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Empoli-Torino, i precedenti

La partita Empoli-Torino di questa giornata di campionato (ore 15) sarà il confronto numero 9, in Serie A in casa dei toscani, tra gli empolesi e il Toro: il bilancio vede avanti i padroni di casa, con due vittorie a zero (sei, invece, i pareggi)
 
L’Empoli è, ovviamente, in vantaggio anche nel computo delle reti realizzate: 6-3. Il primo “incrocio” tra le due compagini ha luogo nella stagione 1986-’87 (la prima degli empolesi in massima divisione), alla ventesima giornata (1° marzo 1987), concludendosi col successo dei padroni di casa per 2-0, grazie alle realizzazioni di Francesco “Ciccio” Baiano al 5′ e di Corrado Urbano al 15′. Cinque pareggi nei successivi cinque confronti: allo 0-0 della stagione successiva (ventiseiesima giornata, 17 aprile 1988) fanno seguito l’1-1 del 2002-2003 (sedicesima giornata, 11 gennaio 2003) e tre 0-0 consecutivi, nelle stagioni 2006-2007 (trentatreesima giornata, 22 aprile 2007), 2007-2008 (tredicesima, 25 novembre 2007) e 2014-’15 (quindicesima, 15 dicembre 2014). Gli empolesi tornano alla vittoria nel 2015-’16, con un 2-1 alla trentottesima (ultima) giornata (15 maggio 2016, con rete granata opera di Joel Obi al 56′), mentre nel 2016-’17 si registra un nuovo pareggio: 1-1 alla ventitreesima giornata (5 febbraio 2017), col Toro avanti all’11’ con Andrea Belotti, ma raggiunto al 45′ da un guizzo di Manuel Pucciarelli. Le due compagini si sono, inoltre, affrontate in Toscana anche in Serie B (sei volte) e in Coppa Italia (due). Anche il computo delle sfide in Serie B vede i toscani condurre: quattro vittorie a zero, col “contorno” di due pareggi. I successi empolesi sono il 2-0 del 1996-’97 (quarta giornata, 29 settembre 1996), il 2-1 del 2000-2001 (trentacinquesima, 20 maggio 2001), il 3-0 del 2004-2005 (undicesima, 30 ottobre 2004) e l’1-0 del 2011-’12 (trentatreesima, 31 marzo 2012). I due pareggi sono, invece, lo 0-0 del 2009-2010 (ventitreesima, 22 gennaio 2010) e l’1-1 del 2010-’11 (quarantunesima, 20 maggio 2011, con la realizzazione granata opera di Antimo Iunco al 3′). Il conteggio delle reti vede, quindi, i padroni di casa condurre per 9-2. Ed eccoci alla Coppa Italia, manifestazione nella quale si registra l’unico successo granata in casa degli azzurri di Toscana. L’unica vittoria del Toro sul campo degli empolesi risale, infatti, all’edizione 1984-’85 della Coppa nazionale, per la precisione alla quinta giornata del girone eliminatorio: 1-0, datato 9 settembre 1984, con rete di Leo Junior al 56′. Parità, invece, nel successivo confronto, valido quale gara d’andata del secondo turno dell’edizione 2002-2003: il 26 settembre 2002 termina 1-1, coi padroni di casa a segno al 18′ con Massimiliano Cappellini, ma raggiunti al 91′ da Simone Vergassola. I due confronti di Coppa, quindi, vedono il Torino imbattuto, con una vittoria e un pareggio, con due reti realizzate e una sola subita. In totale, tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, in quel di Empoli si contano 16 confronti tra azzurri e granata, coi toscani nettamente avanti: 6 vittorie, contro l’unica dei torinisti (9, invece, i pareggi). Gli empolesi conducono largamente anche nel conteggio delle marcature: 16-7.

Giuseppe Livraghi

Rapina e sequestro di persona: due arresti

Sono stati intensificati i controlli dei Carabinieri di Torino in tutto il territorio della Città Metropolitana, con finalità sia di prevenzione che di contrasto ad ogni forma di illegalità, durante il primo ponte delle festività pasquali che si concluderanno mercoledì primo maggio”
L’attività dei militari dell’Arma ha già consentito, nelle ultime ore, di arrestare due stranieri (1 serbo e 1 croato), di 37 e 57 anni,  in Italia senza fissa dimora, per rapina con sequestro di persona. È accaduto nel capoluogo piemontese, in via Buniva nei confronti del custode della Scuola Elementare “Leone Fontana”. I due rapinatori stranieri, con i volti coperti da sciarpa e cappellini, dopo essersi introdotti nell’abitazione del complesso scolastico, hanno minacciato il custode per poi immobilizzarlo a letto con delle fascette e rubargli un orologio, una radio portatile, denaro contante e telefoni cellulari custoditi in casa. La moglie del custode, prima che i malviventi si accorgessero della sua presenza nell’appartamento, è riuscita a scappare in strada e a chiedere aiuto a una pattuglia in transito della Compagnia Torino San Carlo, attirata dalle grida della donna. I due stranieri si sono dati ad una inutile fuga, perché sono stati subito rintracciati e bloccati dai carabinieri. Recuperata parte della refurtiva. A poche ore di distanza, nel quartiere Mirafiori, un albanese di 31 anni è stato invece arrestato dai carabinieri della locale Compagnia per detenzione illegale di armi e munizioni, nonché per ricettazione. Nelle sua abitazione i militari hanno trovato una pistola SIG Sauer cal. 7,65, di fabbricazione clandestina, completa di 3 caricatori e 28 pallottole. L’arma sarà inviata al Ris di Parma per verificarne l’utilizzo in recenti episodi delittuosi occorsi nell’hinterland. Infine, tre giovanissimi pusher ghanesi arrestati sono il bilancio di un blitz antidroga operato in borghese dai carabinieri della Compagnia di Torino Oltre Dora tra via Montanaro e via Scarlatti. Decine le dosi di eroina e cocaina sequestrate.

M.iar.

Anarchici, otto denunciati. Sequestrati coltelli, passamontagna, caschi

In occasione della manifestazione anarchica internazionale che si sta tenendo a Torino, nella mattinata sono state denunciate altre 8 persone
In via Cimarosa, 4 cittadini francesi di 32, 31, 29 e 25 anni sono stati denunciati in stato di libertà per porto di armi o oggetti atti a offendere. Per lo stesso reato, sono stati anche denunciati una cittadina olandese di 34 anni e un cittadino belga di 28 anni, entrambi fermati in piazza Sofia. In via Tollegno, invece, è stata fermata una cittadina italiana di 25 anni, denunciata poi per resistenza aggravata e porto di armi o oggetti atti a offendere. In via Pavia angolo via Alessandria è stato, invece, fermato e denunciato un cittadino italiano di 30 anni sempre per il porto di armi o oggetti atti a offendere.
Nel corso dell’attività è stato acquisito e sequestrato il seguente materiale:
2 coltelli;
2 occhiali da piscina;
2 passamontagna;
3 k-way;
2 parastinchi;
4 paio di guanti;
1 sciarpa;
2 lampadina frontale;
1 confezione di gastroprotettore;
11 barattoli di smalto;
1 cuffia da piscina di colore nero;
25 bombolette di vernice spray;
14 fialette di vetro di solfato di ammonio utilizzato per alleviare gli effetti dei lacrimogeni;
3 fiale di plastica da 5 ml contenenti cloruro di sodio;
1 paio di occhiali da sole;
2 pantalone in nylon;
1 scaldacollo in pile nero;
1 casco;
4 maschere da sci/sub;
1 maschera da snowboard;
1 paio di occhialini in plastica;

24 bende mediche; 5 rotoli di garza elastica; 2 mascherine in tessuto; 26 soluzioni fisiologiche; 1 bomboletta di ghiaccio spray; 1 flacone di soluzione cutanea contro bruciature; varie garze mediche; 1 flacone di acqua ossigenata; 1 confezione di antidolorifici; 5 paia di guanti in lattice;
1 pantalone da moto nero;
1 paio di guanti da moto;
1 tuta blu;
1 maglia da lavoro;
1 paracollo;
2 cappellini.
Il Questore di Torino ha emesso altri tre fogli di via dal capoluogo piemontese. Complessivamente, sono 4 le persone arrestate, 9 quelle denunciate in stato di libertà e 8 i fogli di via emessi.
 

Ferocia inaudita da parte di ragazzini per rubare 5 euro

DALLA LOMBARDIA 
Ferocia e violenza solo per rubare, come è successo, un cappellino o  5 euro. Il giudice: “Le modalità con le quali sono stati compiuti i reati denotano una particolare ferocia del gruppo, che ha agito come un vero e proprio branco”. Il gip dei minorenni di Milano  ha disposto il carcere  per ragazzini e per quattro  la misura cautelare del collocamento in comunità, per diversi episodi di percosse,  minacce, rapine nella zona di Abbiategrasso.

A CRESTA ALTA CONTRO IL BULLISMO: “CHI DONA, VOLA!”

TORNA LA TERZA EDIZIONE DELL’EVENTO ORGANIZZATO DA GIRARROSTI SANTA RITA CONTRO IL BULLISMO. OBIETTIVO: DIVERTIRSI E RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DI FONDAZIONE FORMA ONLUS

 

Con il patrocinio della città di Torino, quest’anno anche con il supporto di Just Eat con un simulatore di realtà virtuale per “volare” di generosità, e insieme all’iniziativa Ristorante Solidale per donare le eccedenze alimentari dell’evento contro lo spreco! Torna anche quest’anno il Generosity Day (G-Day), la giornata di festa e divertimento, che dal 2016 a Torino, raccoglie fondi a supporto di Fondazione Forma Onlus e sostiene la lotta contro il fenomeno del bullismo. Organizzata da Girarrosti Santa Rita – da oltre 50 anni un punto di riferimento della rosticceria all’italiana nel panorama torinese – la giornata all’insegna della generosità vede quest’anno anche la partecipazione di ragazzi e bambini che hanno preso parte al progetto A Cresta Alta contro il Bullismo, con l’obiettivo di dare un contributo importante in termini di formazione sul fenomeno del bullismo e avere un ruolo attivo vicino ai giovani per fare education in modo concreto, divertendosi e facendo anche del bene, tra musica, buon cibo e una camminata “a cresta alta”, ma anche integrando attività nelle scuole elementari e medie. Domenica 14 ottobre, Piazza Castello si animerà dalle 9.00 del mattino fino a sera, invitando tutti a partecipare alla grande raccolta fondi e a tutte le attività dedicate ai bambini, ma anche ai più grandi!

Tema centrale, il Volo. Perché? Perché chi prende parte alla grande crociata in favore di Forma Onlus, ha il merito di elevarsi sopra gli altri! Grazie a Just Eat infatti, l’app per ordinare online pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, che quest’anno partecipa al G-Day per supportare la raccolta fondi, sarà possibile calarsi un’area esperienziale con simulatori virtuali VR, per provare il brivido del volo e superare i propri limiti in totale sicurezza, dimostrando davvero che chi dona vola!La giornata del 14 ottobre sarà quindi protagonista di questo impegno attraverso un programma di eventi, iniziative ed esperienze coinvolgenti che animeranno la piazza: una divertente battaglia dei cuscini, un’esposizione di lavori artistici dei piccoli, lanci con il paracadute, la distribuzione gratuita di prodotti tipici di Girarrosti Santa Rita, musica e una camminata veloce di 3km per le vie del centro città – senza vincitori si intende: sarà un momento di puro divertimento, per un riscatto collettivo contro il bullismo e per valicare i confini del pregiudizio. Disponibile per tutti, con una piccola donazione di 5 euro, ci sarà il “kit del generoso”: t-shirt, sacca e braccialetto ufficiale dell’evento, ma soprattutto il mitico cappellino con la cresta. Girarrosti Santa Rita e Just Eat puntano quindi con il Generosity Day, a una giornata di collaborazione e generosità dedicata ai bambini, con i bambini e soprattutto per i bambini dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino a cui sarà donato tutto il ricavato grazie a Forma Onlus.

 

Ristorante Solidale, no allo spreco

Se si parla di cibo, anche non sprecare diventa fondamentale! Con Just Eat, infatti, Generosity Day partecipa all’iniziativa Ristorante Solidale, il primo progetto di food delivery solidale contro lo spreco alimentare, attivo a Torino dal 2017 con 15 ristoranti partner di Just Eat che ogni mese mettono a disposizione le proprie eccedenze alimentari in favore delle comunità e case accoglienza di Caritas Diocesana Torino. Al termine del G-Day le eventuali eccedenze alimentari di arancini e specialità di rosticceria saranno infatti raccolte e consegnate, grazie anche alla collaborazione di Pony Zero, a due comunità e centri di accoglienza per i senza tetto della Caritas in città, come vere e proprie consegne di food delivery pronte da consumare. Ma non solo: Just Eat raddoppierà il numero di piatti derivanti dalle eccedenze della giornata, al fine di distribuire più piatti possibili e generare inclusione sociale, grazie alle bontà di Girarrosti Santa Rita, e all’insegna della generosità e della condivisione.

Il programma del G-Day nel dettaglio:

  • H. 9.00 ultime iscrizioni
  • H. 10.30 – 12.30 apertura giornata, inizio della distribuzione di vivande al pubblico: somministrazione gratuita con offerta libera di prodotti Girarrosti Santa Rita e delle attività di raccolta fondi in piazza: distribuzione gadget e materiale promozionale
  • H. 12.30 – 13.00 da Piazza Castello partenza e arrivo della camminata; battaglia di cuscini per bambini e adulti; simulatore virtuale di volo (per i maggiori di 12 anni), per adulti e bambini con Just Eat simulatori VR (unici in Italia) per esperienze da brivido con realtà aumentata;
  • H. 13.00 – 14.00 pranzo con prodotti Girarrosti Santa Rita
  • H. 14.00 – 15.00 prosecuzione delle attività promozionali e raccolta fondi, animazione bambini, spettacolo: presentazione e dichiarazione d’intenti, introduzione della raccolta fondi per Forma ONLUS ed esposizione dei lavori artistici dei bambini
  • H. 16.30 – 17.30 lancio da paracadute da parte di professionisti
  • H. 17.30 – 19.00 attività ricreative per i bambini, prosecuzione della raccolta fondi a beneficio della Fondazione Forma ONLUS. Musica live con gruppi emergenti del panorama torinese

La camminata A Cresta Alta contro il Bullismo, che ha avuto molto successo già alla sua prima edizione, raccoglierà il 14 ottobre alle ore 12:30 tutti coloro che stanno sostenendo il progetto, dai ragazzi ai genitori, dagli psicologi agli atleti professionisti, dal comitato scientifico al tavolo di lavoro, per camminare fianco a fianco e portare un messaggio di unione e amicizia, seguendo questo percorso: partenza da piazza Castello, Via P. Micca, Via Cernaia, P.zza XVIII Dicembre, C.so San Martino, P.zza Statuto, Via Garibaldi, arrivo di nuovo in P.zza Castello. Con A Cresta Alta il Gruppo Santa Rita ha raccolto nel 2017 ben 11.000 euro, che ha devoluto interamente a Forma Onlus, l’associazione dei bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

 

La sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione

FINO AL 21 GENNAIO 2019

Una piazza Castello affollata all’inverosimile. Membri del clero, militari, borghesi, nobiluomini e nobildonne con abiti ampi e lussuosi, cappelli e cappellini, popolani e popolane, gente d’ogni età ed estrazione sociale

Tutta la città sembra esser lì. In tanti sono ammassati ai balconi e sui tetti delle case. In piazza, in primo piano, ci sono perfino cagnolini che s’aggirano spaesati o s’accucciano inquieti in attesa che cessi il gran clamore. Sullo sfondo il Palazzo Reale, allora Palazzo Ducale. L’occasione è di festa e di solenne richiamo. 1684: siamo a Torino, nel cuore (già allora) della città e l’occasione è l’Ostensione della Sindone per il matrimonio di Vittorio Amedeo II con Anna d’Orléans. Si apre con questo grandioso dipinto di Pieter Bolckmann (pittore di origini olandesi, operante a Torino dal 1679) la mostra “La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”, inaugurata il 28 settembre scorso nel Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama a Torino, per celebrare la riapertura (dopo quasi trent’anni di lavori seguiti al devastante incendio dell’11 aprile 1997) della restaurata Cappella della Sindone, opera di Guarino Guarini. Curata da Clelia Arnaldi di Balme, conservatore del Museo, con la consulenza scientifica di Gian Maria Zaccone, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia, e allestita sotto la saggia regia di Loredana Iacopino nella Corte Medievale del Palazzo, dove sulla parete di fondo era già ben visibile un affresco raffigurante l’Ostensione del 1642 (che doveva celebrare la fine delle ostilità fra Cristina di Francia, la Madama Reale, e i cognati Principe Tommaso e Cardinale Maurizio), la rassegna mette insieme un’ottantina di pezzi, in cui si riflette la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l’hanno riprodotta, nel corso di cinque secoli, dal 1578, quando il Sacro Lino per volere di Emanuele Filiberto di Savoia fu trasferito da Chambéry a Torino (nella chiesa di Santa Maria del Presepe, dove oggi sorge la chiesa di San Lorenzo), fino ad oggi. Un suggestivo “racconto storico attraverso le arti decorative”: questo vuole essere, per i curatori, la mostra organizzata in collaborazione con il Polo Museale del Piemonte e che s’avvale di opere provenienti dal Castello di Racconigi, dalla Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia che ha sede a Ginevra, oltreché dal Museo della Sindone di Torino e dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. Fra i quadri esposti, molti erano già presenti nel 1931 a Palazzo Madama, in occasione del matrimonio di Umberto di Savoia con la principessa Maria del Belgio. Incisioni, disegni e dipinti su carta, su seta o pergamena, ricami, ghirlande fiorite e insegne processionali: davvero varie le tecniche asservite, nel corso dei secoli, a raffigurazioni realizzate con altrettanto varie finalità. Si va infatti da immagini celebrative dinastiche (che legano a stretto filo la Sindone e i Savoia per i quali il Sacro Lino diventa e si mantiene nel tempo strumento di legittimazione del potere) a lavori – alcuni di alto livello esecutivo, altri più modesti e improvvisati – dagli evidenti scopi devozionali. Dalle opere di pregevole manifattura (vedasi:“La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone” affresco del 1650 attribuito all’astigiano, pittore di corte, Giovanni Grattapaglia o la tempera su pergamena “Sindone presentata da angeli, la Veronica e i simboli della Passione” del bresciano Antonio Parentani, attivo in Piemonte dal 1599 al 1622) ai toccanti e popolari ex-voto. Come la placca d’argento, messa a disposizione dai Musei Reali, rappresentante la Città e realizzata in ringraziamento alla Sindone per aver limitato i danni della peste del 1632, quella di manzoniana memoria, e per un caso salvatasi dall’incendio della cappella del Guarini, dov’era stata “incassata” fino alla metà degli anni Novanta nell’altare del Bertola. Autentico capolavoro, il “Crocifisso” in legno e avorio di Pietro Piffetti, accanto alle raffigurazioni della “Veronica”, personaggio femminile ricordato nei Vangeli Apocrifi (prima guarita da Gesù e poi identificata con la donna che durante l’ascesa al Calvario asciugò il sudore dal volto del Cristo, la cui immagine rimase impressa sul velo così impiegato) e l’incisione di Giovanni Francesco Testa, per la “Prima ostensione della Sindone a Torino alla presenza di Carlo Borromeo” (1578). E poi ancora chicche e documenti storici di notevole rilievo. Fra tutti, provenienti entrambi dal Museo della Sindone: il Cofanetto in legno del XV secolo con decoro in madreperla (che servì a trasportare la reliquia a Torino il 5 settembre del 1578 e in cui il Sacro Lino restò racchiuso fino al 1606) e la macchina fotografica da campo utilizzata dall’avvocato-fotografo astigiano Secondo Pia, il primo a documentare fotograficamente la Sindone nel 1898, con immagini straordinarie che rivelarono per la prima volta la natura di negativo fotografico del Sacro Lino, aprendo di fatto la strada – lunga e ancora oggi incompiuta – alla “storia scientifica” del Sudario.

Gianni Milani

“La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 – www.palazzomadamatorino.it

Fino al 21 gennaio 2019 – Orari: lun. – dom. 10/18, chiuso il martedì.

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Foto:

– Pieter Bolckmann: “Veduta di Piazza Castello in occasione dell’ostensione della SS. Sindone”, olio su tela, 1684
– Giovanni Grattapaglia (?): “La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone”, affresco, 1650 – ph. Paolo Robino
– Antonio Parentani: “Sindone presentata da angeli”, tempera su pergamena, ph. Giorgio Olivero
– Cofanetto XV sec. usato per trasportare la Sindone a Torino, ph.Paolo Robino
– Macchina fotografica portatile appartenente a Secondo Pia, ph. Giorgio Perottino

 

A Mondojuve Fiat Torino Auxilium inaugura un’estate di sport

Sabato 2 giugno alle ore 17 a Mondojuve sono attesi due ospiti d’eccezione della Fiat Torino Auxilium, il numero 23 gialloblù Mohamed Touré e l’assistente allenatore Stefano Comazzi, che inaugureranno una stagione estiva allo Shopping Center di Nichelino/Vinovo ricca di eventi dedicati allo sport e al divertimento per tutti gli sportivi e appassionati in particolare di calcio, basket e Formula 1Fino a domenica 29 luglio i visitatori di Mondojuve potranno infatti provare tre esperienze interattive gratuite dedicate allo sportil Basket Cube, il Soccer Cube e il simulatore di guida F1 Gran Premio VR-1.


 

Nella galleria Diana gli appassionati di pallacanestro potranno cimentarsi con il Basket Cube, un’area di gioco tecnologica in collaborazione con Fiat Torino Auxilium che presenta canestri sospesi e sensori interattivi sul pavimento per mettere alla prova le abilità dei giocatori nel realizzare il maggior numero di canestri in un minuto. Per i migliori classificati in palio maglie, sciarpe e cappellini ufficiali Fiat Torino Auxilium.

 

E tutti i supporter potranno fotografarsi con Ax il Toro, la mascotte ufficiale della squadra nelle giornate del 2, 23 giugno e 7 luglio, e potranno vedere esposta per tutto il periodo di giugno e luglio la Coppa Italia conquistata lo scorso febbraio dalla formazione gialloblù.

 

Nella galleria Artemisia si avrà l’opportunità di vivere il calcio in un modo tutto nuovo con il Soccer Cube dove otto porte si illumineranno casualmente per offrire un’esperienza di gioco sempre diversa e imprevedibile con premi in palio per i primi, secondi e terzi classificati tra cui maglie, sciarpe e mini-palloni.

 

Grande attesa a partire dal mese di luglio in galleria Diana per Gran Premio VR-1, un simulatore di guida di Formula 1 altamente all’avanguardia che permetterà di provare le emozioni della guida in pista, grazie ad un visore di realtà virtuale che immergerà il visitatore al centro dell’azione. Tutte le esperienze saranno accessibili attraverso la Game Pass, una speciale card gratuita richiedibile direttamente presso le postazioni gioco dello Shopping Center che prevede anche la registrazione e la pubblicazione online dei risultati di gioco sul sitowww.mondojuve.it

 

Il Basket Cube e il Soccer Cube saranno aperti tutti i giorni da sabato 2 giugno a domenica 29 luglio dalle ore 16 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 nei fine settimana, il Simulatore di Formula 1 sarà disponibile da sabato 30 giugno a domenica 29 luglio dalle ore 16 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 nei fine settimana.

 

Inoltre, sabato 16 giugno si potranno scoprire in anteprima gli eventi e le attività in programma nella stagione estiva sulle montagne olimpiche del Consorzio Turistico Via Lattea. Nell’area esterna verrà allestita una gimcana con ostacoli realizzata dalla Iron Tibi Mtb School con un percorso che i giovani potranno provare gratuitamente alla presenza del Nazionale Azzurro di MTB Andrea Tiberi.

 

Nell’ambito dell’attività di dog kart del Centro Sleddog Sestriere, i clienti potranno fotografarsi insieme a una muta di splendidi Siberian husky e vivere l’esperienza del Parco avventura Chaberton che permette ai più giovani di imparare ad arrampicarsi su una piccola parete. In esposizione per l’Alpi Motor Resort si potrà ammirare anche una Honda Africa Twin e in collaborazione con Nital Nikon Italia i clienti potranno scattare una foto in sella alla moto e ricevere una stampa fotografica celebrativa.

Il libro sulle mongolfiere

Nella penombra della soffitta, accanto ad un grande armadio tarlato, un vecchio e impolverato baule da viaggio era colmo di vecchie riviste del Touring, cartoline illustrate e libri che parlavano di viaggi, esplorazioni, avventure. Tra i tanti documenti facevano bella mostra di sé alcune annate della “Domenica del Corriere”, con le copertine di Walter Molino e Achille Beltrame. Il permesso di frequentare questo luogo misterioso l’avevo ottenuto dal proprietario della soffitta,l’avvocato Attilio Rosini. Da giovane, quello che nel tempo era diventato uno dei principi del foro di Varese per poi ritirarsi in pensione sul lago Maggiore, aveva collaborato con il Touring Club Italiano. In quegli anni spensierati, prima di darsi all’avvocatura, aveva viaggiato molto, accumulando materiali e documenti. Seduto sulla sua vecchia poltrona, rovistando tra le carte, mi è capitato tra le mani un vecchio libro rilegato: “La storia dei primi voli in mongolfiera“. Presi a sfogliarne le pagine, incuriosito. Volare era stato il sogno degli uomini dalla notte dei tempi. La leggenda di Icaro e la sua triste fine dimostravano che l’ambizione di librarsi nell’aria come uccelli era pressoché irresistibile, nonostante la paura. Già Leonardo da Vinci, con il suo straordinario estro, aveva compiuto studi  sulle leggi dell’aerodinamica, tracciando disegni e modelli di macchine volanti. Ma solo da poco più di due secoli la sfida, perfezionandosi di volta in volta, era entrata nel vivo. “I primi esperimenti di volo in mongolfiera furono fatti il 19 settembre 1783 dai fratelli Mongolfier usando come passeggeri una pecora, un gallo e un’anitra. Riuscirono a volare dentro ad un canestro legato ad un pallone ad aria calda per circa tre chilometri“. I due fratelli, Joseph Michel  e Jacques Étienne nati da  una famiglia di ricchi fabbricanti di carta ad Annonay, un paese  della Francia a sud di Lione,  erano convinti che accendendo un fuoco sotto la bocca del pallone si sarebbe prodotto un gas molto speciale, più leggero dell’aria, che loro ribattezzarono il ”gas dei Mongolfier”. Il loro gas – che Joseph, il più anziano dei due, credeva dotato di una specifica proprietà che definì “lievità” – salendo verso l’alto,  gonfiava l’aerostato e così il rudimentale pallone  s’ alzava in volo tra stupori e incredulità. In realtà, “questo gas non aveva nessuna proprietà magica, ma era solamente aria che al calor del fuoco diminuiva il suo peso specifico e saliva all’interno dell’involucro portando con sé in alto il pallone aerostatico“. Il 4 giugno del 1783 la loro invenzione venne fatta volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di notabili degli “etats particulars“. Il volo coprì la distanza di un paio di chilometri, durò una decina di minuti e raggiunse un’altitudine stimata poco al di sotto di duemila metri.” E così“, riflettevo sfogliando le pagine del vecchio libro, “si era avviata la conquista del cielo“. Anche se, a dire il vero, pure gli italiani ci misero lo zampino. Pare infatti che un toscano di Lucca, Vincenzo Lunari nello stesso periodo delle imprese dei due fratelli francesi,  compì un’ascensione in Inghilterra su un pallone gonfio di idrogeno.

 

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Per il primo vero viaggio in aerostato della storia fu necessario pazientare altri cinque mesi e mezzo, quando a Parigi  – il 21 novembre 1783 – Jean-Francois Pilature de Rozier ed il Marchese d’Arlandes, si cimentarono nell’impresa. Il primo manovrava il velivolo mentre al secondo era toccato il delicatissimo compito di alimentare il fuoco e tenere a bada con una spugna imbevuta d’acqua i carboni ardenti che minacciavano di incendiare la tela dell’involucro. Quando il pallone transitò nel cielo sopra la capitale la folla era in delirio. La palla volante del diametro di circa quattro metri, salì fino a 900 metri di quota e andò dolcemente ad atterrare a venti chilometri di distanza, più o meno là dove oggi sorge l’aeroporto Charles de Gaulle. Un mese dopo, nel dicembre di quell’anno straordinario, toccò all’inglese Cavendish provare il volo con il pallone a gas. Coprì la distanza di 43 chilometri e nell’occasione raggiunse la ragguardevole altezza di 2700 metri, dimostrando così che l’atmosfera si estendeva fino a grandi altezze. Dopo la Francia, l’Italia fu sicuramente il paese che dette il maggior impulso all’aerostatica, e un passeggero romano, salito in volo per la prima volta, disse che“Roma sembrava un campo seminato di pezze bianche come calcinaccio e il Tevere un filo sottilissimo”. Ben presto, l’eco e la tecnologia dilagarono in tutta Europa, “al punto che l’interesse nei meccanismi cinetici dell’atmosfera per la prima volta in quei tempi raggiunse le masse fino a trasformarsi in fattore di moda. La mongolfiera non era soltanto un insolito modo di spostarsi, ma anche un simbolo dei tempi, magari da indossare sotto forma di cappellino o da sfoggiare all’ora del tè stampato su porcellana”. Incredibile. Questo libro mi stava solleticando una certa idea che avrei senz’altro sottoposto al mio amico Roland Duprè, un ingegnere nautico svizzero. Giravo le pagine voluttuosamente, come se in ogni riga si nascondessero fantastiche scoperte. Non avrei mai pensato che uno come me, dotato di buona fantasia ma al tempo stesso abituato a esser realista, subisse con tanta forza il fascino del volo. “Nell’800 l’aerostatica ebbe il suo punto di svolta consolidandosi in poco tempo si diffuse in tutto il mondo. Scienziati e studiosi si misero al lavoro, compiendo ascensioni per migliorare i propri progetti e verificare le loro teorie . Il volo che in assoluto fece più scalpore fu quello di Charles Green che nel Novembre 1836 volò per 18 ore coprendo una distanza di 768 chilometri da Londra a Weilburg, nel ducato di Nassau. Questo aerostato fu costruito utilizzando 1800 metri di seta bianca e rossa e l’involucro conteneva 1981 metri cubi di gas illuminante“. Riposi il libro nel baule e mi allungai sulla vecchia poltrona di cuoio, chiudendo gli occhi. Sì, dovevo proprio parlarne con Roland. Forse lui avrebbe saputo dare una risposta alle mie fantasie.   1° puntata (continua)

Marco Travaglini

Il “Sogno” di Massimiliano Bruno, non troppo anarchico ma divertente

Massimiliano Bruno, sulla strada dei cinquanta, uno dei reucci del nostro cinema d’intrattenimento (è sceneggiatore e regista nonché a tratti attore, ha calcato il palcoscenico, a lui si devono titoli come “Notte prima degli esami” e “Nessuno mi può giudicare”, “Gli ultimi saranno gli ultimi” e “”Beata ignoranza”, certe incursioni in tivù con “I Cesaroni” o con “Boris”, ottimi sodalizi con Cortellesi e Papaleo), ha messo le mani dentro il Sogno di una notte di mezza estate shakespeariano – fino a domenica all’Alfieri per il cartellone del “Fiore all’occhiello” -, adattandolo con la volontà di “rendere più libera possibile la dimensione onirica, anarchica e grottesca”. Che vuol dire questo? Viviamo in tempi sfacciati, del tutto sghembi, stupidamente incrostati, dove tutto ci porta, anche con gli ormai pochi sforzi di un naufrago gruppo di persone, a cancellare la poesia, il silenzioso ritiro all’interno di un bosco, all’inseguimento di questo o quel carattere già bello che codificato. E allora fiato alle trombe, con tutta l’atmosfera di baccano possibile, al limite del rock, di luci che confondono, di azzurri intensi che sfacciatamente prendono il posto della pallida luna, di annebbiamenti che scendono in platea, fastidiosi, a reinventare il sogno, di voci che non essendo più capaci ad arrivare anche al pubblico che sta a fondo sala s’appiccicano quei microfoni sulla guancia che livellano urla e sospiri. (Anarchia?). Poi vivaddio c’è anche una buona dose di comicità (ed è questa che la vince sui tre aggettivi legati alla “dimensione” di cui sopra) che a Bruno regista va riconosciuta e che ci arriva (più nel secondo tempo, il primo s’è parecchio stiracchiato sino al sipario) da un quintetto squinternato e folle capitanato dal Bottom di Stefano Fresi (di gran peso, e non vuol essere una banale battuta fisica), impadronitosi di un linguaggio da componimento poetico stropicciato e ammodernato come meglio non si potrebbe.

La città di Atene, dove l’azione in parte si svolge, è diventa ad opera di Carlo De Marino un impersonale spazio da cui si entra e si esce in totale libertà, delimitato da incolori corde che scendono dall’alto e così la ricostruzione del bosco, dove parcheggiano all’occorrenza un grande carro intrecciato di fiori (ma poco usato) e il lettone di Titania, rifugio amoroso per Bottom per magia costretto alla sua pelosa testa d’asino. Allo scenografo si devono anche i fantasiosi e colorati costumi, di una Ippolita smanicata nel suo abito da sera dorato, pronta a riciclarsi nella favola in una Titania in guêpière nera (nella finale scena delle nozze la ritroviamo, con le altre due coppie che hanno rimesso a posto le primitive scelte amorose, con un imbarazzante immobilismo di tutti quanti, in abito bianco che manco una sfilata di Pignatelli) agli ordini del suo Oberon (prima è stato un Teseo in divisa), maestro di cerimonie in giacca azzurra chissà perché virato verso un’indole “cripto-gay”, pronto a saggiare le parti intime di quei maschietti che gli possano capitare a tiro. Come convincono le invenzioni circensi e fatate messe addosso a tutti gli altri, pantalonacci quadrettati, minuscole chitarre, cappellini e piume. In questa accelerata “anarchica” che il regista ha immesso in questo Sogno, male s’adattano Giorgio Pasotti (Teseo/Oberon) e Violante Placido (Ippolita/Titania), chiusi in un anonimato da cui per l’intero spettacolo non riescono ad uscire. Funzionano al contrario gli innamorati Alessandra Ferrara/Tiziano Scrocca e Claudia Tosoni/Antonio Gargiulo, il quintetto della recita con una sottolineatura in più per la filiforme Tisbe di Dario Tacconelli. Lode incondizionata al Puck di Paolo Ruffini, al ralenti e ragionatore, flemmatico e divertito, dispensatore di massime e della preghiera finale (“Se noi ombre vi abbiamo tediato non prendetela a male…”), che sa giocare con la voce in modo perfetto e che quasi diviene l’ossatura della commedia, costruendosi i vari personali interventi ogni volta come meglio conviene.

 

Elio Rabbione

Chiese e religione nel territorio di confine

Domenica 14 gennaio 2018, alle ore 15.30, sarà presentato l’atteso volume Chiese e vita religiosa a Cocconato. Storia, arte, tradizioni in un territorio di confine del Piemonte centrale, curato dall’antropologo Gianpaolo Fassino e da Franco Zampicinini. Proprio quest’ultimo, intorno al 1985 aveva iniziato una prima indagine sul campo del ricco patrimonio religioso capillarmente presente nel territorio cocconatese, che ha rappresentato il punto di partenza per progressivi approfondimenti sino a giungere, con il nuovo volume, ad un allargamento degli studi dagli edifici di culto alla vita religiosa nelle sue differenti sfaccettature, presentando una lettura non solo artistico-architettonica, ma anche antropologica e sociale della storia comunitaria. È un’opera fondamentale per la storia di Cocconato e più in generale per tutto l’Alto Astigiano e il Basso Monferrato. Attraverso 56 saggi e 24 approfondimenti, scritti da 20 autori (Renzo Bava, Carlo Calosso, Marina Cappellino, Franco Correggia, Cesare Emanuel, Gianpaolo Fassino, Luca Ghiardo, Achille Maria Giachino, Bernardino Elso Gramaglia, Piercarlo Grimaldi, Marta Longhi, Monica Marello, Barbara Massa, Davide Porporato, Valeria Regondi, Aldo A. Settia, Alessia Tabbia, Salvatore Vacca, Giuseppe Vatri, Franco Zampicinini), il volume mette in luce rituali, devozioni popolari, figure di religiosi, storie di famiglie, tradizioni, facendo emergere i complessi e articolati rapporti fra clero e comunità locale. Il volume è l’esito di un originale e prolungato lavoro di ricerca condotto dagli autori sia negli archivi storici che sul territorio, offrendo quindi numerosissimi dati nuovi e inediti.

Grazie al coinvolgimento di studiosi, esperti in specifici campi, è stato così possibile dare forma a questo corposo volume, di 784 pagine, articolato in quattro parti (organizzazione territoriale della chiesa, edifici religiosi, clero, forme e pratiche della vita religiosa) che affronta in modo approfondito e multidisciplinare, anche se inevitabilmente non esaustivo, la sfera religiosa che dall’epoca medievale ad oggi ha interessato l’ambito cocconatese; l’approccio alle diverse tematiche non è stato tuttavia circoscritto alla realtà locale, ma contestualizzato nell’ambito più ampio del Piemonte centrale, tra Monferrato e Collina Torinese. Il libro infatti non racconta solo la storia di Cocconato, ma intreccia vicende di numerosi altri borghi collinari: da Montechiaro d’Asti ad Alfiano Natta, dal Sacro Monte di Crea a Castelnuovo Don Bosco, da Castelletto Merli ad Aramengo. Un’ampia documentazione iconografica, in buona parte inedita, costituita da ben 1152 immagini, tra fotografie d’epoca e attuali, disegni progettuali, mappe, documenti d’archivio, accompagna tutti i saggi. Il volume si pregia della presentazione del vescovo emerito di Casale Monferrato Alceste Catella, del parroco don Igor Peruch, del sindaco di Cocconato Monica Marello, di Franco Correggia (presidente dall’associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie, che ha pubblicato il libro), nonché delle significative prefazioni del rettore dell’Università del Piemonte Orientale Cesare Emanuel e dell’antropologo Piercarlo Grimaldi. Il volume in grande formato, è edito dall’associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie di Castelnuovo Don Bosco, nella collana “Monografie” ed è stato stampato dalla prestigiosa Tipografia Vaticana. È distribuito da Editeno snc di Castelnuovo Don Bosco. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0119927028, info@italianwinetravels.it; franco.zamp@virgilio.it; fralar@libero.it. La presentazione avverrà presso il salone comunale Montanaro, in via Rosignano 1, a Cocconato. Porgeranno il loro saluto monsignor Gianni Sacchi, vescovo di Casale Monferrato, don Igor Peruch, parroco di Cocconato, Monica Marello, sindaco di Cocconato, Franco Correggia, presidente dell’associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie; seguiranno gli interventi di Germana Gandino, docente di storia medievale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, di Erika Grasso, antropologa dell’Università di Torino, dei curatori del volume. Modera Mario Averone.

Massimo Iaretti