|
|
|
|
|
|
|
|
“In Occidente l’immaginario visivo della Cina era, come un po’ ancora oggi, quello del già defunto Mao e della già conclusa Rivoluzione Culturale. Figlio dei miei tempi e allenato com’ero a cercare oltre gli stereotipi anche in patria, fotografavo una Cina non vista e, quel che è peggio, nemmeno immaginata, quindi invisibile. Le cose già viste soddisfano, consolano, hanno a che fare con la memoria mentre il non visto è secco, scostante, refrattario, a volte antipatico. La Cina mi si presentava come uno straordinario bazar di oggetti, scene e comportamenti non omologati tra i nostri cliché culturali. Per me era irresistibile: gli oggetti in vista, la totale mancanza di privacy, le attività umane messe in scena su un palcoscenico sempre aperto, il paradiso del fotografo”.
Andrea Cavazzuti
Il MAO Museo d’Arte Orientale è lieto di ospitare la mostra fotografica “稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti”, promossa dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino, a cura di Davide Quadrio e Stefania Stafutti, dal 9 settembre al 2 ottobre 2022, in via San Domenico 11 a Torino.
Il progetto espositivo inaugura una nuova fase di collaborazione fra il Museo e l’Università di Torino, che coinvolgerà in particolare le discipline di studio sull’Asia, con un ampio ventaglio di proposte culturali e formative.
“La fotografia, meglio di altri strumenti, restituisce il clima della Cina di quegli anni: un paese ancora povero, ma affacciato su un futuro denso di speranza e animato da un entusiasmo che fa di quel periodo uno dei momenti più interessanti e, a mio avviso, più belli della storia recente di questo complesso paese”, commenta Stefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici.
Al MAO saranno esposte oltre 70 immagini in bianco e nero, scattate in Cina fra l’81 e l’84, che dialogherannoper l’occasione con alcune opere delle collezioni museali, per leggere l’opera di Cavazzuti e comprendere una Cina che sta scomparendo.
Andrea Cavazzuti vive e lavora da più di trent’anni in Cina, dove approdò nel 1981.
Il titolo dell’esposizione, “稍息 Riposo!”, è un riferimento agli anni di passaggio tra un periodo drammatico e l’avvio della rincorsa alla modernità attuale. Le sue immagini hanno seguito e immortalato la Cina e i suoi giganteschi cambiamenti dagli anni Ottanta a oggi, costituendo una testimonianza preziosa oltre che un’opera affascinante e corposa.
Con sguardo nitido, poetico e senso dell’umorismo, Andrea Cavazzuti cristallizza in queste immagini una Cina che non esiste forse più, ma che è indispensabile conoscere per comprendere la storia e la personalità del colosso mondiale di oggi. Il suo sguardo è quello di uno straniero senza arroganza: la nostalgia gratuita è messa al bando, così come la trita ricerca dell’esotico. L’occhio di Cavazzutti coglie bellezza, comicità, fascino e stranezze con la freschezza del primo incontro. Le opere esposte, influenzate dalla forza della fotografia italiana di quegli anni, dimostrano però di trovare anche una strada del tutto personale.
La mostra è completata dalla proiezione di tre film:
Nati a Pechino, di Olivo Barbieri, Andrea Cavazzuti e Daria Menozzi, 1995, italiano, 21′: un breve ritratto di alcuni artisti nella Pechino dei primi anni ‘90, che poisarebbero diventati le star dell’arte contemporanea cinese.
Bambini (Fictional Kids), di Andrea Cavazzuti, 2000, 27′: un montaggio di scene di strada coi bambini come protagonisti in varie parti della Cina durante gli anni ‘90, accompagnato dalle colonne sonore di famosissimi film occidentali del secolo scorso.
The Warehouse, titolo originale 臆想仓库, di Andrea Cavazzuti, 2018, cinese sottotitolato in italiano, 28′: video realizzato per la mostra omonima, curata da Lu Yue 卢悦 e Da Shi 大石, tenutasi al CHAO di Pechino nel 2018. Responsabile artistico Yang Jun 杨君. Un gruppo di artisti, perlopiù giovani, si è cimentato nel creare opere per un grande magazzino dei pensieri e delle fantasie più recondite.
Sabato 1 ottobre ore 16
IL PRIMO INCONTRO CON LA CINA. Andrea Cavazzuti e Olivo Barbieri in dialogo.
Modera Stefania Stafutti, Università degli Studi di Torino.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
L’accesso all’esposizione sarà consentito con il titolo d’ingresso al Museo, senza nessun ulteriore costo di biglietto mostra.
In mostra a “CAMERA”, la collettiva “La rivoluzione siamo noi” e la personale “Ketty La Rocca. Se io fotovivo”
Fino al 2 ottobre
Era il 1970. Michelangelo Pistoletto aveva 37 anni, un bel barbone nero (e aveva già dato il via alla rivoluzione dei “Quadri specchianti”, così come dei “Plexiglass”, degli “Oggetti in meno” e delle prime opere con gli stracci), quando in piazza Castello a Torino, il leggendario Paolo Mussat Sartor, allora fotografo 23enne, già in corsa per la documentazione della più eroica stagione dell’“Arte Povera”, lo immortalava con aria minacciosa, un ombrello spianato in avanti a mo’ di spada (o che altro?) e in punta… un’ardimentosa rosa. Già, proprio una rosa!. Foto di improbabile, ma acuta singolarità “scattata – racconta lo stesso Pistoletto in una recente intervista – quando la bellezza del ‘fare l’amore, non fare la guerra’ si stava tramutando in una politica aggressiva. Avevo quest’ombrello in mano, mentre si stava parlando delle armi, della guerra e dell’aggressione e così l’ho usato un po’ come un’arma di pace, portando in evidenza questa rosa”. Bella pensata. Sta di fatto che quella foto scattata più di cinquant’anni fa è diventata oggi (e a ragione) l’immagine guida della mostra “La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967 – 1977” ospitata, fino al prossimo 2 ottobre, negli spazi di “CAMERA” a Torino, insieme alla personale dedicata a Ketty La Rocca (La Spezia, 1938 – Firenze, 1976) dal titolo emblematico – sul modo di intendere l’arte fotografica – di “Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967 – 1975”. Due grandi mostre per l’estate 2022 di “Camera doppia”.
Rassegne che intendono raccontare l’effervescente clima di quegli anni, fra sperimentazione, ricerca ed invenzione di nuove forme artistiche: anni rivoluzionari in ogni ambito, che la fotografia racconta attraverso scatti divenuti iconici. L’arte che fotografa l’arte.
Curata da Ludovico Pratesi (e organizzata e promossa da “Archivio Luce Cinecittà” in collaborazione con “CAMERA”) la prima mostra si propone di raccontare la strabiliante evoluzione dell’arte in Italia dal 1967 al 1977. Il tutto, attraverso 150 immagini provenienti dagli archivi delle Gallerie e di fotografi del calibro di Claudio Abate, Mimmo Jodice, Paolo Pellion, Paolo Mussat Sartor, Bruno Manconi e Fabio Donato. Cantori “necessari” (per l’offerta di “visibilità”) ad artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis, attraverso i quali l’arte usciva dalla cornice del quadro per invadere il mondo, “entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei”; in anni in cui i galleristi e i critici italiani aprivano le porte agli artisti “internazionali più estremi” dallo “sciamano” Joseph Beuys a Hermann Nitsch alla “nonna della performance art” Marina Abramovic. Ed ecco allora Paolo Mussat Sartor e Paolo Pellion raccontare l’avventura dell’“Arte Povera” a Torino, nelle Gallerie “Sperone”, “Tucci Russo” e “Christian Stein”, mentre Claudio Abate documenta la scena artistica della capitale, con le mostre e le “azioni” alla Galleria “L’Attico” e nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese (1973), con la partecipazione di artisti internazionali europei e americani, da George Segal a Robert Rauschenberg, da Ben Vautier a Christo. A Napoli il ruolo di primo piano è della “Modern Art Agency” di Lucio Amelio e autentico “genius loci” è Mimmo Jodice, uno dei maggiori fotografi italiani della seconda metà del secolo scorso, presente in mostra.
Una cinquantina sono invece le opere esposte a firma di Ketty La Rocca, artista (prematuramente scomparsa, fra i maggiori esponenti della “poesia visiva”) in una personale curata da Raffaella Perna e Monica Poggi, in cui si pone in chiara evidenza il bisogno e la volontà dell’artista spezzina di fare della sua arte un banco di indagine relativamente al rapporto fra fotografia e parola, gesto e linguaggio. Attraverso una rielaborazione di immagini iconiche, intrecciate alla scrittura (ricorrente il suo “you”), come quella che ritrae Fidel Castro, o le cartoline dell’“Archivio Alinari”, l’artista reinterpreta con la propria calligrafia la storia della fotografia del Novecento in chiave del tutto personale. Interessante anche il mito del viaggio, capovolto in chiave ironica con i cartelli stradali della performance “Approdo”, in una commistione fra arte e vita. Che diventa appunto il suo “fotovivere”.
Gianni Milani
“La rivoluzione siamo noi” e “Ketty La Rocca. Se io fotovivo”
“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to
Fino al 2 ottobre
Orari: dal merc. alla dom. 11/19
Nelle foto:
– Paolo Mussat Sartor: “Michelangelo Pistoletto”, Torino, 1970
– Fabio Donato: “Andy Warhol e Joseph Beuys”, Galleria Lucio Amelio, Napoli, 1980
– Ketty La Rocca: “Fidel Castro”, 1974/Michelangelo Vasta
– Ketty La Rocca. “Autostrada A1 per Firenze Nord”, 1967/Michelangelo Vasta
“Il confine della libertà”
Fino al 12 settembre
Buttigliera Alta (Torino)
La location è ideale. Monumento nazionale dal 1883, appartenente oggi all’“Ordine Mauriziano” e tipico esempio di gotico d’oltralpe, fondata nel XII secolo (su volere del conte Umberto III di Savoia) dall’Ordine Ospedaliero di “Sant’Antonio di Vienne” per accogliere i malati ma anche i viaggiatori e i pellegrini che percorrevano la via Francigena, la “Precettoria di Ranverso”, a Buttigliera Alta, si presta infatti alla perfezione (nell’intento di rimarcarne le origini) ad ospitare le toccanti fotografie dei migranti – e di tutto il loro carico di dolore, sofferenze e speranze – scattate dal fotoreporter Stefano Stranges per la mostra “Il confine della libertà”. Una quarantina gli scatti esposti (estratti da un progetto fotografico in cinque tappe), attraverso i quali Stranges – fotografo e fotoreporter italiano indipendente, da anni attratto, dopo gli inizi nel mondo della moda, dalle tematiche sociali più problematiche del Pianeta – ripercorre la rotta migratoria dalle porte d’Europa (Lesbo, Lampedusa, Leros) ai confini italiani per chi arriva dalla rotta balcanica (Trieste), per poi approdare in Francia, attraverso il vicino valico alpino di Briançon, dove continua il viaggio dei migranti. Tratto da alcuni reportages fotogiornalistici, realizzati dal febbraio 2020 al marzo 2022 e pubblicati su riviste nazionali e internazionali, “il tema viene affrontato – dicono gli organizzatori – non solo dal punto di vista delle persone che migrano da luoghi di conflitto, carestie e violazioni dei diritti umani, ma anche da chi affronta il problema sul campo, come i tanti volontari e i tanti attivisti presenti al confine italo-francese”. Alla “Precettoria di Ranverso”, la mostra documenta, attraverso scatti in cui il racconto si fa struggente veicolo di forti emozioni, un percorso che da anni porta l’artista a stretto contatto con le più inumane ingiustizie del nostro mondo. Di mondi a sé. Invisibili ai più. Dove l’urlo della tragedia spesso annulla la forza della speranza. E di destini ignorati pur anche nei loro esiti finali di drammatica, perfino incredibile, verità. In giro per il mondo, Stranges ha immortalato lo sfruttamento legato alla produzione degli strumenti tecnologici, gli abitanti del Congo nelle miniere di “coltan”, l’immensa discarica tecnologica del Ghana, in un reportage che lo ha portato ad essere premiato con diversi riconoscimenti internazionali e a diventare argomento di una talk al “TEDx di Rovigo 2019”. Ha trattato, inoltre, la questione dell’infanticidio di genere nelle aree del sud dell’India e quella delle problematiche ambientali nel nord dello Zimbabwe in una lunga collaborazione con l’“Ong Terre des Hommes”. Alcune sue fotografie fanno parte della collettiva “Exodus”, mostra che nel 2019 ha ricevuto la “Medaglia d’oro al valore sociale” dal presidente della Repubblica.
Numerose le riviste su cui Stefano Stranges ha pubblicato e pubblica i suoi reportages: da “Rolling Stone”, al “Millenium” del “Fatto Quotidiano”, a “Reporterre Jesus Magazine”, ad “Africa”, fino a “Il Manifesto”, “La Stampa”, “La Repubblica”, “Left Magazine”, “Famiglia Cristiana” e “Inside over”. I suoi lavori sono stati esposti in varie mostre, personali e collettive, in Italia e in Europa. “Ciò che rende il mio lavoro una emozione – racconta Stranges – non è sempre legato a una pubblicazione importante. Non è legato all’aspetto economico, effimero. Vi sono arricchimenti più forti: il magnifico aspetto umano”.
Gianni Milani
“Il confine della liberta”
Precettoria di “Sant’Antonio di Ranverso”, Sant’Antonio di Ranverso – Buttigliera Alta (Torino)
Fino al 12 settembre
Per info e prenotazioni: tel. 011/9367450 o www.ordinemauriziano.it – ranverso@ordinemauriziano.it
Nelle foto:
– “Lesbo”, 2020
– “Confine di montagna”, Francia, 2020
– “History at thr edge of the war”, 2020
Barolo, Alba e La Morra faranno da sfondo al Barolo Fashion Show, il festival internazionale delle Arti Visive giunto alla sua settima edizione. Si tratta di un viaggio tra arte, design, moda e fotografia che risulta incentrato sulla tematica degli obiettivi dell’Agenda 2030. Si svolgerà dal 9 all’11 settembre la rassegna “Human First”, di design ecosostenibile, moda, arte e fotografia nelle terre patrimonio dell’Unesco.
La tre giorni, patrocinata dalla Regione e dal Consiglio Regionale del Piemonte, dal Comune d’Italia e Barolo, può contare sul sostegno della Fondazione CRC, dell’Ente Turismo Langhe-Roero e Monferrato e del supporto della CNA di Cuneo e di tanti altri sponsor e partner tecnici.
“Il festival internazionale delle arti visive Barolo Fashion Show si conferma un evento culturale di primaria importanza a livello regionale – spiega il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle – in quanto capace di attirare un pubblico sia locale sia internazionale. Simili iniziative, soprattutto se organizzate con il coinvolgimento di realtà estere, sono fondamentali per la valorizzazione turistica dei nostri territori. Risultano un importante volano per l’economia e la cultura locali”.
La kermesse internazionale sarà densa di spettacoli, convegni, concorsi per giovani designer e prevede l’inaugurazione di ben due eventi espositivi: Bacchanalia, mostra personale di Sophie Dickens, pronipote del romanziere britannico Charles Dickens, curata da Gio’ Gatto. Sarà inaugurata il 10 settembre prossimo alle 17 e avrà luogo nel “Wi-Mu-Museo del Vino”, presso lo storico Castello Falletti di Barolo, dal 10 settembre al 2 ottobre. D/SIGN-Percorsi sarà inaugurata il 9 settembre prossimo alle 18.30 presso il Museo Civico “F. Eusebio” di Alba e durerà fino al 2 ottobre prossimo, con un percorso espositivo curato da Romano Di Giusto, che condurrà il visitatore dai grandi designer del Novecento alle più innovative espressioni di green design.
I valori quest’anno sottesi ad ogni iniziativa del Barolo Fashion Show sono la sostenibilità e l’inclusione, che saranno tratti caratteristici anche dei due eventi espositivi Bacchanalia di Sophie Dickens, elevato esempio artistico di upcycling, e D/SIGN, prima mostra di design ad Alba, capace di diffondere la conoscenza delle forme più innovative del Green Design. Si tratta di un piccolo contributo per costruire un mondo migliore: ecodesign, arte da oggetti destinati a diventare rifiuti, moda ecosostenibile e fotografia saranno i protagonisti di questa edizione del Festival, con un costante riferimento ai valori e agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Il Festival può annoverare anche una stretta collaborazione con prestigiosi enti nazionali, tra cui la Camera della Moda della Sardegna, la South Italy Fashion Week e internazionali quali il Politecnico Istituto di Design di Wenzhou che, nel 2019, ha ospitato sedici giovani designer italiani selezionati dal BFS al Festival Internazionale dei nuovi Talenti e l’Angina (Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese).
Oltre alla Cina, il Festival ha intessuto rapporti con la Romania (dal 2021 risulta partner del Transilvania Fashion Contest), con la Danimarca, essendo partner dell’iniziativa StyleSnipe, a sostegno dei giovani talenti europei nel settore del design, con il Canada, attraverso la partnership con l’Istituto di Design di Toronto.
Sabato 10 settembre prossimo alle 18.30, presso la Sala Consiliare del Castello “Falletti” di Barolo, si terrà una tavola rotonda sul tema “Turismo green come leva di valorizzazione dei territori”, alla presenza di numerosi sindaci e amministratori locali italiani e francesi.
Venerdì 9 settembre, alle 17, presso la Sala convegni Fenoglio di Alba, Franca Giusti, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, condurrà il dibattito “Percorso di Green Design, materie naturali e senso artistico, materie artificiali e riuso funzionale”, alla presenza di imprenditori, architetti e designer del settore.
Sabato 10 settembre, alle 16.30, presso la Sala Convegni del Castello Falletti di Barolo, si terrà inoltre il dibattito su “Re art: l’upcycling come frontiera dell’arte che provoca il cambiamento”, con il coinvolgimento degli artisti Sophie Dickens, Gio’ Gatto e il gallerista Giancarlo Cristiani. Il culmine del Festival sarà rappresentato dalla serata a ingresso libero prevista sabato 10 settembre, a partire dalle 21.30, dal titolo “Hypnotic 2022-The Fashion’s Gate”, in cui il pubblico verrà intrattenuto nella piazza Falletti di Barolo con musica e arte, presentate sotto una veste accattivante, inclusiva e al tempo stesso innovativa.
Mara Martellotta
In Borgo Crimea, a Torino, nasce “Flashback Habitat” aperto, con iniziative culturali le più varie, tutto l’anno
Un bel regalo per il suo decennale. Dopo il “Pala Alpitour” e la “Caserma” di via Asti, “Flashback Art Fair” (la Fiera dove “l’arte è tutta contemporanea”, come da sempre recita il suo claim) spegnerà infatti, quest’anno, le sue prime dieci candeline inaugurando un nuovo importante spazio nel quartiere di Borgo Crimea, in corso Giovanni Lanza al civico 75, a Torino, in quella che nell’Ottocento fu la villa del noto banchiere Luigi Marsaglia e che, dal 3 al 6 novembre prossimi, ospiterà l’attesa “Fiera d’Arte” diretta da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe ma che, fra i suoi obiettivi, vanta anche quello ben preciso – e assai importante – di tenere le porte aperte tutto l’anno. “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee”: questo il progetto e il nome (per esteso) della nuova location, sede delle attività dell’“Associazione Flashback”, un grande hub culturale, nato con l’obiettivo di dare nuova vita a un immobile inutilizzato, che oggi rinasce grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo deliberato dal Comune di Torino e a un accordo stipulato da “Flashback” con il “Gruppo Cassa Depositi e Prestiti”, cui appartiene l’intera area. Sotto la direzione artistica di Alessandro Bulgini (artista di origini tarantine ma torinese d’adozione ed ideatore del progetto “Opera Viva Barriera di Milano”) “Habitat” concretizza l’intento di “far entrare l’arte – afferma Bulgini – nella quotidianità di ciascuno di noi e di ridare vita a quanto è stato dimenticato, trascurato, siano esse opere, luoghi o persone”. L’idea è da sposare, ma non semplice. Non semplice, poiché innesca un processo di rinnovamento urbano in Borgo Crimea che ha l’obiettivo di rigenerare più di 20mila metri quadri di spazio attualmente in disuso dato in concessione all’Associazione e immerso in una grande e area verde, dalle enormi potenzialità espositive. Cui, a partire dagli anni Venti, si sono aggregati altri quattro edifici che hanno ospitato l’ “Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità (IPI)” e successivamente la sede della “Provincia di Torino”. “Borgo Crimea – sottolineano Ginevra Pucci e Stefania Poddighe – è un quartiere nato con un’anima duplice, da un lato la collina dall’altro il fiume Po, da un lato le proprietà nobiliari dall’altro l’attività dei lavandai, un quartiere dove la natura conserva ancora un importante ruolo di spartiacque”. E dove appaiono ancor oggi necessari interventi di aggregazione sociale che proprio attraverso seri e coraggiosi progetti di attività culturali possano arrivare ad acchiappare lo scopo. “Il termine ‘habitat’ indica il posto – ancora Bulgini – dove ‘abitiamo’, dove viviamo e cresciamo, quel luogo inserito in un ecosistema dove interagiamo tra di noi e l’ambiente che ci circonda; ‘Flashback Habitat’ vuole essere proprio quell’ambiente dedicato all’arte e alla cultura dove sviluppiamo la nostra creatività e troviamo quel nutrimento essenziale per l’anima, un luogo parte di un ecosistema aperto, proteso verso le relazioni, uno spazio sia espositivo che di formazione con studi, laboratori, sale di consultazione e di produzione, perché è proprio attraverso la multidisciplinarietà che si crea un luogo dove fruire dei contenuti, crearne e imparare, dove incontrarsi, discutere e far vibrare energie creative, anche dedicando un’area all’incontro, alla ristorazione e all’acquisto e consultazione di libri”. “Flashback si riafferma quindi – conclude – come un format innovativo anche nella scelta della sede, concentrandosi sulla capacità di guardare a ciò che già esiste, a ciò che è stato trascurato per ribadirne l’esistenza e la forza, esportando lo stesso modus operandi che è stato il tratto distintivo sia della fiera d’arte antica e moderna che delle attività nelle periferie”. E mentre si lavora alla sistemazione del nuovo quartier generale di corso Lanza, in attesa del via alla “Fiera” (il 3 novembre prossimo), si tirano le somme certamente positive degli ultimi anni, con il numero dei visitatori arrivato ad oltre 18mila nel 2021 e il numero degli espositori che quest’anno toccano quota 50 adesioni. Il che, ancora una volta, consolida l’evento come un “unicum” nel panorama italiano delle fiere d’arte.
Gianni Milani
Nelle foto:
– Da sin. Alessandro Bulgini, Stefania Poddighe, Ginevra Pucci
– “Flashback Habitat” esterni
VENERDI 9 SETTEMBRE
Venerdì 9 settembre
稍息 RIPOSO! CINA 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti
MAO – apre la mostra
Il MAO è lieto di ospitare la mostra fotografica “稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti”, esposizione promossa dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino. Il progetto espositivo inaugura una nuova fase di collaborazione fra il Museo e l’Università di Torino, che coinvolgerà in particolare le discipline di studio sull’Asia, con un ampio ventaglio di proposte culturali e formative.
Il titolo dell’esposizione, “稍息 Riposo!”, richiama quegli anni quasi sospesi, in cui il paese prendeva fiato dopo la fine di un periodo drammatico e prima che iniziasse la corsa tumultuosa verso la modernità.
In occasione dell’esposizione, al Museo d’Arte Orientale saranno esposte oltre 70 immagini in bianco e nero scattate in Cina fra l’81 e l’84, che saranno messe in dialogo con alcune opere delle collezioni del MAO, in un contrappunto capace di stimolare riflessioni inedite e fornire nuove chiavi di interpretazione per leggere l’opera di Cavazzuti e comprendere una Cina che sta scomparendo.
Ingresso incluso nel biglietto di accesso alle collezioni.
SABATO 10 SETTEMBRE
Sabato 10 settembre ore 15
IL PALAZZO DELLE MADAME REALI
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours: biografie e ruoli che sono stati oggetto di mostre e focus che, nella visita proposta, occuperanno nuovamente un interessante spazio di approfondimento. Il percorso infatti fornirà una visione generale della collezione conservata in museo, focalizzando l’attenzione sugli anni in cui le due famose Reggenti qui vissero. La visita si concentrerà sulle opere maggiormente a loro legate: ritratti, oggetti, mobili e scelte decorative in linea con la moda del tempo, traduzioni locali e rielaborazioni delle maggiori influenze provenienti dalle corti europee che gli artisti del tempo seppero cogliere con sapiente maestria. Una visita che getta uno sguardo mirato e attento a un importante periodo storico del palazzo.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
Sabato 10 settembre ore 16.30
I FASTI DEL BAROCCO
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Entrare in museo per essere accompagnati in una visita che garantirà un’ampia descrizione concentrata su un periodo ben definito: il Barocco. I fasti dell’epoca sono evidenti, roboanti, splendenti: è un vero e proprio linguaggio di lusso che rappresenta la magnificenza della Torino di Sei e Settecento. Filo rosso del racconto saranno gli artisti di corte, i viaggi, il gusto per il collezionismo e, in generale, la passione e la consapevolezza del potere dell’arte. Sarà possibile, infatti, ammirare capolavori quali le tele di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Caravoglia, Sebastiano Conca: alcuni dei nomi di spicco esposti nelle sale auliche del museo. Opere che costituivano i sontuosi sistemi decorativi dei palazzi della nobiltà sabauda e della dinastia regnante, convergendo in un racconto iconografico tutto da scoprire.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
DOMENICA 11 SETTEMBRE
Domenica 11 settembre ore 15
DA CASTELLO A MUSEO
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Palazzo Madama è un sito che si trasforma nei secoli. In origine fu porta romana facente parte della cinta muraria, poi divenne fortezza medievale e castello dei principi d’Acaia, proseguendo quale residenza delle due Madame Reali e divenendo successivamente la sede del primo Senato Subalpino. Dal 1934 assume un nuovo ruolo: si inaugura la sede del Museo Civico d’Arte Antica con un patrimonio che vanta oltre 70.000 opere. La visita guidata rivela ogni aspetto di questo articolato percorso, scandendo ogni passaggio che, nei secoli, in questo luogo si è verificato. Architettura, arte e apparati decorativi, passando dalla struttura agli arredi: venti secoli di storia senza interruzione, nel centro della città.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
Domenica 11 settembre ore 16.30
VENTI DAL NORD. L’INFLUSSO DELL’ARTE FIAMMINGA IN PIEMONTE
Palazzo Madama – visita guidata tematica
I territori del ducato sabaudo, situati a cavallo delle Alpi, nel XV secolo rappresentano il punto di incontro fra le esperienze artistiche locali e quelle del Nord. Qui le novità introdotte dagli artisti borgognoni e fiamminghi non passarono inosservate. Partendo dal Coro di Staffarda e soffermandosi su alcuni tesori conservati nella Sala Acaja, i visitatori verranno proiettati dalla “sfera magica” del Gotico Internazionale di Giacomo Jacquerio e di Jean Bapteur per proseguire con il “più moderno” mondo rinascimentale rappresentato da Giovanni Martino Spanzotti, Defendente Ferrari e Ambrosius Benson. Ad arricchire il percorso non solo opere dipinte, ma anche sculture, miniature e oggetti preziosi, nell’ottica di assaporare le varie declinazioni dell’Ars nova fiamminga nei diversi campi artistici.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
MERCOLEDI 14 SETTEMBRE
Mercoledì 14 e 21 settembre ore 16.30
IL GIARDINO AROMATICO: TRA STORIA E BOTANICA, MITI E LEGGENDE
Palazzo Madama – due appuntamenti con il curatore botanico Edoardo Santoro
Due chiacchierate all’ombra e al fresco della pergola nel Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama per scoprire curiosità e aneddoti di quattro piante aromatiche, che hanno fatto la storia e che continuano a essere largamente coltivate e usate in ambito alimentare, erboristico e cosmetico: lavanda e menta, artemisia e salvia sono le protagoniste degli incontri in giardino per il mese di luglio.
Mercoledì 14 settembre ore 16.30: Lavanda e Menta
La lavanda italiana, il “lavandin” francese o la “English Lavender”: che differenze ci sono e che viaggio hanno fatto le lavande in Europa? Mente acquatiche, di bosco e dei prati, sono più di 30 solo quelle presenti in Italia. Parleremo di vini medicamentosi per curare il mal di testa e antiche ricette di sciroppi alle erbe, oltre che degli aspetti di coltivazione e dei trucchi per crescere piante sane e rigogliose.
Mercoledì 21 settembre ore 16.30: Artemisia e Salvia
Artemisia è l’assenzio ma anche genepì, canfora o dragoncello. Di salvie nel mondo ce ne sono oltre 900, una diversa dall’altra, ma noi utilizziamo solo la Salvia officinalis; con una rapida e facile analisi botanica scopriremo di più su queste piante che, proprio per la grande varietà, ci consentono di sfruttare portamenti, fogliami e fioriture di ogni tipo per il giardino e il balcone.
Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ per la visita guidata
Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Fino al 18 settembre
Oropa (Biella)
A presentazione della mostra, le parole illuminanti (che ben introducono al complessivo significato dell’esposizione) dello scrittore e poeta americano John Updike: “L’arte moderna è una religione assemblata con i frammenti delle nostre vite quotidiane”. Parole lucide pur nella loro voluta complessità, sulla scorta delle quali possiamo addentrarci con maggiore serenità negli spazi ospitanti, fino al prossimo 18 settembre, le grandiose sculture (alcune superano i tre metri d’altezza) in acciaio a specchio lucidato a mano collocate ai 1.159 metri di altitudine del complesso monumentale (sito UNESCO) del Santuario di Oropa. Creature d’arte piena che raccontano quelle “pieghe dell’anima” (come suggerisce il titolo) che quotidianamente ci portano a ragionare sul senso mistico del Creato, sui sottintesi, i dubbi, le paure che “piegano” la linearità dei nostri giorni: “espressione fisica del cambiamento, del movimento, della vita”. Così racconta lo stesso artista, Daniele Basso. Origini moncalieresi ma assolutamente biellese d’adozione (palmarés di tutto rispetto, tre Biennali di Venezia, mostre in Italia e all’estero, opere in alcune delle più importanti istituzioni museali, pubbliche e private, internazionali), Basso presenta a Oropa nove opere, in un percorso (curato da Irene Finiguerra) che coinvolge prevalentemente lo spazio esterno al Santuario, ma anche altre parti della struttura aperte al pubblico proprio in occasione della mostra. Rassegna che ci pone di fronte a cifre stilistiche di convinta e meditata contemporaneità – artigiana e singolare in quei lavori in metallo lucidato a specchio – in dialogo con la solenne sacralità del luogo, circondato dall’anfiteatro naturale delle montagne: l’effetto e il contrasto seducono. Fin dall’entrata al Santuario Mariano.
Posizionati nel piazzale basso e in quello antistante la Basilica Superiore, ecco “Boogyeman” (la paura – “L’uomo nero” delle favole) affrontato da “Ikaros” (il coraggio, l’aspirazione al volo): metafore fra le debolezze e le aspirazioni di ognuno, “le due sculture definiscono l’intero percorso della mostra come alfa e omega, principio e fine di questo viaggio”. Opere di grande, industriale maestria. In cui la materia si piega a giochi figurali di imponente surreale creatività (Henry Moore docet?) perennemente in bilico fra casualità ed intelletto. L’iter prosegue nella Basilica Antica, con il blu“Cristo Ritorto”, di plastica lineare bellezza, mentre sotto al colonnato, mirabile è il falco “Achill” dal “mistico volo”, che per certi versi e con uno sforzo di fantasia, che pure non mi pare del tutto fuori luogo, ci riporta alla celebre “Maiastra”, l’uccello mitico ossessione di Constantin Brancusi, senza però concedersi alla pura essenzialità della forma raggiunta invece dall’artista rumeno. La realtà non cede ancora il passo all’astrazione. Che invece troviamo abbozzata nelle opere “Frame” allocate nella Biblioteca, aperta al pubblico in occasione della mostra; opere volutamente incompiute (fra cui una versione in acciaio della “Venere di Milo”) che ci obbligano ad un processo di astrazione e fantasia creativa per dare forma completa alle immagini.
Da segnalare anche il “Re Leone” e la “Blue Vierge” nelle stanze del “Museo dei Tesori” e nella “Manica di Sant’Eusebio”, espressione di (vera?) “regalità e potere” il primo e reinterpretazione dell’“ex-voto” come sentimento potente di riconoscenza, la seconda. In un continuo variegare di forme “specchianti” che sono “riflessioni sulla contemporaneità”, dal Santuario la mostra di Basso scende nella città di Biella, dove prosegue in varie sedi: nel “Palazzo del Governo” (Prefettura) con l’esposizione di “Bimbo Faber” (omaggio al mondo dell’eccellenza artigiana e industriale italiana), in “Biblioteca Civica” e presso il “Museo del Territorio Biellese” con le opere “Aureo” e “Aureo jr” (realizzate nel 2016 quale simbolo di “Officina della Scrittura-Museo del Segno e della Scrittura” di Torino). Nel cortile interno di “Palazzo Ferrero” e in “Palazzo Gromo Losa”, la rassegna si chiude con l’opera di straordinario vigore plastico “Hic Sunt Leones”, mai esposta prima, così come le opere della serie “Ironman Frame”, ispirate al supereroe della “Marvel Comics”.
Gianni Milani
“Le pieghe dell’anima”
Santuario di Oropa (Biella); tel. 015/25551200 o www.santuariodioropa.it
Fino al 18 settembre
Orari: tutti i giorni, secondo gli orari di apertura del Santuario
Nelle foto:
– “Boogyeman”, 2019, Ph. Maurizio Bacci
– “Achill”, 2015
– “Cristo Ritorto”, 2021, Ph. Andrea Taglier
– “Hic Sunt Leones”, 2022. Ph. Stefano Ceretti
Domenica 4 settembre, ore 15.45
“I vestiti dei Principini” è una passeggiata tra le sale della Palazzina di Caccia di Stupinigi per scoprire i particolari della moda di corte tra crinoline, gorgiere, busti e parrucche.
Nei ritratti dei principini, i bambini sono vestiti come dei piccoli adulti: il loro abito, infatti, indica quello che diventeranno da grandi. Fino ai tre o quattro anni non c’è differenza fra gli abiti dei principi e quelli delle principesse: entrambi portano un vestitino lungo, che sembra una vera e propria fasciatura, con in testa una cuffietta. I maschi, poi, vengono ritratti con in mano delle armi (frustino, lancia, spada), mentre le femmine hanno in mano ghirlande o mazzi di fiori. Nella visita guidata per famiglie si impareranno a riconoscere questi e altri particolari degli abiti dei piccoli abitanti della Palazzina.
INFO
Palazzina di Caccia di Stupinigi
Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)
Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).
Prezzo visita guidata: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto
Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto
Gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card
Durata della visita: 1 ora circa
Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente
Info e prenotazioni: 011.6200634
SABATO 3 SETTEMBRE
Sabato 3 settembre ore 15
TRA GOTICO E RINASCIMENTO
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Un itinerario che offre la possibilità di conoscere le collezioni del museo, traendone una visione d’insieme. Previa presentazione generale delle opere custodite a Palazzo Madama, la visita rivolgerà un particolare focus all’arte gotica e rinascimentale. Ci si soffermerà quindi sul Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, sulle opere dell’artista borgognone Antoine de Lonhy, per poi continuare con artisti quali Martino Spanzotti e Defendente Ferrari.
È un’occasione per conoscere il Museo Civico d’Arte Antica di Torino con uno sguardo rivolto ai secoli XV e XVI, quando il Rinascimento e le nuove correnti artistiche raggiunsero il territorio e diedero spunti nuovi a un Nord-Ovest pronto ad accogliere le importanti novità.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
Sabato 3 settembre ore 16
THE REINCARNATION OF KHENSUR RINPOCHE
MAO – proiezione nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto
Choenzey è un monaco di 47 anni che vive in un monastero tibetano nel sud dell’India. Il suo maestro spirituale, Khensur Rinpoche, è morto da quattro anni e, secondo la credenza tibetana, presto si reincarnerà. È però responsabilità di Choenzey, in quanto suo discepolo più stretto, trovare la reincarnazione e prendersene cura. Il film segue la ricerca di Choenzey e la sua scoperta di un bambino di 4 anni birichino ma simpatico, riconosciuto dal Dalai Lama e dall’Oracolo di Stato tibetano come la sua reincarnazione. Senza sentimentalismi, il film coglie il commovente rapporto che si sviluppa tra l’ex discepolo e il suo giovane maestro.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
Sabato 3 settembre ore 16.30
AI PIEDI DELLA TORRE
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Un itinerario insolito all’interno di Palazzo Madama: vi racconteremo la storia di un’architettura straordinaria, che ancora oggi possiamo leggere osservando i diversi elementi costruttivi e decorativi dell’edificio, per proseguire attraverso una passeggiata nel Giardino Botanico Medievale ai piedi della torre. Un vero e proprio angolo verde, le cui prime testimonianze risalgono al 1402, periodo in cui furono avviati i lavori di ingrandimento dell’edificio per volere di Ludovico principe d’Acaia. Grazie ai documenti conservati all’Archivio di Stato si è potuto ricostruire il giardino nella forma e nell’inserimento di piante e erbe, presenti nei diversi trattati dell’epoca. Avremo modo di percorrere e approfondire le diverse parti di cui è composto: dall’hortus (orto) al viridarium (bosco e frutteto) fino al iardinum domini (giardino del principe).
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
DOMENICA 4 SETTEMBRE
Domenica 4 settembre
IL GRANDE VUOTO
MAO – chiude la mostra
Quello di vuoto, di vacuità, è un concetto centrale per la dottrina buddhista: il vuoto non è solo l’istante che precede la nascita di tutte le cose, ma è anche il vuoto finale, la liberazione di tutti gli esseri senzienti a un livello cosmico. All’opposto di quanto accade nelle tradizioni culturali e filosofiche europee, dove il termine “vuoto” porta con sé una connotazione negativa che la avvicina a idee nichiliste e alla mancanza o privazione, per il buddhismo la vacuità ha una connotazione positiva legata in ultima istanza al raggiungimento della consapevolezza, ovvero alla comprensione che la vita, con i suoi continui mutamenti, è impermanenza e interdipendenza, poiché tutto esiste solo in relazione all’altro. Capire questo, e quindi liberarsi dalla sofferenza della vita, si risolve in una dimensione di pace assoluta (nirvana): è qui che si rivela l’essenza del Buddha, che non è divinità, ma appunto Vuoto.
L’esposizione “Il grande Vuoto. Dal suono all’immagine” è dedicata proprio a questi concetti: la mostra vuole offrire al pubblico un’esperienza multisensoriale particolarmente coinvolgente ed è anche un segno forte di speranza per un futuro che si rivela incerto e sconfortante.
Domenica 4 settembre ore 15
DA CASTELLO A MUSEO
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Palazzo Madama è un sito che si trasforma nei secoli. In origine fu porta romana facente parte della cinta muraria, poi divenne fortezza medievale e castello dei principi d’Acaia, proseguendo quale residenza delle due Madame Reali e divenendo successivamente la sede del primo Senato Subalpino. Dal 1934 assume un nuovo ruolo: si inaugura la sede del Museo Civico d’Arte Antica con un patrimonio che vanta oltre 70.000 opere. La visita guidata rivela ogni aspetto di questo articolato percorso, scandendo ogni passaggio che, nei secoli, in questo luogo si è verificato. Architettura, arte e apparati decorativi, passando dalla struttura agli arredi: venti secoli di storia senza interruzione, nel centro della città.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
Domenica 4 settembre ore 16.30
ORO, ARGENTO, BRONZO: RIFLESSI METALLICI
Palazzo Madama – visita guidata tematica
Il metallo e la sua lavorazione è il protagonista della passeggiata guidata tra gli oggetti d’arte di raro pregio del museo. Sguardi rivolti verso oggetti luccicanti da scoprire insieme, partendo dal Tesoro di Desana, per passare a sala Acaia, dove il famoso cofano del Cardinale Guala Bicchieri offre mille spunti da raccontare, e proseguendo tra le vetrine degli smalti limosini. Bronzo, ottone…si fa presto a dire metallo di fronte al reliquiario di San Maurizio, un capolavoro di tecnica completamente rivestito da lamina in argento decorata a sbalzo. Quali sono le differenze fra i vari tipi di leghe e materiali? Ceselli e bulini: quali sono gli strumenti utilizzati? Sono solo alcune delle curiosità che sveleremo durante la visita guidata.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
Domenica 4 settembre ore 18.30
CONCERTO DI KYOSHINDO PER IL GRANDE VUOTO
MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto
Taiko contemporaneo.
I membri del collettivo KyoShinDo praticano lo studio delle percussioni giapponesi taiko e delle arti tradizionali giapponesi presso il KyoShinDo Taiko Dojo situato sulle alture dell’Appennino ligure fin dal 2004. Il KyoShinDo ha un approccio davvero unico all’arte del taiko. Incorporando il karate in questa già spettacolare arte performativa, rielabora lo stile tradizionale in una forma innovativa tramite ritmiche d’avanguardia, spingendo i limiti del taiko in un contesto nuovo e contemporaneo. Costruttori dei tamburi che suonano, hanno partecipato a numerosi festival ed eventi in Italia, Giappone, Germania, Francia, Qatar, Oman, Arabia Saudita, Malta.
Prenotazione obbligatoria alla mail eventiMAO@fondazionetorinomusei.it
I biglietti sono disponibili in museo e comprendono l’ingresso in mostra.
Biglietto singolo: 15 € | Ridotto studenti: 10 €
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html |