AMBIENTE- Pagina 112

Il Comune rimette a nuovo 500 panchine

Nei prossimi mesi verrà data, dal servizio Verde pubblico del Comune, particolare attenzione agli arredi nei giardini e parchi pubblici: è iniziato in questi giorni un diffuso intervento di riparazione e sostituzione di panchine nelle aree verdi della città che si protrarrà fino a maggio

Il lavoro dei tecnici si concentrerà sulle situazioni più problematiche: dalla semplice sostituzione di assi danneggiate, nel modello più diffuso a tre assi, fino alla modifica del modello di panchina, ove necessario.

I primi interventi si sono realizzati nel Parco del Valentino e nel parco Sempione ovest. Ma anche diverse panchine nel Parco della Pellerina, nelle aree verdi dei corsi Mediterraneo e Castelfidardo, nel Parco di Vittorio, nel Parco Italia 61, nel Parco Millefonti e in piazza Mattirolo saranno oggetto di cura e ripristino. Gli ulteriori spazi verdi interessati saranno indicati nel sito www.comune.torino.it/verdepubblico.

“I piccoli interventi diffusi come questo – spiega l’assessore all’Ambiente della Città di Torino, Alberto Unia – contribuiscono a far percepire l’attenzione costante della città per il suo territorio e per il suo verde. Ringrazio fin d’ora i tecnici dell’Area Verde per l’impegno profuso, pur tra mille difficoltà”.

Per ulteriori informazioni: www.comune.torino.it/verdepubblico

(mm dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Petizione per la food bag in tutti i ristoranti

Il Festival del Giornalismo Alimentare lancia una petizione su Change.org per rendere obbligatoria la food bag nei ristoranti

Ma perché un festival giornalistico promuove una campagna per rendere obbligatoria una scatola per portare a casa gli avanzi di cibo pagati?

Perché in Italia meno del 20% dei frequentatori dei ristoranti, delle fiere e delle mense richiede un contenitore per portare a casa gli avanzi di cibo che ha pagato, che, così, vanno sprecati. E perché molte ricerche di mercato dicono che i consumi di cibo fuori casa aumenteranno nel prossimo decennio.

In Francia da 4 anni è in vigore una legge che obbliga i ristoranti a consegnare il cibo avanzato dai clienti se questi lo richiedono. In Italia noi ci vergogniamo a chiederlo e il ristoratore non ce lo propone: così buttiamo via soldi e alimentiamo la piaga degli sprechi alimentari.

La petizione vuole spingere una vera proposta di legge del Parlamento per introdurre in tutta la ristorazione l’obbligo di consegnare al cliente una food bag con materiali adeguati al contatto con gli alimenti e al trasporto che mostri, stampato, un decalogo per la corretta conservazione del cibo. Il decalogo è un forte richiamo all’educazione antispreco e all’educazione alla sicurezza alimentare

L’oggetto fisico food bag – nella foto allegata quella che sarà distribuita a tutti i partecipanti al Festival del Giornalismo Alimentare, il 20 – 21 – 22 febbraio al Centro Congressi Lingotto di Torino – rappresenta di per sé un formidabile strumento di comunicazione di una buona pratica: quella di mettere da parte per un altro pranzo il cibo avanzato nel piatto. Ma anche perché la scatola della food bag si presta ad essere veicolo di informazione, in particolare per la corretta conservazione dei cibi (in questo caso dei cibi avanzati).

L’hashtag è #foodbagobbligatoria. Si può aderire su change.org/foodbag
Per iscriversi al Festival: www.festivalgiornalismoalimentare.it

Parchi da Amare, il salone del turismo green

E’ ospite della Regione Abruzzo alla Bit di Milano, Fieramilanocity, 9-11 febbraio

 

Parchi da Amare è il salone del turismo green, etico e sostenibile che si svolgerà presso il Palacongressi d’Abruzzo Pala Dean Martin di Montesilvano (PE) dal 23 al 25 ottobre. In occasione della Borsa internazionale del turismo di Milano del 9-11 febbraio Parchi da Amare sarà ospite dello stand della Regione Abruzzo a dimostrazione della sempre più stretta collaborazione tra le istituzioni locali e gli organizzatori dell’evento.

Fulvio Avataneo, Presidente dell’Associazione Italiana Agenti di Viaggio che è tra i partner di Parchi da Amare, dichiara: “Ringrazio la Regione Abruzzo che ci ha accolto con disponibilità ed entusiasmo all’interno del suo spazio espositivo alla Bit e che si è proposta di ospitare Parchi da Amare non solo nel 2020, ma anche nei prossimi due anni. Per chi come noi si occupa di turismo e vede in quello ambientale uno degli snodi per il futuro del comparto, la collaborazione diretta della regione più verde d’Europa è il segnale che stiamo andando nella giusta direzione e che solo facendo rete, anche grazie ad esperienze come Parchi da Amare, si potranno ottenere risultati apprezzabili in termini di valorizzazione dei territori passando attraverso un corretto approccio turistico all’ambiente”.

L’importanza del turismo naturalistico è tale da rappresentare oggi uno dei principali fattori di scelta del nostro Paese come meta a livello mondiale. Forti di questa consapevolezza, gli organizzatori di Parchi da Amare intendono sostenere e agevolare l’importante domanda del mercato turistico facendo incontrare le aree protette italiane – e le realtà economiche di questi territori – con i più qualificati operatori turistici. L’obiettivo è offrire una vetrina alle Regioni e promuovere, a livello nazionale e internazionale, i parchi e le aree protette di loro competenza così da facilitare i tour operator nella selezione di partner capaci di offrire servizi e prodotti in linea con le aspettative dei viaggiatori. L’Abruzzo ospita numerose aree protette e riserve naturali, oltre a 3 parchi nazionali: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La regione è dunque la location ideale per ospitare un evento come Parchi da Amare che ha come mission la condivisione e la diffusione dei valori ambientali, la promozione di un turismo slow e consapevole, il rispetto per la natura nelle sue diverse forme e la valorizzazione di quanto ad essa collegato.

La manifestazionead ingresso libero, sarà destinata non solo ai Tour Operator italiani ed esteri, agli operatori economici green e alle associazioni ambientaliste, ma anche alle famiglie e a chi ama la natura, lo sport e le attività esperienziali en plein air.  I partner di Parchi da Amare attualmente confermati sono: AIAV, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareRegione AbruzzoRete WEECUncemAnciAigae. È stata inoltre richiesta la collaborazione a Legambiente e Federparchi.

A Chieri spariscono le bottiglie usa e getta

Negli edifici comunali si regista in media un calo dell’82% “Risultato reso possibile anche grazie al gruppo #dontplasticbefantasic

IL SINDACO  SICCHIERO: “A CHIERI UNA NETTA RIDUZIONE”

In cinque mesi negli edifici comunali della Città di Chieri si è registrata una significativa riduzione del consumo delle bottigliette di plastica usa e getta, a seguito dell’installazione di quattro erogatori d’acqua. Dalle statistiche comparative dei consumi d’acqua pre e post installazione degli erogatori, risulta che nel periodo compreso tra il 4 settembre 2019 ed il 31 gennaio 2020, nella Biblioteca Civica si è registrata una riduzione del -89,46% delle bottigliette d’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; in Sala Consiliare del -87,16%; allo Sportello Unico del Comune -81,31%, infine al Comando dei Vigili la riduzione è stata del -71,14%. “Siamo molto soddisfatti, si tratta di numeri significativi che dimostrano che abbiamo ottenuto quello che ci eravamo ripromessi – commenta il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO – il primo atto assunto dalla nostra Giunta è stato la delibera che decreta l’Emergenza Climatica. Non un provvedimento meramente simbolico, di bandiera, infatti abbiamo stimolato delle ‘buone pratiche’ capaci di incidere sulle abitudini e i comportamenti dei consumatori, favorendo quel cambio di cultura e di mentalità indispensabile per un’economia e una società ecologicamente sostenibili”. Tra le iniziative assunte dall’amministrazione comunale volte alla riduzione del consumo della plastica, ricordiamo anche la conversione di tutti i distributori automatici di bevande presenti negli edifici comunali, eliminando bicchieri e bastoncini di plastica sostituiti con equivalenti compostabili. “Per disincentivare l’uso delle bottigliette PET usa e getta, non solo abbiamo installato quattro erogatori d’acqua ma, accogliendo la proposta del gruppo spontaneo di giovani #dontplasticbefantasic, abbiamo aumentato il costo delle bottigliette dei distributori, portandole ad 1 euro. In questo modo è stato possibile favorire un calo del consumo delle bottigliette che nella media si aggira intorno al -82%”. Si ricorda che a novembre il Comune di Chieri ha adottato il logo, “Chieri Green City”, che contrassegna tutte le iniziative a difesa dell’ambiente.

Smog, la Regione striglia il governo: “Non rispetta il 95% degli impegni economici”

«Abbiamo stanziato 180 milioni sul 2020 per la mobilità sostenibile e per la conversione degli impianti inquinanti e per l’agricoltura – dice l’assessore regionale – e ne aggiungeremo altri nel 2021 ma non ci lascino da soli, perché in questo casi li chiameremo in causa»

QUALITA’ ARIA, MARNATI: “SULL’AMBIENTE IL GOVERNO E’ SCADUTO”

 

«Sull’Ambiente il governo è scadutoIl 95% degli impegni economici presi dal governo con le Regioni del Bacino Padano non sono state mantenute. L’unica che abbiamo visto è quella sul monopattino. Stiamo facendo la nostra parte, ma se lasceranno il Piemonte da solo nella lotta all’inquinamento atmosferico, chiameremo direttamente in causa il governo in caso di procedura di infrazione». Dopo l’approvazione ieri a Bergamo del documento di rimodulazione dell’accordo del bacino padano, sottoscritto da Piemonte Lombardia Emilia Romagna e Veneto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati minaccia di chiamare in causa l’attuale governo nel caso in cui il Piemonte dovesse subire una procedura d’infrazione per gli sforamenti di NOX, PM10 e altre sostanze inquinanti. «Abbiamo stanziato 180 milioni sul 2020 per la mobilità sostenibile e per la conversione degli impianti inquinanti e per l’agricoltura – dice Marnati – e ne aggiungeremo altri nel 2021 ma non ci lascino da soli, perché in questo casi li chiameremo in causa».

IL DOCUMENTO APPROVATO DAL BACINO PADANO

Il documento approvato dalle quattro regioni prevede la richiesta di istituzione di un Fondo europeo per l’Ambiente e la sollecitazione presso la presidenza del consiglio dei ministri dell’attuazione delle misure del protocollo d’intesa sottoscritto il 4 giugno 2019 al «Clean Air Dialogue» che avrebbe dovuto trasferire 400 milioni di euro per anno sul Fondo per l’Ambiente entro 6 mesi alle quattro regioni.

CALDAIE A BIOMASSA LEGA E DERIVATI

Per quanto riguarda l’utilizzo di pellet e legna da riscaldamento tutti concordano nel favorire la sostituzione di impianti a biomassa legna e derivati obsoleti con l’invito «alla presidenza del consiglio dei ministri di adottare misure urgenti di carattere nazionale e l’adeguamento della disciplina in tema di incentivi e detrazioni fiscali al fine di introdurre requisiti di presentazione ambientale per gli apparecchi nuovi che dovranno essere almeno a quattro stelle».

CERTIFICAZIONE DEI COMBUSTIBILI

L’accordo prevede quindi anche l’obbligatorietà della certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomassa combustibili solidi e l’introduzione di divieti di vendita di apparecchi che non siano almeno a «quattro stelle» e di pellet di qualità certificata. (L’Italia ha la più alta concentrazione in Europa di produttori di generatori di calore a biomassa ad alte prestazioni ambientali.

MOVE IN: UN TETTO DI CHILOMETRI PER LE AUTO INQUINANTI

Il programma prevede infine l’adozione di un sistema di monitoraggio delle percorrenza sul bacino padano che consentirà di ridurre il numero di chilometri percorsi dalle auto inquinanti.

STOP AGLI EURO 4 DIESEL

Dal 1 ottobre 2020 entrerà a regime la limitazioni della circolazione delle auto diesel euro 4, come previsto dal precedente accordo.

“Coloriamo di verde Torino”

Maggiori fondi ai MEZZI PUBBLICI, per la MANUTENZIONE DELLE SCUOLE e del VERDE CITTADINO, ri-conversione e creazione di NUOVI POSTI DI LAVORO GREEN che garantiscano PARITÀ DI GENERE, una migliore GESTIONE DEI RIFIUTI

Sono questi i 6 punti che noi Verdi – Europa Verde Piemonte siamo andati a proporre per le strade del centro di Torino con l’iniziativa chiamata ” Green Thursday”. 6 PUNTI CONCRETI e REALIZZABILI dai quali partire per una conversione della città in una città sempre più a misura d’uomo.

In questi giorni l’EMERGENZA SMOG ha puntato i riflettori su un problema la cui soluzione si  sposta sempre “alla prossima volta”, ma che ora è diventata necessaria e urgente.

Noi crediamo che il BLOCCO DEL TRAFFICO sia una misura esclusivamente di facciata che ricade sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini, a cui non vengono offerte ALTERNATIVE concrete di mobilità, e che non garantisce risultati né immediati, né duraturi.

Per questo siamo andati per strada a parlare con le persone, per sentire le loro necessità e per raccontare le nostre ricette per la città.

  FINITA L’EMERGENZA NOI CONTINUEREMO AD ESSERCI !! Perché l’ ambiente deve essere al primo posto dell’agenda politica per le Comunali di Torino 2021.

C’è bisogno di agire e c’è bisogno di farlo adesso, PER UNA TORINO SEMPRE PIÙ VERDE.

Così in una nota dichiarano la Co-Portavoce Regionale dei Verdi-Europa Verde Piemonte Tiziana  Mossa e il Referente di Europa Verde Torino Antonio Fiore.

La Regione rottama i vecchi automezzi per la raccolta rifiuti

In 53 Comuni piemontesi. Arriva il porta a porta in 33 città e nel 2021 anche la tariffa puntuale. Il presidente Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati«Accordo da 1,8 milioni per abbassare le tariffe, incrementare la differenziata e migliorare la qualità dell’aria»

 

Nuovi mezzi ecologi per la raccolta dei rifiuti in 53 Comuni piemontesi: 19 fanno parte del consorzio chierese (dove risiedono circa 124.000 abitanti) e dove saranno acquistati 95 automezzi  a metano, gpl benzina e gasolio di categoria euro 6 che sostituiranno quelli vecchi e inquinanti.

A questi si aggiungeranno quelli acquistati in 33 Comuni nel Novese e Tortonese dove sarà anche completato il passaggio dalla raccolta stradale al porta a porta per circa 66.000 utenze e dove entro il 2021 arriverà anche il sistema di tariffazione puntuale.

«Con i contratti tra Regione e Consorzi approvati nell’ultima riunione di Giunta – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – mettiamo sul piatto 1,8 milioni di euro per aiutare gli enti che svolgono il servizio di raccolta rifiuti ad aumentare la percentuale di differenziata raggiungendo centinaia di edifici con contenitori separati, ma anche di aumentare il numero di utenze raggiunte dalla tariffazione puntuale e infine di rottamare i mezzi inquinanti destinati alle operazioni di raccolta, migliorando così la qualità dell’aria».

L’accordo tra Regione e consorzi comprende, infine, anche il Comune di Bagnolo dove 5000 utenze saranno raggiunte dal porta a porta. In tutto sono quindi 53 i comuni piemontesi che incrementeranno la raccolta differenziata, e rottameranno i mezzi inquinanti.

Per realizzare l’accordo di programma del Novese e Tortonese la Regione ha impegnato 776.568 euro. Per quello di Bagnolo è previsto un esborso di 238.880 euro, mentre per quanto riguarda il consorzio chierese l’investimento regionale ammonta a 856.837 euro.

I COMUNI DEL CHIERESE

I Comuni del Consorzio chierese coinvolti sono 19: Andezeno, Arignano, Baldissero T.se, Cambiano, Carmagnola, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello, Moncucco T.se, Montaldo T.se, Moriondo T.se, Pavarolo, Pecetto T.se, Pino T.se, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri, Santena.

I COMUNI DEL NOVESE E TORTONESE

I comuni coinvolti del Novese e Tortonese sono 33: Alluvioni Piovera, Alzano Scrivia, Basaluzzo, Capriata d’Orba, Carbonara Scrivia, Carezzano, Carrosio, Cassano Spinola, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelnuovo Scrivia, Fraconalto, Francavilla Bisio, Fresonara, Gavi, Guazzora, Isola Sant’Antonio, Molino dei Torti, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, Pontecurone, Pozzolo Formigaro, Predosa, Sale, Serravalle Scrivia, Spineto Scrivia, Sardigliano, Tassarolo, Tortona, Viguzzolo, Villaromagnano e Voltaggio.

Il servizio di raccolta domiciliare è stato avviato nel 2019 per 15 comuni dell’area (26.370 abitanti serviti), ed ora sarà avviato nei Comuni di Novi Ligure, Tortona, Spineto Scrivia e Gavi (60.446 abitanti) entro il 1 aprile 2020 consentendo un miglioramento della percentuale di raccolta differenziata, ma anche della qualità del materiale raccolto ed una riduzione della produzione pro capite di rifiuto indifferenziato che – a partire dal 2021 – si dovrà attestare ad un valore non superiore a 159 kg/ab all’anno secondo gli obiettivi del Piano regionale per il 2020. Negli stessi comuni è prevista l’adozione della tariffazione puntuale corrispettivo dall’anno 2021.

LA TARIFFA PUNTUALE

La raccolta è effettuata mediante contenitori individuali assegnati a ciascuna utenza, dotati di codici identificativi associati in maniera univoca all’utenza assegnataria e, per quanto riguarda i contenitori destinati alla raccolta del rifiuto indifferenziato residuale, anche di transponder passivi a bassa frequenza (tecnologia RFID) in grado di registrare i singoli svuotamenti al fine di applicare,la TARI puntuale.

Emergenza smog cronica, Torino la più inquinata. L’allarme di Legambiente

La foto scattata dal report Mal’aria sul nuovo anno e sull’ultimo decennio: Torino è la città più inquinata del decennio, Alessandria la terza. Gennaio 2020: Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso le città che hanno già registrato 18 sforamenti per il di PM10 

 

Nel 2019 sono stati  26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3). Prima Torino con 147 giornate fuorilegge (86 per il PM10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi e Pavia

Dal 2010 al 2019 il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10. Torino prima in classifica 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città

Legambiente: “Servono interventi su tutte le fonti di inquinamento a partire dal traffico in città puntando su una nuova mobilità urbana”

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntale ogni anno. A dimostrarlo i nuovi dati di Mal’aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città, che quest’anno scatta una triplice foto sul nuovo anno che si è aperto con città in codice rosso, sul 2019 e sul decennio che ci siamo lasciati alle spalle. Nelle prime tre settimane del 2020 Frosinone e Milano (19), Padova, Torino e Treviso sono i centri urbani che hanno superato per 18 giorni i limiti di PM10. Male anche Napoli (16) e Roma (15).

Un’emergenza smog che ha segnato anche il 2019, un anno critico sul fronte Mal’aria, con 54 capoluoghi di provincia hanno superato il limite previsto per le polveri sottili (PM10) o per l’ozono (O3), stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni nell’anno solare. In 26 dei 54 capoluoghi, il limite è stato superato per entrambi i parametri. Torino con 147 giorni (86 per il 10 e 61 per l’ozono) è la città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge, seguita da Lodi con 135 (55 per PM10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti). E anche il decennio 2010-2019 ci lascia in eredità un bilancio negativo con il 28% delle città monitorate da Legambiente che hanno superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10. Maglia nera a Torino, prima in classifica 7 volte su 10, con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

Un inquinamento che minaccia la salute dei cittadini e l’ambiente circostante che trova nel trasporto stradale una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane, senza dimenticare le altre sorgenti come il riscaldamento domestico, l’industria e l’agricoltura. Settori sui quali occorre intervenire in maniera sinergica. Per questo oggi l’associazione ambientalista ha lanciato anche le sue proposte: tra le azioni principali il potenziamento del trasporto pubblico locale rendendolo efficiente, capillare, a zero emissioni e riducendo così il numero di mezzi circolanti in Italia, ripensare le città in una chiave sostenibile, rendere consapevoli le persone, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sulle pubblicità spesso ingannevoli legate al mercato delle auto, eliminare i sussidi alle fonti fossili – nel 2018 parliamo di 18,8 miliardi di euro – destinando quando previsto all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare del Paese, promuovere pratiche sostenibili in agricoltura.

“L’ormai cronica emergenza smog – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – va affrontata in maniera efficace. Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi che permettono di contenere temporaneamente i danni sanitari, ma non producono effetti duraturi se non all’interno di interventi strutturali. È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura. Solo così si potrà aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica”.

“Ad oggi – aggiunge Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico – l’Accordo bacino padano, con i suoi difetti e limiti, e gli Accordi per il Miglioramento dell’Aria sottoscritti da diverse regioni, rappresentano  un primo passo verso una uniformità di azioni e misure su tutto il territorio nazionale, ma bisogna fare molto di più migliorando al tempo stesso gli accordi che ad esempio non prevedono misure rispetto a settori inquinanti come il comportato industriale e quello energetico, le aree portuali e l’agricoltura. Aree spesso attigue e integrate ai centri urbani e che richiedono misure specifiche per ridurne le emissioni. Per quanto riguarda, invece, il tanto discusso blocco del traffico, tale misura per essere veramente efficace e incidere sulla riduzione delle emissioni in città, dovrebbe essere strutturata ed ampliata progressivamente nei prossimi anni affinché diventi permanente”.

Legambiente ricorda che l’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana ed è percepita come la seconda più grande minaccia ambientale dopo il cambiamento climatico. A pagarne le conseguenze sono i cittadini. Ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo).  La Commissione europea ha messo in atto molte procedure di infrazione contro gli Stati membri – tra cui l’Italia – per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell’aria. Stati membri già alle prese con azioni legali intraprese da associazioni e gruppi di cittadini che chiedono di poter respirare aria pulita.

Bilancio 2019 PM10 e Ozono

 Tornando ai dati di Mal’aria, entrando nello specifico degli inquinati monitorati nel 2019 dalle campagne di Legambiente PM10 ti tengo d’occhio e Ozono ti tengo d’occhio, emerge come lo scorso anno per il PM10 siano state 26 le città capoluogo di provincia che hanno superato il limite giornaliero (35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi metro cubo). A guidare la classifica per le polveri sottili anche per il 2019 c’è Torino (centralina Grassi) con 86 giorni di superamento, seguita da Milano (Marche) con 72 giornate e Rovigo (centro) con 69. Seguono con 68 giorni Frosinone (scalo) e Venezia (Beccaria e Tagliamento), Alessandria (D’Annunzio) con 66 mentre Padova (Arcella) e Pavia (P.zza Minerva) si sono fermate a 65 giorni; Cremona (P.zza Cadorna) 64 e Treviso (S. Agnese) 62 chiudono la top ten del 2019. Per l’ozono troposferico, un inquinante tipicamente estivo il cui limite previsto dalla legge è di 25 giorni all’anno con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore), nel 2019 sono state ben 52 le città italiane che hanno superato il limite dei 25 giorni: Lodi e Piacenza sono in cima a questa classifica con 80 giorni di sforamento ciascuno, seguite da Lecco (73), Bergamo (72), Monza e Pavia con 65

2010/2019: Nei 10 anni di campagna di Legambiente PM10 ti tengo d’occhio su 67 città che almeno una volta sono entrate nella speciale classifica, il 28% di queste (19 città) hanno superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10. Torino in questi 10 anni è stata prima 7 volte su 10 nella “speciale” classifica, collezionando in totale 1086 giorni di inquinamento in città mentre Frosinone, che nei dieci anni appena trascorsi è stata sul podio ben 7 volte, è la sola altra città ad aver sfondato il muro dei 1.000 giorni di inquinamento. Alessandria con i suoi 896 giorni di sforamenti nel decennio si colloca al terzo posto seguita da Milano (890), Vicenza (846 giorni) e Asti (836) che superano abbondantemente gli ottocento giorni oltre i limiti. Altre otto città (Cremona, Padova, Pavia, Brescia, Monza, Venezia, Treviso e Lodi) hanno collezionato più di due anni di “giornate fuorilegge” (oltre i 730 giorni totali). Unica nota positiva il fatto che negli ultimi 10 anni (dal 2010 al 2019) si nota come nel corso degli anni ci sia stato un netto miglioramento del numero delle città oltre i limiti del PM10. Si è infatti passati dalle 62 città fuorilegge del 2010 alle 26 del 2019 con un trend più o meno costantemente in calo negli anni, ad eccezione di qualche annata particolarmente critica.

“È avvilente – commenta Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e valle d’Aosta – vedere sul podio dell’inquinamento nazionale due città piemontesi.  Così come è avvilente continuare a parlare di un’emergenza che ormai da lustri si è cronicizzata e non ha più alcun carattere emergenziale. Lo smog nel bacino padano, ed in particolare in Piemonte e a Torino, è un problema strutturale, che sappiano affrontare il tema con la giusta programmazione e convinzione. Ed in quanto tale necessita di soluzioni strutturali. Ci vogliono visione ed investimenti: è necessario implementare una mobilità diversa, nuove abitudini per l’approvvigionamento energetico, un sistema di riscaldamento meno emissivo, un’agricoltura in grado di limitare il suo impatto. Che il Green New Deal promosso dall’UE non rappresenti l’ennesima occasione persa!”

Il report Mal’aria su: https://www.legambiente.it/malaria-di-citta/

E se ci impegnassimo un po’ di più?

Ambiente: tra una protesta e l’altra chiediamoci se facciamo abbastanza

Siamo sicuri di fare il massimo? Siamo certi che il nostro impegno nei confronti dell’ambiente circostante, sia esso urbano o naturale, sia sufficiente ed autentico?

 

Forse, anzi sicuramente, è arrivato il momento di porsi queste domande, è tempo di capire, intraprendendo un dialogo onesto con sé stessi, se sia possibile andare oltre le lamentele, le recriminazioni e il rammarico, anche se legittimi, cominciando a fare qualcosa di più, di più concreto.

L’argomento è molto attuale, l’ambiente è in pericolo, il nostro pianeta non sta tanto bene, ci lancia dei segnali forti attraverso avvenimenti straordinari e disastri vari, opponendosi alla mancanza di rispetto che i suoi abitanti, tutti noi per intenderci, stanno consumando, utilizzando il metodo più comune e sfrontato:lo scarico di responsabilità, il vile non ci riguarda.

Assistendo alle diverse richieste di attenzione di ordine planetario, ai vari moniti ed esortazioni che ci arrivano da personaggi più o meno noti, consultando i social media, guardando servizi televisivi giornalieri su come il mondo si stia degradando e stia cedendo la sua bellezza e purezza ai rifiuti e all’inquinamento, quello che salta all’occhio, la percezione che probabilmente ha maggioranza delle persone è di una situazione problematica sì, ma molto lontana, sfuocata, una storia terribile e drammatica, ma ad anni luce dalla quotidianità, dal mondo reale. Invece tutto questo ci appartiene, è alla nostra portata,  il benessere, o la rovina, del nostro ecosistema comincia proprio sotto casa nostra, nel nostro quartiere, nella nostra città e in tutti quei luoghi che viviamoabitualmente: strade, parchi, fiumi, spiagge. La catastrofe comincia con un piccolo gesto innocente come buttare una sigaretta per terra, abbandonare il sacchetto dell’immondiziainspiegabilmente lontano dai cassonetti, non raccogliere i bisogni dei cani, farsi sfuggire dalle mani rifiuti di ogni tipo, magari controllando se qualcuno ci sta osservando, sbarazzarsi di bottiglievuote sui marciapiedi, contaminare giardini, effettivamente non sempre ben curati, con buste di plastica e altri rifiuti e tante altre meschine azioni che umiliano e mortificano il nostro ambiente. I nostri sconsiderati gesti quotidiani, conditi da dosi massicce di vigliaccheria e prepotenza,  procurano un enorme danno che sfortunatamente non riconosciamo,  anzi ci sembra tutto solo un insieme di immagini distanti e straniere spesso commentate, soprattutto sui più comuni social media, con frasi di stupore e indignazione come se stessimo guardando un film, un film dell’orrore.

Qualche giorno fa una signora mi ha rincorso per la strada ringraziandomi per aver raccolto le deiezioni del mio cane, un gesto che, seppur gratificante e confortante per la sua gentilezza, mi ha stupito e allo stesso tempo mi ha fatto riflettere sul fatto che un gesto dovuto e responsabile sia invece così degno di nota. Girando per questa meravigliosa città, promossa ultimamentedalla più autorevole stampa straniera, ho avuto l’occasione imbattermi in scene di civiltà estrema che al momento ci appaiono purtroppo straordinarie: cittadini molto responsabili che puliscono metri di marciapiede, cestini improvvisati per le sigarette con scritto “buttala qui”, gruppi di gente che se ne va in giro a bonificare le strade. Queste scene di sana cittadinanza sono molto incoraggianti, rappresentano quella luce dopo il tunnel che ci fa sperare e pensare che non è tutto perduto, ma ahimè non bastano. La rarità di queste nobili azioni deve diventare normalitàcon la luminosa convinzione che ogni nostra azione quotidiana di rispetto e affezione verso il nostro piccolo habitat corrisponde ad un grande gesto nei confronti il nostro pianeta.

Se la Fisica dice che “Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”, possiamo crederci senza riserve, ogni piccola azione benefica, apparentemente senza valore, può contribuire seriamente a curare il nostro ecosistema.

Maria La Barbera