Boom di visite alla Venaria che svela il programma estivo

VENARIA1Circa 30mila visitatori hanno visitato la Reggia di Venaria nel ponte del 2 giugno. Da giovedì scorso fino a domenica  sono stati 27.878 i turisti, moltissimi provenienti da fuori Piemonte, che hanno visitato la residenza reale alle porte di Torino. Molto apprezzata la mostra ‘Il mondo di Steve McCurry’, ma anche tutte le proposte culturali  in corso hanno registrato numerosi visitatori. Questa settimana la Venaria svelerà il programma estivo con spettacoli, eventi,  aperture serali e nuove mostre .

Boom dell'auto, in Italia crescono le vendite e Fca aumenta le immatricolazioni del 33%

fiat fcaVanno alla grande le vendite di auto in Italia: nel mese di maggio, dicono i dati del ministero dei Trasporti, sono state immatricolate 187.631 vetture, il 27,29% in più dello stesso mese dell’anno prima. Nei primi cinque mesi 2016 le consegne sono state 875.778, un aumento del 20,5% sull’analogo periodo del 2015. Sempre maggiori  oramai da tempo di quelle del mercato le immatricolazionimarchionne manifesto di Fca: 55.891, pari ad una crescita del 33,32% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La quota del Gruppo sale  dal 28.4 al 29.8%. Nei primi cinque mesi di quest’anno le consegne sono state 255.832, in crescita del 23,8% sull’analogo periodo dell’anno prima  e la quota in aumento dal 28,4 al 29,2%.

 

(Foto: il Torinese)

Il Piemonte? Una frana. Sono il 93% (1131 su 1206) i comuni a rischio idrogeologico

po690Ben 1131 su 1206: sono  i comuni piemontesi con zone a rischio frana o alluvione, una quota pari al 93% del totale, con punte fino 99,2% nelle province di Cuneo e Asti. Il triste quadro è tracciato da Ecosistema Rischio, il dossier annuale stilato da Legambiente. Su 301 amministrazioni comunali della nostra regione che hanno risposto alle domande dell’ indagine, il 22% ha dichiarato di svolgere attività di informazione sul rischio idrogeologico e soltanto il 35% di aver svolto esercitazioni per affrontare le emergenze. In Piemonte 245 amministrazioni comunali intervistate, l’81% del campione, hanno comunicato  la presenza di abitazioni in aree a rischio. Infine, 68 comuni, pari al 23%, dichiarano addirittura interi quartieri in zone a rischio e il 49% (per un totale di 148 comuni) segnalano sul proprio territorio attività produttive in aree a rischio idrogeologico.

(Foto: il Torinese)

Sul grattacielo Sanpaolo il ristorante più alto d'Italia

  • È situato al 35° piano, con vista sulla città e sull’arco alpino per un’esperienza unica di cibo, atmosfera e accoglienza
  • Fa parte di un “sistema gastronomico” che comprende inoltre un lounge bar panoramico al 37° piano e una caffetteria snack al piano terra
  • Completa l’identità di un edificio concepito per condividere con la città innovazione, cultura, arte e intrattenimento

grattacielo notte

A Torino è stato presentato oggi Piano35, il ristorante “più alto” d’Italia, concepito e ospitato da Intesa Sanpaolo presso il proprio grattacielo nel capoluogo piemontese. Il gruppo bancario vuole raggiungere nel campo della ristorazione i riconoscimenti ottenuti dalla torre in cristallo e acciaio bianco – progettata dallo studio Renzo Piano RPBW – in campo architettonico: un segno di innovazione e di apertura alla città nel solco di una tradizione d’eccellenza. Una cucina trasversale e di qualità accompagnerà l’esperienza unica di trovarsi quasi alla stessa altezza della Mole Antonelliana, in un edificio completamente trasparente, circondati da una bioserra di essenze esotiche e mediterranee, con vista a 360° gradi su Torino e sull’arco alpino. Interprete del progetto gastronomico, messo a punto dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è lo chef Ivan Milani, affiancato dal maître Adalberto Robbio e da uno staff di 34 persone. La gestione è di Affida, Gruppo CIR food, newco specializzata nell’alta ristorazione. Oltre al ristorante gourmet Piano35, il “sistema gastronomico” realizzato da Intesa Sanpaolo nel grattacielo prevede un raffinato lounge bar al 37° piano, teatro delle creazioni del bartender Mirko Turconi e la caffetteria snack Chiccotosto a piano terra, a sud della torre. Il ristorante aprirà al pubblico il 28 giugno, il lounge bar il 15 giugno, mentre già nelle prossime settimane si potrà accedere alla caffetteria snack. L’intento è assicurare in tutti e tre i luoghi un’esperienza di cibo e di accoglienza di qualità elevata. Lo chef sarà quindi anche supervisore dell’offerta del lounge bar, della caffetteria snack, nonché del servizio di catering disponibile per gli eventi in programma nell’auditorium del grattacielo. Piano35 conta 60 coperti e sarà aperto dal lunedì al sabato per il pranzo e per la cena. La carta dei piatti attinge dalle nobili materie prime del territorio, dal pescato, dai prodotti delle migliori cucine del mondo, inoltre fa uso di cibi selvatici (erbe spontanee, radici, muschi, licheni, ecc.) presenti nei nostrigrattacielo sanpaolo ecosistemi selezionati in collaborazione con Wood*ing – wild food lab. Sono previsti tre menu degustazione e una proposta “leggera” disponibile solo a pranzo. La cantina è composta da circa 300 etichette. Ivan Milani esordirà con alcuni dei piatti che lo hanno fatto emergere tra i cuochi di rango della cucina italiana, come “Il tempo delle uova d’oro”, dedicato alla moglie, intanto sta già elaborando nuove proposte ispirate al grattacielo. Una particolare attenzione è stata posta nella selezione e preparazione del personale di sala: tutti giovani capaci di raccontare anche in altre lingue la particolarità del luogo e dell’offerta enogastronomica. L’ambiente è di un’eleganza essenziale e l’atmosfera giocata sulla trasparenza delle pareti: tavoli tondi e quadrati, poltrone color avorio, apparecchiature sobrie create su disegno di artigiani locali. L’ingresso a piano terra è da corso Inghilterra 3, attraverso una scala mobile si raggiunge il desk di accoglienza e da qui, in meno di 30 secondi d’ascensore, la cima della torre. Per informazioni e aggiornamenti sull’apertura al pubblico è disponibile il sito www.piano35.com. Durante la conferenza stampa di presentazione è stato infine “alzato il velo” sul logo del ristorante: una forma stilizzata che richiama il pulsante di prenotazione dell’ascensore con due posate al centro, ideato dallo Studio Migliore + Servetto Architects. Un nome semplice, Piano35, abbinato a un logo lineare che racchiude gli elementi principali del ristorante: la posizione, la vista eccezionale e l’alta gastronomia. Il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro ha dichiarato: “Abbiamo la fortuna di poter pensare al cibo in termini di bellezza, cultura e sapienza. Bellezza perché mangiamo prima di tutto con gli occhi e noi abbiamo pensato a un ristorante e un lounge bar posizionati in un luogo dal quale, oltre a poter ammirare la bellezza di Torino dall’alto, si gode di un panorama mozzafiato dell’arco alpino, dal Monviso al Monte Rosa. Cultura e sapienza perché in cucina, per creare qualcosa di nuovo, bisogna saper mescolare i sapori di territori diversi e il grattacielo è il simbolo di un gruppo che ha saputo mescolare esperienze locali per diventare la prima banca nazionale e una delle prime in Europa”. Per Enrico Salza, presidente di Intesa Sanpaolo Highline: “Il grattacielo Intesa Sanpaolo è nato sotto una buona stella nel 2006, quando disegnammo il progetto originario. Oggi, a distanza di dieci anni, possiamo ospitare la città e i suoi visitatori al tavolo del ristorante ‘più alto’ d’Italia. Festeggiamo un luogo di bellezza straordinaria, la prosperità di Torino, i molti talenti nati in questa città e i futuri talenti che questa città saprà attrarre”. Per Vittorio Meloni, direttore Relazioni Esterne del Gruppo Intesa Sanpaolo: “Il ‘sistema gastronomico’ è un altro importante contenuto che amplia e arricchisce l’idea originaria di fare del grattacielo un luogo non solo di lavoro, ma anche di offerta di qualità per il tempo libero. Già dalla stagione in corso l’auditorium della torre si è animato di eventi e proposte che hanno puntualmente registrato il tutto esaurito. D’ora in poi sarà possibile sfruttare anche lo spazio espositivo al 36° piano. Oggi siamo quigrattacielo sanpaolo2 per confermare il proposito di fare del grattacielo sempre più un protagonista della comunicazione e dell’identità del nostro gruppo”. Il delegato alla ricerca di Ateneo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Michele Fino, estensore del progetto preliminare del ‘sistema gastronomico’ del grattacielo, ha dichiarato: “Il grattacielo Intesa Sanpaolo rappresenta per Pollenzo l’occasione di far convergere in un luogo unico istanze e temi della gastronomia contemporanea, altrimenti difficilmente riuniti: coerenza di filosofia all’interno di spazi e modalità di consumo diversi; materie prime di eccellenza nella grande ristorazione come nelle occasioni di consumo quotidiano in caffetteria; professionalità straordinarie con modalità di servizio smart all’interno di una location iconica per la città; progettazione nel segno della riduzione dell’impatto energetico e dell’essenzialità, con il fine ultimo di minimizzare tutti gli sprechi. ‘Piano35’ si candida dunque ad essere un benchmark sotto molti punti di vista, il che riflette perfettamente l’olismo che impronta l’attività dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche”. La presidente di CIR food Chiara Nasi ha dichiarato: “È con entusiasmo che abbiamo scelto di collaborare a questo importante progetto e gestire un ‘sistema gastronomico’ all’interno di questa prestigiosa realtà. Portando il collettivo della nostra esperienza imprenditoriale, ovvero quello di un grande gruppo di ristorazione organizzata, coniugandolo all’individualità creativa di un grande chef e della sua brigata”. Lo chef Ivan Milani ha detto: “Sono consapevole di essere di fronte a una sfida che non è solo gastronomica, ma so di poter contare su una brigata con la quale lavorare in grande sintonia, amalgamando professionalità, leggerezza e creatività, affiancati da una squadra di persone che ci supporterà anche dietro le quinte. Il nostro desiderio è far vivere al pubblico un’esperienza unica, affinché uscendo da qui possa ricordare quello che ha gustato, ma anche come è stato accolto e come si è sentito”.

(foto: il Torinese)

Cresce la produzione industriale, ma aumenta anche la cassa integrazione: +14,5%

OPERAIO LAVOROSale nei primi tre mesi del 2016 la produzione industriale in Piemonte, registrando un +2,2%. In crescita quasi tutti i settori e le province, in particolare le industrie elettriche ed elettroniche (+8,9%) e il Verbano Cusio Ossola (+8,4%). I dati sono stati diffusi da Unioncamere in collaborazione con Confindustria Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit. Sono state rilevate 1.259 imprese manifatturiere piemontesi, per un totale di 94.938 addetti e un valore di oltre 54 miliardi di euro di fatturato. Nel  primo trimestre 2016, tranne le imprese della provincia di Asti, in sostanza stazionarie,  (-0,5%), tutte le realtà territoriali hanno registrato incrementi della produzione industriale. La performance più significativa è stata realizzata, dal Verbano Cusio Ossola (+8,4%). Poi le province di Alessandria (+4,5%), Vercelli (+3,1%), Biella (+2,6%), Cuneo(+1,9%), Torino e Novara (+1,3%).

Invece nel primo quadrimestre in Piemonte la richiesta di cassa integrazione è stata pari a 39.029.755 ore, in crescita del 14,5% rispetto all’anno prima (-52% ordinaria, +70,1% straordinaria, -80,6% deroga). I lavoratori coinvolti sono stati, mediamente, 57.397,  7.275 unità  in più rispetto al primo quadrimestre 2015. Torino, con 31.447.524 ore richieste, si conferma provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Roma (18.464.229 ore) e Milano (10.530.867 ore).La nostra è al 2/o posto tra le regioni, dopo la Lombardia.

Da Togliatti ai giorni nostri qualcosa è cambiato nel mondo delle coop

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Reggio Emilia era la Mecca delle Coop rosse. Tutta l’Emilia Romagna in generale, ma in particolare Reggio, dove Palmiro Togliatti nel dopoguerra davanti ai dirigenti locali comunisti li esortò a “dirigere” le coop della Lega Coop. Da oltre 40 anni i cooperatori torinesi in modo cadenzato si recano a Reggio per svolgere al meglio il loro lavoro

cooperative

Noi piemontesi li abbiamo visti in azione nel 2006 sulle nostre montagne olimpiche. Soprattutto le Coop di produzione che da organizzatori del lavoro sono, di fatto,  diventate multinazionali delle costruzioni, o come si dice oggi : general contractors.

Appena Aldo Puttin mi ha invitato all’assemblea di bilancio del Consorzio Fra Costruttori a Reggio Emilia mi sono “fiondato”. Aldo dopo quasi un quarantennio  di “servizio” alle coop rosse finisce i suoi anni professionali come commerciale piemontese e ligure di questo consorzio. Tenerlo fermo è impossibile, macina km ed ogni offerta pubblica è sua. Propone alle imprese aderenti i lavori, indubbiamente instancabile lavoratore, supplendo alla crisi del settore, proprio con il suo instancabile lavorio.

Ritorno in un mondo lasciato 9 anni fa ma ben presto capisco che è “passato un secolo”. Nulla è come prima. Erman Bolzoni Presidente -riconfermato-  legge la relazione di bilancio ai soci, la maggioranza artigiani edili. La situazione è difficile ma si regge. Anzi, in alcuni casi gli stessi rapporti tra imprese di costruzione sono radicalmente cambiati.

Fallimenti, concordati preventivi modificano il tutto. Il consorzio ha tre “fronti”. Continuare ad acquisire lavoro per gli associati , recuperare crediti, appunto da quelle gradi imprese, coop, che hanno “toppato” e linee di credito per poter lavorare all’estero. Scontrandosi con le nostre leggi farraginose e scopro che il nuovo codice sugli appalti è “una boiata pazzesca”.

Aumenta i costi per partecipare alle gare lasciando al caso ed al massimo ribasso l’aggiudicazione. Il monte di lavori aggiudicato oscilla da 25 a 30 milioni per anno e Aldo “contribuisce” ogni anni con consistenti quantità di lavori aggiudicati. Ripeto, il Consorzio tiene duro.

Anche dove siamo si stigmatizza la diversità con  ieri. Siamo ospiti della Confederazione Cooperative, per capirci le coop bianche, le coop d’ispirazione cattolica. Riconferma del Cda ed elezione di Erman Bolzoni a Presidente. Poi salutare pranzo nelle colline reggine.

Ottima ospitalità e tra un bicchiere di lambrusco e pan fritto le mie domande vengono soddisfatte da un cortese presidente. Una per tutte: Si sono incontrati con le organizzazioni di categoria per questa nuova legge sugli appalti? Quasi sicuramente, ma le grandi imprese hanno solo più lavori all’estero.

Pessimista o ottimista? Risposta : sono ottimista sulla nostra capacità di lavoro, la scelta di Aldo conferma questa direttrice, pessimista per una realtà che si complica sempre di più. E’ ora di tornare a casa. Di sabato non ci sono tantissime auto sull’autostrada e si continua a parlare. La mia conclusione? Che quando ci saranno cooperatori come questi…qualche speranza la vera cooperazione l’avrà.

Informazioni intermittenti all'Inps e la coda è inutile

inps33STORIE DI CITTA’ 
di Patrizio Tosetto

3 di giugno molti hanno fatto il ponte. Scuole aperte ma poco traffico. Paola riceve un messaggio dal suo datore di lavoro che ha deciso di chiudere l’ufficio. Bene, ottima occasione per un po’ di lavori in casa e poi recarsi all’Inps  di via XX settembre. Non ha percepito gli assegni familiari avendo la figlia a carico.

Dopo un anno di disoccupazione la nuova assunzione la mette in condizione di recuperare gli arretrati. Come diceva l’omino della pubblicità della Bialetti….sembra facile…ma, purtroppo, non è così semplice.

Primo round, via internet : prima pratica andata a buon fine, seconda pratica ci si incasina. Nulla peròtosetto è perso. I patronati a cosa servono? Appuntamento all’Inca. Risposta: ora non possiamo fare nulla. Consiglio: vai all’ Inps di zona.E Paola, diligentemente, sfruttando la forzata e giornaliera vacanza si presenta all’ Inps, ufficio informazioni, spiegando e chiedendo. Con aria un po’ tediata arriva la precisa indicazione : prenda il numero.

30 persone davanti e due ore di coda. Paola per ingannare l’attesa usa il telefonino. Messaggi e internet. Dopo un’ora constata che molti vanno via arrabbiati. Finalmente arriva il proprio turno. La speranza e la pazienza sono state premiate. All’impiegata viene rispiegato il tutto e si “tuffa” nel computer. L’attesa non è latrice di buone notizie. Mi sa che la pazienza non è stata premiata.

“Mi dispiace non posso fare nulla la pratica è stata archiviata e i colleghi a cui rivolgersi non ci sono perché hanno fatto il ponte.” Scusi? Dunque? Deve ritornare sperando di trovare la collega giusta. Sperare? Tornare? Non può essere più precisa? “Se ritorna un altro giorno sono sicuramente rientrati i colleghi in ferie. Se fortunata. visto che turniamo li trova direttamente allo sportello, viceversa la mandiamo all’ufficio preposto”.

Prima d’uscire una capatina all’ufficio informazioni. “Perché non me l’ha detto subito?” Un eloquente silenzio conferma che era l’ufficio è d’informazione….ad intermittenza.

Sia ben chiaro,  “nessuno è morto”, dunque il tutto è rimediabile; ma, diciamocel,o questa inefficienza è assolutamente fastidiosa. Comunque grazie a Paola per aver mantenuto la calma. Ma non tutti sono come Paola.

Da Caselle verso Sardegna e Sicilia

AEREOVOLOTEA SPIEGA LE ALI E FA ROTTA DA TORINO A LAMPEDUSA E OLBIA”

 Doppia novità per Volotea dall’Aeroporto di Torino! Riparte oggi, infatti, la rotta Torino-Olbia, mentre domani, 28 maggio, decollerà il primo volo del nuovo collegamento verso Lampedusa. Due rotte pensate appositamente per i viaggiatori che vogliono sfruttare l’inizio della bella stagione per raggiungere due tra le più affascinanti località turistiche in Italia.

“Siamo davvero entusiasti di inaugurare la nuova rotta alla volta di Lampedusa e ripristinare, dopo i successi delle scorse estati, il collegamento per Olbia – commenta Valeria Rebasti, Commercial Country Manager Volotea in Italia –. Dall’avvio delle nostre operazioni a Torino, crediamo di essere riusciti a costruire un network di destinazioni in linea con le esigenze di viaggio dei passeggeri torinesi. Grazie ai nostri collegamenti comodi e veloci, i piemontesi avranno la possibilità di raggiungere, durante i mesi più caldi, destinazioni di grande richiamo come Olbia e Lampedusa”.

Per l’estate 2016, l’offerta di Volotea da Torino si articola in 830 voli (+53% vs 2015) verso 7 destinazioni: 4 in Italia (Cagliari, Lampedusa, Olbia e Palermo), 1 in Spagna (Palma di Maiorca) e 2 in Grecia (Corfù e Skiathos: operative rispettivamente dal 18/7 e dal 5/7).

 

Volotea, operativa in Italia dall’aprile 2012, ha recentemente celebrato un altro importante traguardo, raggiungendo quota 7 milioni di passeggeri trasportati a livello internazionale. Un risultato che premia l’obiettivo della compagnia di collegare tra loro solo aeroporti di medie e piccole dimensioni e che fa ben sperare per la futura crescita della low cost.

 

Un milione e mezzo di euro contro miliardi di zanzare

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Parte il programma di lotta alle zanzare per il 2016:  la Regione spenderà 1,5 milioni di euro
per sostenere i progetti urbani presentati dagli enti locali e il progetto unitario di informazione e contrasto alla diffusione dei vettori di patologie umane ed animali trasmessi dalle zanzare. L’Ipla – Istituto per le piante da legno e l’ambiente si occuperà del coordinamento e della gestione. Sono coinvolti i Comuni dell’area metropolitana torinese, di Torino, dell’Alessandrino, di Casale Monferrato, Castello di Annone, Montalto Dora, Novara, Pinerolo, San Mauro, Torrazza Piemonte, Verbania, Veruno e Vercelli, Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.

Storia della “terra degli slavi del sud”

Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti

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Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti. Cronaca postuma di un’utopia assassinata e delle guerre fratricide”. Così s’intitola il bel libro scritto da  Bruno Maran, fotoreporter di Stampa Alternativa che ha firmato importanti reportage dalle zone più “calde” del pianeta, e pubblicato da Infinito Edizioni con  prefazione di Riccardo Noury e un’importante introduzione dello scrittore Luca Leone. La Jugoslavia – che dopo la prima guerra mondiale si chiamava Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi Regno di Jugoslavia – è stata un’originalissima esperienza socialista e federale per oltre quarant’anni, dal 1945 al 1991. Il Paese, composto da sei repubbliche  e due  province autonome – nell’ordine: Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Kosovo, Vojvodina -, dopo esser passato attraverso una tremenda guerra di liberazione dagli invasori nazi-fascisti, che provocò molti lutti e sparse rancori mai sopiti,  venne così delineato da Josip Broz Tito e da Edvard Kardelj, il teorico e costituzionalista sloveno.  La “terra degli slavi del sud” si basava sulla politica della Fratellanza e Unità (Bratsvo i Jedinstvo) fra i diversi popoli jugoslavi, garantendo a ciascuno, comprese le minoranze nazionali, dignità, autonomia decisionale e rappresentatività istituzionale. Tito era infatti riuscito a bilanciare le rappresentanze etniche e a placare antichi odi in un equilibrio che appariva stabile, grazie probabilmente anche al “cemento” dell’ideologia socialista rinnovata in chiave antistalinista e per alcuni versi filo-occidentale. L’originalità del progetto jugoslavo iniziò il suo declino nei primi anni ottanta, con la morte del maresciallo Tito.

TITO JUGO 2

Nel 1991 scoppiò la guerra, che portò nell’Europa della fine del XX secolo i crimini contro l’umanità, lo stupro etnico, il genocidio, l’urbicidio, la fuga di milioni di profughi, per concludersi con una pace ingessata, cui è seguita una guerra “umanitaria”. Questa è la storia di quel Paese, anno per anno, giorno per giorno. Un lavoro paziente, di ricerca, con il quale Maran ha realizzato un libro per alcuni versi  fondamentale per chi vuol conoscere questa parte della storia europea contemporanea, dove – secondo i più – è iniziato ed è finito  nel sangue il “secolo breve”. Un libro di storia, dunque. Da leggere, come meritano i libri, con calma.  “Questo libro ci aiuta a comprendere il presente facendoci conoscere settant’anni e più di passato e ci consente di immaginare, o quanto meno, di auspicare, un futuro possibile”, ha scritto  Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Un futuro che, per quanto mi riguarda, deve comprendere, perché sia tale, due concetti fondamentali: giustiziaTITO JUGO MARAN e diritti”. Temi ricorrenti, spesso violati, a volte dimenticati che si accompagnano al bisogno di ricostruire storie e vicende partendo dai fatti.   “La lettura del lavoro di Maran dimostra come gli eventi tragici verificatisi nei Balcani non affondino le loro ragioni in un atavismo tribale, bensì in “semplici” e fin troppo evidenti scontri tra gruppi di potere interni allo spazio jugoslavo e sostenuti da potenti alleati stranieri”, sottolinea Luca Leone, autore dei più importanti libri sulla Bosnia. Che aggiunge come “a restare stritolati, sfregiati, dilaniati, alla fine sono sempre i popoli, la giustizia e la verità”.  Soprattutto in questi paesi dove la storia è passata come un vento impetuoso nel corso dei secoli, tanto da far dire a Winston Churchillche “gli spazi balcanici contengono più storia di quanta ne possano consumare”.

Marco Travaglini