interno della nostra sede principale, Toolbox Coworking, andremo incontro ai cittadini; durante il festival, il graphic design sarà l’occasione per esplorare il territorio e accedere a luoghi insoliti e location solitamente chiuse al pubblico».

 

Per la quinta edizione di Utopian Hours, in programma dall’8 al 10 ottobre, Torino Stratosferica propone invece il tema della 1000 minute-city. «È un inno positivo rivolto al futuro per immaginare una città non più legata alla sola materialità del territorio ma all’idea stessa dell’essere cittadini, sempre e ovunque», spiega Luca Ballarini, Founder & Creative Director di Torino Stratosferica.

 

«Con il mese di ottobre – aggiunge il Direttore del Circolo del Design Sara Fortunaticoncludiamo un periodo di sei mesi in cui si sono susseguiti oltre 45 eventi tra mostre, convegni internazionali, talk e workshop dedicati al tema dell’umanizzazione della tecnologia. Questo palinsesto ha dato la possibilità a un vasto pubblico di esplorare, attraverso linguaggi differenti, le diverse implicazioni che questo tema può generare oggi e ha messo in luce le nuove sfide per il mondo del progetto».

 

Le iniziative della Città di Torino

A inaugurare e chiudere Torino Design of the City saranno due importanti appuntamenti organizzati dalla Città. Il 16 e 17 settembre al Castello del Valentino, sede del Politecnico di Torino, il workshop internazionale “Automotive Project” coinvolgerà gli stakeholder locali e quelli delle altre Città Creative UNESCO del Design (Saint-Etienne, Graz, Kortrijk, Detroit, Nagoya, Geelong e Puebla) per scambiare esperienze, visioni e lavorare insieme a una mobilità futura sostenibile per l’ambiente, le persone e l’economia. Partendo dall’esperienza di “Torino Mobility Lab”, un progetto di trasformazione urbana cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente nel quartiere di San Salvario, si stimolerà un contributo rispetto ai concetti chiave Human scale, Product scale e City scale individuati nei precedenti confronti a livello internazionale.

 

Il 29 ottobre, invece, l’incontro delle Città Creative UNESCO italiane al Polo del ‘900 porterà sul tavolo una riflessione sulla crisi attuale – che incide su tutti gli aspetti di ciò definiamo “città creativa”, colpendo il tessuto creativo, produttivo, distributivo e formativo – e le risposte messe in campo negli ultimi dodici mesi. I delegati di Alba, Bergamo e Parma (gastronomia), Biella, Carrara e Fabriano (artigianato), Bologna e Pesaro (musica), Milano (letteratura), Roma (cinema) e Torino (design) faranno il punto dopo un anno di lavoro insieme e getteranno le basi per individuare i futuri progetti che ciascuna città andrà a realizzare singolarmente o in collaborazione tra di loro.

 

Tra le altre iniziative, il 15 ottobre al Salone del Libro (Stand Città di Torino) saranno presentati al pubblico i progetti World Design Library, la prima biblioteca pubblica nazionale e internazionale dedicata al design e alla sostenibilità ambientale promossa dalla Città di Torino, dalla World Design Organization (WDO) e dal Politecnico di Torino, e il Torino Automotive Heritage Network, che punta a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale legato all’industria dell’automotive. Si svolgeranno invece in modalità virtuale il Creativity Forum. Carrara for the UNESCO Creative Cities (24-26 settembre), il Festival della creatività sostenibile. Biella Città Arcipelago (1-3 ottobre) e le tavole rotonde dal network delle Città Creative UNESCO del Design (12-14 ottobre), quest’anno in diretta da Geelong (Australia).

 

Il programma di Torino Design of the City

Il calendario di Torino Design of the City raccoglie anche quest’anno decine di eventi organizzati e promossi dagli Enti che lavorano sul Design e aderiscono al Tavolo Consultivo. A cominciare dai festival: Graphic Days, la rassegna internazionale di visual design, con un ricco programma che prevede esposizioni, performance e attività esperienziali; Utopian Hours. Festival internazionale di city making, tre giorni con i maggiori esperti urbani per approfondire i temi più urgenti e conoscere le esperienze di successo da varie città del mondo, tra sfide visionarie, ambiziosi progetti, innovazione sociale e tecnologica; e Humanizing technology, tema che guida i contenuti culturali del Circolo del Design.

 

Dai protagonisti del car design al MAUTO all’anteprima della Torino Fashion Week, dall’arte digitale di Share Project Temporary Lab a Distribuiti e connessi sull’esperienza di Hackability, dall’esperienza abitativa nel quartiere Bellavista di Ivrea ai Portici d’artista in via Sacchi fino a Obiettivo, il primo oggetto artistico datapoietico, sono numerose le mostre in programma. In cartellone non mancheranno poi eventi come Expocasa e LabCube Reale #Green alla Reggia di Venaria, visite al Campus Onu di Torino e occasioni per scoprire i progetti realizzati dai Compassi d’Oro piemontesi. E ancora, incontri sui temi dell’accessibilità nei musei, sui processi di co-design nell’ambito della salute mentale e fisica, sull’importanza di progettare e curare il paesaggio urbano ed extraurbano che ci circonda e sul ruolo giocato dall’economia creativa in uno sviluppo sostenibile.