Befana a Monteu e Cavagnolo

befanaMonteu da Po si anima con due simpatiche iniziative all’inizio dell’anno. Riprendendo la tradizione della festa della Befana, venerdì 6 gennaio ci sarà a teatro una gran festa per ricordare anche il significato dell’Epifania . Ricordando il “colore” dei tre Re Magi, il programma vuole essere un simbolo di amore e rispetto verso ogni uomo e un’occasione per ampliare i nostri orizzonti e le nostre conoscenze nel segno dell’intercultura. La festa organizzata da Comune, Pro loco, Comitato genitori montuesi, prevede dopo la Santa Messa nella chiesa parrocchiale un pranzo pranzo multietnico nel salone del teatro ( con polenta e formaggi, preparata dalla Pro Loco, pizza, focacce e dolci preparati dalla Pro loco, dal Bar Oasi e dai giovani richiedenti asilo di Monteu ). Seguirà un pomeriggio di giochi con l’arrivo della Befana e una tombolata a cura del Comitato genitori. Inoltre è prevista un’esibizione di musica e balli africani accompagnati dal maestro Roberto Zorzi e dalla sua chitarra. Si chiude con una merenda per tutti.Domenica 8 gennaio, invece, alle ore 15.30, la Compagnia teatrale del Centro d’incontro comunale “Felice Donato” di Chivasso presenta lo spettacolo “La malate immaginarie”, atto comicissimo di Tiziana Siragusa.

Massimo Iaretti

 

Venerdì 6 gennaio, a partire dalle ore 14.30, al centro culturale “Cesare Martini” di Cavagnolo, “Arriva la Befana”. L’iniziativa, rivolta ai piccoli ed ai piccolissimi, è organizzata da Comune, Polisportiva e Gat – Gruppo artistico teatrale, e vede la partecipazione di Magic Aladin, La manifestazione si concluderà con una grande tombolata.

I.M.

 

Fiaccolata ad Ala di Stura

fiaccolaPartenza in quinta nel nuovo anno per Ala di Stura, comune delle Valli di Lanzo: lunedì 2 gennaio alle ore 21, la pro loco organizza una fiaccolata con ritrovo nella piazza centrale Poi, al termine, visto anche il periodo ed il prevedibile clima, ci sarà the e zabaglione per i partecipanti. Durante questa settimana, poi, la pro loco organizza ancora due appuntamenti, ma questa volta pomeridiani. Alle ore 17.30 di mercoledì 4 gennaio ci sarà una merenda a base di focaccia e di buon vino. Invece venerdì, giorno dell’Epifania, sarà la volta – nuovamente alle ore 17.30 – di un aperitivo con i Re Magi.

Massimo Iaretti

 

Il primo nato del 2017 a Torino è Alessandro, pesa 2 chili e 100 grammi

neonatO BIMBOIl primo nato del 2017 a Torino è Alessandro,  con taglio cesareo alle 00:28,  2.100 grammi da mamma italiana e papà albanese. Il penultimo nato si chiama Sara ed è nata da parto spontaneo in 2A da una coppia italiana. L’ultimo nato, Victoria è nata con taglio cesareo da una coppia italiana. Il secondo nato del 2017 è Emanuele nato da parto spontaneo alle 02:55, mamma e papà sono italiani.

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Quest’anno al Sant’Anna di Torino hanno partorito donne di 85 nazionalità diverse. A tutte quelle che ne hanno fatto richiesta è stata garantita l’analgesia perdurale, requisito essenziale per avere attribuiti i “3 Bollini Rosa”, massimo riconoscimento dell’Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna. Il tagli cesarei sono in costante calo, 31,3%, nonostante la complessità delle gravidanze assistite: il lusinghiero risultato del Sant’Anna è stato confermato anche dai dati del Programma Nazionale Esiti coordinato dall’AGENAS, che ha calcolato per il nosocomio un tasso di sant'anna ospedaliTagli cesarei primari  al 16,6% aggiustato per la complessità della casistica. I neonati di basso peso sono in costante aumento (13,4%), così come le gravidanze gemellari (circa il 50% della Regione Piemonte), favorite dalle attività del trasporto in utero (STAM) e dall’attività del trasporto avanzato neonatale  che garantisce il trasporto dei neonati critici dai punti nascita di 1° livello (Spoke) a quelli di 2° livello come il Sant’Anna (HUB). Alle donne che partoriscono si cerca di assicurare l’assistenza one to one e particolare attenzione è dedicata all’allattamento al seno del bambino nelle prime 2 ore dal parto.  Il contatto pelle –pelle è favorito fin dai primi minuti dal parto per i molteplici effetti positivi sulla fisiologia fetale e nel  rapporto relazionale madre bambino ed è stato inserito come nuovo indicatore anche sul nuovo Certificato di Assistenza al Parto voluto dalla Regione Piemonte a partire dal 2017.

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I nomi più frequenti attribuiti ai neonati maschi: tra i bambini nati da genitori italiani sale al 1° posto Leonardo attribuito 137 volte che scalza dal primo posto Alessandro (103), in calo anche Lorenzo 112 (nel 2015 erano stati 132).  Tra le coppie straniere il nome più attribuito  nei maschi è Davide (30), seguito da Alessandro (22), mentre Mohamed è stato scelto come primo nome per 21 bambini, che diventano 39 considerando tutti i nomi.
I  nomi più frequenti attribuiti ai neonati femmina: tra le femmine, Aurora, Giulia, Sofia, Alice e Beatrice sono i nomi più frequenti; Sofia è anche il nome scelto più frequentemente dalle bambine nate da coppie straniere. I parti nelle donne straniere sono stati il 25,4%, stabili rispetto al 2015 (25,3%); al 1° posto ci sono i bambini nati da coppie della Romania, seguiti da Marocco, Nigeria, Albania, Cina e Perù. Complessivamente le donne che hanno partorito al Sant’Anna appartengono a 85 nazionalità diverse.

 

Gli industriali torinesi: “Striminzito +o,8 di Pil, ma il nuovo anno offre opportunità”

gallina-darioSecondo  il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, che ha inviato una lettera di auguri per il nuovo anno  a tutti gli associati, il  2017 “si presenta  come un anno complicato, ma interessante e dunque con molte opportunità. Non ci nascondiamo nessuno dei rischi che dovremo affrontare, ma sappiamo che proprio in questi frangenti emergono le doti e le qualità migliori dei nostri imprenditori”. Prosegue il presidente Gallina:”Di sicuro  non possiamo accontentarci di quello striminzito 0,8% di crescita del Pil, registrato dal Centro Studi di Confindustria per il 2017″, una cifra troppo vicina alla stagnazione per rispondere alle aspettative della società italiana. E infine una frecciata alla politica italiana:  “Il mondo economico non sta ad aspettare le nazioni che segnano il passo perché non dispongono di sistemi politici ed istituzioni preparati”. Ma il presidente di Confindustria Torino  guarda comunque con fiducia al piano Industria 4.0 predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico.
   

L’albero dei desideri continua a far sognare Torino

Nessuna pallina, nessun nastro colorato; niente accessori sfarzosi o luccicanti. Ad addobbare il grande abete, ci pensano i desideri dei torinesi e dei tanti viaggiatori.

ALBERO 7 NATALEAd ogni Natale che arriva la città di Torino mette in mostra nuove luci, addobbi sempre più belli e colorati e un diverso e gigantesco albero nel centro di Piazza Castello. La città si riempe di strade luminosi, vie scintillanti e case addobbate a festa per l’atteso evento. ALBERO 8 NATALEE se ogni anno gran parte della città assume un aspetto sempre un po’ diverso rispetto all’anno precedente, c’è una cosa che da qualche tempo non cambia mai: nell’atrio della stazione di Porta Nuova, di fronte all’entrata (finalmente restaurata) di Piazza Carlo Felice, cresce ogni Natale un albero alternativo. Nessuna pallina, nessun nastro colorato; niente accessori sfarzosi o luccicanti. Ad addobbare il grande abete, ci pensano i desideri dei torinesi e dei tanti viaggiatori. Foglietti di carta, cartoncini colorati e numerosi fogli di quaderni, adornano i rami del grosso pino, permettendo così ai tanti passanti di farsi avvolgere dall’atmosfera natalizia. Un albero per sognare, un albero per sperare. Un albero divenuto un luogo di ritrovo dove condividere pensieri, sentimenti, emozioni e aspettative di tutti coloro che a prescindere dall’età, dal colore di pelle e perché no, anche dal credo religioso, hanno ancora voglia di immergersi e di farsi catturare dalla “magia” del Natale. ALBERO 3 NATALEUna tradizione,quella del grosso pino di Porta Nuova, che può apparire sciocca e superflua ma che ogni Natale continua a stupirci per i molteplici messaggi lasciati tra i suoi rami. Insomma, in un’epoca in cui tutto sembra essere affidato nelle mani di una sempre più evoluta tecnologia, l’albero dei desideri -come è stato ormai denominato- rappresenta forse quella parte più pura e autentica del Natale, distante dal triste consumismo sfrenato e speriamo sempre più lontana dal clima di paura e terrore che purtroppo si è respirato in questi ultimi giorni.

                                                                                              Simona Pili Stella

LA STORIA DI CARLO, UN VOLONTARIO NON VEDENTE

carlo-scientRICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In questi giorni di celebrazioni religiose e di buoni propositi, che sistematicamente vengono turbati da notizie allarmanti di ciò che accade nel mondo, passano inosservate storie nostrane di persone sconosciute ai più.

 

Carlo Piccato, 64 anni, cuneese, massofisioterapista in pensione, dal 2013 trasferitosi a Torino, è stato per molti anni anche insegnante elementare con una parentesi di tre anni in Africa dove ha lavorato per il Consolato Italiano.

 

In un viaggio lungo sei mesi in India e in Estremo Oriente è andato alla ricerca di risposte spirituali trovate poi in una religione più recente, Scientology, che pratica dal 1985 quando la retinite pigmentosa – una degenerazione irreversibile della retina – aveva già iniziato a limitare notevolmente la sua vista.

 

Carlo è cieco ormai da molti anni e la sua storia merita di essere raccontata perché ha a che fare con il potente e profondo desiderio di impegnarsi per gli altri nonostante tutto. 

 

“Vengo continuamente aiutato da persone che non conosco, che non vedo, ma sono intorno a me e voglio fare qualcosa per contraccambiare”.

 

Mentre si sposta in città anticipando i propri passi con il classico bastone bianco tra Porta Palazzo e le periferie di Torino, attraversando strade e mercati pieni di gente, usando i mezzi pubblici e incontrando persone di ogni nazionalità, regala un libretto che, in Italiano, si intitola La Via della Felicità.

 

“Anche se è stato scritto da L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology – spiega – questo libro non promuove nessuna religione. E’ una guida di semplici norme che possono migliorare la convivenza: per questo mi piace moltissimo divulgarlo, in particolare in una città come Torino dove la buona convivenza, secondo me, sta alla base di tutto.”

 

Carlo conosce il modo in cui ci si saluta in una trentina di lingue differenti, così, quando qualcuno gli offre il braccio se deve scendere dal tram o attraversare la strada, inizia una piccola conversazione: una volta capita la nazionalità estrae dal suo zaino la versione del libretto tradotto nella lingua dell’interlocutore e lo consegna in omaggio. 

 

Pur non vedendo assolutamente nulla ci riesce e il dettaglio della sua recente attività racconta lo spaccato di un multiculturale microcosmo torinese. Ecco il suo resoconto di fine 2016: oltre a centinaia di copie in Italiano ha dato La Via della Felicità in Cinese, Albanese, Russo, Bengali, Hindi, Rumeno e Filippino; in lingua araba a marocchini, egiziani, tunisini, libanesi, algerini, somali, sudanesi del Nord, siriani, curdi; in Inglese a nigeriani, ghanesi, gambiani, eritrei, etiopi, sudanesi del Sud ed un serbo; in Francese a senegalesi, maliani, ivoriani, congolesi, camerunesi, guineani, togolesi, malgasci, ruandesi e francesi; in Spagnolo a peruviani, ecuadoriani, cubani, dominicani, onduregni, venezuelani, uruguaiani; in Urdu ai pakistani; in Portoghese a brasiliani, portoghesi e bissau-guineani; in Farsi ad iraniani ed afghani e ancora, in Turco, Bulgaro, Macedone, Ciadiano e lingua Ucraina.

 

18 lingue, 52 nazionalità, oltre 400 persone non italiane. Non indifferente per una persona definita “disabile”.

 

“In Africa o in Oriente, quando qualcuno provava a salutarmi in Italiano, mi faceva sentire a mio agio. Allo stesso modo mi accorgo che chi riceve questo libretto nella propria lingua è contento e si sente ben accolto, indipendentemente dal fatto che abbia scelto o sia stato obbligato a vivere da noi. E’ un piccolo gesto di reciproca umanità capace di sorprenderci ancora. Voglio continuare a farlo perché sento che possiamo convivere e pian piano trovare l’armonia che tutti cerchiamo.”

A Torino la prima mostra europea di Ted Larsen

Una personale alla “Privateview Gallery”, fino al 31 gennaio

Un colpaccio mica da ridere quello messo a segno da Silvia Borella e Mauro Piredda, giovani e talentuosi galleristi torinesi, con l’ospitata nella loro “Privateview Gallery”, aperta da pochi mesi in piena San Salvario a Torino, del “Solo Show” di Ted Larsen che sotto la Mole in prima europea presenta, a cura di Paola Stroppiana, 24 opere “site specific” realizzate appositamente per l’evento subalpino.

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Nato nel 1964 a South Haven, nel Michigan, da diversi anni Larsen, sicuramente oggi fra gli esponenti più affermati del nuovo Minimalismo americano, vive e lavora a Santa Fe (New Mexico), tradizionalmente luogo cult per la comunità artistica statunitense. Sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private, nonché in diverse istituzioni museali, fra cui il “New Mexico Museum larsen1of Art” di Santa Fe e l’ “Edward F. Albee Foundation” di New York. Pittura scultorea o scultura pittorica: sulle asettiche pareti in candido cartongesso della Galleria di via Goito, i lavori di Ted Larsen ben documentano le origini culturali di un discorso estetico profondamente colto e meditato, che nasce da una geniale manualità, “applicata a materiali di recupero in equilibrio fra pittura, ready-made e scultura astratta”, per tradursi in modo “giocoso” ma larsen2estremamente equilibrato nei suoi effetti di rigorosa definizione materica, in oggetti unici e irripetibili. Lavori sui quali è consigliabile (meglio, d’obbligo) non disquisire oltre il “quello che vedi è quello che vedi”, per dirla con Frank Stella, fra i teorici di quell’ “oggettivazione” delle opere che è prerogativa di fondo del linguaggio minimale. E proprio a Stella, ma anche a Donald Judd (e alla sua risposta attraverso la “tridimensionalità della superficie pittorica” al “soggettivismo” dell’Informale e dell’Espressionismo Astratto) così come a John McCracken (cui il Castello di Rivoli ha dedicato una personale nel 2011), Ted Larsen guarda con occhio attento, ma sempre in termini di originale e creativa operatività. Artista di formazione accademica e profondo conoscitore della storia dell’arte, in lui sono innegabili i rimandi, attraverso larsen3l’ormai acquisita e principale dimensione minimalista, al Modernismo così come alle più complesse avventure delle prime avanguardie dell’arte astratta o concettuale e perfino cubista. A fare la differenza, per l’artista di Santa Fe, è sempre l’intervento manuale, quel lavoro “di bottega” brillante e puntiglioso e geniale, che va “dalla sgrossatura di pezzi di lamiera di più grandi dimensioni recuperate direttamente dai depositi di rottami e lavorate in studio, alla costruzione dei singoli elementi che compongono le sculture, realizzate in legno di compensato, assemblate con silicone e ricoperte in ultimo con le lamine recuperate”. Libere di documentare, a seconda del materiale trattato, di tutto un po’: dal reperto d’auto Anni Cinquanta ai più eterogenei complementi d’arredo in formica agli american diner o altro, fino ai rivestimenti di frigoriferi d’antan e agli oggetti più strani e svariati che possano venirci in mente. Fantasia e realtà senza limiti. Su questo “gioca” la creatività larsen4dell’artista, attraverso un pluralismo di forme su cui molto incidono anche gli spazi bianchi delle pareti che diventano “magico infinito” e i chiaroscuri prodotti dalle ombre che si fanno opera esse stesse: linee curve, angoli improvvisi, altre linee a contrasto; volumi che abbondano raddoppiano e si ripetono, accanto ad altri che s’appiattiscono fino al puro geometrismo di elementi metallici modulari (esemplare l’imponente“Lined Out Installation”) o si collocano in uno snello sviluppo orizzontale, come nel caso del Lègeriano “Awfully Good”. Personalissimo anche l’uso del colore, con “accostamenti di palette color pastello, spesso recanti i segni delle ‘vite’ passate”, in opere che sono “patchwork giocosi” concepiti per “restituire bellezza a un mondo di consumismo e di rifiuti”. Dove anche i titoli (“Hard Curve”, “Voodoo Science o “True Fiction”) nascono come ironici ossimori per scaraventarci in labirinti interpretativi senza via d’uscita. Esattamente ciò che Larsen vuole.

Gianni Milani  

Ted Larsen: “Solo Show”

“Privateview Gallery”, via Goito 16, Torino

Fino al 31 gennaio

Orari: dal mart. al sab. ore 15-19; www.privateviewgallery.com – info@privateviewgallery.com

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Nelle immagini, dall’alto:

Ted Larsen e le sue opere “Lined Out Installation”,  “Awfully Good”, “Active Retirement”, “True Fiction”

 

Quasi 2000 visitatori nei giorni di festa al Museo del Risorgimento

risorgimento2Sono stati 1.747 i visitatori che si sono recati al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano in questi primi tre giorni delle Festività natalizie, da lunedì 26 dicembre ad oggi. Un risultato molto positivo. Ricordiamo che fino a domenica 8 gennaio 2017 il Museo sarà sempre aperto dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00) ad eccezione di domenica 1 gennaio 2017. Ogni giorno verranno proposte visite guidate all’esposizione museale alle ore 15.30. Costo visita guidata: 12,00 euro a persona comprensivi di biglietto d’ingresso ridotto 8,00 euro + quota guida 4,00 euro a persona.

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risorgimento1Da non perdere:

– Martedì 3 gennaio 2017 alle ore 16.00: concerto del Coro Stellina Sottosezione C.A.I. di Viù diretto dal maestro Vittorio Guerci. Il concerto è riservato ai visitatori del Museo. Per assistervi occorrerà pagare il  consueto biglietto di ingresso che permetterà anche di visitare il Museo. Il programma prevede canti Alpini, brani popolari e brani sacri. Il Coro Stellina nasce nel 1962 raccogliendo il testimone dal Coro “I Lavandin” e con l’innesto di coristi lanzesi e valligiani. Prende il nome “Stellina” dalla formazione partigiana comandata da Giulio Bolaffi operante nelle Valli di Lanzo e Susa.RISORGIMENTO CAVOUR CARROZZA

– Nell’atrio di ingresso del Museo si potrà visitare gratuitamente “Strisce di Risorgimento”, la più completa ed affascinante esposizione dedicata al Risorgimento e all’Unità d’Italia nei fumetti e nella stampa per ragazzi,  con le storie realizzate nel corso degli anni dai grandi autori del fumetto italiano.

– Continua inoltre fino al 22 gennaio 2017 la mostra “Torino e la Grande guerra 1915-1918”, allestita nel corridoio monumentale della Camera dei deputati  italiana, che attraverso fotografie, tempere, manifesti, giornali e cartelloni pubblicitari racconta la prima guerra mondiale vista da Torino. 

Per informazioni www.museorisorgimentotorino.it

(foto: il Torinese)

Ape Confedilizia Torino: Rinviate a settembre le sanzioni per l’adeguamento alle termovalvole

riscaldamento termosifoneGli sforzi congiunti di Ape Confedilizia Torino, e le associazioni e i collegi di settore  (Ance, Collegio Geometri, FIAIP, Agiai)  presenti al Convegno indetto da Ape Confedilizia il 28 ottobre 2016 dal titolo “Smart Condominio in Smart City – Quando pubblico e privato si incontrano” a cui hanno preso parte tutti gli amministratori pubblici hanno portato a questo ottimo risultato. Sono state rinviate le sanzioni, per chi pur avendo deliberato, non per colpa propria, non ha potuto installare le termovalvole.   La Presidente della Commissione Ambiente della Regione Piemonte, Silvana Accossato, presente al Convegno è stata la promotrice di questa mozione, che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale. La Regione Piemonte ha preso per prima in Italia questa decisione.  L’Ape Confedilizia Torino ringrazia Silvana Accossato e il Consiglio regionale per aver adottato questo atto.

I dipendenti della Città della Salute donano 19mila euro alle zone terremotate

Un dono di Natale per le zone colpite dal terremoto nella scorsa estate da parte dei dipendenti della Città della Salute di Torino. Oggi è stato consegnato un assegno di 19.316 euro al Presidente della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi Lodovico Passerin d’Entreves dal Direttore Generale Gian Paolo Zanetta.

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L’Azienda Città della Salute, in accordo con tutte le sigle sindacali aziendali, aveva formulato la proposta ai circa 9500 dipendenti (Azienda ospedaliera più grande in Italia e tra le più grandi d’Europa), comprendenti i medici, la dirigenza ed il comparto sanitario ed amministrativo, di contribuire al sostegno delle persone coinvolte dal terremoto dei giorni scorsi per la donazione, su base volontaria, del corrispondente economico di una o più ore di lavoro. L’Azienda aveva deciso di devolvere quanto incassato nei mesi settembre, ottobre e novembre alla pregevole iniziativa della Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi per ricostruire le scuole di Arquata del Tronto.