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Le nuove centrali di Chiomonte e Susa

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Sono state inaugurate  le centrali di Chiomonte e Susa, oggetto di riqualificazione tecnica e funzionale da parte della società Valle Dora Energia, partecipata da Iren Energia e dai Comuni di Salbertrand, Exilles, Chiomonte e Susa.

La data scelta per l’inaugurazione non è casuale: il 5 novembre ricorre l’anniversario del referendum popolare di Torino del 1905 che portò alla creazione dell’Azienda Elettrica Municipale e alla contestuale assunzione diretta da parte del Comune della costruzione dell’impianto idroelettrico Salbertrand-Chiomonte.

Alla cerimonia sono intervenuti l’Amministratore Delegato di Iren Energia Giuseppe Bergesio, il Presidente e l’Amministratore Delegato di Valle Dora Energia Sergio Sibille e Nicola Brizzo, insieme a Roberto Porpour, Sindaco di Salbertrand, Michelangelo Castellano, Sindaco di Exilles, Roberto Garbati, Sindaco di Chiomonte, e Pier Giuseppe Genovese, Sindaco di Susa.

Nel corso degli interventi che si sono susseguiti è stato evidenziato come, grazie alla stretta collaborazione fra gli enti locali coinvolti e Iren Energia, sia stato possibile coniugare efficacemente riqualificazione industriale, utilizzo sostenibile della risorsa acqua, fonte rinnovabile primaria, e sviluppo del territorio.

Valle Dora Energia S.p.A., costituita nel 2010 per volontà dei Comuni di Salbertrand, Exilles, Chiomonte e Susa e di Iren Energia S.p.A., ha ottenuto nell’agosto 2016 la concessione idroelettrica e l’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio, a seguito della quale – grazie ad un investimento di oltre 20 milioni di euro – ha realizzato un revamping complessivo dei due storici impianti: Salbertrand – Chiomonte e Chiomonte – Susa, che comprendono le due centrali nelle quali si sono svolti gli eventi di inaugurazione.

Sono stati realizzati lavori di riqualificazione e ammodernamento che hanno visto la sostituzione dei 4 gruppi di generazione, 2 per ciascuna centrale (9,2 MW di potenza a Chiomonte e 7,6 MW a Susa) e il rinnovo dei sistemi elettrici e di automazione. Si è poi dato corso alla manutenzione straordinaria di alcune opere civili e idrauliche, che consentiranno per un trentennio una produzione di energia rinnovabile annua di circa 30 milioni di kWh. Inoltre, la linea aerea esistente per il trasporto dell’energia elettrica verso la rete di trasmissione nazionale è stata smantellata e sostituita da una linea interrata in galleria.

Un impegno durato poco meno di tre anni, che ha visto alternarsi quasi 70 imprese tra appaltatori e subappaltatori, con diverse decine di addetti, tecnici e specialisti.

Le mancate emissioni annue ottenute grazie agli interventi di efficientamento sono stimabili in circa 5.000 tonnellate equivalenti di petrolio (corrispondenti a quasi 34.000 barili di petrolio all’anno) e 14.000 tonnellate di CO2 (pari alla quantità di CO2 catturata in un anno dalle piante di una foresta di 2.000 ettari). 

Una prima fase dell’evento si è svolta a Chiomonte, presso la centrale di via dell’Avanà, dove si è tenuta anche la cerimonia del “taglio del nastro” del nuovo museo “M.Idro”, realizzato da Iren. Al suo interno, grazie ad una ricca pannellistica e ad un percorso multimediale, si ripercorrono gli oltre 110 anni di storia della produzione idroelettrica del Gruppo in provincia di Torino.

L’evento è quindi proseguito a Susa dove si è tenuta l’inaugurazione anche della rinnovata centrale di via Montenero, nei pressi delle Gorge della Dora.

Gli impianti idroelettrici Salbertrand-Chiomonte e Chiomonte-Susa furono costruiti da AEM Torino ad inizio Novecento ed inaugurati rispettivamente nel 1910 e nel 1923 lungo la Dora Riparia, al fine di rispondere alle crescenti necessità energetiche del capoluogo piemontese.

“Sicuro, verde e sociale”: in arrivo i fondi per le case popolari

L’ASSESSORE CAUCINO: «ATC, ARRIVANO 85,5 MILIONI DI EURO PER LE CASE POPOLARI PIEMONTESI. ECCO LE REGOLE E IL RIPARTO, MA OCCORRE PRESENTARE LE RICHIESTE IN FRETTA».

L’esponente della giunta Cirio: «Per presentare i progetti che verranno finanziati con il fondo complementare Pnrr – relativi in particolare all’efficientamento energetico – c’è tempo fino al 15 dicembre. Non c’è tempo da perdere, Comuni e Agenzie piemontesi facciano in fretta o si rischia di perdere definitivamente la somma».

Buone, anzi ottime notizie per gli inquilini piemontesi delle case di edilizia residenziale pubblica piemontesi. A patto che Atc e Comuni non perdano un istante e presentino in fretta le proposte di finanziamento, che «scadono» il 15 dicembre 2021. Grazie al programma «Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica», legato al Pnrr sono in arrivo 85.427.077,28. Un numero che a leggersi fa impressione: ottantacinque milioni e 427mila euro più spiccioli.

La giunta regionale su indicazione dell’assessore al Welfare, con delega alla Casa, Chiara Caucino, ha approvato la delibera per la ripartizione delle risorse. In particolare:

– al Piemonte Nord (province di Novara, Vercelli, Biella, Verbano Cusio Ossola) andranno 17.469.077,28 euro (di cui il 60% è riservato alla ATC Piemonte Nord);

– al Piemonte Centrale (Città Metropolitana di Torino) 47.547.523,95 euro (di cui il 60% è riservato alla ATC Piemonte Centrale);


– al Piemonte Sud (province di Alessandria, Asti, Cuneo), 20.410.476.27 (di cui il 60% è riservato alla ATC Piemonte Sud).

Il tutto qualora non venga utilizzata la riserva del 10 per cento per l’acquisto di immobili: in quel caso le risorse verrebbero, naturalmente decurtate della suddetta percentuale. Tale riserva, proporzionale ad ogni singolo importo, è prevista per l’acquisto di immobili agibili da destinare alla sistemazione temporanea degli assegnatari di alloggi oggetto degli interventi, a condizione che gli immobili da acquisire siano dotati di caratteristiche energetiche e antisismiche almeno pari a quelle indicate come requisito minimo da raggiungere.

Le risorse sono infatti stanziate nell’ambito del Pnrr al fine di favorire l’efficientemento energetico, la riduzione del rischio sismico e la verifica statica degli edifici nonché l’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica localizzato nel territorio piemontese.

L’obiettivo è la sostenibilità ambientale e per far questo sono stati fissati paletti precisi e rigorosi: per concorrere a conseguire l’obiettivo finale del Pnrr del conseguimento di un risparmio del 35 per cento del consumo medio ad alloggio oggetto di intervento, è richiesto un incremento minimo di 2 classi energetiche per ogni edificio o alloggio proposto a finanziamento, da dimostrare mediante Attestato di Prestazione Energetica ante e post intervento. Massimo controllo, quindi.

Il cronoprogramma delle attività tecnico–amministrative necessarie alla realizzazione dell’intervento, deve essere compatibile con i limiti di tempo e gli obiettivi iniziali, intermedi e finali degli interventi del Pnrr. Il Settore Politiche di Welfare Abitativo della Direzione regionale Sanità e Welfare emanerà un avviso pubblico contenente lo schema di domanda, tale da consentire almeno 30 giorni di tempo per la presentazione delle proposte di finanziamento da parte degli Enti interessati e la predisposizione entro il 31 dicembre 2021 del Piano degli interventi della Regione. Inoltre verrà curata la predisposizione dell’elenco degli interventi ulteriori, eccedenti la capienza del finanziamento, da trasmettere al MIMS entro il 15 gennaio 2022 per rappresentare correttamente il fabbisogno complessivo. Tutti gli interventi ammessi a finanziamento a valere sulle risorse disponibili del bando devono essere collaudati entro il 31 marzo 2026.

Possono presentare proposte di finanziamento i soggetti proprietari di alloggi di Edilizia residenziale pubblica ovviamente le Atc piemontesi, i Comuni proprietari di fabbricati/alloggi di ERP e il Consorzio Intercomunale Torinese. L’elenco delle proposte dove essere approvato per le ATC e il CIT con deliberazione dei rispettivi Consigli di Amministrazione, per i Comuni con deliberazione di Giunta.

«Questi 85 milioni di euro – spiega l’assessore regionale al Welfare, con delega alla Casa, Chiara Caucinorappresentano una fondamentale opportunità per le Atc e i Comuni per realizzare interventi attesi da anni. Ma occorre non perdere nemmeno un attimo, fare in fretta perché le regole sono ferree e anche un solo giorno di ritardo nel cronoprogramma può compromettere il finanziamento. Proprio come, a luglio e ottobre, ho anticipato avvistato la circostanza agli Enti interessati con due note assessorili». «Questa grande iniezione di liquidità – prosegue Caucinova ad aggiungersi ai finanziamenti già messi in campo dalla Regione e al prossimo sblocco, sul quale stiamo lavorando da tempo, dei fondi ex Gescal, che consentiranno di rendere assegnabili centinaia di alloggi che oggi necessitano di interventi di riqualificazione. D’altronde il mio obiettivo è sempre quello: “sfittanza zero”, “illegalità zero” e “occupazioni abusive zero”. Il diritto alla casa, per me e per la giunta che rappresento, è un diritto inalienabile, ma l’impegno della Regione, delle Atc e dei Comuni va conciliato con quello dei cittadini assegnatari per mantenere decoroso il bene pubblico, rispettandolo e curandolo come fosse proprio».

Agricoltura e qualità dell’aria. le indicazioni della Regione

Le Disposizioni straordinarie per la tutela della qualità dell’aria, approvate dalla Giunta regionale del Piemonte nel mese di febbraio 2021 con l’obiettivo di ridurne le emissioni di gas inquinanti in atmosfera, interessano, oltre ai settori dei trasporti e del riscaldamento civile, anche alcune attività agricole.

Pertanto l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha inviato ai Comuni piemontesi una comunicazione esplicativa sulle misure di limitazione relative agli abbruciamenti dei residui colturali, da applicare sul proprio territorio comunale a partire dalla stagione invernale 2021/2022.

“In questi giorni le amministrazioni comunali riceveranno una nota esplicativa da parte dell’Assessorato regionale all’Agricoltura – spiega l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa – perché riteniamo che sia di utilità ai Sindaci, che a loro volta devono rispondere ai propri cittadini e in particolare agli agricoltori sui limiti previsti alla combustione di piante e residui vegetali”.

Nei Comuni piemontesi interessati dalla Procedura d’infrazione sulla qualità dell’aria, nel periodo dal 15 settembre al 15 aprile di ogni anno vige tutti i giorni il divieto di combustione all’aperto di paglie e residui colturali. Sono fatte salve le esigenze connesse ad emergenze fitosanitarie (dichiarate tali dall’Autorità fitosanitaria competente). In risicoltura, il divieto di combustione delle paglie decorre già dal 1 settembre; sono fatte salve le aree risicole con suoli asfittici, in cui l’interramento delle paglie del riso non è agronomicamente possibile a causa della loro insufficiente degradazione, e per i soli casi in cui l’allontanamento dei residui colturali non risulti possibile.

Si precisa che tutti i Comuni che non sono coinvolti dalle Disposizioni straordinarie regionali, tra cui molti Comuni montani, sono comunque soggetti alla Legge regionale quadro in materia di incendi boschivi, che prescrive il divieto di combustioni all’aperto dal 15 novembre al 31 marzo di ogni anno, fatte salve eventuali deroghe per il solo abbruciamento dei residui colturali, concesse con ordinanza dal Sindaco per un massimo di 30 gg, anche non consecutivi, e se non sono state riscontrate condizioni meteorologiche sfavorevoli, né rischi per la l’incolumità o la salute dei cittadini.

In ambito agricolo, oltre a queste disposizioni, il semaforo di qualità dell’aria elaborato da Arpa Piemonte regola anche le tecniche di concimazione, sia organica che minerale, delle colture agrarie. Nei soli giorni in cui il semaforo è arancione o rosso le operazioni di fertilizzazione azotata (sia organica che minerale) devono utilizzare tecniche a bassa emissione di ammoniaca. Quando il semaforo è verde, sono adottabili anche le tecniche tradizionali di concimazione.

Per maggiori informazioni su questo aspetto è disponibile la pagina web: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/piano-straordinario-per-qualita-dellaria-dal-159-nuovo-operativo-semaforo

Le proposte delle associazioni ambientaliste sulle emissioni inquinanti

Torino, primi cento giorni della nuova giunta


Ridurre drasticamente le emissioni di gas climalteranti e in generale le emissioni in atmosfera dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari per la nuova amministrazione comunale. Si tratta di un obiettivo che il Sindaco Stefano Lo Russo e l’Assessora alla Transizione Ecologica Chiara Foglietta avevano già richiesto all’amministrazione precedente, come firmatari della mozione per la dichiarazione di emergenza climatica, presentata nel luglio del 2019

 

I prossimi cinque anni saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima e offrire al mondo una speranza concreta di evitare gli effetti più catastrofici della crisi climatica.

Mentre la ventiseiesima Conferenza delle Parti che si tiene a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre prossimi si annuncia come un potenziale fallimento per la resistenza di alcuni Paesi ad assumere gli impegni necessari a ridurre le emissioni di gas climalteranti, è essenziale che l’Europa nel suo complesso mantenga e rafforzi la sua posizione di leadership e offra esempi concreti di successo nel raggiungere questi obiettivi.

In questo quadro è fondamentale che tutti gli attori istituzionali a qualsiasi livello facciano il massimo possibile per contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni, e tra questi attori le amministrazioni delle grandi città sono quelle meglio posizionate.

In questo senso la città di Torino rientra a pieno titolo tra i soggetti che possono e devono fare la loro parte.

La riduzione delle emissioni di gas climalteranti, infatti, coincide con la riduzione delle emissioni di molti inquinanti locali come il biossido di azoto e il particolato, sostanze per le quali Torino si trova da anni in una situazione di illegalità che provoca danni alla salute dei suoi abitanti ed espone l’Italia al rischio di sanzioni da parte della Corte di Giustizia Europea.

Per 7 anni su 10 Torino è stata la città con il maggior numero di superamenti dei limiti per il particolato fine PM10 in Italia e la stima degli effetti sulla salute fatta da ARPA Piemonte parla di oltre 900 morti l’anno e della riduzione della speranza di vita per i torinesi di 22,4 mesi, oltre 3 volte di più rispetto alla media regionale.

In questa situazione generale desta particolare allarme il fatto che la gran parte delle scuole si trovi in aree addirittura più inquinate della media della città, esponendo i cittadini e le cittadine più deboli agli effetti dell’inquinamento.

Ridurre drasticamente le emissioni di gas climalteranti e in generale le emissioni in atmosfera, quindi, dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari per la nuova amministrazione comunale. Si tratta di un obiettivo che il Sindaco Stefano Lo Russo e l’Assessora alla Transizione Ecologica Chiara Foglietta avevano già richiesto all’amministrazione precedente, come firmatari della mozione per la dichiarazione di emergenza climatica, presentata nel luglio del 2019.

Le ragioni che hanno spinto il Consiglio Comunale ad approvare quella mozione sono, se possibile, ancora più urgenti oggi, e quindi vogliamo ricordare al Sindaco, alla nuova amministrazione e a tutti i nuovi consiglieri comunali l’importanza e l’urgenza di essere fedeli ai suoi obiettivi e agire senza esitazione.

Per questo chiediamo quindi che vengano adottate le seguenti decisioni:

  • l’avvio immediato di un piano di comunicazione rivolto a cittadini e cittadine per spiegare la reale situazione e i rischi che la città e il mondo intero corrono a causa dell’inquinamento atmosferico e della crisi climatica e incentivare comportamenti virtuosi i cui benefici sono riconosciuti a livello individuale e collettivo: quali la riduzione dell’uso dell’auto privata a beneficio della mobilità attiva (bici e piedi) e dei mezzi pubblici;
  • la realizzazione entro i primi 100 giorni di un piano per la riduzione delle emissioni climalteranti che garantisca il raggiungimento dello zero netto nel 2035, rispettando così i criteri di equità e di responsabilità storiche nella generazione delle emissioni e garantendo la creazione di posti di lavoro qualificati;
  • l’istituzione di un’assemblea di cittadini e cittadine scelti con criteri di rappresentatività di tutte le forze sociali e produttive per formulare proposte di forte indirizzo per la riconversione ecologica della città che l’amministrazione si impegna ad applicare;
  • l’immediato ripristino della Zona a Traffico Limitato entro i confini attuali con un orario esteso dalla 7 alle 19 per tutti i giorni della settimana;
  • l’istituzione nel tempo più breve possibile di zone a traffico limitato intorno alle scuole, e la loro pedonalizzazione in tutti i casi in cui questo sia possibile;
  • la riduzione generalizzata della velocità a 30 km/h su tutta la città, con l’eccezione di alcune vie indicate come ad alto scorrimento che manterranno il limite dei 50 km/h;
  • l’istituzione di spazi pedonali anche in forma di sperimentazione a basso costo (urbanistica tattica) generalizzata a tutti i quartieri della città.

Certi che queste richieste troveranno accoglienza e condivisione, diamo la nostra disponibilità a collaborare con l’Amministrazione della Città di Torino per ottenere risultati sulle impegnative sfide in atto e auguriamo un buon lavoro a tutti gli amministratori e i consiglieri comunali neo eletti.

Firmato da (in ordine alfabetico):

Comitato Torino Respira

Comunet Officine Corsare

Donne per la difesa della società civile

Ecoborgo Campidoglio Aps

Fiab Torino Bike Pride

Fiab Torino Bici & Dintorni

Fiab Val di Susa Biketrack

Fridays For Future Torino

Greenpeace – Gruppo Locale di Torino

Greentoso a.s.d.

IMBA Italia (International Mountain Bicycling Association)

ISDE Torino

Associazione Laqup APS

Legambiente L’Aquilone

Legambiente greenTO

Legambiente Metropolitano

Legambiente Molecola

Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta

Legambiente Protezione Civile Piemonte

SEQUS – Sostenibilità EQuità Solidarietà Circolo di Torino “Piero Gobetti”

Comitato provinciale di Torino per l’UNICEF

Ztl centrale, sospensione prorogata fino al 28 gennaio 2022

Il sindaco Stefano Lo Russo ha firmato l’ordinanza che proroga la sospensione delle limitazioni per l’area ZTL: fino al 28 gennaio 2022 si potrà quindi continuare ad accedere liberamente al centro cittadino con il proprio veicolo e senza limitazioni di orario.

 

Il provvedimento assunto tiene conto del perdurare della situazione emergenziale consentendo a chi deve raggiungere le attività e i servizi nella zona centrale della Città di muoversi più agevolmente con il mezzo privato.

Dall’ordinanza restano escluse le ZTL “Trasporto Pubblico, Pedonale e Area Romana”.

Nel frattempo proseguirà il quotidiano monitoraggio della qualità dell’aria e il provvedimento di sospensione,  qualora i dati raccolti lo rendessero necessario,  potrà essere revocato prima del 28 gennaio.

Piemonte fotovoltaico

Con Sicilia e Liguria regione con maggiore potenziale fotovoltaico nel primo semestre 2021

Attraverso i dati elaborati da Italia Solare relativi al primo semestre del 2021, Elmec Solar ha stilato la classifica delle regioni e delle province dove gli impianti fotovoltaici hanno il maggiore margine di installazione. Le province in top10 sono Verbano Cusio Ossola, Palermo, Genova, Napoli, Imperia seguite da Reggio Calabria, Isernia, Crotone, Enna e Sassari.

 

Elmec Solar, l’azienda di Brunello (VA) del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali, presenta la terza edizione del Barometro del Fotovoltaico in Italia con la focalizzazione sulle aree della penisola ovvero delle province con maggiore potenziale in termini di numero di impianti fotovoltaici realizzabili, quelle in cui i benefici apportati dall’energia solare hanno ancora ampio margine di sviluppo.  La classifica vede nelle prime 5 posizioni Verbano Cusio Ossola, Palermo, Genova, Napoli, Imperia e a livello regionale Piemonte, Liguria, Campania, Calabria e Molise.

“Con questa terza edizione del Barometro del Fotovoltaico vogliamo far percepire a istituzioni e privati cittadini i margini di miglioramento che il nostro Paese può ancora avere nell’adozione di fonti di energia rinnovabili. A soli tre mesi di distanza dalla Seconda edizione, sono stati installati ben 18655 impianti fotovoltaici in più è ciò rappresenta un forte segnale di una sensibilità sempre più diffusa tra i cittadini e le imprese verso una modalità sostenibile ed efficiente di gestire il proprio approvvigionamento energetico. Tuttavia la nostra Penisola ha ancora un elevato potenziale inespresso: sono i territori chiamati ad accelerare la propria decisione verso il fotovoltaico” afferma Alessandro Villa, AD di Elmec Solar. 

Secondo la rielaborazione da parte di Elmec Solar dei dati pubblicati da Italia Solare, complessivamente, si è registrato un aumento del 3,6% nell’installazione di impianti solari in Italia, a giugno 2021 rispetto alla fine del 2020. Facendo un confronto con la precedente edizione del Barometro del Fotovoltaico, nel solo secondo trimestre in Italia c’è stato un incremento di oltre 18.655 impianti in più passando da un totale di 950.160 impianti installati a marzo 2021 ad un totale di 968.711 impianti installati a giugno 2021. 

L’analisi dei dati del secondo trimestre conferma la precedente top 10 delle province con la più alta adozione di fotovoltaico. La classifica vede quindi Roma come provincia più solare con Brescia e Treviso sul podio. La Top 5 è completata da Padova e Vicenza. Torino si posiziona al 6° posto, tallonata da Bergamo al 7° e Verona 8°. Seguono, come già accennato, Venezia al 9° posto e Milano al 10°.

Mentre il Nord Est risulta così protagonista nell’utilizzo del fotovoltaico, altre zone come ad esempio  Piemonte, Sicilia e Liguria presentano ancora ampi margini di miglioramento. Le aree a maggior potenziale (inespresso) di adozione del fotovoltaico sono state individuate analizzando la percentuale di edifici privi di impianti solari sul totale di quelli a 1,2,3 e 4 piani, ovvero di quelli che hanno facilmente l’ opportunità di installare un impianto fotovoltaico. I dati sono stati rilevati da un analisi puntuale degli immobili censiti al catasto urbano.

Oltre alle tre regioni già citate, la top 10 di quelle con più ampi margini di miglioramento include Campania, Molise, Calabria, Sardegna, Lazio, Abruzzo, Toscana e Puglia. Nonostante la palma di provincia più solare sia andata a Roma, la regione Lazio sconta infatti una limitata adozione nelle altre province, soprattutto, a Frosinone.

CLASSIFICA DELLE 10 PROVINCE ITALIANE CON MAGGIORE POTENZIALE FOTOVOLTAICO

CLASSIFICA
PROVINCIA
TASSO DI ADOZIONE POTENZIALE (edifici non dotati di impianti solari sul totale degli edifici disponibili)
1 Verbano Cusio Ossola 97,45%
2 Palermo 97,25%
3 Genova 97,10%
4 Napoli 97,05%
5 Imperia 96,85%
6 Reggio di Calabria 96,84%
7 Isernia 96,82%
8 Crotone 96,78%
9 Enna 96,67%
10 Sassari 96,51%

 

Di seguito è riportata una tabella completa contenente il numero di impianti totali installati in Italia a giugno 2021 e il tasso potenziale di tutte le province.

CLASSIFICA COMPLETA DELLE PROVINCE  

CLASSIFICA REGIONE PROVINCIA TOTALE IMPIANTI 2020 TOTALE IMPIANTI MARZO 2021 TOTALE IMPIANTI GIUGNO 2021 TASSO DI ADOZIONE POTENZIALE (edifici non dotati di impianti solari sul totale degli edifici utilizzati disponibili) POTENZA TOTALE 2021 (MegaWatt)
1 Lazio ROMA 37336 37975 38818 91,46% 490,05
2 Lombardia BRESCIA 30214 30739 31357 87,85% 516,88
3 Veneto TREVISO 30132 30666 31326 85,64% 378,92
4 Veneto PADOVA 27736 28343 29135 86,47% 378,84
5 Veneto VICENZA 24545 25002 25577 88,20% 334,77
6 Piemonte TORINO 23679 24048 24533 93,61% 464, 52
7 Lombardia BERGAMO 21074 21531 22132 89,06% 348,61
8 Veneto VERONA 21039 21495 22063 88,52% 412,76
9 Lombardia MILANO 20182 20629 21142 92,44% 371,53
10 Veneto VENEZIA 20161 20638 21315 88,19% 217,76
11 Friuli Venezia Giulia UDINE 19524 19737 20027 88,43% 317, 48
12 Trentino Alto Adige TRENTO 17923 18104 18348 86,90% 197,5
13 Emilia Romagna BOLOGNA 17813 18177 18501 87,00% 368,32
14 Puglia LECCE 17224 17354 17689 94,92% 705,06
15 Emilia Romagna MODENA 17151 17426 17782 86,95% 290,34
16 Umbria PERUGIA 16735 16958 17180 89,99% 365,64
17 Puglia BARI 15217 15566 15964 91,94% 516,98
18 Piemonte CUNEO 14930 15159 15410 92,30% 578,92
19 Lombardia VARESE 14871 15189 15626 91,62% 159,63
20 Emilia Romagna RAVENNA 11945 12123 12332 87,93% 400,02
21 Emilia Romagna REGGIO EMILIA 11740 11911 12188 88,88% 185,5
22 Sicilia CATANIA 11399 11557 11744 95,46% 235,32
23 Friuli Venezia Giulia PORDENONE 11091 11298 11498 88,22% 172,04
24 Sardegna SASSARI 10936 11056 11138 96,51% 243,41
25 Calabria COSENZA 10684 10795 10935 95,22% 257,94
26 Emilia Romagna FORLI’ 10446 10597 10833 88,70% 241,06
27 Marche ANCONA 9983 10108 10294 89,14% 307,33
28 Sardegna SUD SARDEGNA 9873 9955 10049 93,16% 201,53
29 Lombardia MANTOVA 9754 9923 10107 90,39% 240,95
30 Lombardia MONZA E DELLA BRIANZA 9371 9619 9909 92,00% 119,65
31 Campania NAPOLI 9347 9536 9746 97,05% 188,88
32 Lombardia COMO 9253 9476 9701 92,86% 105,95
33 Campania SALERNO 9248 9372 9578 95,89% 266,88
34 Lombardia CREMONA 9118 9294 9489 88,39% 254,96
35 Lazio LATINA 8935 9052 9237 93,30% 265, 53
36 Trentino Alto Adige BOLZANO 8862 8943 9030 90,07% 259,88
37 Campania CASERTA 8700 8811 8974 95,47% 265,51
38 Sicilia PALERMO 8352 8472 8629 97,25% 188
39 Lombardia PAVIA 8323 8456 8618 94,47% 198,12
40 Toscana FIRENZE 7776 7911 8065 94,98% 122,07
41 Emilia Romagna PARMA 7734 7887 8035 92,17% 209,59
42 Emilia Romagna FERRARA 7623 7728 7846 92,13% 205,55
43 Sardegna CAGLIARI 7492 7591 7732 90,86% 244,86
44 Toscana AREZZO 7241 7338 7436 91,53% 176,97
45 Marche PESARO E URBINO 7204 7282 7405 91,67% 259,14
46 Puglia TARANTO 7175 7285 7413 95,17% 383,39
47 Emilia Romagna RIMINI 7137 7268 7437 90,03% 100,78
48 Lazio VITERBO 7100 7167 7319 91,10% 464,27
49 Sicilia SIRACUSA 7057 7178 7308 94,51% 209,81
50 Abruzzo CHIETI 7024 7107 7197 93,85% 239,09
51 Marche MACERATA 7011 7105 7236 91,10% 317,62
52 Sardegna NUORO 6949 6996 7066 91,78% 139,25
53 Piemonte ALESSANDRIA 6811 6903 6989 95,19% 274,47
54 Toscana PISA 6767 6889 7047 92,56% 104,16
55 Piemonte NOVARA 6748 6866 7017 92,35% 107,99
56 Sicilia MESSINA 6656 6747 6868 96,82% 69,52
57 Sicilia AGRIGENTO 6634 6710 6818 96,17% 229,45
58 Sicilia TRAPANI 6616 6688 6801 96,28% 156,73
59 Sicilia RAGUSA 6532 6649 6790 94,95% 221,94
60 Toscana LUCCA 6280 6385 6548 95,64% 72,43
61 Lazio FROSINONE 6214 6304 6409 96,11% 185,82
62 Puglia BRINDISI 6098 6166 6277 95,64% 502,1
63 Abruzzo TERAMO 6094 6186 6301 92,01% 253,16
64 Calabria CATANZARO 6026 6093 6174 94,85% 141,95
65 Calabria REGGIO DI CALABRIA 5979 6055 6194 96,84% 77,43
66 Basilicata POTENZA 5957 6014 6070 95,19% 192,56
67 Emilia Romagna PIACENZA 5930 6017 6132 92,75% 194,06
68 Puglia FOGGIA 5783 5854 5938 95,59% 623,17
69 Campania AVELLINO 5556 5613 5721 95,84% 90,59
70 Abruzzo L’AQUILA 5246 5311 5396 95,83% 172,99
71 Veneto BELLUNO 5066 5134 5205 93,48% 52,35
72 Veneto ROVIGO 4932 5017 5100 93,52% 328,66
73 Piemonte ASTI 4862 4906 4973 93,53% 93,22
74 Lombardia LECCO 4803 4918 5024 92,82% 58,05
75 Sardegna ORISTANO 4429 4459 4510 94,17% 141,56
76 Friuli Venezia Giulia GORIZIA 4425 4480 4539 86,90% 43,51
77 Campania BENEVENTO 4344 4388 4453 95,11% 69,66
78 Lombardia LODI 4291 4389 4493 88,86% 131
79 Toscana LIVORNO 4260 4320 4383 92,54% 79,95
80 Lombardia SONDRIO 4170 4235 4294 94,40% 55,42
81 Abruzzo PESCARA 4134 4205 4282 93,70% 95,38
82 Sicilia CALTANISSETTA 4102 4148 4203 95,90% 98,32
83 Umbria TERNI 4061 4100 4161 92,61% 137,53
84 Toscana PISTOIA 3772 3816 3887 94,96% 45,14
85 Toscana GROSSETO 3736 3800 3862 93,39% 86,67
86 Marche ASCOLI PICENO 3610 3643 3721 91,52% 123,49
87 Toscana SIENA 3524 3577 3637 93,94% 77,83
88 Molise CAMPOBASSO 3263 3328 3359 95,83% 137,35
89 Piemonte BIELLA 3186 3220 3262 94,71% 95,21
90 Liguria GENOVA 3140 3174 3222 97,10% 30,68
91 Piemonte VERCELLI 3134 3169 3211 94,28% 92,35
92 Marche FERMO 3130 3178 3223 92,40% 111,4
93 Lazio RIETI 3114 3152 3192 95,56% 28,53
94 Basilicata MATERA 2929 2972 3032 93,89% 187,71
95 Toscana MASSA CARRARA 2908 2928 2957 95,58% 25,1
96 Puglia BARLETTA-ANDRIA-TRANI 2750 2800 2846 95,38% 176,8
97 Liguria SAVONA 2692 2730 2777 95,93% 33,94
98 Calabria VIBO VALENTIA 2664 2686 2724 96,18% 42,71
99 Valle d’Aosta AOSTA 2586 2615 2650 94,84% 25,43
100 Sicilia ENNA 2465 2491 2516 96,67% 77,07
101 Liguria LA SPEZIA 2347 2394 2440 95,51% 25,28
102 Toscana PRATO 2334 2355 2384 95,27% 82,3
103 Friuli Venezia Giulia TRIESTE 2105 2148 2200 93,86% 30,53
104 Calabria CROTONE 2021 2046 2097 96,78% 37,79
105 Liguria IMPERIA 1939 1974 2020 96,85% 29,75
106 Piemonte VERBANO-CUSIO-OSSOLA 1633 1671 1711 97,45% 18,99
107 Molise ISERNIA 1204 1211 1222 96,82% 41,33

Transizione elettrica: contributi pubblici e desertificazione industriale. Greta lo sa?

A cura di linea Italia piemonte.it

Il processo di elettrificazione è ben più complesso e ha dei costi ben maggiori rispetto a quanto viene presentato. E c’ è sempre un comun denominatore: i soldi che per avviare il tutto deve tirar fuori lo Stato. Ovvero i contribuenti. Forse Greta non lo sa.
Leggi l’articolo:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/11/02/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/transizione-elettrica-contributi-pubblici-e-desertificazione-industriale-greta-lo-sa-di-marco-cor.html

 

 

 

Tutela delle acque, dal Consiglio Regionale il via libera al Piano

Il presidente della Regione Cirio e l’assessore all’Ambiente Marnati: “L’approvazione del Piano dimostra l’attenzione di questa amministrazione regionale per i temi ambientali, nello specifico per la risorsa più preziosa che abbiamo”

La Regione Piemonte ha un “nuovo” Piano di tutela delle acque: l’approvazione oggi in Consiglio regionale dopo un lungo percorso.

“L’approvazione del piano tutela delle acque – commentano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – dimostra l’attenzione di questa amministrazione regionale per i temi ambientali, nello specifico per la risorsa più preziosa che esista. Con questo piano diminuirà l’inquinamento diffuso nei fiumi, si contrasteranno gli effetti dei cambiamenti climatici come la siccità e gli eventi alluvionali, si tutelerà l’acqua per il consumo umano”.

“Un piano in linea con tutto quanto si sta discutendo nel mondo sull’ambiente, che va a rinnovarne uno datato al 2007 e dunque non aggiornato rispetto alla situazione attuale alla luce dei cambiamenti climatici – aggiunge l’assessore Marnati – Un piano che si propone di costituire un punto fondamentale di miglioramento non solo della qualità di tutte le acque piemontesi, quelle che vediamo e quelle che non vediamo, ma sulla qualità delle condizioni di vita per ogni cittadino nella nostra regione, sia pure in tempi difficilissimi e di cambiamenti epocali”.

“Un’importante e fondamentale risposta dunque – conclude l’assessore – all’esigenza contingente per migliorare la qualità delle nostre acque, consapevoli che lo dobbiamo alle presenti, ma soprattutto, alle future generazioni”.

Tra le azioni individuate nel Piano quella, ad esempio, per ridurre l’inquinamento diffuso da nitrati e prodotti fitosanitari, o ancora estendere la tutela delle falde e delle aree di elevata protezione, promuovere la realizzazione di nuove infrastrutture verdi e fare interventi integrati di riqualificazione fluviale e di mitigazione del rischio. Senza dimenticare di differenziare le fonti di approvvigionamento idropotabile, attuare progressivamente il riequilibrio del bilancio idrico e individuare le strategie per una miglior gestione della risorsa. Non da ultimo perseguire gli obiettivi per incoraggiare comportamenti virtuosi e le buone pratiche.

Interamente approntato dagli uffici tecnici regionali, è stato sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, e dunque le sue linee strategiche di azione per la tutela delle acque sono state condivise con i portatori di interesse pubblici e privati.

 

Ecomondo, successo per lo stand di Marazzato

La storica azienda italiana leader nelle bonifiche ambientali, gestione rifiuti e soluzioni per il pianeta ha riscosso importanti consensi alla Fiera riminese dell’economia circolare.

Successo di pubblico allo stand di ‘Marazzato’ all’edizione 2021 di ‘Ecomondo’, prossimo al 70° compleanno di una felice storia familiare e industriale insieme iniziata nel lontano 1952.

Uno spazio completamente rinnovato ha salutato in maniera benaugurante la presenza dell’azienda ambientale piemontese, che ha potuto contare su un’ampia affluenza di pubblico specializzato e visitatori.

L’impresa fondata nel Dopoguerra da Lucillo Marazzato, oggi un Gruppo con oltre 250 dipendenti diretti, più di 200 mezzi d’opera costantemente rinnovati (la maggior parte tutti Euro 6) e 8 filiali dislocate nel Nord-Ovest, recentemente insignita per il secondo anno consecutivo da Deloitte del ‘Best ManagedCompany’ e del ‘Premio Industria Felix’ per la solidità e l’efficacia gestionale maturata nel tempo, con all’attivo una rodata partnership su più fronti con il Politecnico di Torino, ha presentato per l’occasione importanti novità.

A cominciare dai traguardi raggiunti dal proprio ‘Centro Ricerca & Sviluppo’ sito presso l’impianto di ‘Azzurra Srl’, Società del ‘Gruppo Marazzato, passando per le novità in materia di innovazione e digitalizzazione, che il Gruppo sta portando avanti in un percorso strutturato, fino ad arrivare all’introduzione dell’efficace tecnologia Blockchain applicata al settore rifiuti.

Spazio in Fiera anche alla partnership con ‘Rete Demetra’, ilnetwork di imprese ambientali italiane nato ad Asti nel 2020 in piena pandemia dall’unione di sette player affermati del settore.

Siamo soddisfatti del percorso sin qui compiuto”, dichiarano i Fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida dell’impresa di famiglia. “La vetrina di ‘Ecomondo’ rappresenta sempre un punto d’incontro e un volano produttivo per instaurare relazioni ottimali con fornitori, clienti e addetti ai lavori, specie in un momento di cambiamento globale come quello in corso in tema di economia circolare”, chiosano i Vertici dell’impresa con sede a Borgo Vercelli.

Celeste Impero e cieli azzurri

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

 

La ventiseiesima Conferenza delle parti (Conference Of Parties, COP26) che hanno aderito alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici, trattato nel cui ambito è stato siglato l’Accordo di Parigi ha iniziato domenica i suoi lavori a Glasgow, in Scozia.

 

Si tratterà di trovare un accordo tra i principali Paesi per ridurre l’inquinamento ed arrestare il trend in corso (di fatto dalla rivoluzione industriale del diciannovesimo secolo) al surriscaldamento del pianeta.

 

L’obiettivo esigerà una azione decisa su più versanti: dalla riduzione dell’utilizzo del carbone all’arresto della deforestazione, dall’utilizzo di veicoli elettrici al massiccio investimento nelle risorse energetiche rinnovabili.

 

Durante gli incontri preparatori durante il G20 di Roma non si sono fatti sostanziali passi avanti al di là dell’accordo a non finanziare i progetti di produzione energetica basati sul carbone al di fuori dei propri confini (ma non all’interno, come fatto recentemente dalla Cina).

 

Cruciale sarà il ruolo dei Paesi emergenti che contribuiscono ai due terzi delle emissioni di CO2 e che necessiteranno dell’aiuto economico dei Paesi più industrializzati.

 

La sola Cina si stima che sia il principale responsabile, con il 28% del totale, della produzione di anidride carbonica, pur essendo solo al tredicesimo posto nelle emissioni pro-capite.

 

Il Paese più popoloso del mondo ha aderito alla richiesta di procedere alla riduzione delle sostanze inquinanti ma la data della “neutralità” (“net zero emissions”) che ha fornito, ”entro  il 2060”, è lontana da quella proposta dagli altri Paesi (il 2050).

 

L’impressione è che l’attenzione della leadership cinese sia in questo momento rivolta più ad un consolidamento politico interno che a perseguire un impegno deciso sul fronte del riscaldamento globale (rinunciando ad una fonte energetica ancora fondamentale per il paese asiatico come il carbone).

 

Il 7 novembre inizierà, infatti, l’assemblea plenaria del Comitato Centrale Cinese ed avrà come piatto forte una nuova “Risoluzione sulla storia”.

 

Si tratterà della terza “risoluzione” in cent’anni di storia del gigante asiatico e precederà di un anno esatto la terza riconferma di Xi Jinping a capo del Partito, nel 2022.

 

Le “risoluzioni” hanno sempre caratterizzato in Cina dei momenti di snodo, storicamente rilevanti, e sono state utilizzate per rafforzare la leadership al governo e per porre fine alle lotte di potere al vertice della politica cinese.

 

La prima venne elaborata da Mao Zedong nel 1945, per affermare la sua leadership unica sul partito e sbarazzarsi senza tanti scrupoli dei suoi rivali interni, e la seconda da Deng Xiao Ping nel 1981, con l’ammissione degli errori della Rivoluzione culturale, l’adozione di una politica di apertura, senza rinnegare il pensiero del “Grande timoniere”, e l’introduzione di un’economia di mercato (al fianco di quella governata dallo Stato).

La risoluzione che verrà discussa la prossima settimana non potrà che riaffermare l’importanza di Xi Ping e della politica della “Prosperità comune”  (della quale ho parlato nell’articolo: https://iltorinese.it/2021/10/19/prosperita-e-carbone/) nella storia del Paese.

 

L’obiettivo finale, più volte dichiarato, è quello di costruire entro il 2049, il centesimo anniversario della Cina Moderna, un grande e moderno Paese socialista capace di inaugurare una nuova fase del “socialismo con caratteristiche cinesi”.

 

Anche in questa occasione la pianificazione sui tempi lunghi rimane una delle caratteristiche della Cina e non a caso un suo celebre detto recita: “ci vuole un decennio per coltivare gli alberi, ma un secolo per coltivare gli esseri umani”.

 

E’ molto forte, quindi, la sensazione che gli interessi del Celeste impero saranno, almeno per il momento, posti di fronte a quelli, globali, di avere cieli più azzurri ed una crescita più sostenibile.

 

Sperando ardentemente di essere smentito, consiglio di seguire con attenzione gli sviluppi della politica cinese cercando di individuarne le evoluzioni ed i mutamenti, qualche volta lenti e quasi impercettibili.

 

D’altronde, come diceva Confucio, non importa quanto lentamente vai finché non ti fermi.

 

Nel frattempo saranno i Paesi occidentali che dovranno guidare il cambiamento e mantenere viva la speranza di un mondo migliore.

 

Eppur si muove…