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Oltre le barriere: Torinodanza festival

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torinodanza 12Attraversare le barriere è una delle dimensioni caratteristiche del nostro tempo, di volta in volta accompagnata dal senso della scoperta e dell’opportunità, oppure della fuga e del dramma. Siamo impegnati in un continuo superamento dei limiti, uno sbilanciamento che ci porta alternativamente in alto o in basso, ci condanna al disequilibrio o ci regala un nuovo orizzonte

 

Torinodanza è rivolto verso chi ama scoprire universi curiosi e originali, anche al di là dei confini disciplinari della danza. Attraversare le barriere è una delle dimensioni caratteristiche del nostro tempo, di volta in volta accompagnata dal senso della scoperta e dell’opportunità, oppure della fuga e del dramma. Siamo impegnati in un continuo superamento dei limiti, uno sbilanciamento che ci porta alternativamente in alto o in basso, ci condanna al disequilibrio o ci regala un nuovo orizzonte.

 

Di questa condizione della contemporaneità troviamo oggi tracce evidenti nel lavoro degli artisti più sensibili, che ci narrano il loro percorso salvifico o il precipitare verso un buio che pare privo di speranze. E se quest’ultima è la faccia della realtà che più ci investe nel quotidiano, all’arte compete fortunatamente il simulare, se non realizzare, anche la ricostruzione di un senso di umanità e speranza, di bellezza. Inseguendo il gusto dell’ibridazione, caratteristico di Torinodanza, potremo scoprire una favola moderna, a metà tra cinema e danza, come Kiss & Cry, un capolavoro al quale dedichiamo le cinque sere inaugurali; ma anche il suo speculare e diversissimo gemello Kamp, che illumina invece il lato oscuro e doloroso dell’uomo, con una commozione che sale alta insieme alle invenzioni visive stupefacenti.

 

Se poi parliamo di quell’instancabile desiderio di trasfigurare chi appare sconfitto dal destino o dai propri fantasmi, ridandogli una nuova, inconsueta bellezza e serenità, allora pensiamo subito ad Alain Platel, che ci presenta un’altra straordinaria tappa della sua avventura umana e artistica, stavolta sostenuta da una quarantina di musicisti di una banda. Ed è proprio la banda la miglior metafora di una comunità normale, legata da passioni e amicizie speciali. L’edizione 2015 ci riporta anche al Teatro Regio, per offrire un palcoscenico adeguato all’impetuosa e poetica ispirazione di Sasha Waltz, qui con una delle sue più riuscite coreografie, delicata e potente. Un festival da scoprire, che ci offre la danza dinamica e pura di Foniadakis e Di Stefano con Aterballetto. O la danza ibridata con l’acrobazia, nella virtuosistica e misteriosa apparizione dei 22 interpreti di XY: lo spettacolo nel quale la metafora del rischio più si avvicina alla realtà.

 

Anche quest’anno non mancano sorprese e giochi visivi, come nell’incontro di hip hop e proiezioni in 3D dei Käfig, uno dei momenti più spettacolari del festival; o nel piccolo e prezioso Chut di Fanny de Chaillé, creazione dedicata a inquietudini o solitudini del nostro tempo, stavolta tratteggiati con una stupefatta ironia che ci rimanda a Buster Keaton o Charlie Chaplin. Maestra nel mescolare impianto visivo, musica e gesto è anche la giovane Louise Vanneste, a Torino per la prima volta. Ci dedichiamo ovviamente alla coreografia italiana in prospettiva storica, grazie al progetto RIC.CI, che presenta Valeria Magli e riscopre danze futuriste grazie a Silvana Barbarini, oltre che con una nuova produzione del giovane Daniele Ninarello.

 

Ancora in Italia, ed ecco una partita di pallamano giocata nel buio del deficit visivo da Alessandro Sciarroni, con un altro scarto rispetto ai canoni della danza contemporanea, come accade anche per l’immersione nel tango che ci regala Leonardo Cuello. Per concludere, Torinodanza compie il cerchio e torna verso quella danza più riconosciuta (e celebrata come tale) per una serata che accomuna Benjamin Millepied – oggi star del firmamento coreografico, grazie anche alla sua innovativa direzione del ballo all’Opéra di Parigi – e William Forsythe. Il nitido, struggente e bellissimo ciclo di caduta e rinascita di Quintett, uno dei suoi capolavori, è forse l’omaggio definitivo, esteticamente perfetto quanto commovente, al nostro essere perennemente divisi tra felicità e paura.

 

GIGI CRISTOFORETTI | Direttore Artistico Torinodanza festival.
www.torinodanzafestival.it

 

 

 

 

 

 

 

 

INFORMAZIONE COMMERCIALE

Oktoberfest, la festa della birra più grande d’Italia

Per 11 giorni la struttura si trasformerà in una mini città bavarese

 

Oktoberfest-TorinoAll’Oktoberfest Torino tradizione e innovazione trovano un connubio perfetto. L’Oval di Lingotto Fiere, ex struttura olimpica di 20.000 metri quadri, è uno spazio innovativo, tecnologico e flessibile, da anni palcoscenico d’eccezione per eventi di prestigio internazionale, da Artissima ai concerti dei dj più famosi del mondo. Per 11 giorni, fino al 18 ottobre,  la struttura si trasformerà in una mini città bavarese, con fedeli ricostruzioni, caratteristici tavoloni in legno, decorazioni in bianco e blu, camerieri e spillatori vestiti abirra tema, per far rivivere sotto la Mole lo spirito dell’Oktoberfest di Monaco. L’Oval verrà occupato per circa 9.000 metri quadri – per avere un termine di paragone, il padiglione Hofbräuhaus a Monaco è di 5.270 mq, quasi la metà – e potrà ospitare fino a 8.000 persone con posti a sedere. A questi si aggiungono gli oltre 2.000 mq di Biergarten esterni, per una capienza totale di oltre 12.000 persone. Numeri che fanno dell’Oktoberfest Torino la festa della birra più grande d’Italia

“Rights on the movie – Diritti al cinema”

Rassegna realizzata dal Comitato regionale per i diritti umani

 

diritti_umani gabriellePrende il via martedì 6 ottobre alle 20 al Cinema Romano di Galleria Subalpina la rassegna “Rights on the movie – Diritti al cinema”, realizzata dal Comitato regionale per i diritti umani, presieduto dal presidente dell’Assemblea regionale Mauro Laus, in collaborazione con Aiace. Le pellicole in programma sono otto. Si parte il 6 ottobre con Gabrielle, un amore fuori dal coro di Louise Archambault, in cui la protagonista, affetta da una malattia genetica, fa di tutto per vivere un’esistenza autonoma e indipendente e si prosegue il 13 ottobre con Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, il 20 con il documentario Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Al Nassiry e il 27 con Timbuktu di Abderrahmane Sissako. Il 3 novembre è previsto Selma di Ava Duvernay, seguito il 10 da Non accettare sogni dagli sconosciuti di Roberto Cuzzillo, il 17 da Mateo di Maria Gamboa e il 24 da Difret. Il coraggio di cambiare. Tutte le proiezioni sono gratuite e gli inviti sono in distribuzione presso la sede torinese di Aiace, in Galleria Subalpina 30, a partire dalla settimana precedente il giorno dell’evento.

 

www.cr.piemonte.it

Nuovi voli Blue Air per Roma

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Per Fiumicino e Lamezia Terme e 6 nuove rotte internazionali nell’estate 2016 

 

Blue Air rafforza le operazioni dall’Aeroporto di Torino e annuncia 8 nuove destinazioni dallo scalo piemontese. Dopo aver inaugurato a novembre scorso la base, Blue Air colloca due nuovi aerei a Torino e arricchisce gli operativi. Si inizia nell’imminente stagione invernale con Roma Fiumicino e Lamezia Terme. Il nuovo collegamento per Roma Fiumicino sarà operativo a partire dal 3 novembre con 14 frequenze settimanali operate con aeromobile Boeing 737 nella versione da 166 posti. Lo stesso aeromobile collegherà a partire dal 31 ottobre anche Torino con Lamezia Terme con due frequenze settimanali che passeranno a 4 a partire dal 17 novembre per diventare 6 dal 16 dicembre. Le novità Blue Air non si fermano qui. Infatti a partire dalla stagione estiva 2016 la compagnia collegherà Torino anche con Londra Luton, Atene, Madrid, Stoccarda, Palma de Maiorca, Minorca, oltre a confermare il collegamento con Ibiza. I biglietti per le nuove tratte saranno disponibili con prezzi a partire da € 27,99 a tratta (tasse incluse, i posti sono limitati). La tariffa include lo snack a bordo ed il bagaglio a mano di 10kg. Il check-in on-line o in aeroporto è gratuito. Gheorghe Racaru, Direttore Generale di Blue Air, ha dichiarato: “Annunciamo oggi con grande piacere la nostra crescita a Torino a dimostrazione del grande impegno che la nostra compagnia ha assunto sin dall’apertura della base. Due collegamenti molto importanti quelli per Roma e Lamezia Terme, sia per il traffico leisure che business, con la volontà e l’impegno di Blue Air di operarli stabilmente nel lungo periodo, così come tutte le rotte internazionali. Possiamo dire con orgoglio che ai passeggeri italiani piace il nostro servizio e garantiremo anche per i nuovi collegamenti la stessa qualità e la stessa puntualità che caratterizza il volare Smart Flying di Blue Air”. Roberto Barbieri, Amministratore Delegato di SAGAT, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di affiancare Blue Air in questo percorso di grande sviluppo a Torino. La compagnia ha già saputo cogliere le opportunità che si sono aperte sul nostro mercato; ha consolidato i risultati finora ottenuti sui voli per Catania, Bari, Ibiza, Bucarest e Bacau e continua ad investire in un aeroporto in costante crescita con l’apertura delle nuove rotte domestiche e internazionali.” E’ possibile prenotare i biglietti attraverso tutti i canali di vendita Blue Air: sul sito internet www.blueairweb.com, tramite il call center al numero 06 48771355 e in tutte le agenzie di viaggio Italiane partner di Blue Air.

 

Per maggiori informazioni: www.blueairweb.com, www.cimair.it, www.aeroportoditorino.it.

Torinodanza è Esuberante e multiforme

Un programma per tanti pubblici diversi e non solo per i fedelissimi della grande danza internazionale

 

torinodanza2015Un programma esuberante e multiforme, per tanti pubblici diversi e non solo per i fedelissimi della grande danza internazionale: Torinodanza 2015 è rivolto a chi ama gli universi più curiosi, originali e appassionanti. Chi vuole scoprire una favola moderna, a metà tra cinema e danza, certo non può perdere Kiss & Cry, un capolavoro al quale dedichiamo cinque sere; oppure il suo speculare e diversissimo gemello Kamp, che illumina invece il lato oscuro dell’uomo, con invenzioni visive altrettanto stupefacenti. Chi ama Platel, trova una nuova e ancor più straordinaria tappa della sua avventura umana e artistica, stavolta sostenuta da una quarantina di musicisti, tra i quali una fanfara piemontese. Torniamo anche al Teatro Regio, per offrire un palcoscenico adeguato all’impetuosa e poetica ispirazione di Sasha Waltz, regina della coreografia contemporanea. Troviamo una danza “danzata”, come potremmo dire per rimarcare la forza dinamica e pura delle linee interpretative di Foniadakis e Di Stefano con Aterballetto; o una danza ibridata con l’acrobazia, nella virtuosistica e misteriosa apparizione dei 22 interpreti di XY. E non mancano quest’anno sorprese e giochi visivi, come nello straordinario incontro di hip hop e proiezioni in 3D dei Kafig, uno dei momenti più spettacolari del festival; o nel piccolo e prezioso Chut di Fanny de Chaillé. Maestra nel mescolare impianto visivo, musica e gesto è anche la giovane Louise Vanneste, a Torino per la prima volta. E indaghiamo la coreografia italiana in prospettiva storica, grazie al progetto RIC.CI, che presenta Valeria Magli e riscopre danze futuriste grazie a Silvana Barbarini, oltre che con una nuova produzione del giovane Daniele Ninarello. Ancora in Italia, ed ecco una partita di pallamano giocata nel buio del deficit visivo da Alessandro Sciarroni, con uno scarto rispetto ai canoni della danza contemporanea, come accade anche per l’immersione nel tango che ci regala Leonardo Cuello. E, per finire, Torinodanza propone una serata che accomuna Benjamin Millepied – celebre per la sua innovativa direzione del ballo all’Opéra di Parigi non meno che per le coreografie cinematografiche de Il cigno nero – e il grandissimo William Forsythe, con uno dei suoi capolavori. Insieme, come tutti gli artisti del 2015, per un festival insolitamente articolato e suggestivo.

 

Gigi Cristoforetti

www.torinodanzafestival.it

 

 

Caffè storici, il cuore della Torino di una volta

cittàvuotaCAFFE TORINOCAFFE PLATTI

Con intelligenza sono stati mantenuti il più possibile come ai tempi della nascita, cosa che purtroppo non è accaduta in altre città del Piemonte dove i caffè storici sono stati trasformati in bar o negozi

 

In una città come Torino dove si respira un’atmosfera antica e culturale concorrono a dare un’immagine di raffinatezza i molti caffè storici, leggendari punti di ritrovo di personaggi famosi che, tra un caffè, un vermut e un pasticcino ispirarono pagine di storia e di arte. Con intelligenza sono stati mantenuti il più possibile come ai tempi della nascita, cosa che purtroppo non è accaduta in altre città del Piemonte dove i caffè storici sono stati trasformati in bar o negozi distruggendo strutture architettoniche e arredi d’epoca.

 

Il più antico è il Cambio aperto nel 1757 di fronte a palazzo Carignano, capolavoro del Guarini, divenuto nel 1848 sede del parlamento Subalpino da cui Cavour usciva con brevi pause per gustare la colazione al caffè con il tacito accordo con il suo segretario che dalla finestra dell’ufficio gli faceva segno di ritornare in caso di necessità. Ogni volta che si entra nel locale torna alla mente immagini di Camillo Benso che tra specchiere e stucchi, rimasti ancora intatti, gusta il buon cibo come i comuni mortali.

 

Goloso doveva esserlo davvero Cavour se si recava spesso anche al Bicerin aperto nel 1763 dove ancora ci si inebria col piccolo bicchiere di caffè, crema di latte e cioccolato dopo aver visitato il Santuario della Consolata mischiando felicemente il sacro al profano. Nel piccolissimo locale, forse il caffè più piccolo esistente, dove tutto è rimasto come una volta fecero tappa anche Dumas, Pellico e Puccini.

 

Al caffè Fiorio del 1780, affrescato dal Gonin denominato ” Caffè dei Machiavelli” o ” Dei Codini” perché frequentato da clienti di area conservatrice, da nobili e da alti ufficiali in divisa, si recavano Roberto D’Azeglio, Santorre di Santarosa ma anche Friedrich Nietzsche e Cesare Pavese che, grazie alla dolcezza del gelato dimenticavano, per qualche istante, l’uno l’esaltazione della volontà di potenza del super uomo, l’altro la ricerca della realtà interiore e il disagio esistenziale, entrambi abbandonando istinti suicidi.

 

Il caffè San Carlo aperto nel 1822 nell’omonima piazza definita salotto di Torino e primo locale ad usufruire l’illuminazione a gas, era frequentato da patrioti, intellettuali, dallo scrittore Dumas, dal filosofo Croce ma anche da pittori come Casorati e dai “Sei di Torino” creando un’ambiente in cui si univano varie discipline culturali.

 

Il 1875 vide l’apertura del caffè Platti (oggi purtroppo chiuso) di Corso Vittorio Emanuele, interessante esempio di stile Liberty, dove spesso Luigi Einaudi sorseggiava il caffè leggendo i giornali e Giovanni Agnelli parlava di calcio; proprio qui fu fondata la Juventus da studenti appassionati di sport.

 

Il caffè Baratti nato nel 1875 presso la Galleria Subalpina fu restaurato nel 1909 accrescendone l’eleganza con specchi, dorature, stucchi e bronzi di Edoardo Rubino; un ulteriore restauro dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale non creò dissonanze in quanto accuratissimo come l’ultimo conservativo del 2004 che, rispettoso, non ha disturbato l’atmosfera Liberty. Qui sostarono Mascagni e Gozzano che fu ispirato dai deliziosi pasticcini per la poesia “Le golose” osservando con delicata ironia i diversi comportamenti delle signore che “ritornando bambine, gustavano i dolci, sollevando la veletta, con le dita senza guanto”.

 

Il caffè Torino del 1903 rappresenta il trionfo dell’Art Nouveau in un arredo di specchi, stucchi, ferro battuto della bella scala sinuosa. Dai tavolini all’aperto si gode la vista di piazza San Carlo e, proprio di fronte, del monumento a Emanuele Filiberto del Marocchetti che il grande Bistolfi considerava il più bel monumento equestre dell‘ottocento.

 

Il caffè Mulassano aperto nel 1907 elegantissimo nei suoi marmi, decori in bronzo, specchi dorati, sculture lignee, era meta di notabili di Casa Reale e di artisti del teatro Regio che potevano gustare la novità portata dagli Stati Uniti, il tramezzino, termine coniato da D’Annunzio dopo che l’ebbe assaggiato durante una sosta nel piccolo ma splendido locale. Qui erano soliti incontrarsi, Italo Cremona e Giacomo Grosso. Mario Soldati e Giovanni Arpino.

 

Il caffè Reale, dall’elegante arredo suggestivo e singolare per le vetrine in cui sono esposte preziose porcellane e argenti di Casa Savoia è una tappa obbligata per chi visita il Polo Reale che comprende Galleria Sabauda, Biblioteca, Armeria e il Museo Archeologico.

 

(Foto: il Torinese)

Giuliana Romano Bussola

Terre del Chiusella in festa

colleretto collina campagna

L’evento si svolgerà decentrato nei vari comuni

 

“Unione dei Comuni in festa” è il titolo della manifestazione organizzata dall’Unione dei comuni Terre del Chiusella in collaborazione con le municipalità di Colleretto Giacosa,  Parella, Quagliuzzo e Strambinello. La commissione presieduta da Ernesto Barlese ha lavorato alacremente nei mesi scorsi per arrivare all’obiettivo che era quello di cementare il rapporto tra gli enti locali e le comunità che costituiscono la Pedanea. L’evento si svolgerà, decentrato nei vari comuni, da venerdì 28 a domenica 30 agosto. Il 28 nel salone Pietro Venesia di Colleretto Giacosa, dalle ore 21, si terrà la “Presentazione dell’Unione Terre del Chiusella” con la partecipazione di amministratori ed ex amministratori che l’hanno vista nascere e muovere i primi passi. Sabato 29 lo scenario si sposta: dalle 15 alle 17 ci sarà la visita guidata alla centrale Enel di Ponte Preti, poi si andrà nel Borgo di Strambinello in un ambiente prettamente medioevale con l’entrata dei mercanti alle 18.30, l’apertura della Taverna alle 19.30 in compagnia del Gruppo Falconieri, del giullare willy e della principessa Celsa. Alle ore 20.30 uno dei momenti più suggestivi sarà la sfilata dei gruppi storici: Strada Biviellum, Contado dei Castellamonte,  Gruppo storico di Candiolo, Max della Torre di Magnano, Rievocando Fructuaria di San Benigno Canavese, Gruppo storico La spada nella rocca di Ciriè, Gruppo Scacchi viventi di Crevacuore, I falconieri dei 4 venti. Al termine ci sarà la partita degli scacchi viventi seguita dai giochi di fuoco e da danze occitane con le Dilune. Domenica, infine, si parte alle ore 9.30 con la visita alla Villa Giacosa di Colleretto Giacosa, proseguendo poi per le ville dell’Ottocento e del Novecento di Colleretto Giacosa e Parella. Alle ore 10.30 ci sarà la visita alla mostra fotografica all’ex cartiera di Parella. Si riprenderà alle ore 14.30con il ritrovo in piazza del Municipio di Parella e la visita alla Cappella degli Alpini ed all’Associazione Airone con i suoi asinelli. Quagliuzzo, con la visita al museo dei fossili, chiuderà l’intensa tre giorni di festa.

Massimo Iaretti

Rugantino, che bontà!

rugantino1rugantino5Vi presentiamo una pasticceria di qualità in zona Santa Rita

 

Si trova in Corso Sebastopoli 211/B “Il Rugantino”, nel cuore del quartiere Santa Rita che dal 2003 propone pasticceria di alta qualità riconosciuta dalla Eccellenza Artigiana e dalla folta clientela che ogni giorno siede ai tavolini del dehor sorseggiando un caffè e gustando una delle molte delizie, punto di forza del pasticcere e titolare Davide.

 

Famoso per le strepitose zeppole al forno, il Rugantino propone una pasticceria ricercata ed attenta nel selezionare materie prime di stagione di ottima qualità per creare dolci irresistibili come il Mont Blanc, i marron glacés del Mugello o i semifreddi al bicchiere alle mandorle e moscato.

 

Come in ogni “vero” buon locale che si rispetti, punto di forza del Rugantino è la cortesia e la disponibilità del personale che ci lavora, da Agata a Valentina a tutte le altre ragazze che si alternano tutti i giorni della settimana, da lunedì a domenica.

 

Per chi vive a Santa Rita, il Rugantino rimane un punto di riferimento importante per prendersi una pausa caffè o per iniziare bene la giornata con una colazione sprint e golosa.

 

Angela Barresi

Alogastronomia: Gli chef Vito e Antonio Manarello

MANARELLO1MANARELLO33I due fratelli, Vito Manarello e Antonio Manarello,  si sono ritrovati per creare e fondere il loro talento, coltivato e cresciuto nelle cucine di provincia fino a quelle dei ristoranti stellati e di fama internazionale

 

MANARELLO23In occasione del Festival Nazionale dell’Alogastronomia 2015, evento dedicato alla relazione tra birra artigianale e i prodotti delle eccellenze gastronomiche dell’entroterra della Provincia di Pesaro Urbino, i veri intenditori della birra artigianale si daranno appuntamento sabato 20 e domenica 21 giugno nel comune di Apecchio, situato in un suggestivo e avvolgente paesaggio tra Marche, Umbria e Toscana.

 

E proprio in occasione di quest’evento, due chef, due fratelli, Vito Manarello e Antonio Manarello,  si sono ritrovati per creare e fondere il loro talento, coltivato e cresciuto nelle cucine di provincia fino a quelle dei ristoranti stellati e di fama internazionale. Figli d’arte, originari di Matera, ora propongono un gemellaggio tra le due patrie di adozione: tra la raffinata cucina torinese, reinterpretata innovativamente nel ristorante L’Orangerie di Gerla , nel quale Antonio Manerello è chef, e quella dell’arte culinaria delle dolci colline urbinati , dove dal XIII secolo in occasione della  costruzione del ponte medioevale del paese, per dare ristoro e alloggio ai lavoratori, nasce l’albergo e ristorante Ghighetta, da sempre appartenuto alla famiglia Pazzaglia e che dal 2014 ha affidato la conduzione della propria cucina allo chef Vito Manarello. MANARELLO2

 

In questi luoghi, che   hanno ispirato i paesaggi di Raffaello il quale, si dice, abbia ai suoi tempi, sostato proprio da Ghighetta, ed essendo Apecchio la città della birra, nasce un piatto unico, frutto del connubio dei due talenti e dell’utilizzo di prodotti di altissima qualità , come la prestigiosa birra artigianale Collesi, protagonista del piatto ed eccellenza del settore. Nasce così una portata nuova e dal sapore unico: gli gnocchi con le straordinarie patate del contado apecchiese , condite con la salsa di fagiano lavorata con la più prestigiosa birra artigianale di Apecchio, la birra Collesi appunto, senza pomodoro, come si faceva prima della scoperta dell ‘America. “Più unico, nuovo ed antico di così è impossibile. Provare…  volevo dire gustare per credere” come ama definire la Signora Pazzaglia.

 

 

Per un week-end all’insegna del gusto, sapori e tradizioni e innovazioni,

Festival Nazionale Alogastronomia – Apecchio 20 e 21 giugno 2015

 

Da Ghighetta Borgo Giuseppe Mazzini 40 PU, chef Vito Manarello

 

 

 

 

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Vivaio Gramony, per vivere il verde

gramonygiardinigiardini2Un’azienda cresciuta nel tempo acquisendo grande esperienza e professionalità al servizio del cliente

 

Vivaio Gramony di Roberto Barattin è la tua opportunità per vivere al meglio il mondo del verde. Tutto ciò che riguarda la manutenzione di giardini e aree verdi, la vendita di fiori e piante e mille altri servizi, rientra nell’attività professionale di un’azienda che è cresciuta nel tempo acquisendo grande esperienza e professionalità al servizio del cliente. Ecco in sintesi le opportunità offerte dal vivaio Gramony:

 

Manutenzione aree verdi

Realizzazione impianti di irrigazione

Potature, diserbi, trattamenti anti parassitari e quant’altro

Vendita al dettaglio di alberi, piante da frutta, da siepe e sementi

Messa a terra tappeti erbosi, taglio erba, pulizia e ritiro materiali di risulta

Realizzazione composizioni floreali di ogni genere

Addobbi floreali per battesimi, comunioni, cresime e funerali

 

 Per contattare direttamente il vivaio chiama:

 Prosperina al 345/4871226   Roberto al 346/7153129   Dario al 338/4608251   Andrea al 345/4100389

 Sede legale: Via Madonna della Neve 90 – San Maurizio C.se (To) – 10077