“SOGNO CONFINE EQUILIBRIO”

presotto-2016La doppia personale “SOGNO CONFINE EQUILIBRIO” è allestita presso la Manica Lunga del Castello del Monferrato in Casale Monferrato; in mostra acquerelli di Nadia Presotto e stampe fine art di Renato Luparia. La mostra rientra nella rassegna “Arte Pratica in Monferrato,- ci comunicata l’ Assessore Daria Carmi progetto nato con la collaborazione della Consulta Cultura del Comune di Casale Monferrato, che anima ormai da sei mesi la manica lunga del Castello del Monferrato con l’ obiettivo di fare ricerca sulla produzione artistica del territorio e si arricchisce ora di un appuntamento molto atteso: il bellissimo e appassionato duo Nadia Presotto e Renato Luparia. Il loro è un percorso di vita, un dialogo che continua e “genera” da anni, che studia il paesaggio, interiore ed esteriore, e lo restituisce trasformato agli occhi del fruitore. La qualità di questi due artisti, diversi per sensibilità ed espressione formale, genera in questa mostra un terzo punto di vista, unico e imperdibile, che coniuga mani e occhi e ritrae, con una delicatezza che sa di infinito, la nostra storia, la nostra terra. Questo il testo appositamente redatto dal curatore Piergiorgio Panelli: “L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla e indica il contenuto del futuro” – Vasilij Kandinskij –

Sogno   Confine Equilibrio              

Il tema che caratterizza il confine è il suo essere tale, perché ogni di-visione è, come dice l’etimo della parola stessa, una doppia visione, un contemplare la diversità insita in ogni alterità che sorge ogni qualvolta che un limite o un confine viene tracciato. Tracciare un confine è segnare, donare esistenza alla differenza, cioè creare una distanza pura e viva, pulsante nel suo creare e di-videre. Ogni segno è quindi un rimando in quanto simbolo o allegoria di qualcosa che richiama continuamente e più volte all’altro. Il segno ci mette di fronte all’Altro-da-noi, a ciò che ci viene in-contro. L’ uomo che abita la soglia si fa soglia lui stesso in quanto limite – segreto, però, allo stesso tempo, frontiera verso l’altro, aperta all’incontro e alla differenza; si fa tollerante perché la soglia – frontiera è il luogo della tolleranza e rispetto del segreto. L’uomo, facendosi soglia, può fondare una società in cui la passione e il conflitto cessino di essere distruttivi e si trasformino in un’energia positiva.

Questo sogno di positività lo possiamo rivedere in questa coppia creativa Nadia Presotto e Renato Luparia con due linguaggi e scritture diverse ma unite dall’equilibrio dell’armonia di questo viaggio verso la forma e il confine.

La ricerca di una calibrata e armoniosa fusione tra viaggio fisico reale e viaggio mentale sovradimensionale rappresenta uno degli aspetti centrali della recente produzione pittorica della pittrice Nadia Presotto, impostata sul delicatissimo equilibrio gesto-materia-colore-luce. Sono paesaggi della memoria, metafore ancestrali di un atavico dialogo tra l’uomo e l’infinito e l’oltre, quasi una ricerca di tracciare una possibilità nell’essenza della poetica visiva per oltrepassare la bellezza del confine, concentrando ogni energia creativa nel trasportarci dentro il confine. Un viaggio questo che la Presotto preferisce condurre con la gestualità del silenzio, regalando sul foglio acquerellato preziose trasparenze riverberanti l’eco del racconto naturale di spazi interrotti da ombre di alberi – anima per confermare con sicurezza la concretezza di un percorso tra infinito e reale, tra sotto e sopra, tra cielo e terra . Sulla carta preparata con cura il colore vola e sfiora con delicate soluzioni la ricerca della propria forma, del proprio essere, come se lì ci fosse sempre stato, anche in situazioni insospettabili, suggerito dalla natura; il colore diventa ricerca del nostro confine, dove solo alla fine del viaggio riusciremo a svelarne i misteri. Nell’attesa di questo incontro viviamo le dolcissime atmosfere di questo reale arcobaleno essenziale, sempre più vicini ai confini e pronti a superarli con la nostra dimensione interiore.

La fotografia di Renato Luparia nel contesto contemporaneo può essere letta come un linguaggio di narrazione: l’artista monferrino ha da sempre nei decenni narrato la sua terra con una vivacità poetica attenta, scavandone le unicità, cercando cromatismi e forme sensibilissime per ritrovare quel magico profumo del silenzio da sempre respirato. Il silenzio, questo misterioso colore che si scopre in questa serie di nuovi lavori pensati e lavorati nel bianco e nero, ci conduce all’ Assenza che regala equilibrio, complice della linea immaginaria del confine nel nulla, a volte trovata per caso con umiltà, altre con un raffinato lavoro di contaminazione tra anima e natura, tra il bosco infinito delle nostre memorie e quello che appare a poco a poco tra grigi, neri, bianchi, come segni ombre messaggi di una denaturalità dimenticata. Nelle colline bianche vuote, ma riempite da luci improvvise isolate, appare come unica parola, ma determinante per l’equilibrio della forma, il segno di alberi che sono testimonianza del respiro di un paesaggio a volte mistificato dall’uomo, visto dall’artista nella sua vera essenza, nella sua vera energia. Graffi sulla terra colti come ferite e segni anche d’ amore dell’uomo per il rispetto e la bellezza di una collina mai adorata abbastanza, che diventa teatro e tavolozza per chi sa sognare e per chi sa vedere la vera linfa di luce che essa possiede oltre il confine, oltre la materia, oltre la corteccia; l’arte di Renato Luparia sa disegnare tutto ciò.

Informazioni utili: “Sogno Confine Equilibrio” con Nadia Presotto e Luparia Renato – Manica Lunga del Castello del Monferrato – Casale Monferrato – dal 8 al 23 ottobre 2016. Visitabile il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero.

 

Montagne per il Sì a Lanzo

concerto in montagnaPiccoli Comuni, Montagna e Aree interne: le opportunità dell’Italia che dice SI” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà nella serata di lunedì 17 ottobre 2016 a Lanzo Torinese (TO), dalle ore 21 nell’ex sala dell’Atl in via Umberto I 9. Introdotti dal segretario locale del Partito Democratico Daniele Reano, interverranno i deputati Francesca Bonomo ed Enrico Borghi, coordinatore nazionale della Strategia Aree interne. Verrà presentato, per la prima volta in Piemonte, il manifesto “Montagne per il SI, SI per le Montagne, varato martedi scorso alla Camera dei Deputati dai primi duecento Amministratori locali e cinquanta Parlamentari che hanno sottoscritto il documento. Il manifesto declina le importanti modifiche della Carta costituzionale, in favore delle zone montane e delle Autonomie locali. Viene rafforzato l’articolo 44, secondo comma, che prevede misure specifiche per le Terre Alte, per avere, nella riforma, quattro importanti passaggi: il riconoscimento della specificità montana nell’organizzazione istituzionale, la competenza statale sulle Unioni di Comuni e la loro organizzazione, l’eliminazione di materie concorrenti tra Stato e Regioni, la necessaria rappresentanza delle aree omogenee.  . “Anche a Lanzo, nel Torinese, nelle vallate – evidenziano i deputati Francesca Bonomo ed Enrico Borghi – gli Amministratori si uniscono per vincere le resistenze al cambiamento. Se incrociamo l’articolo 44 con le novità della riforma, come quelle dell’articolo 40 comma 4, con l’articolo 119 su costi e fabbisogni standard, è certo che il legislatore dovrà inserire il “differenziale montagna” per riconoscere differenze di territorio. Se vogliamo che la montagna riprenda vigore, si devono creare meccanismi per differenziare capacità di produrre servizi e benessere per i cittadini. Diciamo sì alla riforma anche perché tiene conto delle aree montane, della necessità di sviluppo di Alpi e Appennini. Aree del Paese che insieme diventano strumento di straordinaria forza politica. Il documento che illustreremo a Lanzo è la base di partenza, per ragionare su come la riforma è importante per i territori”.

Massimo Iairetti

Export in calo: colpa della crisi dell’oro. Vanno a gonfie vele caffè, confetterie e cioccolato

CIOCCOLATOIl Monitor dei Distretti del Piemonte, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che analizza l’attività di export nel II trimestre del 2016, segnala in particolare:

  • Calo tendenziale -4,3%, performance fortemente penalizzata dal distretto orafo di Valenza. Al netto del distretto orafo, il Piemonte ha registrato un aumento delle esportazioni pari al 2,5%.
  • Segnali di forte accelerazione dal distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinesi con piemonte regioneuna crescita delle esportazioni del 34,6% tendenziale, di gran lunga superiore alla media del settore in ambito italiano. Questo distretto ha subito una riduzione importante delle esportazioni in seguito alla crisi del 2008, ma dal 2010 ha ripreso a crescere con ritmi sostanzialmente identici alla media italiana fino al 2015, per mostrare un vero e proprio balzo nella prima metà del 2016 grazie al traino di Francia, Germania e Stati Uniti.
  • Positivi anche il Riso di Vercelli (+5,9%), la Rubinetteria e valvolame del Verbano Cusio Ossola (+4,3%) e il Tessile di Biella (+1,7%).
  • In arretramento gli altri distretti monitorati.
  • L’analisi per mercato di sbocco evidenzia un quadro a luci e ombre. È , riso castelmagnoinfatti, ripartita (anche se a passo lento) la Germania, si sono finalmente stabilizzate le vendite in Russia e in Giappone e sono stati ottenuti brillanti risultati in alcuni nuovi mercati, come la Corea. Solo leggermente positivo l’apporto degli Stati Uniti. Fortemente negative invece le vendite verso Svizzera, Francia, Cina e Hong Kong. In arretramento anche il contributo del Regno Unito.
  • Nella seconda parte dell’anno l’export deipiemonte italia distretti piemontesi potrebbe tornare in territorio positivo anche se il ritmo di crescita resterà contenuto, penalizzato da un quadro internazionale altamente incerto e da una domanda mondiale debole. Tuttavia, il canale estero da solo non può bastare a ridare fiato alla crescita del tessuto distrettuale. Una ripartenza della domanda interna può quindi rappresentare una buona opportunità per quei distretti industriali più orientati al mercato italiano.

Il mistero degli ingorghi in corso Orbassano

orbassano-ingorgo-trafficoDa una settimana a questa parte, nelle ore di punta, si crea un unico ingorgo da piazza Pitagora a corso Settembrini. Mistero sulle cause (errata temporizzazione dei semafori?). Certi e molto concreti, invece, i disagi per automobilisti, residenti e commercianti.

Numerosi cittadini me l’hanno segnalato in questi giorni: tutte le mattine da venerdì scorso (7 ottobre, una settimana esatta) si crea, tra le 7 e mezza e le 9 e mezza della mattina. un unico, gigantesco ingorgo lungo corso Orbassano, da piazza Pitagora a corso Settembrini. Lo stesso fenomeno si presenta, appena meno grave e intenso, nell’ora di punta del rientro dagli uffici, nel tardo pomeriggio.

Misteriose le cause: in quel tratto di città non risultano cantieri aperti né si sono verificati, in questi giorni, incidenti.Più di una persona ipotizza un errore nella temporizzazione dei semafori. Ma è, appunto, solo un’ipotesi.

A essere certe, invece, sono le conseguenze: ritardi, anche di trenta minuti rispetto ai tempi medi di percorrenza, per chi va al lavoro; disagi per i residenti; meno clienti per i commercianti della zona (la gente non si ferma se la viabilità è bloccata…). Mi occuperò della questione.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

Festa in Rosso a Ivrea

bandiera_rossaIl centro civico Bellavista ospita sabato 15 ottobre la “Festa in Rosso”, organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Si parte alle ore 10 con l’inaugurazione delle mostre, in particolare quella sulla Costituzione e quella sulla Palestina. Alle 11.30 ci sarà l’aperitivo rosso seguito da un pranzo popolare. Nel pomeriggio, alle 16. È prevista la proiezione della pellicola “Thomas Sankara – Il Che Guevara africano” e alle 18 ci sarà la presentazione del libro “L’apparenzi inganna” con gli autori Franco Trucco e Stefano Cappelli. Il momento culminante sarà il dibattito “Di sana e robusta Costituzione. Le ragioni del No”. Con l’intervento della partigiana Lidia Menapace, dell’ex parlamentare Chiara Acciarini, di Mario Beiletti, presidente dell’Anpi Ivrea e Basso Canavese di Ezio Locatelli segretario provinciale del Prc di Torino e di Cadigia Perini, segretario del Prc di Ivrea.

Massimo Iaretti

 

 

L’Ottocento e il Novecento, “scorci di Torino”

Nelle sale della Galleria Aversa, in via Cavour 13

vellan-aversaFrammenti, sguardi, ricordi lontani che attraversano una intera città. “Scorci di Torino” è il nucleo della mostra che la Galleria Aversa presenta, sino ad inizio novembre, nei suoi locali di Palazzo Luserna – Rorengo di Rorà, in via Cavour 13, giardini, palazzi, periferie, le ampie piazze e i mercati, il susseguirsi di angoli più o meno conosciuti, gli anfratti del fiume, una mostra che si dilata più ampiamente nelle “altre opere fra ‘800 e ‘900”, per un complessivo di una trentina di opere (catalogo in mostra), offrendo immagini di mare o di altipiani, di villaggi montani o di paesi lontani. Acquerelli, tempere, oli – non mancano le sculture con il nervoso gruppo in bronzo dei “Contadini” aversa-lomidi Bistolfi posto a confronto con la figura femminile di Carlo Bonomi o la moderna danzatrice di Francesco Messina del 1980 – che rimandano per molti esempi a note impressionistiche come a squarci immersi in dense pennellate di colore nella descrizione di una umile vita quotidiana. Spiccano all’inizio le leggere geometrie di Giuseppe Canella che offre uno sguardo tra Gran Madre e Cappuccini, i Giardini Reali colpiti da una calda, rassicurante luce nell’opera di Marco Calderini del 1890 e immaginati da Lorenzo Delleani quasi a nascondere, grandi masse alberate, sedici anni dopo le architetture di Palazzo Reale, le atmosfere diverse che attraversano nelle visioni di aversa-delleaniGiovanni Lomi e Leonardo Roda l’ampio spazio di Porta Palazzo, il chiarore che inonda Superga complice la neve di Cesare Maggi, sino alle indecifrabili linee di Spazzapan che vivacizzano il “Canale Michelotti” del 1934 o il paesaggio innevato di Felice Vellan che circonda il “Traghetto di Millefonti” (1923), sino ad un’epoca assai più recente con i “Panni stesi in Bertolla” di Mario Lisa. Non dimenticando le due minuscole dame che nella tela di Calderini (fu allievo del Fontanesi) del 1872, in un capolavoro di luci e di studiatissime ombre, attraversano “Il giardino dei Ripari”, ovvero quel luogo fatto di collinette e sentieri, datato 1834 e destinato ad offrire una tranquilla e verdeggiante zona per il passeggio delle signore torinesi, tra fontane e caffè, nato dopo l’abbattimento delle mura in età napoleonica e oggi da identificarsi con la zona che nel centro della città occupa i giardini Cavour e l’aiuola Balbo, sino a spingersi sino a piazza Maria Teresa. Al di là degli scorci torinesi, Lidio Aimone inonda di sole un romantico “Golfoaversa-lupo del Tigullio” (1912), Carlo Bossoli fotografa con tecnica perfetta “Il castello di Alcazar, a Segovia”, ancora Lorenzo Delleani ricostruisce in una tavola del 1899, tra personaggi e animali, l’aia di un casolare in un vivace villaggio ai piedi delle montagne, mentre Alessandro Lupo ci rende uno splendido esempio dei suoi mercati e Mario Lisa immerge nelle prime ombre della sera le case silenziose di Verrand lasciando che i raggi del sole ancora prepotenti colpiscano le cime del Monte Bianco (1948). Al 1896, altro piccolo capolavoro che colpisce l’attenzione di chi visita la mostra, risale “Cortile arabo”, conosciuto anche per il titolo “Fumatori di narghilè”, di Riccardo Pellegrini, artista formatosi nella Milano del Romanticismo che a lungo viaggiò in Francia, in Spagna o nei paesi mediterranei, pronto a catturare scene come quella che vediamo, gli uomini chiusi nelle loro tipiche vesti, la tranquilla siesta dei cani, il balcone chiuso, le pareti dipinte, resa ogni cosa con raffinatezza e preciso studio, un’immagine non chiusa semplicemente nel ricordo, ma vivace, immediata, personalissima.

 

Elio Rabbione

 

 

Le immagini, a partire dall’alto: 

Felice Vellan, “Torino, il Traghetto di Millefonti”, olio su tela, 1923

Giovanni Lomi, “Torino, Porta Palazzo”, olio su tavoletta

Lorenzo Delleani, “Casa di villaggio”, olio su tavola, 1899

Alessandro Lupo, “Giorno di mercato”, olio su cartone

INFORMAZIONE COMMERCIALE

“Vogliamo uno stadio tutto granata!”

toro bandieraLa petizione per rendere lo stadio Grande Torino tutto granata  (compresi i seggiolini) lanciata pochi giorni fa già supera le 5000 firme. “Un risultato eccezionale – dicono i promotori – che dimostra quanta voglia ci sia di rendere più granata lo stadio Grande Torino”. Tante le  firme provenienti non solo da Torino, dal Piemonte e dall’Italia ma addirittura dalla Nuova Zelanda, dagli Stati Uniti, dagli Emirati Arabi, dal Brasile oltre che da tanti paesi europei. “L’amore per ilstadio specchio Toro non conosce confini! L’obiettivo è quello di superare le 10mila firme così da far capire al Presidente Cairo quanto teniamo a questa piccola ma importante opera di restyling del nostro stadio”, proseguono i promotori che ricordano come tra l’altro, nel corso dell’ultimo Salone del libro, proprio Urbano Cairo si era espresso in questo modo: “Vogliamo poi rendere più nostro lo Stadio Grande Torino granatizzandolo il più possibile. Uno stadio nostro sarebbe un sogno ma al momento non è una soluzione percorribile. Purtroppo il Grande Torino non permette di ampliare il fatturato con altre attività, non è stato pensato per una squadra di calcio.”

 

https://www.change.org/p/torino-football-club-granatizzazione-stadio-olimpico-grande-torino

 

(foto: il Torinese)

Librolandia, contro la macchina da guerra milanese Torino schiera disegni animati e videogiochi

salone chiusura 16I promotori di “Tempo di libri”, la Librolandia milanese, hanno le idee chiare: saranno presenti alla rassegna circa 400 editori in 35 mila metri quadri e non verranno chiesti contributi pubblici. Lo hanno comunicato in conferenza stampa il presidente dell’Aie – l’associazione degli editori da cui è partito lo strappo con Torino –  Federico Motta, il sindaco Beppe Sala, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e l’ad della Fiera Milano Corrado Peraboni. E Torino che fa? Archiviata la polemica “campanilistica” traSALONE LIBRO XX Maroni e Chiamparino, sotto la Mole si sta cercando  di trovare una quadra, per non rischiare di promuovere una kermesse ad alto rischio naufragio. Il quasi presidente del Salone, Massimo Bray, ha già fatto sapere che Torino si distinguerà sui temi animazione – cartoon, realtà virtuale e video giochi. Basterà a contrastare la macchina da guerra milanese?

(foto: il Torinese)

Matilde Casa candidata ambientalista dell’anno

Ibio ambientel 6 agosto 2010 Luisa Minazzi, dirigente scolastica ed assessore all’ambiente del Comune di Casale negli anni Novanta terminava il suo cammino terreno. Anche lei, come molti altri casalesi era stata colpita dal terribile mal d’amianto ed aveva affrontato con grande coraggio e dignità la malattia. Dallo stesso anno – anche in ricorso del suo impegno per l’ambiente – il premio “Ambientalista dell’anno”, assegnato dalla rivista “La nuova ecologia” e da Legambiente nazionale le veniva intitolato. L’edizione 2016, la decima della serie, verrà presentata martedì 11 ottobre, alle ore 17.30 nella Sala Guala del municipio di Casale Monferrato. Nell’occasione, in particolare, saranno comunicate pubblicamente le otto candidature per l’assegnazione del premio a color che – cittadini, amministratori, gruppi associazioni – si sono impegnati in prima persona per costruire un mondo più vivibile e ecosostenibiule. Tra loro c’è anche il sindaco di un comune della Città Metropolitana di Torino. E’ Matilde Casa, primo cittadino di Lauriano, nel Chivassese. La sua motivazione recita che “ha restituito all’uso agricolo, tramite variante al Piano regolatore, un terreno sul quale si volevano costruire quaranta villette”. Il risultato è che è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio, accusa caduta con l’assoluzione nel giugno 2016, “anche perché il terreno presenta problemi di carattere idrogeologico”.

Massimo Iaretti

 

Arte e natura: la leggerezza della scultura

crosio-sculturaL’undicesima edizione de “La leggerezza della scultura”, si svolge dal 15 ottobre al 20 dicembre , come consuetudine nel Parco dell’Arte a Cerrina, luogo particolarmente idoneo ad accogliere sia le opere che il pubblico che con esso interagisce, dove natura e creatività artistica si incontrano e dialogano generando un’atmosfera particolarmente suggestiva. È, così, a disposizione gratuitamente di chiunque voglia usufruirne e per tutto il periodo autunnale, uno spazio naturale che in questa stagione si veste di forme e colori poetici e affascinanti, arricchito da presenze e installazioni che qui diventano vive, vibranti, animate. La mostra annuale “La leggerezza della Scultura”, è progettata dall’I.N.A.C. in collaborazione con l’Université Paul-Valéry, Montpellier III (Francia) e con il Centro di Ricerca Interdisciplinare in Scienze Umane e Sociali di Montpellier (Francia) e aderisce alla XII Giornata del Contemporaneo indetta dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI). Questa undicesima edizione è curata da Carla Crosio che, assieme al comitato scientifico dell’I.N.A.C. e allo Studio 10, ha effettuato una selezione di 12 artisti i quali, come vuole questa mostra collettiva dedicata alla scultura, formano un gruppo eterogeneo per le personalissime espressività e forniscono una visione realistica sull’attualità scultorea, volta a diversi indirizzi. Gli artisti sono: Adriano Campisi, Carla Crosio, Antonella Gerbi, Robert Gligorov, Robert Lang, Margherita Levo Rosenberg, Mirco Marchelli, Diego Pasqualin, Armando Riva, Ornella Rovera, Valter Luca Signorile, Luisa Valentini. Come consuetudine, non sono stati suggeriti temi per la realizzazione delle opere per la mostra. Forme, materiali, immagini, volumi, derivano dalla cultura individuale e dalla sensibilità di ogni artista e non sono condizionati da alcun elemento contaminante esterno. Ogni artista, dunque, secondo il proprio linguaggio e la propria creatività, propone un’opera o un’installazione con materiali diversi che vanno dal marmo al bronzo, al legno dipinto, al ferro, alla terracotta fino a materiali di più recenti generazioni e al recupero di materiali dismessi; anche l’iconografia è molto varia e va dal figurativo al geometrico, all’informale, al concettuale. La mostra sarà corredata da un volume, collana Arte Visiva – Edizioni Verso l’Arte, di 68 pagine, interamente a colori, su cui sono riprodotte tutte le opere esposte, le biografie degli artisti, i testi critici di Carla Crosio, curatrice della mostra, Diego Pasqualin, artista, Frédérique Malaval, Université Paul-Valéry Montpellier III (Francia), l’introduzione di Anselmo Villata, Presidente dell’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, le presentazioni di Antonella Parigi, Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, Aldo Visca, Sindaco di Cerrina. La mostra si avvale dei patrocini di: Regione Piemonte, Comune di Cerrina, I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, Ministero BB.AA.CC., Direzione Generale dei Beni Librari e degli Istituti Culturali, e del contributo della Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

“LA LEGGEREZZA DELLA SCULTURA”, XI edizione 2016. Cerrina, Parco dell’Arte, via Garmontano 5: 15 ottobre – 20 dicembre 2016. Opere: 12 sculture di altrettanti artisti di diverse generazioni e formazioni. Artisti: Adriano Campisi, Carla Crosio, Antonella Gerbi, Robert Gligorov, Robert Lang, Margherita Levo Rosenberg, Mirco Marchelli, Diego Pasqualin, Armando Riva, Ornella Rovera, Valter Luca Signorile, Luisa Valentini. A cura di: Carla Crosio, Studio10. Coprogettazione: Université Paul-Valéry, Montpellier III (Francia). AMACI – La XI edizione de La Leggerezza della Scultura aderisce alla XII giornata del contemporaneo dell’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. Patrocini: Regione Piemonte, Comune di Cerrina, I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, Ministero BB.AA.CC., Direzione Generale dei Beni Librari e degli Istituti Culturali. Contributi: Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Inaugurazione mostra: sabato 15 ottobre 2016, ore 17,00. All’inaugurazione saranno presenti: gli artisti invitati, Carla Crosio, curatrice della mostra, Anselmo Villata, Presidente I.N.A.C., Aldo Visca, Sindaco di Cerrina. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 20 dicembre 2016, dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 17,00; sabato e domenica su appuntamento. L’ingresso alla mostra è gratuito.