Dell’Iper-grazia del reale: ritratti di Grazia Barbieri

Non soggetti urbani, automobili e insegne luminose dei fast food, non vetrine di negozi e palazzi dai riflessi nitidi o dalle trasparenze vitree scrupolosamente riprodotti, non oggetti commerciali di un ménage quotidiano dell’America anni Sessanta (si pensi a Richard Estes o John Baeder), ma nemmeno i grandi volti di Chuck Close che guardano lo spettatore con gli occhi sgranati né le caramelle o gli elettrodomestici dell’italiano Antony Brunelli, bensì ritratti e figure a mezzo busto di medie dimensioni le opere esposte da Grazia Barbieri che della corrente dell’iperrealismo fanno propria la volontà di riprodurre la realtà con tale precisione

Olio ed acrilico eseguito a mano libera su tavola di MDF (medium density). Cm. 46,5 x 78,5

da contendere alla fotografia il primato dell’arte più fedele al vero (e meritare anche il nome di fotorealismo, termine coniato nel 1969 dal gallerista americano Louis Meisel). Come l’iperrealismo, Grazia sperimenta l’esasperazione del virtuosismo e il perfezionismo quasi maniacale della riproduzione del dato reale, rifuggendo il gesto istantaneo ed emozionale a favore di un percorso pittorico lento e meditato, pennellata dopo pennellata, con la pazienza di un’arte antica.

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Tuttavia mentre l’uno soleva spesso partire da un’immagine fotografica poi trasferita sulla tela in tutto il suo nitore, Grazia inizia da uno schizzo tracciato a mano libera che in seguito riporta allo stesso modo su una tavola lignea e in quello spazio dettaglia, affina e perfeziona. Più che figure reali tratte dalla quotidianità, l’artista sembra ritrarre le fattezze di immagini del tutto interiori come fossero flash che si accendono nell’oscurità della mente e che la pittrice coglie nell’attimo fuggente del loro apparire. Non è un caso che questi ritratti si staglino su fondali anonimi – indistintamente monocromatici (si veda

Acrilico su tavola di MDF (medium density) trattata con fondo bianco al quarzo. Cm. 80 x 80

Desigual) anche quando apparentemente realistici (Sottosopra e Carlotta), immaginari nel loro sontuoso decorativismo (La ragazza con l’orecchino di perla), sempre privi di ogni profondità e prospettiva –; meri supporti bidimensionali atti ad isolare le figure sospendendole in una dimensione irreale che, per contrasto, amplifica e radicalizza l’accuratezza realistica delle figure; sfondi inerti che fanno da contrappunto alla precisione dei particolari cui è affidata la risoluzione iperrealista della rappresentazione non solo del volto, e del corpo, ma anche, prepotentemente, dell’abbigliamento.

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Come nella tradizione ritrattistica antica, abiti e accessori – ricchi e variopinti come in Desigual o Il foulard, oppure semplici come un paio di guanti rossi (Guanti), un turbante giallo (La ragazza col turbante giallo) o un foulard blu (Blu) – svolgono una precisa funzione comunicativa tanto da divenire spesso parte integrante dei titoli dei quadri: al pari di velluti ed ermellini, gioielli e simboli del potere dei ritratti di pontefici e imperatori, tali oggetti sottolineano la distanza di queste figure per lo più

Acrilico su tavola di MDF (medium density) trattato con fondo bianco al quarzo. Cm. 90 x 55.

femminili dalla realtà e assumono un particolare valore simbolico ed evocativo. Se i ritratti dipinti dagli iperrealisti negli anni ’60 e ’70, raggelati in gesti quasi banali, infondevano nello spettatore una profonda inquietudine, le immagini di Grazia Barbieri emanano invece un senso al contempo di sorpresa e di solitudine come immortalassero esseri improvvisamente strappati da un rassicurante isolamento e spinti, disarmati e inermi, a fronteggiare un mondo sconosciuto. Eppure, a ben guardare, in loro non vi è alcuna traccia di sofferenza poiché la cura di ogni singola pennellata, nella sua precisione mai asettica, trasmette la Grazia di un iperrealismo carico di profonda e calda armonia.

 

Lorenza Miretti

Informazione commerciale

Donne e cucina in tempo di guerra

Giovedì 30 novembre alle ore 18 a Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino (via Maria Vittoria 12), Franco Cravarezza, Gen. C.A., già Comandante della Regione Militare Nord,  Pier Franco Quaglieni, Vice Presidente del Centro “Pannunzio”, che organizza l’incontro, presenteranno, con l’autrice, il libro di Bruna Bertolo Donne e cucina in tempo di guerra. Il conflitto raccontato attraverso le ricette della fame, Susalibri Editore. Interverrà il Vice Presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti. Resistenza in cucina : è così che si può definire il contenuto del libro, che non è una semplice raccolta di ricette ma un’immersione vera e propria nel quotidiano degli italiani negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Accanto alle ricette suggerite dalla fantasia delle donne del tempo, figurano molte pagine di costume, storie personali di coraggio e di sacrificio in un’Italia devastata dai bombardamenti e trasformata radicalmente anche nelle sue abitudini alimentari. E le donne “nutrivano” la loro creatività con le ricette del “poco e del senza”, come evidenzia la prefazione di Pier Franco Quaglieni.

Trofeo Inalpi: Autocrocetta per lo sport e la cultura

Ormai da anni Autocrocetta, grazie all’iniziativa dell’Amministratore Delegato Paolo Bollero, porta avanti un sostegno all’Arte in tutte le sue espressioni ed allo Sport con varie iniziative.

Con il sostegno al TROFEO INALPI – GRAND PRIX DI SCHERMA la Concessionaria BMW Autocrocetta ribadisce la sua vicinanza al mondo dello sport e ai migliori valori che esso trasmette, vedendo come obiettivo lo sviluppo e la diffusione della pratica e della cultura sportiva. Autocrocetta è nata nel 1987 come la concessionaria BMW del centro storico di Torino. Il suo vasto pubblico, composto da clienti esigenti e selezionati, le ha attribuito il merito di una professionalità spinta ai massimi livelli, frutto di una vera e propria filosofia imprenditoriale portata avanti anche grazie alle iniziative culturali e sportive. Ad oggi la concessionaria si trova nel nuovo stabile di via Moncenisio 8 a Moncalieri (TO) con auto BMW e MINI nuove e BMW Motorrad, presso le sue filiali a Romano Canavese (TO) e da poco tempo anche a Biella. L’usato invece è rimasto nella sua vecchia sede di Corso Trieste 140 a Moncalieri (TO).

Le pitture digitali di Marchetti

 

Domenica 3 dicembre 2017 alle ore 17.30 presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa (Vb), l’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “il Brunitoio” inaugura la mostra di pitture digitali “Oltre” di Alessandro Marchetti. La mostra verrà curata e presentata dalla critica d’arte Giulia Grassi. Alessandro Marchetti, conosciuto da molti solo come attore, è anche un artista capace di conciliare la sua attitudine a calcare le scene dei teatri con la pitture, la scultura in terracotta e bronzo e opere di pittura digitale come che saranno esposte a Ghiffa. Giulia Grassi, curatrice di questa mostra, ha scritto che “le opere di Alessandro Marchetti testimoniano soprattutto di come pittura e rappresentazione teatrale si contaminino profondamente l’una con l’altra. La pittura digitale è la tecnica più recente che l’artista utilizza per presentare piccole figure sul palcoscenico di originali “rappresentazioni”: “scatole” teatrali che nella loro scansione e disposizione sincronica ci riconducono, dai padovani affreschi giotteschi, alle moderne pellicole cinematografiche”. L’esposizione sarà visitabile dal 3 dicembre 2017 al 31 marzo 2018 nella sala “Panizza” di Corso Belvedere 114, Ghiffa (Vb).  Orario : da giovedì a domenica 16.00 – 19.00.

M.Tr.

Jessica Casula, in musica e in amore “Meglio sola”

Il terzo album di un’artista pop-rock fra le più apprezzate della scena musicale romana. Nel disco pubblicato da ‘Egea Music’ autori famosi da Bobby Solo, ai Rocks alla coppia Valerio Liboni-Guido Guglielminetti,  e un appassionato omaggio al ricordo di Sergio Endrigo. Nel variegato panorama delle quote rosa del pop-rock italiane, c’è un nome che merita un posto di tutto rispetto. E’ quello di Jessica Casùla, promettente artista romana, divenuta nota al grande pubblico per essersi meritatamente aggiudicata la vittoria, su ben 3000 concorrenti, sull’ambito palco di ‘Sanremo New Talent 2017’ a Casa Sanremo – Palafiori. Un traguardo tagliato grazie alla convincente interpretazione di ‘Sono Libera’, il suo nuovo singolo scritto e prodotto da Valerio Liboni, music-maker e produttore già al fianco di artisti quali Fiorella Mannoia, Donatella Rettore, gli O.R.O., New Trolls, Umberto Tozzi e molti altri, nonché storico batterista e leader de ‘I Nuovi Angeli’, celebre gruppo pop-beat della musica italiana. L’inedito – che si piazza subito al quarto posto nella classifica degli artisti emergenti dei principali sistemi di media-monitoring radiofonici – vede gli arrangiamenti di Fabio Lisi, basista, chitarrista, autore e producer tra i più richiesti della nuova scena musicale romana (al suo attivo, tra i tanti, felici collaborazioni con Massimo Mastrangelo, paroliere di Alex Britti, Paola Turci, Alberto Zeppieri, Gino Santercole, Marco Anzovino e gli Sugarfree: nel 1995 vince il ‘Festival degli Autori’ di Sanremo). ‘Sono Libera’ è la canzone che fa da apripista a ‘Meglio Sola’, terzo album di Jessica Casùla, uscito per la prestigiosa etichetta indipendente ‘Incipit Records/Egea Music’, per la quale incidono, fra gli altri, artisti quali Sergio Cammariere, Fabio Concato, Gino Paoli.

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“Un disco che segna una decisa svolta nella produzione dell’artista, per via di un sottile ed efficace equilibrio che lega armoniosamente tra di loro energia e intensità, delicatezza ed espressione, intimismo e potenza: tutte caratteristiche tenute insieme da una vocalità appassionata, che coniuga in sé, rielaborandoli con originalità e disincanto attraverso il filtro di una sensibilità non comune, gli stimoli migliori di artiste di primo piano quali, in primis, le sorelle Bertè, Gianna Nannini e la freschezza dei tempi d’oro di Irene Grandi”, ha scritto su di lei il critico musicale Maurizio Scandurra. In tutto 12 brani che scorrono coerenti e vivaci tra loro e portano la firma, oltre al già citato e stimato Valerio Liboni, anche di musicisti prestigiosi quali Aldo Valente (già al fianco di Mariella Nava e Paolo Vallesi), Guido Guglielminetti (già bassista e produttore di Francesco De Gregori e Ivano Fossati, con cui scrisse per Anna Oxa l’intramontabile ‘Un’emozione da poco’), Bobby Solo (autore della convincente ‘Non m’intendo di politica’) e i Rocks (storica band inglese che firma l’intensa ‘Io non ci sto’), ed Ernesto Ausilio, paroliere raffinato formatosi al CET di Mogol. Un disco che parla d’amore in maniera inedita, senza luoghi comuni né tantomeno metafore scontate, con la schiettezza che contraddistingue la persona e la musica di Jessica Casùla. Che, nel proprio curriculum, annovera svariate esperienze di pregio. Prima fra tutte, una serie di fortunate partecipazioni in tv al ‘Roxy Bar’, con un entusiasta Red Ronnie che, nel coso della trasmissione, la mise in contatto via skype addirittura con Caterina Caselli: “Mi suggerì, dopo avermi ascoltata, di provare a far mio qualche grande classico del passato. Nacque così ‘Io che amo solo te’, il mio omaggio all’arte di Sergio Endrigo, incluso quale bonus track in ‘Meglio Sola’. Si fece spazio in radio, fu la chiave di volta con cui iniziare a conoscere i professionisti oggi al mio fianco, che mi vollero incontrare proprio grazie a quel brano. Ringrazio Caterina anche per questo”.

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Jessica ha parole d’affetto anche per Fausto Mesolella, “chitarrista, compositore e anima degli Avion Travel, scomparso nel 2017. Lo incontrai sempre da Red Ronnie, si complimentò con me per il mio stile vocale e l’energia della mia band. Lo ringrazio anche per avermi fatto dono, nel mio secondo album, delle sue magiche chitarre nel brano ‘Pensiero Stupendo’, rivisitazione rock a due voci con la virtuosa Iskra Menarini – l’unica vera compagna di viaggio e di note di Lucio Dalla – del capolavoro della divina Patty Pravo”. Il primo EP di Jessica Casùla, invece, risale al 2013, e contiene 4 brani inediti prodotti dagli Sugarfree, tra i gruppi italiani più noti e amati degli anni 2000. A esso fa seguito ‘Do ut Jes’ (curioso gioco di parole tra latino e soprannome dell’Artista), che sigla l’avvio di una proficua collaborazione con la sua attuale etichetta ‘Egea Music’, cui l’artista approda proprio in seguito all’ottima rotazione radiofonica della cover di Sergio Endrigo. Jessica Casùla è anche partner ufficiale dell’Osservatorio Nazionale contro il Cyberbullismo e Doping: la sua canzone “Levami quel nome di dosso” ha collezionato in breve oltre 500.000 visualizzazioni sul profilo Facebook dell’artista. Apprezzata performer anche sul palcoscenico, Finalista nel 2016 al Festival di Castrocaro, a partire dal 2015 apre alcuni concerti di Jack Savoretti, Giovanni Caccamo, Moreno, Gemelli Diversi e Stefano D’Orazio dei Vernice, oltre a essere invitata quale special guest in eventi culturali di primo piano quali il ‘Festival di Potenza’.

Sito web: www.jessicacasula.it

Nasce EDIT. Protagonisti il gusto e la condivisione

Taglio del nastro per EDIT. È nato a Torino un nuovo e rivoluzionario punto di riferimento nel panorama gastronomico, dal respiro internazionale in linea con i trend attuali del co-working e della sharing economy. Acronimo di Eat Drink Innovative Together, EDIT è il risultato di un lavoro architettonico “sartoriale” durato due anni per trasformare un edificio industriale di 2400 mq di due piani in un concept dedicato al food & beverage, che coniuga i culinary incubator americani con le eccellenze della cucina italiana. Lo studio torinese di architettura e design Lamatilde ha dato vita a questo format innovativo ideato da Marco Brignone. EDIT offre un’esperienza interattiva a 360°, dove il pubblico può decidere se essere protagonista, mettendosi alla prova in cucina, o nella produzione della birra o accogliere le proposte dei grandi chef, mastri birrai e bartenders professionisti che curano le cinque aree principali. Nell’area Bakery Cafè e Pub troviamo Pietro Leemann e Renato Bosco, il primo tra i più rinomati chef vegetariani al mondo, il secondo maestro indiscusso della pizza e dell’arte della panificazione; i Costardi Bros., chef stellati piemontesi che mescolano tradizione e innovazione nell’area Ristorante; il Brewery è il birrificio urbano punto d’incontro tra appassionati della birra e mastri birrai; nel Cocktail Bar incontriamo i fuoriclasse del “mixology”, i bartenders del Barz8 esperti alchimisti del cocktail. Comune denominatore di queste cinque aree è la condivisione sotto diverse forme: condivisione di strumenti, di momenti, di esperienze, di idee. La Bakery ad esempio offre soluzioni per ospitare riunioni di lavoro mentre al piano superiore si trovano quattro “cucine condivise”, spazi dotati di attrezzature professionali ideati sia come supporto per start up di piccole società di catering, sia per eventi aziendali e show cooking. EDIT rappresenta inoltre un unicum per le attrezzature create ad hoc e il design degli interni. Ne sono degli esempi il bancone della Brewery, il più imponente mai prodotto in Italia con i suoi 25 metri di lunghezza; le finiture brutaliste che sottolineano il carattere industriale della struttura con cementizi in bellavista in tutte le declinazioni, l’acciaio grezzo, acidato, zincato, il tutto addolcito dalle superfici in legno di rovere, dai tessuti scamosciati, dai velluti e dalla vegetazione sospesa che creano un’atmosfera intima e accogliente; la cucina atelier con i suoi ventidue posti a sedere è uno dei più ampi chef table a livello internazionale; il reticolo sospeso custom made dell’illuminazione con settanta terminali Led riproduce un’atmosfera soft da locale in stile newyorchese. “Siamo orgogliosi di inaugurare un progetto così unico e diverso da ogni altro nato quasi casualmente”, commenta Marco Brignone, Presidente di EDIT. “Siamo riusciti, grazie al contributo di quella che è diventata nel tempo una vera e propria famiglia di professionisti e appassionati, a immaginare una situazione innovativa e ben strutturata adatta a poter accompagnare le più avanzate tendenze internazionali nel settore del food & beverage e capace di dare risposte alle tante richieste ancora aperte in un settore in grande espansione.”

 

Giuliana Prestipino

Gianfranco Ferrè. Sotto un’altra luce: gioielli e ornamenti

FINO AL 19 FEBBRAIO 2018

La mostra, ideata per essere itinerante, presenta in anteprima mondiale in Palazzo Madama a Torino, il Gianfranco Ferrè (Legnano 1944-Milano 2007) meno noto e celebrato, ma non per questo meno intrigante e suggestivo per la genialità artistica e la sontuosa eccentricità delle creazioni esposte: del grande “architetto della moda” – come Ferrè era spesso soprannominato per essersi laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1969 – esponente di punta del made in Italy, l’aulica Sala del Senato del Palazzo subalpino presenta infatti i gioielli e gli ornamenti da lui ideati e disegnati per accompagnare gli abiti nel magico rituale della sfilata. Un Ferrè dunque visto e raccontato “sotto un’altra luce”. Non il Ferrè delle collezioni moda universalmente conosciute, degli abiti creati attraverso una visione stilistica grandiosa e strutturata o delle celebri camicie bianche (capo icona delle sue creazioni, su cui tre anni fa fu anche progettata al Museo del Tessuto di Prato la grande retrospettiva “La camicia bianca secondo me”) o ancora delle “vesti scultura” realizzate per la maison Christian Dior, per le cui linee femminili fu Direttore Creativo dal 1989 al 1996; ma il geniale inventore di quegli “orpelli” da sogno, gioielli-ornamento frutto di una rigorosa mai anarchica creatività “che entra subito in simbiosi – scrive bene Rita Airaghi, direttore della Fondazione Gianfranco Ferrècon l’abbigliamento, in un intreccio impossibile da sciogliere in termini di progettazione e ispirazione, sperimentazione e fascinazione”. Organizzata e prodotta dalla Fondazione Gianfranco Ferrè (nata nel 2008 con lo scopo, fra gli altri, di gestire un archivio vestimentario di circa 3mila fra capi e accessori appartenenti alle collezioni Gianfranco Ferrè Donna, Uomo e Alta Moda) e Fondazione Torino Musei, la rassegna presenta ben 200 di quegli oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda professionale e artistica del celebre stilista italiano. Realizzati per sfilate dal 1980 al 2007, sono esposti insieme ad alcuni capi “in cui è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima”. Del resto, furono proprio “bijoux” e “accessori” a rappresentare il primo momento creativo di Ferrè: “Ne realizzò alcuni all’Università – ricorda ancora Airaghi – bracciali e collane in cuoio, molle industriali, minuterie metalliche,troppo all’avanguardia per un tempo in cui il bijou che volevano le ‘sciure’ era il falso oro, il falso argento, la falsa perla”. E lo stesso Ferrè testimonia a parole, negli appunti per le sue lezioni tenute in tutto il mondo (nel marzo 2007, pochi mesi prima della scomparsa, fu anche nominato Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera), la grande passione per un campo sperimentale come quello legato all’oggetto ornamentale approcciato sempre con la geometrica rigorosità dell’architetto ma anche con una sorta di esotico misticismo trasmesso forse a Ferrè dai lunghi e frequenti soggiorni in India. “Il gioiello – scriveva– ha avuto in passato straordinarie valenze rappresentative, come simbolo di ricchezza, potere, prestigio, autorità. Ora è soprattutto un mezzo per la rappresentazione di se’. Come l’abito e forse più dell’abito”. E aggiungeva: “Non sento la minima differenza fra ‘sognare’ un abito o un gioiello”. E di ciò si ha netta percezione nella mostra a Palazzo Madama, dove la curatrice Francesca Alfano Miglietti ci presenta “pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili”. Di grande interesse anche l’allestimento della rassegna affidato a Franco Raggi, costretto a mediare e a mettere insieme due dati oggettivi, spesso contrastanti: l’imponenza del Palazzo ospitante e le “curiosità formali” e gli “azzardi estetici” dei gioielli dello stilista. Mediazione risolta con bizzarro acume,“in una serie ordinata – precisa Raggi – di sei contenitori in struttura di ferro”, vere e proprie “gabbie” nelle quali “imprigionare e difendere queste creature fragili e strane”; gabbie volutamente “arrugginite” , brutalmente esposte alla loro “povertà materiale” (Pop Art) per non “competere con la grandiosità dello spazio e la ricchezza degli ornamenti” e tutte e sei appoggiate su una pedana tecnica, anch’essa arrugginita. ” A Gianfranco – conclude Raggi – la ruggine piaceva molto. Non so perché”.

Gianni Milani

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“Gianfranco Ferrè. Sotto un’altra luce: Gioielli e Ornamenti”

Palazzo Madama – Sala del Senato, piazza Castello, Torino, tel. 011/4433501; www.palazzomadamatorino.it

Fino al 19 febbraio 2018

Orari: lun. – dom. 10/18; chiuso il martedì

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Nelle foto, dall’alto:

– Gianfranco Ferrè: “Collana medaglie”, 1991, ottone galvanizzato oro lucido, strass Swaroski, crystal, vetro

– Gianfranco Ferrè: “Bracciale leone”, 1992, ottone galvanizzato bronzo

– Gianfranco Ferrè: “Collana leoni”, 1993, ottone galvanizzato oro lucido, strass Swaroski, crystal, pietra in vetro, resina sintetica

– Gianfranco Ferrè: ” Collana ricciolo”, 1985, ottone galvanizzato oro lucido

– Gianfranco Ferrè: ” Collana foglie”, 1993, ottone galvanizzato oro opaco

– Gianfranco Ferrè: “Spille piume”, 1991, ottone galvanizzato oro lucido, strass Swaroski, crystal

I ristoranti stellati 2018 a Torino

La prestigiosa guida Michelin premia anche quest’anno il Piemonte,  che guadagna la seconda posizione tra tutte le regioni italiane con  due nuove presenze stellate e un totale di 41 ristoranti stellati.  Uno solo è il 3 stelle, il ristorante Piazza Duomo ad Alba. Poi quattro 2 stelle e 36 ristoranti con 1 stella. Di questi ultimi, quattro sono a Torino: Del Cambio, Magorabin, Vintage, Casa Vicina. 

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Ecco l’elenco dei ristoranti stellati 

Ristoranti con 3 stelle Michelin in Piemonte

Ristorante Piazza Duomo
Piazza Risorgimento, 4 – 12051 Alba (Cuneo)

Ristoranti con 2 stelle Michelin in Piemonte

Antica Corona Reale
Indirizzo: Via Fossano, 13 – 12040 Cervere (Cuneo)

Villa Crespi
Indirizzo: Via Fava, 18, 28016 Orta San Giulio (Novara)

Al Sorriso
Indirizzo: Via Roma, 18 – 28010 Soriso (Novara)

Piccolo Lago
Indirizzo: Via Filippo Turati, 87 – 28924Verbania

Ristoranti con 1 stella Michelin in Piemonte

Del Cambio
Indirizzo: Piazza Carignano, 2 – 10123 Torino

Vintage 1977
Indirizzo: Piazza Solferino, 16/H – 10121 Torino

Casa Vicina Eataly Lingotto
Indirizzo: Via Nizza, 224 – 10126 Torino

Magorabin
Indirizzo: Corso San Maurizio, 61 – 10124Torino

Combal.zero
Indirizzo: Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Castello di Rivoli)

Dolce Stil Novo alla Reggia
Indirizzo: Piazza della Repubblica, 4 – 10078 Venaria Reale (Torino)

Larossa
Indirizzo: Via Don Giacomo Alberione, 10/D – 12051 Alba (Cuneo)

Osteria Arborina
Indirizzo: Frazione Annunziata, 27 – 12064 La Morra (Cuneo)

Il Patio
Indirizzo: Via Oremo, 14, 13814 Pollone (Biella)

Locanda del Pilone 
Indirizzo: Strada della Cicchetta/Loc. Madonna di Como, 34 – 12051 Alba (Cuneo)

Villa d’Amelia 
Indirizzo: Località Manera, 1 – 12050 Benevello (Cuneo)

All’Enoteca 
Indirizzo: Via Roma, 57 – 12043 Canale (Cuneo)

I Caffi 
Indirizzo: Via Scatilazzi, 15 – 15011 Acqui Terme (Alessandria)

Il Portale 
Indirizzo: Via del Sassello, 3 – 28922 Verbania

Cinzia Christian e Manuel 
Indirizzo: Corso Magenta, 71 – 13100 Vercelli

Pascia 
Indirizzo: Via Monte Rosa, 9 – 28045 Invorio (Novara)

Tantris
Indirizzo: Corso Risorgimento, 384 – 28100 Novara

La Fermata

Indirizzo: Str. Bolla, 2 – 15122 Spinetta Marengo (Alessandria)

Il Centro 

Indirizzo: Via Umberto I, 5 – 12040 Priocca d’Alba (Cuneo)

Ca’ Vittoria 
Indirizzo: Via Roma, 14 – 14016 Tigliole (Asti)

Il Ristorante di Guido da Costigliole 
Indirizzo: Località San Maurizio, 39 – 12058Santo Stefano Belbo (Cuneo)

San Marco
Indirizzo: Via Alba, 136 – 14053 Canelli (Asti)

Massimo Camia 
Indirizzo: Strada Provinciale Alba – Barolo, 122 – 12064 La Morra (Cuneo)

La Rei

Indirizzo: Via Roddino 21 – 12050 Serralunga d’Alba (Cuneo)

La Ciau del Tornavento 
Indirizzo: Piazza Leopoldo Baracco, 7 – 12050 Treiso (Cuneo)

Il Cascinale Nuovo
Indirizzo: Strada Statale 231, 15 – 14057 Isola D’asti (Asti)

  Locanda di Orta 
Indirizzo: Via Olina, 18 – 28016 Orta San Giulio (Novara)

Gardenia 
Indirizzo: Corso Torino, 9 – 10014 – Caluso (Torino)

Guido 
Indirizzo: Via Alba, 15 – 12050 Serralunga d’Alba (Cuneo)

  La Credenza 
Indirizzo: Via Cavour, 22 – 10077 San Maurizio Canavese (Torino)

I Due Buoi 
Indirizzo: Via Camillo Cavour, 32 – 15100(Alessandria)

Marc Lanteri al Castello
Indirizzo: Via Castello, 5 – 12060 Grinzane Cavour (Cuneo)

Da Francesco
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 103 – 12062Cherasco (Cuneo)

La Madernassa
Indirizzo: Località Lora, 2 – 12050 Castelrotto, Guarene (Cuneo)

21.9
Indirizzo: Loc. Carretta, 4 – 12040 Piobesi d’Alba (Cuneo)

Zappatori
Indirizzo: Corso Torino, 34 – 10064 Pinerolo (Torino)

Chiusano Immobiliare presenta Art for Excellence

PROSEGUE FINO A DOMENICA 17 DICEMBRE
Art for Excellence è una collezione d’arte in cui il talento creativo di un artista incontra l’impresa d’eccellenza
Vi partecipano le sole aziende che lavorano “a regola d’arte”, facendo di ogni prodotto o servizio un’opera d’arte. Sono le aziende che hanno deciso di rischiare, mettendo in gioco le proprie risorse, nell’intento di perseguire un sogno, un’idea, un’intuizione. Ogni azienda viene associata a un artista che interpreta l’idea imprenditoriale dell’azienda stessa. In un gioco di armonia sinergica, l’estro artistico può diventare l’ideale mezzo per interpretare una mission, un brand o un prodotto. 
Chiusano&C Immobiliare è interpretata da un’opera di Anila Rubiku, artista albanese, classe 1970, che vive e lavora tra Milano, Toronto e Tirana. Mescola tecniche diverse e rivolge la sua attenzione sul tema del viaggio, della donna e della casa. Quest’ultima tematica viene sviluppata per interpretare lo Studio Immobiliare di Andrea Chiusano, il quale ha appena inaugurato i suoi nuovi locali di lavoro con una mostra di video e fotografia: “E’ giusto che anche le imprese che ne hanno la possibilità sostengano il mondo dell’arte, l’arte non si può fermare per mancanza di fondi perchè l’arte muove il mondo”, sostiene Chiusano stesso. L’inaugurazione si è tenuta martedì 28 novembre ore 18 a Palazzo Carignano in Piazza Carlo Alberto 8. La mostra è visionabile gratuitamente da mercoledì 29 novembre a domenica 17 dicembre dalle 10 alle 19.
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La magia del lago d’Orta

Situato a pochi chilometri da Novara, Orta o Hortus Conclusus – giardino chiuso – è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Caratterizzata da una storia millenaria e avvolta dal mito è una delle più belle località lacustri dove tra vicoli, paesaggi naturali, bellezze architettoniche e luoghi mistici si può trascorrere una vacanza dall’atmosfera magica e spirituale. Incorniciata dal silenzioso specchio d’acqua, sorge al centro del lago l’Isola di San Giulio, nome dell’omonimo Santo, che secondo la leggenda, la liberò dai draghi e dai serpenti e vi costruì la Basilica dove è ancora sepolto. Sull’isola troviamo un Monastero abitato da suore di clausura, il ristorante San Giulio ed un percorso, Via del Silenzio o Meditazione, che induce alla riflessione ponendo l’accento sull’importanza delle piccole cose attraverso frasi profonde e piene di significato. Tornando sulla terra ferma molte sono le cose da vedere, il Borgo infatti regala al visitatore esperienze differenti che ne fanno un posto unico e incantato, un viaggio nel passato che attraversa diversi periodi cominciando dal Medioevo passando per il seicento fino all’ottocento. Salendo e scendendo i gradini si attraversano vicoli caratterizzati da piccoli eleganti negozi, meravigliosi bar e ristoranti, dove fare una pausa golosa è d’obbligo, fino ad arrivare a Piazza Motta, centro del paese dove si può ammirare Palazzo di Riviera in stile Rinascimentale, sedersi in una delle meravigliose terrazze che si affacciano sul lago e imbarcarsi per l’isola di San Giulio. Più avanti troviamo Villa Bossi, sede del Municipio, e salendo la lunga gradinata che parte dalla piazza si arriva alla Chiesa dell’Assunta da dove è possibile ammirare i tetti di Orta. Una esperienza davvero unica dallo spirito contemplativo è la visita al Sacro Monte di Orta, un luogo meraviglioso, immerso nel verde e nella pace del bosco, dedicato a San Francesco D’Assisi. Il “complesso devozionale” è costituito da una serie di cappelle dove la vita del Santo viene rappresentata attraverso la ricostruzione dei passaggi fondamentali della sua vita e termina con la Chiesa di San Nicolao, una imitazione della Basilica Inferiore di Assisi. La visita in questo posto fiabesco non finisce qui, è possibile fare altre bellissime passeggiate come il giro dell’Anello Azzurro, anche in bicicletta, per scoprire piccoli gioielli come Omegna, Pella, GozzanoNella bella stagione fare un bagno nelle acque fresche e trasparenti dei vari lidi e magari affittare una canoa. Per gli amanti esperti della montagna la salita Mottarone, che arriva sull’Arco Alpino regala una vista meravigliosa. E poi ancora La frazione di Ronco dove visitare la Chiesa di San Defendente, la Madonna del Sasso situata su uno sperone di granito. Molti sono i ristoranti apprezzati dove concedersi una pausa tra una visita e l’altra o una cena romantica e suggestiva: Villa Crespi, Motta Bistrot, Pan & Vino, l’Ustaria Cà dal Rat e ovviamente sull’isola il San Giulio.

 

Maria La Barbera