Anzile dopo l’inaugurazione del 24 ottobre si veste di novità

Anzile controlla giorno dopo giorno la qualità dei prodotti 

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Anzile dopo l’inaugurazione del 24 ottobre si veste di novità. Un grande spazio in Corso Garibaldi 207 per accogliere privati a cui è dedicata la vendita al kg fino alle aziende con richieste massive di prodotti.  Anzile controlla giorno dopo giorno la qualità dei prodotti provenienti da aziende di alto livello nel settore della pasticceria, panificazione e gelateria. 

 

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Limone Piemonte intitola una via al Col. Domenico Rossotto

Domenica 18 giugno  Limone Piemonte ha  intitolato una via cittadina al Colonnello Domenico Rossotto, cittadino d’adozione dal 1991. All’Eroe sono stati dedicati anche gli annessi giardini ove è stata innalzata una stele commemorativa in acciaio, creata dall’artista Nino Baudino

La cerimonia presieduta dal sindaco di Limone Piemonte Angelo Fruttero, già Ufficiale medico di complemento degli Alpini, è stata promossa dall’Istituto del Nastro Azzurro – Sezione di Vigevano e Lomellina ed organizzata dall’A.N.A. – Gruppo Limone Piemonte.Erano presenti la figlia del Colonnello, Signora Maria Vittoria Rossotto e i nipoti, tutti residenti a Vigevano.L’Autorità più elevata è il Comandante del 1° Rgt. a. mon. Col. Stefano Panoni.

Dalla zona di raduno per raggiungere la chiesa parrocchiale di San Pietro in vincoli (1^ fase della manifestazione) aprivano lo sfilamento i gonfaloni dei Comuni di Limone P.te e di Vigevano, seguiti dai labari dell’Istituto del Nastro Azzurro- Federazioni provinciali di Torino e di Imperia e Sezione di Vigevano-Lomellina; dell’ A.N.Art.I.- Delegazione del Piemonte e sezioni di Moncalvo d’Asti e Villafranca P.te; dell’Arma Aeronautica; dei Bersaglieri; del Comitato locale di Limone Piemonte della Croce Rossa Italiana; dell’Unione Combattenti e Reduci di Imperia. Chiudevano la sfilata i gagliardetti dei Gruppi locali degli Alpini preceduti dal loro labaro della Sezione di Cuneo.

Dopo la Santa Messa le Autorità e le citate Associazioni si sono trasferite al monumento ai Caduti dove ha avuto luogo l’alzabandiera con la guardia schierante del 1° Rgt. a. mon. di Fossano, che presentava le armi e, a seguire, la deposizione della corona di alloro ai Caduti ad opera del Sindaco e del Comandante del Reggimento. Sono quindi seguite le allocuzioni del Sindaco che ha commentato “Siamo orgogliosi di dedicare una strada del nostro paese al Colonnello Rossotto, un personaggio di grande levatura morale e intellettuale che era molto legato a Limone, dove ha trascorso molti anni della sua vita. Questo vuol essere uno stimolo per la comunità a ricordare le gesta eroiche del nostro concittadino, che rappresenta senza dubbio un esempio di rettitudine per i giovani” e della professoressa Laura Pasquino, del Nastro Azzurro di Vigevano, che ha brevemente ricordato i meriti del Colonnello Rossotto, più avanti riportati.

Il Presidente del Nastro Azzurro di Vigevano – Lomellina, Brigadiere M.A.V.M. Calogero Modica ha sottolineato, con voce incrinata dall’emozione, come sempre il Colonnello abbia messo prima l’uomo, il soldato con i suoi problemi, le sue ansie, i suoi timori e ha concluso come sia “nostro dovere ricordare l’operato di questo grande uomo, che ha speso tutta la vita per insegnarci con il suo esempio l’Amor di Patria, il rispetto delle istituzioni e l’importanza delle tradizioni, per non dimenticare chi si è immolato per conquistare la libertà di cui godiamo”.

È stato quindi il turno degli Alpini con il Presidente del Gruppo Alpini locale Fedele Gertosio che ha ringraziato tutti gli intervenuti e un grazie speciale l’ha riservato all’artista Nino Baudino, che, con la sua opera, sancisce un rapporto decennale con gli Alpini di Limone P.te. Subito dopo il Vice Presidente della Sezione A.N.A. di Cuneo, Marco Agnello, ha plaudito l’iniziativa, rammaricandosi che altri Gruppi Alpini non siano potuti intervenire per concominanti impegni nella bassa cunese.

 

Per ultimo lo speaker ha invitato il Delegato Regionale A.N.Art.I. del Piemonte e della Valle d’Aosta, Gen. Luigi Ghezzi, a prendere la parola. Il Generale, in rappresentanza del Presidente Nazionale- Gen. Rocco Viglietta- ha portato il saluto dello Stesso e dell’Associazione tutta ed ha ringraziato il Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, Gen. Carlo Maria Magnani, per la squisita delicatezza nell’aver voluto coinvolgere nella cerimonia anche gli Artiglieri d’Italia, considerato che il Colonnello Rossotto era sì Alpino, ma pur sempre innanzitutto Artigliere, uscito dalla storica e gloriosa Regia Accademia di Artiglieria e Genio di Torino (cosa tra l’altro confermatami dalla Figlia).

Il Delegato, prendendo spunto dalle parole del Parroco, Don Elio Dotto, chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la vita per causa mia, la troverà, a commento del Vangelo e dalle parole Soldato, riferita al Colonnello e Soldati ai suoi Artiglieri (Ufficiali, Sottufficiali e Truppa), ha esordito ricordando quanto appropriatamente il Cappellano militare della Caserma Piave di Civitavecchia propose, come riflessione, agli Artiglieri del 13° Gruppo “Magliana” l’accostamento del Soldato a Cristo. Esso, il Soldato, è chiamato a sacrificarsi- financo con la vita- per il Prossimo e questo è schietto altruismo, vera e propria negazione di quell’egoismo che- il Vangelo ammonisce- fa perdere la vita.

L’altra parola chiave è “Soldato”. Sì soldato perché tale termine identifica maturità, responsabilità, disciplina, dovere. E qui il pensiero ci riporta indietro, alla Cresima, quando il Vescovo, con l’imposizione delle mani sul capo e l’unzione della fronte col Sacro Crisma, stigmatizza la piena maturità Cristiana del cresimato, definendolo Soldato di Cristo.

Tornando a noi militari, la cosa più importante dell’uniforme sono le stellette che si portano sul bavero della giubba. Queste stanno sopra le mostrine proprio a ricordare che al di sopra dell’artigliere, dell’alpino, del bersagliere, etc c’è lui, il soldato. E il Colonnello Rossotto era un vero Soldato, un Comandante a tutto tondo: intelligente, capacità professionale superba, prontezza e lucidità di valutazione anche in situazioni più estreme, cura costante dei dipendenti, coraggio. A ciò univa un’eccezionale dirittura morale (esempio, non chiacchiere), che le conquistava la stima e l’affetto dei suoi soldati: non a caso i suoi Artiglieri lo chiamavano “papà Rossotto”. Era un autentico trascinatore: i suoi Artiglieri avevano estrema fiducia in lui e lo seguivano dovunque.

Tutti i vivi all’assalto! Il mio Gruppo alla baionetta con me tra tre minuti!” E al terzo minuto, al grido di “Savoiaaa!“, pistola in pugno, strappando con i denti la sicura della bomba a mano, si lanciò contro i fanti Russi. Tutti i soldati, anche gli addetti ai servizi – furieri, telefonisti, infermieri, dottori, cucinieri, conducenti e addetti alle salmerie – baionetta inastata, scattarono in avanti e questa massa di disperati riesce a ricacciare i Russi e a rompere l’accerchiamento fatale. Questo era il Colonnello Rossotto: una superba figura di Comandante. A Lui si attaglia in pieno il Pensiero di Sant’Agostino in merito al Comando: Rossotto infatti esercitava il comando non per primeggiare, ma per amore di provvedere al bene e – aggiungo io – alla salvezza dei suoi Artiglieri. Dopo le allocuzioni, il Sindaco, il Comandante del 1° Rgt. a. mon. e la Signora Maria Vittoria Rossotto hanno scoperto la targa della via intitolata al Colonnello e la stele a ricordo dello Stesso posizionata negli gli adiacenti giardini.

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IL COLONNELLO DOMENICO ROSSOTTO (di Prof. Laura Pasquino )

Domenico Rossotto è stato Comandante del Gruppo Conegliano del 3° Reggimento Artiglieria da montagna della Divisione Julia dal 1937 al 1943, prima durante la campagna di Grecia e poi sul fronte russo-franco, guidando i superstiti della colonna Rossotto e portando in salvo il gruppo nella ritirata del Don. Per i suoi atti eroici in guerra è stato insignito di ben quattro Medaglie d’Argento al Valor Militare e della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia Nel 1985 il Comune di Conegliano (TV) gli ha conferito la cittadinanza onoraria, mentre nel 1992 alla sua memoria è stata intitolata la sede del Gruppo Alpini di Limone Piemonte, dove risiedeva negli ultimi anni di vita. È autore del libro “Ricordi di guerra”, dove racconta il suo passato militare. Inoltre, viene citato nel libro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio” con lo pseudonimo di Colonnello Verdotti.

Questo è tutto sulla cerimonia di Limone P.te.

Non posso però chiudere senza citare quanto il Generale di Corpo d’Armata Umberto Ricagno, già Comandante della Divisione Alpina Julia scrive del Colonnello Domenico Rossotto in un rapporto informativo, datato Bari 26 marzo 1952 ” …Uomo riflessivo e di sangue freddo, pieno di risorse, in situazioni assai difficili dimostrò alta capacità e leggendario valore. …”

Il Delegato Regionale Luigi Ghezzi

 

La timida migrazione d’autunno

LE POESIE DI ALESSIA SAVOINI
Soccombe la gravitante condizione sull’ingiallita foglia
frenante è la caduta per un palpabile attrito
che si respira appena.
Trasuda l’affanno di un albero stanco
dalla corteccia si screpola il tempo circoscritto
attonito al crepuscolo l’uccello che migra
sentì in cuor suo il giorno per cui cambiar stagione.
E ancor si desta su quel ramo spoglio
per un’attesa che ogni estate valse
e chi volar non può s’accinge ad addormentare il suo corpo,
la radice che s’infrange nel fango non fa rumore.

BANCHE, SCIENZA, IMPRESE: SE LA BUGIA CORRE IN RETE   

Si moltiplicano anche in Italia i casi di informazione strumentalizzata e distorta per fare concorrenza sleale

 

Fake news, cancro dell’Italia che si informa in rete. Aumentano in tutto il Paese i casi di cittadini comuni, imprese di successo, giornalisti, scienziati e personaggi noti in genere alle prese con casi di discredito e diffamazione perpetrati a loro danno sul web. Gente perbene e capace nel proprio mestiere che, proprio per via dell’umana invidia e altrettanto terrena cattiveria gratuita spesso ingiustificata, subisce più facilmente, rispetto ad altri, attacchi – mediatici, e per lo più strumentali – al proprio buon nome. E’, in particolar modo, la cosiddetta ‘web reputation’ a farne le spese: quella che, in parole povere, appare in termini di risultati cronologici in fila sullo schermo a chiunque digiti una o più parole chiave di proprio interesse sui motori di ricerca: determinando dunque, di fatto, l’ago della bilancia sulla prima impressione che ci si fa di qualcuno. E, spesso, anche puntando ingiustamente il dito. Una recente ricerca ha stimato che in Italia, allo stato attuale, nei Tribunali vi siano pendenti circa 4 milioni di persone accusate ingiustamente. Uomini e donne innocenti per cui lo Stato – con i soldi di tutti i contribuenti, sia chiaro – ha corrisposto circa 640 milioni di euro di costi, tra celebrazione di processi e oneri risarcitori. Le fake news infestano tutti i settori, indistintamente. Anche l’informazione sanitaria passa sul web: si stima che oltre 11 milioni di italiani cerchino dati su patologie e rimedi attraverso la rete. Persino la nota virologa Ilaria Capua, secondo ‘Scientific American’ tra i 50 più autorevoli e influenti scienziati al mondo – vittima essa stessa di un abominevole sciacallaggio mediatico e giudiziario mondiale (da genio della scienza era stata accusata e additata di essere un trafficante di virus per procurate epidemie) – ha affermato pubblicamente, sul quotidiano ‘La Stampa’, che ‘le false notizie su Internet sono il nemico dei vaccini’.Mentre invece, dalle pagine di ‘Repubblica’ si apprende di una sentenza epica e storica di condanna emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti di un soggetto, reo di aver pubblicato su Wikipedia (l’enciclopedia libera sul web) contributi diffamanti, oltraggiosi e falsi a danno della buona reputazione del noto giornalista e scrittore Gerry Palazzotto, scrivendo persino che quest’ultimo era morto. Condanna dura ed esemplare, consistente in sei mesi di reclusione (pena sospesa) e nel versamento di una provvisionale di euro 1.000,00 alla vittima, che nel frattempo si era costituita parte civile.

 

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Anche chi lotta contro gli abusi e lo strapotere delle banche, facendo gli interessi di cittadini e consumatori onesti non è stato immune, in Italia, da frecciate pesanti, e non per questo meno dolenti. E’ il caso di Serafino Di Loreto, noto e stimato avvocato bresciano balzato repentinamente agli onori delle cronache – come riporta un lungo e documentato articolo apparso su Puntosanremo.it – per essere stato il primo, in Italia, ad aver segnato una serie di vittorie storiche in Tribunale a difesa dei conti correnti di cittadini e imprese vessati da esosi istituti di credito e atti esattivi altrettanto ingiusti. Seguendo, di fatto, con successo le orme tracciate dal noto ex magistrato Piero Calabrò: il solo che, ne 1999, ottenne in Italia il primo pronunciamento storico in Italia contro anatocismo e usura bancaria. Lo stesso ex giudice che, oggi, presiede (e scusate se è poco!) la ‘SDL Centrostudi’, società in prima linea contro gli illeciti della finanza spregiudicata, fondata proprio da Di Loreto. Attaccato ingiustamente da poteri forti, stampa partitica asservita al potere giuridico ed economico, oggi Serafino Di Loreto – già stimato docente universitario in importanti atenei italiani e Presidente dell’Osservatorio Europeo sull’Educazione Finanziaria – anima e mente di ‘SDL Centrostudi’ (azienda amata dalla gente, temuta invece dall’establishment), ha restituito alle tasche degli italiani oltre 240 milioni di euro indebitamente loro sottratti. E rimesso in pista nonché assistito legalmente su più fronti (alla guida di un pool unico nel suo genere in Italia di oltre 700 tra avvocati, commercialisti, periti, consulenti ed esperti a vario titolo di materia giuridica, fiscale, tributaria) oltre 150mila soggetti in crisi, fra privati, famiglie e imprese.

MASTOPLASTICA ADDITIVA: COME SUPERARE LA PAURA DI MIGLIORARSI

Marylin Monroe, un’icona di bellezza in tutto il mondo, disse : “sono egoista, impaziente e insicura“. Anche lei, simbolo di femminilità, la più amabile e accattivante, faceva degli errori, andava fuori controllo e diveniva persino difficile da gestire per se stessa. Nonostante ciò fu una grande donna, votata dal pubblico americano come la numero uno.

Se sappiamo gestire la nostra parte peggiore, allora riusciremo anche a far emergere quella migliore accettando la possibilità di cambiare qualcosa di noi o della nostra vita, senza alterare noi stessi né la nostra identità in modo da farci comunque riconoscere da chi sa davvero apprezzarci. Sono molte le donne che desiderano migliorare il proprio seno, spesso per superare, nei casi più complessi, un difficile rapporto con l’altro sesso. Ma Giulia Roberts si chiede: “perché gli uomini sono perennemente fissati nel notare il nudo, in particolare il seno, perché hanno questo grande interesse? Seriamente, chiediamocelo, è solo un seno. Al mondo almeno una persona su due ne ha.” Il seno è una parte molto importante del corpo femminile spiega il Dott. Luca Spaziante, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica: le sue caratteristiche non sono solo finalizzate all’attrazione sessuale, ma servono anche a compensare esigenze funzionali come ad esempio l’allattamento dei neonati. Vero è che la tentazione primaria è quella di abbellire il proprio seno, rassodandolo, ingrandendolo o riducendolo, ma fondamentale è non perdere di vista anche la sua struttura e la sua anatomia – aggiunge il Dott. Spaziante – cercando, prima ancora di modificarlo, di capire esattamente come sia possibile intervenire. Una volta appurata la sua integrità funzionale e ciò che in esso vorremmo variare, potremo allora permetterci di valutare un miglioramento dello stesso.

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Ogni caso è unico e richiede un approccio molto delicato per il chirurgo che opererà. Per questo motivo la scelta dovrà essere assolutamente mirata nei confronti del professionista che da un lato interverrà chirurgicamente e dall’altro dovrà offrire un importante supporto psicologico alla sua paziente. Non sappiamo chi abbia inventato i reggiseni, ma sicuramente chi ha ideato ciò aveva una gran cultura in materia per farlo diventare negli anni un oggetto addirittura capace di camuffare le misure e le forme di un seno vero. Se parliamo però di ricostruzione o rimodellamento del seno – sottolinea il Dott. Spaziante – la protagonista diviene la protesi mammaria e la scelta di quest’ultima dipende innanzitutto dalla disponibilità ad ascoltare il professionista che ci supporta, senza farci troppo cogliere dalla paura di avere una protesi che ci faccia venire un seno troppo grosso o troppo piccolo. L’eccesso non è mai bello e il concetto di naturalezza deve raggiungere un perfetto equilibrio con l’armonia del corpo che andrà a migliorare. Avvaliamoci quindi di procedure altamente qualitative e attentamente valutate, non certo frutto di sottocosti assurdi, come purtroppo oggi sempre più spesso accade. Come spiega il Dott. Spaziante il chirurgo, preparato e specializzato, sarà lui stesso a scegliere la miglior protesi per la sua paziente, in quanto non esiste la protesi migliore, ma la migliore per il singolo caso.

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L’intervento di chirurgia estetica più richiesto per l’aumento del volume mammario – aggiunge il Dott. Spaziante – è la mastoplastica additiva.Questo intervento consente di modificare le dimensioni e/o la forma di un seno troppo piccolo correggendo un’eventuale asimmetria. Il volume non può essere tutto per la buona riuscita di questo intervento chirurgico ed il risultato finale deve essere innanzitutto quello di un seno naturale; si deve porre molta attenzione alla forma che assumerà la mammella e che condizionerà non poco il risultato estetico. Le mammelle devono essere morbide al tatto e il risultato deve essere duraturo nel tempo. Proprio per questo occorre affidarsi ad uno specialista in chirurgia plastica in grado di trovare la soluzione ottimale e capace di rispondere al meglio a queste esigenze. L’intervento viene generalmente eseguito in Day-Hospital o con una notte di degenza, preferibilmente in anestesia generale. La paziente – conclude il Dott. Spaziante – potrà riprendere le sue attività dopo 3-4 giorni senza sforzi; nel post-operatorio non verranno applicate fastidiose fasciature dopo l’intervento, ma solo un reggiseno contenitivo e dopo circa 1 mese la paziente potrà riprendere la regolare attività fisica. La nostra mente, le nostre paure, le nostre emozioni e le nostre aspettative possono alle volte condizionare le nostre decisioni. Voler migliorare il proprio corpo, se fatto con intelligenza e naturalezza, può divenire un tramite perfetto anche per dimostrare di volersi bene e per procedere nell’evoluzione della propria personalità. Il mondo della chirurgia estetica è un luogo nel quale ci si può incamminare con sicurezza soltanto se accompagnati da un professionista serio, preparato e attento alla naturalezza del risultato finale.

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TORINO –  ALBA –  ASTI

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Quaglieni celebra il 4 Novembre ad Alassio

Alle ore 10,30 del 4 novembre , ad Alassio, in piazza del Comune, giornata delle Forze Armate e dell’Unita’ Nazionale, oltre che anniversario della Vittoria nel 1918. Lo storico torinese professor Pier Franco Quaglieni, titolare sul nostro giornale  de “La Rubrica della domenica” ricorderà i Caduti nella Grande Guerra, soffermandosi sulle pagine tragiche di Caporetto di cent’anni fa , quando l’Italia ritrovo’ la forza per la resistenza sul Piave  premessa della Vittoria l’anno successivo. Interverrà il Sindaco di Alassio Enzo Canepa. La manifestazione si concluderà con l’omaggio al monumento ai Caduti .”E’ una grande occasione per ricordare la concordia nazionale di cent’anni fa -afferma Quaglieni- più che mai necessaria oggi in un Paese che sta perdendo la sua identità nazionale “.

Quanti bambini con problemi di sovrappeso

Il sovrappeso e l’obesità dei bambini rappresentano un problema sociale che riguarda in Piemonte il 25% dei ragazzi e che può toccare in regioni come la Campania picchi del 45% della popolazione in età evolutiva.

Vorrei ricordare ai genitori di oggi che le cellule adipose sviluppate in età infantile ed adolescenziale rimangono costanti per tutta la vita. In caso di diminuzione di peso possono diminuire di dimensione, ma non di numero. Pertanto un ragazzo obeso dovrà combattere per tutta la vita con l’ago della bilancia. Ma che cosa succede alla colonna vertebrale? L’eccesso di peso grava giorno dopo giorno sulla struttura in fase di accrescimento, condizionandola in modo spesso irreversibile. L’eccessiva concentrazione di massa grassa sulla parte alta porta le spalle in anteposizione, ipercifosi dorsale, condizionando il posizionamento del capo, con conseguente iperattivazione dei muscoli posteriori del collo. Risultato, dolori e mal di testa di tipo miotensivo. La massa adiposa collocata sulla pancia accentua la normale lordosi lombare, trasformandola in una iperlordosi, predisponendo così questi soggetti a patologie discali in età adulta.Cosa fare? Innanzitutto consultare le tabelle dei “percentili” che mettono in relazione età, BMI ( peso-altezza) e sesso, in modo da capire se il proprio figlio sia in sovrappeso oppure no.Quando si parla di BMI=indice di massa corporea, si deve calcolare il rapporto tra il peso espresso in kg e l’altezza espressa in metri al quadrato.

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Esempio: altezza 160 cm., peso 55 kg.

1,6×1,6= 2,56

55/2,56= 21,4 BMI

Relazionare il BMI con l’età e trovare il dato. Per aiutarvi a interpretare i grafici dovete sapere che:

Sottopeso: inferiore al quinto percentile

Normale: tra il quinto e l’ ottantacinquesimo percentile

Sovrappeso: dall’ottantacinquesimo al novantacinquesimo percentile

Forte sovrappeso: superiore al novantaciquesimo percentile

Esempio:

Ragazzina di 12 anni

Altezza 150 cm

Peso 55 kg

BMI =55/(1,50×1,50)= 24,24

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Consultando la tabella rosa per le ragazze, risulta sovrappeso.Nel caso in cui un ragazzo/a fosse in sovrappeso, si consiglia di consultare uno specialista in nutrizione e trovare una qualsiasi attività motoria che possa piacere, da fare almeno due /tre volte la settimana. Inoltre aggiungere attività fisica non intenzionale come camminare a piedi fino a scuola e salire le scale di casa tutti i giorni.

 

dott. Rodolfo Carpanedo

 

 

 

“Paesaggi d’ombra”. Mostra di Bruno Missieri al Brunitoio di Ghiffa (Vb)

Si inaugurerà Sabato 4 novembre  alle ore 17.30 presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa ( Vb), la mostra di Bruno Missieri “Paesaggi d’ombra”. L’evento è promosso dall’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “il Brunitoio” e sarà curato dal critico Francesco Pagliari. Bruno Missieri, nato a Piacenza nel 1942,  risiede nella stessa città e a Castell’Arquato, in val d’Arda. Ha frequentato la Scuola d’ Arte “Felice Gazzola” di Piacenza dove, dal 1980 insegna Tecniche dell’ Incisione. Dal 1967 al 1976 ha frequentato lo studio del pittore-incisore Ettore Brighenti dove ha appreso la tecnica dell’ acquaforte. Nel 1970 si iscrisse all’appena istituito DAMS della Università di Bologna ma, in seguito, preferì frequentare  i Corsi Internazionali di  Grafica della “Accademia Raffaello” di Urbino con la guida di Renato Bruscaglia e Carlo Ceci. Oltre che ad una intensa attività artistica, Bruno Missieri si è dedicato all’ insegnamento dell’incisione e ha tenuto corsi di specializzazione a Piacenza, Venezia, Castell’Arquato, Milano, Portland (USA), Algeri e Urbino. La mostra sarà visitabile fino al 26 novembre, da giovedì a domenica , dalle 16.00 alle 19.00.

 
M. Tr.

Ode a Torino

Guarda! Distesa su fertile piana,

per corona il candore alpino. Ammira!

Le crode granata degli edifici,

l’opera svettante del novarese.

Respira! La vivifica atmosfera

del Risorgimento glorioso. Culla

dell’indomita anima cavouriana,

Torino, regale Torino, appari,

ancora oggi, quella sublime musa

che il Gozzano cantò. Nel grande figlio

del Monviso, orgogliosa, ti contempli.

Le sinuose colline dal verdeggiante

splendore svelano la tua pudica

bellezza. Reagisci, augusta città!

Sospesa tra epico passato, ignoto

presente e quel magnifico destino

a cui non potrai sottrarti in eterno.

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(foto: Mihai Bursuc)