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WIMBY: coinvolgere le comunità locali per l’adozione dell’energia eolica in Europa

Il progetto Horizon Europe, avviato all’inizio del 2023, svilupperà strumenti innovativi per facilitare l’interazione tra cittadini e stakeholder, come la condivisione delle conoscenze, la valutazione collaborativa degli impatti, delle controversie e del potenziale di innovazione sociale delle nuove installazioni eoliche, sia onshore che offshore.

 

Il progetto WIMBY – Wind In My BackYard: Using holistic modelling tools to advance social awareness and engagement on large wind power installations in the EU – finanziato dal programma europeo HorizonEurope e avviato nel gennaio 2023, si propone disviluppare strumenti e modelli olistici per rafforzare la consapevolezza e la collaborazione di stakeholder e comunità locali nei processi di installazione di parchi eolici in Europa Nel corso dei prossimi tre anni, il Consorzio di WIMBY lavorerà per l’implementazione dell’energia eolica in quanto fonte rinnovabile, affrontando le sfide e le questioni che ne ostacolano la realizzazione, e avanzando soluzioni riguardo le barriere di carattere sociale e legale presenti.

Il progetto WIMBY mira a garantire che i nuovi parchi eolici siano progettati in modo da essere più sostenibili  e  convenienti  per le  comunità  locali tenendo  conto  delle preoccupazioni, delle preferenze e del benessere delle persone che vivono in una  determinata area. Questo aiuterà a promuovere un futuro che metta al centro l’energia rinnovabile.

Promuovere l’energia eolica attraverso il confronto e la collaborazione

Se da un lato l’energia eolica è considerata tra le soluzionipiù promettenti per la riduzione delle emissioni di carbonio e la lotta ai cambiamenti climatici, dall’altro ha incontrato la resistenza di normative restrittive e comunità locali.

Il progetto WIMBY mira a superare tali ostacolicoinvolgendo i cittadini e gli stakeholder in tutte le fasi progettuali e decisionali, ascoltando le preoccupazioni e promuovendo una comunicazione aperta e trasparente. Per raggiungere questi obiettivi, Il Consorzio ha coinvolto un team multidisciplinare di esperti che svilupperanno una serie di modelli interattivi accessibili a tutti, inclusi i nonaddetti ai lavori, al fine di consentire la partecipazione collettiva al progetto. Nello specifico, il lavoro porterà alla realizzazione di una piattaforma Web-GIS, un ambiente immersivo in 3D e un forum di discussione in grado di aiutare gli utenti a scambiarsi opinioni e prendere decisioni informate. Questi strumenti faciliteranno il coinvolgimentodiretto delle comunità locali nella pianificazione, nella realizzazione e nell’integrazione dei parchi eolici, con un’attenzione particolare al contesto sociale e ambientale

Il progetto raccoglierà i suoi dati su quattro siti pilota situati in Italia, Austria, Norvegia e Portogallo e coinvolgerà direttamente le comunità locali per identificare i fattori che influenzano le posizioni del pubblico verso l’energia eolica e le sue applicazioni. I casipilota selezionati coprono un’ampia gamma di caratteristiche geografiche, tecnologiche e socioculturali che assicurano che gli strumenti sviluppati siano rilevanti e utili sia per i distributori di energia eolica che per icittadini.

Coordinatore scientifico del progetto – Luis Ramirez Camargo (Utrecht University): L’energia eolica dovrebbe essere diffusa a un ritmo molto più veloce se vogliamo raggiungere gli obiettivi globali di protezione del clima. La tecnologia si è notevolmente evoluta negli ultimi decenni, sappiamo come mitigare i potenziali impatti negativi e trarre sostanziali vantaggi da quelli positivi. Tuttavia, dobbiamo ancora sviluppare la consapevolezza e l’impegno sociale per rafforzare una transizione che metta la diffusione dell’eolico in cima all’agenda di governi, imprese, comunità e cittadini. In WIMBY raccoglieremo tutte le conoscenze e l’esperienza dei membri del consorzio in strumenti sviluppati in collaborazione con gli stakeholders, che possano aiutarci a contribuire a questa transizione.

 

Partners e obiettivi

I 16 partner europei condivideranno le loro competenze multidisciplinari per affrontare le questioni ancora aperte, legate all’integrazione dell’energia eolica: studi del territorio, sia per quanto riguarda gli impatti sulla biodiversità, sul paesaggio e sulle comunità; studi tecniciper lo sviluppo degli strumenti interattivi più adatti e facilida utilizzare dal pubblico eterogeneo che il progetto vuole coinvolgere; metodologie di citizen science (scienza partecipata) e di ricerca sociale per lo sviluppo di azioni in grado di coinvolgere gli stakeholder locali nei processidecisionali.

Le eccellenze italiane

Tra i partner figurano Deep Blue, azienda leader italiana nella ricerca Europea focalizzata sugli aspetti di innovazione, user-centred design e compatibilità tra nuove tecnologie, ambiente e società, il centro di ricercaMOREnergy Lab (Marine Offshore Renewable Energy Lab) del Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Aerospaziale (DIMEAS) del Politecnico di Torino el’Università degli studi di Palermo, impegnata nellavalutazione degli impatti sulla fauna marina. I partneritaliani si concentreranno in particolare sul sito pilota dell’Isola di Pantelleria, riserva di biodiversità e Parco Nazionale, considerata come un sito ad elevato potenziale per ospitare un impianto eolico offshore all’avanguardia.

Secondo Giuseppe Giorgi e Claudio Moscoloni delMOREnergy Lab: “Grazie a WIMBY gli abitanti dell’isola di Pantelleria potranno beneficiare di strumenti innovativi di realtà aumentata, generati su misura per l’isola, per assistere e valutare i benefici e gli impatti di una possibile installazione futura di una turbina eolica offshore. Tutta la popolazione pantesca sarà coinvolta,proseguendo la tradizione partecipativa ed innovativadell’isola, già pioniera della decarbonizzazione con la conversione dell’energia dal moto ondoso e l’agenda di transizione energetica europea.”

Salvatrice Vizzini e Giovanna Cilluffo dell’Università di Palermo aggiungono: “Un progetto come WIMBY può aiutare ad abbattere le barriere sociali mettendo in evidenza vantaggi e potenziali svantaggi di questa forma di energia pulita. In particolare, la valutazione del potenziale impatto sulla fauna marina permetterà di sviluppare linee guida per una migliore pianificazione degli impianti eolici al fine di minimizzare i possibili rischi per le comunità marine. I benefici della comunità locale di Pantelleria saranno di esempio per una più ampia diffusione a livello nazionale.”

WIMBY è un progetto che mette al centro le esigenze dei cittadini e delle comunità, alla ricerca dei migliori compromessi e strumenti in grado di abbattere le barriere contro lo sviluppo dell’energia eolica e contribuire alladecarbonizzazione dell’Unione Europea. Tutti i cittadini europei sono invitati a seguire il progetto e a essere parte attiva della ricerca seguendo gli aggiornamenti e i risultati più recenti sul sito ufficiale e sui principali social media diWIMBY.

Un nuovo piano regolatore per Torino. Le linee guida approvate dalla Giunta comunale

Con oltre 300 interventi al via grazie ai 600milioni di fondi Pnrr e ai 148milioni di risorse Pn metro plus e l’avvio della progettazione per la metro 2, la Città di Torino entra in una nuova importante fase di trasformazione, tra grandi opere e manutenzioni. Torino cambia e, per accompagnare adeguatamente questo cambiamento e progettare la città del futuro, la giunta comunale ha approvato  le linee guida per dotarsi di un nuovo piano regolatore generale.

 

Il Piano è il principale strumento dell’Amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.
La delibera approvata definisce gli obiettivi per la predisposizione del Progetto Preliminare del Nuovo Piano, declinati secondo le vocazioni strategiche della Città.

“L’ultimo piano regolatore che Torino ha avuto– spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– ha consentito negli anni la trasformazione di molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarla dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente tuttavia che oggi uno strumento pensato negli anni ‘90 non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico. Ci sono tutti i presupposti per auspicare il rilancio dell’architettura cittadina e nuovi bei progetti urbanistici, che faranno di Torino una città sempre più attrattiva”.

Tra le linee di indirizzo nel documento spiccano, tra le altre, la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni, con il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, valorizzando i mercati anche come occasione di presidio del territorio. Prioritario il tema della riduzione dell’impatto ambientale per la lotta al cambiamento climatico. In particolare, ai fini del contenimento del consumo di suolo libero, il nuovo piano dovrà incrementare gli elementi dell’ambiente naturale che forniscono servizi ecosistemici, privilegiando trasformazioni di aree con suolo già consumato, favorendo la rigenerazione di nuovo suolo libero e permeabile, promuovendo opere di mitigazione del rischio idrogeologico e di riduzione dell’effetto isola di calore, salvaguardando le aree agricole, prevedendo un sistema naturale di valenza metropolitana. Grande attenzione anche alla mobilità: il nuovo piano regolatore dovrà prendere atto di una rete di Trasporto Pubblico Locale su ferro che includa le due linee di metropolitana e il Sistema Ferroviario Metropolitano, prevedendo modalità efficaci di prolungamento degli assi esistenti e di connessione con gli altri servizi di trasporto pubblico al fine di servire la più alta percentuale di territorio comunale. Dal 1995, poi, Torino ha diversificato attivamente la sua economia. Il nuovo strumento dovrà quindi accompagnare lo sviluppo della città promuovendo l’utilizzo di tecnologie specializzate per affrontare questioni legate alla società, all’ecologia e alla morfologia. Uno dei passaggi chiave sarà quello di accogliere la tecnologia dell’Urban Digital Twin, un “gemello digitale” per consentire analisi urbane più avanzate, simulazioni di trasformazione del territorio, facilitare l’accesso a informazioni georeferenziate da parte di professionisti e cittadini, implementare dati raccolti in tempi e modi differenti.
Il nuovo piano dovrà accrescere le potenzialità della metodologia di valutazione dell’impatto sociale che l’Amministrazione sta già sviluppando, necessaria nel riportare con efficacia le trasformazioni urbane alla loro capacità rigenerativa e, nella peculiarità di una città che si trova oggi con un numero di abitanti di molto inferiore a quanto previsto alla fine del secolo scorso, dovrà mettere in campo strumenti e strategie per riallineare offerta e domanda di abitazioni e per costruire un sistema residenziale – pubblico e privato – adeguato agli studenti e ai giovani lavoratori, costruendo le condizioni perché possano rimanere in città. Sarà un piano connesso con la crescita e il governo della Torino Metropolitana, che incentivi la cooperazione tra gli attori e gli enti della prima e seconda cintura. Dovrà incoraggiare lo sviluppo ad uso misto, che combini destinazioni residenziali, commerciali, terziarie e per la produzione evoluta rendendo possibile la coesistenza delle funzioni nelle diverse parti di città, al fine di aiutare a creare quartieri vivaci ed economicamente diversificati che attraggano una vasta gamma di abitanti e di imprese. L’Amministrazione ha già attivato una precisa politica volta a favorire usi temporanei degli spazi dismessi per attività culturali, sociali e ricreative e il nuovo piano regolatore generale avrà l’obiettivo di consolidare e sistematizzare questa fase prodromica delle trasformazioni.

Il processo di redazione del nuovo piano regolatore sarà corale, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e della società civile nel suo insieme: portatori di interesse sociale ed economico, abitanti e utenti della città, associazioni e corpi intermedi, enti pubblici ed esperti.

Il lavoro partirà già da domani. Mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, infatti, la sede di Urban Lab in piazza Palazzo di Città 8f ospiterà “Torino cambia: un piano per la città” (programma in allegato). Due giorni di tavoli tematici non aperti al pubblico ma riservati a portatori d’interesse e addetti ai lavori, che potranno suggerire traiettorie di lavoro per la costruzione del nuovo piano. Insieme a questi gruppi di confronto sono in programma momenti di racconto della città attraverso le prospettive e le esperienze di esperti e realtà associative del territorio.

Tre degli appuntamenti in programma saranno aperti alla stampa: mercoledì 7 alle 18.30 a raccontare la sua visione di Torino sarà Amanda Burden di Bloomberg, urbanista e direttrice del Department of City Planning della città di New York dal 2002 al 2013, dove ha guidato una delle più grandi operazioni di pianificazione della città. Giovedì 8 giugno alle ore 12.30 il punto di vista sul futuro della città sarà quello dell’architetto e urban designer Cino Zucchi.
I lavori si chiuderanno ufficialmente giovedì 8 alle 18.30 in piazza Palazzo di Città quando il Sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore Paolo Mazzoleni presenteranno i primi esiti di questa attività di ascolto e confronto ai partecipanti e ai giornalisti.

Un nuovo piano regolatore per Torino. Le linee guida approvate oggi dalla Giunta comunale

Con oltre 300 interventi al via grazie ai 600milioni di fondi Pnrr e ai 148milioni di risorse Pn metro plus e l’avvio della progettazione per la metro 2, la Città di Torino entra in una nuova importante fase di trasformazione, tra grandi opere e manutenzioni. Torino cambia e, per accompagnare adeguatamente questo cambiamento e progettare la città del futuro, la giunta comunale ha approvato oggi le linee guida per dotarsi di un nuovo piano regolatore generale.

Il Piano è il principale strumento dell’Amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.
La delibera approvata definisce gli obiettivi per la predisposizione del Progetto Preliminare del Nuovo Piano, declinati secondo le vocazioni strategiche della Città.

“L’ultimo piano regolatore che Torino ha avuto– spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– ha consentito negli anni la trasformazione di molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarla dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente tuttavia che oggi uno strumento pensato negli anni ‘90 non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico. Ci sono tutti i presupposti per auspicare il rilancio dell’architettura cittadina e nuovi bei progetti urbanistici, che faranno di Torino una città sempre più attrattiva”.

Tra le linee di indirizzo nel documento spiccano, tra le altre, la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni, con il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, valorizzando i mercati anche come occasione di presidio del territorio. Prioritario il tema della riduzione dell’impatto ambientale per la lotta al cambiamento climatico. In particolare, ai fini del contenimento del consumo di suolo libero, il nuovo piano dovrà incrementare gli elementi dell’ambiente naturale che forniscono servizi ecosistemici, privilegiando trasformazioni di aree con suolo già consumato, favorendo la rigenerazione di nuovo suolo libero e permeabile, promuovendo opere di mitigazione del rischio idrogeologico e di riduzione dell’effetto isola di calore, salvaguardando le aree agricole, prevedendo un sistema naturale di valenza metropolitana. Grande attenzione anche alla mobilità: il nuovo piano regolatore dovrà prendere atto di una rete di Trasporto Pubblico Locale su ferro che includa le due linee di metropolitana e il Sistema Ferroviario Metropolitano, prevedendo modalità efficaci di prolungamento degli assi esistenti e di connessione con gli altri servizi di trasporto pubblico al fine di servire la più alta percentuale di territorio comunale. Dal 1995, poi, Torino ha diversificato attivamente la sua economia. Il nuovo strumento dovrà quindi accompagnare lo sviluppo della città promuovendo l’utilizzo di tecnologie specializzate per affrontare questioni legate alla società, all’ecologia e alla morfologia. Uno dei passaggi chiave sarà quello di accogliere la tecnologia dell’Urban Digital Twin, un “gemello digitale” per consentire analisi urbane più avanzate, simulazioni di trasformazione del territorio, facilitare l’accesso a informazioni georeferenziate da parte di professionisti e cittadini, implementare dati raccolti in tempi e modi differenti.
Il nuovo piano dovrà accrescere le potenzialità della metodologia di valutazione dell’impatto sociale che l’Amministrazione sta già sviluppando, necessaria nel riportare con efficacia le trasformazioni urbane alla loro capacità rigenerativa e, nella peculiarità di una città che si trova oggi con un numero di abitanti di molto inferiore a quanto previsto alla fine del secolo scorso, dovrà mettere in campo strumenti e strategie per riallineare offerta e domanda di abitazioni e per costruire un sistema residenziale – pubblico e privato – adeguato agli studenti e ai giovani lavoratori, costruendo le condizioni perché possano rimanere in città. Sarà un piano connesso con la crescita e il governo della Torino Metropolitana, che incentivi la cooperazione tra gli attori e gli enti della prima e seconda cintura. Dovrà incoraggiare lo sviluppo ad uso misto, che combini destinazioni residenziali, commerciali, terziarie e per la produzione evoluta rendendo possibile la coesistenza delle funzioni nelle diverse parti di città, al fine di aiutare a creare quartieri vivaci ed economicamente diversificati che attraggano una vasta gamma di abitanti e di imprese. L’Amministrazione ha già attivato una precisa politica volta a favorire usi temporanei degli spazi dismessi per attività culturali, sociali e ricreative e il nuovo piano regolatore generale avrà l’obiettivo di consolidare e sistematizzare questa fase prodromica delle trasformazioni.

Il processo di redazione del nuovo piano regolatore sarà corale, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e della società civile nel suo insieme: portatori di interesse sociale ed economico, abitanti e utenti della città, associazioni e corpi intermedi, enti pubblici ed esperti.

Il lavoro partirà già da domani. Mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, infatti, la sede di Urban Lab in piazza Palazzo di Città 8f ospiterà “Torino cambia: un piano per la città” (programma in allegato). Due giorni di tavoli tematici non aperti al pubblico ma riservati a portatori d’interesse e addetti ai lavori, che potranno suggerire traiettorie di lavoro per la costruzione del nuovo piano. Insieme a questi gruppi di confronto sono in programma momenti di racconto della città attraverso le prospettive e le esperienze di esperti e realtà associative del territorio.

Tre degli appuntamenti in programma saranno aperti alla stampa: mercoledì 7 alle 18.30 a raccontare la sua visione di Torino sarà Amanda Burden di Bloomberg, urbanista e direttrice del Department of City Planning della città di New York dal 2002 al 2013, dove ha guidato una delle più grandi operazioni di pianificazione della città. Giovedì 8 giugno alle ore 12.30 il punto di vista sul futuro della città sarà quello dell’architetto e urban designer Cino Zucchi.
I lavori si chiuderanno ufficialmente giovedì 8 alle 18.30 in piazza Palazzo di Città quando il Sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore Paolo Mazzoleni presenteranno i primi esiti di questa attività di ascolto e confronto ai partecipanti e ai giornalisti.

Exclusive Brands Torino cresce ancora

Exclusive Brands Torino cresce ancora: annunciato l’ingresso di sette nuove aziende nella Rete delle Eccellenze del territorio piemontese.

 

Acetifico Varvello, Candioli Pharma, Codebò, Eurofork, Leone dal 1857, Molini Bongiovanni, Sant’Agostino Casa d’Aste e quattro nuovi Partner sono le new entry della Rete, che si conferma sempre più radicata nel tessuto economico della Regione e driver strategico di aggregazione imprenditoriale.

 

 

 

Exclusive Brands Torino, la Rete delle Eccellenze del territorio piemontese nata nel 2011 su iniziativa di Unione Industriali Torino, annuncia l’ingresso di sette nuove aziende e quattro nuovi Partner: Acetifico Varvello, Candioli Pharma, Codebò, Eurofork, Leone dal 1857, Molini Bongiovanni, Sant’Agostino Casa d’Aste sono i nuovi Retisti, mentre Aon, CIDIMU, Fly Free Airways e Grand Hotel Sitea aderiscono come Partner. Da oggi, così, nuove aziende allargano gli orizzonti della mission di Exclusive Brands Torino: promuovere il valore della tradizione, l’avanguardia della tecnologia e la cultura del territorio piemontese come driver strategici per rappresentare un esempio consolidato di eccellenza, declinato ora in nuove storie imprenditoriali, con le loro unicità, valori e percorsi.

 

Con i nuovi ingressi la Rete consolida la sua presenza nel tessuto imprenditoriale piemontese, arrivando a rappresentare trentuno aziende, per un totale di quasi 2000 lavoratori sul Piemontee 500 milioni di euro di fatturato globale, con una quota export media di circa il 50%. Cifre che testimoniano una mission, quella di Exclusive Brands Torino, dalla forte attrattiva sulle imprese, interessate sempre di più a creare quelle sinergie imprenditoriali che definiscono il DNA della Rete.

 

“Oggi Exclusive Brands Torino diventa ancora più grande – commenta Giulio Trombetta, Presidente di Exclusive Brands Torino un segnale che ci rende in primis orgogliosi per il percorso fatto fin qui, a dimostrazione della bontà delle scelte strategiche e i risultati della Rete in questi anni. Il raggio d’azione si dimostra ancora una volta fortemente attrattivo per le aziende del territorio, e il fatto che i nuovi Retisti e i nuovi Partner provengano da settori merceologici fortemente diversi per loro natura, è per noi fonte di orgoglio. Il metro di valutazione per l’ingresso di nuove realtà nella Rete considera l’eccellenza un fattore che le aziende devono aver inserito in senso profondamente allargato e diffuso nel loro fare impresa. Intendiamo infatti l’eccellenza come qualcosa che non riguarda solo il prodotto, ma anche i processi produttivi e le progettualità. È un percorso che coinvolge la responsabilità sociale d’impresa, da considerare componente fondamentale delle loro strategie e strumento di vantaggio competitivo. Far parte di Exclusive Brands Torino deve essere un riconoscimento di aver raggiunto livelli importanti di eccellenza in tutto questo, ma soprattutto uno stimolo per continuare su questa direzione, da oggi insieme ad altre aziende.”

Exclusive Brands Torino presenta la Carta Etica della Rete: l’eccellenza nel fare impresa espande i suoi confini verso un concetto allargato di sostenibilità, condiviso da tutte le aziende.

 

Responsabilità verso le nuove generazioni, il Pianeta, le persone e i valori fondanti: la Rete dà nuovo valore e responsabilità alla propria mission con un documento che impegna le aziende a seguire un percorso di eccellenza declinato alle necessità di sostenibilità del contesto esterno contemporaneo.

 

Exclusive Brands Torino presenta la Carta Etica della Rete, un documento che vuole definire un concetto allargato e rinnovato di eccellenza. La Carta Etica nasce per riallineare i presupposti su cui Exclusive Brands Torino è nata, valorizzando quanto fin qui portato avanti e restituendogli una luce nuova, tenendo conto di un contesto esterno enormemente cambiato, dove il principio stesso di eccellenza ha necessità di assumere un valore più ampio.

 

L’eccellenza di prodotto oggi diventa un fattore al quale Exclusive Brands Torino vuole aggiungere la promozione di uno stile e di una vision più globale e contemporanea: quella di prendersi carico della valutazione degli impatti sociali e ambientali delle proprie azioni, impegnandosi a migliorare costantemente la sostenibilità dei propri processi produttivi, mettendo al centro le persone coinvolte nella filiera e offrendo prodotti di ottima qualità.

 

Il principio di eccellenza, che è parte della natura di Exclusive Brands Torino, oggi viene quindi allargato verso nuove sfide, al passo con quelle che l’intero scenario economico globale si trova ad affrontare: responsabilità verso le nuove generazioni, verso il Pianeta, verso le persone, verso i valori fondanti.

 

Al culmine del suo percorso, contando trentuno aziende che rappresentano quasi 2000 dipendenti sul territorio piemontese e oltre 500 milioni di euro di bilancio complessivo, con una quota export media di circa il 50%, Exclusive Brands Torino annuncia così una nuova sfida, non solo come Rete ma coinvolgendo direttamente ogni azienda.

 

“Oggi Exclusive Brands Torino – dichiara Giulio Trombetta, Presidente di Exclusive Brands Torino – rinnova quel ruolo di laboratorio di innovazione che ha sempre cercato di perseguire, inserendolo in una logica di urgenza, di contemporaneità e di necessità. Trentuno aziende, diverse per natura, economie, filiera produttiva, oggi fanno una promessa comune: quella di assumersi una nuova responsabilità all’interno della società, ripensando i propri modelli aziendali. Molte delle imprese hanno internamente intrapreso questo percorso già da anni: le migliori esperienze e pratiche verranno analizzate con la consulenza dell’ufficio ESG dell’Unione Industriali e poi condivise, per diventare patrimonio comune e stimolo di miglioramento a chi sta avviando il processo, declinando l’obiettivo della sostenibilità sotto i quattro aspetti diversi che abbiamo identificato come prioritari. Un target ambizioso a cui ogni azienda è invitata a contribuire, per creare un modello concreto, visibile e esportabile di rete di imprese responsabili”.

 

“Partire dall’eccellenza locale per arrivare ai mercati internazionali – commenta Alessandra Girardi, Vice Presidente di Exclusive Brands Torino è sempre stata questa la mission di Exclusive Brands Torino. Oggi allarghiamo il suo raggio d’azione, per inserirlo in un contesto globale profondamente diverso. Fare impresa, e per noi, fare rete di impresa, deve tenere conto di mercati più coscienti, che desiderano prodotti e aziende non solo di alta qualità, ma capaci di rispettare livelli elevati di sostenibilità e trasparenza, generando un impatto positivo sul mondo che le circonda. Speriamo che la condivisione e la natura collaborativa della Rete, applicate a questa nuova sfida, potranno essere d’esempio per tutto lo scenario economico nazionale: non possiamo dimenticare che la sinergia è la chiave per migliorare la situazione”.

 

 

 

 

Il futuro è digitale con Piemonte Innova

TORINO WIRELESS DIVENTA PIEMONTE INNOVA 

Rinnovato il brand e rafforzata la missione. I soci pubblici confermano il loro sostegno fino al 2050. 

La compagine societaria si allarga con tre nuovi ingressi.  Focus su imprese ed enti digitalmente fragili, PNRR e Partnership Pubblico-Private.

Piemonte Innova, già Torino Wireless, è sin dall’esordio un soggetto unico a livello nazionale che mette a fattor comune in ambito digitale soggetti pubblici, enti di ricerca e imprese. Uno staff di 35 persone impegnate su oltre 40 progetti di cui 8 europei, un cluster nazionale, un polo regionale e un ecosistema dedicato all’innovazione. Piemonte Innova mette a disposizione competenze nella gestione dei bandi sui temi dell’innovazione europei e italiani, sostiene e affianca Pmi e piccoli comuni nella transizione digitale, risponde alle richieste di partecipazione ai progetti promossi dagli enti territoriali, individuando fabbisogni e collaborazioni per progetti di ricerca collaborativa pubblico-privata.

A queste funzioni storiche dei 20 anni di Torino Wireless, Fondazione Piemonte Innova aggiunge, grazie all’ingresso dei nuovi soci e al rinnovato patto tra i fondatori, nuove competenze e il mandato di agire, in collaborazione con gli altri Stakeholder, come soggetto facilitatore dei processi di innovazione e di sviluppo della digitalizzazione dei cosiddetti soggetti digitalmente fragili: piccoli comuni e micro e piccole imprese dei settori meno tecnologici.

L’obiettivo è animare e accompagnare imprese e pubbliche amministrazioni nella gestione dell’impatto economico e sociale delle grandi transizioni – digitale, ambientale ed energetica – che caratterizzeranno i prossimi anni a partire da tre grandi temi: Sostenibilità, Intelligenza Artificiale e Cybersecurity. Il riconoscimento nazionale e non solo più regionale della Fondazione, inoltre, offre ulteriori opportunità di miglioramento competitivo.

“La capacità di attrarre investimenti, imprese e idee è diventata nevralgica per rendere più competitivi i territori che si contendono i circa 300 miliardi disponibili per l’Italia tra Programmazione europea 2021-2027 e PNRR. L’innovazione digitale è il processo abilitante grazie a cui queste risorse si trasformeranno in un beneficio concreto per cittadini e imprese, generando sviluppo e competenze diffuse” spiega Massimiliano Cipolletta, presidente di Piemonte Innova. “Noi siamo al servizio di queste strategie, pienamente supportati dai nostri fondatori pubblici che hanno voluto sancire questo rinnovamento con un nuovo accordo di programma: Regione Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino, Politecnico e Università di Torino, Camera di commercio di Torino. A loro si affiancano i nostri fondatori privati: Fondazione Links e Unione Industriali di Torino con cui abbiamo rinnovato accordi di collaborazione mirati e a cui si sono aggiunti nel 2022 tre nuovi enti che hanno aderito e con cui sono già partite collaborazioni strategiche: Camera di commercio di Cuneo, CSI Piemonte e Unioncamere Piemonte”.

“Siamo di fronte a un nuovo paradigma che ha imposto un cambiamento di dimensione e funzioni che ci ha convinto anche a cambiare nome assumendo una dimensione più ampia. Piemonte Innova però mantiene inalterata la sua natura di partenariato pubblico-privato. Vent’anni di storia certificano una

competenza radicata che poggia su una conoscenza reale di oltre 3.000 imprese, di cui almeno due al giorno, per un totale di circa 400 all’anno, si rivolgono a noi e utilizzano almeno una delle nostre funzioni” aggiunge Laura Morgagni, direttore di Piemonte Innova.

Piemonte Innova mantiene la gestione del Polo di Innovazione ICT, una rete che traina dal 2009 l’innovazione del Piemonte attraverso eventi di networking, supporto a bandi regionali e nazionali, finanziamenti europei. Il polo è strutturato su cinque filiere che interpretano le sfide del futuro: Blockchain, Digital4Social, Green&Circular, Intelligenza Artificiale e Smart Mobility. Ne fanno parte quasi 300 aderenti tra cui 252 Imprese, 17 università e organismi di ricerca e 21 enti e associazioni in qualità di partner o end user. In questi 15 anni il Polo ICT ha portato a finanziamento 316 progetti di ricerca, per un investimento sul territorio pari a 150 milioni di euro.

Ha una dimensione nazionale sin dalla sua fondazione, un’altra eccellenza che Piemonte Innova eredita nella gestione: il Cluster SmartCommunitiesTech, la rete nazionale che dal 2012 promuove progetti di innovazione e soluzioni tecnologiche applicative per la gestione di aree urbane e metropolitane. Tredici soci territoriali, 119 organizzazioni aderenti e 46 città, animano questa comunità che integra e sviluppa competenze, fabbisogni e interessi per lo sviluppo tecnologico e sociale delle città.

Continuano poi i progetti bandiera, a partire da #PiemonteDigitale2030 lanciato da Regione Piemonte a luglio 2022 per sostenere e incrementare, tra i cosiddetti enti digitalmente fragili, le opportunità dei primi bandi del PNRR sulla transizione digitale. In soli due mesi e mezzo già ben 130 comuni sono stati accompagnati per concorrere a ottenere parte dei 260 milioni disponibili e attivare i servizi digitali richiesti dal programma nazionale.

Sul fronte della Camera di commercio di Torino ci piace mettere in evidenza il #ProgettoI3S nell’ambito del programma Tech4good di Torino Social Impact per la digitalizzazione del terzo settore attraverso percorsi di riqualificazione e co-progettazione con il mondo delle cooperative e degli organismi di volontariato e #Digitalesottocasa, un programma che prevede il sostegno al settore del commercio e dell’artigianato di prossimità grazie all’attivazione di una piattaforma digitale per crescere sul web e alla messa in campo di una rete di assistenti digitali delle Associazioni di categoria. Un ottimo riscontro lo hanno poi avuto i bandi camerali del triennio 2020-2022 dedicati alle Pmi attraverso i voucher per la digitalizzazione; in qualità di soggetto attuatore la Fondazione ha aiutato ben 117 imprese che hanno potuto sviluppare progetti di trasformazione digitale per un investimento complessivo di circa 1,8 milioni di euro.

Piemonte Innova è, inoltre, uno dei partner dell’Ecosistema Nodes (Nord Ovest Digitale e Sostenibile finanziato a giugno 2022 dal Ministero dell’Università e della Ricerca su una proposta presentata dal Politecnico e dall’Università di Torino insieme a una rete di 24 partner pubblici e privati. È uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione che il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione (digitale ed ecologica), che tramite il Pnrr porterà 110 milioni di euro tra Piemonte, Valle d’Aosta e le province più occidentali della Lombardia, Como, Varese e Pavia. Nodes punta a creare in tre anni, filiere di ricerca e industriali in sette settori legati alle vocazioni del nostro territorio. Delle risorse già individuate 54 milioni di euro saranno impiegati

in “bandi a cascata” per accrescere le competenze, valorizzare la ricerca e trasferimento tecnologico.

Tra i progetti per e con i nostri soci fondatori ci piace infine citare CTENext, la Casa delle Tecnologie Emergenti della Città di Torino, che vuole trasformare il territorio in un centro di trasferimento tecnologico diffuso verso le Pmi su quattro grandi ambiti: Smart Road, Urban Air Mobility, Industria 4.0 e Servizi Urbani Innovativi.

Tutti questi progetti confermano l’unicità riconosciuta a livello nazionale di Piemonte Innova, un soggetto neutrale e indipendente – tra pubblico e privato – che ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle competenze tecnologiche piemontesi anche a livello nazionale e internazionale e generare ricadute su imprese e istituzioni.

Ed è proprio per meglio misurare e rappresentare questi risultati e progettare un Piano di attività strutturato e sinergico con i suoi Fondatori e Contributori, che Piemonte Innova a partire dal bilancio 2023 pubblicherà il bilancio sociale con forte attenzione alla valutazione di impatto sociale.

CTE NEXT compie un anno

377 imprese profilate, oltre 800mila euro di investimenti e nuove prospettive grazie a PNRR e altri fondi europei: la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino, CTE NEXT, compie un anno con un bilancio positivo, affermandosi come una realtà riconosciuta a livello locale, nazionale e internazionale.

Startup Genome, organizzazione californiana che si occupa di ricerca e consulenza a sostegno dello sviluppo degli ecosistemi di startup, nel suo prestigioso Report 2022 cita la CTE NEXT come key ecosystem player: un’iniziativa rilevante, che partendo dall’eredità di Torino City Lab, il laboratorio a cielo aperto della Città di Torino, offre alle imprese servizi di accompagnamento e aree di testing attrezzate, dotate di connettività 5G in maniera diffusa sul territorio.

Sono oltre 35 i servizi del catalogo di CTE NEXT in grado di accompagnare startup e PMI dall’idea innovativa al testing in campo, fornendo consulenza gratuita sia sui domini tecnologici target (5G e tecnologie emergenti) e nei settori strategici (Smart Mobility terrestre e aerea, Industria 4.0, Servizi innovativi per i cittadini), sia in materia di modelli di business innovativi e di valutazione d’impatto sociale.

I numeri e le imprese della CTE NEXT a un anno dal lancio

La CTE NEXT nasce ufficialmente il 6 luglio 2021 come progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e co-finanziato da numerosi partner locali, con l’obiettivo di realizzare un centro di trasferimento tecnologico diffuso sulle tecnologie emergenti legate al 5G in settori strategici per il territorio.

In questo primo anno di attività, le startup e le PMI profilate dalla rete CTE NEXT sono state 377. Di queste, 116 sono le imprese a cui è stato offerto un servizio di analisi del fabbisogno di innovazione e 50 quelle che hanno già fruito di assistenza specialistica da parte dei partner.

Sono 8 le sperimentazioni in corso che stanno validando sul campo servizi 5G per una mobilità smart & safe, per una migliore gestione di asset e servizi pubblici e per nuovi modi di lavorare e di produrre.

C’è chi sta testando una tecnologia di guida assistita e di rilevazione degli ostacoli su carrozzine e scooter per persone a mobilità ridotta in spazi indoor, aree pedonali e strade pubbliche.

Altri sperimentano in città droni ultraleggeri, innovativi e interconnessi tramite la rete 5G, per l’analisi dello stato di salute e la stabilità strutturale del patrimonio verde urbano.

Una delle aziende della CTE NEXT sta realizzando un Gemello Digitale di un edificio scolastico cittadino: la gestione delle informazioni della costruzione consentirà di migliorare le attività di progettazione degli interventi edilizi, quelle di manutenzione, il monitoraggio energetico e il controllo di asset e dell’occupancy negli orari extra-scolastici

Inoltre si stanno sperimentando soluzioni per la rilevazione e la gestione dinamica dei consumi energetici in ambito residenziale in uno scenario futuro di flessibilità della fornitura energetica del tipo demand-response.

Nel verticale industria 4.0, sono in fase di test strumenti di realtà aumentata abilitati dal 5G a supporto degli operatori tecnici impegnati nella manutenzione degli apparati in un contesto industriale, per l’invio di dati audio/video in tempo reale e AI per effettuare riconoscimento e tracking di oggetti tridimensionali.

Infine, ma questi sono solo alcuni esempi, c‘è chi ha sperimentato in ambito smart road algoritmi di intelligenza artificiale installati su nodi di edge computing per utilizzare telecamere esistenti come sensori ambientali o, ancora, sistemi di sicurezza per i pedoni costituiti da telecamere intelligenti 5G, capaci di riconoscere e prevederne i comportamenti per fornire a un veicolo autonomo informazioni accurate nei pressi delle strisce pedonali.

Alcune tecnologie di entertainment diffuso e di gestione della sicurezza delle piazze grazie a dispositivi IoT per grandi eventi sono state inoltre utilizzate su rete 5G già nel corso di Eurovision 2022.

Altre 8 sono le startup early stage che hanno appena iniziato il percorso di accelerazione con l’obiettivo di migliorare il proprio modello di business in ambiti diversi: dall’agricoltura tecnologica e sostenibile ai servizi cloud diffusi; dallo smart navigator per la ricerca sostenibile del posto auto a sistemi di rilevamento smart di perdite nei sistemi idrici; dal carpooling applicato alla logistica sino all’intelligenza artificiale per migliorare la raccolta differenziata; dai palchi connessi per offrire esperienze di entertainment diffuse ed aumentate all’uso strategico dei dati per nuovi servizi urbani.

A queste e a tutte le aziende selezionate con Avvisi pubblici durante questa annualità sono stati destinati oltre 450.000 euro di fondi per accompagnare il loro percorso di innovazione, che si uniscono ad un co-finanziamento di circa 390.000 euro.

E si inizia a parlare di indicatori d’impatto con la nuova startup in ambito mobilità autonoma e robotica di servizio, in fase di creazione grazie al team CTE NEXT e in arrivo a settembre nella sede di CSI NEXT, in corso Unione Sovietica 214, pronta a chiudere il primo round di finanziamento.

Nel 2021-2022 la CTE NEXT ha inoltre realizzato più di 40 eventi che vanno dai workshop di informazione a eventi di networking (“Innovation Meeting”) sino ad eventi di scambio e replicabilità, che hanno consentito di posizionare il “modello Torino” su scala nazionale e internazionale.

Essendo un centro di trasferimento tecnologico diffuso, gli eventi si sono tenuti sia in CSI Next, sede principale della CTE NEXT, sia in Talent Garden e in OGR Torino, e hanno alimentato una community di imprese, startup e aspiranti imprenditori che vedono in questo progetto e in questa città una base comune su cui costruire lo sviluppo del proprio business.

CTE NEXT è anche formazione: dall’Università degli Studi di Torino al Politecnico di Torino passando per Talent Garden Innovation School e CIM4.0 Academy, l’offerta formativa è stata di grande qualità. Quest’anno sono stati erogati 23 master, corsi e webinar sui temi legati all’innovazione tecnologica e alla trasformazione digitale con un focus importante su 5G e tecnologie emergenti.

La rete dei 13 partner della CTE NEXT

Tutto questo è stato possibile grazie a un catalogo di servizi unico nel suo genere come unica è la rosa dei 13 partner pubblici e privati del progetto, che garantiscono una risposta integrata del territorio ai bisogni di accelerazione e trasferimento tecnologico di startup e PMI.

Si parte con la Città di Torino che accompagna la sperimentazione in campo di soluzioni tecnologiche innovative sul territorio, avvalendosi di 5T, Fondazione LINKS e Politecnico di Torino per il testing di tecnologie CCAM (Cooperative Connected & Automated Mobility) in ambito Smart Road – sfruttando l’infrastruttura già esistente della Centrale della Mobilità del Comune di Torino – e per il testing di tecnologie Urban Air Mobility (UAM); di CIM4.0 per la sperimentazione, la definizione di roadmap strategiche nel verticale dell’ Industria 4.0 e lo sviluppo delle competenze necessarie per affrontare le nuove sfide tecnologiche in questo settore; di Università di Torino e CSI Piemonte nel verticale dei Servizi Urbani Innovativi per la Smart City.

I due atenei – Università di Torino e Politecnico di Torino – sono altresì protagonisti insieme ai loro incubatori – 2i3T e I3P – nelle attività di supporto alla creazione di nuove imprese, nella ricerca dei talenti per le call di Open Innovation, nella formazione e nel trasferimento tecnologico.

TIM ha garantito la realizzazione e il test in campo di tutta l’infrastruttura di rete mobile 5G, articolata in 4 nodi indoor della Casa delle Tecnologie e in 18 nodi outdoor in città; inoltre ha messo a disposizione la sua piattaforma di Multi Edge Cloud Computing per permettere una comunicazione ultra-broadband più sicura, oltre che apparati, device, SIM e altre facilities on demand, che in questo primo anno hanno rappresentato la base tecnologica su cui si sono sviluppate 8 sperimentazioni e varie dimostrazioni di servizi digitali di nuova generazione.

Talent Garden cura la comunicazione e il supporto organizzativo di tutti gli eventi della CTE NEXT,: ha lavorato molto alla creazione di un’attiva community di aspiranti imprenditori e startupper e all’a erogazione di formazione sul filone della Digital Transformation.

CSI Piemonte mette a disposizione la sua esperienza di 45 anni al servizio delle PA per il supporto a startup e PMI nello sviluppo di servizi urbani innovativi, fulcro delle attività di co-design e testing ospitate nel nodo centrale della CTE: CSI NEXT. Garantisce inoltre la gestione di questo nuovo hub, che in quest’anno ha ospitato circa 40 eventi (convegni, visite istituzionali, presentazioni di progetti e prodotti, corsi di formazione) ed è abitato da 5 startup (mobilità urbana, realtà virtuale e aumentata, monitoraggio consumi energetici).

Digital Magics, infine, si rivolge alle startup che vogliono un booster di qualità con programmi di accelerazione annuali.

A completare la squadra, Fondazione Torino Wireless, coordinatore tecnico del progetto, che guida la qualificazione dei fabbisogni e gestisce le richieste di servizio delle imprese, ne supporta le sperimentazioni in contesto urbano, contribuisce alle attività di networking e B2B e promuove la replicabilità verso altre PA, anche in virtù del ruolo di coordinatore del Cluster Nazionale per le Smart Communities.

Tutti i partner mettono a disposizione sedi, spazi di co-working, aree di stress test e laboratori.

Lo stakeholder group

Oltre al gruppo dei partner si è creato naturalmente intorno alla CTE NEXT uno stakeholder group (https://www.ctenext.it/stakeholder/) di altri 14 attori pubblici e privati, che, con diverse iniziative, hanno deciso di supportare il lavoro della Casa delle Tecnologie.

Iren, Reale Mutua, Intesa Sanpaolo, Cisco, Sellalab, TOPIx, Leonardo, OGR Torino, Capgemini, Fondazione Digital Innovation Gate421, ST Microelectronics, CFRLab, Fondazione E. Amaldi e Planet Smart City vogliono alimentare attivamente gli obiettivi del progetto, diffonderne i risultati rinforzando il posizionamento della Città di Torino nell’ecosistema nazionale e internazionale dell’innovazione.

Il futuro di CTE NEXT

La CTE NEXT ha davanti a sé ancora tre anni di progetto, che si preannunciano di grande interesse e forte attività.

Dal 20 al 23 settembre è in programma l’evento internazionale di ENoLL a Torino, gli Open Living Lab Days 2022, co-organizzati dalla Casa delle Tecnologie Emergenti. Alle OGR sono attesi ben 400 innovatori provenienti da tutto il Mondo per discutere su open innovation, transizione verde e transizione digitale (https://openlivinglabdays.com/).

In autunno invece si concluderà il primo percorso di accelerazione di Digital Magics e sarà lanciata la seconda Call4Testing del Comune di Torino, che prevede contributi a parziale rimborso delle spese di sperimentazione di soluzioni urbane innovative abilitate dal 5G e dalle tecnologie emergenti per la PA e l’Industria 4.0.

In partenza, sempre a ottobre, il Master di Talent Garden su Business Data Analysis e molti altri corsi attivati dagli Atenei e da CIM4.0 su temi quali Livello Fisico del 5G, Digital Twin di prodotto e di sistema, Deep Learning e Intelligenza Artificiale.

In questo anno di vita la CTE NEXT ha saputo catalizzare il dialogo fra attori pubblici e privati, finalizzandolo anche all’accesso a ulteriori finanziamenti europei e nazionali a supporto dell’accelerazione di startup e del trasferimento tecnologico. Giova ricordare ad esempio il progetto NODES – Nord Ovest Digitale e Sostenibile, finanziato nell’ambito del PNRR, con promotori i due Atenei torinesi ed altri attori del territorio e supportato dal Comune di Torino. Il progetto porterà 110 milioni di euro sul territorio di Piemonte, Valle d’Aosta e alcune province della Lombardia con un focus sulla creazione di filiere industriali e di ricerca in settori legati alla manifattura avanzata.

Recentissima, inoltre, la notizia dell’assegnazione al Comune di Torino di oltre 10 milioni di euro nell’ambito del secondo Avviso Pubblico Maas4Italy, lanciato dal Ministero Trasformazione Digitale, a valore sul fondo complementare al PNRR. Torino, prima classificata, potrà realizzare una sperimentazione di larga scala di servizio MaaS con cittadini e utenti, oltre a rafforzare il filone Smart Road della Casa delle Tecnologie Emergenti grazie a circa 7 milioni di euro dedicati al co-sviluppo e alla sperimentazione di soluzioni innovative per una mobilità sostenibile, connessa, autonoma e a misura di cittadino in collaborazione con mondo della ricerca, imprese e società civile in ottica “living lab”.

“Le tecnologie emergenti ci offrono la possibilità di disegnare la città del futuro con servizi e azioni che garantiscano qualità della vita, ridotto impatto ambientale, sviluppo della mobilità sostenibile”, commenta l’Assessora alla Transizione Ecologica e Digitale, Innovazione, Smart City Chiara Foglietta – . CTE NEXT, con i suoi partner e portatori di interesse, rappresenta un fondamentale tassello per rafforzare le capacità di innescare e sostenere la formazione di startup e spin-off sostenibili, attraverso il confronto tra il mondo dell’impresa, dell’università, delle piccole e medie imprese innovative. Il ruolo di ‘Mission City’ della città, scelta tra le 100 che in Europa si sono impegnate a diminuire le emissioni entro il 2030, renderà nei prossimi anni Torino un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città del continente. Proprio la ricerca e lo sviluppo di nuove idee nei settori della transizione verde con operatori e imprese capaci di guardare al futuro e offrire alla politica soluzioni innovative costituisce un filone di lavoro importante per trasformare Torino in una ‘smart city’ intelligente a impatto zero. La vittoria dell’avviso “MaaS4Italy” pochi giorni fa nel quale Torino si è classificata prima grazie ai due progetti “Pilot MaaS” e “Living Lab CCam” rappresenta una prima tappa concreta in questa direzione”, conclude l’Assessora Foglietta.

CTE NEXT, selezionate le 9 imprese finaliste della Call4Testing SmartLife

Arriva il primo gruppo di imprese selezionate dalla Call4Testing a tema stili di vita intelligenti, lanciata dal Comune di Torino nell’ambito di CTE NEXT, la Casa delle Tecnologie Emergenti torinese, progetto quadriennale finanziato dal Ministero per lo Sviluppo economico e partito a marzo 2021.
La call si è rivolta a PMI e start-up interessate a co-sviluppare e testare in condizioni reali soluzioni innovative, che utilizzino a regime il 5G e una o più delle tecnologie emergenti, e prevede l’erogazione di contributi finanziari fino a 25.000 euro per impresa a copertura di massimo il 50% delle spese di sperimentazione.

Una commissione di valutazione formata da esperti del Comune di Torino e dei partner scientifici di CTE NEXT ha vagliato le 27 proposte ricevute, selezionando 9 imprese che testeranno la loro soluzione innovativa, abilitata dal 5G, sul territorio cittadino nei prossimi mesi.

Proprio in questi giorni, i 12 partner della Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino – Università degli studi di Torino, Politecnico di Torino, I3P S.c.p.a. – Incubatore del Politecnico di Torino, 2i3T  Incubatore imprese Università di Torino, Competence Industry Manufacturing 4.0, 5T – Tecnologie Telematiche Trasporti Traffico Torino, CSI Piemonte, Digital Magics, Fondazione Links, Talent Garden, TIM e Torino Wireless – stanno prendendo contatti con i team delle imprese selezionate per aprire un confronto e valutare il miglior modo di attuazione dei testing in città, mettendo a disposizione le loro poliedriche risorse.

Le nove imprese sono italiane e coprono un ampio ventaglio di settori industriali: Cultura e Turismo, Sicurezza, Servizi urbani Innovativi (anche abilitati da droni), Energia, Mobilità autonoma e connessa e Industria 4.0.

“Mobilità, accessibilità, innovazione nel mondo sanitario sono al centro dei progetti selezionati per una fase di sperimentazione sul nostro territorio – dichiara l’Assessora all’Innovazione Chiara Foglietta -. L’innovazione deve essere al servizio del miglioramento della qualità della vita e Torino è e può continuare a essere il terreno fertile per la crescita di queste realtà”

Le 9 imprese selezionate:

ALBA Robot fornisce una piattaforma modulare e configurabile per integrare la guida autonoma, gli assistenti vocali e le tecnologie robotiche all’interno di veicoli personali (sedie a rotelle, scooter per la mobilità). Le tecnologie di ALBA Robot possono essere utilizzate per realizzare nuove flotte di mobilità o per il retrofit di quelle esistenti, trasformandole in autonome e intelligenti. (https://it.alba-robot.com/)

ABzero è una start-up che sviluppa dispositivi medici innovativi e offre un sistema di trasporto di sangue, emoderivati e organi attraverso droni, assicurando la consegna in maniera autonoma e immediata e in totale sicurezza per la componente umana, anche in caso di avaria. (https://www.abzero.it/)

ARES 2T offre un’innovazione guidata dai dati, poiché tutti i fondatori hanno competenze ed esperienze nella scienza dei dati, nella ricerca operativa, nell’ingegneria dei sistemi e nell’automazione. Si posizionano come integratori di reti grazie all’impronta aziendale in verticali SMART-X come Smart-grids, Mobility & transportation, Artificial Intelligence, Relationship Management, Telecommunication (5G) che sono i loro Innovation Building Blocks. (https://www.ares2t.com/)

Cityfriend è una start-up innovativa a vocazione sociale nata per dare una risposta concreta alla necessità di rendere più inclusiva l’esperienza ricreativa e turistica per le persone con disabilità o esigenze specifiche. Propongono servizi di accoglienza, accompagnamento e facilitazione attraverso la nuova figura del Cityfriend: un esperto del turismo accessibile formato per far vivere al meglio l’esperienza culturale o di tempo libero.(https://www.cityfriend.it/)

Dropper è il modo migliore per monitorare efficacemente l’uso degli spazi: i loro sensori contano anonimamente le persone e, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, mostrano i dati salienti su una piattaforma progettata seguendo i desideri, le esigenze e i limiti dei clienti.  Dropper è nato in ambito universitario per consentire agli studenti di sapere i posti disponibili in un’aula. (https://www.dropper.ai/)

HiPeRT permette ai sistemi robotici autonomi di percepire l’ambiente, pianificare le azioni appropriate e attuarle in modo sicuro. Tutto in tempo reale. The High-Performance Real-Time Laboratory (HiPeRT Lab) è stato fondato nel 2012 presso l’Università di Modena. Oggi HiPeRT ospita diversi prototipi funzionanti, tra cui veicoli autonomi (auto multiple, bot di consegna, modelli RC, droni, ecc.) e sistemi di automazione industriale. (https://www.hipert.it/)

MAVTech è una società con un interesse primario nello sviluppo di soluzioni innovative per la sorveglianza aerea e il supporto alle operazioni tattiche per applicazioni civili, trasferendo nuove tecnologie aerospaziali dalla ricerca al dominio operativo.(https://www.mavtech.eu/it/)

WaterView, azienda unica nel suo genere, che unisce competenze in campi come la meteorologia, l’idrologia, la modellazione ambientale, la visione artificiale e l’intelligenza artificiale in un team che è costantemente alla ricerca di soluzioni non convenzionali. Le tecnologie uniche di questa start-up massimizzano il potenziale delle telecamere per ricavare intuizioni meteorologiche e ambientali, riducendo i costi del monitoraggio in tempo reale. (https://www.waterview.ai/)

Zerodivision systems vuole rendere accessibili i benefici di tecnologie in rapido sviluppo quali Intelligenza Artificiale, Visione Computerizzata e Blockchain mediante la realizzazione e l’integrazione di strumenti “ad hoc”. (https://www.zerodivision.it/)

Dalle sperimentazioni di queste tecnologie e dai loro risultati concreti si passerà anche ad illustrare a studenti, start-up, imprese e cittadini quali siano le vere potenzialità di queste innovazioni con eventi, workshop e webinar informativi.

Le attività della Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino non si fermeranno qui e il 2022 si prospetta come un anno ricco d’iniziative importanti.

Senza anticipare troppo, a breve si aprirà la Call4Acceleration di Digital Magics, nell’ambito di CTE NEXT, finalizzata ad accelerare il percorso di crescita di start-up già costituite o costituende, in fase di definizione di “Minimum Value Product” o di prime traction sul mercato, fornendo investimenti, consulenza strategica, network d’investitori corporate e strumenti.

Sono molte inoltre le opportunità di formazione che i partner di CTE metteranno a disposizione del territorio nei prossimi mesi. Come ad esempio i corsi erogati dall’Università di Torino in partenza a febbraio, dal Politecnico di Torino, dal CIM 4.0, da Talent Garden, nonché le pillole informative sui trend tecnologici e sui modelli di business nei settori strategici di CTE NEXT: Smart Mobility – terrestre ed aerea -, Industria 4.0 e Servizi Smart City. Il tutto finalizzato a formare gli imprenditori e i lavoratori digitali di domani.

Anche nel 2022 CTE NEXT opererà sempre in dialogo e in sinergia con gli altri attori dell’ecosistema e con un mix di partner locali e internazionali, in particolare con OGR TORINO uno degli stakeholder della Casa delle Tecnologie Emergenti e principale hub dell’innovazione torinese, con cui sono in corso sinergie su alcuni programmi di accelerazione. Fra queste si segnala la ormai consolidata partnership con Techstars, avviata dal 2020 tramite il partner Intesa Sanpaolo Innovation Center: da quest’anno si ampliano le opportunità di facilitazione all’urban testing e di supporto trasversale già offerte nell’ambito di Torino City Lab, grazie agli asset e facilities di CTE NEXT.

La Città di Torino supporta inoltre Impact Deal, il primo programma di accelerazione per imprese a impatto sociale e ambientale a livello europeo, lanciato il 3 febbraio e realizzato in OGR TECH in collaborazione con TOP-IX, Impact Hub, Ashoka e The Data Appeal Company. In questo caso, CTE NEXT collaborerà all’interno del “Data Club”, mettendo a disposizione dati pubblici d’interesse urbano, oltre a favorire sinergie con le risorse, asset e skills del partenariato a supporto  dei percorsi di formazione e mentorship, per accelerare l’impatto sociale e ambientale delle imprese selezionate.

Sarà dunque un anno ricchissimo di opportunità per innovare in modo radicale la Città di Torino, creando nuove possibilità d’impresa, partecipando in questa corsa di trasformazione digitale, in cui CTE NEXT sarà sempre protagonista.

Uno sportello per i dipendenti del Mauriziano colpiti da “nebbia cognitiva” da Covid

Si definisce “nebbia cognitiva” e colpisce più del 30% delle persone che hanno contratto il Covid. Ora il Servizio di Psicologia dell’ospedale Mauriziano apre uno sportello per i propri dipendenti affetti presumibilmente da “nebbia cognitiva” da Covid.

Affaticamento, stanchezza fisica e mentale, mancanza di energia, debolezza muscolare, rallentamento, sonnolenza, difficoltà di concentrazione: questi sono alcuni degli effetti che i pazienti che hanno contratto il COVID-19 possono sperimentare unitamente a depressione, ansia e labilità emotiva.

Tale quadro clinico, che colpisce più del 30% delle persone che hanno contratto il COVID, è stato definito dalla letteratura specialistica “nebbia cognitiva”. Tale sintomatologia sembra persistere per molti mesi dopo la malattia ed avere un impatto negativo sulla vita relazionale, sociale e lavorativa.

Per gli operatori sanitari tali effetti si sommano ad elevati livelli di stress ed ansia collegati all’attività lavorativa in tempo di pandemia, al carico non solo fisico ma anche emotivo dell’essersi presi cura dei pazienti isolati, spaventati dalla impossibilità dei caregivers di accompagnare il proprio caro nella fase terminale della  vita.

Per questi motivi il Servizio di Psicologia dell’ospedale Mauriziano di Torino offre la possibilità di una valutazione e, eventualmente, un trattamento di potenziamento cognitivo, ai dipendenti che hanno contratto il virus e che percepiscono ancora oggi tali difficoltà, ovviamente non collegabili a pregresse cause neurologiche .

E’ ancora attivo l’intervento psicologico per i dipendenti che riconoscono difficoltà emotive collegate all’infezione Covid: vissuti di isolamento, incertezza, timore nel riprendere le normali attività possono essere collegate ad esiti post-traumatici che richiedono di essere riconosciuti e trattati.

Per usufruire di tali interventi occorre telefonare al Servizio di Psicologia, specificando di essere un dipendente e di richiedere una visita per “nebbia cognitiva” o difficoltà emotive post-COVID.

I numeri a cui far riferimento sono: 011 5082633/ 2687/ 2473.

Torino Città Creativa del Design. Presentati i protocolli World Design Library e Torino Automotive Heritage Network

Nel corso di un incontro con la comunità locale del Design sono stati presentati oggi due protocolli d’intesa: il primo con il Politecnico di Torino per l’attuazione della World Design Library (WDL) – biblioteca pubblica di riferimento nazionale e internazionale per l’approfondimento, lo studio e la ricerca nel campo del Design e della sostenibilità ambientale – e il secondo con Politecnico di Torino, ISMEL, Museo Nazionale dell’Automobile e Turismo Torino per avviare il progetto Turin Automotive Heritage Network (TAHN), mirato alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale legato all’industria dell’automotive torinese.
A questi si aggiungono altre importanti azioni in via di definizione: la partecipazione all’Osservatorio sul Design per monitorare con dati e analisi costanti l’andamento e l’impatto dell’indotto del Design a Torino e sul territorio piemontese; la stipula di un Protocollo d’Intesa per la realizzazione di un Centro Studi dedicato alla storia del Design, per valorizzarne il patrimonio storico regionale; la programmazione di Torino Design of the City 2021 con il Tavolo Consultivo del Design che tornerà a metà settembre.

“Il Design rappresenta un asset importante per la città e l’Amministrazione comunale, in questi anni, ha investito in questo campo sia per costruire relazioni stabili che consentissero una maggiore efficacia nei rapporti nazionali e internazionali, grazie al riconoscimento UNESCO di Città Creativa per il Design, sia per dar vita a progetti permanenti che arricchissero il territorio e generassero iniziative concrete e di lungo periodo – dichiara Francesca Leon, assessora alla Cultura del Comune di Torino – . La sintesi dei protocolli d’intesa che presentiamo oggi è la base su cui diversi rilevanti enti si impegnano in modo congiunto alla collaborazione, alla valorizzazione del Patrimonio comune e allo sviluppo di progettualità congiunte. Siamo soddisfatti di questo traguardo che restituisce pubblicamente la volontà e l’impegno allo sviluppo del Design nel nostro territorio come leva di progettazione e comunicazione strategica”.

“Siamo lieti di sostenere un progetto sull’eredità automobilistica di Torino, un territorio da sempre all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione dell’automotive – afferma Alberto Sacco, assessore al Turismo della Città -. Il progetto TAHN ha lo scopo di posizionare Torino come destinazione turistica primaria legata alla storia dell’automobile attraverso il censimento e la valorizzazione dei luoghi in cui il settore si è sviluppato a partire dall’Ottocento. Non solo una meta turistica, in quanto il capoluogo piemontese è sede di raccolta fisica e digitale degli archivi storici del settore delle collezioni, ma anche luogo di attrazione per nuovi investimenti verso la mobilità sostenibile, il car service design e la digital transformation”.

Dopo essere stata nominata nel 2008 prima World Design Capital dalla WDO (World Design Organization), nel 2014 Torino ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di Città Creativa UNESCO per il Design, unica città italiana all’interno di questa categoria. La designazione ha rappresentato una visione del futuro della città, che parte da un passato legato al car-design e ad una vocazione prettamente industriale, ma che guarda a una nuova strategia, aperta all’innovazione nei settori della tecnologia, della cultura e del turismo.

Attualmente la Città fa parte del coordinamento Città Creative UNESCO Italia e del cluster internazionale delle Città Creative UNESCO per il Design.

In questi anni l’Amministrazione comunale ha realizzato numerose iniziative internazionali per approfondire e condividere esperienze e collaborazioni e ha dato vita al Tavolo Consultivo del Design, un organismo di consultazione permanente a cui partecipano oltre 50 istituzioni pubbliche e private, associazioni di categoria, enti di formazione, archivi e musei.

Una ricerca sull’indotto del Design torinese condotta nel 2020, coordinata dal Circolo del Design in accordo con la Città di Torino e con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di Commercio, realizzata dalla Fondazione Santagata, ha messo in evidenza punti di forza e di debolezza del comparto, aiutando a definire i possibili assi strategici a favore dello sviluppo della filiera da cui è composto. In estrema sintesi, gli assi strategici individuati sono stati: Design e Sostenibilità, Design e Ambiente, Design e Tecnologie, Ricerca e Sperimentazione.

Inoltre, uno degli obiettivi che da sempre sono stati particolarmente importanti per la Città – in continuità con il passato, ma con la dichiarata volontà di un’evoluzione – è la necessità di implementare le relazioni, le collaborazioni e le sinergie a livello locale, nazionale, internazionale.

In ambito WDO Torino ha ospitato la WDO General Assembly nel 2017 e ha partecipato al WDO Design Capital a Lille nel 2020. È poi stata Città Ospite d’Onore al Madrid Design Festival nel 2020. Dalla designazione di Torino Città Italiana Unesco per il Design sono stati realizzati molti eventi, seminari, workshop, forum internazionali. Tra questi ricordiamo la presentazione di Torino quale città creativa alla sede UNESCO di Parigi nel 2019, l’Annual Conference delle Città Creative UNESCO che si è svolta a Fabriano dal 10 al 15 giugno dello stesso anno dove Torino ha coordinato il Padiglione del Design, così come la partecipazione della Città agli Annual Meeting e ai Cluster Meeting che si sono svolti a partire da 2015, nonché i forum internazionali organizzati nel 2015, 2017, 2018, 2019, 2020. Inoltre la collaborazione e la cooperazione tra le Città Creative UNESCO – in particolare tra quelle del cluster del Design – è un grande valore per Torino che negli anni ha partecipato a progetti e call internazionali ricevendo numerosi premi e attestazioni.

World Design Library (WDL)

Questa iniziativa – che nasce dalla formalizzazione di un Protocollo d’Intesa tra la Città (Biblioteche Civiche Torinesi) e il Politecnico di Torino – rappresenta uno degli obiettivi della “Città Creativa UNESCO” e, contemporaneamente, risponde alla volontà del Comune di Torino di aggregare in un unico luogo sia fisico (da questo punto di vista un’occasione è rappresentata dalla progettazione della nuova sede della Biblioteca Civica Centrale presso Torino Esposizioni) sia digitale, la cultura e il patrimonio documentario del Design dando così vita a uno spazio e a una piattaforma destinati allo studio, alla divulgazione e alla ricerca per coloro che operano nel settore, oltre che a un luogo di conoscenza della cultura del Design accessibile a tutti.

Sono due in particolare i temi che WDL intende valorizzare attraverso la conservazione e la catalogazione dei documenti (intesi come disegni, schizzi, modelli, prototipi, brevetti, libri, lettere, riviste, manifesti, foto e audiovisivi): la sostenibilità e la mobilità/il car-design.

Una raccolta documentaria che diventerà un punto di riferimento nazionale e internazionale – raccogliendo e collegando i patrimoni librari e archivistici della Città e del Politecnico, di aziende, professionisti e studi professionali – e che sarà messa a disposizione di tutti anche attraverso il catalogo delle Biblioteche Civiche Torinesi.
World Design Library, inoltre, sarà l’occasione per creare un ulteriore legame progettuale tra gli spazi e i servizi dedicati alla formazione universitaria, alla ricerca e quelli della nuova Biblioteca Civica Centrale e del Teatro Nuovo.

World Design Library, inoltre, farà parte di un network di Libraries collegate alla rete delle “World Design Capitals” (Seoul, Helsinki, Cape Town, Taipei, Mexico City, Lille) e potrà contare sia sulla collaborazione di una serie di istituzioni locali e nazionali vicine al mondo della cultura e dell’industria, sia sul sistema delle biblioteche e degli archivi italiani e internazionali, diventando così un punto di riferimento anche per l’intero sistema bibliotecario e archivistico cittadino.

Torino Automotive Heritage Network (TAHN)

Il progetto TAHN – che vede coinvolta la Città insieme a Politecnico di Torino, Museo Nazionale dell’Automobile, Turismo Torino e ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti Sociali) – intende valorizzare il patrimonio storico, materiale e immateriale, relativo all’Automotive di Torino, dal passato al futuro, nella prospettiva di sviluppo e integrazione delle conoscenze, di diffusione e organizzazione a disposizione della cittadinanza e del turismo culturale.

L’iniziativa vuole identificare il capoluogo piemontese sia come destinazione turistica primaria legata alla storia dell’automobile, attraverso il censimento e la valorizzazione dei luoghi in cui il settore si è sviluppato a partire da fine Ottocento, sia come luogo di attrazione di investimenti e di nuove imprese innovative del settore (digital transformation e ICT, car e service design, mobilità sostenibile e manifattura additiva) e di giovani che intendono specializzarsi nelle discipline ad esso collegato, sia come sede di raccolta fisica e digitale degli archivi storici e tecnici del settore delle collezioni, funzionale ai due punti precedenti.

Il Protocollo d’Intesa, che stabilisce termini e condizioni attraverso cui gli enti interessati supporteranno il progetto nell’ambito delle azioni di Torino Città UNESCO per il Design, è stato siglato lo scorso aprile e avrà una durata quinquennale.

A una Cabina di Regia, coordinata dalla Città e formata da rappresentanti degli enti firmatari, spetterà la definizione degli indirizzi, la valutazione sull’ingresso di nuovi soggetti e la ricerca delle risorse finanziarie; potrà avvalersi del contributo di esperti anche esterni, con la possibilità di estendere la partecipazione ad altri attori.

Il Comitato Scientifico, invece, sarà espressione del Politecnico di Torino, che ne coordinerà le attività e di ISMEL con il ruolo di individuare, sviluppare e validare i contenuti scientifici relativi al progetto, in collegamento con le reti scientifiche locali e nazionali.

Il Museo Nazionale dell’Automobile coordinerà la progettualità, trasferendo le linee strategiche in azioni operative, mentre Turismo Torino e Provincia fornirà gli strumenti operativi e le azioni necessarie per tradurre in opportunità di conoscenza per cittadini e turisti il progetto, in un’ottica di turismo sostenibile e integrato.

Torino Design of the City 2021

Le Torino Design Weeks torneranno da metà settembre a fine ottobre con un ricco calendario di appuntamenti, in fase di definizione, che vedranno il coinvolgimento di attori del territorio che si occupano di valorizzare il design, la cultura e la creatività, accanto a ospiti delle reti internazionali attivate dalla Città e a esperti.

Qualche anticipazione…
Tra le iniziative in programma la tappa torinese del workshop internazionale Automotive Project (16 e 17 ottobre), in contemporanea con European Mobility Lab e Torino Mobility Living Lab, con i rappresentanti delle Città di Graz, Kortrijk, Detroit, Nagoya, Geelong e Saint-Étienne. Un progetto in collaborazione con l’Area Mobilità e il Laboratorio Città Sostenibile dell’Area Educativa, il Politecnico di Milano, e altri enti.
Strategie e azioni per una filiera, incontro pubblico dedicato ai protagonisti della filiera del design torinese: imprese, studi, professionisti, formatori per un momento di ascolto reciproco, scambio, condivisione di prospettive.
Appuntamenti nazionali organizzati dal Comune di Torino come l’incontro Città Creative UNESCO Italiane e un evento organizzato insieme alle città di Biella e Alba nell’ambito del “Festival Arcipelago”.
La quinta edizione (8-10 ottobre) di Utopian Hours “The 1.000 minute city (The city is everywhere)”, il primo festival internazionale di city making in Italia curato da Torino Stratosferica.
Graphic Days® che tornerà a settembre con Touch!, rassegna dedicata al tema della riconnessione tra i sensi nella comunicazione visiva.
Continueranno inoltre gli appuntamenti online e offline del Circolo del Design ispirati al tema Humanizing technology. L’umanizzazione della tecnologia è la grande sfida che il progresso tecnologico sta affrontando dal punto di vista etico, economico, sociale e ambientale: cosa può fare il design?
E infine: mostre, incontri, rassegne, workshop, eventi, tour e itinerari realizzati con gli Enti del Tavolo del Design.

Atelier Riforma, la moda sostenibile che protegge il pianeta

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

La start up creata da due giovani imprenditrici promuove l’economia circolare, l’inclusione e l’occupazione ridando una nuova e preziosa vita ai capi di abbigliamento usati.

E’ davvero straordinaria l’idea di Elena Ferrero e Sara Secondo, due giovani e laboriose imprenditrici conosciutesi durante il percorso formativo della Fondazione CRT “Talenti per l’impresa”, che con Atelier Riforma, la loro start up innovativa e a vocazione sociale nata nel maggio 2020, lavorano per preservare l’ambiente con il tentativo di frenare l’impatto drammaticamente negativo, soprattutto quello legato al consumo e all’inquinamento della risorsa idrica e allo sfruttamento delle risorse naturali, che il settore moda ha sul nostro ecosistema. Qualche esempio? Per fare una t-shirt servono 2700 litri d’acqua (la stessa quantità che ne utilizza una persona per vivere 2 anni e mezzo), il settore mondiale del tessile utilizza ogni anno all’incirca 79 miliardi di m3 d’acqua, l’intero fabbisogno d’acqua dell’economia europea nel 2017 è stato di 266 miliardi di m3.
Si stima che il comparto tessile sia responsabile del 20% dell’inquinamento acquifero mondiale mentre per quanto riguarda le emissioni, la valutazione dice che il 10% di quelle globali di gas a effetto serra siano causate dalla produzione di vestiti e calzature (più di quelle di tutti i voli internazionali e della navigazione marittima messe assieme!). I dati del 2017 ci dicono inoltre che l’acquisto di indumenti nel nostro continente determina ogni anno l’emissione di 654 kg di CO2 per persona e parlando di rifiuti i dati sono ugualmente allarmanti, dal ’96 ad oggi, infatti, il numero di vestiti acquistati in Europa per persona è aumentato del 40% (a causa dei bassi prezzi e dell’elevato turnover della fast fashion). I cittadini europei ogni anno usano 26 kg di vestiti e ne buttano circa 11 kg, la maggior parte di questi vengono bruciati o destinati alle discariche (87%), meno dell’1% viene riciclato in nuovi capi di abbigliamento anche a causa di mancanza di tecnologia ed efficienza nella gestione della filiera.

Atelier Riforma raccoglie gratuitamente capi usati, li riqualifica ridandogli una nuova vita stilistica per poi metterli in vendita attraverso il negozio online con una certificazione di tracciabilità. Questa azienda rivoluzionaria vuole lanciare un messaggio forte che mira alla sensibilizzazione e spinge verso una moda sostenibile e circolare che grazie al potere rivitalizzante del riciclo permette il riutilizzo dei vestiti che troppo presto vengono abbandonati nella spazzatura o dismessi senza consapevolezza.
Elena e Sara, 28 e 30 anni, non si sono fatte scoraggiare dal difficile periodo pandemico, hanno cominciato a raccogliere i capi usati e in un anno hanno creato una rete che conta, sul tutto il territorio nazionale, più di 20 realtà sartoriali, dato nuova vita a più di 700 capi d’abbigliamento e creato una attività produttiva e una organizzazione trasparente e sostenibile. Tra le realtà coinvolte nel progetto ci sono oggi anche 5 sartorie sociali che sostengono l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate come migranti, ex-detenute e donne vittime di violenza; una azienda profit quindi ma con una consistente attitudine alla inclusione, alla creazione di occupazione e alla lotta contro l’inquinamento di cui si sente tanto parlare.
Atelier Riforma, arrivata seconda alla RomeCup 2021 di Fondazione Mondo Digitale e Invitalia e attualmente tra i finalisti del “Green Skills Award” dell’European Training Foundation (unico progetto italiano in finale), sta lavorando inoltre ad una tecnologia di Intelligenza Artificiale per la catalogazione e lo smistamento degli scarti tessili che consenta di utilizzare questo modello circolare di attività in maniera diffusa. Entro il 2025 in tutta l’Unione Europea sarà infatti obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili e questo lavoro di ricerca farebbe dell’Italia un paese all’avanguardia nel cambiamento di normativa nel settore.

3 domande a Elena Ferrero

Cosa vuole dire creare una azienda in controtendenza, che promuove l’upcycling e il riutilizzo dei capi di abbigliamento, in un periodo in cui impera il consumismo compulsivo, la fast fashion e la tendenza all’usa e getta?
E’ certamente una sfida. Se facciamo riferimento al momento storico sicuramente la pandemia, con tutti i timori in termini di igiene e sicurezza che si sono accentuati con l’emergenza sanitaria nell’ultimo anno, non aiuta un’iniziativa che propone capi usati. Ovviamente, come già avveniva nel periodo pre-Covid, abbiamo posto molta attenzione a questo aspetto; a tal proposito vorrei anche evidenziare che i vestiti nuovi in vendita nei negozi non sono più puliti di quelli usati.
Riguardo invece alla questione legata alla tendenza di acquisto siamo consapevoli che non è facile mettersi in competizione con giganti del fast fashion o con un orientamento così radicato all’acquisto compulsivo e usa e getta, inoltre molte aziende cadono nel “GreenWashing”, ovvero astute attività di marketing che cavalcano il trend dell’ecologia senza un impegno realmente concreto. Vediamo spesso , soprattutto in occasione di particolari “Giornate Mondiali” come quella della Terra o dell’Ambiente, brand che pubblicizzano micro-progetti apparentemente virtuosi volti alla sostenibilità per poi, nella pratica, continuare a produrre la maggior parte delle proprie collezioni con processi criticabili dal punto di vista etico e ambientale. Una grande parte della popolazione, purtroppo anche quella più attenta, si lascia ancora incantare da queste pseudo buone azioni e noi vogliamo rispondere a tutto questo cercando di fare informazione e sensibilizzare attraverso i social, i media, facendo podcast ed interviste.

La beneficenza attualmente è un tema molto significativo e una pratica diffusa che spesso dà anche molta visibilità. Perché fondare una azienda “profit” che vende capi riformati invece di una “no profit” che raccoglie e dona?

La donazione dei vestiti è un argomento nella realtà poco conosciuto soprattutto l’enorme problema sociale e ambientale legato ai capi usati dismessi. Tante persone pensano che regalare i propri vestiti sia una azione unicamente virtuosa, noi a nostra volta ne riceviamo moltissimi da privati o associazioni che ne hanno accumulati troppi e che affermano che “non ci sono abbastanza poveri per tutti i vestiti usati donati”. In realtà il problema è che il mondo è letteralmente invaso dai rifiuti tessili e disfarci di altri capi usati non fa altro che ingigantire il problema, questo perché questi vestiti raccolti nel nostro Paese (così come in Europa e negli USA), di bassissima qualità a causa della fast fashion, vengono per la maggior parte esportati in Africa o in altri Paesi del Sud del mondo. La questione è che stiamo trasformando quei continenti nella nostra discarica considerato che la maggior parte dei capi viene buttato e i restanti che vengono rivenduti, non donati come si potrebbe pensare, hanno prezzi bassissimi, così che l’economia tessile locale viene messa in seria difficoltà. Molti stati africani stanno mettendo dei divieti nell’importazione di vestiti usati nei loro Paesi, perché la situazione non è più gestibile. Stiamo spostando le conseguenze del nostro stile di vita consumistico in altri continenti senza provare a risolvere qui il problema o a cambiare approccio. La beneficenza non è sempre una soluzione, semplicemente perché per problemi complessi come questo ci vogliono soluzioni altrettanto complesse.
La sensibilizzazione su questo argomento si fa mostrando le immagini della situazione reale, portando trasparenza nella filiera, cercando di eliminare le infiltrazioni della criminalità organizzata ed eliminando la mala gestione dei rifiuti tessili. Senz’altro una piccola startup non può fare tutto da sola, ma può dare un input alla creazione di regolamentazioni più stringenti e controlli capillari da parte delle autorità competenti.

 

In un momento difficile come quello che stiamo vivendo voi avete deciso con molta determinazione di dare vita ad una azienda articolata che ha alla base una idea innovativa. Quali sono stati gli stimoli e gli impulsi motivanti? Cosa si sente di consigliare, a titolo pratico, ai giovani che hanno idee e obiettivi di business che vogliono perseguire?

Lo stimolo più grande che ci ha portato ad avviare il progetto è stato il capire che di questo tipo di cambiamenti c’è estremo bisogno. Forse in controtendenza con la maggior parte del mondo start up, abbiamo concentrato l’attenzione sui risvolti ambientali e sociali che avremmo assicurato con il nostro lavoro, più che lanciarci in spavalde previsioni di crescita economica esponenziale. Ai ragazzi, che spessissimo incontro nelle nostre numerose attività divulgative, consiglio sempre di non tenere le loro idee nascoste. Di parlarne, di condividere i propri progetti senza paura che qualcuno “rubi” loro l’idea. Ciò che conta, lo abbiamo capito con Atelier Riforma, non è l’idea, ma se la si porta a termine e come. Serve costruirsi una solida rete, utilizzando i social in modo corretto, e imparare il più possibile. Più nel concreto, noi siamo andate per gradi, Sara ed io, abbiamo prima seguito un percorso formativo sul mondo start up, formulato la nostra idea prima nella nostra mente, poi sulla carta e infine abbiamo proseguito con test e tentativi, inizialmente affiancando questo “sogno” alle nostre precedenti attività lavorative e in seguito dedicandoci interamente ad esso. Bisogna considerare che l’idea è qualcosa in continuo mutamento e non bisogna necessariamente “innamorarsi” della visione iniziale, ma trasformarla in risposta agli stimoli esterni, finché non diventa la soluzione migliore per risolvere il problema da cui si è partiti.