AMBIENTE- Pagina 24

Misure antismog: prosegue il livello 0 (bianco)

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Fino a mercoledì 24 gennaio in vigore le sole misure strutturali

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti  da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a mercoledì 24 gennaio 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaam

Piemonte, 65.497 chilogrammi di plastica e rifiuti rimossi

Un “bottino” di 779.076 chilogrammi di plastica e rifiuti rimossi da spiagge, parchi e aree pubbliche cittadine, frutto di ben 2.139 appuntamenti di pulizia ambientale organizzati in tutta Italia nel corso del 2023. È il risultato straordinario raggiunto dall’onda blu dei volontari di Plastic Free Onlus, l’organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica che può contare su più di mille referenti sul territorio nazionale. In Piemonte, si sono tenute 93 giornate di raccolta con la rimozione di 65.497 chilogrammi di plastica e rifiuti. A ciò si aggiungono le sensibilizzazioni soprattutto verso le nuove generazioni. Grazie a 1.029 incontri, di cui 45 in regione, tenuti durante l’anno negli istituti scolastici italiani, infatti, si è riusciti a raggiungere 89.116 studenti con interventi personalizzati per fasce d’età per illustrare l’importanza di amare il Pianeta non inquinando, di effettuare una corretta raccolta differenziata e di come scelte alternative alla plastica possano farci prevenire ulteriori disastri ambientali.

 

“Siamo orgogliosi dei traguardi ottenuti nel 2023 – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – In pochi anni di vita, la nostra organizzazione ha coinvolto oltre 250mila volontari, siglando 280 protocolli d’intesa con le Amministrazioni locali per intensificare le attività sul territorio e premiando 69 Comuni con il riconoscimento ‘Plastic Free’. In Piemonte i protocolli d’intesa firmati sono 13 mentre i Comuni premiati due: Cuneo e Piossasco. Ben 51 città, nel corso del 2023, hanno emanato ordinanze per vietare il rilascio deliberato in volo dei palloncini e delle lanterne. Con il prezioso supporto di aziende e di donazioni liberali – prosegue – abbiamo, inoltre, trasformato numerose scuole in luoghi plastic free attraverso l’installazione di depuratori d’acqua così da permettere ad ogni studente di riempire gratuitamente la propria borraccia, evitando l’acquisto di bottigliette di plastica. Abbiamo, poi, salvato da morte certa 37 tartarughe nel 2023, accompagnandone alla nascita 1.911, e siamo riusciti a sensibilizzare gli italiani su quanto sia determinante un impegno e un’attenzione costante oggi per permetterci di avere ancora un Pianeta domani. Invito tutti i cittadini armati di buona volontà – conclude De Gaetano (Plastic Free) – ad avvicinarsi alla nostra grande famiglia per rendere l’Italia ancor più bella e pulita nel 2024″.

Coldiretti Piemonte: il 2023 è stato l’anno più bollente di sempre

Secondo la Coldiretti Piemonte l’anno 2023 risulta il più bollente di sempre e, di fronte ai cambiamenti climatici, serve una programmazione per non agire solo in emergenza.

Il 2023 si classifica ufficialmente come l’anno più bollente mai registrato prima in Italia, con una temperatura media superiore a 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.

Questo quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isaac Cnr che rileva le  temperature dal 1800. L’anomalia climatica è  stata maggiore e più  evidente nel Nord italia, dove la temperatura è  stata superiore di 1,21 gradi la media. Cambia, dunque, la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli, che si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine, dopo il 2023, il 2022, il 2018, il 2014, il 2019 e il 2020, secondo le elaborazioni di Coldiretti.

L’anno più caldo di sempre è  stato accompagnato in Italia da una media di oltre nove eventi estremi al giorno lungo la penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore, freddo con gelate improvvise e tempeste di vento con ricadute pesanti negative soprattutto  sull’agricoltura.

“Siamo di fronte – spiega la presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa, delegato confederale  – a una evidente tendenza alla tropicizzazione con l’aumento delle temperature che è  accompagnato in Italia da una più elevatafrequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ma intense, con il rapido passaggio dal caldo al maltempo.

L’agricoltura è  l’attività  economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è  anche il settore più impegnato per contrastarli. Proprio questi cambiamenti impongono una nuova sfida per le nostre imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.  Si tratta di un obiettivo che richiede un impegno da parte delle istituzioni per accompagnare l’applicazione dell’innovazione in agricoltura e per mettere in atto investimenti volti  alla manutenzione, al risparmio, al recupero e alla regimentazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno. Motivo per cui abbiamo chiesto alla regione Piemonte di riunire un tavolo permanente di crisi per la gestione del tema acqua. Non si può prescindere dalla programmazione e progettazione,  per non agire sempre in stato di emergenza”.

Gli allevamenti e la qualità dell’aria

Sono confermate le presenze del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e del presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini al convegno formativo “Gli allevamenti e la qualità dell’aria” in programma a Torino venerdì 19 gennaio dalle 9.30 alle 13.00 presso il Foyer del Toro del Teatro Regio.

 

Il convegno è organizzato da Coldiretti Torino con i Dipartimenti di Scienze agrarie e Scienze veterinarie dell’Università di Torino ed è accreditato per i crediti formativi dell’Ordine dei Giornalisti.

Grazie ai contributi del mondo scientifico, lo scopo del convegno è riportare il fenomeno delle emissioni degli allevamenti e delle concimazioni in agricoltura nella sua reale portata.

Proprio nei giorni dell’ennesima limitazione della viabilità urbana a causa del peggioramento della qualità dell’aria e di fronte all’accusa agli allevamenti e alle pratiche agricole di essere le più importanti cause delle polveri sottili in Piemonte, ci pare importante approfondire il ruolo reale del settore primario (che produce il nostro cibo) nella generazione delle polveri sottili e ricordare le limitazioni a cui sarà sempre più sottoposta l’agricoltura.

Ma un altro scopo è anche quello di indagare l’importanza ambientale (più generale) del rapporto tra animali allevati e nicchie ecologiche e il rapporto tra la concimazione naturale animale e la rigenerazione dei terreni e per garantire le produzione vegetale negli anni in cui si cerca di aumentare la quota di concimazione organica per diminuire la quota di concimazione chimica.

Oltre all’intervento del ministro Gilberto Pichetto Fratin, che parlerà delle politiche nazionali per migliorare la qualità dell’aria, e all’intervento del presidente Ettore Prandini, che illustrerà le proposte di Coldiretti, sono previste le relazioni di Secondo BarberoDirettore Generale ARPA Piemonte; Davide Biagini, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino; Laura Zavattaro, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino; Giampiero Lombardi, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di TorinoElio Dinuccio, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino.

30 nuovi minibus elettrici nella flotta di GTT

La flotta GTT si arricchirà a breve di nuovi veicoli elettrici di piccole dimensioni, che saranno utilizzati per realizzare quanto previsto dal piano Nuovo Trasporto Torino in relazione alla riprogettazione delle linee STAR nel centro cittadino.

L’azienda ha infatti aggiudicato la gara per l’acquisto dei veicoli che prevede un primo lotto di 22 mezzi e la possibilità di acquistarne altri 8. L’aggiudicazione è stata possibile grazie alle risorse del PNRR assegnate alla Città di Torino.

 

La fornitura è stata vinta da INDCAR, azienda leader nel settore dei minibus in Europa, con sede in Spagna.
Il modello scelto è elettrico e-B6, un minibus di 6 metri. Si tratta di un prodotto con oltre 200 chilometri di autonomia in grado di trasportare fino a 33 passeggeri, molto compatto e con una grande manovrabilità, vista la necessità di transitare nelle strade del centro storico.
Nel mese di dicembre 2023, il minibus elettrico ha effettuato test reali nella città di Torino con il team tecnico di INDCAR, sui percorsi definiti dalla GTT per valutare le prestazioni del veicolo nelle zone più complicate o di difficile accesso.
“Il progetto di transizione ecologica di GTT vuole essere completo e toccare tutte le tipologie di servizio. Per questo, alla grande fornitura di bus standard, normali e articolati, abbiamo affiancato l’acquisto di veicoli di piccole dimensioni, adatti a servire una zona cruciale come il centro storico e a gestire il nuovo progetto di linee Star per rendere il centro cittadino raggiungibile con il mezzo pubblico, in modo capillare e con veicoli ad impatto zero” spiega Serena Lancione, Amministratore Delegato di GTT.
L’e-B6 si presenta come un’alternativa sostenibile nel trasporto pubblico urbano progettato per brevi tragitti dal centro della città, “Lavoriamo per offrire sempre soluzioni innovative e sostenibili, e con l’e-B6 contribuiamo nel segmento dei minibus di meno di 6 metri per la decarbonizzazione delle città, come è in questo momento, Torino, e speriamo che possano essere anche molte altre località, dichiara Gaël Queralt, CEO di INDCAR. “Siamo molto orgogliosi di essere stati selezionati da GTT per la fornitura di questi 30 minibus”, aggiunge il manager.
La consegna del primo lotto di contratto con GTT a Torino sarà di 10 unità e avverrà alla fine del 2024 e il resto di 12 unità sarà all’inizio del 2025.

 

Semaforo antismog: da sabato 13 gennaio si passa a livello 1 (Arancio)

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 si prolungherà alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.
Stessa regola anche per i veicoli adibiti al trasporto merci, che vedranno il divieto di circolazione estendersi ai diesel con omologazione Euro 3 ed Euro 4 su tutti i giorni (festivi compresi), sempre con orario 8-19.Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”, in quanto comunque soggetti alle limitazioni temporanee della circolazione veicolare conseguenti alle previsioni di perdurante accumulo degli inquinanti nell’aria.Si ricorda infine che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

“L’ultima ape”, le emergenze ambientali

 

A Collegno,  “Barricalla” presenta il cortometraggio animato di “Mu film”

Lunedì 15 gennaio, ore 18

Collegno (Torino)

Obiettivo: puntare i riflettori e risvegliare gli animi, attraverso un linguaggio diretto e coinvolgente come quello cinematografico, su alcune delle più importanti urgenze ambientali del Pianeta, come la difesa delle api (“insetto sociale” straordinario indicatore biologico rispetto ad ogni forma di inquinamento dell’ambiente, oltre che al cambiamento climatico), la lotta alle ecomafie (un settore fra i più redditizi per la criminalità organizzata e che genera un fatturato stimato nel 2022 di 8,8 miliardi di euro), la necessità di impianti di smaltimento sicuri per tutti i rifiuti che non possano essere riciclati valorizzandoli e la scelta di stili di vita sostenibili, più attenti al proprio e all’altrui benessere come all’integrità del paesaggio. Sono temi su cui manca un’informazione organica (troppo spesso affidata all’iniziativa di singole realtà) e dunque temi decisamente importanti e di assoluta attualità, su cui “Barricalla” – il principale impianto di smaltimento in Italia, per rifiuti pericolosi e non, sito a Collegno su una superficie di circa 150mila metri quadrati – invita ad un’attenta riflessione attraverso “L’ultima ape”, il cortometraggio animato prodotto dalla stessa Società pubblico-privata collegnese, realizzato dallo Studio torinese “Mu film” di Andrea Deaglio e interamente disegnato a mano da Monica Torasso, con l’animazione in “frame by frame” di Yalmar Destefanis e le musiche di Niccolò Bosio.

 

L’appuntamento è per il prossimo lunedì 15 gennaio, ore 18, in corso Pastrengo 51, a Collegno, presso la “Lavanderia a vapore”, ottocentesca, ristrutturata Lavanderia dell’ex – Ospedale Psichiatrico, oggi “Centro culturale” rivolto in particolare a danza e teatro, ma non solo. Il cortometraggio ha, quale protagonista, un’ape (l’ultima sopravvissuta?) che, in un mondo ormai sotto scacco dell’inquinamento, ritrova la sua casa in un luogo sicuro, inaspettato e sorprendente: una discarica di rifiuti speciali, qual è “Barricalla”, che ormai da anni dedica un’area del suo impianto proprio alle api, la cui estinzione comporterebbe danni irreparabili all’agricoltura, se si stima che l’80% delle piante produttrici di cibo dipende proprio da questi insetti.

Sottolinea, in proposito, Alessandro Battaglino, consigliere delegato di “Barricalla”: “Quando si parla di rifiuti si parte da una posizione svantaggiata perché la parola stessa indica repulsione, fastidio, allontanamento. Dal momento che le parole e i linguaggi sono importanti noi abbiamo scelto di raccontare il mondo dei rifiuti e delle discariche in modo diretto ma non banale, facile ma non semplicistico. Abbiamo scelto gli occhi di un’ape e il tratto del disegno perché tutti, grandi e piccoli, possano avvicinarsi a un mondo che è essenziale per il nostro vivere quotidiano. Nel racconto del cortometraggio ci siamo fatti accompagnare da un’ape che è l’animale che meglio ci rappresenta: non solo perché dal 2006 ospitiamo tre arnie di api che bottinano i pollini dei fiori del nostro impianto ma perché siamo certi, come diceva Marco Aurelio che ciò che non giova all’alveare non giova neppure all’ape, ossia quello che non giova a tutto il territorio non giova nemmeno a noi”.

Alla proiezione presenzieranno anche Sonia Cambursano, consigliere delegata della “Città Metropolitana”, Chiara Foglietta, assessora all’Ambiente della Città di Torino e Mauro Anetrini, presidente di “Barricalla Spa”. A seguire l’intervento del critico cinematografico Sergio Toffetti, la presentazione del produttore Andrea Deaglio e dell’illustratrice Monica Torasso. Coordinatore Alessandro Battaglino, consigliere delegato di “Barricalla”.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Prenotazioni al link https://bit.ly/Barricalla

g.m.

Nelle foto: alcuni frames de “L’ultima ape”

Cambiamenti climatici in Val di Susa: l’Arca di Almese

Dal 15 al 23 gennaio con una mostra e una conferenza 

 

Nell’ambito del progetto ARCA, il teatro Magnetto di Almese ospiterà dal 15 al 23 gennaio una mostra dedicata al tema ambientale, con una particolare attenzione alla questione idrica. Giovedì 18 gennaio il geologo Giovanni Boschis racconterà il cambiamento climatico in Valle di Susa, dandoci una consapevolezza nuova per arginare i danni di maggiore entità e farci conoscere la memoria dei secoli passati. Anche sotto Natale il clima non ha smentito la condizione di emergenza  ambientale in cui ci troviamo, con raffiche di vento che hanno provocato numerosi e ingenti danni, arrivando a superare i 220 km/h sulla Sacra di San Michele; il territorio almesino e la Valle di Susa sono stati nuovamente colpiti da un clima decisamente anomalo.

Anche se questa volta il pericolo non è stato rappresentato dall’acqua, di fronte a queste calamità climatiche si inseriscono le iniziative con cui il progetto ARCA animerà le prossime settimane: un progetto importante con cui, nel 2022, il Comune di Almese ha vinto il bando “Mutamenti-Idee e azioni per il clima che cambia” promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti necessari per la progettazione delle misure di adattamento che riguardano l’assetto idrogeologico del territorio comunale. Nell’ambito di questo progetto, il foyer del teatro Magnetto ospiterà dal 15 al 23 gennaio una mostra data in prestito dal MUSE di Trento: “Natura in movimento” è il titolo, e racconta come studi e innovazione possano anticipare e prevenire rischi idrogeologici, preparando le comunità ad alluvioni e calamità idriche.

Durante questa esposizione, interverrà il professore universitario e geologo Gianni Boschis con due conferenze: il 17 gennaio si rivolgerà alle classi terze della scuola secondaria di primo grado, raccontando i vari aspetti dell’acqua vista come memoria preziosa; il 18 gennaio, alle 21:00, il teatro Magnetto ospiterà una conferenza aperta a tutti sulla storia idrogeologica della Valle di Susa, modellata nei millenni da acque e ghiacciai.

“La mostra e le due conferenze – afferma il Vicesindaco di Almese Andrea Cavaliere – sono volte a sensibilizzare la popolazione di fronte ai rischi idrogeologici, perché solo la presa di coscienza dell’emergenza ambientale può portare alla definizione di strategie efficaci e concrete. Il progetto ARCA vuole essere uno strumento per fronteggiare i rischi idrogeologici attraverso azioni di sensibilizzazione e azioni concrete, quali la realizzazione della pavimentazione drenante, come dimostrano i molti parcheggi pubblici di Almese, che abbiamo terminato proprio pochi mesi fa nell’ambito di questo progetto.

 

Mara Martellotta

Il Museo della Montagna di Torino fa 150 … e guarda al “nuovo futuro”

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Innovazione, inclusione, ecologia e trasformazione digitale: i buoni propositi per il 2024

Riavvolgiamo ben bene il nastro del tempo. Era il 9 agosto del 1874, una domenica, quando sul Monte dei Cappuccini di Torino si inaugurava, in accordo e su proposta della locale Sezione del “CAI”, la “Vedetta Alpina”, una piccola “edicola” dotata di cannocchiale attraverso cui osservare 450 chilometri dell’arco alpino. Era l’inizio di una lunga, gloriosa storia, durante la quale, negli anni, la piccola “Vedetta” si arricchì via via di sempre nuove collezioni dando vita al primo nucleo museale, progressivamente ampliatosi nel tempo. Fino ad arrivare all’attuale “Museo Nazionale della Montagna”, titolato dal “CAI” al suo presidente onorario Luigi Amedeo di Savoia – Aosta (il “Duca degli Abruzzi”, terzogenito di Amedeo d’Aosta e nipote di Vittorio Emanuele II, internazionalmente considerato fra i più grandi protagonisti dell’alpinismo europeo e fra i precursori delle sfide estreme alle vette extraeuropee) e oggi “polo culturale” di altissimo prestigio a livello internazionale dedicato alla montagna e articolato in tre strutture separate ma complementari, rivolte alle esposizioni temporanee e permanenti, alla documentazione e agli incontri. Da quel lontano agosto del 1874, con quella solitaria “Vedetta Alpina” sui “Cappuccini”, tant’acqua è passata sotto i ponti. In termini di anni, ben 150! Nel 2024 il “MuseoMontagna” festeggia, infatti, il suo Centocinquantenario con un ricco palinsesto multidisciplinare incentrato sul tema del “cammino”. Del guardare in avanti, al passo coi tempi. Fra i primi obiettivi in calendario, la “trasformazione digitale”, con la realizzazione, grazie al contributo della “Fondazione Compagnia di San Paolo” dei nuovi contenuti multimediali per la visita della Collezione permanente. Parallelamente sarà condotta una nuova “campagna di digitalizzazione e schedatura” della “Fototeca” del “Centro Documentazione del Museo”, affiancata, nel prossimo mese di marzo, all’inaugurazione di una “nuova sezione permanente” dedicata al K2, in occasione del 70° anniversario della spedizione italiana che per prima ne raggiunse la vetta nel 1954, patrocinata dal “Club Alpino Italiano” e dal “Ministero della Difesa”, e i cui archivi sono conservati dal “Centro Documentazione” del Museo. Fondamentale resterà il tema della“sostenibilità ambientale” , in coerenza con l’“Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU” e con il “Programma Sostenibilità” avviato nel 2018 dal Museo subalpino, in particolare attraverso il progetto Stay with Me” e la mostra “A Walking Mountain”, che inaugurerà durante la “Torino Art Week 2024”.

Su questa linea, il “MuseoMontagna”intende affermarsi sempre più come punto di riferimento nello scenario globale legato alla cultura delle “terre alte”, ospitando lunedì 6 maggio anche  le assemblee annuali delle due “associazioni di settore” che qui hanno sede e coordinamento: l’“IAMF – International Alliance for Mountain Film”” e l’“IMMA – International Mountain Museums Alliance”.

“Sarà un anno speciale per il Museo Nazionale della Montagna di Torino – affermano il presidente Mario Montalcini e la direttrice Daniela BertaSiamo fieri di presentare un calendario ricco di novità e iniziative per rendere la nostra istituzione in grado di affrontare i grandi temi dell’attualità attraverso linguaggi contemporanei ed eredità storiche inestimabili.

Di grande interesse, anche il programma delle mostre in calendario.

Il via, con “Le ossa della terra. Primo Levi e la montagna” (dal 26 gennaio al 13 ottobre), presentata in occasione del “Giorno della Memoria 2024” e incentrata sulla figura del grande “cantore della Shoah” e sul suo intenso rapporto con la montagna.

A seguire “Stay with Me. A Whole Growing Exhibition” (fino al 31 marzo), rassegna in divenire che vedrà il coinvolgimento di figure creative, anche a livello internazionale, ed istituzioni storiche come l’“Accademia Albertina di Belle Arti”.

A partire sempre dal mese di marzo “K2. Nuova esposizione permanente nel 70° anniversario della spedizione italiana”, mentre da aprile a ottobre sarà la volta di “Alberto di Fabio. Montagne primordiali”, con una selezione di opere pittoriche e su carta dell’ artista abruzzese, alcune delle quali mai esposte.

In chiusura, un progetto artistico inedito del Collettivo “Mali Weil”, piattaforma artistica operante (fra Italia e Germania) su progetti di “estetica temporary” a tema “sostenibilità ambientale” e, dal 29 ottobre al 30 aprile 2025, la mostra di chiusura “A Walking Mountain”, che vedrà dialogare fra loro i lavori di artisti contemporanei e le Collezioni storiche del Museo sulla pratica del “cammino in montagna” e della “Walking Art”.

E non mancheranno installazioni temporanee open air sulla “Terrazza panoramica”, una ricca offerta di attività educational, collaborazioni e scambi con altri enti del territorio e internazionali, rassegne letterarie in collaborazione con la “Biblioteca Nazionale CAI” e almeno due mostre ideate e prodotte dal Museo e presentate in altre sedi: “Rock The Mountain! La montagna nell’iconografia della musica pop” presso la “Casa Alpina” di Ceresole Reale e “The Mountain Touch” al “MUSE- Museo delle Scienze di Trento”.

Per ulteriori info: “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi”, P.le Monte  dei Cappuccini 7, Torino; tel. 0116604104 o www.museomontagna.org

g.m.

Qualità dell’aria, Confagricoltura Piemonte: continua il dialogo con la Regione

Palazzo Piemonte, l’incontro con le Organizzazioni agricole organizzato dall’Assessore all’Agricoltura Protopapa e la direzione regionale 

 

Positivo l’incontro con l’Assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa che ha visto ancora una volta accolte le richieste di Confagricoltura Piemonte.

Infatti, con l’imminente applicazione delle norme e dei vincoli previsti dal nuovo Piano stralcio agricoltura per la qualità dell’aria, la Federazione regionale degli imprenditori agricoli si era rivolta direttamente al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, evidenziando le preoccupazioni degli agricoltori per le nuove misure attualmente in essere, che prevedono un impegno a carico del settore agricolo sempre più oneroso, vasto e articolato.

Plaudiamo al fatto che la Regione ha istituito, su nostro suggerimento, un tavolo tecnico di lavoro da convocare nel più breve tempo possibile per affrontare le due criticità più urgenti relative alla gestione delle coperture dei cumuli di letame e alla chiusura dei vasconi di stoccaggio dei liquami, e poi periodicamente per superare le criticità che, via via, si presenteranno, analogamente a quanto già avviene con il Comitato nitrati per l’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici. In altre parole, il tavolo, che sarà anche coadiuvato da esperti dell’Università, dovrà analizzare le numerose problematiche tecnico-gestionali e concordare protocolli o indicazioni operative omogenee per tutti i soggetti coinvolti, dalle aziende ai progettisti fino agli enti che dovranno effettuare i controlli” ha affermato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. “Da sempre riteniamo che un’azione concordata tra mondo agricolo ed ente pubblico rappresenti la migliore soluzione per tutti gli attori delle filiere e non ultimo per i cittadini”.

In conclusione Confagricoltura Piemonte ha ancora una volta rimarcato il fatto che la dotazione finanziaria riservata all’intervento SRD02 del Complemento di sviluppo rurale non sia sufficiente, chiedendo alla Regione di prevedere un incremento dei modesti fondi per il bando 2024 di prossima emanazione.