AL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI MEDICINA FEMMINILE

L’allarme sulla diffusione dell’infibulazione arriva da Torino

dora palloniL’allarme sulla diffusione dell’infibulazione arriva da Torino dal secondo giorno di lavori  dell’XI Congresso dell’European college for the study of vulval disease (ECSVD), associazione che riunisce ginecologi, chirurgi, dermatologi, andrologi, infettivologi, tutti specializzati sulle patologie femminili. Sul tema delle mutilazioni genitali è intervenuto il prof. Refaat B. Karim, chirurgo plastico olandese considerato tra i massimi esperti mondiali. “E’ un grandissimo problema quello delle mutilazioni genitali femminili – dichiara il dott. Fabrizio Bogliatto, ginecologo torinese dell’ASL To4 e presidente dell’ECSVD che organizza il Congresso –  anche perché aumentano i migranti provenienti da Paesi in cui la pratica rappresenta una tradizione ancora profondamente radicata. Per quanto – prosegue –  in molti paesi le leggi prevedano il divieto, la pratica viene ancora eseguita di nascosto”. La mutilazione genitale femminile è vietata dalla legge italiana dal 2006 e rientra nelle violazioni dei diritti fondamentali all’integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine. La legge oltre a reprimere la pratica prevede inoltre apposite risorse per il finanziamento delle azioni di salvaguardia, per la formazione e per le campagne di informazione e divulgazione della cultura dei diritti umani e del diritto all’integrità della persona; infine stabiliscono linee guida destinate alle figure professionali che operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove sono effettuate queste pratiche. “Da ginecologo – rimarca Bogliatto – ritengo necessario quanto i consultori e le campagne di sensibilizzazione fanno sul territorio, ma dal punto di vista della ricostruzione chirurgica dobbiamo imparare molto dai paesi del nord Europa. Dobbiamo far sapere alla donne che è possibile l’intervento di ricostruzione – sottolinea – in termini numerici sono ancora poche le donne che ne fanno richiesta. Solo con un recupero fisico effettivo – conclude – si può superare un trauma devastante per le donne che hanno subito la mutilazione”.

(foto: il Torinese)