Incontri alla Libreria CapoHorn

Mercoledì 13, serata filosofia. Monica Laura Smith introduce Ken Wilber, il filosofo americano contemporaneo più tradotto al mondo e la sua Visione Integrale, una mappa che permette di orientarsi all’interno della realtà, risolvendo le contraddizioni che quotidianamente si incontrano nel complesso mondo in cui viviamo.

  • Venerdì 15, incontro con l’autore Riccardo Martinotti ed il suo romanzo Abdekkader, il campione che non corse la Maratona:  negli anni sessanta un bambino si appassiona alle imprese di Zatopek, il primo atleta in grado di correre più di venti chilometri in un’ora; sul mito del campione inizia e si costruisce la storia e la vita di Lorenzo.
  • Sabato 16 incontro con ” IL CIELO DEL 2018 ” , a cura di Patrizia Balbo studiosa di simbologia astrologica e autrice del libro Ai piedi di Venere, manuale astrologico di seduzione. Quali segni zodiacali dovranno fare i conti con l’energia privativa di Saturno? Chi invece sarà accompagnato per mano da Giove verso il successo e il benessere? A quanti Urano imporrà un cambiamento radicale? E a chi Nettuno regalerà sogni ispirati e creativi.

 

Tutti gli incontri sono gratuiti e iniziano alle 18. Per informazioni 011.3850220

Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato

L’esordio di Renato Bianco come scrittore presenta l’avvio ad una carriera di successo se già il primo libro “Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato” sta ottenendo vasto consenso.

Il sapiente intreccio della trama, la forma scorrevole, il tono ora serio ora leggermente ironico, sempre rispettoso, nell’aver dato ai personaggi le sembianze fisiche e psicologiche di persone reali, modificate nel nome ma riconoscibili, rendono il racconto molto coinvolgente. Che Bianco avesse una piacevole vena discorsiva lo notai durante gli anni in cui egli funzionario, io assessore alla Cultura, ci incontravamo nel Comune di Casale perciò non mi stupisco che il sua inclinazione sfociasse anche nella scrittura. Ero convinta inoltre che per la sua predilezione per il Lago Maggiore, in particolare Belgirate, sarebbe potuto diventare un novello Piero Chiara. La prima fatica letteraria è infatti ambientata tra due città, l’una, Casale, sede di lavoro, l’altra, Belgirate, di vacanza, che costituiscono il teatro in cui si svolgono gli eventi inseriti scenograficamente tra opere d’arte che caratterizzano i luoghi. Filo conduttore è Leonardo Bistolfi attraverso il “boaro”, il bassorilievo della cappella Hierschel De Minerbi e la riproduzione del modello in gesso de “La Morte” particolare del gruppo “La Vita, La Morte: verso la luce” del monumento funerario Abegg. I brevi cenni alle opere Bistolfiane non sono casuali in quanto, oltre al significato simbolico in tema con l’argomento, offrono occasione di assaporare una pausa culturale allentando la tensione che spinge ad arrivare frettolosamente alla conclusione per scoprire il colpevole. Mi piace pensare che, oltre a rappresentare una bella pagina della letteratura contemporanea, il libro serva ad attirare l’attenzione sulla Gipsoteca di Casale in cui è presente, senza interventi estranei, la prima traduzione plastica che dà corpo alla poetica del più importante scultore simbolista italiano.

Giuliana Romano Bussola

 

I Savoia fanno audience. Cercasi sceneggiatore per la fiction sulle teste coronate torinesi

Gli amorazzi di Vittorio Emanuele II,  l’indecisione proverbiale di suo padre  Carlo Alberto e chissà quante altre caratteristiche delle personalità dei sovrani della dinastia sabauda saranno tradotti in pellicola. Anche le nostre teste coronate possono fare audience. Ne sono certi i promotori del progetto progetto speciale dal titolo “Contest I Savoia. La Serie”. Si tratta di Film Commission Torino Piemonte e FIP Film Investimenti Piemonte e dell’assessora regionale alla Cultura e al Turismo, Antonella Parigi. Dal 30 novembre è online il bando, aperto a tutti gli sceneggiatori europei che intendano presentare un progetto di serie tv storicamente ambientato nell’epoca della dinastia Savoia dalla metà del ‘500 fino all’Unità d’Italia, rivolgendosi con particolare attenzione al territorio e al circuito delle Residenze reali. Il contest resterà aperto fino a marzo 2018 e verrà promosso su scala europea, anche grazie alla collaborazione attivata con il TorinoFilmLab. “Nei mesi successivi alla chiusura del bando un comitato editoriale di esperti selezionerà una lista di progetti finalisti tra i quali verrà individuato il miglior concept cui assegnare un riconoscimento di 50.000 euro (30.000 immediatamente dopo la cerimonia di premiazione prevista per l’autunno, i restanti 20.000 nel corso dell’anno successivo, al termine di un percorso produttivo volto all’attivazione del progetto). Il vincitore sarà proclamato durante il Festival di Venezia 2018”, spiegano in Regione. “Gli eventi e le personalità che hanno contraddistinto la dinastia Savoia rappresentano un importante patrimonio per la storia del Piemonte e per quella nazionale – ha dichiarato Antonella Parigi – Attraverso questo contest vogliamo quindi metterlo in risalto, con un’importante operazione di valorizzazione culturale e attraverso una delle forme più attuali delle produzioni audiovisive, ovvero le serie tv, consapevoli di quanto queste rappresentino anche un importante mezzo di promozione del territorio. Si tratta di un progetto che ha l’obiettivo di valorizzare una parte significativa della nostra storia e cultura, nell’ottica di una più generale riscoperta di questo nostro passato, anche attraverso un sostegno concreto a chi vincerà il contest.” Negli ultimi tre anni anche il Piemonte ha potuto contare su numeri importanti, sostenendo 22 serie televisive che hanno concretizzato ben 94 settimane di preparazione e 161 settimane di riprese sul nostro territorio garantendo una ricaduta territoriale eccezionale. E la Regione Piemonte diventerà produttore cinematografico.

 

(foto: il Torinese)

 

E’ Luigi, 74 anni e tre figli, il Babbo Natale di Mondo Juve

 Di Grugliasco, con tre figli e due nipotini, quando lavorava aveva una cartoleria, ora è in pensione con la minima: è stato selezionato tra 135 profili arrivati in finale su 1700 candidature

Il primo Babbo Natale di Mondojuve si chiama Luigi “Vigiu” Secco. 74 anni, di Grugliasco, sposato, con tre figli e due nipotini, quando lavorava aveva una cartoleria, ora è in pensione con la minima e con questo premio spera di poter dare un aiuto anche alla banda musicale di cui fa parte. La dedica per la vittoria va proprio alla sua famiglia, in particolare a sua moglie, che lo ha convinto a partecipare a questa simpatica iniziativa natalizia.

È stato selezionato da una giuria di sei persone durante un casting pubblico, che ha visto grande partecipazione dei presenti presso lo Shopping Center di Nichelino/Vinovo (TO), tra 135 profili arrivati in finale su oltre 1.700 candidature ricevute nell’ambito della campagna “Babbo Natale cercasi”, cha ha riscosso un grandissimo successo nelle scorse settimane.

Il Babbo Natale di Mondojuve riceverà un compenso di 1800 euro netti per 10 giorni lavorativi (7, 8, 9, 10, 15, 16, 17, 22, 23, 24 dicembre 2017). Dall’8 al 24 dicembre, il Babbo Natale di Mondojuve incontrerà tutti i bambini per raccogliere le loro letterine e ascoltare i loro desideri (per date e orari, consultare la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center o il sito ufficiale www.mondojuve.it).

Chirurgia Plastica Post-Bariatrica: un’alleata contro l’obesità

“Grasso è bello”…si sentiva ripetere nello scorso ventennio, creando un alibi a tutti coloro che non trovavano la forza per il sacrificio e che preferivano abbandonarsi al piacere della buona tavola.

Marylin Monroe diceva: “A tutte voi ragazze che pensate di essere grasse perché non siete una taglia zero. Siate belle, è la società che è brutta“, ma lei intendeva donne in carne e non donne obese…un po’ come lei d’altronde, affascinante femmina dall’aspetto esaltante e conturbante.

L’obesità purtroppo è tutt’altro…

Il grande Francesco De Gregori compose una fantastica fiaba in musica, “La donna cannone”, che diceva: “E non avrò paura se non sarò bella come dici tu, ma voleremo in cielo in carne ed ossa non torneremo più…“. Ovviamente quest’ultima è una metafora che ci sussurra il dovere di doversi accettare per come siamo, senza alterare troppo la nostra natura, se pur non definita eccellentemente come vorremmo. Giusto! Ma solo quando il problema si dimostra lieve e non causa di una condizione che va davvero a mettere a rischio la nostra salute e addirittura la nostra vita. L’incidenza del sovrappeso e dell’obesità, anche infantile, è cresciuta con un andamento esponenziale rispetto a qualche anno fa, portando il fenomeno ad essere definito una sorta di epidemia. Il sovrappeso è una concausa di innumerevoli disturbi che possono cominciare a verificarsi già nell’infanzia e nell’adolescenza: diabete di tipo 2, coronaropatie e ictus, sindrome metabolica, apnee del sonno, fegato grasso e complicazioni in gravidanza. Studi recenti internazionali confermano purtroppo questa realtà a livello mondiale anche se l’Italia fortunatamente un po’ si esime da questi dati, forse per merito della dieta mediterranea. Diviene altresì importantissimo non dormire su questo fenomeno così dilagante, imponendoci di seguire uno stile di vita sano e cercando il più possibile di ovviare a questo problema in modo immediato e mirato.

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Esistono diversi strumenti per renderci consapevoli del nostro stato di salute e del nostro stato ponderale. Possiamo per esempio misurare il nostro girovita, oltre a controllare il nostro peso: questo tipo di verifica certo non ci da la massima certezza del nostro stato di salute, ma sicuramente ci indica se abbiamo grasso in eccesso sull’addome e questo rappresenta un dato importantissimo, perché il grasso accumulato in questa parte del corpo potrebbe far aumentare il rischio di malattia molto più del grasso presente nelle altre parti del nostro corpo. Le donne che avranno un girovita maggiore di 88 cm e gli uomini con girovita maggiore di 102 cm, correranno sicuramente maggiori rischi di soffrire di disturbi legati all’obesità. E’ giusto quindi lottare contro questo orribile fenomeno, senza confondersi con le persone che condannano l’obesità attraverso le umiliazioni più bieche, affrontando il problema con serenità e metodo. Il primo passo da fare è quello di dare spazio ad una giusta informazione, utilizzando fonti attendibili. Il tema primario è sicuramente quello della sana alimentazione e della dieta bilanciata, di quell’abbandono delle abitudini errate che mette a dura prova le persone obese, per la difficoltà di eliminare nell’immediato tutto ciò che risulta dannoso al proprio organismo, soprattutto il cibo spazzatura in cui spesso si ricerca un conforto e un sostegno per combattere lo stress, la depressione e la mancanza di affetto.


Spesso nel percorso si possono avere risvolti psicologici importanti perché la difficoltà nell’accedere a quella sana rettitudine per assumere un’alimentazione adeguata può far sentire deboli e fragili. Oltre a non sentirsi belli e attraenti per come si è fisicamente, si rischia di cadere ancor più nel baratro per non sentirsi all’altezza di combattere, per non riuscire a dimostrare a sé stessi di avere il carattere e la tenacia capaci di farci uscire dal tunnel.Il percorso terapeutico per combattere l’obesità si costruisce tramite diverse fasi e attraverso approcci integrati: una perdita di peso così marcata richiede l’utilizzo delle diete più efficaci , ma anche del movimento corporeo costante e mirato, delle tecniche chirurgiche più avanzate, del sostegno psicologico. E una volta raggiunto l’obbiettivo relativo alla perdita del peso cosa succederà? Si presenterà un nuovo problema da affrontare: la pelle del paziente perderà il suo tono e diverrà cadente , apparendo non solo antiestetica, ma trasformandosi anche in un vero e proprio ostacolo per la mobilità del paziente.

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La Chirurgia Plastica Post-Bariatrica – spiega il Dott. Luca Spaziante (Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttica ed Estetica, nella foto sopra) – ha fatto passi da gigante a riguardo ed è proprio in questa fase che potrà entrare in scena per poter favorire il rimodellamento della figura corporea (body contouring o body reshaping). La fase del rimodellamento corporeo – aggiunge il Chirurgo – non si potrà ottenere tramite un solo intervento chirurgico, ma è assolutamente doveroso attenersi ad una sequenza definita di procedure. I diversi interventi chirurgici avranno l’obiettivo di rimodellare e riequilibrare le diverse aree corporee interessate (addome, arti superiori e inferiori, mammelle) al fine di ripristinare le corrette proporzioni. Come sottolinea il Dott. Spaziante gli interventi che il paziente potrebbe dover affrontare durante questo percorso sono l’addominoplastica, la liposuzione, la brachioplastica, il lifting delle cosce, la mastopessi con autoprotesi. La Chirurgia Plastica Post-Bariatrica – aggiunge il Dott. Spaziante – non è Chirurgia Estetica ma Chirurgia Plastica Ricostruttiva con finalità estetica. Ogni paziente deve essere valutato singolarmente ed attentamente per definire l’iter terapeutico più appropriato. Questa chirurgia è gravata da numerose complicanze legate alla patologia di base e pertanto va affrontata con molta preparazione e con un approccio multidisciplinare. Il sostegno psicologico del paziente è fondamentale per portare avanti un percorso impegnativo e difficile, ma che darà risultati davvero sorprendenti. Questo lungo percorso verso il miglioramento di sè stessi – spiega il Dott. Spaziante – necessita della massima professionalità del Chirurgo Plastico, che con il suo team possa svolgere un lavoro multidisciplinare di eccellenza che farà ritrovare la serenità e la salute al proprio paziente, con un notevole miglioramento della sua qualità di vita.

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        www.chirurgiaplasticaestetica360.it                      info@chirurgiaplasticaestetica360.it

TORINO –  ALBA –  ASTI

Informazione commerciale

 

“Alma Caseus Junior”, vince l’Artusi

Giulia Mairo ed Alessandro Scarsi vincono il concorso nazionale indetto da Alma la scuola di Gualtiero Marchesi. E Scarsi primeggia anche nel premio della stampa specializzata

L’Istituto Artusi di Casale Monferrato aggiunge un altro trofeo, anzi due, al suo ricco palmares costruito negli anni. Giulia Mairo di Alessandria allieva dell’ultimo anno di cucina ed Alessandro Scarsi, di Silvano d’Orba, allievo all’ultimo anno di sala/vendita si sono aggiudicati “Alma Caseus Junior” il contest rivolto agli studenti iscritti al quinto anno che si è tenuto dal 28 al 30 novembre a Colorno (Parma) nella sede di Alma – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fondata da Gualtiero Marchesi, con il sostegno del Consorzio Tutela Taleggio. La coppia piemontese ed alessandrina si è misurata con altre coppie provenienti da istituti alberghieri di tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, in una sfida che ha previsto prove teoriche di conoscenza del mondo caseario e prove pratiche come l’abbinamento formaggio – vino o la realizzazione di un piatto con protagonista il Taleggio. Giulia Mairo ed Alessandro Scarsi hanno convinto i giudici con un piatto che ne ha destato l’attenzione per l’originalità e, al tempo stess, per la cura nella valorizzazione di quello che doveva essere l’elemento principe, ovvero il Taleggio. Ma la soddisfazione del dirigente scolastico Claudio Giani e dei docenti di sala, Maria Grazia D’Acunzo, e di cucina, Paolo Pozzuolo che avevano accompagnato i ragazzi a Colorno non si è fermata qui: Alessandro Scarsi è risultato primo classificato anche nella particolare classifica assegnata dalla stampa specializzata. L’Istituto casalese non è nuovo ad imporsi in questa competizione, già nel 2016 un suo allievo, l’astigiano Lorenzo Damosso aveva conquistato il gradino più alto del metaforico podio, in occasione delle finali disputate all’Istituto Giolitti di Torino e in primavera era stato proprio l’Artusi ad ospitare la finale nazionale dell’ultima competizione.
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L’Istituto Alberghiero Artusi si trova a Casale Monferrato, in corso Valentino n°95, per qualsiasi informazione è possibile contattare la segreteria al seguente numero 0142/73722 oppure tramite e-mail segreteria@istitutartusi.it.

 

 

 

Il premio “Pannunzio” a Dacia Maraini

A palazzo Ceriana Mayneri, sede del Circolo della Stampa di Torino si è svolta mercoledì la cerimonia di premiazione del “Pannunzio”. Il premio è stato conferito quest’anno alla scrittrice Dacia Maraini.  Pier Franco Quaglieni in apertura  ha ricordato Carlo Casalegno nel giorno della sua tragica scomparsa , annunciando il concerto in memoria della vittima delle BR che si terrà sabato 2 dicembre alla Biblioteca nazionale Universitaria di Torino , piazza Carlo Alberto 3 .

La motivazione del premio
“Dacia Maraini è stata collaboratrice autorevole del “Mondo” di Pannunzio.
E’ una donna libera,coraggiosa,senza pregiudizi,sempre aperta al confronto delle idee.
Il Premio Pannunzio 2017- 35esima edizione – le viene conferito come riconoscimento al suo autorevole impegno di giornalista e di scrittrice che onora l’Italia a livello internazionale e per la sua esemplare storia individuale e famigliare. “
La biografia di Dacia Maraini
Nata a Fiesole, Dacia  Maraini trascorse l’infanzia in Giappone dove, dal 1943 al 1946, la famiglia fu internata in un campo di concentramento giapponese subendo maltrattamenti e privazioni. Tornata in Italia, frequenta le scuole dapprima in Sicilia ed in seguito a Roma. Questi anni sono raccontati dalla stessa Maraini nel suo romanzo Bagheria. Fonda, insieme ad altri giovani, la rivista letteraria “Tempo di letteratura” e comincia a collaborare a riviste quali “Paragone”,” Nuovi Argomenti”, ed il settimanale “Il Mondo” di Mario Pannunzio. Interessata al teatro, ha scritto molti testi teatrali ed è stata fra le fondatrici del “Teatro della Maddalena” a Roma. Negli anni seguenti continua con la sua attività di scrittrice pubblicando, tra l’altro, La lunga vita di Marianna Ucria, Buio, che le è valso il Premio Strega, Il treno dell’ultima notteLa grande festa. Nel 2014 l’Università Bocconi, per iniziativa degli studenti, le ha riconosciuto il “Dante d’oro” per l’opera omnia.

SDL CENTROSTUDI INCONTRA I TORINESI SOVRAINDEBITATI E CON PROBLEMI BANCARI

Si è svolto ieri a Torino, presso il Centro Congressi dell’Hotel ‘Royal’ in corso Regina Margherita un incontro sul tema ‘Sovraindebitamento, crisi bancari e finanziaria: come uscirne?’ che ha visto, dato il momento storico in atto, una grande affluenza di pubblico. Oltre un centinaio di torinesi con pendenti sulle spalle gravi situazioni di sovraindebitamento ormai non più sostenibili e crisi derivanti da rapporti critici con banche e istituti di credito in tema di anatocismo e usura bancaria hanno ascoltato e incontrato il pool di esperti e professionisti di SDL CENTROSTUDI SPA (www.sdlcentrostudi.it), la nota società italiana fondata dall’Avvocato Serafino Di Loreto e presieduta dall’ex Magistrato Piero Calabrò (il primo a ottenere una sentenza storica in materia di anatocismo nel 1999, spianando la strada a un fenomeno in costante crescita) che dal 2010 a oggi ha restituito alle tasche degli italiani oltre 240 milioni di euro indebitamente sottratti alle loro tasche, proprio grazie a una serie incessante di pronunce favorevoli a consumatori e PMI ottenute sul tema nei tribunali di tutta Italia. “Abbiamo avuto modo di constatare come a Torino la sofferenza economica e sociale dei nuclei familiari, i più gravati dalla crisi in atto, nonostante la riconversione da città industriale a città digitale 3.0, sia in aumento. E’ importante – prosegue Luca Barontini, esperto di riorganizzazione aziendale e sovraindebitamento per privati e aziende – informare opportunamente le persone delle possibilità legislative offerte per rinascere dalla cosiddetta ‘morte civile’, come la Legge 3/2012 altresì nota come legge ‘Salva-suicidi’, e gli strumenti di tutela per far luce sulla mala gestio delle banche su conti correnti, finanziamenti e risparmi”, conclude Barontini.

I mercati di Torino

E’ un piacere fare la spesa a Torino, i suoi mercati sono intensi e vivaci, ma anche eleganti e ricercati e ci portano diretti all’interno di una cultura, di un luogo ricco di consuetudini e tradizioni centenarie, di appuntamenti a cui nessuno resiste perché rappresentano l’anima e la storia della città. Il mercato infatti non è solo il luogo dove si compra tutto e a buon prezzo, ma è anche un momento in cui persone diverse si incontrano affluendo all’interno dello stesso spazio, nasce così lo scambio, il più umano di tutti, il più ricco di curiosità.

 

Questi alcuni tra i mercati rionali più caratteristici della città da visitare e vivere:

 

Porta Palazzo

E’ il più grande della città ma anche d’Europa, “Porta Pila” in piemontese, è un tripudio di colori, sapori, profumi provenienti non solo dal nostro paese. Situato a Piazza della Repubblica, tra Borgo Dora e il Quadrilatero, oltre ad essere un frequentatissimo mercato è divenuto una importante meta turistica, una attrazione oramai fissa nei tour dedicati alla capitale sabauda. Nella parte esterna sono centinaia i banchi di prodotti alimentari, frutta, verdura proveniente da ogni parte d’Italia, spezie tipiche del Medioriente, abbigliamento, scarpe e accessori per la casa. Nella parte coperta abbiamo invece: il Mercato Ittico, il Centro Palatino, il Mercato dell’Orologio e il Mercato Alimentare dove i prodotti gastronomici di qualità sono tantissimi.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Piazza Benefica

Situato nella sofisticata Cit Turin, il mercato è famoso non solo per i banchi di frutta, verdura, caramelle, dolci e cibo vario ma soprattutto per la vendita di capi di abbigliamento firmato a buon prezzo. L’interesse per questo negozio di importanti brand a cielo aperto è altissimo grazie alla generosa offerta di capi griffati. Vestiti, cappotti, scarpe ma anche chicchissime tute e scarpe da ginnastica lo hanno reso un vero e proprio punto di riferimento modaiolo e di stile.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.30 – sabato 7.00-15.30

 

 

Madama Cristina

Immerso in San Salvario, caratteristico quartiere multietnico di Torino dalla vita notturna vivace e affollata, il mercato di Piazza Madama Cristina seppur non grandissimo è un concentrato di qualità e ricercatezza. Piccoli e grandi banchi ortofrutticoli e gastronomici da una parte, abbigliamento, articoli per la casa e qualche punto vintage dall’altra. Gli acquisti spesso sono accompagnati dal delicato mood balcanico creato dalla musica di violini e fisarmoniche suonata dal vivo da piccole orchestre.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Corso Palestro

Vicinissimo al centro storico, a pochi passi da Via Garibaldi, questo mercato situato nella parte centrale del corso é una giornaliera e gradevole passeggiata tra banchi di tutti i tipi: frutta, verdura, pane, gastronomia, dolci, piante, articoli per la casa, abbigliamento, scarpe, profumeria e molto altro. Un emporio per tutti i gusti dove trovare di tutto e di più in poco spazio, in un ambiente meno vivace di altri grandi mercati ma decisamente più rilassante e confortevole.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-15.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

 

Piazza Foroni

Dedicato principalmente ai prodotti tipici del sud Italia è conosciuto anche come mercato di “Piazza Cerignola”. La Madonna di Ripalta portata a metà del 1900 è un richiamo alla Puglia e viene festeggiata dai suoi devoti la seconda domenica di giugno. I prodotti sono principalmente pugliesi e ci fanno rivivere una meravigliosa tradizione culinaria ricercata ma semplice: cime di rapa, taralli, olive, formaggi e spezie, un viaggio di sapori e profumi in una delle terre dove la cucina è la regina delle usanze.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

 

 

Crocetta

In questo quartiere elegante caratterizzato da ricche e sontuose residenze si trovano bancarelle alla moda, scarpe delle ultime collezioni, accessori, casalinghi, profumazioni, oggetti vari. Questo mercato che parte da Largo Cassini e arriva fino a Via Marco Polo è un ritrovo signorile, un appuntamento mondano dove fare acquisti di un certo livello è un rito. Trovare capi di marche importanti e ricercate, sia per uomo che per donna, a prezzi convenienti è una certezza, perdersi tra i brand più in voga del momento e gli outfit più richiesti un piacevole passatempo.

Quando: dal lunedì al venerdì 7.00-14.00 – sabato 7.00-19.00

Crocetta + : seconda domenica del mese dalle 8.30 alle 18.45

Esiste un vero proprio portale dei mercati torinesi che contiene davvero tutte le informazioni utili per orientarsi, trovare i mercati che ci interessano e magari più vicini a casa: mercati.comune.torino.it

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

Così il torinese scopre il velista che è in lui!

Siamo in molti, quaggiù. Un ingegnere che sta in Crocetta guarda la sua barca dondolare nel porto di Varazze, un ex cabinotto rispolvera la deriva dello zio nascosta in un magazzino ad Alassio. Un impiegato di mezza età di San Salvario si imbarca a Loano per un corso di vela, una diciottenne delle Vallette studia per la patente nautica a Livorno, anche se non ha i soldi neppure per un weekend in spiaggia. Siamo in molti, anche se non è facile. Noi, i torinesi al mare, non l’abbiamo sottomano come i liguri, anche se un paio d’ore ci sono sufficienti a raggiungere il mare, la nostra pelle non è abituata, di solito è troppo chiara per stare al sole in costume. Non abbiamo fatto mai nulla di questo, solo basket, calcio, pallavolo, tennis, un corso di karate. Non sappiamo relazionarci con un mezzo che si muove con l’aria, nell’acqua. Spesso neppure sappiamo bene quanta responsabilità ci voglia nel prendere il mare e seguire un itinerario, preservando la salute di chi è con noi o intorno a noi. Tuttavia, siamo in molti, e abbiamo l’entusiasmo, la gioia per un riflesso sull’acqua che il ligure non vivrà mai, il rispetto per un’onda più cattiva delle altre che un toscano non proverà mai. Ci imbarchiamo nelle imprese folli, perché dobbiamo correre per dimostrare che anche noi possiamo essere marinai. Un mio amico, torinese fece la traversata dalla Toscana alla Corsica con il suo Laser, una barchetta di poco più di quattro metri per quaranta chili. Così a me è successo di iniziare piano piano, con la famiglia e una barca di dieci metri, a zonzo per il Mediterraneo tutta l’estate, e poi la successiva, sempre, per più di vent’anni. Beh, al mare ci sono poi rimasto, forse anche per dimostrare qualcosa a me stesso! E alle vele, e al loro disegno ho dedicato la vita, da quelle più piccole a quelle della barche da sogno. E ancora oggi la vela è lì, pronta per tutti: non è difficile, né costosa. Ci sono scuole vela di iniziazione per tutte le età, anche per chi non ha mai avuto opportunità, voglia o coraggio e decide di iniziare ad andare in barca a 60 anni. Oppure, molto meglio, per chi di anni ne ha solo pochi (dai 6 in poi), e viene spinto o si spinge a provare qualcosa di diverso. Alcuni non rimarranno conquistati, ma altri verranno stregati, e sarà per sempre. Non c’è preparazione migliore alla indipendenza e, in definitiva, alla vita, di quella di imparare a gestire una barca tutta propria in ogni condizione, e tuttavia facendo parte di una squadra. Troverete quasi sempre grande professionalità da parte degli istruttori, che oggi vengono preparati meticolosamente. Non è raro sentire le risate che provengono dagli scaletti dove i ragazzi rientrano, salati e stanchi, ma felici! Tutto mentre i genitori attendono, perchè gli orari non sono proprio quelli svizzeri quando si esce in barca, e finchè questa non è ricoverata per bene non si va a casa. Senza contare che quest’inverno ci si può preparare per la prossima estate, per portare in giro i nostri amici – torinesi. Noi staremo al timone, mentre gli altri stapperanno le birre, o lascheranno un po’ la randa. Piaceri differenti ma ugualmente deliziosi, per noi torinesi con la malattia del mare!

 

 Vittorio d’Albertas