A PALAZZO DI GIUSTIZIA

Chiesti 8 mesi per Erri De Luca

tribunale

Secondo l’accusa, avrebbe incitato attraverso interviste giornalistiche a sabotare il cantiere della Tav

 

Otto mesi di reclusione per Erri De Luca, li ha chiesti la procura di Torino, per lo scrittore  accusato di istigazione a delinquere. Secondo l’accusa, avrebbe incitato attraverso interviste giornalistiche a sabotare il cantiere della Tav. . “Mi pare inevitabile – ha detto, come riporta l’Ansa, il pm Antonio Rinaudo – che queste parole siano dirette a incidere sull’ordine pubblico. De Luca ha peso, pregnanza, possibilità di incidere sulla volontà di altri e con la forza delle sue parole ha sicuramente incitato a commettere reati”. “Negli articoli contestati – ha aggiunto Rinaudo – si parla di molotov e De Luca non venga a dire adesso che non se ne parla. I sabotaggi si traducono quantomeno in danneggiamenti, anche se l’obiettivo è realizzare altri reati come attaccare le forze dell’ordine”. De Luca, dal canto suo, si dice stupito da una richiesta pena così esigua: “Mi sarei aspettato il massimo della pena, invece sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti dall’accusa e un’entità tanto esigua della richiesta”.

 

(Foto: il Torinese)

Spese pazze in Regione, ora tocca ai consiglieri “ripescati”

consiglio aula

Chiesta alle parti la disponibilità a tenersi liberi, anche nel periodo natalizio, in modo tale da concludere in tempi brevi, così da “agganciare” l’eventuale processo a quello degli altri consiglieri già rinviati a giudizio, a fine gennaio

 

Sno stati interrogati su loro richiesta e altri lo saranno nei prossimi giorni o presenteranno memorie difensive nel corso dell’udienza preliminare i dieci consiglieri regionali per i quali è stata disposta l’imputazione coatta con l’accusa di peculato per Rimborsopoli. L’udienza si svolge davanti al gup Daniela Rispoli, e verrà riaggiornata fino al 20 dicembre:  è stata chiesta alle parti la disponibilità a tenersi liberi, anche nel periodo natalizio, in modo tale da concludere in tempi brevi, così da “agganciare” l’eventuale processo a quello degli altri consiglieri già rinviati a giudizio, a fine gennaio. L’accusa è di avere utilizzato i rimborsi del Consiglio regionale per attività non istituzionale, principalmente per pranzi e cene. In questa tornata sono sulla graticola, tra gli altri, il segretario regionale Pd Davide Gariglio, il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna e l’assessore Monica Cerutti. Per il centrodestra sono tornati in ballo Giampiero Leo, Fabrizio Comba e Gianluca Vignale.