Abbiamo incontrato Enzo Ghigo, già Presidente della Regione Piemonte dal 1995 al 2005. Da sempre appassionato di ciclismo, è oggi Vicepresidente della Lega del Ciclismo Professionistico. Curerà le iniziative “a due ruote” di Torino Capitale Europea dello Sport
Presidente, ci racconta com’ è nata la sua passione per il ciclismo ?
Questa grande passione e’ nata da ragazzo, ai tempi del ciclismo eroico, quando si rimaneva col fiato sospeso durante le indimenticabili ed emozionanti sfide tra Coppi e Bartali. Erano raccontate attraverso le telecronache televisive di Sergio Zavoli, colui che ha contribuito ad appassionare milioni di italiani inventando il ciclismo televisivo ed evolvendo il modo di comunicare lo sport. Lo ritrovai come collega in Senato e ancora dopo molti anni, i suoi racconti sulle competizioni storiche rimangono avvincenti ed entusiasmanti . Anche lo scrittore e giornalista del Corriere Dino Buzzati si è’ rivelato determinante nel catturare l’attenzione di molti sul Giro d’Italia , commentando le sfide con epicita’ , tanto da racchiudere i suoi racconti in un libro e probabilmente questa dote oggi è’ stata ereditata da Gianni Mura di Repubblica .Oggi, complici la rete e la globalizzazione, bisogna cercare di guidare la trasformazione del ciclismo in chiave moderna, con il supporto di droni e di tutte le nuove tecnologie che consentono di seguire le corse in streaming e pubblicare sul web i dati in tempo reale, affinche’ gli appassionati riescano a seguire la lunga telecronaca anche in tempi concentrati.
Per Lei l’adrenalina per una gara e’ paragonabile a quella di una campagna elettorale?
Vorrei riportare il bagaglio di esperienze, rapporti umani e conoscenze maturati in politica nell’ambito di questo sport, anche in veste di Vicepresidente di Lega del Professionismo Ciclistico, una costola della Federazione Ciclistica Italiana. Del resto, l’adrenalina per una gara è senz’altro paragonabile a quella per una sfida politica, ma la differenza sta nel risultato: in una gara ciclistica ce ne si può fare una ragione se si arriva secondi, in politica no, bisogna vincere per forza.
In qualità di Vicepresidente della Lega del Ciclismo Professionistico ci anticipa quali eventi organizzerà nel 2015 anche in previsione dei Campionati Italiani Professionisti che si svolgeranno proprio tra la capitale dell’Expo e la Capitale Europea dello Sport, con tutti gli arrivi previsti proprio a Torino?
Quest’anno vede proprio una concatenazione di Torino, in veste di Capitale Europea dello Sport , con Milano, capitale dell’Expo, in quanto l’ultima tappa del Giro d’Italia parte da Torino verso Milano , mentre per i Campionati Italiani Ciclismo Professionistico sono previsti gli arrivi di tutte le categorie al Colle di Superga. È senz’altro un evento eccezionale al quale ho dato il mio contributo organizzativo, con l’entusiasmo di ciclista e di piemontese.
Oltre al calcio, i giovani amano anche il ciclismo? Darebbe un consiglio a chi desidera avvicinarsi a questo sport?
Purtroppo molto spesso il ciclismo viene associato al tema del doping e nell’immaginario collettivo si pensa che i risultati siano falsati. Persino un’indagine dell’università di Tor Vergata ha dimostrato quanto questo luogo comune sia diffuso tra le persone che usano la bici come strumento di mobilità e quanti di essi non seguano poi il ciclismo professionistico. Non tutti appunto sanno che oggi esiste il passaporto biologico cioè un documento in cui si attesta lo stato di salute del ciclista il quale deve attenersi a rigidi controlli quotidianamente e riportare i risultati con estrema trasparenza . Il ciclismo è ‘ uno sport tra i più puliti e giovani vanno stimolati con prodotti che rispondano ai loro desideri di fruizione come dirette in streaming, racconti di grandi rider , inserimento di attività amatoriali e promozione di tutte le diverse specialita’ , come la Mountain Bike e il Downhill, aspetto che coltivo all’interno della Lega. Il mio consiglio è che i giovani facciano dello sport a prescindere,in base alle proprie attitudini . Gli sport aerobici come il podismo, lo sci di fondo e il ciclismo richiedono un grande dispendio energetico e spesso trovano più spazio tra gli over 30 ; bisogna saper valutare le varie discipline della categoria o dedicarsi semplicemente ad un sano turismo ciclistico, un settore trainante del turismo . La professione del ciclista richiede grandi sacrifici che vengono ripagati però da molte soddisfazioni. Lo sport e’ fatto di risultati e performance ed è’ basato su dati di fatto. Bisogna praticarlo prima di tutto per obbiettivi salutistici .
Dopo dieci anni da Presidente della Regione e più legislature in Parlamento, ha deciso di lasciare la politica per il ciclismo, o regalerà ai suoi elettori una speranza di riaverla in campo?
La politica resta comunque dentro e non se ne può fare mai completamente a meno, ma bisogna non commettere l’errore di credere di essere rimpianti, ed essere consapevoli che ci si può trovare in posizioni agli antipodi improvvisamente , una carica e’ pro tempore. Allo stato attuale delle cose, non essendoci il presupposto di un area di centro destra unita e moderata non vedo una precisa collocazione in cui ritrovarmi per un impegno in prima persona. Se la situazione dovesse cambiare e il centro destra dovesse riaggregarsi – e se il mio contributo dovesse rivelarsi utile – allora sì. La passione per la bicicletta ? Quella rimarra’ sempre.
Clelia Ventimiglia
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