Cavagnolo in festa per sant’Eusebio

Cavagnolo festeggia Sant’Eusebio con una patronale che alla base ha danze e gastronomia. Per quest’ultima, da domenica 6 a mercoledì 9 agosto i cuochi della pro loco Cavagnolo propongono agnolotti, gnocchi, costine, spiedini, patatine, dalle ore 19. Domenica 6 si balla con Luca Frencia, lunedì 7 c’è la serata caraibica con Jassica Lopez, martedì 8 è la volta di Loris Gallo (dalle 17 alle 19 giostre gratuite al luna park per tutti i bambini residenti sotto i 14 anni e, in serata ancora, basket sull’autoscontro), mercoledì 9 si chiude con Mike e i Simpatici. A fare da contorno ci saranno il banco di beneficenza, al Municipio la mostra di pittura e scultura dell’Associazione Prisma, quella di incisioni a cura di Domenico Siccardi e quella di scultura a cura di Pier Claudio Oddoni. Infine ci sarà anche la mostra di pittura di Piero Zannol, presso la scuola.

Massimo Iaretti

Ottobre di-vino sotto la Mole

‘Portici divini’ è la la nuova manifestazione dell’autunno nell’ambito della prima edizione di ‘La vendemmia a Torino – Grapes in Town’, un evento promosso dall’assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione, in programma il 14 e 15 ottobre sotto la Mole . Verrà presentato  il meglio della produzione del territorio attraverso enogastronomia, storia, arte e cultura in un ricco calendario di appuntamenti. Diversi i percorsi di degustazione proposti, che porteranno i visitatori alla scoperta di residenze reali, palazzi cittadini, musei, vie del centro, gallerie d’arte e i suoi negozi. Paese ospite è il Perù con 40 produttori vitivinicoli presenti.

Per i torinesi in vacanza: De Bortoli a “Un libro per l’estate”,

Per i torinesi in vacanza che amano la lettura, anche in vacanza, sabato 5 agosto, alle ore 21, a Finale Ligure, in piazza San Giovanni, c’è un appuntamento da non perdere. Nell’ambito della rassegna “Un libro per l’estate”, organizzata dalla Libreria Cento Fiori, Ferruccio De Bortoli presenta la sua ultima opera, “Poteri forti ( o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo” edito per i tipi de La Nave di Teseo. Conducono Caterina Malavenda e Carlotta Scozzari. E’ il diario, anche autocritico, dell’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore.

Un libro molto atteso, oltre quarant’anni di storia del nostro paese e del mondo vissuti da uno speciale punto di osservazione. Scena e retroscena del potere in Italia, dalla finanza alla politica e alle imprese, dai media alla magistratura, con i ritratti dei protagonisti, il ricordo di tanti colleghi, episodi inediti, fatti e misfatti, incontri, segreti, battaglie condotte sempre a testa alta e personalmente: per la prima volta Ferruccio de Bortoli, un punto di riferimento assoluto nel giornalismo internazionale, racconta e si racconta.

Ferruccio Se Bortoli è nato a Milano il 20 maggio 1953. Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, è giornalista professionista dal 1975. Ha cominciato a lavorare al “Corriere della Sera” nel 1979 come cronista per poi passare alle pagine economiche. È stato caporedattore dell’“Europeo” e del “Sole 24 Ore”. Nel 1997 viene nominato direttore del “Corriere della Sera”; lo lascia nel 2003. Dal 2003 al 2005 è stato amministratore delegato di RCS Libri e presidente della casa editrice Flammarion. Dal 10 gennaio 2005 al marzo del 2009 è stato direttore responsabile del “Sole 24 Ore” e direttore editoriale del Gruppo Il Sole 24 Ore. Dall’aprile 2009 all’aprile 2015 dirige per la seconda volta il “Corriere della Sera”. Dal 2015 è presidente della casa editrice Longanesi e dell’associazione Vidas. Collabora al “Corriere della Sera” e al “Corriere del Ticino”.

Massimo Iaretti

 

AL RIENTRO DALLE VACANZE TORINO DIVENTA CAPITALE DEI TATUAGGI

Estate, caldo, canottiere, pantaloncini corti, pelle scoperta e… tatuaggi! Mai come in questa stagione è possibile ammirare e scoprire le tendenze e i disegni che ormai oltre  7 milioni di italiani hanno impresso sulla propria pelleCicano, figurativo, destrutturato, tribale, minimalista, giapponese, polinesiano, tradizionale… ce n’è per tutti i gusti! Nata come forma d’arte tra le più antiche del pianeta, quello dei tatuaggi è un settore in continua crescita ed evoluzione: nuovi stili, tecniche, prodotti, ma anche nuovi utilizzi e funzioni, come i tatuaggi hi-tech parlanti, oppure quelli in grado di monitorare colesterolo, temperatura, pressione o la quantità di alcol presente nell’organismo. Un mondo affascinante e tutto da scoprire che anche quest’anno torna a raccontarsi a Torino per l’attesissima ottava edizione della Torino Tattoo Convention, in programma nel capoluogo piemontese dal 15 al 17 Settembre. Oltre 340 tatuatori provenienti da tutto il mondo si daranno appuntamento al Palavela (Via Ventimiglia 145) insieme ai più importanti operatori e fornitori del settore per una 3 giorni di tatuaggi no stop (le agende dei Maestri sono già quasi tutte overbooking!) ma anche sfilate, esibizioni, contest, spettacoli e concerti. Un appuntamento per tutti gli appassionati e non solo, la Torino Tattoo Convention è una manifestazione che richiama ogni anno migliaia di visitatori .

“Parella – Storia per immagini”

“Parella – Storia per immagini” è un libro di prossima uscita che racconta la storia di un paese della Pedanea nei suoi vari aspetti. L’opera si articola su trecento pagine con un ricchissimo corredo fotografico di circa seicento fotografie in bianco e nero ed a colori. E’ realizzato da Gino Vernetto, storico del paese con diverse pubblicazioni al suo attivo, Gianni Marta e Silvano Bollettino che è stato sino alla fine della scorsa legislatura vice sindaco ed assessore al bilancio. Il libro descrive ed illustra il paese, le sue trasformazioni urbanistiche, la sua storia, i personaggi, la vita sociale, civile e religiosa dalla fine dell’Ottocento sino ai giorni attuali. Per prenotarsi occorre rivolgersi a Farmacia Parella, Market Pedanea Parella, Alimentari di piazza del Rosario ed altri autori. La pubblicazione verrà presentata ufficialmente nel corso di una serata.

Massimo Iaretti

In Regione i Comuni fioriti

Venerdì 4 agosto, alle ore 11, nella sala stampa della giunta regionale in piazza Castello, verranno presentati i comuni iscritti all’edizione 2017 di questo importante, e sentito, concorso, il contributo della Regione Piemonte per la riuscita dell’iniziativa, le esperienze internazionali del Comune di Pomaretto della Città Metropolitana di Torino, il primo evento nazionale del Comune di Cellarengo, in Provincia di Asti e le valutazioni dei giudici nei comuni. Ad illustrare il tutto saranno l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, il presidente di Asproflor, Renzo Marconi, i sindaci di Pomaretto, Danilo Breusa, e di Cellarengo, Adriana Bucco, il giudice mondiale Mauro Paradisi e quello europeo, Alberto Peyron.

Massimo Iaretti

 

Torinodanza festival apre con Roméo et Juliette

12 settembre 2017 – Teatro Regio di Torino 

L’inaugurazione di Torinodanza festival 2017 è affidata ad un grande maestro: il classico e raffinato Angelin Preljocaj che il 12 settembre 2017, alle ore 21.00 al Teatro Regio, aprirà la rassegna con Roméo et Juliette. Creato per il Ballet Preljocaj nel 1996, è lo spettacolo che ha imposto l’artista nel panorama della danza internazionale, lanciando la sua carriera. Passione, degrado urbano, conflitti sociali e la musica potentemente evocativa di Prokofiev hanno contribuito a rendere questo balletto un capolavoro. Lo spettacolo, che sarà replicato il 13 settembre, è programmato in collaborazione con La Francia in Scena.

Torinodanza 2017 offre al pubblico un ventaglio di proposte artistiche originali, multidisciplinari e dall’alto profilo qualitativo: saranno 24 spettacoli, 28 rappresentazioni9 fra prime nazionali e assolute4 coproduzioni15 compagnie ospitate provenienti da 7 diverse nazioni (Burkina Faso, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Paesi Bassi, Spagna) a dar vita alla nuova edizione del festival che, dal 2009, è organizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Giovanni Buschini, tra sogno e realtà la cultura accademica

Egli non si è mai lasciato conquistare da facili mode effimere che non tengono conto dei valori autentici dell’arte pittorica dimostrando, non solo in pratica ma anche con scritti, l’importanza di un serio mantenimento della tradizione secolare

Sotto l’aspetto di appariscente piacevolezza decorativa, sospesa tra sogno e realtà, che contrassegna il periodo della maturità stilistica di Giovanni Buschini, si cela una profondissima cultura accademica che non ne condiziona la libertà di pensiero, piuttosto ne esalta la seria preparazione tecnica ritenuta base indispensabile per l’avventura artistica. La mostra in corso nel Museo Civico di Moncalvo evidenzia il percorso di un pittore, meritevole di essere ricordato, che prima di approdare ad uno stile ben definito e riconoscibile si è costantemente esercitato nel disegno, ha studiato le leggi prospettiche, ha sperimentato l’uso dell’olio, della tempera, dell’acquarello cercando di carpire i segreti dei grandi pittori del passato. Egli non si è mai lasciato conquistare da facili mode effimere che non tengono conto dei valori autentici dell’arte pittorica dimostrando, non solo in pratica ma anche con scritti, l’importanza di un serio mantenimento della tradizione secolare. La pittura per lui doveva essere sostenuta dalla capacità tecnica a sostegno dell’idea che, unite, si trasformano in forma e colore senza aggiunta di materiali estranei che la violentano facendone perdere la purezza.

***

L’amore per la storia dell’arte, studiata nei libri e nei musei, il gusto del collezionismo gli hanno fatto sentire l’esigenza di prendere lezione da docenti prestigiosi quali Toniato, Laretto e Piccardo, di confrontarsi con artisti affermati a cui chiedere consiglio senza rinunciare alla propria personalità e, sempre con modestia, non sconfessando l’arricchimento ricevuto. Si è sentito pittore solo dopo aver assimilato un vasto bagaglio culturale ricreando la sensuale eleganza del liberty, il cubofuturismo di Fortunato Depero, l’astrazione mentale dello spazio di Carlo Mattioli,sensazioni oniriche del surrealismo e, non poteva essere altrimenti, i silenzi metafisici dell’amico Mario Tozzi che aveva fatto parte del gruppo” Les Italiens de Paris” insieme a De Chirico, Savinio, De Pisis, Severini, Campigli e Paresce promulgatori del ritorno all’ordine, ancorati ai valori autentici della pittura. Dalla fine degli anni 60 il suo stile subisce un’evoluzione grazie all’abbandono della linea retta a favore della linea curva e avvolgente; il colore assume maggior importanza per le infinite potenzialità, la facoltà di creare, attraverso diversa tonalità e consistenza, volume e prospettiva oltre ad essere vettore di effetti psicologici di gioia o malinconia tramite gradazioni calde o fredde. La stesura a larghe e piatte campiture o a fitti puntini evidenzia l’influenza della pittura evocativa dei Nabis e del pointillisme di Seurat ammirati durante i frequenti viaggi in Francia.

***

Non a caso infatti si nota la bivalenza di due anime, la mitteleuropea grazie a entusiastici scorci di Montmartre, Moulin de la Galette e dei bistrot parigini; la provinciale, di uomo vissuto fra langhe Roero Monferrato, attraverso intimi dipinti di sentieri collinari percorsi da figurine che salgono a piccole pievi nell’ora del vespro, di chiese e di caffé (bellissimo il caffè dei tre re) di Asti. Il paesaggio, costantemente presente, ingloba fondendoli empaticamente personaggi della quotidianità, artisti di strada, giocatori di tennis, mendicanti, gente anonima che passeggia per vie sia astigiane che parigine, che portano dentro ai quadri la vita autentica. Soprattutto è attratto dai musicisti che ispirano dipinti quali “la Ruelle Jazz Band”,”Rytme”,”il chitarrista”,”contrabbasso e clarinetto”. Una poetica, la sua, che fa pensare alla stessa del concittadino Paolo Conte che fonde temi alti e temi quotidiani, musica e poesia. Uno dei più singolari quadri di Buschini,” il Routier “del 1986 mi porta alla mente” Diavolo Rosso” del geniale musicista che allude al mitico ciclista di gare di strada Giovanni Gerbi anch’egli, guarda caso, astigiano come lui e il pittore.

Giuliana Romano Bussola

Mostra antologica di Giovanni Buschini, Museo civico di Moncalvo

Inaugurazione venerdì 4  agosto  ore 17

Apertura mostra dal 5 agosto  al 1 ottobre,  apertura sabato, domenica e festivi ore 10 – 18

 

 

 

L’elegante originalità nelle opere di Silvana Allasia e Laura Pezziardi

La ceramica vegetale, definita anche ceramica fredda. Silvana Alasia ci spiega che “è un impasto dal gradevole profumo aromatico, la cui componente base è polvere di legno, miscelata ad olio di lino e ad altri componenti naturali ma con effetti e caratteristiche molto simili a quelli della ceramica refrattaria, ad esempio per raku, col vantaggio che non richiede alcuna cottura in forno”. Le opere create, messe ad essiccare a freddo, acquisiscono una leggerezza maggiore, divenendo compatte e durissime e rivelandosi salvaguardate da ogni tipo di scheggiatura o di piccola rottura in caso di urti o cadute.  Con questo tipo di lavorazione, Silvana Alasia e Laura Pezziardi hanno dato vita a una linea di prodotti artistici, pronti a entrare nel sobrio arredo di ogni casa, pezzi studiati ed eseguiti a mano, davvero singoli nell’esposizione di un’intera linea. Ciotole dalle diverse grandezze, vasi e piatti, vassoi in cui grazie a una particolare verniciatura è possibile contenere alimenti e anche liquidi, collane e lampade, oggetti eleganti nelle forme come nelle decorazioni, nei colori come nelle rifiniture, dove respira prepotente la fantasia delle artiste, il gusto, la ricerca dell’invenzione, l’innovazione. Sono sufficienti la grazia e l’originalità di alcuni piccoli oggetti per apprezzare appieno le opere delle due ceramiste, l’efficace inserimento di una lampada a stelo, con la suggestiva elaborazione dei colori e dei materiali, per valutarne lo studio, la sensibilità immessa in alcune forme, ad esempio le ciotole traforate o quelle altre nel cui fondo trovano posto come ricami i giochi di minuscole felci e di foglie brune, per avvertire il piacere di un acquisto, immediatamente. Opere eleganti, che sono in mostra (a cura di Giuliana Cusino e Luigi Castagna) in occasione di “Forme dalla natura. Esposizione di ceramiche vegetali”, alla terza edizione e ancora una volta presso i locali della galleria “Arte per voi” di Avigliana nelle giornate di sabato (dalle 15,30 alle 19) e domenica (dalle 10 alle 19 con orario continuato) fino al 20 agosto.

 

Elio Rabbione

 

“Lampada lunare”, cm. 19 x 19, ceramica vegetale e acrilico, 2017

“Lampada a stelo”, cm. 45 x 13, ceramica vegetale e acrilici, 2017

“Vaso”, cm. 18 x 22, ceramica vegetale e acrilici, 2017

 

Il ritratto di Leonardo visibile anche nel weekend

Le Imprese Socie della Consulta di Torino promuovono una nuova opportunità di visita alla Biblioteca Reale

 

Una nuova opportunità di visita per conoscere da vicino il celebre Autoritratto a sanguigna di Leonardo da Vinci e il patrimonio di disegni rinascimentali custodito dai Musei Reali di Torino oggi esposto nella mostra Intorno a Leonardo nel caveau della Biblioteca Reale. A partire da domenica 23 luglio la mostra sarà aperta tutte le domeniche fino al 17 settembre con orario 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17,30). Nel trentennale della sua istituzione, le Aziende e gli Enti Soci della Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino di Torino confermano il loro impegno per sostenere e per promuovere il grande patrimonio dei Musei Reali e per trasformarli in un luogo sempre più aperto e accessibile, in grado di contribuire allo sviluppo della città attraverso un’offerta culturale e turistica più ampia e aggiornata. Dopo un investimento di quasi 4 milioni di euro dal 1987, coronati dal lancio della nuova immagine e del nuovo logo dei Musei Reali di Torino nel 2017, le imprese socie di Consulta si impegnano a valorizzarne il patrimonio sostenendo l’apertura domenicale della mostra che espone uno dei beni destinati ad essere colonna portante del complesso museale, l’Autoritratto a sanguigna di Leonardo da Vinci. Intorno a Leonardo segna il via alle celebrazioni che nel 2019 ricorderanno Leonardo a cinquecento anni dalla sua morte ed espone, oltre alla celebre icona del Maestro toscano, una parte della straordinaria collezione di disegni frutto degli illuminati acquisti del re di Sardegna Carlo Alberto: oltre quaranta disegni italiani del ‘400 e del ‘500, corrispondenti ad altrettanti artisti citati da Giorgio Vasari nelle sue Vite, vero e proprio fil rouge dell’esposizione.

 

La mostra

I disegni sono presentati in modo da illustrare l’evoluzione dell’arte italiana secondo il racconto Giorgio Vasari: dal Rinascimento toscano e veneto a Leonardo; maestri e allievi di Raffaello; Michelangelo e la prima Maniera a Firenze; il ‘500 tra classicismo e manierismo; Vasari e le sue omissioni. Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori di Giorgio Vasari, pubblicate in una prima edizione nel 1550 e poi in forma definitiva nel 1568, costituiscono un fondamentale vademecum per la conoscenza dell’arte italiana fino al Cinquecento e un imprescindibile modello per la storiografia artistica. A Vasari, architetto e pittore al servizio del granduca di Toscana Cosimo de’ Medici, si deve la codificazione di molti concetti che oggi diamo per scontati: il ruolo delle tre arti ‘maggiori’ (architettura, scultura e pittura), la periodizzazione storico-artistica per cronologia e per scuole, la visione evolutiva del Rinascimento italiano che raggiunge il suo culmine con Michelangelo, il concetto di Manierismo. Nell’introduzione alle ViteVasari definisce il disegno “padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura”, che “procedendo dall’intelletto, cava di molte cose un giudizio universale, simile a una forma o vero idea di tutte le cose della natura”. I disegni esposti illustrano questa fondamentale unità dell’espressione artistica, al di là delle epoche e delle scuole regionali. Due sono le edizioni antiche delle Vite custodite nella Biblioteca Reale: la prima è un esemplare di quella stampata a Firenze da Lorenzo Torrentino nel 1550. Più tardi, nel 1568 Vasari diede alle stampe l’edizione giuntina, ampliata, corretta e aggiornata con l’inserimento dei ritratti incisi degli artisti: di questa versione la Biblioteca Reale possiede una sontuosa edizione in tre volumi, stampata a Roma nel 1759 con dediche al re di Sardegna Carlo Emanuele III e ai suoi figli Vittorio Amedeo, duca di Savoia, e Benedetto Maria Maurizio, duca di Chiablese. I volumi settecenteschi sono corredati di tavole che riproducono le opere più celebri di Michelangelo. La collezione della Biblioteca Reale offre un’ampia panoramica della storia dell’arte italiana a partire dal Quattrocento, con alcune punte che ne fanno una delle più importanti collezioni pubbliche di disegni in Italia. La più celebre e nota al grande pubblico è certamente l’opera di Leonardo da Vinci: un uomo canuto, con capelli e barba lunghi, ma con ampia stempiatura, dallo sguardo corrucciato e dall’espressione severa. È l’intensa immagine, tratteggiata a sanguigna, che è divenuta nel tempo quasi l’icona simbolica dell’artista rinascimentale intesa come espressione del genio e del talento applicato ai campi più diversi.

A Leonardo fanno corona opere di artisti del Rinascimento toscano e veneto, quali Francesco di Giorgio Martini e Marco Zoppo; un foglio attribuito alla fase giovanile di Raffaello e diverse opere di alcuni tra i suoi migliori allievi (Giulio Romano, Perin del Vaga); uno studio di Michelangelo per il volto della Sibilla Cumana dipinta sulla volta della Cappella Sistina; uno dei rari disegni del veneziano Lorenzo Lotto; e validi esempi dell’eleganza del Manierismo emiliano e veneto, dal Parmigianino ad Andrea Schiavone. Di particolare interesse sono gli studi delle antichità romane, da quelli contenuti nel Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini a quelli del taccuino di Girolamo da Carpi.

 

Orari della mostra

-dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,30 (ultimo ingresso 17,30)

-sabato dalle 9 alle 14 (ultimo ingresso 13,30)

-domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17,30)

 

Biglietto della mostra

Il costo del biglietto è di 5 Euro; il biglietto è acquistabile da martedì a domenica presso la biglietteria dei Musei Reali e lunedì direttamente presso la Biblioteca.
Ingresso libero per i possessori di Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card.

 

Visite guidate

Ogni mercoledì alle 17 sono previste delle visite guidate di approfondimento alla mostra al costo di 5 Euro (max 25 persone, solo su prenotazione al tel: 011 543 855 o mail: mr-to.info@beniculturali.it).