“La Cittadella corre per la Salute”: quasi 1000 iscritti

Grande successo ha riscosso la III^ Gara Podistica non competitiva “La Cittadella corre per la Salute”, che si è corsa su un percorso di 7 km. lungo il Valentino domenica 25 giugno 2017, organizzata a scopo benefico dalla Città della Salute e della Scienza di Torino.

Gli iscritti sono stati 928 ed è stata raccolta la considerevole cifra di circa 4.640 euro, comprensiva delle sole quote di iscrizione, escluso quanto offerto dagli sponsor.  Il denaro raccolto sarà destinato all’acquisto di un “Bladder Scanner” – strumento in ausilio al cateterismo vescicale per la Struttura di Neuroriabilitazione dell’Unità Spinale del CTO – che renderà più semplice una manovra tanto indispensabile quanto frequente per la neuroriabilitazione dei pazienti con grave cerebrolesione acquisita, dove la rieducazione di tutte le funzioni coincide con il recupero della coscienza e di dignità di vita. 

LIMONE: INTITOLATA STRADA AL COLONELLO ROSSOTTO

LA CERIMONIA SI È SVOLTA  ALLA PRESENZA DI AUTORITÀ CIVILI E MILITARI. ALL’EROE DI GUERRA DEDICATI ANCHE GLI ANNESSI GIARDINI

Si è svolta domenica 18 giugno a Limone Piemonte l’intitolazione di una via del paese al Colonnello Domenico Rossotto.

Alla cerimonia hanno partecipato, accanto al sindaco di Limone Piemonte Angelo Fruttero, il presidente della Sezione di Vigevano e Lomellina dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare Brigadiere Capo dei Carabinieri Calogero Modica e il presidente del Gruppo Alpini di Limone Fedele Gertosio, insieme a numerose autorità civili e militari.

La strada scelta per rendere onore al pluridecorato cittadino limonese d’adozione deceduto nel 1991 è quella che si snoda nel tratto compreso tra il Residence Limone e la stazione ferroviaria. All’eroe di guerra sono stati intitolati anche gli annessi giardini, dove è stata installata una stele commemorativa in acciaio creata dall’artistaNino Baudino, che riproduce il profilo della cima Fascia e del monte Jurin con taglio al plasma dello skyline del paese.

Nel corteo hanno sfilato un picchetto armato del 1° Reggimento di Artiglieria Alpina di Fossano, alcune rappresentanze delle Federazioni provinciali dell’Istituto Nastro Azzurro, una delegazione degli Artiglieri della Regione Piemonte e Valle d’Aosta guidata dal Presidente Generale Luigi Ghezzi, diverse Sezioni e Gruppi Alpini, l’Assessore di Vigevano Valeria Fabris con il gonfalone della città e svariate Associazioni d’Arma e Combattentistiche e di Volontariato.

Il nome di Rossotto compare frequentemente nelle cronache di guerra, ricordato non solo per i suoi atti eroici per i quali è stato insignito di quattro medaglie d’argento al Valor Militare e della Croce dell’Ordine Militare d’Italia, ma soprattutto per l’alto senso del dovere nei confronti della Patria e per la sua grande umanità.

“Siamo orgogliosi di dedicare una strada del nostro paese al Colonnello Rossotto, un personaggio di grande levatura morale e intellettuale che era molto legato a Limone, dove ha trascorso molti anni della sua vita – ha commentato il sindaco Fruttero -. Questo vuol essere uno stimolo per la comunità a ricordare le gesta eroiche del nostro concittadino, che rappresenta senza dubbio un esempio di rettitudine per i giovani”.

“Il Colonnello Rossotto, come documentano gli atti e le persone che hanno avuto l’onore di conoscerlo sia personalmente che come comandante, è stato un uomo e un militare di qualità eccezionali, esempio palese e continuo, ricco di umanità, altruismo e protezione verso i suoi artiglieri alpini, che amava e rispettava e dai quali era a sua volta amato e rispettato tanto da essere chiamato confidenzialmente ‘Papà Rossotto’ – ha sottolineato il Brigadiere Modica -. È nostro dovere ricordare l’operato di questo grande uomo, che ha speso tutta la vita per insegnarci con il suo esempio l’Amor di Patria, il rispetto delle istituzioni e l’importanza delle tradizioni, per non dimenticare chi si è immolato per conquistare la libertà di cui godiamo”.

“Ringraziamo il Comune di Limone per aver accolto la richiesto dell’Istituto Nastro Azzurro e tutte le autorità che sono intervenute in questo speciale momento di commemorazione – ha aggiunto Gertosio-. Un grazie speciale va anche all’artista Nino Baudino, che con la sua opera sancisce un rapporto decennale con il gruppo alpini di Limone”.

La manifestazione è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Limone Piemonte in collaborazione con l’Associazione Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare, la Sezione ANA di Cuneo e il Gruppo Alpini di Limone.

IL COLONNELLO DOMENICO ROSSOTTO

Domenico Rossotto è stato Comandante del Gruppo Conegliano del 3° Reggimento Artiglieria da montagna della Divisione Julia dal 1937 al 1943, prima durante la campagna di Grecia e poi sul fronte russo-franco, guidando i superstiti della colonna Rossotto e portando in salvo il gruppo nella ritirata del Don.

Nel 1985 il Comune di Conegliano (TV) gli ha conferito la cittadinanza onoraria, mentre nel 1992 alla sua memoria è stata intitolata la sede del Gruppo Alpini di Limone Piemonte, dove risiedeva negli ultimi anni di vita.

È autore del libro “Ricordi di guerra”, dove racconta il suo passato militare. Inoltre, viene citato nel libro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio” con lo pseudonimo di Colonnello Verdotti.

 

Come Funziona The Dog Barber Mobile?

Il furgone è attrezzato con acqua calda, corrente elettrica, vasca e tavolo per la toelettatura, l’unica cosa che serve è uno spazio dove parcheggiare il mezzo, anche per gli scarichi e i residui il furgone è completamente autonomo.

La toelettatura allestita su furgone è una realtà che da anni è presente in tutto il mondo.
Nella toelettatura mobile troverete tutto quello che trovereste in una toelettatura tradizionale.
Il furgone è allestito con un generatore silenziato per la corrente elettrica, una cisterna di acqua pulita e una per l’acqua “sporca”, inoltre è presente un vano per la raccolta del pelo.
Si utilizzano solo prodotti di qualità garantita e  tutta l’attrezzatura adoperata viene sterilizzata dopo il suo utilizzo.
Il metodo di toelettatura di cui ci si serve è nel rispetto dello standard di razza.
Infine i vantaggi della toelettatura su furgone sono evidenti:

– il cane sarà meno stressato evitando gli spostamenti da casa alla sede della toelettatura,

– il cane non dovrà attendere per il suo turno,

– il proprietario del cane sarà svincolato dal dover portare il cane in toeletta e di doverlo andare a riprendere dopo un paio d’ore o più.

– L ‘auto del proprietario, non essendo usata per il trasporto, non si riempirà di pelo … o peggio.

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“Pruma Giornà dla lenguapiemontèisa dël Monfrà”

Domenica 18 giugno ad Occimiano, comune del Casalese in Provincia di Alessandria la sala non è stata sufficiente a contenere tutto il pubblico intervenuto alla “Pruma Giornà dla lenguapiemontèisa dël Monfrà”, organizzata da Gioventura Piemontèisa, Movimento impegnato da un quarto di secolo per la sopravvivenza e la rivitalizzazione della lingua e dell’identità piemontese, molto attivo non solo a Torino e nella Città Metropolitana ma in tutto il Piemonte.

Momento principale dell’evento è stata la presentazione del libro “Monfrà” di Silvana Berra, un’opera unica nel suo genere, che ripercorre con precisione e competenza la storia parallela del Monferrato e della sua lingua piemontese-monferrina dal tempo dei celti ad oggi, passando per i sette secoli lungo i quali fu uno Stato coinvolto nelle vicende storiche europee. Il manuale presenta inoltre una grammatica pratica, una guida alla corretta scrittura e un excursus sulla storia della letteratura. 

Vi si trova inoltre una preziosa analisi delle ragioni che hanno portato il piemontese a venir indicato dall’Unesco come lingua in serio pericolo, con un lucido elenco di azioni da intraprendere per invertirne la tendenza al declino.

Silvana Berra, con grande competenza e padronanza dell’argomento, con questo libro è riuscita a fornire i concetti e le motivazioni che, una volta assimilati, potrebbero dare un futuro alla nostra lingua ancestrale.

Sono inoltre intervenuti Carlo Comoli, reggente di Gioventura Piemontèisa, e Gianfranco Pavesi dell’Università di Pavia, il quale ha catturato l’attenzione del pubblico con metafore, simbolismi ed esempi concreti del valore della perpetuazione della lingua madre, sui mezzi per preservarla e di come superare i pregiudizi e gli alibi che hanno indotto, spesso colpevolmente, a sminuirla.

Fra un pubblico molto attento e partecipativo erano presenti il sindaco di Occimiano Valeria

Olivieri, che ha portato i salutidell’amministrazione, l’assessore Stefano Zoccola, Claudio Martinotti Doria, Maria Rosa Scarrone e gli scrittori Anna Perucca e Fernando Barbano, che hanno letto alcune loro poesie.

Massimo Iaretti

Fior dël pavé

Recital intorno al libro Fior dël pavé di Luis Valsoan (1862-1906) poeta-operaio in lingua piemontese con Sergio Donna, Sergio Notario, Giuseppe Novajra In collaborazione con l’Associazione Monginevro Cultura

Fior dël Pavé ‘d Luis Valsoan (1862-1906), con la prefazione di Tavo Burat, è un agile volumetto di poesie, una plaquette, stampata in occasione dei primi cento anni dalla morte dell’autore. Il recital, che chiude gli incontri in sede, è ispirato proprio alle poesie in piemontese contenute in questa raccolta.   Sergio Notario ha scritto il copione di un recital dedicato a Luis Valsoan poeta operaio nato a Pont Canavese nel 1862 da genitori montanari e morto precocemente a Torino (nel 1906). In collaborazione con lo chansonnier Beppe Novajra (direttore artistico dell’Associazione Monginevro Cultura), Notario ha ricomposto la vita del poeta operaio, la cui opera, come ricordava Tavo Burat, potrebbe essere definita “un crij d’arvira libertaria”, cioè un grido di rivolta libertaria, per riscattare le faticose condizioni di lavoro delle “filandere” delle manifatture di tessuti e filati di cotone, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dopo un percorso di emigrazione in Svizzera e in Belgio, verso la fine dell’Ottocento, Valsoan ritorna nella sua Pont, e diventa un operaio delle Manifactures Royales d’Annecy e Pont, poi assorbite dal cotonificio Mazzonis di Torino.

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Giovedì 22 giugno 2017 ore 18

al Centro Studi Piemontesi

via Ottavio Revel 15 – Torino

ultimo incontro in sede

 

 

Mauro Galfrè, eclettico artista

E’ aperta fino al 9 luglio in Conzano a Villa Vidua, antica dimora estiva del conte Carlo Vidua, grande viaggiatore e collezionista, l’antologica “ Giocando con l’arte” di Mauro Galfrè.Il titolo della rassegna è indicativo sul modo di intendere l’arte da parte di un singolare personaggio eclettico che ha esplorato le varie discipline artistiche, pittore, incisore, grafico pubblicitario, illustratore, paroliere e compositore musicale sempre all’insegna della curiosità e della ricerca.Una vita, la sua, resa piacevole dai tanti interessi, approdo di una forte esigenza che già si era manifestata da bambino.Che l’arte non sia per lui tormento e fatica non significa che le sue opere siano ludiche e superficiali, anzi, sono frutto di una incessante e profonda meditazione, di un impegnativo lavoro tecnico che si unisce all’idea, con assimilazioni culturali di surrealismo, simbolismo, arte alchemica, aperture al Liberty e al Decò.L’estrema precisione del dettaglio, retaggio dell’eperienza di cesellatore orafo all’Istituto Benvenuto Cellini di Valenza è conferma della serietà e dignità di un’ arte che non si affida a imitazioni ripetitive di avanguardie come oggi spesso avviene ma è un inno al ritorno della bellezza intesa come stile personale.L’ampia rassegna è corredata da un prezioso e voluminoso catalogo che contiene fotografie, recensioni e scritti dello stesso artista che mette a nudo la propria personalità umana e la propria poetica.Gli ingredienti ci sono tutti per rendere interessante la mostra e consegnare Mauro Galfrè alla vera arte.

 

Giuliana Romana Bussola

 

Orari sabato e domenica  15,30- 19. Su appuntamento  346 7050738

Bruno Albertino e Anna Alberghina portano a Spoleto 50 opere della loro collezione

Si è aperta nel mese scorso a Spoleto la “Casa Modigliani” per ricordare al pubblico anche internazionale che ogni anno si riversa nel piccolo centro umbro, menottiano per eccellenza (come non ricordare qui l’anima del grande compositore e artefice d’eventi?), una delle figure più grandi e importanti del panorama artistico d’inizio Novecento nonché un luogo in cui dare vita alle iniziative e alle attività che nasceranno per organizzare e avviare la celebrazione del centenario (nel 1920) della morte dell’artista. A dare il via ad un discorso che vuole coinvolgere nel futuro imprese e artisti, professionisti e ambiti museali si inaugura nel pomeriggio di giovedì 22 prossimo la mostra Modigliani e l’Art Nègre, curata da Cesare Pippi e posta all’interno delle manifestazioni che circondano la 60ma edizione del Festival dei Due Mondi.

Il fine di questo primo evento formulato da “Casa Modigliani” è quello di rintracciare le assonanze e le influenze e i legami che possono essere intercorsi tra l’opera di Modigliani e l’arte africana nella vivacità culturale della Parigi di inizio secolo, un’arte che ebbe il suo prepotente ingresso nella capitale francese grazie all’interessamento e alla curiosità appassionata di artisti, di collezionisti e di galleristi, da Braque a Matisse a Picasso, da Brancusi a Gertrude Stein a Maurice de Vlaminck, dallo scultore americano Jacob Epstein a Parigi per la realizzazione della tomba di Oscar Wilde al Père Lachaise a Paul Guillaume sempre pronto a coniugare la scultura e la pittura del suo tempo con l’arte africana; e alla quale l’artista livornese si avvicinò in parte, conferendo alle sue opere alcuni dei tratti stilistici ad essa propri ma allo stesso tempo soltanto in parte interessato e coinvolto, essendo piuttosto rivolto alla volontà di sviluppare un proprio mondo scultoreo estremamente personale dove delle differenti sorgenti Modigliani si avvaleva esclusivamente per esprimere al meglio la bellezza femminile.

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A concretizzare maggiormente e visivamente, all’interno del percorso della mostra, queste voci parallele intervengono le circa cinquanta sculture che, tra le 400 totali, fanno parte della collezione privata di Bruno Albertino e Anna Alberghina, due medici torinesi – già in altre recenti occasioni segnalati dal nostro quotidiano – che hanno fatto dell’arte africana la loro più immediata passione, al di là del fascino iniziale costruita attraverso gli studi e le ricerche e i viaggi che li hanno portati in una trentina d’anni pressoché in ogni parte del continente africano, nella scoperta dei luoghi e dei riti, della cultura e delle tradizioni che lo abitano. Un percorso lungo e approfondito, scandito da un lato dalle immagini fotografiche di lei a testimonianza di quelle diverse società, nella ricerca continua di un equilibrio tra l’aspetto etnografico e quello estetico, nella scoperta variopinta di abiti e di decorazioni del corpo, di angoli di villaggi e di acconciature; dall’altro le maschere e i gruppi lignei, gli oggetti d’uso e gli amuleti, che datano dalla metà dell’Ottocento alla prima metà del Novecento e che sono il frutto tangibile di quelle conoscenze e di quei viaggi intrapresi negli anni come dell’apporto di aste e di gallerie italiane, francesi, belghe e statunitensi. Sottolinea Albertino: “Possiamo considerare l’arte africana come l’insieme delle manifestazioni materiali e immateriali che definiscono l’estetica africana, un modo di essere e vivere che si esprime nella scultura sacra e profana, negli ornamenti e nelle decorazioni corporee il cui fine ultimo è rendere il mondo spirituale tangibile attraverso la traduzione visiva dei suoi misteri. Frutto di innumerevoli culture, etnie e tradizioni religiose, l’arte africana, proprio nell’accordo profondo tra percezione universale e realizzazione particolare, ha trovato la sua sublimazione in una visione non solo etnografica ma soprattutto estetico-formale.

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Essa è caratterizzata da visione plastica e da percezione immediata dello spazio”. Forme di scultura alla continua ricerca di un equilibrio in cui convivano trascendente e realtà concreta, innestando nell’opera il supporto della forza vitale: “Una simile arte – afferma ancora il collezionista – sopravvive solo sino a quando esiste la fede in questa visione del mondo, altrimenti nascono forme artistiche distorte, finalizzate al mercato turistico, prive di forza e vita”. E spiega: “L’influenza dell’Art Nègre nell’opera di Modigliani si esprime nella forte stilizzazione delle testa, nei volti allungati con tratti simmetrici e geometrizzati, nel profilo stretto del naso triangolare e appiattito prolungato dal rilievo delle sopracciglia, negli occhi a mandorla, appena accennati, nella bocca rotonda con labbra sporgenti e nei lunghi colli. I volti-maschera di Modigliani paiono celare la vera personalità del soggetto. Nella loro morfologia primitivista i lineamenti sono fissati con poche linee stilizzate, gli occhi sono vuoti o appena accennati. I volti assumono dunque una forma universale. Abbandonato il modello, Modigliani non rappresenta più nessuno ma punta ad un ritratto unico che attraversi le epoche”. Completano la mostra spoletina numerose opere maggiori dell’artista riprodotte con una elevata tecnologia ad altissima definizione su pannelli retroilluminati a Led, fotografie e documenti d’epoca, sistemi tecnologici di video compositing grazie ai quali le fotografie e i video, combinati con le opere di Modigliani e correlate con le maschere e le sculture africane, ci mostreranno le sue fonti d’ispirazione. Si potrà viaggiare all’interno delle opere e confrontarne direttamente le provenienze.

 

Elio Rabbione

 

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nelle immagini:

Bruno Albertino e Anna Alberghina fotografati da Plinio Martelli

Casa Modigliani a Spoleto

Amedeo Modigliani, “Jeanne Hebuterne au chapeau de paille”

Figura di maternità reale Baoulé (Costa d’Avorio), part.

 

 

 

 

La scuola Arte e Moda

La scuola Arte e Moda di Rita Corino prosegue la sua politica di iniziative finalizzate a promuovere la contaminazione tra il mondo della moda e quello dell’arte.

La nuova iniziativa, che si chiama “Vèstiti d’Artista” o “Vestiti d’Artista” è un progetto nato in concomitanza del Salone del Mobile di Milano, da un’idea di Cinzia Sassone, fashion designer , illustratrice di moda e docente- collaboratrice della scuola.

Quale direttore artistico del progetto, Cinzia Sassone riunisce un gruppo poliedrico ed eclettico di artisti e intellettuali: la scuola Arte e Moda di Rita Corino che diventa atelier di lavoro e galleria d’arte, il pittore e critico d’arte Piergiorgio Panelli consulente del progetto ed artista egli stesso e poi designer, pittori, scultori, poeti, già noti e non, che lavorano sul territorio, ma anche con un respiro territoriale che va al di là dell’ambito prettamente monferrino. Influenzandosi a vicenda arte e moda creano una sinergia, un’ispirazione che permette di costruire abiti e modelli diversi e originali. Tessuti studiati, creati, costruiti insieme agli artisti che diventano opere da indossare. Da qui i passi concreti: l’esposizione delle opere degli artisti e dei relativi capi che ne sono derivati in uno spazio appositamente dedicato all’interno della scuola. La realizzazione di una bruchure personale e l’inserzione nel catalogo di presentazione dell’intero progetto.

Il primo degli “artisti espositori” è il casalese Giacomelia che, con alchimia, fonde design ed artigianato creando qualcosa che inequivocabilmente è arte.

Il progetto “Vestiti d’Artista” prevede anche il coinvolgimento dei giovani attraverso un concorso riservato alle scuole d’arte.

“Vestiti d’Artista” sarà protagonista in location rinomate non soltanto a Casale ed in Monferrato, ma in mostre itineranti sul territorio nazionale ed internazionale. Perché la moda e l’arte non hanno confini!

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INFO E CONTATTI ARTE e MODA c.e.s.i.p.

Viale Morozzo San Michele 5   15033 Casale Monferrato (AL)

Tel.. 0142590395 arteemodacesip@gmail.com www.arteemodacasale.com Facebook : Arteemoda Casale Monferrato

Instagram : Arteemodacasale

 

Musica d’autore a Baldissero

Al centro comunale Paluc, il week end musicale del 17 e 18 giugno si svolge un’ interessante manifestazione, con un programma musicale per tutti i gusti: jazz, blues, rock, pop, folk, musica d’autore. Si tratta di “Le Baldisere”, organizzato dal Comune di Baldissero Torinese in collaborazione con l’associazione Radar Live, già famosa per la rassegna musicale internazionale “Colnia Sonora”. Spiega l’assessore alla cultura Paola Chiesa: La sfida è quella di rendere “Le Baldisere” un appuntamento fisso, che si rinnova negli anni. Una sana ambizione per la nostra bella collina. Nel 1995 il Comune di Baldissero Torinese presentò già una prima edizione de Le Baldisere, con un programma musicale orientato al folk italiano, scozzese ed irlandese”. Così, a distanza di 22 anni Le Baldisere ritorna, dando cittadinanza a diversi generi musicali e valorizzando al massimo la qualità dei musicisti torinesi, appositamente selezionati: dai Gran Pastis a Dario Lombardo & Andrea Scagliarini, a The Minis, a Billi Spuma e i suoi Gassati, a TrioLina, a Luca Rigazio Trio, ai Two Fellas Robbo & Gariazzo, al Maestro Ugo Viola, fisarmonicista prediletto di Luciano Pavarotti e fondatore del Moncalieri Jazz Festival, pregiata rassegna musicale che quest’anno festeggia la ventesima edizione. Non manca anche una rappresentanza musicale di Baldissero, presente con il musicista Claudio Bondioli & Comitiva Carillon. Conclude l’assessore”. Questa è una conferma della politica dell’Amministrazione Comunale nel valorizzare il proprio territorio a cominciare dalle persone che, nei settori più disparati, lo arricchiscono con le proprie competenze e professionalità”.

Massimo Iaretti

A Venaria il mercato dell’inQubatore Qulturale

Domenica 18 Giugno presso l’inQubatore Qulturale della Corona Verde a Venaria Reale si terrà la prima edizione di un mercato in grado di mostrare le tipicità e le eccellenze agricole dei nostri territori. Una intera giornata per scoprire la bellezza e la biodiversità dei nostri prodotti.  L’inQubatore Qulturale promuove il patrimonio ambientale, agricolo, culturale, artistico e storico del territorio della Corona Verde. L’obiettivo è quello di favorire la discussione sulle tematiche legate alla Terra e all’ambiente, far conoscere le risorse del territorio, incentivare la mobilità dolce e promuovere la produzione agro-alimentare e l’imprenditoria regionale. In questa direzione viene proposta la prima edizione de “Il campo in piazza – il mercato sostenibile”. COS’E’ “IL CAMPO IN PIAZZA – IL MERCATO SOSTENIBILE” E’ composto da un gruppo di una decina tra produttori e allevatori che presentano e vendono esclusivamente i prodotti di stagione della propria Azienda, secondo logiche sostenibili. Il gruppo è aperto ad altri produttori, con particolare attenzione verso chi offre prodotti di eccellenza, tipici, di nicchia, tradizionali, da preservare o difendere. Per dare maggiore interesse al mercato e per la portata limitata delle vendite, si cercano di evitare i “duplicati” di offerta. Il gruppo è già esistente e lavora con successo a Torino in via Nizza 230, sul piazzale antistante Eataly, la seconda domenica di ogni mese. LA MISSIONE DE “IL CAMPO IN PIAZZA – IL MERCATO SOSTENIBILE” Far conoscere ed offrire prodotti sostenibili. Produttori e allevatori sono impegnati nella diffusione della cultura della sostenibilità sociale, ambientale, generazionale.